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Più vicino alla gioia, più vicino al Creatore

È scritto: “Servi il Creatore con gioia”. Se non c’è gioia è segno che non ci troviamo nella spiritualità. La dazione è impossibile senza gioia. È scritto ne Il Libro dello Zohar che: “La Shechina è solo nel posto perfetto: non nel luogo della carenza, non nel luogo della mancanza, non nel luogo del dolore, ma nel posto giusto, nel luogo della gioia”. In effetti, esiste l’illuminazione derivante dalla presenza del Creatore nel posto corretto, e questo porta gioia.

Da questo si può sempre determinare se una persona è nella spiritualità o meno. Quando inizia a studiare, una persona per molto tempo non sente le correzioni che si attuano in lei, o le percepisce nella forma opposta; pertanto, può sentirsi scoraggiata, irritata o in disaccordo con i cambiamenti che sono in atto dentro di lei.

Qui la gioia rappresenta un momento molto significativo. Se una persona non sente la gioia, allora i suoi desideri non corrispondono a quelli del Creatore. Essi sono opposti a Lui. Mentre il desiderio viene corretto, in esso si rivela la gioia. Più forte e profonda è la gioia, più grande è la luce superiore, e la presenza del Creatore, la Shechina, è rivelata.

Se la forza superiore è pronta ad essere rivelata in una persona, allora la gioia appare prima in lei e poi nel Creatore. La gioia è un’illuminazione dall’alto, la forza speciale della luce, che si manifesta in risposta ad una preghiera, una richiesta al Creatore dal basso.

Quando ci rivolgiamo al Creatore con domande e richieste, quando vogliamo contattarLo, allora come risposta riceviamo la luce dall’alto che corregge i nostri desideri e li riempie.

Questa luce, prima di tutto, porta gioia e poi tutte le altre rivelazioni. Pertanto, la Shechina (la presenza del Creatore) è rivelata solo nella gioia, che si manifesta prima di tutto.

Se voglio ottenere la dazione, devo essere sempre nella gioia. Se non c’è, allora ho bisogno di controllare me stesso: dove altro in me c’è ancora dell’egoismo non corretto che mi impedisce di rivelare il Creatore? Non sappiamo se ci stiamo avvicinando alla rivelazione del Creatore, e quindi i kabbalisti ci forniscono il parametro per metterci alla prova: mi sto avvicinando alla gioia o, al contrario, me ne sto allontanando ogni giorno?

Da questi movimenti verso un grado maggiore o minore di gioia, si può giudicare fino a che punto ci si avvicina alla rivelazione della forza superiore o ci si allontana da essa. Dopo tutto, la gioia è una conseguenza delle buone azioni, cioè delle correzioni.

In ogni stato si ha bisogno di stare nella gioia perché “Non esiste nulla tranne Lui”, tutto viene dal Creatore. Nessuno può segretamente fare qualcosa di male, nel percorso dal Creatore a noi. Questo non succede, tutto arriva dall’alto. Il Creatore sta dietro ogni persona e la influenza attraverso questo teatro. Se non ho intenzione egoistica di ricevere, allora sarò sempre nella gioia. Non m’importa ciò che il Creatore mi dà: la cosa principale è che Egli si prende continuamente cura di me. Non considero ciò che è più piacevole e proficuo per me nel mio egoismo, e quindi accetto tutto con gioia.

Con questo segno, ognuno può controllare se stesso: se ci stiamo muovendo nei nostri gruppi verso la correzione e la rivelazione del Creatore, se stabiliamo un esempio per i nostri amici in base al quale dobbiamo sempre essere nella gioia per avvicinare sempre più la rivelazione della forza superiore.

La gioia è la conseguenza di ciò che io do ai miei amici, al Creatore, all’umanità. La gioia è il risultato della dazione perché con azioni di dazione divento simile al Creatore. Grazie alle mie azioni, ricevo un’illuminazione che si chiama gioia.

