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Un attacco dentro il cuore

Domanda: Ultimamente è come se il Kli mondiale stesse funzionando come un unico desiderio. Una volta, il Rabash aveva consigliato di far partire un attacco da questo stato. Che cosa esattamente staremmo attaccando?

Risposta: Noi stessi, il nostro cuore, la nostra pigrizia, il nostro orgoglio, le nostre abitudini del passato. Devo innalzarmi al di sopra di tutti questi calcoli.

La cosa più importante è di diventare una cosa sola con gli amici, di spingerci intenzionalmente nel gruppo. Voglio esserci sempre. Voglio perdere il controllo su di me ed acquisire e percepire il pensiero e le sensazioni degli amici. E’ come se mi perdessi in loro per mio stesso desiderio.

Questo significa acquisire il vaso della  garanzia mutua.

(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 06.07.2011, Matan Torà).

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Esperti, fatevi sentire!

Domanda: E’ molto difficile spiegare alla gente che la soluzione ai problemi spinosi di oggi sta nell’interconnessione tra gli uomini.

Risposta: No, non lo è. Infatti, siamo aiutati da molti specialisti – non solo in senso teorico, ma da scienziati che fanno ricerca sui problemi attuali e sulla natura, inclusi gli economisti, i politici, i sociologi, gli psicologi, i banchieri e i rappresentanti delle grandi società.

Oggi tutti parlano di economia perché rappresenta la connessione che c’è tra di noi: quanto mi devi e quanto ti devo. Non si tratta di cultura, arte, religione o etica. Si tratta di soldi, un preciso strumento di misurazione della nostra reciproca dazione. Rappresenta la rete di una connessione corretta, egoistica, salutare e solida tra di noi. Noi l’abbiamo rovinata con le nostre “speculazioni”, ma di per sé era perfettamente adeguata.

E così, dobbiamo spiegare alla gente che questa rete non funziona più. E lo dobbiamo spiegare con degli esperti a cui ci rivolgeremo – migliaia di uomini che si trovano ai vertici del mondo: direttori di banca, analisti societari, e così via. Facciamoli parlare mentre noi ce ne stiamo in disparte. Dopo di loro la parola dovrà essere data agli scienziati, e poi ai rappresentanti del sistema educativo. Diamoci dentro —usiamo quello che c’è a disposizione.

E’ così che vedo succedere le cose oggi.

Domanda: L’uomo medio sarà incuriosito di ascoltarli nel suo tempo libero, ma si tratta di faccende molto lontane dal suo personale interessamento e dai problemi che può avere nella vita.

Risposta: Non c’è altra soluzione. Dobbiamo dare il tempo alla fase iniziale di manifestarsi, fino a quando non avremo convinto l’uomo che qui è dove si trova il problema. Al fine di capire i guai del mondo, è necessario studiare cosa sta succedendo. E’ come un uomo ammalato che “entra” in internet per cercare delle informazioni sulla sua malattia e per trovare i mezzi per curarsi. Dunque, dobbiamo soltanto dare agli uomini un “aggancio”, una fune che li colleghi tra ciò che sta succedendo oggi e la soluzione.

Questo compito incombe sugli scienziati, e noi dobbiamo agire in questa direzione senza ulteriori ritardi.

Metteremo in pratica e divulgheremo le loro, non le nostre, spiegazioni, che sono importanti e ben fondate. In linea di principio, dobbiamo diventare una “macchina pubblicitaria” che diffonde velocemente il flusso di informazioni dagli esperti alle masse. Senza farci conoscere, daremo loro grande importanza, li pubblicheremo sui siti, e li promuoveremo nei mezzi di comunicazione.

Non abbiamo neanche bisogno di un nostro sito. Non vogliamo “portare gli uomini dalla nostra parte” ma li lasceremo dove sono abituati a stare. Questo è il vero lavoro di divulgazione.

Domanda: Cosa dovrebbe capire una persona da poco di tutto questo, una persona che non capisce niente e prende per buono tutto quello che le si dice? E’ sufficiente dargli il messaggio che insieme è il bene mentre divisi è il male?

Risposta: Sì. E anche una “persona che conta” deve capire proprio questo. Non stiamo realmente programmando di parlare loro dell’intenzione altruistica Lishma, non è vero? Queste persone non sono ancora mature interiormente per questo concetto. E’ scritto, “Alleva un ragazzo per come è fatto”

Domanda: Ciò significa che dovremmo fare come la gente che usato Facebook per costringere i produttori ad abbassare i prezzi dei loro prodotti, così dovremmo semplicemente spingere i governi ad unirsi?

