Pubblicato nella '' Categoria

Qual è la storia e la lezione di Caino e Abele?

Caino e Abele sono due forze interiori.

Una è la nostra natura egoistica, la qualità di ricevere piacere solo per se stessi. L’altra è la natura del Bore, una qualità che dona piacere, che discende in noi e che sviluppiamo a partire dalla sua manifestazione iniziale, chiamata “il punto del cuore”.

La storia di Caino e Abele parla della conquista, dell’uccisione e della competizione reciproca, cioè di ciò che ci impegna nella vita fino a quando non prendiamo in mano le redini e iniziamo ad avanzare verso lo scopo della creazione, l’adesione con il Bore, di nostra iniziativa: limitando la forza egoistica, rendendone l’uso costruttivo e superandola con la forza di dazione in noi.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Dove è arrivato il mondo?

Esiste una forza in natura che controlla la realtà in cui viviamo e indipendentemente dagli sforzi che facciamo non possiamo fare niente al di fuori del programma che questa forza controlla. 

Quindi, dovremo cercare di capire la destinazione verso cui questa forza ci sta spingendo, cosa vuole da noi e capire che tutto quello che abbiamo fatto o che facciamo o che faremo è il risultato.

Speriamo di poter raggiungere un giorno la vera conoscenza e consapevolezza di dove siamo, di quale esistenza e ambiente ci troviamo e delle forze che operano su di noi.

Siamo minuscole particelle del creato che pensano di capire qualcosa di esso. Inoltre, quando capiamo qualcosa, usiamo questa comprensione solo per trarne vantaggio.

Cosa possiamo quindi dire sulla nostra partecipazione, sui nostri sforzi e sullo scopo che cerchiamo di raggiungere? Fino ad oggi abbiamo visto solo il peggio.

Più abbiamo sviluppato la scienza, la tecnologia, la medicina, l’arte e la cultura per migliorare le nostre vite, più ci ritroviamo immersi in problemi che sempre aumentano a tutti i livelli, con sempre maggior depressione, ansia, stress, abuso di droghe, suicidi, divisioni sociali, disoccupazione, crimini, ansia per il nucleare, disastri naturali, solo per nominarne alcuni. 

Tutto quello che la nostra mente egocentrica ha creato a nostro beneficio è servito a creare un mondo terrificante, che continua a sprofondare in sempre più problemi, da una crisi all’altra.

Stiamo arrivando alla conclusione che questa miriade di sforzi per migliorare il mondo è futile e ci sta dimostrando che stiamo operando su desideri egoistici difettosi, sui quali basiamo ogni pensiero e azione.

Finché non ci sottoporremo ad un processo di apprendimento nuovo per scoprire la natura dei nostri desideri, il nostro mondo, le leggi della natura e come possiamo vivere in armonia con tali leggi, continueremo a testimoniare un mondo che si sta deteriorando.   

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

I cani aiutano i bambini autistici?

I bambini autistici tendono a ritirarsi e trovano difficile comunicare con le persone intorno a loro.  Si sentono soli e i cani sono davvero un modo per aiutarli. 

I bambini autistici spesso sviluppano relazioni speciali con i loro cani, accarezzandoli, abbracciandoli e prendendosi cura di loro con pazienza e devozione.

Cosa dà un cane a un bambino autistico che gli esseri umani non danno?

Quando un cane si abitua ad una persona, è disposto ad accettarla come superiore, sia come padrone che come amico, senza considerare se sia o meno autistico. 

Il cane non è un amico a livello di empatia con il disagio del bambino, ma c’è un sentimento e una sensibilità comuni tra il bambino e il cane.

È questa sensibilità che manca molto alle relazioni umane nel nostro mondo attuale. 

Possiamo così imparare dai cani l’importanza di aumentare la nostra sensibilità reciproca. I cani provano molto, chiedono molto e vogliono essere leali. Quest’ultima, tuttavia, è la caratteristica principale che possiamo imparare dai cani: la lealtà, verso i nostri amici e verso il nostro padrone, cioè verso le leggi della natura che guidano ogni nostro desiderio, pensiero e movimento. Più diventiamo leali nel prenderci cura degli altri e nello sviluppo di un atteggiamento di donazione, simile alla forza donatrice della natura, più ci bilanceremo con la natura e sperimenteremo più armonia, pace e felicità che riempiranno le nostre vite.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

A cosa mira il programma dell’egoismo?

Domanda: La mia domanda riguarda il programma dell’egoismo. Se siamo riusciti ad inventare l’arco, poi la carrozza e così via, allora in linea di principio, è possibile prevedere le prossime fasi dello sviluppo dell’egoismo. Ora abbiamo molte tecnologie diverse. Ci saranno altre fasi di sviluppo?

