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Quando i malati non sono pronti per essere trattati

Ci sono tre stati davanti a noi. Prima di tutto dobbiamo comprendere il male del nostro egoismo (1). Comprenderlo al punto di desiderare innalzarci sopra questo egoismo, di raggiungere la qualità di Binà (2). Dopodiché raggiungiamo Keter (3), cioè, utilizziamo il nostro egoismo per il bene della dazione.

Questo primo stadio è il periodo di preparazione, dopo, una volta raggiunto il grado di Binà, siamo in grado di percepire il mondo spirituale e veniamo inclusi nel mondo di Azilut. Dopo iniziamo a elevare tutto il nostro male al mondo di Azilut, convertendolo in bene, in dazione.

Siamo capaci di comprendere questi stati solamente grazie alla Luce. È scritto “Ho creato l’inclinazione al male (il nostro egoismo), e ho creato la Torà, poiché la Luce in essa riforma”. Il problema è che l’umanità non è consapevole della forza che può correggere il nostro egoismo, ed è per questo che le persone sono molto confuse e non sanno come andare avanti.

Il tempo critico che sarà seguito da un’ondata di problemi seri come rivolte massive, rivoluzioni e guerre tra le nazioni è arrivato. La Kabbalah ci avverte che la situazione potrebbe degenerare in una terza, e perfino in una quarta guerra mondiale. Le sofferenze continueranno ad aumentare finché l’umanità non troverà un sistema di correzione, il rimedio che può venire unicamente dalla Luce.

È per questo motivo che il metodo della Kabbalah fu rivelato nell’alba dei tempi, 5771 anni fa, quando l’egoismo iniziò a manifestarsi nell’uomo. Ha continuato a svilupparsi gradualmente nei tempi fino ad ora, il grado nel quale iniziamo a percepire il nostro egoismo come male. E adesso, le poche persone che stanno sviluppando questo metodo di correzione lo presentano come una cura.

Dev’essere spiegato all’umanità nello stesso modo nel quale un medico spiega al suo paziente la sua malattia, dicendoli di che malattia si tratti, quali cure siano opportune, e come tornare in salute giacché esiste un trattamento. Se ci sbrighiamo e portiamo al mondo questa cura, le persone non dovranno cercarla sotto la pressione dei problemi e dalla miseria che li forzeranno a trovare questa soluzione comunque sia.

Dopo l’assassinio di settanta persone in Norvegia, la televisione norvegese ha bandito la violenza e la crudeltà. Perché siamo capaci di imparare solo dopo che questi fatti accadono? Perché non siamo capaci di fare le cose in anticipo? Siamo cosi inconcludenti? Perché creiamo un ambiente cosi nocivo per i nostri bambini e li forziamo a imparare con ostilità e competitività? Perché i giochi per bambini gli insegnano a uccidere e avere profitto? Perché non gli portiamo il messaggio dell’unità? In realtà stiamo solo sparando addosso a noi stessi, stiamo tagliando il ramo sul quale siamo seduti.

Ci vorrà uno scenario similare a quello norvegese oppure una situazione di proporzione massiccia che minacci con una guerra mondiale per svegliarci? È questa l’unica maniera per farci capire che adesso basta, che non possiamo andare avanti cosi? Non vediamo ancora un miglioramento. Le persone non sono diventate sagge. Che altre disgrazie stiamo aspettando? Non possiamo aspettarle!

Dobbiamo andare incontro alle persone adesso, essere pazienti e buoni verso di loro, come se stessimo spiegando a un paziente che non sa ancora perché si senta male. Il dolore sta solamente coprendo ancora di più i suoi occhi e orecchie. Dobbiamo essere gentili e comprensivi. Anche se sono contrari, anche se ci maledicono e non vogliono sentire niente, dobbiamo continuare a cercare la maniera di avvicinarli amorevolmente e in maniera decisa e spiegare loro che non esiste un’altra soluzione.

Non neghiamo altri metodi, non rifiutiamo niente. Alla fine della giornata non ci opponiamo direttamente all’egoismo, ed è per questo che non intendiamo frantumare nessun movimento, approccio o partito. È impossibile, e non abbiamo bisogno di distruggere queste strutture egoiste, nella stessa maniera in cui non abbiamo bisogno di distruggere l’egoismo dentro di noi.

