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Il manuale d’istruzioni del bene

Noi ci troviamo in una realtà sconosciuta e, oggi come oggi, mentre viviamo in questo mondo, continuiamo a non capire dove ci troviamo, in base a quale programma ci sviluppiamo, e verso quale traguardo ci stiamo muovendo. Non capiamo niente della nostra vita, ed essendo nascosti da una specie di scudo che si chiama occultamento, ci consideriamo svegli ed intelligenti, in quanto abbiamo la conoscenza, delle opinioni personali, ed il libero arbitrio.

Ma quando le avversità della vita e la sofferenza ci colpiscono, capiamo di non poter fare nulla, ci rendiamo conto di non comprendere nulla, e di non avere altra scelta che comportarci in modo intelligente. Specialmente adesso, in questo periodo di crisi, vediamo che non possiamo fare altro che avvicinarci alla realtà in modo corretto, e capiamo di non avere la minima capacità di comprendere i problemi che stiamo affrontando. Anche se a volte comprendiamo qualcosa con un minimo di anticipo sul tempo, questo non ci rende capaci di cambiare il nostro stato o di comportarci in modo diverso. Anche se decidiamo di dover necessariamente cambiare ed incominciamo a comportarci in modo diverso, non abbiamo la forza di cambiare il nostro comportamento. Allora, a cosa servono queste decisioni se non siamo in grado di cambiarci, influenzarci tra di noi, ed il mondo intero?

Anche quando vediamo che non ci facciamo altro che del male e che, di fatto, ci stiamo portando alla morte, siamo comunque incapaci di fermarci. Che cosa insensata, che spreco! Daremmo semplicemente fine alle nostre vite sprofondando nel nostro desiderio di godere, che ci ucciderebbe del tutto, se non ricevessimo la Torà, il mezzo per correggere il desiderio egoistico, per incominciare dal punto più basso possibile, il momento prima della morte, ad innalzarlo fino al massimo, al livello del Creatore, il punto più elevato possibile, che è la qualità opposta alla nostra: la volontà di donare.

Questo significa che “la Torà” a cui ci si riferisce è la cosa più importante di tutte. Senza di essa non si ha la possibilità di conseguire nulla. Non ci possiamo sviluppare attraverso la sofferenza. L’influenza della sofferenza permette solamente al desiderio di godere di svilupparsi. I colpi e le disavventure ci fanno cercare questo desiderio con tutti i mezzi possibili pur di sbarazzarci dei guai e, alla fine, è questo stesso desiderio che ci porta alla morte per evitare la sofferenza. Quando il desiderio percepisce la sofferenza come insopportabile a causa della sua totale opposizione alla Luce, questo desiderio è disposto ad annullarsi completamente, è disposto a tutto tranne che a soffrire.

In questo caso, la Torà si presenta come il solo mezzo che ci conduce alla vita, alla correzione, e all’esistenza. Questa è la ragione per cui non c’è alcun cammino della sofferenza, e nessun cammino della Torà. La Torà deve essere rivelata all’umanità per permettere agli uomini di usarla. Ed essi la devono rivelare nel modo giusto – come la Luce che corregge. Ma se essi non usano la Torà correttamente, nel senso che non la mettono in pratica, ciò significa che stanno seguendo il percorso della sofferenza. Se la usano correttamente, allora seguono il cammino della Torà, il cammino della Luce. E se si trovano in mezzo tra uno e l’altro, avanzano secondo “il cammino terreno”.

Perciò, l’articolo di Baal HaSulam “la Rivelazione della Divinità (Matan Torà)” è molto importante, poiché ci dice il modo in cui possiamo ricevere la Torà. C’è una dazione della Torà dall’alto, e c’è una ricezione della Torà dal basso. Tutte le sofferenze ci arrivano perché non usiamo correttamente la Torà, la Luce che corregge, che ci fa uscire per portarci verso la fonte del bene. Tutto dipende dai nostri sforzi di diventare il bene. Perciò, non ci manca niente tranne che questo mezzo. Allora, scopriamo come ricevere la Torà ed arrivare al bene!

(Dalla 4.a parte cella lezione quotidiana di Kabbalah del 19.06.2011, “Matan Torà (Il Dono della Torà)

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Il mondo non vede la soluzione

Domanda: Nonostante la mia intenzione sia egoista, se inizio a pensare per il bene degli altri e il benessere del mondo, questo può già considerarsi un’azione?