Risposta: Sì. Cerchiamo degli esperti, coloro che non solo capiscano il concetto, ma che siano in grado di mettere insieme un campo di lavoro e poi di farlo funzionare. Ci sono parecchi milioni di uomini nel mondo a cui piacerebbe e che sono in grado di unirsi in questo lavoro che dovrà essere realizzato. Questo “esercito” deve essere solamente organizzato per mettere in pratica questo compito.

Nel frattempo, noi resteremo dietro le quinte. Oggi non abbiamo più bisogno della televisione. Infatti, tutta l’umanità, oggi, è su internet. E questo sarà l’unico modo in cui riusciremo ad organizzarci ed è ciò che la nostra azione di divulgazione farà parallelamente. Questi sono i cambiamenti che dobbiamo incominciare a fare adesso, senza ulteriori ritardi.
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(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.07.2011, “Arvut”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 24.07.2011

Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 187
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Il Libro dello Zohar, Trumà (Donazione) 2, Punto 738, Lezione 31
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TES, Parte 1, Tabella di Risposte per Argomento, Punto 97, Lezione 45
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KFS, Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 583, Punto 37, Lezione 24
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KFS, “L’ Arvut (La Mutua Garanzia)”, Pagina 255, Punto 24, Lezione 8
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Il nostro mondo sta andando a pezzi?

Opinion (Lester R. Brown, Il mondo sull’orlo dell’abisso: come evitare il collasso economico ed ambientale): Riusciremo a cambiare direzione prima di aver oltrepassato il limite? Il mondo è nei guai. Il piano A, o come si dice il mondo degli affari, non funziona. I cambiamenti devono essere realizzati velocemente, come in tempo di guerra, per evitare molteplici catastrofi a catena che si rovesciano una sull’altra come se fossimo su una strada senza ritorno.

Il mio commento: Questo signore ha scritto queste parole alcuni anni fa, ma nel frattempo nessuno lo ha ascoltato, sebbene sia un famoso giornalista. Evidentemente, solamente dei grandissimi shocks spingerebbero gli uomini a prestargli attenzione, ma non sarà troppo tardi – non per la totale distruzione della civilizzazione, ma per il raggiungimento della completa correzione in un modo pacifico?
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Un’invisibile sveglia

Domanda: Se la Luce ed il Creatore non cambiano, che cos’è il “risveglio dall’Alto? (Itaruta de Leila)? Che cosa significa essere risvegliati dall’Alto?

Risposta: Il “risveglio dall’Alto” è sempre presente. Se siamo in grado di sederci e di studiare in questo momento, anche per un minuto, questa è la conseguenza del “risveglio dall’Alto”. Ci dà la forza, la pazienza, ed il desiderio. Studiamo invece di dormire o di inseguire i piaceri materiali di questo mondo. Invece di tutto questo, ascoltiamo le lezioni ed aspiriamo a qualcosa che nemmeno conosciamo.

Da dove arriva questo desiderio “pazzo” ed “irreale”? Un uomo ragionevole ed assennato farebbe tutto questo? E’ tutto grazie al risveglio dall’Alto, mentre la Luce splende su di noi dall’Alto e ci spinge ad aspirare alla dazione.

La Luce è costante e non cambia, ma noi sì. Ogni volta che cambiamo, la nostra capacità di percezione aumenta, il che avviene perché percepiamo un’influenza sempre maggiore. Aumentiamo la nostra capacità di percepire attraverso dei livelli che partono da zero, uno, due, tre, e quattro fino a quando non raggiungiamo il livello interiore totale (HaVaYaH). Facciamo tutto questo con i nostri sforzi, grazie al “risveglio dal basso” (Itaruta de Letata).

Però, chi ci ha dato il risveglio iniziale e ci ha ispirati a fare uno sforzo? E’ stato il risveglio dall’Alto! Perciò, è scritto: “Io sono il Principio, e sono la Fine”.
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(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 05.07.2011, Shamati N.5)

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Studiate con felicità

Quando leggiamo Lo Zohar, abbiamo bisogno di mantenere l’intenzione ed immaginare qualcosa davanti agli occhi invece che concentrarci solamente sulle parole. Questo disegno immaginario fatto di percezioni deve comprendere i due seguenti elementi:

1. La felicità di abbracciare la Torà, qualcosa di veramente meraviglioso, che non siamo ancora nella condizione di apprezzare;
2. Il desiderio, il bisogno, di connetterci e di fonderci con il testo.

