Pubblicato nella 'Spiritualità' Categoria

La salute è una necessità spirituale

Domanda: Il grande pensatore e medico Rambam ha portato una serie di verità assolute, una delle quali si afferma: “Vivere sano è una necessità spirituale”. Potresti commentarla?

Risposta: La nostra salute è una delle condizioni di equilibrio generale tra l’uomo e la natura, l’equilibrio della persona stessa e la sua adesione con il Creatore. È per questo che l’equilibrio su tutti i livelli, mentale, morale, fisico, etico, spirituale, e fisiologico, è uno e lo stesso sistema di equilibrio completo. Non vi è dubbio che una persona che, in futuro, insieme con l’intero mondo raggiungerà la completa correzione, riceverà da tutti i lati solo feedback positivi, e questo equilibrio generale lo renderà assolutamente sano.

Possiamo parlare di eternità, infinito, e vita eterna, ma tutto questo non fa per noi in questo momento. Non capiamo tutti quegli straordinari cambiamenti che possono verificarsi in una persona in quanto, secondo le nostre nozioni attuali, il corpo materiale non può esistere per sempre. Ma non è questo il punto.

Il fatto è che questo è possibile solo quando l’essere umano sarà incluso nel sistema generale, quando tutte le persone nel mondo saranno interconnesse correttamente, si integreranno e bilanceranno tra loro a tal punto che la salute di tutti, sarà determinata dalla corretta salute di tutti gli altri.

Domanda: Quando Rambam dice che la salute fisica è una necessità spirituale, che cosa si intende con la parola “spirituale”?

Risposta: Il mondo spirituale significa il futuro stato spirituale di una persona, quando essa sale sopra la sua parte animale e comincia a fare la sua parte spirituale sana, la parte che, al momento, non è sentita da nessuno tranne che dai Kabbalisti. Ogni persona lo possiede da qualche parte al suo interno, allo stato embrionale, simile a come un bambino incorpora potenzialmente il suo futuro bambino, cioè, la parte spirituale di una persona non si manifesta in alcun modo.
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(Da Kab.TV “La Medicina del Futuro” 07.04.2013)

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Le differenze tra la Luce ed il Buio

Ci sono molte “onde” di desideri dentro di noi. Da dove arriva questa separazione in molte parti, livelli, aspetti, forme e così via? Il fatto è che la Luce, che è pura dazione, entra nel desiderio, la cui natura è la ricezione.

La Luce ed il buio sono stati collegati insieme attraverso delle opposte caratteristiche al tempo della frantumazione. Di conseguenza, tutte le Luci sono incorporate in tutti i desideri individuali e formano delle innumerevoli combinazioni. Le differenze e le sfaccettature nella comprensione, percezione e nell’analisi, l’ampio spettro di colori, suoni, gusti, e odori derivano da questo.Tutto arriva dalle varie combinazioni formatesi durante il legame tra le Luci ed i desideri.

E’ proprio grazie a questa molteplicità che scopriamo il Creatore. Altrimenti ci percepiremmo sul fondo del livello inanimato di Malchut del mondo dell’Infinito.

Questa varietà ci rende possibile di staccare strato dopo strato, di chiarire l’essenza, e di distinguere le differenze tra le possibili combinazioni delle Luci e dei vasi. Quindi, incominciamo a scoprire il Creatore in contrasto alla creatura: passiamo dall’ “esistenza dall’assenza” all’ “esistenza dall’esistenza”, “la strutturazione” del vaso e della Luce, Luce e buio. Questo è il nostro lavoro. Quindi, nella spiritualità, in ogni momento, realizziamo miliardi di correzioni, raggiungendo i più piccoli dettagli.

E’ uguale alla classificazione e alla chiarificazione della materia nel nostro universo. C’è stato un tempo in cui sembrava un compito impossibile da realizzare, ma non lo è stato. La reciproca integrazione ci permette di lavorare simultaneamente in tutte le direzioni, in modo che anche una piccola azione produca miliardi di risultati nell’intera Malchut.

Oggi, questo disegno ci è ancora tenuto nascosto, sebbene continuando, riusciremo a chiarire ed identificare molte sfumature e delle componenti più profonde. Questo sarà per noi possibile quando inizieremo a distinguere tra dazione e ricezione in ogni parte.

