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Tutto ciò che è in tuo potere

Domanda: Possiamo accelerare la transizione della società al livello integrale cercando di metterla sulla strada giusta?

Risposta: Stiamo divulgando il messaggio integrale, aprendo corsi, fornendo tutte le informazioni su Internet gratuitamente, abbiamo tradotto in quaranta lingue, stiamo facendo tutto quanto in nostro potere.

Non credo che se avessimo avuto più possibilità e risorse illimitate, avremmo potuto fare qualcosa di più grande, dal momento che è impossibile costringere la gente a studiare il metodo integrale. Si tratta di un processo completo e una persona deve capire quanto sia importante. Egli deve sentire che qui c’è qualcosa che lo può salvare .

Domanda: Le persone saranno in grado di sentire qualcosa durante i workshop che evocherà in loro il desiderio di andare avanti?

Risposta: Il punto è che le persone che vengono ai workshop integrali sono quelle che realmente sono in cerca di salvezza. Essi possono anche essere persone ricche e di successo che improvvisamente sentono un bisogno interiore. Questi amici già trovano loro stessi e non lasciano lo studio. Tuttavia, se le persone arrivano che non sono ancora pronte, e la loro domanda sul senso della vita non è matura ad un livello che sentono dolore, di solito lasciano abbastanza rapidamente.
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(Da Kab.TV “Conversazioni con Michael Laitman”, 27.09.2013)

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Il veleno che guarisce

Non c’è altro tranne la Torà e la preghiera, cioè, la scoperta delle mancanze che devo chiarificare, riordinare tramite esse. Devo connettermi con gli amici in modo da creare la mancanza giusta che è imperativa per la connessione che avverrà tramite la nostra vicinanza, la nostra integrazione l’uno con l’altro, la connessione e adesione di tutte le parti frantumate.

Il risultato, aggiungiamo, le abilita a connettersi, e chiariamo che esiste qualche tipo d’ostacolo fra noi che ci disturba. Può essere che il Creatore che non ci permette di fare questo o è la nostra natura egoistica stessa, che è stata creata dal Creatore.

In altre parole, scopriamo i disturbi sul camino verso la connessione, la correzione, e il ristoro dell’intero vaso, l’unica anima collettiva in cui scopriamo il Creatore come un potere unico, e in questa maniera ci rendiamo conto dello scopo della creazione, essendo anche il nostro obiettivo personale.

Se lavoriamo su tutto questo, poi aggiungiamo le nostre vere mancanze: la nostra incapacità di ottenere la connessione. E di questo è detto: “L’Uno che fa pace in alto farà pace fra noi”, completerà la nostra unificazione, e ci connetterà. Una preghiera come questa sarà accettata immediatamente e noi meriteremo una risposta alla nostra preghiera.

La risposta alla preghiera arriva nella forma della Luce che Riforma che ci connette. Questa Luce si chiama la Torà. Pertanto è detto, “Creo l’inclinazione al male”, il desiderio che ci separa e non ci permette di connetterci. Nel momento in cui vogliamo connetterci, siamo inclusi l’uno con l’altro, per fondersi l’uno nell’altro, scopriamo che l’inclinazione al male si è svegliata in noi. E prima di ciò non mostra se stessa.

E’ nascosta in noi come un serpente e non la sentiamo. Però nel momento in cui cominciamo ad avvicinare l’una all’altra con l’intenzione di connessione, allora il serpente fa vedere la sua testa e non ce lo permette. Egli secerne il suo veleno, e poi capiamo, sentiamo, e scopriamo che cos’è “l’inclinazione al male”.

Però contro quest’inclinazione al male, la Luce che Riforma viene e la trasforma in inclinazione al bene. Cioè, senza questo ego non poteva succedere di raggiungere la connessione; è specificamente l’inclinazione maligna che diventa l’inclinazione buona. E come veleno di serpente, che da un lato è velenoso ma dall’altro viene usato come rimedio. Ogni rimedio è un veleno, ma un veleno preso in una dose molto piccola che può essere usato per trattare il malessere.

