Pubblicato nella 'Egoismo' Categoria

Che cosa deve succedere o cambiare perché l’umanità possa evolversi?

La natura dell’uomo è il desiderio di provare piacere a proprio beneficio. È il nostro punto d’inizio, ma siamo in un processo evolutivo che ci porterà ad uno stato in cui finiremo per invertire la nostra natura e cioè quello di agire a beneficio di altri e della natura stessa.

La Natura in senso generico è all’opposto di quella dell’uomo. Essa opera con la legge dell’altruismo, dell’interconnessione e dell’interdipendenza. Di conseguenza, la Natura evolve le sue parti inanimate, vegetative e animate in modo che queste non operino contro di essa. 

In tutta la natura solo noi umani abbiamo il desiderio di sfruttarla e distruggerla allo scopo di provare sensazioni di potere e rispetto. Ci è stato dato questo ulteriore desiderio egoistico per poterci evolvere attraverso la connessione tra noi, per esempio imparare a implementare relazioni favorevoli e benefiche, invece di usare la tendenza a sfruttarci l’un l’altro e sfruttare la natura solo per gonfiare il nostro ego.

Con questa inversione della nostra intenzione, dal beneficiare solo noi stessi al beneficiare gli altri e la natura, scopriremo un nuovo mondo, con una nuova natura, cioè un mondo eterno e perfetto.

Allora vivremo liberi dall’ansia e dal dolore. Le nostre sensazioni di una vita corta, transitoria e miserabile saranno rimpiazzate dalla sensazione di un’esistenza libera dalla sofferenza. 

La sofferenza deriva dal nostro desiderio egoistico di sfruttare gli altri e la natura per il nostro guadagno personale. Perciò, sostituendo la nostra tendenza egoistica con una natura altruistica che desidera beneficiare gli altri e la natura stessa, ci scopriremo a vivere su un piano di esistenza paradisiaco.

Il paradiso è uno stato dove la comune forza dell’amore emerge tra le persone e forma la connessione di “ama il tuo vicino come te stesso”. La Natura prima o poi ci condurrà a questo stato paradisiaco e noi non avremo altra scelta che quella d’invertire la nostra attitudine l’uno verso l’altro, dall’egoismo all’altruismo, e facendo questo vivremo in una connessione di armonia ed equilibrio. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Quando la popolazione umana supererà la capacità del Pianeta Terra?

Oggi è molto diffusa l’idea che la sovrappopolazione umana sia un problema: che aumenti il riscaldamento globale,  i cambiamenti climatici e le malattie, per citarne alcuni.  

Tuttavia, in realtà, maggiore è la popolazione umana, minore è la sofferenza che ognuno di noi sopporta individualmente.

Inoltre, non percepiremmo la sovrappopolazione come un problema se migliorassimo i nostri atteggiamenti reciproci,  collegandoci positivamente gli uni agli altri, al di sopra delle nostre pulsioni egocentriche e individualistiche.

In primo luogo, in relazione all’affermazione: “più popolazione c’è sul pianeta, meno sofferenza assorbiamo”… Dobbiamo innanzitutto capire che nel mondo non esiste il concetto di persone in eccesso.

Non solo il nostro pianeta può far fronte a  molte più persone, inoltre una popolazione umana più elevata non equivale a una maggiore sofferenza. Invece, se vista dalla  prospettiva dello sviluppo dell’umanità verso il suo stato futuro unito, la formula appare così:

La quantità di popolazione divisa per la quantità di sofferenza, eguaglia la nostra capacità di esercitare la libera scelta, per connetterci al di sopra dell’ego.

In altre parole, se ci sono più persone, allora il totale della sofferenza si suddivide tra loro, e come risultato, tutti soffrono meno. Per esempio, diciamo che l’umanità ha bisogno di sopportare un milione di tonnellate di sofferenza ad un certo livello del suo sviluppo. Allora che cosa preferireste: essere parte di un’umanità di otto miliardi di persone che deve affrontare quel milione di tonnellate di sofferenza, o far parte di un’umanità di due miliardi di persone che si assume questo fardello?  È chiaro che sceglieremo l’opzione della minore sofferenza. 

Come funziona questo? Per comprenderlo, abbiamo bisogno di una visione a volo di uccello sullo sviluppo dell’umanità.

Attualmente ci troviamo in un processo che ci porta  ad un futuro dove l’umanità sarà connessa come un unico organismo, in cui ci sentiremo più vicini gli uni agli altri di quanto lo siano le nostre famiglie.  