Sono in grado di comprendere nella sua forma spirituale solamente un desiderio corretto, come uno dei 613 desideri, nel quale il Kli è diviso. Fino alla correzione, io affronto solamente il “mostro egoistico”, il Faraone, che non può essere diviso in parti, nel quale nulla può essere chiarito. Fintanto che la Luce non è arrivata, io non sarò in grado di percepire alcun desiderio e di vedere come attivarlo per il bene della dazione al di sopra del mio ego, non sarò in grado di discernere i suoi aspetti separati. La sola cosa che percepisco nell’Egitto sono le dieci piaghe…
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(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04.2013 “Introduzione al Libro dello Zohar“)

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Uscire dalla mia pelle

Essere uno Tzadik (giusto) significa giustificare il Creatore in tutte le circostanze. Alla persona viene dato ogni stato per aiutarla a voler andare al di fuori della sua pelle in una tale misura che il buio si addensa intorno ad essa, e questo è un aiuto molto grande che il Creatore manda a chi è pronto ad essere uno Tzadik.

La persona si trova in situazioni che sono inaccettabili per il suo ego in modo che sarà pronta ad uscire da se stessa. Ci è chiaro che il mondo spirituale è al di sopra di questo mondo fisico.

Pertanto, tutto ciò che è fisico deve morire, ma non si tratta della normale morte di tutti gli esseri umani, ma piuttosto, che una persona, se stessa, sarà d’accordo che tutti i suoi valori terreni moriranno. E in tal modo, acquisisce il livello successivo: la vita spirituale.

Egli esce dal suo corpo, si libera da ogni interesse personale per ciò che gli accadrà, e va al di sopra di tutte le situazioni in cui il Creatore lo mette. Egli concorda con queste circostanze, accettandole felicemente come costruttori del suo nuovo livello spirituale, perché esse lo innalzano al di sopra delle sue condizioni fisiche, portandolo al di fuori dei limiti della sua pelle e, in particolare, gli rendono possibile chiedere l’adesione con il Creatore dall’interno dell’oscurità. L’unica inclinazione che la persona avrà è quella di dare piacere al Creatore, mentre egli, lui stesso, si trova nel buio.

In questo, egli vede la sua salvezza, la sua partenza dall’esilio. Al di fuori della sua pelle, sente la vita vera, perché lui può soddisfare il Creatore, senza alcuna considerazione di sé. Così, sconfigge le tenebre, la sofferenza, la paura, l’ansia e la vergogna che sente, che sono stati rivelati intenzionalmente per indicare a lui i suoi limiti corporei e per aiutarlo a salire al di sopra di sé.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 04.04.2013, Shamati 36)

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In prima linea sul palcoscenico della storia

Domanda: Se non c’è alcun desiderio per la spiritualità, come lo possiamo risvegliare?

Risposta: Ci troviamo in uno stato in cui o ci risvegliamo da soli verso il progresso spirituale o sarà l’avanzamento a risvegliarci. Nel corso della storia, dal Big Bang che ha dato inizio all’universo fino ad oggi, ci siamo sviluppati attraverso la forza della natura che ci ha spinti in avanti per mezzo della sofferenza. Questo è ciò che viene chiamato evoluzione. Ogni volta, non avendo scelta, abbiamo abbandonato lo stato in cui ci trovavamo e ci siamo spostati nello stato successivo che sembrava migliore. Ci siamo sviluppati in uno stato migliore fino quando non abbiamo incominciato a sentire che non era più così buono e ci siamo spostati nello stato successivo che sembrava ancora migliore.

A meno che sentiamo che lo stato in cui ci troviamo sia insopportabile, non lo abbandoneremo poiché il nostro ego cerca l’immobilità. Perché dovrei cambiare qualcosa se mi sento bene? Se il mio braccio adesso sta bene così, non lo muoverò, ma se sento che un’altra posizione è migliore e come sono adesso non è così comodo, allora queste sensazioni mi spingeranno a muovermi.