Abbiamo bisogno solamente di lottare per l’unità superando tutte le divergenze. E allora tutte le forme egoiste in noi e nel mondo esterno diventeranno dazione, amore e unità. Tutti porteranno il suo contributo in quest’unità, non con coercizione, ma gentilmente, in maniera positiva.
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(Dalla terza lezione della Congresso in Germania, 06.08.2011)

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Il consumo non è il problema

Domanda: Abbiamo discusso sul fatto che il consumo eccessivo ha portato l’umanità ad uno stato critico. Tuttavia, alcuni economisti ipotizzano che se cominciamo a consumare di meno, anche questo avrà un effetto negativo …

Risposta: Ogni fase dello sviluppo ha la sua sequenza spirituale di HaVaYaH. Questa include le fasi della dazione e della ricezione, l’inattività, una combinazione di diversi fattori e l’interconnessione. Pertanto, non possiamo tracciare un’interconnessione diretta tra il livello di consumo e la soluzione del problema.

Precedentemente potevamo essere capaci di migliorare la situazione distribuendo dei beni tra tutti, perché il desiderio egoista era sviluppato fino ad un certo livello, nel quale lo sfasamento tra gli strati della popolazione poteva essere davvero migliorato in questo modo. Tuttavia, oggi siamo stati elevati ad un livello più alto, ed i metodi che erano adeguati nella fase precedente non funzionano più. L’enfasi si sta spostando dal desiderio di ricevere al desiderio di dare e non puoi realizzare un vero miglioramento per mezzo della “carità”. Devi capire che donando dei prodotti, cerchi di bloccare il cammino della crisi e così ti neghi l’opportunità di arrivare alle sue cause, alla forza della dazione, al Creatore. Intanto però, i nostri problemi stanno già acquisendo una natura orientata verso una meta.

In maniera analoga, nella seconda fase dell’espansione della Luce Diretta, è impossibile agire allo stesso modo della prima fase. È così perché la seconda fase è derivata dalla prima proprio perché era tempo di realizzare la causa primaria della Luce. Anche se è piena completamente di Luce, questo non è più sufficiente.

Allo stesso modo, oggigiorno la semplice distribuzione non risolve i problemi. Lo scopo della creazione non è di saziare i nostri desideri egoistici o di “riempire i nostri stomaci”. È per questo che stiamo scoprendo la seconda fase dello sviluppo, ovvero che regalando dei beni ai poveri accelereremo solo il collasso.

Allora cosa dobbiamo fare? Alla fin fine questo è contrario ad ogni logica. Precedentemente l’egoismo ordinava la fermata: quanto più ricevevamo, meglio ci sentivamo; però adesso il consumo e la restrizione, l’egoismo e le concessioni a favore dei deboli sono ugualmente distruttivi per l’economia. Detto in altro modo, non ci restano più dei metodi efficaci per lavorare sul desiderio egoista. Si è esaurito tanto nella ricezione, quanto nella dazione.

Questo è il principio della realizzazione ambivalente della malvagità dell’egoismo, il riconoscimento totale del fatto che non può essere usato.

Allora come può sopravvivere un uomo? Molti milioni di persone al mondo potranno alimentarsi dei frutti della terra che coltivano. E cosa faranno gli altri? Non saremo capaci di mantenere le connessioni precedenti ed inoltre non saremo capaci di scambiare i beni di consumo come facevamo prima. Il mondo comincia a ridurre la sua circolazione, a “congelarsi”.

A queste condizioni, l’unica cosa che realmente può aiutare l’umanità è un’attitudine chiara verso quello che sta succedendo, la comprensione della necessità di cambiare la natura delle nostre connessioni. Questa è l’unica cosa che ci darà buoni risultati.

Pertanto, in primo luogo le persone hanno bisogno di studiare e di lasciar stare tutto il resto; bisogna fornire a tutti il minimo indispensabile al di sopra della soglia della povertà ed usare il resto per migliorare le nostre relazioni interpersonali.

“Distribuzione giusta” e “giustizia sociale” sono belle parole, in nome delle quali milioni di persone sono state assassinate o hanno assassinato altri. Questo genere di consegne aiuterà solo a condizione che cambiamo le coscienze delle persone, e per farlo abbiamo bisogno dell’educazione. Una persona richiede solo di compensare le necessità vitali ed avere la disposizione ad ascoltare e questo è tutto.

