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Cosa accadrà al Giappone?

Opinione (Takeshi Fujimaki, ex consigliere del investitore miliardario George Soros): in un’intervista del 14 Giugno il presidente della Fujimaki Japan, una società d’investimento a Tokyo, ha dichiarato che “è probabile che il Giappone subisca un default prima dell’Europa, che potrebbe avvenire nei prossimi cinque anni”. Ha aggiunto che i giapponesi dovrebbero mantenere i prodotti in valuta estera, come quelli denominati in banconote americane, franchi svizzeri, sterlina, dollaro australiano e canadese.

Secondo Fujimaki, in caso di default del governo giapponese, lo yen potrebbe indebolirsi a 400-500 per dollaro, e i rendimenti sulle obbligazioni di riferimento a 10 anni potrebbero salire oltre l’80%. […]

Una stima del Fondo Monetario Internazionale mostra che l’indebitamento pubblico del Giappone, il più grande al mondo, si gonfierà al 245.6% della sua produzione economica annuale nel 2014, rispetto al 67.3% del 1984. […]

“Non c’è via d’uscita dalla crisi del Giappone”, ha detto l’ex consigliere, continuando “l’unica opzione rimasta al Giappone è o il default o stampare moneta in iper-inflazione”.

Il mio commento: Vi è un’uscita dalla crisi di ogni paese e del mondo intero se solo comprendessimo la sua causa—l’iper-egoismo dei dirigenti—se iniziassimo a trasformare la comunità mondiale da antagonistica a fraterna, e se cominciassimo a trasferire l’economia dal sovra-consumo al consumo ragionevole attraverso una riduzione realistica delle infrastrutture. Altrimenti sarà la crisi a portarci a questo, attraverso la distruzione dell’intera infrastruttura.
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La mentalità è irrilevante

Domanda: Dovremmo mirare a preparare degli esperti versatili del metodo integrale, o la preparazione delle persone dovrebbe seguire le peculiarità culturali di ciascun paese?

Risposta: Penso di no. Il sistema generale è molto semplice: rifiutare quanto abbiamo ora ed addestrare verso l’unione per superarlo.

Dopo che ci siamo innalzati nell’unione, basandoci su di questa, continuiamo ad esistere al suo livello. Non scendiamo più in basso. Ci siamo innalzati, collegati assieme in un qualcosa di integrale, sentiamo l’affetto in questa situazione, la gentilezza, la reciprocità, il supporto, la mutua garanzia, ed ora nuotiamo in questo livello su quest’onda cordiale. Su di questa base risolviamo tutte le questioni. Capiremo che tutte le domande sorgono solo per poterci unire in maniera più forte su quest’onda e per innalzarci da lì più in alto ancora. Ogni connessione è un’ascesa.

E poi vedremo che tutti i nostri problemi trascorsi non erano veri problemi. Erano questioni insolute per via della nostra mancanza di comprensione. Quel che non è risolto spinge per l’unione. Ed ora ci siamo uniti e per questo non ci sono più problemi. Vi invito a risolvere ogni cosa che sorga da qui in avanti basandoci sulla nostra forza integrale comune – Ecco come superare tutti i problemi innalzandosi ulteriormente.

E quindi non sarà importante quale tipo di mentalità, di persona o nazione si starà unendo a questo processo. Ci si potrà anche confrontare riguardo alle proprie peculiarità: Come vedo io il mondo e come lo fai tu, come lo fa lui, e come ognuno vive questi problemi. Dopo tutto alla fine l’umanità deve giungere ad unirsi in una sola immagine, in un solo essere umano unificato! Ecco perché non sono necessari degli esperti per ciascuna cultura.
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(Da un discorso sull’educazione integrale 31.05.2012)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 22.08.2012

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Scritti di Rabash, Articolo 30 “Cosa cercare nell’ Assemblea degli Amici
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Il Libro dello Zohar, Brani selezionati, Safra de Tzniuta (Libro della modestia), Lezione 2
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TES, Volume 1, Parte 3, Capitolo 10, Punto 2, Lezione 23
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KFS, Pagina 3 “Tempo di Agire”
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“Il secolo della siccità forse è ancora davanti “

Nelle notizie (da Live Science): “La nuova ricerca, pubblicata in Nature Geoscience il 29 luglio, suggerisce riguardo le foreste occidentali sempre verdi, che coprono l’area dal sud del Canada al Messico settentrionale, che hanno consumato molto meno carbonio dall’atmosfera durante la siccità che durò dal 2000 al 2004. Questo è normale in apparenza. La domanda è: cos’è successo dopo?