Risposta: Senz’altro. Per caso credi che donare il pane ai poveri sia in realtà un’azione? Questo causerà solamente l’esistenza di più persone povere in questo mondo.

La tua azione è quella di attrarre la Luce. Questo  e nient’altro ti riporta alla Fonte. Allora, su quale altra cosa dobbiamo pensare? Soprattutto in tempi in cui il mondo si trova con problemi e pericoli. Abbiamo bisogno soltanto della Luce. La mancanza della Luce è il motivo delle guerre, crisi, catastrofi e altri problemi.

Precisamente la mancanza di buone azioni della Luce evoca problemi nelle quattro fasi dello sviluppo – inanimato, vegetale, animato e umano. Il male che incontriamo è la mancanza della Luce.

Le punizioni non vengono dall’alto. Se devo ottenere una determinata ricompensa, la rivelazione del Creatore, similitudine e adesione a Lui ed io non lo faccio, allora io sperimento la rottura che questo crea come punizione o mancanza di benevolenza. Viceversa, raggiungendo questo, io sentirò una ricompensa.

Quindi, io sento punizione e ricompensa negli stessi desideri. Se io ho corretto e riempito il mio desiderio, questa è una ricompensa, ma se io non riesco a correggerlo e a riempirlo, allora è una punizione. Non ci sono penalità dall’alto. Io non ricevo una briciola oltre a quello che infliggo a me stesso. Io stesso creo la mia punizione.

Perciò, abbiamo solamente un compito – attrarre la Luce. Specialmente oggigiorno, considerando tutto quello che sta succedendo e accumulandosi nel mondo. Non ci sono altri mezzi.

Sono costantemente in contatto con persone che “sanno”, leggo tutti i tipi di articoli, visito diversi siti nella rete e seguo i giornali, ma non vedo offrire delle soluzioni da nessuna parte. Non possono offrire niente e non vogliono nemmeno pensarci perché non hanno la minima connessione con la correzione.

Proprio ieri parlavo di questo con un famoso scrittore e lui non diceva nulla – evitava di rispondere. Questo indica la mancanza di sensibilità, la mancanza di comprensione delle correzioni.

“Il mondo è tondo e dobbiamo unirci” dico io alle persone. “Giusto, ci stiamo muovendo in quella direzione” rispondono. Non si rendono conto di andare nella direzione opposta. Dopo tutto, alla fine, tutte le persone stanno rafforzando le proprie linee e movimenti. Non c’è nessuno con cui parlare.

Quindi, dobbiamo creare le condizioni con i nostri mezzi per far emergere una forza positiva. Soltanto allora le nostre onde si propagheranno attraverso tutto il mondo.

Nient’altro sarà d’aiuto. Noi non dipendiamo dagli altri, ma dobbiamo aiutarli per far sì che più tardi le persone possano cogliere queste onde, comprendere il loro messaggio e sentire che provengono da noi.

I materiali devono essere divulgati prima del tempo, ma nell’ essenza, la fonte di quelle onde è in noi. Perciò, la cosa più importante è quella di unirci, fonderci uno nell’altro sempre di più.

Io nutro grandi speranze nei prossimi congressi. Sono il mezzo con il quale noi dobbiamo portare nella vita unità, consolidamento, e mutuo interesse per il mondo e per la nostra correzione, che aiuterà il mondo.

È arrivato il tempo per la rivelazione del Creatore nelle creature. Questo mezzo è semplice e nelle nostre mani. Tutto quello che dobbiamo fare è di usarlo. Chiediamo al mondo di svegliarsi, ma, ci stiamo svegliando noi stessi?
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 17.05.2011, “Pace nel mondo”)

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Una questione di proporzioni

Domanda: La vita nel nostro mondo si manifesta come un malanno senza fine, con poche pause per dare ad un uomo il tempo di rimettersi in piedi dopo un colpo, solo per poi riceverne un altro. Questa è la storia dell’umanità e la vita di ogni singola persona. Che genere di progresso è questo e dove sono i doni che il Creatore dona alla creazione?