Oggi siamo ad un bivio: possiamo continuare a seguire la strada della nostra crescente natura egoistica, nella quale cerchiamo di realizzarci in un contesto di problemi personali, sociali e globali, che si intensificano progressivamente; o possiamo esercitare la nostra libera scelta ed impegnarci in questo processo in modo positivo, connettendoci al di sopra della nostra natura egoistica e superando i problemi. 

Se ci rendiamo conto della nostra libera scelta in questo processo, e iniziamo a connetterci sopra l’ego, allora  nessuna singola persona sul pianeta sarà in eccesso. 

Al contrario, ogni persona sarà considerata come una creazione molto preziosa, inseparabile dalla società, che porta una parte significativa del carico dell’umanità. Ogni persona sarebbe importante come le cellule e gli organi del nostro corpo, ognuno dei quali  lavora per il bene dell’intero organismo, prendendosi cura l’uno dell’altro nel processo. 

Non ci sono quindi persone superflue. Ciò che è superfluo è tutto il pensiero volto a limitare la crescita della popolazione. Invece di pensare a limitare la popolazione, dovremmo pensare a come possiamo guidare la nostra popolazione in rapida crescita verso una società connessa positivamente.  

Così facendo, ci renderemo conto della nostra capacità di esercitare la nostra libera scelta e di scoprire una nuova immagine della realtà superando ciò che percepiamo abitualmente nell’ego.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Che cos’è la vera libertà, in poche parole?

La vera libertà è la libertà dalla nostra natura egoistica, in cui siamo schiavi del desiderio di godere solo per il proprio tornaconto in ogni nostra intenzione.

Quando ci affrancheremo dall’intenzione egoistica di trarre vantaggio per noi stessi, raggiungeremo la vera libertà: entreremo in uno stato di connessione positiva in cui ci piacerà beneficiare, sostenere e prenderci cura l’uno dell’altro.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Davvero il mondo è controllato soltanto da alcune famiglie?

Viviamo, eccome, in una gerarchia di potere  in cui solo poche dozzine di famiglie controllano il mondo e fanno liberamente quello che vogliono per loro stessi. Sembra che abbiano una capacità di potere infinita, come se limitassero l’umanità nell’acquisizione di informazioni vere, nell’ottenimento di cure specifiche, di cibo normale e di energie sostenibili che avremmo potuto usare da tempo al posto del petrolio. Agiscono in base ai loro scopi egoistici e alle loro posizioni.

Non abbiamo la forza di creare alcun tipo di ordine diverso nel mondo, a meno che non ci eleviamo a un livello di connessione tale, in cui iniziamo a sentire le forze positive presenti nella natura, che sono al momento a noi nascoste. Allora usciremo da questa struttura di potere in cui ci troviamo. Queste poche famiglie non possono intralciare il governo della natura e limitare il mondo nella sua forma positiva di sviluppo.

La saggezza della Kabbalah chiama queste persone al potere “angeli”. Il significato kabbalistico di questa parola è completamente diverso da quello che la maggior parte delle persone pensa. “Angeli” significa forze specifiche che sono sotto il controllo totale della forza superiore e queste di cui parliamo agiscono come ombre dei nostri difetti.

Se ci connettiamo positivamente in modo da adattarci alle forze benefiche della natura, forze di amore, dazione e connessione, neutralizziamo le forme negative di controllo su di noi. Per il momento, però, se rimaniamo distaccati nelle nostre connessioni egoistiche, ognuno che tira dalla propria parte, è come se sostenessimo il potere di quelle poche famiglie. In altre parole, siamo noi stessi la loro fonte di potere e creiamo le condizioni per la loro esistenza.

Pertanto, il nostro progresso verso un futuro armonioso e pacifico dipende dalla nostra trasformazione per connetterci positivamente. Così facendo, sentiremo agire sopra di noi forze di cura e amore assoluto, qualità che garantirebbero a ognuno l’accesso alla più perfetta, potente e infinita forma di appagamento. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

A principio siamo tutti Ebrei per nascita?

Un Ebreo è colui che sviluppa la qualità della dazione e ama l’altro come se stesso, com’è scritto nella Torah, ovvero raggiunge lo stato di “ama il prossimo come te stesso” e “l’amore coprirà ogni crimine”.

La forza positiva che riceviamo è per elevarci al di sopra della forza egoistica negativa che esiste in ognuno di noi. Detto ciò, non dobbiamo odiare la forza negativa, ma ci  rapportiamo a essa con comprensione. 