Il veleno è la base di ogni rimedio, ma ogni veleno non è un rimedio. Se abbiniamo il veleno del serpente al veleno dentro di noi, poi, la Luce di correzione, si rivela all’interno. Cioè come raggiungiamo la Torà; ovvero, abbiamo già la Torà (La Luce che Riforma) e la preghiera.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del  21.01.2014, Scritti di Baal HaSulam)

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Il Foro a Davos

Opinione (Michael Khazin, economista): “Il Foro a Davos non è più così interessante al pubblico. L’economia è in uno stato di recessione, e gli uomini d’affari e i politici lo capiscono bene. E’ necessario discutere cosa e come cambiare, ma c’è bisogno di gente che può fare ciò, ma questo non è visibile a Davos.

“Oggi Davos è chiamata un foro ‘dopo-crisi’, è divertente e stupido: la riduzione della domanda privata e la scomparsa della classe media indicano che la crisi sta continuando. Il rifiuto a discutere i veri problemi dell’economia moderna produce l’illusione che la crisi è finita. Come risultato, la discussione a Davos, come negli ultimi anni, non fornisce una vera soluzione alla situazione dell’economia mondiale.”

Il mio commento: In generale, tutti hanno gli occhi bassi e continuano alla vecchia maniera, e l’abitudine crea l’illusione di uno stato normale. Però la natura (le forze che gestiscono l’umanità e le nostre proprietà di sviluppo) non rimane ferma; tutto in essa sta sviluppandosi verso un’armonia generale, e il ritardo dell’umanità in divenire assomiglia alla natura, il muoversi verso uno stato armonioso (integrale) sarà sentito come una crisi crescente onnicomprensiva.
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Il vetro non se ne stà lì ad aspettare il proiettile

Baal HaSulam, “Introduzione al Libro dello Zohar” Punto 33: E devi sapere che tutta la soddisfazione del nostro Creatore per aver dato alle Sue creature dipende dalla misura in cui le creature Lo percepiscono – sentono che Lui è colui che dà, e che è Lui colui che le diletta. Allora Egli trae un grande piacere da loro, come un padre che gioca con il suo amato figlio, sino al punto che il figlio sente e riconosce la grandezza e l’elevatezza di suo padre e suo padre gli mostra tutti i tesori che aveva preparato per lui…

Domanda: Come si accorda questo “giocare” con la sofferenza lungo la via?

Risposta: Quando una persona inizia a lavorare con la spiritualità divide se stesso in due parti. Da una parte, egli desidera acquisire il desiderio di dare e dall’altra parte, desidera correggiere il suo dediderio di ricevere sul quale costruisce la dazione. Quindi egli soffre entro il desiderio di ricevere ed ha piacere entro il desiderio di dare.

Domanda: E’ possibile sentire il “giocare” prima di attraversare il “Machsom”?

Risposta: No. Il “gioco” è una relazione con il Creatore dove io sono collegato con Lui, dove siamo assieme in un abbraccio, innamorati, ed egli mi riempie. Come sarebbe possibile sentire questo entro i vasi rotti? Se il Creatore doveva essere rivelato prima del “Machsom,” rimarrei per sempre dentro i vasi della ricezione e non potrei più riuscire a scappare dalla “Klipa”. Anche al tempo dello “Shevirat ha Kelim” il piacere non entra nel desiderio di ricevere per lo scopo di ricevere, è per questo che il “Masach” è stato precedentemente rotto. Così anche il vetro inizia a frantumarsi prima che il proiettile lo colpisca.

Un piacere spirituale ricevuto per lo scopo della ricezione mi inghittirebbe per sempre. Le droghe e molte altre dipendenze in questo mondo sono solo un piccolo assaggio di questo. Dopo la restrizione (Tzimtzum) la luce non può più entrare nel vaso senza il “Masach.” Nel momento stesso in cui si avvicina, anche prima del suo ingresso, il vaso è immediatamente frantumato, visto che non è pronto per ricevere, per sentirla. E così rimane solo una “Ner Dakik” piccola candela il cui fine è la correzione della frantumazione.

La Luce non entra mai nel desiderio di ricevere. Questo per via della legge di equivalenza della forma che è precedente alla creazione, e che è latente in tutta la creazione, ed è il desiderio del Creatore che la creatura sia come Lui, ovvero, perfetto.