Risposta: Immaginiamo che io sia una galassia lontanissima e che guardi alle infinite distanze dello spazio, cercando qualcosa in questo infinito. Accelero alla velocità della luce e, lentamente, attraversando miliardi di anni luce, mi avvicino alla nostra galassia, al nostro sistema solare, e alla nostra terra. Atterro sulla superficie della terra, e qui scopro gli uomini.

E’ difficile immaginare un raffronto in base al quale paragonare queste differenti proporzioni. Allo stesso modo, noi non comprendiamo in che genere di sistema ci troviamo. Sappiamo come effettuare le misurazioni e fare le ricerche in base ai nostri parametri e secondo le nostre proporzioni. Consideriamo il peso in base a quanto possiamo sollevare, la distanza in base a quanto riusciamo a vedere lontano, il bene ed il male – ciò che è bene e ciò che è male per noi. Tutto il nostro quadro di riferimento è un minuscolo frammento rispetto all’intera sovrastruttura e le nostre distinzioni sono poca cosa.

Però, ora noi stiamo parlando del sistema spirituale nel quale il nostro intero universo è impercettibilmente piccolo. Stiamo parlando di meccanismi che sono enormi a causa delle loro caratteristiche qualitative. Paragonato ad essi, tutto il nostro mondo si trova in una sola unica qualità – un piccolo desiderio egoistico che è tenuto in vita da una piccola scintilla di Luce. La materia di questo desiderio è creata come “qualcosa dal niente” attraverso la Luce che si è aperta una strada in essa, delineando un’esatta proiezione della creazione spirituale.

Ed ora, da questo stato, speculiamo sulla sofferenza di tutta l’umanità. Esatto, è così che ci sentiamo. Ogni uomo nega le cose in base alla propria imperfezione e giudica in base a quello che i suoi occhi vedono. Ma cosa si può fare? Questo è il modo in cui dobbiamo avanzare, ed in questo preciso momento non siamo in grado di percepire niente di più. C’è una tela gigantesca davanti a noi, ma non riusciamo a distinguerla.

Siamo soltanto in grado di comprendere leggermente il semplice fatto che c’è una mancanza di desiderio, ed una mancanza di vaso. Le domande dilagano: “Può il Creatore che non cambia cambiare? Può Egli creare una pietra che non può sollevare? Perché all’inizio ci ha fatti così imperfetti?” Ma tutti questi enigmi sono inutili.

Dobbiamo capire un principio basilare dalle nostre vite: dobbiamo attraversare degli stati opposti. Soltanto da questi opposti, riconoscendo il vantaggio della Luce dall’oscurità, formiamo il vaso per delle sensazioni più elevate. Quando acquisisco il vaso che è pronto per questo, il mondo si spalancherà davanti a me. Niente si nasconderà ai miei occhi dietro ad un muro di pietra. Devo semplicemente costruire il vaso dentro di me per vedere la realtà.

Questo sviluppo è necessario ed il Creatore non può realizzarlo prima del tempo. Perché? Per adesso, io non so il perché. Posso fare delle congetture, ma non arriverò a niente. Ignorerò ogni cosa, dicendo, “Non ci credo! Egli potrebbe farlo!” E non c’è niente altro davanti ai nostri occhi.

C’è però una regola: Il vantaggio della Luce si ottiene dall’oscurità. Ogni cosa viene valutata solamente dal suo opposto. Questa è la ragione per cui dobbiamo attraversare queste fasi passo per passo, formando i vasi che rivelano la realtà in cui ci troviamo.

Noi siamo nel mondo dell’Infinito, ma non ce ne rendiamo conto. Così sviluppiamo i nostri vasi. Ci è stata data l’opportunità di svilupparli o, detta in modo diverso, di correggerli. Ci sono stati dati di proposito dei desideri imperfetti che sono opposti a quelli corretti. A che scopo? Per farci crescere e riunirli, per comprendere e rivelare il mondo.

Non c’è altra strada da prendere. Ed inseguito giustificheremo la creazione. Il lungo processo, che dura parecchie migliaia di anni nel corso dei quali soffriamo, è la verità in base al nostro riferimento. Tuttavia, nella realtà non ci rendiamo conto in quale genere di proporzioni ci troviamo. Oltre a questo minuscolo “spazio”, c’è un mondo intero là fuori che non abbiamo mai visto. Siamo come dei vermi che vivono nei ravanelli – questo è l’esempio che fa Baal HaSulam.