La forza egoistica negativa è la nostra natura umana con cui siamo nati, e riceviamo inoltre anche il suo opposto, la forza altruistica che poniamo sopra al di sopra dell’ ego. Il controllo della forza altruistica positiva sulla forza egoistica negativa ci porta a un livello unico in cui il desiderio di ricevere (la negativa) si unirà all’intenzione di dare ( la positiva), e con  queste due forze ci faremo del bene a vicenda.

Alla fine, tra queste due forze, inizieremo a ricercare, riconoscere, comprendere e percepire la natura.  Vedremo che queste ci arrivano dalla natura, e, tramite il loro conseguimento, riusciremo a percepire e sentire l’unicità della natura. Il nostro obiettivo è raggiungere l’unione presente in natura, che consiste di entrambe le forze,  positiva e negativa, e di aderire alla loro fonte assoluta. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Cosa possiamo imparare dagli elefanti?

Gli elefanti sono animali molto sensibili e compassionevoli. Sono gli unici animali che celebrano rituali funebri. Spesso il branco scava la buca, ricopre l’elefante morto e rimane vicino alla tomba per molti giorni. Anche quando incontrano un elefante morto che non appartiene al loro branco, si comportano come se lo fosse. Inoltre quando uno dei membri del branco è malato, se ne prendono cura, gli portano cibo e lo aiutano.

Quando vediamo tali esempi di sensibilità e compassione, possiamo porci una domanda come essere umani: cosa abbiamo noi più degli animali e c’è qualcosa che possiamo imparare qui?

Noi possediamo un desiderio in più rispetto agli animali e il problema è che lo usiamo a nostro svantaggio. Possiamo vedere un chiaro esempio di questo problema se guardiamo alle guerre infinite e alla spietata concorrenza in cui ci troviamo da sempre; ma anche nel modo in cui oggigiorno investiamo per accumulare armi su armi piuttosto che farlo per altro da cui potremo trarre beneficio. Siamo costantemente impegnati a pensare a come sfruttare, sopraffare e prevalere sugli altri.

Anche gli animali mostrano molti esempi di sopraffazione e uccisione di altri animali,  ma lo fanno per il bisogno di sopravvivenza, non perché godano dal sentirsi più grandi, più forti, più veloci e migliori degli altri, come facciamo noi gli uni verso gli altri.

Perché ci relazioniamo agli altri in modi così negativi?  Il motivo è perché così supportiamo il nostro ego, ad esempio cercando e riuscendo a soddisfare il nostro desiderio di denaro, di rispetto o potere. Noi non proviamo a prevalere sugli altri per il solo bisogno di sopravvivenza.

Quindi se consideriamo il fatto che abbiamo desideri egoistici più grandi che usiamo a scapito degli altri, possiamo dire che non siamo a nessun livello superiore rispetto agli animali.

Se desideriamo realizzare al massimo il nostro desiderio aggiuntivo e mostrare davvero che siamo creature più nobili, dobbiamo elevarci al di sopra dei nostri desideri egoistici, quelli al fine di portare beneficio a noi stessi a spese degli altri, e raggiungere una condizione di amore comune reciproco, la condizione di “ama il tuo prossimo come te stesso”. In altre parole, piuttosto che proprio il proprio beneficio a spese degli altri, dobbiamo dare priorità al beneficio degli altri sul nostro.

Come risultato raggiungeremo una condizione eterna e perfetta, che è il motivo per cui siamo stati messi qui.

Tutto in natura, a livello inanimato, vegetale e animale, tranne che a quello umano, si trova in un’interazione armoniosa e solo noi umani rompiamo questo equilibrio con l’uso a nostro favore del desiderio aggiuntivo che abbiamo.

Dobbiamo quindi pensare a come passare dalla modalità di priorità “a mio beneficio a spese degli altri” a quella “per il bene degli altri” e usare noi stessi a vantaggio degli altri. Questo perché invertendo la nostra intenzione e attitudine verso altri, ossia passando dall’egoismo all’altruismo, scopriremo nientemeno che un mondo perfetto per tutti.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Il Punto di biforcazione dell’egoismo

Commento: C’è un costante rinnovamento dei beni di consumo e delle tecnologie. Per esempio, viene rilasciata appositamente una nuova versione di un computer, rispetto alla quale la vecchia versione è più lenta, in modo che la gente ne acquisti una nuova. Lo stesso modello di idiozia generale è in tutto.

