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Il connettore tra l’uomo e la donna

Domanda: Nel nostro gruppo esiste un comitato spirituale. Durante la settimana vengono eletti tre uomini per innalzare l’importanza dello scopo. Tu dici che la presenza delle donne è sempre un aiuto addizionale. E’ possibile avere tre donne che partecipino per la parte femminile a questa commissione?

Risposta: No, non è possibile. Quando gli uomini parlano dei loro problemi spirituali, devono chiarificarsi spiritualmente. Tu dovrai trovare un altro posto per risolvere alcuni problemi insieme, ma non durante il tempo designato al fine del raduno strettamente maschile. Non puoi farlo! Questo non funzionerebbe!

Noi, parlando di umanità, siamo separati di proposito in due parti nettamente definite: donne e uomini. Questa distinzione e separazione viene dall’alto verso il basso, come il Creatore e la creazione. Questi sono due mondi. E’ impossibile connettere e paragonarli in alcun modo.

L’unione tra l’uomo e la donna avviene solo attraverso il Creatore, altrimenti, questa unione non esisterebbe. Di conseguenza, noi vediamo dove questo ci sta portando nel nostro mondo. Con tutto ciò che ci accade attorno noi possiamo bilanciarlo solo attraverso il Creatore. In egual maniera, noi possiamo bilanciare le nostre famiglie, ma solo se accettiamo la condizione necessaria che detiene il Creatore tra noi, come tra me e i miei amici, e anche tra me e il mio coniuge. Se Lui non è là, allora non ci sarà nessuna connessione tra noi. Alla fine, questo è quanto ci accingiamo a raggiungere.

Comunque, devono tenersi riunioni con uomini e donne insieme e anche riunioni con uomini e donne separatamente. E le donne hanno bisogno di pensare a come devono cercare di unirsi tra loro e come aiutare gli uomini.
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(Dal Congresso di Kharkov “Uniting to Ascend” del 18.08.2012, Lezione 4)

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Uomini e donne: realizzare il loro potenziale

Domanda: Risulta che la maggior parte delle persone che stanno studiando seriamente la psicologia umana sono donne. Tuttavia, abbiamo parlato del fatto che i leader dei cerchi integrali dovrebbero essere preferibilmente uomini.

Risposta: La comunità umana, tutta la civilizzazione, e la natura in generale sono costruiti con il fatto che l’uomo prevale dappertutto. In tutto appare per essere lo stimolatore, anche se il bisogno interiore, come sappiamo viene dalle donne. Ma l’uomo lo annuncia e lo porta avanti, diciamo così, anche se tutto è realizzato prevalentemente attraverso le donne.

Perciò, io non penso che arriveremo allo stato nel quale siano maggiormente le donne  a condurre le letture e le supervisioni della tecnica dell’unione integrale. Non lo vedo in nessuna civiltà, nemmeno in quelle più avanzate. Comunque, sempre a questo riguardo, la donna ha il proprio potenziale limitato. Lei agisce nell’allargamento, mentre l’uomo agisce nella crescita – e queste differenze non possono essere scambiate, e non c’è alcun bisogno di livellarle. Al contrario, deve essere semplicemente usato.
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(Tratto da “Una conversazione sulla crescita integrale” del 31.05.2012)

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Si dovrebbero lavare i panni sporchi in pubblico?

Domanda: parlando con alcune signore ho chiesto loro il motivo per cui non comunicavano tra di loro, perché si chiudono così arroccandosi tra quattro mura. Ne é risultato che non c’è la consuetudine di esporre i problemi che ci sono per poterne discutere in pubblico.

Risposta: É giusto. Ma quando iniziamo a vederli come i problemi normali che hanno tutti, allora li tratteremo come mezzi per evolvere, come problemi inviati dall’Alto per essere risolti assieme. Non vi é piú traccia di “io” personale negli individui. Nulla ne rimane del tutto.

Un “io” é un meccanismo che unendosi agli altri in un insieme integrale, osserva i propri problemi personali come problemi che sono gli stessi per tutti gli altri, e deve risolvere i suoi propri, i tuoi, etc. con l’aiuto di tutti gli altri.

Questo non vuol dire che non c’é nulla da nascondere, ma che a ciascuno non rimane piú nulla del tutto. Dov’é lui allora? “Lui” é quanto abbiamo costruito assieme. É il posto di quegli egoismi personali, della famiglia e degli egoismi collegati.

É il luogo dove il nostro comune raggrupparci verso l’ ascesa si amalgama.

Se le persone sono nella giusta sintonia realizzeranno che non c’é nulla di cui vergognarsi, non c’è nulla da nascondere, l’ aiuto reciproco deve esistere. Se non vuoi rivelare qualcosa, non c’è alcun obbligo a farlo, ma hai un aiuto molto forte grazie al quale tutto viene risolto.

Penso che al momento stiamo attravetsando quello stadio. E nel prossimo le donne saranno coinvolte seriamente nel sistema del gruppo e li aiuteranno.
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(Da una “Conversazione sull’educazione integrale” 31.05.2012)

Quando una donna si lamenta

Domanda: Che cosa dobbiamo fare con le donne, i cui mariti stanno già lavorando nell’educazione integrale, che si lamentano con loro con delle frasi come: “Tu vai là; tu stai salvando il mondo mentre noi stiamo qui a vegetare”?