Domanda: Ma perché si parla a questo verme di Colui che dona e del Suo amore?

Risposta: Per farlo aspirare a tutto questo, per fargli comprendere che c’è uno scopo per il quale vale la pena cercare di uscire dal ravanello. Inoltre, non si arriva soltanto a comprendere tutto questo, ma si ricevono anche i mezzi per farlo. Noi tutti siamo come i vermi dentro i ravanelli, ma se ognuno di noi iniziasse a spingere gli altri verso l’esterno, ce la faremmo ad uscire fuori.

Perciò, c’è una soluzione. Fintanto che ci sentiremo sazi di questo mondo, nessuno ci offrirà una spinta. Ma adesso ci stiamo trovando in un nuovo sistema globale e ci è stata data la soluzione.

(Dalla 5.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 23.06.2011, “Matan Torà [Il Dono della Torà]”)

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Un momento per la riflessione

Oggi il mondo intero è in crisi e ci stiamo avvicinando lentamente a problemi ancora più grandi in tutti i luoghi e le aree della vita. Tutto quello che abbiamo fatto in questo mondo è stato fatto in maniera deficitaria, perché siamo cresciuti sotto il governo dell’egoismo. Non ci possiamo aspettare niente di buono da nessun posto, perché abbiamo lavorato sempre per il bene del nostro ego.

Adesso, il male viene rivelato gradualmente, goccia a goccia, in diversi posti ed in ogni opportunità per evitare di sprofondare nel nostro stesso dolore. Se il dolore diventa molto forte, non saremo capaci di pensare a nient’altro eccetto a come sbarazzarcene. Non saremo più interessati alla sua causa ed effetto, vorremo solo che questo cessi.

Tuttavia, se il dolore viene ad ondate e tutto il tempo diminuisce o diventa più severo, lasciandomi il tempo sufficiente per riflettere su di esso, allora comincio a cercare da dove, perché viene e come sbarazzarmene. Il Creatore fa questo gioco con noi e come risultato, troviamo una soluzione.

Prima di tutto, dobbiamo studiare la causa e questa si trova in opposizione alla nostra natura. Le nostre proprietà sono opposte a quelle del Creatore e pertanto, quando Lui si avvicina, ci sentiamo male! E quanto più si avvicina, peggio ci sentiamo! È come il caso del ladro che è meglio allontanare dal tesoro e non dargli l’opportunità di commettere un crimine. È la stessa cosa con noi.

Pertanto, specialmente adesso, ai giorni nostri, il Creatore viene rivelato molto lentamente e gradualmente, per darci il tempo di pensare. Viene leggermente rivelato e ci sentiamo male. Per esempio, un paio di anni fa irruppe una crisi e adesso le persone dicono che certamente è terminata; però non è rimasta indietro, ci è stato dato semplicemente il tempo di pensare e di esplorare! Presto, esploderà un nuovo colpo, in molti livelli e di vario genere e dopo, ci sarà un periodo di calma.

Così il Creatore ci insegna e ci da le opportunità di cercare le ragioni, affinché alla fine, lo riveliamo come la fonte di tutto quello che succede. In relazione al nostro egoismo, Lui appare come la fonte di tutti i mali. Allora capiremo perché ci sentiamo male: è per la nostra opposizione al Creatore.

Cosa possiamo fare per sentirci bene? Il Creatore è perfetto, dobbiamo solo cambiare noi stessi. Così, gradualmente, ci renderemo conto di cosa dobbiamo correggere. L’umanità arriverà certamente a questo sotto i colpi metodici e periodici che arriveranno in tutti i modi a qualsiasi nazione, a qualsiasi persona, imparando in questo modo.

Tuttavia, dobbiamo rivelare il metodo alle persone, affinché rivelino più in fretta da dove e perché arrivano i colpi. Mediante questo, faciliteremo lo sviluppo di tutta l’umanità. Questo è chiamato “portare la Luce alle nazioni”, cioè, alle persone che ancora non capiscono perché vengono colpite.

Per svilupparci consciamente, le persone devono scoprire la causa e lo scopo dei colpi. Come risultato, tutto il corso dello sviluppo cambia molto. Coloro che possiedono il metodo della correzione devono fare questo per tutto il mondo.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.06.2011, Shamati N.241)

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Il semaforo della mia anima

Domada: La sofferenza mette in evidenza direttamente dove ci dobbiamo correggere o lo fa solo indirettamente?