“Christopher Schwalm e i suoi colleghi del Northern Arizona University School di Scienze della terra e sostenibilità ambientale pensano che c’è che una buona probabilità che la siccità possa essere la nuova normalità. Se ciò accadesse, andrà perso un grande bacino carbonifero. […]

“C’è molta incertezza in queste misurazioni, ma anche supponendo che la perdita sia più piccola e più alto l’assorbimento di carbonio — che è improbabile — significa ancora un’ammaccatura non banale della quantità di CO2 rimosso dall’atmosfera.

“Una lunga siccità provocherà un grande degrado delle foreste sempreverdi che sono familiari per gli escursionisti e gli sciatori, portando via la vegetazione che probabilmente sarà più simile a una macchia del deserto. Anche quei generi di piante prendono il carbonio, ma non come foreste. […]

“Se gli uomini non riducono le emissioni mitigando la distruzione in qualche modo, il risultato sarà probabilmente un aumento del tasso di accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera, portando ad un maggior riscaldamento, ha detto Schwalm di LiveScience. […]

“Lo studio ha anche esaminato la grave siccità del secolo utilizzando il ‘Palmer siccità Severity Index,’ che misura le precipitazioni, il deflusso e altri fattori. Prendendo una media di cinque anni e utilizzando indicatori quali l’età degli alberi – anelli, Schwalm ha trovato che questa siccità più recente del 2000-2004 è stata la peggiore di qualunque altra fino all’anno 1200 circa.

“Questo non da’ buone speranze; c’è una possibilità reale, date le attuali tendenze, che questa siccità potrebbe essere una di quelle che dura decenni, addirittura un secolo, ha detto”.

Il mio commento: L’influenza più forte sullo squilibrio del pianeta è causato non da emissioni di gas, ma dal nostro comportamento sbagliato. Dobbiamo consumare solo ciò che è necessario per la normale vita (l’economia di consumo ragionevole), lavoro tanto quanto questo richiede (un paio di ore al giorno) e dedicare il resto del tempo alla comunicazione/unione e utilizzo del tempo libero.

Così, nel livello animale (i nostri corpi) noi consumiamo come gli animali, in equilibrio con la natura, e al livello umano che è in noi, ci riuniamo e veniamo riempiti con la potenza della connessione, che mira a soddisfare pienamente tutti i nostri desideri. L’ equilibrio con la natura porterà l’intero sistema dell’ “ancora-vegetale-animale-umano” in equilibrio, come gli organi di un corpo.
[85200]

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Kabbalah per tutti – Occultamento e Rivelazione del Creatore – 21.08.2012

Kabbalah per tutti – Occultamento e Rivelazione del Creatore
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Si dovrebbero lavare i panni sporchi in pubblico?

Domanda: parlando con alcune signore ho chiesto loro il motivo per cui non comunicavano tra di loro, perché si chiudono così arroccandosi tra quattro mura. Ne é risultato che non c’è la consuetudine di esporre i problemi che ci sono per poterne discutere in pubblico.

Risposta: É giusto. Ma quando iniziamo a vederli come i problemi normali che hanno tutti, allora li tratteremo come mezzi per evolvere, come problemi inviati dall’Alto per essere risolti assieme. Non vi é piú traccia di “io” personale negli individui. Nulla ne rimane del tutto.

Un “io” é un meccanismo che unendosi agli altri in un insieme integrale, osserva i propri problemi personali come problemi che sono gli stessi per tutti gli altri, e deve risolvere i suoi propri, i tuoi, etc. con l’aiuto di tutti gli altri.

Questo non vuol dire che non c’é nulla da nascondere, ma che a ciascuno non rimane piú nulla del tutto. Dov’é lui allora? “Lui” é quanto abbiamo costruito assieme. É il posto di quegli egoismi personali, della famiglia e degli egoismi collegati.

É il luogo dove il nostro comune raggrupparci verso l’ ascesa si amalgama.

Se le persone sono nella giusta sintonia realizzeranno che non c’é nulla di cui vergognarsi, non c’è nulla da nascondere, l’ aiuto reciproco deve esistere. Se non vuoi rivelare qualcosa, non c’è alcun obbligo a farlo, ma hai un aiuto molto forte grazie al quale tutto viene risolto.

