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Lezione serale di Kabbalah del 02.05.2010

Rav Baruch Ashlag: Scritti di Rabash, Articolo: “ Quale grado si dovrebbe raggiungere?”-pagina 26
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Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Tetzaveh”(Comando), punto 82, lezione 5
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Tutti siamo responsabili per gli altri

Baal HaSulam scrive nell’articolo La garanzia spirituale (Arvut) che tutti coloro che si dirigono al Creatore sono un unico popolo, responsabili gli uni degli altri. Questa è la garanzia mutua.

La Torà (la Luce della Correzione) è stata data a questo popolo solo dopo aver chiesto ad ognuno se era disposto ad assumere il compimento del comandamento di amare il prossimo come se stesso, come è scritto: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”, cioè di prenderci cura degli altri non meno di come la Natura ci obbliga a prenderci cura di noi stessi.

Questa è la condizione per la quale possiamo attrarre la Luce della Correzione. Solo se riveleremo il nostro desiderio di unirci, allora arriverà la Luce e correggerà il nostro vaso spirituale.

La Garanzia mutua si ha quando ci troviamo come in un unico corpo, un organismo unico e dipendiamo gli uni dagli altri, elevandoci al di sopra del nostro desiderio.

Per questo, ognuno deve avere uno schermo anti egoista ed essere nel mondo spirituale nel grado della dazione (Chafetz Chesed) e relazionarsi alla sua vita materiale come qualcosa di necessario per l’ascesa spirituale.

Quando uno riempie l’altro, capisce che deve unirsi a lui, perché tutta la sua vita è predestinata a questo, come le cellule di uno stesso corpo.

Ogni cellula ed organo del corpo vive per compiere la sua funzione in relazione all’organismo comune.

Il senso della sua vita sono l’amore e la dazione. Quando sentiamo questa connessione tra noi, questa viene denominata una vita spirituale.

Se vogliamo unirci in questa maniera, allora riceveremo la forza per farlo!

Lezione quotidiana di Kabbalah del 02.06.2010

Dal Libro dello Zohar: Capitolo “Tetzaveh”(Comando), punto 62, lezione 4
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Rav Yehuda Ashlag: Prefazione al commentario del Sulam, punto 41, lezione 13
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Rav Yehuda Ashlag: Introduzione allo studio delle Dieci Sefirot, punto 26 – pag.328, lezione 9
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Rav Baruch Ashlag: Scritti di Rabash, Articolo: “ Quale grado si dovrebbe raggiungere?”- pagina 26
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Per prima cosa preparate la zuppa

Domanda: Durante tutta la lettura del libro dello Zohar la mia mente immagina immagini esterne.

Come posso ricordare che tutto questo avviene dentro di me e che si tratta di connessioni tra noi?

Risposta: In verità ciò non importa. “Ciò che non fa la mente, lo farà il tempo”, il tempo dello studio e l’avvicinamento agli amici.

Se la persona non può pensare (con la testa) allo scopo durante lo studio, che ascolti il suo cuore.

La cosa importante è di mantenere sempre il pensiero su cosa desideri dallo studio. Senza questo, la Torà non funziona.

La Torà agisce secondo l’intenzione dell’uomo, come è stato detto “Ho creato l’inclinazione al male e ho creato la Torà come una spezia per essa”.

Hai l’inclinazione al male? Portala ed allora riceverai la Torà come la spezia per essa (il mezzo per la sua correzione).

Se non hai l’inclinazione al male, in cosa ti può aiutare la Torà? I cabalisti ci danno alcuni esempi molto semplici.

Hai la zuppa? Vuoi aggiungervi il pepe, il sale ed altre spezie? Per favore! Se non hai la zuppa, in cosa ti possono aiutare il sale ed il pepe? Da soli sono orribili.

Nel nostro caso, dobbiamo prima preparare “la zuppa”. Senza di essa non ha senso esigere le spezie. Non possiamo neanche esigerle!

Nel processo della preparazione della zuppa (del gruppo), appare la necessità delle spezie affinché la Luce ci unisca. La Torà è necessaria solo per coloro che hanno scoperto la loro inclinazione al male.

Per questo dobbiamo arrivare alla nostra lettura del libro dello Zohar ed a tutti i nostri studi, soprattutto con la corretta intenzione, sapendo che è ciò che desideriamo, ovvero, preparando la nostra natura maligna.

Hai qualcosa da correggere, hai il male dentro di te: riceverai la sua correzione. Se non hai scoperto il tuo male, prima di tutto devi cercarlo.

Se ti senti un giusto, la Torà non è per te. Essa è per i peccatori, per correggerli.

Per questo il più grande scopre in sé un egoismo più grande, un male più grande ed ha qualcosa per correggerlo.

Per questo non è importante quanto capisca la persona durante lo studio. “La Torà non è studiata dagli intelligenti”. La cosa importante è che senta di avere qualcosa da correggere nella sua relazione con gli amici;

perché dobbiamo unirci in un unico desiderio, l’anima di Adamo. Dobbiamo diventare fratelli.

Non importa se adesso ci odiamo, non ci amiamo e ci ignoriamo a vicenda, ma comprendiamo che lo scopo è l’unione.

Per questo, speriamo che arrivi la Luce e che ci riporti alla fonte. In questo modo ci trasformeremo in un solo desiderio e tra noi si rivelerà il Creatore.