E’ proprio dalla frantumazione, dalla distanza, che raggiungiamo il “giocare”. La via inizia da una grande desiderio, dalla sete. Visto che il “giocare” non è solo piacere. E’ come essere costantemente in contatto con Lui, io Lo “Gusto”, provo una grande varietà di sensazioni su tutti i lati e di tutti i tipi. Il “giocare” non è un piacere “leggero e scadente”, è qualcosa per cui non finiamo più di gioire, troviamo sempre più possibilità. Ma nel frattempo non sappiamo cosa sia il vero piacere che deriva dalla dazione.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 20.01.2014, Scritti di Baal HaSulam)

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Alleggerire il peso della correzione

Baal HaSulam, “Introduzione al “Libro dello Zohar“: Per capire queste domande e queste indagini, il solo approccio è di esaminare il fine dell’azione, cioè, lo scopo della Creazione. Per cui niente può essere capito a metà del processo, ma solamente alla sua fine. Ed è chiaro che non c’è nessuna azione senza uno scopo, perché solamente gli sciocchi possono agire senza uno scopo.

Un uomo non agisce mai senza uno scopo. Se un uomo non riflette, non c’è ragione per cui si dovrebbe sforzare; sarebbe un segno di disordine mentale o che è come un bambino che si muove in base al piano del suo naturale sviluppo, sebbene non lo si possa vedere nelle sue azioni del momento. Quando un uomo costruisce una casa per viverci, a noi è tutto chiaro. Ma dobbiamo capire che non possiamo sempre vedere il risultato preciso di un’azione. Se non vediamo il risultato, significa che c’è un certo disordine che non esiste in natura.

Parleremo del perché ci sono tali difetti nel mondo, ma per adesso accettiamo il fatto che provocano delle azioni non programmate.

Io so che ci sono coloro che si gettano alle spalle il peso della Torà e delle Mitzvot (plurale di Mitzva), dicendo che il Creatore ha creato l’intera realtà per poi lasciarla da sola, che a causa della indegnità delle creature non è possibile che l’Eccelso Creatore si prenda cura dei loro piccoli comportamenti meschini.

In altre parole, ci sono delle persone che non pensano che dobbiamo correggere il nostro desiderio di ricevere attraverso le Mitzvot, come è detto ” Io ho creato l’inclinazione negativa, Io ho creato la Torah come una spezia per essa”. Quindi la Torà è la Luce che Corregge, il mezzo di correzione nel quale c’è una forza speciale.

Il nostro desiderio è diviso in 613 parti e sono tutte corrotte “l’inclinazione di un uomo è negativa dalla sua gioventù”. Noi dobbiamo correggere l’inclinazione al male con l’aiuto della Luce che Corregge chiamata la Torà. Quindi, gli uomini che sostengono che questo non sia vero sono chiamati coloro che si gettano dietro le spalle il peso della Torà e delle Mitzvot. Essi vogliono vivere la loro vita normale e non correggere la loro natura e raggiungere l’equivalenza della forza con il Creatore ed aderire a Lui. Essi non comprendono lo scopo della creazione e non comprendono per quale ragione l’inclinazione negativa sia stata in primo luogo creata.

A dire il vero, essi parlano senza avere la conoscenza, perché è impossibile commentare la nostra bassezza e la nostra nullità, prima di aver deciso che ci siamo creati da noi stessi con tutta la nostra natura corrotta e sudicia.

Lo scopo della creazione è di dare il bene agli esseri creati. “Beneficiare” significa che l’essere creato diventa uguale al Creatore, poiché Egli è il bene e la bontà in una misura così totale che non può essere valutata. Io non posso fare qualcosa di buono ad un livello inferiore perché significherebbe che non sono generoso. Quindi, l’essere creato deve raggiungere il livello del Creatore, ma per sentire il Creatore, deve rimanere un essere creato. Quindi, quando l’essere creato si avvicina al Creatore, egli sente quanto opposto egli è rispetto a Lui. E’ solamente attraverso il contrasto tra la Luce e l’oscurità in un uomo che l’uomo sente la massima elevazione del livello di uguaglianza della forma con il Creatore.

Questa è la ragione della corruzione del mondo, e questa è la ragione per cui non capiamo o percepiamo il Creatore e così non possiamo giustificare questo stato.

Tutto questo è vero, ma dobbiamo studiarne la ragione. Il mondo è costruito apposta in questo modo, così che lo correggeremo da noi. Il mondo è in sostanza il desiderio generale e corrotto di ricevere. Per questo ci è stata data la Torà, non il libro della Torà ma la forza spirituale Superiore, la Luce che Corregge, a cui possiamo ricorrere per il nostro ego, per tutte le corruzioni che sono in noi, ed in questo modo realizzare la correzione fino a quando non saremo “coloro che si gettano dietro le spalle il peso della Torà e delle Mitzvot.”