Penso che al momento stiamo attravetsando quello stadio. E nel prossimo le donne saranno coinvolte seriamente nel sistema del gruppo e li aiuteranno.
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(Da una “Conversazione sull’educazione integrale” 31.05.2012)

Lezione quotidiana di Kabbalah – 21.08.2012

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L’amore adorna la vita ma la rovina anche

Mia moglie è il mio specchio. Dopotutto, io non vedo mai il mio compagno; anzi, in lui o lei vedo il riflesso delle mie qualità. Per esempio, non capisco gli standard di bellezza accettati in Cina. Guardo una donna che ha la reputazione di essere una vera bellezza e mi chiedo: non l’avrei mai chiamata bella. Per i miei gusti, il suo viso è troppo rotondo, i suoi occhi sono troppo stretti, e i capelli troppo lisci. Tutto questo sembra poco attraente per me.

Ma una volta ho letto un articolo di un giornalista cinese sul concorso di bellezza internazionale “Miss Asia” e ha detto che la ragazza non avrebbe vinto in Cina, perché i suoi occhi erano troppo grandi. Ero semplicemente sbalordito di come le nostre percezioni erano diverse sulla bellezza, erano totalmente opposte. Questo è il motivo per cui non riusciamo a capirci l’un l’altro.

Ne consegue che guardo la ragazza davanti a me e proietto su di lei tutte le mie idee sulla bellezza. E se non ci salgo sopra, questo inciderà su tutta la nostra relazione. Io non percepirò lei com’è, con tutte le sue vere qualità, ma vedrò in lei il riflesso delle mie proprietà, il mio gusto.

Quando si guarda una persona in modo imparziale, è impossibile determinare se lui o lei è bello o no. Chiedete a qualsiasi madre, e lei vi dirà che nessuno ha un aspetto migliore al mondo di suo figlio. Come si dice, “l’amore coprirà tutti i peccati.”

E al incontrario, il nostro ego, l’odio può deturpare tutta la bellezza. L’aspetto di una persona che io odio diventa insopportabile. E se per essere obiettivi, sono pronto ad ammettere che secondo i miei criteri, lui o lei apparentemente ha un bel viso, io la odio per altri motivi.

Solo gli esseri umani esibiscono tale atteggiamento. Gli animali non guardano la bellezza, ma valorizzano il potere, la capacità di procreare, di crescere una prole sana, e allevarli fino a che diventano indipendenti.

L’uomo, tuttavia, si rovina con il concetto di bellezza. In verità, questa non è la bellezza, ma la dimostrazione del mio ego: io presento condizioni speciali al sesso opposto, che superano il minimo necessario richiesto dal corpo fisico.

Se ci guardassimo a vicenda razionalmente, naturalmente, io voglio vedere davanti a me una donna sana, forte, che io sono pronto a sposare. Dopo tutto, vedo che lei non mancherà di tenere casa bene. In passato, la gente si sceglieva il coniuge basandosi su questo semplice principio egoistico. Oppure sceglievano la posizione sociale, considerando la ricchezza. La gente non prestava molta attenzione alla bellezza, ma si usava scegliere il coniuge secondo semplici ragioni pragmatiche: ciò che è bene per la vita.

Spesso, anche i genitori erano utilizzati per scegliere e agire come mediatori di matrimoni per le coppie non più giovani. Questo era una consuetudine nella maggior parte delle culture. Oppure si rivolgevano per un consiglio a una persona intelligente e rispettata. Ai nostri tempi improvvisamente ci siamo ritrovati davanti a una distorsione tale che ci obbliga a effettuare la correzione.

Oggi valutiamo solo se ci amiamo o no. Tutti i film raccontano solo di tanto amore. Non era così prima. Non capiamo come si viveva cento o duecento anni fa. Amore o attrazione reciproca non entrava nel campo visivo. L’attrazione sessuale ha un ruolo, ma non è quello che oggi intendiamo con il concetto di amore. Si è sviluppato molto di recente e ha rovinato la nostra vita …. Quindi, se lo usiamo in modo corretto e “copriamo tutti i peccati con il nostro amore, ” se affrontiamo i nostri impulsi di amare e odiare l’altro in questo modo particolare, noi ci riusciremo.
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(Da una”Conversazione sull’ Educazione Integrale” 31.07.2012)

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La scienza di nascere dentro la Luce

Baal HaSulam, Lettera No. 13: “…Questo venne su di voi a causa della vostra negligenza riguardo la mia richiesta di sforzarsi verso l’amore degli amici, perché vi ho spiegato in tutte le maniere possibili che questo rimedio è sufficiente per compensare ognuno delle proprie mancanze. E se voi non potete salire in paradiso, vi ho dato vie in Terra, e perché non le avete aggiunte per niente nel vostro lavoro?”

