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Fare chiarezza sul desiderio delle donne

Domanda: Se i desideri continuano a cambiare e a prendere diverse sfumature, devo desiderare qualcosa di specifico oppure ho bisogno di rafforzare il desiderio nella forma più vicina a me in quel determinato momento?

Risposta: No, il desiderio delle donne deve essere formato in maniera collettiva, in unione, l’integrale desiderio della donna focalizzato precisamente verso il traguardo. Ogni donna deve analizzare i desideri dentro di se e puntarli verso la meta al massimo, il più possibile a ogni livello, in ogni stato lei si trovi.

Tuttavia, dopo che i desideri sono stati basicamente formati, devono essere sentiti dagli uomini. E gli uomini li sentono senza dubbio perché sono fatti cosi: loro sentono gradualmente i desideri delle donne. Succede come in una famiglia, dove la donna può anche non dire niente al marito, ma comunque lui sente come lei spinga silenziosamente, segnalando, volendo e aspettandosi qualcosa da lui. Lui sente questo e non si rilasserà finché non soddisfarà il suo desiderio. In alcuna maniera lui deve risolvere questo.

Nella stessa maniera, gli uomini dovrebbero sentire questo dalle donne, e le donne dovrebbero lavorare costantemente e concentrarà in loro un desiderio sempre più definito.
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(Dalla seconda lezione del Congresso di Mosca del 10.06.2011)

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Cos’è un desiderio brillante, fine?

Baal HaSulam, Lo Studio delle Dieci Sefirot, parte 1, “Tabella di domande e risposte sul significato delle parole”: articolo 15. Cos’è Zakh. Bechina Alef (la prima fase) del desiderio di ricevere si definisce come più brillante (Zakh) delle tre Bechinot (fasi) che la seguono.

“Fine” e “ruvido” si definiscono in relazione al desiderio di ricevere. Nella fase radice, Keter, non c’è assolutamente spessore (Aviut) del desiderio di ricevere, ma viene solamente dato il desiderio di dare, inculcato dal Creatore in ogni creatura. Pertanto, la prima fase (Alef) è l’inizio della creatura, del suo desiderio di ricevere ed è più brillante e più fine delle altre tre fasi che seguono.

Questo è dovuto al fatto che ancora non ha sperimentato molte impressioni dell’influenza del Creatore, della Luce, che la rende più brillante. La Luce non l’ha ancora sviluppato ad una profondità di desiderio adeguato al suo uso. È ancora l’inizio, l’embrione del desiderio ed in questo senso, è il più vicino alla Luce.

Non ha ancora nessun’azione indipendente, né una sua reazione. Tuttavia, quando comincia a reagire alla fine della prima fase, provoca l’apparizione della seconda fase, Bet.
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(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 20.06.2011, Talmud Eser Sefirot)

L’inizio della nascita

Io penso che i giorni di Pesach siano andati veramente bene per noi. Essenzialmente abbiamo rivelato un momento molto importante nello sviluppo spirituale di una persona, che segna l’inizio della sua vita spirituale, l’inizio dell’uscita dall’esilio spirituale. Il “posto” dell’unità del gruppo, gli amici, è stato scoperto in ognuno di noi.

Questa sensazione di un unico posto spirituale ha bisogno di espandersi. Questa è la nuova realtà. Quando una persona non abbandona l’interesse per questo “posto”, riesce a progredire velocemente verso la sua realizzazione. Alla fine diventerà il posto della rivelazione del Creatore e si svilupperà più tardi al punto della completa adesione del essere creato con il Creatore: il mondo dell’infinito.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.04.2011, Svelando una parte, coprendone due)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 14.07.2011

Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 122 “Comprendere ciò che è spiegato nel Shulchan Aruch
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Il Libro dello Zohar, Trumà (Donazione) 2, “Menorah Shekalim Questo Mese”, Punto 572, Lezione 23
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TES, Parte 1, Tabella di Risposte per Argomento, Punto 65, Lezione 39
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KFS, Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 578, Punto 25, Lezione 18
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KFS, “L’ Arvut (La Mutua Garanzia)”Pagina 251, Lezione 2
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La preghiera delle diciotto Sefirot

La vera preghiera è “la preghiera delle diciotto benedizioni”. Si tratta delle nove Sefirot della Luce Diretta e delle nove Sefirot della Luce che viene Riflessa non in Malchut, che è il desiderio di ricevere piacere, ma in Yesod, che è al di sopra del desiderio egoistico. In altre parole, prevede l’intenzione di utilizzare Malchut per donare. Da qui derivano 18 tipi di relazione che abbiamo con il Creatore: nove dalla Luce Diretta e nove dalla Luce Riflessa..