Tuttavia, non imparerà sul “consumo adeguato” ma sull’attitudine corretta verso gli altri. Tutto il resto diventerà una conseguenza naturale. Quando il desiderio delle persone cambierà, capiranno in che modo condurre le loro vite in base al loro accordo. In virtù dell’educazione, tutte le soluzioni pratiche diventeranno ovvie.

Prima di tutto, la persona deve essere educata e trasformata almeno leggermente. Questa è l’unica maniera in cui eviteremo i regimi Nazisti di diverso genere, costruendo un ambiente che cambi le persone col fine di migliorare.
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(Dalla 5° parte della lezione quotidiana di Kabbalah dell’8.09.2011, “La Nazione”)

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Il mondo è pronto per sentire

La Kabbalah è un metodo che ci parla sulla necessità dell’unione con gli altri in accordo con il piano della Natura, la singola forza che controlla l’intero universo, tutti noi, tutta la creazione. Fin dai tempi dell’antica Babilonia, questa scienza è stata nascosta dall’umanità. La Kabbalah afferma che questa saggezza sarebbe passata attraverso un piccolo “flusso”, da insegnante a discepolo per migliaia di anni, dall’antica Babilonia, ai giorni nostri, afinché il nostro mondo diventi una moderna Babilonia, cioè che il mondo diventi un insieme, dove tutto è in completa interconnessione, senza prendere in considerazione confini, paesi, continenti, nazioni, razze, gruppi e religioni che sono emersi nel corso della storia. La nostra interdipendenza sarà cosi forte che tutte le barriere saranno eliminate.

Dall’altra parte, il nostro egoismo rimarrà e continuerà a svilupparsi. E proprio per quello ci odieremo sempre di più. Sentiremo una repulsione automatica; penseremo soltanto a noi stessi inconsciamente e istintivamente. Non consideriamo gli altri ma gli usiamo al massimo per nostro beneficio. Le fonti Kabbalistiche hanno detto che la nostra natura sarebbe stata cosi per 3700 anni.

Arriveremo a un enorme egoismo, e questo sarà naturale per noi. Non ci rendiamo conto quanto questo sia speciale, ma soltanto che sia in noi ed è il nostro modo di vivere. Comunque sia, questo egoismo, insieme alla nostra connessione integrale estensiva e la comunicazione che abbiamo sviluppato tra di noi, può riportarci eventualmente in Babilonia.

Inoltre, nell’ultima tappa dello sviluppo, quando questa enorme società egoista diventa globale, esauriremo praticamente tutte le risorse naturali e le fonti di energia, olio, carbone, gas, acqua, minerali e metalli. Tutto sta arrivando alla fine. Anche se vorremo far crescere il nostro potenziale egoismo, ciò non sarà possibile.

La società consumista che si è sviluppata nel ventesimo secolo si è esaurita, svuotando le risorse della Terra, e come risultato, non possiamo continuare in questo modo, nemmeno fisicamente. Siamo arrivati a un tale confronto tra di noi e con l’ambiente, che ci vediamo costretti a fare qualche cosa.

La nostra società diventerà differente –incontrollabile. Recentemente si vedono delle rivoluzioni in diversi paesi; possiamo vedere come la comunicazione e connessione tra le persone incita a chiedere dei cambiamenti sociali. Tuttavia, ancora non riusciamo a comprendere perché accade tutto questo: Adesso è li, domani potrà essere qui o in qualsiasi altra parte. Non sappiamo dove portino questi eventi.

In questo stato di confusione, non riuscendo a vedere il prossimo stato, vediamo la scienza della Kabbalah rivelata di nuovo al mondo. Ricordo quando studiavo con il mio insegnante, viaggiavamo verso luoghi Kabbalistici speciali, ci mettevamo a sedere insieme, uno di fronte all’altro. Durante quelle serate e quelle notti, lui cercava di dirmi sul tempo in cui la Kabbalah sarebbe stata rivelata.

Che cosa significa “rivelata”? “Rivelata”, significa che non sei tu che inizi a parlarci, ma ci sono delle persone che vogliono ascoltare e iniziano ad arrivare. Non dipende da te, ma dalle persone che ascolteranno.