Risposta: Dobbiamo provare con attenzione a individuare cosa ci sta facendo soffrire, vale a dire cosa il Creatore si aspetta da noi. Quando un pensiero, un desiderio, o un’intenzione si presenta in noi e non c’è collegamento all’amore per gli altri, dovrei immediatamente percepire come se una luce rossa si accendesse in me!

Ci sono dei pensieri, dei desideri e delle intenzioni in cui questo segnale di allarme è, all’inizio, giallo, poi arancione ed infine rosso, come un segno preciso di catastrofe. Dipende dalla situazione.

Ma io dovrei guardare ad ogni situazione come al desiderio di vedere tutto con amore, e se non ci riesco, ci deve essere una luce rossa che si accende. Allora, vedrò una distesa di luci rosse davanti a me. Questo mi fa capire e mi rende consapevole della mia reale situazione in modo che mi posso impegnare seriamente a far sì che tutte le luci diventino verdi. Cercare il modo in cui farlo, significa incominciare a lavorare per il Creatore.

Egli accende la luce rossa dentro di me, ed io la giro sul verde. Mentre mi impegno per farlo, cerco di individuare la ragione per cui si è acceso il rosso e come fare per girarlo sul verde. Questo è ciò di cui si deve occupare il nostro lavoro, il percorso che dobbiamo affrontare.
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(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 09.05.2011, Shamati N.113)

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Non fatevi abbindolare quando cercate la verità

Domanda: Come possiamo trattenerci dal domandare la verità in modo da non finire a raccontarci delle bugie?

Riposta: Se una persona è in grado di restare aggrappata alla verità, allora si tratta di una persona molto fortunata. Vediamo che nel mondo ci sono molti uomini che non hanno bisogno della verità e che non si domandano per che cosa stanno vivendo.

In altri uomini questa domanda si è già presentata, ma dal punto di vista del “Per che cosa sto soffrendo?”. Questa non è una domanda che riguarda il significato della vota, ma riguarda solo come si può trovare il piacere di vivere la vita, adesso che sentiamo soltanto l’amarezza invece della dolcezza.

Poi ci sono altri uomini che non chiedono di avere una vita piacevole, ma di trovare la verità nella loro vita. E ci sono altri uomini ancora che non chiedono di conoscere la verità della vita, ma vogliono conoscere chi ci ha dato la vita, il Creatore. E questa domanda non riguarda più me stesso, perché non mi preoccupo più di chi sono io e di cosa succederà alla mia vita, in un modo o nell’altro. Io voglio arrivare a conoscere Lui, voglio conseguire il Creatore, ed esistere in Lui – nella vera sorgente, nella radice.

Ci sono molti livelli in questo modo di sentire che dipendono da cosa chiede l’uomo, dalle sue sensazioni e dai suoi conseguimenti. Qui, tutto dipende dalla radice dell’uomo e dal ciclo della vita di quel momento, cioè, dipende da quale livello di sviluppo l’uomo si trova.

Ma anche nel nostro stato attuale può essere che non ci venga ancora concessa l’occasione di chiedere di conoscere la verità, in questo caso possiamo sviluppare il desiderio dentro di noi per mezzo dell’ambiente, “il maestro, il gruppo, e i libri”, e progredire in questo modo. Si tratta comunque di un percorso non facile e che ci richiede di rivelare cosa si trova nella nostra più vera profondità, dentro le nostre informazioni genetiche, i Reshimot.

(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 20.06.2011, Gli scritti del Rabash)

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La crisi e l’egoismo

03_100_wpLa domanda: Ho pensato che forse la ragione della crisi moderna non è che l’egoismo cresce, ma che si è fermato, non cresce più! Se è così, invece di guarire le persone dall’egoismo che hanno già, sarebbe più giusto stimolare in loro la crescita di un nuovo egoismo, raccontando loro le belle cose che li aspettano al prossimo livello?

La risposta: La Kabbalah fa proprio questo, non fa paura all’uomo con il presente, ma gli spiega la ragione della crisi, per strapparlo dall’egoismo gli rivela il male e poi lo eleva al desiderio superiore, spingendo l’uomo allo studio, dove si parla solo al positivo.