Ciò significa che non mi muovo mai di mia spontanea volontà, e che ci sono sempre delle forze che mi influenzano e che mi mettono in funzione. Cosa sono queste forze? Il braccio, come parte del corpo animato, sente che così non sta bene e che si sentirebbe meglio se si muovesse un pochino e allora si muove.

E’ lo stesso con tutto quello che c’è nella vita. Non è neanche diverso da come soffia il vento: c’è della pressione in un punto e una mancanza in un altro, un vuoto, e così le masse d’aria si spostano da un punto all’altro. Ci devono sempre essere due forze: una che spinge e una che tira.

E’ così che è sempre stato nell’evoluzione della società umana che è passata attraverso molte trasformazioni da uno stato all’altro. La forza negativa ha spinto l’evoluzione da dietro e la forza positiva ha tirato l’evoluzione dal davanti, nella speranza di qualcosa di buono.

Ora, ci troviamo in uno stato molto speciale. In che modo è diverso da tutti gli altri stati?
Di solito funzionava con la presenza dello stato uno (1) e dello stato due (2). Nel secondo stato scoprivo un più (+) e nel primo stato un meno (-). Nel primo stato la forza respingente operava su di me e nel secondo stato lo faceva la forza trainante. Io mi muovevo da uno stato all’altro per mezzo di queste due forze. E’ la naturale evoluzione senza libero arbitrio.

Lo stato nel quale mi trovo adesso è diverso poiché ho il libero arbitrio. Nello stato attuale, scopro un meno (-) molto grande, ma non scopro la forza negativa, che riesce a malapena a spingermi in avanti. Allora una bella domanda si presenta (?); Che cos’è lo stato del libero arbitrio? Come posso essere guidato qui, sapere per quale direzione andare, cosa fare, e cosa ne sarà di me? L’aiuto è solamente nella saggezza della Kabbalah.

Altrimenti è impossibile comprendere cosa dovremmo fare, poiché in tutti gli stati precedenti siamo passati da un livello di sviluppo umano all’altro, mentre adesso ci dobbiamo muovere dal livello umano a quello divino, al livello spirituale. Perciò, non possiamo comprendere come avanzare e ci troviamo di fatto nel buio. Questo è tutto il problema.

Quindi, da una parte, si tratta di libero arbitrio, poiché non è il corpo animale che ci detta verso dove ci dovremmo muovere. Io mi sento senza aiuto e la scelta si trova di fatto al di sopra della ragione.

Quindi, non c’è niente che possiamo fare senza la divulgazione della saggezza della Kabbalah. A questo proposito la nazione di Israele è di adempiere alla sua missione e questa è la ragione per cui ci troviamo in questo stato di così grave pericolo. Ora, andiamo verso la prima linea sul palcoscenico della storia e sebbene siamo sempre stati degli “osservati speciali”, oggi lo siamo più di prima.
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(Dalla 4.a parte della lezione Quotidiana di Kabbalah del 19.03.2013, “Introduzione al Libro dello Zohar).

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Il desiderio rappresenta un bersaglio per la Luce

Domanda: Potremo mai dimostrare che tutta la materia della creazione è il desiderio di ricevere?

Risposta: Chiedi ai fisici, ed essi ti diranno la stessa cosa, ma con parole diverse. Ci sono alcuni principi di base, come la seconda legge della termodinamica, e ci sono diverse costanti naturali. Se scaviamo un po’ più a fondo, ci troveremo di fronte al concetto di massa. Dietro la massa, c’è l’energia, e, dietro l’energia, qui la conoscenza scientifica giunge ad un vicolo cieco.

Possiamo dire che c’è una forza dietro l’energia, ma che cosa è quella forza? Come possiamo descriverla? Gli scienziati stanno cercando di trovare queste basi, e quando la loro ricerca sarà completata, tracciando una linea dai loro studi per il desiderio di ricevere, il desiderio di mantenere la sua esistenza ancora su tutti i livelli della natura: vegetale, animato, e parlante.

Anche se parliamo del fenomeno più elementare, è sempre sulla sua natura. Ci riferiamo a qualcosa che vuole sostenersi nella sua forma di esistenza. Questo è il desiderio di ricevere, il desiderio di esistere. Senza questo, non ci sarebbe nulla, nemmeno per un breve periodo. In questa fonte, non esiste neanche il tempo.
Così, il desiderio precede ogni cosa, e, al di là di questo, ci sono diverse forme che assume su di sé.