La gioia spirituale viene dal fatto che attraverso le mie azioni aiuto il Creatore a realizzare tutta la creazione. La gioia è una conseguenza del fatto che io, con l’aiuto del Creatore, adempio tutta la creazione e quindi procuro piacere a Lui.

Dalla lezione n.5, del Congresso 2019 in America Latina, “Costruendo la Società del Futuro”
18 maggio 2019, giorno 2.
Servi il Signore con gioia
1 – minuto 0:00 – 9:50
2 – minuto 1:39:45

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Il tuo contributo al Gmar Tikkun

Anche quando un piccolo uomo dal basso chiede e domanda, passa la sua mancanza fino alla stessa Malchut di Ein Sof. In risposta, la luce dell’infinito scende su di lui passando attraverso tutti i gradi e lasciando una traccia di questa persona su ognuno di essi. Questo filo che si estende dall’alto verso il basso è registrato a suo nome. Pertanto, ogni volta che egli solleva una mancanza ed abbassa un po’ di luce, investe la sua parte, la sua aggiunta alla correzione finale generale.

La realizzazione di un kabbalista dipende dal suo stato, dal suo carattere e dall’altezza della radice della sua anima. Però un kabbalista non aspira ad ottenere la massima comprensione della spiritualità; vuole vedere solo ciò che è benefico per la correzione. Se la rivelazione non è a beneficio della correzione, egli “nasconde la sua faccia”. La preghiera dei giusti sorge solo per la correzione e deve prendersi cura dello schermo che gli permetterà di accettare la rivelazione solo nella luce di Hassadim, non per se stesso.

Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 31/07/2019, Gli Scritti di Baal HaSulam, “Prefazione alla saggezza della Kabbalah”, Articolo 160
1 minuto 42:30
2 minuto 43:40

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Per il bene dell’intero corpo

Israele è chiamato “Sono la testa” (Li Rosh) e quindi, correggendo se stessa, corregge l’intero corpo dell’anima comune che sono tutte le altre nazioni. La correzione del corpo è l’obiettivo principale. Non può correggersi da sé, ma solo mediante la correzione di Israele, la testa. Il corpo spirituale di Israele esiste solo per la connessione con le nazioni del mondo. Ovviamente non stiamo parlando di corpi materiali.1

Se una persona decide troppo velocemente, il suo corpo soffre, anche se la decisione è presa dalla testa. Il corpo non capisce perché dovrebbe soffrire, esso non decide nulla, per cui è perplesso. Questo spiega come le nazioni del mondo soffrono di tutti i tipi di problemi, delle anomalie climatiche ed altre avversità e non capiscono perché si meritino tutto questo. Dopo tutto esse non hanno deciso nulla e non possono influenzare questi fenomeni.

Ma istintivamente esse sentono che c’è una testa responsabile per queste decisioni, chiamata Israele. Il corpo soffre a causa del comportamento scorretto e corrotto di questa testa. Anche la testa stessa soffre, ma non tanto quanto il corpo. Ci sono miliardi di persone nel mondo che soffrono, muoiono di fame, si ammalano di ogni tipo di malattia e di chi è la colpa? In verità è colpa di Israele. Perciò la reazione naturale da parte del corpo è l’odio istintivo.

È come un corpo che è stato forzato allo sciopero della fame per uno scopo che non conosce e sul quale non concorda. La testa ha deciso che ora doveva morire di fame e il corpo soffre. Il corpo non prende decisioni, non ha una testa, ha solo uno stomaco che ha bisogno di essere riempito. Il corpo ha bisogno di riempire il suo vaso, ma sente che non gli è permesso farlo e lo stomaco è vuoto. Quindi il corpo odia la testa senza capire il perché questo avvenga.

Il corpo non può capire, non può decidere e non può accettare la restrizione perché ha bisogno di riempimento. La testa non provvede al riempimento, per cui il corpo maledice la testa. Qui c’è solo una soluzione: la testa deve comportarsi correttamente e attaccare il corpo a se stessa. Quando diventeranno uno, il corpo capirà che questo sciopero della fame e tutte le altre azioni sono per il bene dell’intero corpo, per il bene del Creatore.