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Molta sofferenza per un solo motivo

Domanda: Io lavoro in una scuola di medicina e vedo molta sofferenza intorno a me. Come faccio per alleviare questo dolore?

Risposta: Tutta la sofferenza viene dal fatto che non siamo bilanciati con la forza comune della natura; non siamo nello stato della mutua dazione. Ogni persona riceve colpi in base alla radice della propria anima e dello stato generale del suo posto nel sistema comune.

Alcune persone non sentono né i colpi né le crisi. Sembra che gli passino accanto. Altri invece vivono nella paura costante.

Le persone sono differenti: alcune raggiungono correzioni spirituali e innalzano le loro anime, mentre altre vivono il momento presente senza pensare al futuro. Ogni persona vive in base al livello del proprio sviluppo. È soltanto ora che la grande massa sta arrivando alla correzione.

Questa è una causa della sofferenza: disparità con la forza comune della natura. Ed è per questo che la soluzione è diventare come essa. Esiste una sola legge: l’equivalenza della forma.
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(Dalla lezione n.7 del Congresso WE! del 04.03.2011)

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I problemi del Faraone

Domanda: Quando una persona cerca di uscire dall’Egitto, cioè dall’amor proprio, riceve dei colpi che può superare solo chiedendo aiuto al Creatore; però, oltre a questo, esiste anche l’egoismo materiale, terreno, che riceve i colpi nel suo livello, come i problemi con la famiglia, con la salute, con le entrate e così via. Come dobbiamo relazionarci a questi problemi?

Risposta: Non importa che tipo di problemi sorgano nella mia vita, prima di tutto devo vederli come un disturbo che viene dal Creatore. Anche se ho dolore, anche così devo elevarmi al di sopra dei disturbi attraverso la fede al di sopra della ragione. A prescindere da tutto, devo fare dei calcoli al di sopra del disturbo e non sotto il suo peso. Devo essere in contatto con il suo “mittente”, con il Creatore.

Quanto alle azioni responsabili nel regno di questo mondo, devo risolvere tutti i problemi con i metodi comunemente accettati. Quando si tratta della banca, del lavoro, della famiglia e la salute, devo curare tutto come qualsiasi persona di questo mondo.

Pertanto, costruisci un’attitudine di due lati verso i problemi:

-In primo luogo, vengono dal Creatore e negozi solo tu con Lui. Tu vuoi avere questi disturbi perché ti danno l’opportunità di elevarti al di sopra della conoscenza e restare in contatto con il Creatore. Allora tratti i disturbi correttamente e cominci anche ad amarli e rispettarli. Dopotutto, non importa quanto ti disturbino, non importa quanto sale mettano sulle tue ferite e non importa quanto ti distruggano i nervi, questo è esattamente quello che ti aiuta ad elevarti al di sopra di essi.

-In secondo luogo, risolvi i problemi delle entrate nella maniera in cui si risolvono abitualmente nel mondo materiale.

Le due dimensioni devono essere presenti nella tua attitudine. Tu attribuisci i problemi al Creatore e allo stesso tempo desideri lavorare su di essi. Non scacciamo il Faraone dalle nostre vite, ma beneficiamo dei suoi problemi. Dopotutto, solo attraverso di essi, possiamo rifiutarlo, separarci da lui ed ascendere così sempre più in alto.

Il Faraone è la mia carne più pregiata, la mia anima, il mio punto più sensibile, mio figlio, la collana più importante e fine dentro di me.

Domanda: Però il Faraone resiste all’unità degli amici. Cosa hanno a che fare i problemi materiali con lui?

Risposta: Anche essi ti distraggono dal lavoro interiore. Non a caso tanti kabbalisti hanno sperimentato dei problemi materiali. Il Creatore li ha causati deliberatamente affinché fossero malati e disprezzati dalla gente intorno a loro. È stato così per dare loro un modo per superarli.

In fin dei conti, tutto questo è il risultato della durezza del cuore del Faraone. Il desiderio si rivela gradualmente dentro di te ed in conformità ad esso, sperimenti diversi problemi, tanto con gli altri quanto in te stesso.

Domanda: Devo chiedere aiuto in questi casi? Dopotutto, il Creatore ci aiuta in un solo senso, nell’unione.