Risposta: Significa che la donna non ha ricevuto sufficiente educazione integrale. Lei non sente che attraverso il proprio sacrificio, dato che il marito non è a casa perché è a studiare e tutto rimane sopra le sue spalle, lei da’ comunque un grande contributo per se stessa e per i suoi figli. Lei non comprende l’impatto superiore e spirituale che arriva a loro.

Qui, è importante spiegare alla persona, e darle l’opportunità di sentire in qualche modo che l’eternità, la perfezione nella quale stiamo entrando nel prossimo livello, è insediata nella natura. Tutti ne parlano oggi.

Abbiamo bisogno che le donne sentano che c’è una ricompensa superiore, che siano partecipi di quello che fanno i loro mariti, ma in cerchi diversi, con i ragazzi, tra le donne, e così via. Tutto questo è possibile.

Siamo situati in tale transizione che stiamo sviluppando la metodologia da diverse direzioni. Davanti a noi il mondo è come un’espansione inesplorata. Questo è il nostro secolo, la nostra generazione; è questo che dobbiamo ancora fare.

Gli psicologi, gli ecologisti, gli economisti, gli scienziati e i politici devono svolgere i loro ruoli, tutte le persone che rappresentano la classe media e che comprendono, realizzano, e sentono le ragioni per ciò che sta accadendo; in contrasto, le persone comuni che non sentono ciò che sta accadendo, le cause e le radici, sono quindi incapaci di fare niente. Qui gli intellettuali devono svolgere i loro ruoli.
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(Tratto da “Una conversazione sull’educazione integrale” del 28.05.2012)

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Non aspettarti un forse

Domanda: Una donna che studia Kabbalah dovrebbe mantenere un equilibrio tra la vita materiale e quella spirituale, è necessario questo? Lei dovrebbe semplicemente allontanarsi da tutto ciò che è materiale e aspirare unicamente alla spiritualità?

Risposta: Non capisco perché si debba applicare questo alle donne. Perché non applicarlo a tutte le persone? Prima di tutto, non importa se si tratta di un uomo o di una donna.

In nessun modo dobbiamo allontanarci dalla vita materiale. La Kabbalah non è a favore della vita monastica né all’isolamento. Dobbiamo pensare a questo mondo, alle cose essenziali della vita, questo è chiaro nella Kabbalah. Una persona deve provvedere a tutti i propri bisogni, piuttosto che aspettarsi che “forse qualcuno potrà aiutare”. Deve avere un posto e un introito ragionevole. È necessario! E dobbiamo interessarci di questo prima di tutto, invece di appoggiarci agli altri, aspettando un aiuto.
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(Tratto da una conversazione durante un pasto nel Congresso di Toronto, 19.06.2012)

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La soluzione è nell’educazione delle donne?

Opinione: (Ashok Gadgil, direttore della Divisone delle Energie Ambientali del Laboratorio Nazionale Lawrence Berkerley): “Siamo una civilizzazione globale, abbiamo operazioni globali, attività economica globale, e dipendiamo dalle risorse del pianeta. La nostra civilizzazione è così grande e potente che possiamo incurantemente distruggere un velo sottile della vita nel nostro pianeta…

“Come risultato, il compito più importante, secondo la mia opinione, è di vedere come saranno le nuove leggi della nuova economia: consumi, popolazione, industria, il controllo della società.

“Gli studi hanno mostrato ripetutamente che il miglior modo di controllare la popolazione è di educare le donne. L’educazione ferma l’oppressione delle donne e risolve molti problemi sociali.

In natura, ogni specie cerca di riprodursi e fiorire, ma tutti i tipi vivono in armonia con altre specie dalle quali dipendono. Solamente l’essere umano vuole prendersi tutta l’area.

“Questo comportamento non è un modello di comportamento a lungo termine. Dobbiamo evolverci, piuttosto che incrementare i consumi e distruggere il mondo. Oggi poche persone pensano alle generazioni future, tutti pensano al momento attuale”.

Il mio commento: La Kabbalah dice che se avessimo liberato le donne dal lavoro e fossero andate ai corsi di educazione e crescita integrale, oggi:

-ci saremmo liberati dal peso della disoccupazione
-avremmo smesso di produrre prodotti non desiderati
-avremmo smesso di esaurire le risorse
-avremmo fermato la contaminazione del pianeta

E le donne, liberate dal lavoro innecessario, e sulle basi di una conoscenza acquisita, avrebbero potuto dedicarsi alla crescita dei loro uomini e bambini, e avremmo trovato la soluzione alla crisi in tutte le aree.
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Un uomo e una donna come caratteristiche della natura

Domanda: I miei genitori hanno divorziato e hanno lasciato questo segno in me. Io so che ci sono molte persone della mia generazione che hanno sofferto a causa di questo. Ci spaventano le donne. È molto difficile credere in loro.