Noi siamo gli unici che disegnano la figura di questo mondo nelle sue proprietà. In realtà, noi distinguiamo due tipologie d’impatto che il nostro desiderio di ricevere percepisce:

  •  buono e confortevole
  •  cattivo e pericoloso

La “materia” di cui consistiamo è il desiderio di ricevere che è diviso in cinque (5) livelli: da zero a quattro. In ognuno di questi livelli, noi abbiamo molteplici qualità che in generale possono essere ridotte a come riceviamo il piacere.

La nostra percezione della realtà ci permette di differenziare i contorni della Luce dell’Infinità che può sia portarci piacere che danno. Tutto quello che facciamo è disegnarle nella nostra percezione; l’intera figura della nostra realtà è tessuta da loro.

La figura è veramente piccola e limitata; i Kabbalisti ci hanno raccontato di questo per migliaia di anni. Successivamente, anche gli scolari accertarono che noi recepiamo solo una frazione di realtà.

C’è una maniera di osservare la realtà autentica invece di quella in cui siamo nati, vissuti e in cui moriremo, nella quale ci sentiamo insignificanti, infelici e incompleti?

I Kabbalisti dicono che è possibile percepire la vera realtà e sentire la Luce dell’Infinità nella quale noi costantemente risiediamo solo a una condizione: se operiamo per amplificare i nostri strumenti di percezione.

Questa è la ragione per la quale la scienza che studiamo è chiamata “la saggezza della ricezione.” Con l’aiuto di questa metodologia, noi operiamo per allargare i nostri sensori e in aggiunta ai cinque sensi – vista, udito, gusto, olfatto e tatto – noi scaliamo verso uno step successivo attraverso l’ottenimento di cinque sensi addizionali.

Per poter fare questo, noi dobbiamo cambiare il nostro desiderio di ricevere in termini di percepire non solo ciò che è importante per noi in un senso positivo o negativo, ma invece percepire cose che sono al di fuori del nostro desiderio riguardanti sia cose positive che negative. Come possiamo fare questo?

Io ho bisogno di vestirmi dentro qualcun altro, in qualcuno che sia esterno a me, di salire al di sopra delle mie sensazioni, sia positive che negative, alla percezione del cosa sia buono o cattivo per l’altro. Se io opero al fine di prendere le sensazioni altrui, almeno la percezione di un’altra persona, io uscirò da me stesso e comincerò a identificare il mondo com’è veramente, fino a un certo piccolo punto, iniziale. Allora, una persona può continuare a lavorare nell’espandere le uscite al di fuori di se stessa, ancora e ancora, fino a che non comincia a sentire la realtà completamente indipendente da sé. Questa è chiamata la percezione dietro la ragione, al di sopra del desiderio di ricevere.”

Noi siamo rimasti nel processo di sviluppare questa qualità da diverso tempo. La materia della quale il desiderio è costruito ha avuto una transizione dal livello inanimato al vegetativo, poi all’animale, e ora c’è lo sviluppo dei desideri di ricezione dell’auto-percezione. Il desiderio di ricevere continuò ad accrescere le sue abilità per poter sentire differenti impatti esteriori dall’interno fino a che non si consumò questa opzione alla fine.

Qua è dove la generazione di oggi sta andando: Noi perdiamo interesse nella vita, abbiamo indifferenza verso un’altra crescita e quello che facciamo in questo mondo. Noi non possiamo controllare noi stessi e il mondo attorno a noi come prima. Il nostro desiderio egoistico si sta consumando da solo; noi abbiamo completato questa fase di evoluzione.

In futuro, il nostro desiderio di ricevere ci spingerà attraverso il prossimo stadio di sviluppo. E’ detto che creando afflizioni, il Faraone forzerà i figli di Israele a uscire dall’Egitto. Similmente a questo, noi ci sentiamo senza speranza in questa vita. L’egoismo che ci governa, dimostra che non è capace di riempirci più a lungo. Noi facciamo quel metro in più per trovare una ragione di vivere, ricerca di piaceri addizionali e sostentamento; comunque, tutti loro portano ad ancor più profonde discese; più cerchiamo di vivere meglio, peggio le nostre vite diventano.

Anche coloro che posseggono qualunque cosa non sentono alcuna gioia o felicità. Inoltre, la nostra vita materiale diventa costantemente più difficile. Noi continuiamo definitivamente a cadere.

Questo è esattamente quello che è supposto accadere. Ad un certo punto, i figli di Israele fuggirono dall’Egitto poiché passarono attraverso una situazione simile. Loro avrebbero voluto fermarsi là, ma furono ripresi da enormi colpi e sofferenze che non gli lasciarono altra opzione che la fuga.