Risposta: Giusto, i problemi ti ostacolano per questo. Quando sei malato, è difficile che tu possa concentrarti sull’amore per gli amici. La cosa più probabile è che ti dimentichi di tutto. Questo significa che devi chiedere aiuto. Non c’è nessuno a parte Lui. Tutto viene dal Creatore, ma passa attraverso differenti canali.

Devi raggiungere la meta, ma il tuo corpo, il tuo “asino” è malato e non può portarti. Allora cosa devi fare? Lasciarlo morire? Ma ne hai bisogno per il cammino.

Perché consideri questo mondo separato dal lavoro spirituale? Anche i piccoli problemi possono essere utili se lavori correttamente su di essi. Non importa quello che ci succede, è importante ricordare che questo viene da un’unica Fonte, fin quando arriviamo davvero a sentire di essere nell’esilio spirituale.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13.04. 2011, Shamati)

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Il male si realizza per mezzo della comparazione

La storia dell’esodo dall’Egitto e le tradizioni ad esso relazionate sono destinate solo a dirigersi ai nostri stati interiori. Siamo in una spaccatura, in un problema, con dei colpi che cadono su di noi, in un’atmosfera di fuga, in una corsa e nell’oscurità. In sostanza, questo è il processo della nascita spirituale paragonabile alla nascita del corpo fisico.

Questo è quello che dobbiamo realizzare, ma come? Dopotutto, scappiamo sempre dalla sofferenza, allora come possiamo non sfuggire allo stato dell’uscita dall’Egitto? Nel mondo materiale posso trovarmi in una situazione nella quale c’è solo un’uscita, ma nella spiritualità tutto avviene in relazione al mio desiderio. Se non voglio sperimentare le piaghe d’Egitto, allora non le sperimento, ma più tardi prenderò il cammino spinoso insieme all’umanità sotto la tensione “della pressione dello sviluppo”. Tuttavia, voglio accelerare il cammino, quindi mi metterò io stesso sotto il colpo?

I Kabbalisti rispondono: non devi rivelare i colpi ed i problemi in qualche luogo all’esterno, ma solo nello stato presente. Come? Potrebbe essere davvero che nella mia sensazione debba “trasformare” la realtà dal bene al male? Questo è giusto! Probabilmente dirai: “Però quando sentirò il male, scapperò!”. In realtà, non lo farai. Questo è dovuto al fatto che rivelerai il male in relazione allo scopo più elevato. Devi valorizzare la spiritualità come qualcosa di desiderabile e davvero inestimabile. Allora il presente stato ti sembrerà cattivo. In questo modo sarai capace di avanzare senza abbandonare il cammino.

Risvegliamo la meta spirituale affinché questa brilli per noi. Allora desidereremo raggiungerla, mentre lo stato attuale diventerà un esilio, l’oscurità e le piaghe d’Egitto. Questo ci impedisce di elevare l’importanza della spiritualità ai nostri occhi, di elevare l’importanza della dazione, dell’amore per il prossimo e dell’unità degli amici a tal punto che l’esilio arriverà ad essere insopportabile e cercheremo di scapparne.

Domanda: Se l’uscita dall’Egitto avviene in simili condizioni difficili, come dovrebbe combinarsi questo con l’ottimismo e l’energia che ci riempiono dopo il congresso?

Risposta: Noi aspiriamo solo al bene ed allora lo stato attuale ci sembra insopportabile. Nel cammino dell’accelerazione rivelo i buoni stati in anticipo e paragonata ad essi, la situazione attuale mi sembra cattiva.

Io non devo soffrire assolutamente in un vicolo cieco, senza sapere cosa fare di me stesso. Quest’ultimo approccio si chiama “avanzare a tempo debito” fino a che sotto “la pressione dello sviluppo”, riveliamo comunque il bene in anticipo. Questo fa tutta la differenza. Paragonando lo stato attuale all’unità desiderata, all’amore per il prossimo e alla dazione, sento di essere in un problema, nell’oscurità. Così mi preparo alla percezione spirituale, formando già dei valori spirituali dentro di me. Elevando la dazione ai miei occhi, mi preparo per la redenzione ed accelero il cammino, mi spingo in avanti.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 10.04.2011, preparazione per l’uscita dall’Egitto)

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