Risposta: Io non capisco i tuoi problemi perché qui parliamo di cose completamente diverse. Non parliamo di uomini e donne come corpi biologici, un gruppo di cromosomi, geni e ormoni.

Parliamo di uomini e donne come caratteristiche della natura (ed è molto importante per noi!), quando noi come adulti comprendiamo come usare le nostre forze e le nostre debolezze in modo adeguato per poter raggiungere un traguardo comune. Persone serie riunite qui che vogliono raggiungere questo e non si preoccupano dei problemi giornalieri di uomini e donne nella nostra vita quotidiana. Ci stacchiamo dalla vita materiale e ci solleviamo da essa. Vogliamo usare le nostre qualità spirituali, maschili e femminili, per supportarci uno con l’altro e sollevarci. Dobbiamo muoverci insieme verso il traguardo per poterlo raggiungere.

Ognuno di noi ha la propria missione, il proprio ruolo, ma non può essere senza gli altri. Solamente la combinazione reciproca fa sì che la nostra connessione sia produttiva.

Impariamo su l’Aviut (desiderio) e Zakut (schermo). È necessario avere entrambi come complementari e uguali uno all’altro. Se lo schermo fosse più grande dell’Aviut, dove potrebbe apparire dall’inizio? Uno schermo non può essere diverso perché appare solo in cima al desiderio. Se il desiderio è più grande dello schermo, significa che non mira verso la dazione, ma verso ricezione. Quindi, è importante avere la giusta combinazione delle qualità maschili e femminili. Vorrei enfatizzare che parliamo di qualità, e non di ormoni o altri tratti materiali. Sotto il concetto di “donna” s’intende un’aspirazione verso la spiritualità, e “uomo” significa la realizzazione di quest’aspirazione e non si applica assolutamente al nostro mondo.
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(Tratto dalla lezione n.2 del Congresso di Vilnius, 23.03.2012)

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Risolvere i problemi

Le donne fanno le stesse domande che fanno gli uomini durante il seminario, loro cercano di sperimentare queste cose insieme agli uomini, in silenzio, partecipano interiormente alla soluzione di questi problemi, e allo stesso tempo spingono gli uomini a risolverli.

Ci sono problemi che riguardano le donne. E ci sono problemi che loro non possono risolvere poiché la soluzione risiede nel collegamento tra le persone. E questo tipo di problemi possono essere risolti solo a livello delle sensazioni tra gli uomini.
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(Dal Congresso di Vilnius 25.93.2012, Workshop 4)

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Una ragnatela di connessioni

Domanda: Ci dev’essere sempre una connessione tra un uomo e una donna. Quando è tra figlio e madre, questa connessione è dell’amore del figlio verso la madre e della madre verso il figlio. Quando è tra marito e moglie, è dell’amore della moglie verso il marito e dell’amore del marito verso la moglie. Quando è degli amici che compartono un’aspirazione e un traguardo, ci dev’essere simpatia e amicizia tra di loro. Che tipo di connessione dovremmo avere noi?

Risposta: Nel nostro mondo, la connessione tra madre e figlio, o tra uomo e donna e cosi via, viene dal nostro essere nello stesso livello egoistico e cerchiamo di ottenere qualche cosa da questo. Ci sono solamente due di noi che esistono: un marito e una moglie o una madre e un figlio.

Ma nel nostro caso siamo in tre: uomini, donne, e la forza superiore –il Creatore. In Lui, tutti e tre si riuniscono insieme in amore reciproco. Non è mai due di noi che si connettono! Questo non è amore animale ne dipendenza fisica. Ci lega insieme unicamente perché abbiamo uno scopo, e in esso, noi ci connettiamo insieme in un singolo tutto. È per questo che è un sentimento completamente diverso, che non ha niente in comune con l’attrazione animale di uno verso l’altro.

Scusate se sto dicendo questo riguardo al sentimento di una madre verso il figlio, per esempio, ma basicamente è quello che esiste nel livello animale.

Ma qui unicamente il Creatore e nient’altro ci costringe ad avere questa connessione. È solamente il Creatore perché noi chiediamo a Lui di manifestarsi tra di noi. Saremmo degli assoluti estranei senza di Lui. In altre parole, ogni volta che c’è una relazione tra di me e il mio amico, uomo o donna, io immagino la rivelazione del Creatore tra i noi.
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(Tratto dalla lezione n.2 del Congresso di Vilnius, 23.03.2012)

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C’è una donna dietro ogni uomo di successo

Domanda: Le donne dovrebbero agire come se gli uomini si trovassero già nella qualità di Lishmà (intenzione altruistica)?

Risposta: No! Le donne non dovrebbero pensare che gli uomini siano già a tale livello. Li devono vedere come dei bambini: Tutti insieme stiamo partecipando a questo gioco. Loro trattano gli uomini come una madre tratta i suoi figli e come una moglie che manda il marito a lavorare.

Dicono che c’è sempre una donna dietro ogni uomo di successo, e questo è realmente vero. Non potrebbe essere in altro modo. Allora, vogliamo essere degli uomini fortunati!
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(Tratto dalla lezione 2 del Congresso di Vilnius, 23.03.2012)

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