Risposta: Tutte queste tecnologie non serviranno. Si svilupperà ulteriormente una connessione virtuale, che a un certo punto aiuterà le persone fino a quando non avranno una connessione interiore tra di loro.

Da una connessione virtuale, arriveranno a una connessione spirituale. Non servirà altro. Faranno un uso minimo di questo mondo, in modo che il corpo possa esistere, fino a quando non saranno completamente corretti.

Allora la sensazione del corpo sparirà, dato che è la parte egoistica animale più bassa. Le parti inanimate, vegetali e animali della natura si includeranno nel livello dell’ “uomo”, e questo è tutto.

Esisterà un unico desiderio, che comprenderà tutti gli altri. Ma sarà interamente diretto verso la dazione, e quindi il corpo e questo mondo intero spariranno dalle nostre sensazioni. Il mondo corporeo è programmato da noi, esiste soltanto nei nostri pensieri.

 

[313425]

From KabTV’s “I Got a Call. Evolution of Egoism” 5/7/11

Materiale correlato:

La vita basata sull’egoismo
Il Punto di biforcazione dell’egoismo
Elevarsi al di sopra dell’egoismo universale

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Prepararsi a una stretta interconnessione

Attualmente la comunicazione tra l’uomo e il mondo e la comunicazione tra uomo e uomo si sta sviluppando. Questa è una preparazione allo stato in cui possiamo essere realmente connessi tra di noi.

Da un lato, i mezzi tecnici di comunicazione si sviluppano rapidamente. Dall’altro lato la gente ha iniziato a chiedersi “perché ne abbiamo bisogno? A cosa serve riuscire a parlare con diverse persone?”

Tutto questo sta già diminuendo. Subentra la sazietà: “con chi dovrei corrispondere? A chi dovrei scrivere? A cosa serve?!”

È così che le persone si spostano nelle varie fasi di sviluppo dell’egoismo. L’ego in loro si esaurisce rapidamente e passa.

Quindi, grazie alle varie tecnologie, il nostro tempo diventa più intenso e più compresso. Le accolgo, le lascio esistere. Le persone diventeranno più connesse e capiranno più velocemente che hanno bisogno di cambiare la qualità della comunicazione umana tra di loro.

 

[313185]

From KabTV’s “I Got a Call. Travel in Time” 10/12/11

Materiale correlato:
Connessione Internet o contatto sensoriale?
Qual è il futuro di internet?
La Kabbalah: il dono della connessione con la forza superiore

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Qual è la differenza tra i termini “Dio” e “Creatore”?

Le parole “Dio” e “Creatore” evocano sentimenti diversi.

Le religioni, le credenze e le persone in generale si riferiscono più facilmente alla parola “Dio” come a un certo potere che riempie il vuoto intorno a noi, esistente al di fuori di noi.

Il Creatore, tuttavia, crea il mondo, noi e tutto in noi in ogni momento, il che evoca la necessità per noi di reagire a tale influenza momento per momento. Calibrando le nostre reazioni in un certo modo, possiamo giungere a percepire che siamo la creazione del Creatore e che il Creatore è un’unica, eterna e perfetta forza donatrice che ci ha creati per uno scopo specifico.

In ebraico, la parola per il Creatore è “Boreh”, che è una combinazione di due parole, “Bo” (“vieni”) e “Reh” (“vedi”). Cioè, il Creatore è un nome esteso che implica la nostra partecipazione dinamica per raggiungere la rivelazione del Creatore.

Pertanto, “Creatore” è un termine più obbligatorio di “Dio”. Il Creatore si aspetta qualcosa da noi. Cosa si aspetta il Creatore da noi?

È che scopriamo la nostra completa dipendenza dal Creatore, che solo il Creatore può renderci uguali a Lui, e che inizieremo a esigere correzioni da Lui, per invertire la nostra natura egoistica nella Sua natura generosa.

Possiamo chiedere al Creatore di fare qualcosa e Lui lo fa. Cioè, da un lato, siamo impotenti come personaggi nel copione del Creatore, ma dall’altro abbiamo il controllo: che senza la nostra rivendicazione e richiesta, non potremmo mai raggiungere una rivelazione dell’eternità e della perfezione del Creatore.

Come possiamo chiedere al Creatore di fare qualcosa?

È come il modo in cui i bambini piccoli chiedono qualcosa ai loro genitori, si attengono ostinatamente alla loro richiesta, non importa quante volte i genitori dicano loro “no”. Questa continua richiesta al Creatore ci porta a uno stato che i Kabbalisti chiamano: “I miei figli mi hanno sconfitto”. Cominciamo allora a sentire che siamo Suoi figli e che ci ha creati proprio per sviluppare una tale relazione con Lui.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.