Prima di tutto è la testa che deve essere riparata in modo che ci sia unione in essa: i pensieri corretti e le giuste decisioni. Poi la testa agirà con il corpo secondo il desiderio superiore, cioè il Creatore: attaccherà il corpo a se stessa e agirà insieme con esso come un intero organismo in tutta la sua altezza.

Israele deve unirsi con l’intenzione di condurre alla connessione la forza superiore con il corpo, le nazioni del mondo, per mezzo della sua correzione. È per questo scopo che esistiamo. Siamo solo un adattatore, un canale di collegamento tra il Creatore e le nazioni del mondo.

Tutto il male del mondo è la conseguenza del fatto che la testa non è correttamente organizzata. Tutto il bene che già esiste nel mondo ci arriva dal Creatore come un anticipo. Israele è una testa corrotta tra il Creatore e le nazioni del mondo. Per cui riceviamo colpi sia dal Creatore che dalle nazioni del mondo. Le nazioni del mondo devono conoscere la missione del popolo di Israele per spingerci intenzionalmente.

Devono capire da cosa dipende la connessione e perché odiano Israele. Baal HaSulam spiega che la divulgazione di questa conoscenza tra le nazioni del mondo deve precedere la correzione, come il Faraone che conosceva il destino del popolo di Israele e gli permise di andarsene. Dopodiché la pressione delle nazioni del mondo diventerà costruttiva e lavoreremo insieme.2

Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 12/09/2019, Il Kli (vaso) che detiene una benedizione per Israele
1 Minuto 5:55
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L’appagamento costante nel desiderio

Una persona non riceve soddisfazione dall’amore in sé, ma dalla brama di amore, dal desiderio di chi ama. È felice di provare questo sentimento senza ricevere un appagamento egoistico.

Pertanto l’azione spirituale è compiuta attraverso la fede al di sopra della ragione, nell’interesse della dazione. Questo è un altro genere di Kli. È il desiderio che appaga una persona ed è la cosa più importante, per cui è necessario coltivarlo.

La stessa regola si applica al nostro mondo: fintanto che desideriamo l’obiettivo, questo ci appaga molto più che la realizzazione del nostro sogno, che poi si rivela non essere ciò che ci immaginavamo. Ma perché succede questo?

Il motivo è che, nei fatti, la natura dei desideri e dell’appagamento non funziona in questo modo. La volontà di ricevere non è stata creata per essere colmata ma piuttosto per sviluppare il desiderio di amore e dazione al di sopra di essa.

Dalla prima parta della lezione quotidiana di Kabbalah del 03/07/2019, “La mancanza per la grandezza del Creatore”

1 Minuto 16:55

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Pensare al Creatore

Domanda: Esistono molti metodi di avanzamento spirituale che apparentemente parlano della stessa cosa ma non concordano sui metodi per la realizzazione del Creatore. Ogni nazione dovrebbe avere il suo personale metodo per raggiungere la forza superiore?

Risposta: Esatto, perché raggiungere il Creatore è possibile solo attraverso l’annullamento e l’eliminazione dell’egoismo che separa una persona dal Creatore. Questo lavoro dipende proprio dalla natura di una persona. La completa abolizione del proprio egoismo si chiama il metodo di Israele, quello che ricevette Abrahamo. Ci sono metodi che egli diede come dono alle venti nazioni del mondo che vissero a quell’epoca nell’antica Babilonia.

E il principio è lo stesso: si dovrebbe annullare l’egoismo. Con questo annullamento una persona comincia a sentire la forza superiore. Ogni nazione ha il suo personale tipo di egoismo per cui i metodi del suo annullamento differiscono. Comunque ogni persona può usare il metodo della Kabbalah come il principale metodo che aiuta tutti. La scienza della Kabbalah è un percorso ampio e affidabile, pronto per tutti. Altre nazioni possono usare il loro metodo, ma c’è differenza nel tipo di realizzazione spirituale che possono ottenere in questo modo.