La mia risposta: Questa è una palla di egoismo, una fiera della vanità nelle ultime fasi della sua esistenza. L’umanità annienterà se stessa.

Commento: La cosa più interessante è che in realtà questo non viene fatto per un individuo. E la gente lo capisce.

La mia risposta: Ma non possono farci niente. È così che funziona l’egoismo. Come risultato di questa corsa arriveremo al punto di dover distruggere la nostra natura altrimenti non sopravviveremo. Questo ci sta uccidendo.

Diciamo che sei in buoni rapporti con gli altri eppure devi pungerli  perché così è la nostra natura. È come tenere un serpente sul tuo petto. È caldo e piacevole per il serpente, ma  comunque deve morderti!

Così, ci convinceremo gradualmente che dobbiamo assolutamente fare qualcosa con noi stessi.

Ma, fino a quando non ce ne renderemo conto, ci uccideremo l’uno con l’altro. Questa sarà la deliberata distruzione di tutte le fondamenta della civiltà!

Queste cose buone che abbiamo fatto per molti anni ora le distruggeremo sistematicamente e staremo uno di fronte all’altro come selvaggi. Parlando in senso figurato, ci vedremo chiaramente in piedi l’uno contro l’altro in pelli d’animale, con bastoni in pugno.

Commento:     In passato eravamo in stretto contatto con le guerre poiché erano frequenti ma gradualmente  le abbiamo allontanate da noi e, grazie a ciò, la popolazione  della Terra è raddoppiata dagli anni ‘50 del XX° secolo.

La mia risposta: Ovviamente, perchè siamo passati alla guerra fredda. Ora, stiamo tornando indietro di nuovo. Allora era ancora considerata progresso. Ora, abbiamo raggiunto un certo punto e dobbiamo tornare indietro. Ma cosa possiamo fare con questo?

Quando l’egoismo si sviluppa, supera il punto di biforcazione e inizia a lavorare contro se stesso. Proprio come un individuo che mangia molto, dorme molto, ma non può resistere perché deve soddisfare i suoi desideri, anche se gli sono dannosi.

 

[308909]

Da “I Got a Call” di KabTV. Nuovi oggetti di morte” 21/04/12

 

Materiale correlato:
Come diventare la versione migliore di se stessi?
Cosa possiamo cambiare?
La vita basata sull’egoismo

Contenuti scritti ed editati da studenti basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come diventare la versione migliore di se stessi?

Possiamo diventare la versione migliore di noi stessi quando ci rendiamo conto che dobbiamo portare alla realtà l’amore reciproco.

Quando raggiungiamo uno stato di amore per gli altri, esercitiamo la nostra energia in quell’amore e non desideriamo nulla per noi stessi, ma solo la possibilità di aiutare, sostenere e incoraggiare le persone.

Realizzare questa capacità significa superare la forza egoistica che è in noi, la natura umana, il nostro desiderio di godere a spese degli altri, con la forza altruistica della natura. Con questo superamento, raggiungiamo l’equilibrio con la natura.

La forza egoistica rimane dentro di noi. Agisce come un meno, e così il meno e il più, la forza altruistica, interagiscono in modo ottimale per raggiungere il nostro obiettivo comune: l’unificazione di tutti e di tutto in un unico insieme.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Cosa possiamo cambiare?

Contrariamente a molte opinioni, non dobbiamo cambiare le strutture economiche, sociali e politiche e altre sovrastrutture della società.

Dobbiamo cambiare noi stessi. E possiamo farlo attraverso l’educazione.

Cambiare noi stessi significa cambiare il nostro approccio egoistico ed egocentrico alla vita, che ci fa desiderare di godere a spese degli altri e della natura, con il suo opposto: l’intenzione altruistica di beneficiare gli altri e la natura.

L’educazione di cui abbiamo bisogno per realizzare questo cambiamento è quella che ci guida a connetterci positivamente attraverso l’emergere  dell’importanza di beneficiare gli altri rispetto a noi stessi. Si tratta di conoscere  la natura egoistica che dimora dentro di noi, le leggi altruistiche della natura al di fuori di noi, come queste leggi operano attraverso i livelli inanimati, vegetativi, animati e umani, come l’universo e l’umanità si sviluppano costantemente verso livelli sempre più alti di unificazione, e come allinearci, volontariamente e consapevolmente, con la forma unificata superiore verso cui la natura ci sta facendo evolvere.