Vediamo che quel tempo è arrivato perché ci sono molte persone di molti paesi, di diversi continenti, di molte lingue che vogliono sentire quello che la natura, il Creatore, ci sta chiedendo. Vogliono sapere come dovremmo essere, perché dobbiamo cambiare noi stessi, a quale livello salire, come entrare in una dimensione completamente diversa, come percepire il livello generale della natura, eternità e perfezione, e di sentire questo adesso e nel nostro mondo. Nella scienza della Kabbalah è stato detto che queste persone sarebbero apparse alla fine del ventesimo secolo.

In realtà io non ci ho creduto: non vedevo le condizioni. Tuttavia, alla fine del secolo scorso, migliaia di persone si sono interessate alla Kabbalah, inconsciamente e istintivamente sentendo questo stimolo grazie ai loro desideri che si sono evoluti hanno raggiunto la maturità. Nel prossimo stato è concepita una nuova dimensione in questo desiderio egoista finalmente maturato.
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Versione Audio

(Dalla prima lezione della Congresso di Mosca del 10.06.2011)

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Esclusivo e unico

Ognuno di noi sente di essere esclusivo e unico, come se fosse l’unico a esistere in questo mondo e il mondo intero fosse progettato per se. Mentre le generazioni si sviluppano, ogni persona sente se stessa sempre di più, l’egoismo aumenta e richiede alla persona di essere sempre più auto-sufficiente e a sentire di essere il centro del mondo. Invidia, paura e vanità ci forzano ad agire in modo che gli altri pensino che noi siamo superiori a loro. Ci piacerebbe arrenderci solamente se non avessimo altra scelta e siamo anche stanchi poiché per ottenere qualche cosa affrontiamo una battaglia senza fine. Tuttavia il desiderio e lo stimolo di affermare se stessi davanti agli altri continua a bruciare nelle persone.

Vediamo che la propria sensazione della propria esclusività invita le persone a “montare sugli altri”, a pestarsi uno con l’altro, costruendo la piramide umana dai governanti in cima, ai più bassi giù in fondo. Tutto dipende da quanto una persona senta la propria esclusività, cosi come le condizioni e qualità con le quali sia nata e da quello che abbia ricevuto dall’ambiente nel processo del suo sviluppo.

In un modo o nell’altro, le persone raggiungono qualcosa nella società umana solamente mediante l’uso della propria esclusività. Questa qualità viene dal Creatore: Lui è Uno, e quindi ognuno di noi, che è separato dal desiderio comune che è stato creato dal Creatore, si sente unico.

Siamo come un disegno olografico, dove ogni parte contiene l’intero. Siamo stati un’anima singola, similare al Creatore, che poi si ruppe e tutti i pezzi contengono la singola forma dell’anima comune, ma in forma opposta dovuta alla rottura. C’è una forma integrale dell’anima comune nascosta dentro di me, e quindi compressa dalla forza della rottura. Io mi sento intero e chiedo a tutto al mondo intero e al Creatore di essere a mia disposizione. Chi o che cosa può avere la mia stessa importanza?

Come risultato, la nostra auto-espressione in questo mondo è costruita solamente sulla qualità dell’esclusività che opera in ogni persona. Dove dirigo tutti i miei desideri, pensieri e abilità? A diventare sempre più unico ed esclusivo. Ogni persona fa questo percorso attraverso le proprie forze, qualità e velocità e anche in base a quanto l’ambiente lo sproni.

La cosa più importante è: Per il beneficio di chi io utilizzo tutte le “mie” qualità, e in generale – la mia esclusività? Se sono unico in questo mondo, allora per chi sto agendo? Eventualmente una persona decide che il fatto di usare se stessa in modo corretto significa servire il mondo, proprio come il Creatore. È allora che diventa umano, similare al Creatore, e il mondo diventa il luogo dove il Creatore e la creatura si trovano. Lì si uniscono e si fondono uno nell’altro, servendo altre anime.

Da questo vediamo che la qualità dell’esclusività può avere un doppio ruolo: all’inizio la persona lotta per conquistare il mondo come ha fatto Napoleone e di usarlo alla propria misura, in opposizione al Creatore, ma alla fine rivela la necessità di cambiare e acquisire similitudine con il Creatore. L’esclusività può essere usata per il proprio beneficio oppure per quello del prossimo.

Questo è quello che determina la posizione della persona nella scala spirituale.

(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 17.05.2011, “Pace nel Mondo”)

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Lascia andare il mio popolo!