Tutte le scienze e le saggezze parlano di ciò che l’uomo scopre qui nel quadro della realtà corporea. D’altra parte, la saggezza della Kabbalah non parla del nostro desiderio egoistico che è tipico solo di questo mondo, ma di un desiderio precedente, circa una forza che non è ancora rivestita di nulla.

Domanda: Può essere studiata al di fuori della saggezza della Kabbalah?

Risposta: No, al di fuori della saggezza della Kabbalah, semplicemente non abbiamo gli strumenti necessari. Non possiamo costruire un acceleratore che bombarda il desiderio e registra le sue risposte. Questo avviene perché è molto più profondo del micro-mondo, più profondo degli effetti quantistici. Pertanto, è possibile lavorare solo con essa dentro di te quando si diventa la “zona”, su cui arriva la Luce. Colpisce il desiderio, e, come risultato del loro incontro a seguito della collaborazione tra loto – si creano diverse particelle, in base al quale scopri la Luce che Ritorna che scende ad un livello inferiore ed evoca in te nuove Reshimot (geni spirituali).

Lo schema elementare, secondo la saggezza della Kabbalah, è un Masach (schermo) che inizia a salire da Tabur. Nel livello successivo, c’è Zivug de Haka’a (accoppiamento mentre si colpisce), e la Luce che Ritorna ridiscende da un livello all’altro, superando così la differenza di energia nello stato precedente. Da lì, si “getta” Tagin sulle lettere (“corone” sopra le lettere), e, infine, le differenze di energia portano a differenze di frequenze, le differenze di attributi. Questo confronto consente di discernere i dettagli e mettere insieme il quadro generale.

È proprio come un bambino assaggia tutto, e inizia così a conoscere il mondo in quanto il gusto è il senso principale che può utilizzare e su cui possa fare affidamento in questo momento. Nella spiritualità, le nuove Luci che si rivelano nel desiderio sono chiamate “sapori”. Esse ci aiutano ad imparare che cosa sta succedendo.

Quindi, la questione che il bersaglio che la Luce colpisce in realtà sono io, il mio desiderio di ricevere. Proprio come gli scienziati che bombardano i loro bersagli con le particelle, aumentando la loro energia, anche noi facciamo la stessa cosa, non con la materia corporea, ma con la materia del desiderio, elevandoci dalla fase quattro alla fase tre, alla fase due, e così via.

Pertanto, non si può parlare con gli scienziati in merito a tali questioni. Di tutte le scienze, la fisica è la più vicina alla saggezza della Kabbalah. Parliamo di fenomeni concreti e forze.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 14.03.2013, “Introduzione al Libro dello Zohar“)

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Cosa cercare nell’assemblea degli Amici

Rabash, “Cosa Cercare nell’Assemblea degli Amici”: è lo stesso con l’amore degli amici. Bisogna fare un grande sforzo quando un uomo si trova a dover giudicare gli amici sulla scala del merito, e non tutti sono pronti a farlo.

Talvolta, è anche peggio. Qualche volta, un uomo vede che il suo amico non ha rispetto verso di lui. Ancor peggio, sente delle chiacchiere calunniose, nel senso che sente da un amico che questo amico, che si chiama pinco pallino, ha detto di lui delle cose che non sono carine per un amico da dire l’uno dell’altro. Ora, egli deve trattenere se stesso e giudicarlo sulla scala del merito. Il che, in verità, è un grande sforzo…Tuttavia, se questa persona lo calunnia, da dove il suo amico raccoglierà la forza di amarlo? Egli sa per certo che egli lo odia, altrimenti non lo starebbe calunniando, quindi che senso ha che egli si trattenga e lo giudichi sulla scala del merito?