Questa è la ragione per cui devo sperimentare la felicità che deriva dal rispetto della Torà e dalla comprensione dell’importanza dello scopo verso il quale siamo connessi. E devo anche percepire il desidero di meritare tutte queste qualità della dazione in modo che mi possano rivestire, ed entrare nel mio vaso spirituale, e allora diventerò veramente colui che dona, che emana la Luce.
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(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 05.07.2011, Shamati N.5)

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Viviamo!

Lo Zohar, Capitolo “Trumà (Donazione),” Paragrafo 432: …tutti gli uomini nel mondo sanno che moriranno e ritorneranno alla polvere, e perciò in molti si pentono e ritornano dal loro Signore a causa di questa paura. Essi temono di peccare davanti a Lui.

Domanda: Qual è il significato di “morire”?

Risposta: “Morire” o “vivere” si riferisce al desiderio. Secondo lo Zohar, “vivo” significa donare e “morto” significa ricevere.

Nella spiritualità non c’è la vita o la morte. Parliamo di vita e di morte nel nostro mondo perché percepiamo solamente una forma di esistenza e vediamo che questa forma sembra scomparire davanti ai nostri occhi. Noi pensiamo che la vita sia il corpo quando respira, e che la morte sia quando smette di respirare.

Ma per un uomo che incomincia a percepire la spiritualità, questa distinzione risulta molto strana: come è possibile che questa sia l’indicazione attraverso la quale stabiliamo la differenza tra ciò che esiste e ciò che non esiste, tra ciò che è vivo e ciò che è morto? Questo succede perché l’uomo che inizia a percepire la spiritualità si sposta verso una differente percezione dell’esistenza; e le nozioni terrene di vita e di morte per lui perdono di significato.

Se un uomo si sposta verso un livello più importante di percezione, in cui la dazione è considerata la vita e la ricezione è la morte, allora quest’uomo si eleva al di sopra del livello animale verso il livello umano, e per lui la vita significa l’esistenza al livello umano e la morte l’esistenza al livello animato. Egli non collega la vita e la morte all’esistenza del corpo animato.

Allora, il corpo animato scompare dalla sua sensazione, perdendo di significato nella definizione del suo stato, di vita e di morte. Anche se il corpo muore, l’uomo si trova già in un diverso livello di desiderio nella sensazione di vita e di morte rispetto alla spiritualità, ed egli è unito a loro.

Perciò, questo mondo non gli fa più provare delle interruzioni nel processo di sviluppo dell’anima.

(Dalla 2.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’08.07.2011)

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Gli antefatti della moderna crisi: Un breve studio dall’inizio della Creazione

La saggezza della Kabbalah ci parla di tutta la realtà. A cominciare dal preciso inizio del suo sviluppo, ci porta attraverso tutte le fasi fino al suo completamento.

Il punto iniziale è la forza superiore chiamata “natura” o “Creatore”. Non avendo alcuna idea di cosa possa precedere questo punto, noi lo chiamiamo “madre”. Non c’era nulla prima di esso. La nostra storia prende inizio dal momento in cui la forza superiore ha incominciato a creare i livelli della materia: inanimato, vegetativo, e parlante.

Per prima cosa, essa usò la sua propria forza per formare delle forza di sostegno che erano fatte di essa ed in essa erano incluse. Queste forze si divisero immediatamente in due: la materia della creazione e la forza del Creatore, in altre parole, il più ed il meno, luce e tenebre che influenzarono la materia per provocarne lo sviluppo. Sotto l’influenza di queste due forze, la materia incominciò a reagire, a rispondere, a provare delle sensazioni, e di conseguenza ad evolvere.

Una di queste due forze chiamata “la linea di destra” è colmata dalla natura del Creatore, l’amore e la dazione e, di conseguenza, è in grado di dare la vita alla materia. L’altra forza è la forza dell’egoismo, opposta al Creatore e che agisce nonostante Lui. Ad ogni modo, nella realtà, entrambe queste forze funzionano in base ad un progetto superiore.

Il Creatore agisce dall’alto con la Sua unica forza che è divisa in due: la forza della dazione e della ricezione. La nostra materia si trova nel mezzo. Dunque, sono queste due forze che ci mettono in moto. Esse influenzano la materia e ne stimolano lo sviluppo ai livelli inanimato, vegetativo, animato e parlante.