“Ma mentre decidiamo che il Creatore, che è totalmente perfetto, è Colui che ha creato e progettato i nostri corpi con tutte le qualità ammirevoli e spregevoli, è sicuro che non potrà mai manifestarsi un’azione imperfetta dalle mani di un creatore perfetto, poiché ogni azione è testimonianza del suo creatore. E qual è la colpa di un brutto vestito, se qualche sarto non bravo lo ha creato?

Non possiamo dunque fare alcuna lamentela all’essere creato poiché se c’è il Creatore, tutte le lamentele dovrebbero essere per Lui.

Questa è la ragione per cui abbiamo detto che la creazione era inizialmente corrotta, in modo che la correggeremo da noi e nel corso della correzione raccoglieremo tutte le parti del puzzle così che percepiremo che Egli è il bene e la bontà che ci guida verso l’eternità e la completezza.

Una cosa del genere la troviamo in “Masechet Taanit,” 20: “Una storia su Rabbi Elazar che si imbatté in un uomo molto ripugnante.”

Rabbi Elazar, il figlio di Rabbi Shimon Bar Yochai, sentì dentro di sé la rivelazione dell’uomo più terribilmente ripugnante. Egli sentì che era pieno di tutte le possibili qualità negative che una persona potrebbe avere. E’ un livello molto alto. Poiché “il Creatore le ha create in contrasto tra loro” e “colui che è più grande del suo amico, anche il suo desiderio è più grande”. Ciò significa che Rabbi Shimon era pronto ad accettare la rivelazione di tutta la negatività in lui nelle forme più ripugnanti possibili.

Egli gli disse: “Quanto è ripugnante quest’uomo”. L’uomo replicò: “Va a dire all’artigiano che mi ha creato ‘Quanto è ripugnante questo vaso che hai fatto'”. Dunque, coloro che lamentano che a causa della nostra bassezza e della nostra nullità, per cui Egli non può tenerci d’occhio, e perciò Egli ci ha lasciato, non fanno nulla se non mostrare la loro ignoranza. Provate ad immaginare, se voi doveste incontrare un uomo che crea delle creature, precisamente in modo che soffrano e agonizzino tutta la loro vita come facciamo noi, e non solo questo, e che si getta le sue creature alle spalle, non volendo nemmeno occuparsi di loro, per aiutarle un pochino. Quanto spregevole ed indegno lo considerereste! Una cosa del genere può essere pensata di Lui?

Il Creatore ha creato tutto solamente affinché l’essere creato soffra? Naturalmente no. Le azioni imperfette non possono derivare dalle azioni di Colui che è perfetto.
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(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 27.12.2013, Gli Scritti di Baal HaSulam)

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Domanda: Un sistema sociale ordinario si sviluppa sempre in direzione della differenziazione, della complessità, mentre un numero di sotto-sistemi si sviluppano in esso dove ognuno diventa autonomo.

Questo sistema diventa così complesso e cresce così tanto che alla fine si divide e si forma qualcosa di nuovo, iniziando in questo modo un nuovo turno di sviluppo su di un livello diverso.

Risposta: Un sistema integrale si sviluppa internamente, non esternamente, perché lo sviluppo non avviene in modo egoistico; avviene attraverso una connessione universale di una qualità più grande, attraverso il sostegno reciproco, la nostra reciproca inclusione di uno dentro l’altro.

Non si tratta del movimento di Brownian perché succede in un modo completamente diverso, in cui una parte sottomette l’altra. Non c’è alcuna intrusione disorganizzata o caotica; al contrario, offriamo noi stessi a tutti gli altri, e questa è la ragione per cui il sistema cresce sempre in qualità.

Domanda: Ogni sviluppo include sempre un certa battaglia degli opposti. Questo riguarda anche il livello precedente?

Risposta: Dipende dal livello a cui ci si sta riferendo. Se vi state riferendo ad elevarsi al di sopra del nostro egoismo, che ha già perso il suo opposto, e si pone al di sotto dell’altruismo per aiutarlo e sostenerlo, allora l’egoismo non riesce più a compiere la funzione che compiva precedentemente. La battaglia finisce.
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(Da “Un Mondo Integrale” di Kab.TV, 27.11.2012)

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