La risposta è che l’amore per gli amici si costruisce sull’amore per gli altri, attraverso il quale essi possono conseguire il Creatore, è opposto a ciò che normalmente viene considerato come amore per gli amici. In altre parole, l’amore per gli altri non significa che gli amici mi ameranno. Piuttosto, sono IO che devo amare gli amici. Per questa ragione, non fa differenza se l’amico lo sta calunniando  certamente lo deve odiare. Invece, un uomo che desidera acquisire l’amore degli altri ha bisogno della correzione dell’amore per l’altro.

Perciò, quando un uomo compie lo sforzo e lo giudica sulla scala del merito, si ha Segula [rimedio/potere/virtù], da qui in poi il grande lavoro che l’uomo compie, che è chiamato “il risveglio dal basso“, gli viene data la forza dal basso per essere capace di amare tutti gli amici senza eccezioni.

Si tratta di una domanda difficile. L’atteggiamento di un uomo verso il gruppo ha degli aspetti diversi. Primo, io devo vedere il gruppo nello stato perfetto alla fine della correzione e comprendere che “Colui che incolpa un altro lo fa attraverso i propri difetti”. Quindi, devo vedere i miei amici come se fossero perfetti, e, se noto dei difetti, è un segno delle mie qualità non corrette. Io devo provare costantemente a giudicare gli amici sulla scala del merito, e questo mi mostra come mi dovrei correggere e come dovrei chiedere la forza della correzione.

Dall’altra parte, devo verificare cosa posso aggiungere al gruppo in modo che aumenterà la sua influenza su di me – il che eleverà il mio spirito, mi darà forza, e mi farà sentire sicuro. Al fine di riuscirci, ho bisogno di una prospettiva critica del gruppo in modo da poter vedere come può essere migliorato e dove manca la sua completezza. Io aspiro costantemente ad innalzarlo, e, così, al momento, lo devo vedere come imperfetto, ed in questo modo avrò qualcosa su cui lavorare. Investo delle forze nel gruppo ed in questo modo diventerà forte e si eleverà.

Tuttavia, se non ci si riferisce all’atteggiamento di un uomo verso il gruppo, ma allo stato del gruppo stesso e alla sua influenza su tutti gli amici, allora il gruppo deve essere forte abbastanza da far sentire tutti al sicuro e tenere ciascun membro ad una certa altezza, per guidarlo e tenerlo su di morale in modo che non potrà cadere. Questa è la ragione per cui dobbiamo vedere il vero stato del gruppo poiché siamo noi che lo costruiamo, e non ci possiamo accontentare dell’idea che sia già nel mondo di Ein Sof (Infinito) in uno stato perfettamente corretto.

Dobbiamo vedere come possiamo innalzare il gruppo, in modo che il gruppo ci innalzerà. Al fine di riuscirci, io devo uscire da me stesso, incorporarmi nella società, e fare in modo che il veleno della calunnia non lo faccia morire, ma che solamente la grandezza dello scopo e l’amore per tutti, senza eccezioni, risieda in esso. Poi, questa sensazione e questo sostegno passeranno ad ogni singolo amico e li obbligherà ad amarsi nello stesso modo.

Ci sono diverse sfumature in base al tipo di gruppo, che si tratti di un gruppo di principianti o di un gruppo di studenti più avanzati, di un gruppo di donne, di uomini, o un gruppo misto. In ogni caso, ci sono dei rapporti speciali, ma le due condizioni basilari sono l’atteggiamento di un uomo verso il gruppo che è perfetto e l’atteggiamento verso il gruppo che ha bisogno di essere innalzato al fine di irradiare questa perfezione su di noi. Come sempre, ci sono due poli opposti in tutto.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 19.03.2013)

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Dalla teoria alla pratica

Domanda: Si sa che se un uomo non diventa egli stesso un padre, non può capire cosa significhi esserlo. Anche i numerosi esempi che ha davanti a sé non possono aiutarlo, fino a quando non assumerà le responsabilità di un padre e sentirà i doveri, la cura e l’amore. Anche gli stati futuri vengono studiati teoricamente, senza capire cosa voglia dire in realtà essere responsabili del livello inferiore….

Risposta: Assolutamente. Però, a noi viene data la possibilità di realizzarlo. Prima di tutto, una persona si annulla davanti all’insegnante, al gruppo, agli studi, al mondo e al Creatore. Restando nel vostro ambiente, verificate fino a che punto siete in grado di avanzare in questa direzione. In questo modo, vi preparerete per un auto-annullamento qualitativamente maggiore.