All’inizio, questo sviluppo influenza solamente le forze che gradualmente formano la materia, fino a quando la materia non raggiunge la fase finale. Allora la materia esplode. Grazie a questa esplosione, uno straordinario evento si compie. Le due forze, il più ed il meno, si mescolano insieme. Prima, esse lavoravano sulla materia da entrambe le parti, e adesso sono arrivate al punto di rottura, si includono l’una nell’altra, e coesistono nella materia, mescolate insieme al punto che risulta impossibile distinguerle.

Fino ad ora, il processo è avvenuto solamente al livello delle forze, del pensiero e del progetto. Invece, adesso, la forza si trasforma in materia di questo mondo. In primo luogo, dobbiamo dire che il posto dove si trova il nostro spazio si è manifestato come conseguenza del Big Bang. Prima di questo, non c’era spazio per il nostro universo. Poi, la materia incominciò ad evolvere dalla scintilla dell’energia spirituale, da un piccolo punto di Luce. Questa minuscola particella di Luce spirituale bastò per creare la materia dell’intero universo.

In seguito, durante il suo sviluppo, la materia creò le galassie, il Sistema Solare, ed il pianeta Terra dove noi cresciamo seguendo lo stesso percorso, diviso in base ai livelli inanimato, vegetativo, animato e parlante, che si muovono parallelamente allo sviluppo spirituale.

In conseguenza di quanto detto, al quarto livello di sviluppo, la forza del Creatore e la sua forza opposta alla fine si mescolarono, e così noi ci ritroviamo nella situazione in cui siamo.

La preparazione è finita. Da adesso in avanti, dobbiamo verificare cosa fare dopo. Abbiamo due forza mescolate insieme. Esse hanno completato il loro sviluppo e cozzano così tanto l’una contro l’altra dentro di noi, che non sappiamo cosa fare. Ci sentiamo male.

A questo punto, incontriamo la saggezza della Kabbalah, il metodo che ci permette di bilanciare e di unire queste due forze, costruendo un equilibrio ed un’armonia tra esse.
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(Dalla 2 lezione del Congresso di Roma del 21.05.2011)

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La decadenza dello sviluppo egoista

Viviamo nella prima generazione di persone che si risvegliano per scoprire il significato della vita, per capire perché vivono. Nelle generazioni precedenti, vivevamo come animali. Avevamo solo l’egoismo, il desiderio di ricevere piacere che ci spingeva costantemente in avanti e attraverso questo, cercavamo di riempirci in una corsa senza fine da un piacere all’altro. Tuttavia, non eravamo mai soddisfatti perché il piacere è opposto al desiderio di ricevere, come i due poli in un circuito elettrico, che sono opposti l’uno all’altro.

Non appena la Luce lo tocca, il vaso desidera entrare in essa, immediatamente si produce l’annientamento, un “corto circuito” e si annullano tra loro. Ogni volta che vogliamo beneficiare di qualcosa, basta solo toccare il piacere e questo scompare. Sentiamo il sapore degli alimenti, ma va via, vediamo qualcosa di bello, ma l’incanto svanisce. I sentimenti positivi non restano con noi e non siamo capaci di accumularli, di aggiungerli al nostro “salvadanaio” giorno dopo giorno.

Alla fine vediamo che la nostra generazione è nella disperazione. Le persone non hanno niente con cui riempirsi, non sentono il sapore, il piacere. Usano le droghe per scappare e si calmano con le medicine e gli antidepressivi. Perché?

Il nostro desiderio egoista che è cresciuto nel corso della storia, ha avuto il suo sviluppo. Nel corso di migliaia di anni, ha guadagnato forza e ci sembrava di poter continuare a trovare un piacere più grande nei nuovi desideri. La sensazione del piacere è il sentimento della vita; ma oggi, il nostro desiderio di ricevere si è saziato completamente e siamo caduti nella disperazione dell’impotenza, senza vedere nessuna possibilità di trasferirci da un’altra parte.

Questo è un momento speciale, una condizione speciale ed è per questo che Baal HaSulam scrive che si rallegra di essere nato nell’epoca in cui è possibile far conoscere la saggezza della Kabbalah. Perché è possibile questo? “Kabbalah”, in ebraico, è sinonimo di ricezione. Questa ci insegna in che modo raggiungere la saggezza per riempirci di piacere infinito, invece di sentire in che modo scompare e muore, come tutti i piaceri. Pertanto, la saggezza della Kabbalah ci porta al piacere infinito, il che significa vita eterna.