Non possiamo cambiare nulla senza subire questa auto-trasformazione, perché ognuno di noi deve essere alla base di ogni nuovo cambiamento che si manifesta. Inoltre, oggi in particolare, ci troviamo in un periodo di transizione in cui sentiremo sempre più la pressione di subire questo cambiamento dal nostro approccio egoistico alla vita, che ci distacca gli uni dagli altri e dalla natura, a un approccio altruistico che ci connette e ci avvicina alla natura.  In più, questo cambiamento ci darà una nuova sensazione di eternità e di perfezione che non abbiamo mai sperimentato nel nostro attuale assetto egoistico.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

In quanto tempo riusciremo a riempire il mondo di amore?

Tutti vorremmo vivere in un mondo pieno d’amore, ma allo stesso tempo pensiamo che sia impossibile.

Ma cosa succederebbe se potessimo vivere in un mondo pieno d’amore?

Attualmente viviamo in un mondo ostile. Ci troviamo sempre più spesso a combattere e a competere gli uni contro gli altri, con il risultato di peggiorare le nostre vite.

La nostra natura egoistica, che ci fa desiderare di trarre vantaggio per noi stessi a spese degli altri, inizia a rivoltarsi contro di noi, poiché non possiamo mai soddisfare i nostri desideri crescenti, e allo stesso modo riversiamo nel mondo sempre più rabbia e crudeltà, che si ritorcono negativamente contro di noi.

Ora immaginiamo di poter spostare la nostra visione del mondo e le nostre relazioni verso una direzione di amore e di rispetto.

E se potessimo improvvisamente cambiare il mondo in modo che nessuno sfrutti o faccia del male agli altri?

Vedremmo allora un mondo opposto, in cui le nostre paure, le nostre ansie e le nostre sensazioni negative in generale si sposterebbero in una direzione positiva: quella del sostegno, dell’incoraggiamento e dell’amore reciproco.

L’amore ci obbligherebbe a desiderare, pensare e agire in modo ottimale. Smetteremmo di doverci tenere occupati con una serie continua di produzioni, pubblicità, usi e sprechi inutili.

Se l’amore riempisse il mondo, allora anche se nessuno lavorasse, i nostri bisogni sarebbero comunque soddisfatti perché non avremmo alcun desiderio di eccessi. Al contrario, un’atmosfera di amore e di considerazione reciproca ci soddisferebbe completamente.

L’ego umano esagerato di oggi ci porta a un crescente contrasto con la natura, poiché circa il 90% di ciò che produciamo non è necessario, mentre la natura stessa produce solo ciò che è necessario. In natura, ogni cosa viene ripetutamente utilizzata al 100% delle sue capacità.

La natura funziona come un sistema integrale chiuso e la nostra influenza all’interno di essa è un’eccezione. Cioè, la nostra produzione non ritorna alla natura nella sua forma naturale, ma piuttosto in una forma distorta che apporta tossine e veleni all’ambiente.

Se invece ci relazionassimo con amore gli uni con gli altri, allora puliremmo il mondo. Un atteggiamento amorevole e premuroso tra di noi sostituirebbe le nostre richieste di eccesso e surplus, e raggiungeremmo un ritrovato equilibrio tra di noi e con la natura.

Inoltre, fino a quando non si opererà una profonda trasformazione dei nostri atteggiamenti reciproci, grazie alla quale l’amore sostituirà l’odio mentre la cura e il sostegno sostituiranno l’indifferenza e l’apatia, più investiremo in mezzi tecnologici per pulire il mondo senza sistemare i nostri atteggiamenti reciproci, più il nostro mondo aumenterà progressivamente il suo inquinamento.

Questo perché la natura ci chiede, in ultima analisi, di entrare in equilibrio tra di noi, nei nostri atteggiamenti reciproci, per creare un’atmosfera di amore e considerazione reciproca in tutto il mondo. Finché non lo faremo, la natura continuerà a ricordarci che i nostri sforzi per risolvere l’accumulo di problemi senza sistemare i nostri atteggiamenti reciproci ci porteranno solo ad avere sempre più problemi e sofferenze.

Per sviluppare relazioni d’amore nel nostro mondo, dobbiamo esercitare la nostra attenzione, considerazione e responsabilità gli uni verso gli altri. Così facendo, parteciperemo reciprocamente al sistema integrale della natura e solo allora saremo testimoni di un nuovo mondo amorevole che risolverà la miriade di problemi e di crisi che oggi si abbattono su di noi.

Contenuti scritti ed editati da studenti basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.