Domanda: Ma questo non è ancora reale – è un auto-annullamento teorico. Proprio come un uomo ascolta dei consigli sul vivere sano fino a quando la malattia non lo costringe a seguire le indicazioni del dottore.

Risposta: Ecco perché il nostro metodo contiene alcune parti. Il mondo ha un’influenza su di voi; vi unite ad un gruppo che studia con un insegnante attraverso dei libri speciali scritti dai saggi. In questo caso siete influenzati da una gamma di fattori e, inoltre, dovete percepire che la forza superiore è dietro a tutto questo, e che non c’è niente a parte questa forza. E allora, in base a queste manifestazioni, vedrete come annullarvi davanti ad esse.

Inoltre, esse vi spiegano che in realtà il “quadro” esterno è intrecciato con le nostre parti interiori della percezione: dovete unirvi ad una di queste parti e rifiutare le altre.

In una parola, vi viene dato un campo dove lavorare e tutto dipende se lo accetterete oppure no. Non vi potete isolare dagli altri, “Che cos’è un insegnante per me? Tutto è chiaro senza un insegnante. Perché ho bisogno degli amici? Ho la mia testa. Posso capire meglio i libri da solo che con gli altri. Non devo niente al mondo, può bruciare…”

Invece, se sentirete di aver bisogno di tutto questo, che questa è la proiezione della vostra anima, vi dovrete avvicinare a queste parti, includerle in voi stessi in base al principio “Io abito in mezzo al mio popolo“, allora il quadro appare in una luce diversa. In questo modo, aumenterete la vostra sensibilità, andrete verso il cambiamento, e risparmierete un sacco di tempo. Inoltre, il vostro atteggiamento verso il cambiamento si trasformerà; adesso lo desidererete.

Questa è la preparazione, un passaggio obbligatorio prima del passaggio dalla teoria alla pratica.
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(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 11.03.2013, ”Introduzione al Libro dello Zohar”)

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“Perché questa notte è diversa da tutte le altre notti?”

Domanda: La notte del Seder di Pasqua è una notte speciale per il popolo di Israele. Si pensa che durante questa notte questo popolo sia nato e abbia iniziato il suo nuovo cammino. In che modo quindi questa notte dell’esodo dall’Egitto è così unica?

Risposta: La persona comincia a sentire che si trova nell’esilio egiziano, in condizioni di schiavitù dal suo ego, che si chiama Faraone, e che è necessario allontanarsi dal suo dominio, fuggire, ma non ne è capace. Comincia a urlare interiormente, non è più disposto a sopportare una vita come questa. Investe uno sforzo per quanto riguarda il gruppo, l’ambiente, l’insegnante, e i libri. Sente davvero di essere in prigione, nell’oscurità.

Poco a poco sprofonda in uno stato che si chiama “l’oscurità dell’Egitto,” la notte dell’esodo dall’Egitto. Questa notte è assolutamente buia, non gli viene lasciata nessuna speranza, nessuna possibilità nella vita. Non sente di essere pronto a continuare a vivere nel suo ego, dal momento che odia tutti, e non è in grado di relazionarsi bene con nessuno.

Egli si sforza di amare gli amici, di amare l’altro come se stesso, ma vede il contrario, diventa sempre peggio. Il Faraone in lui, il suo ego, diventa più forte e più brutale. Così, alla fine, la persona è distrutta, perché vede che non ha alcuna possibilità di lasciare questa servitù.

Egli passa attraverso stati interiori molto difficili, che in ultima analisi sono ammassati insieme: tutti i suoi tentativi di fuga dal suo ego, di salire sopra di esso, tutte le vittorie dell’ego gli mostrano come fortemente questo Faraone lo tiene dall’interno. Egli si trova veramente nel bel mezzo della lotta tra due forze: da un lato, la persona spinge dal momento che desidera essere libera, e dall’altra parte, l’ego pende sulle sue gambe e non lo lascia fuggire.