D’altra parte, la Kabbalah ci porta ad un punto tale che arriviamo ad essere i padroni delle nostre vite. Insieme al desiderio di ricevere più che soddisfatto, il “punto nel cuore” (•) si rivela nella persona, e questo è una proprietà in più, il desiderio di dare.

Il più ed il meno, il desiderio di dare e quello per i piaceri, esistono nella stessa persona ed essa acquisisce la libertà di scelta. Adesso ha due forze e sviluppandole, l’una contro l’altra, comincia a controllarle, cioè a controllare se stessa. La persona decide che strada prendere e che grado di desiderio utilizzare.

Così, si evolve su tre linee: realizza la linea media, partendo dalle linee di destra e di sinistra. Di fatto, questa linea media si chiama “umano” (Adam), perché lui l’ha realizzata, ha formato la sua essenza interiore e come risultato, questa gli appartiene. Prima di questo, in tutte le nostre reincarnazioni ci sviluppiamo come gli animali, spinti dal desiderio egoista, ricevendo più piaceri in accordo ai suoi ordini.

Oggi, non possiamo ancora controllare i nostri desideri, perché abbiamo solo un piccolo punto nel cuore. Ci riuniamo e studiamo la saggezza della Kabbalah, la quale spiega come sviluppare questo punto affinché abbiamo due grandi desideri. Allora, non siamo più governati dall’Alto, dalla forza dell’egoismo, ma avremo afferrato due forze nelle nostre mani e saremo capaci di elevarci al di sopra di questa vita.
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(Dalla 1° lezione del Congresso in Spagna del 3 Giugno 2011)

Il nesso della connessione

La Torà, il metodo della correzione, fu rivelato nell’antica Babilonia, dove nacquero tanto i desideri relazionati, quanto i desideri non relazionati alla correzione. Da allora, questo metodo di correzione, è esistito nell’umanità.

Perché solo una piccola parte dell’umanità lo imparò? A Babilonia, questo fu assorbito da coloro i quali, in origine, si sentirono attratti da esso, coloro che, per mezzo della legge dell’equivalenza della forma, sentirono che era per loro. Altri presero una “deviazione”.

La domanda qui non riguarda una determinata nazione, ma tutto il mondo. Perché non tutte le persone trovano questo metodo? Perché non si manifestano in tutte le persone i desideri e le intenzioni diretti alla correzione?

Per trovare la risposta, dobbiamo tornare alla frammentazione dei vasi e vedere perché tutto è avvenuto in questo modo. Alcuni vasi si relazionano ai desideri di ricevere ed altri contengono più desideri di dare. Essi si mescolarono gli uni con gli altri e come risultato, diciamo il 99% di tutti i vasi, non può aspirare per conto proprio alla correzione. Essi esigono che il punto diretto al Creatore li tiri in avanti, che diventi il nesso dell’unione tra di loro e la Luce che Riforma.

Allo stesso modo, anche le persone con il punto nel cuore necessitano del nesso dell’unione: dei libri attraverso i quali si estrae la Luce. Un “libro” rappresenta la rivelazione nella Kabbalah, il libro aiuta ad attrarre la Luce al gruppo, il che rappresenta il desiderio che ha bisogno di essere unito. Pertanto, nel cammino spirituale, il ruolo di un “adattatore” è realizzato dal maestro, dal gruppo e dai libri. Tuttavia, le persone senza la base preparatoria, soffrono ed hanno bisogno di essere connesse con quelle che già sono pronte allo sviluppo.

Quest’ordine è il risultato della frammentazione dei vasi. Il fatto è che i vasi di ricezione non possono correggersi prima dei vasi di dazione, la Luce di Binà, si connette ad essi, cioè a Malchut. Solo questa combinazione tra Binà e Malchut permette loro di elevarsi.

Alcuni dei vasi si relazionano al mondo di Atzilut, a Galgalta ve Eynaim (GE). Tuttavia, i vasi dei mondi di Berià, Yetzirà ed Assiyà sono relazionati all’AHP (Awzen, Hotem, Pe). A causa della frammentazione, GE cadde all’interno dell’AHP. Facendo le correzioni, noi eleviamo di nuovo GE e l’AHP si eleva se aderisce a GE. In primo luogo, solo i vasi di Galgalta ve Eynaim si elevano, perché Israele stessa si corregge. Poi, essa corregge anche l’AHP.

Questo è l’ordine della correzione. Inizialmente, è prevista per l’AHP e lo scopo è correggerlo.
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(Dalla 5° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 21.06.2011, “Matan Torà (la Dazione della Torà)

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