Domanda: Fino a dove deve andare l’umanità per rendersi conto che il vero problema è l’ego?

Risposta: Dovremo andare fino alla fine e già vedo che gli economisti cominciano a dire le parole della Kabbalah e comparano il nostro ego ad un tumore cancerogeno.

Qual è il limite che il mondo deve raggiungere prima di arrivare a questa coscienza? Vicino alla completa autodistruzione, poiché è così che funziona il nostro ego. È come la storia del Faraone: immagina una terra grande e bella, una vera oasi nel mezzo del vecchio mondo miserabile, che si rovina completamente dopo le dieci piaghe d’Egitto e l’unica ragione è che il nostro ego testardo insiste nel mantenersi sulla sua posizione.

È incapace di fare altro perché non sente o capisce che c’è una soluzione. Possiamo utilizzare questo esempio per vedere che dobbiamo andare sempre dall’ego e chiedere: “Lascia andare il mio popolo!”.
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Schiavitù volontaria: Realizzare le leggi della natura

Oggi siamo in uno stato speciale, nel quale per la prima volta, l’umanità non capisce più il suo desiderio. Si sta producendo un cambiamento molto importante: tutta l’umanità sta passando dal primo grado o “inanimato” al secondo grado o “vegetale”. Per adesso, questo non ci è chiaro, ma è solo l’inizio.

Poco a poco, capiremo che la natura, i nostri desideri, il governo superiore, la nostra vita familiare abituale, tutto è relativo, dipende da qualche fattore che ci è sconosciuto, che non possiamo sentire, né prendere in considerazione. Chiamiamo questo fattore società, ambiente, umanità globale ed integrale, una nuova connessione tra di noi che si sta scoprendo oggi; però in realtà ad una persona viene insegnato che è completamente dipendente da tutta l’umanità, siamo assolutamente nelle sue mani.

Attualmente stiamo uscendo dalla subordinazione inconscia, verso il governo superiore, sotto il quale esistiamo docilmente nel “livello inanimato”, credendo che si trattasse dell’unica forma di vita e che dovevamo abituarci a questo perché non c’era altro. Adesso però, ci viene mostrato in questa vita un altro componente, un altro fattore: l’ambiente. Di fatto, non è un ambiente esterno, ma la forza superiore che si sta rivelando a noi. Una persona comincia a sentire che dipende dall’ambiente, l’ambiente dipende da lei ed esiste un’influenza reciproca tra loro.

Essenzialmente, si tratta della rivelazione del potere del Creatore rispetto agli esseri umani ed in accordo a questo, le persone cambieranno per sfuggire ai problemi ed alle difficoltà imminenti, poiché restano nel desiderio di ricevere. Diversi fenomeni stanno cominciando a mostrarsi alle persone e queste sentono di essere dei ricettori. Vedono che c’è qualcuno, un grande datore, l’ambiente, il mondo, dal quale dipendono. Pertanto, si produce la rivelazione della Luce, del governo superiore rispetto all’uomo.

Quando la persona capisce che tutto dipende completamente dall’ambiente, entra nella seconda tappa dello sviluppo: lo stato “vegetale”. Deve dare alla comunità dalla quale riceve, rendendosi conto che esiste la legge della reciprocità e che non sarà bene per lei o per la società ricevere soltanto.

Non divide più il mondo rigidamente in due parti: lei e “loro”, cioè tutti gli altri. Essendo nel “livello inanimato”, cercava solo di ricevere, ma siccome non aveva coscienza e lo faceva istintivamente, questo non viene contato come ricezione; stava solo obbedendo alla sua natura.

Adesso, quando si eleva al grado “vegetale” deve realizzare delle azioni consce e dare in cambio; cioè, deve cambiare il suo comportamento che nel grado inanimato era considerato al 100% corretto, a prescindere dal fatto che abbia rubato e preso per sé, poiché la sua natura la obbligava a farlo.

Adesso, le viene data un po’ di libertà dalla sua stessa natura e di conseguenza deve dare all’ambiente. Tutto il mondo deve arrivare a questo, dobbiamo imparare non solo a ricevere, ma anche a dare.