Queste due forze, infine, raggiungono la vetta della lotta tra loro, e la persona che si trova tra di loro, si sente nel buio più assoluto. Questo stato è chiamato la notte dell’esodo, le tenebre dell’Egitto. E così all’improvviso sente il richiamo da questo buio: “Devi lasciare! Sei pronto a fare questo! Puoi alzarti e fuggire dal tuo ego, qui ed ora, a mezzanotte, cioè, dallo stato più scuro. Non portare nulla con te nel nuovo stato, ad eccezione di quelle cose di cui hai realmente bisogno per la dazione, per il raggiungimento dell’unione, della connessione e dell’amore “.

In questo caso la persona è pronta a partire e fuggire dal suo ego, vuole elevarsi al di sopra di esso. Questo si chiama la sua nascita spirituale.
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(Da Kab.TV, “Scritti dei Kabbalisti: La Notte del Seder di Pasqua” del 04.03.2013)

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Al cuore non si comanda

Domanda: Vogliamo cambiare la nostra intenzione. Questo significa cambiare i nostri pensieri?

Risposta: Stai distinguendo il pensioro dal desiderio ma nella spiritualità vale il contrario, colleghiamo questi due. Ciò accade per via del fatto che il pensiero è in realtà un risultato del desiderio. In questo mondo la mente opera sui desideri, il cervello influenza il cuore, ma sono separati. Nella spiritualità il desiderio è il cuore e l’intenzione è la mente e questi sono mutulmente collegati.

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(Dalla quarta parte della Lezione quodidiana di Kabbalah del 21.03.2013, “Introduzione al Libro dello Zohar”)

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Il mondo intero è in esilio, tutta la Terra è l’Egitto

Per una persona che è già uscita dal suo Egitto interiore la notte del Seder di Pasqua rappresenta una festa in cui subisce ancora una volta gli stessi stati del suo esodo, nello stesso ordine (Seder), e si rallegra per la sua liberazione. Questo lo aiuta a salire al grado successivo, di volta in volta, sempre più in alto.

Per questo motivo, è scritto che in ogni generazione, cioè, in ogni stato, in ogni fase della crescita dell’egoismo, una persona deve vedere se stessa come se fosse appena uscita dall’Egitto. E tutte le correzioni che effettua sul suo egoismo saranno sempre accompagnate dal ricordo dell’esodo dall’Egitto. Solo dopo che una persona supera il suo ego, può eseguire azioni di dazione le quali vengono chiamate comandamenti.

Durante la notte di Pasqua tutti si siedono al tavolo della festa con la propria famiglia leggendo riguardo la libertà e le sofferenze della schiavitù, e, ovviamente, provano un dolore interiore, desiderando la liberazione. Questa festa risveglia di nuovo tutte le domande riguardo la schiavitù e la libertà. Ora, come possiamo ottenere la libertà, arrivare ad una nuova vita, ad un nuovo stato?

Dobbiamo renderci conto che oggi siamo entrati in una nuova era, e se non comprendiamo la nostra missione, come il popolo d’Israele che esce dall’Egitto, non saremo in grado di sopravvivere sia come paese che come popolo. Non saremo in grado di essere ebrei, perché questa è la nostra missione, dobbiamo inviare il messaggio al mondo per raccogliere tutti, insieme a noi, dall’ egoismo generale, grazie al quale ci troviamo nell’attuale situazione di crisi.

Questa crisi si espande sempre di più e volutamente ci spinge in modo che finalmente vogliamo uscirne con il mondo intero. Per questo, dobbiamo dare l’esempio agli altri. Celebrando oggi il Seder di Pasqua nel 2013, io quindi mi preparo per l’esodo e per la libertà che raggiungerò dopo.

Si tratta di una salvezza dall’angelo della morte, il mio egoismo, che mi sta uccidendo. Spero di diventare, per mezzo di questo, la luce per le altre nazioni, così anche loro sapranno come uscire dall’Egitto. Essi vedranno che il nostro ego ci tiene tutti in esilio. Il mondo intero è in esilio, tutta la terra è l’Egitto, e noi dobbiamo elevarci al di sopra di esso.
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(Da Kab.TV, “Scritti dei Kabbalisti: La Notte del Seder di Pasqua” del 04.03.2013)

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