Usare Yesod al posto di Malchut, significa agire dal lato della “misericordia” poiché stiamo cercando di trovare la proprietà della dazione, ci stiamo sforzando di diventare uguali alle “prime nove Sefirot” (Tet Rishonot), che discendono dal Creatore all’essere creato, Malchut, la 10.a Sefira. Ed il nostro unico desiderio è di rivelare queste nove Sefirot, le proprietà del Creatore, vale a dire, farle nostre, assorbirle, e diventare uguali ad esse nelle nostre nove Sefirot della Luce Riflessa.

Perciò, una vera preghiera si forma dentro di noi. Infatti, a causa del mio desiderio di diventare uguale alle prime nove Sefirot, mi impegno nelle nove Sefirot della Luce Riflessa e chiedo di utilizzarle affinché Malchut diventi totalmente uguale alle nove proprietà del Creatore che entra in essa. Dunque, le mie nove Sefirot della Luce Riflessa diventano il vaso (Kli) che accetta le nove Sefirot della Luce Diretta, ed io ricevo la Luce nella mia preghiera immediatamente.

Se sapessimo pregare così, allora impiegheremmo la Luce superiore nel modo giusto, cercando di capire come fare per ricevere la misericordia e la forza della dazione da essa e, da qui in poi, rivestiremmo la preghiera della nostra Luce Riflessa che sale dal basso verso l’alto. Dunque, la preghiera sarà un atto che contiene assolutamente tutto in sé, che rivela le prime nove Sefirot in Malchut; esse si percepiranno come le nove proprietà superiori in essa e come l’ascesa della Luce Riflessa da Malchut che sale dal basso verso l’alto, diventando “il rivestimento” per la Luce Diretta, mentre viene calcolata e ricevuta dalla Luce Riflessa. Tutto questo si compie attraverso la preghiera delle “diciotto benedizioni”. Dunque, “la preghiera delle 18 Sefirot” è la preghiera base nel lavoro spirituale.

Se “l’ascesa dei mondi” avviene durante il lavoro spirituale, negli stati come lo “Shabbat” (il Sabato), una “festività” speciale, allora si presenta come “la preghiera delle 18 Sefirot” che viene modificata perché una Luce più potente scende dall’Alto e fa sì che il lavoro al di sotto di essa, nella nove Sefirot della Luce Riflessa, cambi per contenere tutta la Luce ci arriva durante le feste. Questo è il modo in cui organizziamo il nostro lavoro spirituale.

Questa è la ragione per cui è scritto che “tutto è fatto con il potere della preghiera” e “ContemplateLo giorno e notte”, poiché la preghiera è un atto che contiene tutte le fasi che costruiscono il Partzuf spirituale: l’ingresso della Luce superiore, seguita dal calcolo nella testa del Partzuf, la sua interazione attraverso il contatto la Luce (Zivug de Hakaa Be Rosh), e l’espansione della Luce verso il basso. Tutto questo riguarda l’intero processo che il Partzuf affronta nel suo sviluppo: concepimento, nutrimento, maturità (Ibur, Yenika, Mochin). Tutto questo è contenuto nella preghiera delle 18 Sefirot: le nove Sefirot della Luce Diretta che si rivestono delle nove Sefirot della Luce Riflessa.

E tutto questo avviene mentre mantengo l’intenzione di essere trasformato invece che tentare di modificare la Luce superiore, che si trova in assoluta immobilità e brilla sempre al suo massimo splendore e al massimo della sua potenza nella testa (Rosh) di ogni livello spirituale. Un uomo, che è solamente al principio del suo lavoro spirituale, deve prendersi del tempo per esaminare il proprio atteggiamento rispetto alla forza superiore che è non si modifica. Questa forza colma l’intera creazione e non cambia.

Infatti, colui che è superiore è totalmente aperto verso di noi ed irradia tutta la sua Luce, mentre i cambiamenti avvengono solamente in colui che riceve. Perciò, la mia preghiera non è una supplica rivolta a colui che è superiore perché cambi, ma è invece la ricerca dentro di me dei desideri giusti che mi permetteranno di connettermi con la forza superiore e, piano piano, nutrire me stesso nel cammino che mi porta ad essere identico a Lui.

(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 09.05.2011, Shamati #113)

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Non abbiamo un altro pianeta

Opinion (Harald Schumann, uno dei maggiori esperti tedeschi nel campo della globalizzazione, in un’intervista riportata sul sito bfm.ru): Per continuare a vivere nel modo in cui viviamo oggi, avremmo bisogno di due pianeti. Quindi, qualcosa dovrà cambiare per sempre nel nostro mondo, sia che ci piaccia oppure no. La sola domanda riguarda se oseremo cambiare volontariamente o quando riceveremo qualche scossa, quando guerre e conflitti inizieranno, e quando dovremo agire di gran fretta.

Il mio commento: Questo è ciò che dice anche la Kabbalah: ci si dovrebbe avvantaggiare della conoscenza che ci viene offerta e cambiare noi stessi per raggiungere l’uguaglianza con la Natura o il Creatore, invece che essere costretti a farlo da una grande sofferenza. L’intera umanità è come un bambino capriccioso e testardo?!
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