Per questo, completiamo il grado inanimato del nostro sviluppo. Tutti gli altri gradi, il vegetale, l’animato e l’umano si sommeranno al primo, al grado inanimato. In base alla misura in cui rivelo il mio egoismo al di sopra del grado inanimato, in quella misura, correggerò la mia inclinazione egoista e ritornerò al grado inanimato per obbedire alle leggi della natura come uno schiavo, ma volontariamente.

Quindi, tutto si basa sul livello inanimato. Dentro questo HaVaYaH c’è tutta la creazione e l’attitudine della forza superiore verso di essa.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 26.08.2011, “Shamati 115”)

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Perché sono cosi aggressivi i rivoltosi?

Domanda: Da dove prendono questa grandissima forza di aggressione i rivoltosi e i saccheggiatori, prima in Inghilterra e più recentemente in Francia?

Risposta: Per la prima volta nella storia, la giovane generazione, insieme alla generazione anteriore – i loro genitori, entrambe pensano che la giovane generazione avrà una vita peggiore della generazione precedente. Inoltre, è incerto se potrà vivere e per quanto tempo.

Le persone hanno sempre pensato che “i nostri figli faranno meglio di noi”. In particolare, da metà del ventesimo secolo in poi, la generazione che seguiva un’altra viveva sempre meglio della precedente. Ma questa tendenza ebbe fine con il completamento della crescita dell’egoismo e la sua chiusura in un sistema integrale, al quale non corrispondiamo. Quindi, non sappiamo vivere da quel punto in avanti.

È sorto un enorme sentimento d’incertezza, che evoca sentimenti di paura e poi aggressione, e il desiderio di fare qualsiasi tipo di azione per poter portare alla luce quello che sta succedendo. La soluzione del problema risiede nell’educazione, cioè una spiegazione del fatto che se diventiamo similari alla natura diventiamo onnipotenti come essa.

Equivalenza con la natura significa cambiare la nostra unificazione egoista e involontaria a una volontaria, altruista e mutua, finché raggiungiamo l’amore universale. All’interno di quell’amore riveleremo la nostra eternità e perfezione, che sono presenti nelle fondamenta della natura.
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È arrivato il tempo di completare la nostra storia

Fino ad ora la società non ha scritto la propria storia, ma si è adattata a essa semplicemente. Tuttavia, oggigiorno, nel nostro nuovo stato di sviluppo, saremmo quelli che completeranno la nostra storia. È un’opportunità che c’è data dopo migliaia di anni d’infanzia.

Nell’intero corso della storia, l’uomo si è sviluppato sotto le regole dell’egoismo, la cui costante crescita ci ha costretto a trovare i mezzi e modi per soddisfare i nostri desideri. In questa maniera, la natura ha diretto i nostri movimenti spogliandoci del nostro libero arbitrio. L’uomo non ha cambiato se stesso coscienziosamente; piuttosto è stata la natura a farlo secondo il suo programma.

Dal nostro punto di vista, ci sembrava di poter cambiare l’ambiente in base alle nostre richieste, ogni volta che ce n’era bisogno, ma è arrivato il momento in cui l’uomo deve cambiare e corrispondere alla natura. Gli scienziati iniziano a essere d’accordo su questo.

In generale, che cos’è la “natura” che abbiamo cercato di conquistare in vano per tanto tempo?

Quando una madre esce dalla stanza dei bambini, lasciando suo figlio a giocare con i giocattoli, il bambino non si sente libero? Certo, lui si gode veramente questi momenti da solo, senza comprendere che ha lo sguardo attento e amorevole della madre su di lui. Lui sente di essere libero.

È cosi che la “natura”, il sistema di governo nel quale esistiamo, c’è occulto. Genera in noi questa sensazione di libertà, anche se in realtà la libertà non esiste. Questa illusione è stata pianificata specificamente dall’evoluzione in modo che ci potessimo sviluppare liberamente nel nostro egoismo, usando e seguendo i nostri desideri, cosi come la nostra natura, le nostre qualità e possibilità ci possono permettere.

E noi abbiamo pensato che fosse buono, che noi dovessimo svilupparci in questa maniera. Le relazioni sociali e le tecnologie sono cambiate; cambiavamo cose costantemente, sempre in fretta da qualche parte inseguendo il commando della nostra essenza, i nostri desideri egoisti in crescita costante. Allo stesso tempo volevamo un potere perfino superiore sulla natura. L’uomo non ha pensato a quello che stava facendo; agiva semplicemente secondo i propri desideri.