Quando un Kabbalista comincia la sua auto-correzione, lui agisce come se si sforzasse di entrare in un bel mondo spirituale pieno di luce, nel futuro lucente che gli aprirà tutti gli orizzonti. Comunque, nel suo cammino, lui scopre quasi una scena opposta – dura vita interiore e carichi intensi che lo pressano immensamente. Questa pressione è causata dal fatto che non si sta muovendo in avanti nella solita maniera egoistica. Invece, attraverso la disperazione e circostanze sfortunate, lui deve passare attraverso tutti gli stadi della nascita spirituale, cioè uscire dall’Egitto, salire al di sopra del proprio egoismo, uscire al di fuori di se stesso, e sentire cosa c’è al di fuori del proprio corpo; questo è, lui vive attraverso la sensazione dei desideri altrui.

In questo mondo, il processo di nascita è accompagnato da dolori di lavoro (Tzirim in ebraico), in altre parole da (Tzarot) problemi, sofferenze, e pressione. E in particolare quei sentimenti sono dati a coloro che studiano la Saggezza della Kabbalah per aiutarli ad avanzare spingendoli in avanti nella stessa direzione in cui l’utero materno spinge il feto affinché nasca.

Comunque, la saggezza della Kabbalah non ci sta solo raccontando riguardo alla nascita di una nuova percezione e di un’acquisizione della transizione tra assorbimento e rilascio, dalla ricezione alla dazione. Non è uno studio teorico del processo; non c’entra con la filosofia. La Kabbalah ci aiuta a realizzare questo attraverso un processo di nascita spirituale.

Dopo tutto, come un feto nel grembo materno, noi dobbiamo sentirci contorti, oscuri, stretti, soffocati e il bisogno assiste questo processo su noi stessi. E’ una sensazione veramente spiacevole. Questo perché noi siamo grati alla saggezza della Kabbalah per aver cominciato a realizzare e riconoscere il processo al fine di svolgerlo facilmente e velocemente.

Grazie alla Kabbalah, noi sappiamo cosa ci aspetta; noi realizziamo che dobbiamo uscire fuori dalle nostre sensazioni interiori andando dentro il mondo esterno al fine di evitare di vedere la realtà soltanto con le limitazioni dei nostri cinque sensi; noi potremmo vedere il mondo che è fuori di noi, fuori dal grembo. Noi dobbiamo raggiungere questo stato in qualche modo. Come?

Noi necessitiamo di un’ “ostetrica” qua; dobbiamo nascere non come risultato di contrazioni dolorose che ci spingono da dietro, ma piuttosto come una forza esterna che ci tira in avanti. In questo caso, il processo di nascita sarà abbastanza facile, con le “acque”, con la proprietà della Misericordia.

Per questo, noi abbiamo bisogno di un supporto esterno che deve essere fornito dal gruppo, che provoca la forza esterna. E’ detto: ”L’uomo dovrà aiutare il suo vicino.” Il gruppo può tirarci fuori da questo mondo oscuro fino alla luce brillante; ci aiuterà a innalzare la nostra percezione della realtà al prossimo livello che non è più limitato dai cinque sensi; ma al contrario, noi cominciamo a vedere tutto attorno a noi nella Luce Riflessa senza assorbire niente dentro noi stessi, ma dirigendoci alla parte esteriore.

Perciò, i termini “dazione”, “amore” e “pietà”, tutti loro, di fatto, parlano di percezione della realtà in una qualità differente, nel cambiare i desideri di qualcuno con i desideri del suo amico. Se uno prova a trasferire le preoccupazioni primarie, da se stesso, al suo gruppo di amici, è come se uno fosse tirato fuori dall’utero, fuori da questo mondo, e andasse dietro questo regno materiale fino al mondo dell’esteriorità. In questo caso, i nostri sforzi danno l’avvio alla risposta della forza superiore, che ci aiuta ad andare attraverso questo e nascere.

Questo è il primo step che dobbiamo attraversare; è estremamente difficile. Similmente nel nostro mondo, nonostante tutte le facilitazioni per il processo di nascita per renderlo facile e sicuro, appare sempre come un miracolo simile al “miracolo dell’uscita dall’Egitto.” In questo stadio di sviluppo si trova qualcosa di nuovo e straordinario, e ancor più quando si arriva alla nascita spirituale.
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(Dal Congresso di Miami 23.06.2012, Lezione 1)

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