Quando la natura ci da determinati desideri, possiamo lavorarci solamente entro certi limiti. Non possiamo sorpassarli. Alimenti, sesso, famiglia, soldi e potere; ogni persona ha la propria combinazione di questi desideri e li realizza. La natura ci muove gradualmente dall’interno, “da dietro”. Gli impulsi che risveglia in noi in combinazione con l’ambiente circostante determinano tutto quanto.

Essenzialmente, io rappresento un meccanismo amministrativo. I desideri si svegliano in me, alcune circostanze accadono, ma io sono limitato dalle mie abilità morali, fisiche e mentali, cosi come le norme dell’ambiente, e le leggi comuni della natura globale. Alla fine, io cerco semplicemente di realizzare i miei desideri il più che posso, sotto situazioni che non ho imposto da me. Quindi, risulta che non sono altro che un meccanismo amministrativo. I desideri e condizioni sono predeterminati, e tutto questo mi spinge verso la realizzazione personale.

Questo era il nostro percorso: Gli errori dell’uomo, le sue azioni buone e cattive, tutto questo era necessario e inevitabile nelle fasi precedenti dello sviluppo fino ai nostri giorni. Contro questo desiderio, l’uomo ha ricevuto delle proprietà innate e trova se stesso in un ambiente, dove non ha delle scelte.

E ciononostante, lui non pensa che tutto questo sia predeterminato. Come un bambino, semplicemente giocava sentendosi libero per l’assenza della madre, mentre lei semplicemente era scivolata fuori dalla sua vista.
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(Da una conversazione su un nuovo libro 18.07.2011)

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L’equilibrio che causa lo sviluppo

Baal HaSulam, “La Pace”: La natura ha preparato una base meravigliosa nel ventre della madre, in modo tale che nessun estraneo possa danneggiare la sua vita. Questa soddisfa ognuna delle sue necessità come una bambinaia qualificata che non si dimentica di lui nemmeno per un momento … Come una madre amorosa, gli porta persone affettuose, leali, sulle quali poter confidare, chiamate “Madre” e “Padre”, lo assiste durante i suoi giorni di debolezza fin quando cresce ed è capace di mantenersi per conto suo …

Però, coloro che esaminano questa realtà dalla prospettiva delle provviste e della continuità dell’esistenza, possono vedere chiaramente un grande disordine ed una grande confusione, come se non ci fosse nessun leader, né alcuna guida. Tutto il mondo fa il giusto ai suoi occhi e costruisce se stesso sulla rovina degli altri …

Bisogna tener conto che questa contrarietà, che si presenta agli occhi di ogni persona sensibile, educata, ha preoccupato l’umanità anche nei giorni antichi. E ci sono molte teorie per spiegare questi due opposti apparenti della Provvidenza, che occupano lo stesso mondo.

Da un lato, vediamo che la natura è saggia e diligente nei confronti di ogni creatura. Questa sviluppa tutti gli elementi in maniera successiva e con attenzione. Guarda la struttura degli organismi, la loro capacità di crescere, di dare alla luce le sue creature e di interagire. Tutto è costruito in maniera integrale, ogni persona ha il proprio luogo e si trova in equilibrio con gli altri. Se potessimo vedere il mondo in equilibrio, senza i disturbi del despotismo umano, ci rivelerebbe un meraviglioso sistema, che non è statico, ma perfettamente equilibrato per lo sviluppo.

Tuttavia, non vediamo le cause di questo sviluppo e non capiamo perché tutto deve essere proprio in questo modo. Pertanto, non capiamo le fasi del cammino; inoltre, lo vediamo attraverso il prisma del nostro egoismo e lo valutiamo in accordo ai nostri criteri. Quindi, vediamo il mondo al contrario, come se si fosse capovolto nella nostra percezione.

Tuttavia, partendo dalla ricerca scientifica, ci è chiaro che per lo sviluppo della specie, la natura ha creato, prodotto e formato tutti i sistemi necessari che si occupano della creatività ideale.

Però dall’altro lato nasce un problema con l’esistenza successiva. Una volta che ogni parte della natura cresce e “si mette in piedi sui suoi stessi piedi”, comincia la lotta per la sopravvivenza e per l’integrazione nell’ambiente senza l’aiuto dei genitori. Questo succede a tutti gli esseri viventi, ma tra le persone assume le forme più difficili, perché la persona deve prepararsi alla vita in una società complessa ed artificiale, costruita su una moltitudine di meccanismi. L’invidia e l’ambizione di potere si accendono in lei, spingendola ad opporsi agli altri. Questi sembrano aver successo, mentre lei sembra restare indietro a causa della sua natura o delle circostanze.

La natura, che ha avuto cura di noi quando stavamo crescendo, adesso ci mette nelle condizioni che richiedono degli sforzi per sopravvivere. Allora, esiste o no il Creatore? Se tutto va bene, allora potremmo dire “Grazie a Dio”; ma se non tutto va bene, allora cosa puoi dire?

Questo è il problema che Baal HaSulam descrive prima di parlarci delle intenzioni per risolverlo.
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(Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 31.07.2011)

 

Cosa verrà fuori da noi?

Dallo stato iniziale, nel quale tutte le anime erano unite (Σ), abbiamo fatto un passaggio nel mondo della frammentazione e poi siamo caduti in questo mondo.

Quindi, dopo lo sviluppo dell’egoismo e l’inclusione mutua di tutte le sue parti, siamo arrivati ad un punto di rottura (1995), nel quale abbiamo bisogno di cominciare a correggere il nostro ego per ritornare allo stato iniziale.

Tuttavia, se il primo stato è stato creato dalla Luce, dal Creatore, noi stessi creiamo lo stato finale. Esiste qui una gran differenza: noi diventiamo simili alla Luce, al Creatore. Questo è lo scopo della creazione. Nasciamo senza nessuna coscienza di noi stessi, come una goccia di seme nel ventre che non diventa ancora niente. Poi attraversiamo un periodo di preparazione, acquisiamo il potere del bene (+) e del male (-) e grazie a queste forze possiamo svilupparci lungo il cammino spirituale.

Ognuno sta facendo la sua guerra interiore ed insieme facciamo le guerre nella società, nell’umanità, finché riveliamo la verità avanzando sulla linea media. Allo stesso tempo, tanto il più quanto il meno costruiscono in noi un tutt’uno. Il meno è caratterizzato dalle forze del nostro egoismo ed il più dalle forze della Luce dentro di noi; così avanziamo.

Dobbiamo realizzare questo difficile lavoro in maniera conscia e sensibile. In essenza, questo è quello che dobbiamo fare. Alla fin fine, dobbiamo ritornare allo stato iniziale e rivelarlo nel profondo di noi. Per farlo, diventiamo più saggi, più sensibili e più evoluti.

Cominciando dallo stato attuale, cominciamo ad immergerci nel profondo di noi stessi: nei mondi di Assiya, Yetzira, Beria, Atzilut e Adam Kadmon ed alla fine raggiungiamo il Mondo dell’Infinito (∞). La nostra più grande realizzazione è la presa di coscienza della nostra stessa malvagità.

Realizziamo tutto nel nostro ego; dirigendolo verso la dazione continuiamo ad immergerci più profondamente e riveliamo i mondi superiori in esso, fin quando tutto, tutto Malchut del Mondo dell’Infinito, che abbiamo nello stato iniziale, si trasforma per avere l’intenzione di dare. In questo modo attraversiamo il secondo stato, il quale include tutto il nostro cammino ed arriviamo al terzo stato.

Come scrive Baal HaSulam, il metodo della Kabbalah ci permette di rivelare il male, l’egoismo dentro di noi. Correggendolo, ci immergiamo più in profondità e li riveliamo tutti mondi, tutta la realtà spirituale. Dopotutto il Creatore non ha creato niente a parte il desiderio di ricevere. Questo, dopo la frammentazione, ha preso una forma egoistica ed ora abbiamo bisogno di correggerlo verso la dazione.

Oggi sentiamo che esistiamo in una realtà miserabile, oscura e limitata. Essendo opposti alla Luce, possiamo solo percepire questo. Siamo come una goccia di seme senza nessuna idea di quello che nascerà da lei.

Tuttavia, mentre evochiamo la Luce affinché sviluppi e cambi il nostro desiderio di ricevere verso la dazione, realizziamo il Creatore in accordo all’equivalenza della forma, finché il nostro desiderio e la Luce diventano simili.

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(Dalla 3° lezione del Congresso in Germania del 6 Agosto 2011)

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