Non è necessario che tutti studino il metodo della saggezza della Kabbalah perché noi studiamo non per conoscere ma per attrarre la luce che riforma. L’annullamento dell’ego è possibile in modi differenti. Per esempio conosco un caso in cui, a causa dell’enorme sofferenza, una persona annullò così tanto il suo ego che ricevette una certa percezione del Creatore. Il metodo della Kabbalah è come l’autostrada principale. Ma ci sono tutti i tipi di percorsi attorno ad essa designati per differenti tipi di anime. 1

Se non penso a me stesso, allora sarò in grado di pensare al Creatore. Non ci possono essere due padroni nel mondo: o sono io oppure il Creatore. Non dovrei preoccuparmi di me stesso ma di come non disconnettermi dal pensiero che il Creatore mi modella in ogni momento, implementando il pensiero della creazione.

Vado al lavoro, mi prendo cura della famiglia, penso a come attraversare la strada in sicurezza, ma allo stesso tempo voglio sentire come ogni momento ed ogni situazione è organizzata per me dal Creatore. Questo significa non pensare a te stesso perché pensi che tutto sia fatto dal Creatore e non che organizzi tutto tu2.

Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24/08/2019 “Domande e risposte con il Dott. Michael Laitman”.
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2 Minuto 16:20

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Mi ritengo responsabile

La nazione di Israele è un gruppo insolito, perché la nostra connessione non è ad un livello corporeo, quindi è molto instabile.
Apparentemente ci connette in alto, ma non sentiamo connessione tra di noi.
Tutto questo perché il nostro grande ego ci separa gli uni dagli altri. Non c’è una connessione naturale, corporea, mondana, c’è soltanto quella spirituale che esula dai nostri cinque sensi.

Baal HaSulam scrive che soltanto i problemi in comune ci uniscono, come fratelli nella disgrazia. Così sembriamo un mucchio di noci in un sacco, uniti soltanto dall’involucro, che non ci fa disperdere.
Pertanto, la nostra unica speranza è un’educazione pubblica, un movimento verso l’unità nazionale capace di accendere l’amore verso la nazione dentro le persone, così da sentirci un solo corpo tra di noi.

Non dobbiamo sentirci come fratelli nella disgrazia, come facciamo oggi, ma dobbiamo sentire la connessione naturale, eterna che esiste dentro ognuno di noi e da cui non possiamo nasconderci. È la luce superiore che ci mantiene uniti. Altre nazioni sono connesse istintivamente dalla natura stessa, sentono un senso di appartenenza per la loro nazione.
Ma per il popolo di Israele questa connessione richiede la nostra partecipazione e questo dobbiamo prenderlo dall’alto da soli.

Questo amore esisteva tra di noi sin dai tempi di Abrahamo, il fondatore della nazione di Israele. Ma dopo la distruzione del Tempio, e nel corso degli anni, ha cominciato a dissolversi e si è persa completamente durante l’esilio. Dobbiamo costruire quest‘amore adesso, in modo che sia naturale e spirituale. Dopo tutto non c’è amore fisico tra di noi e non vogliamo che la connessione fra di noi sia come quella delle altre nazioni. Non è rimasto più niente dell’amore dopo duemila anni di esilio!1

Io devo fare di tutto per risvegliare il gruppo. Indipendentemente dalla loro risposta, devo continuare a fare di tutto per la loro unione: pregando serenamente per i miei amici, facendo azioni diverse che loro possono vedere, facendo loro da esempio. Comportandomi in questo modo, non dipendo da nessuno a parte il Creatore, quindi chiedo a Lui di darmi la forza e il desiderio. Poi, mi volto verso i miei amici e cerco di ispirarli, e mi ritengo responsabile: “Se io non sono per me, chi sarà per me”?2

Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 17/07/2019 “Gli Scritti di Baal HaSulam, dal Giornale ‘La Nazione’”

1 Minuto 1:00 – 1:19
2 Minuto 12:00

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L’evoluzione: dalla democrazia sino al metodo della connessione

Possiamo comprendere cosa sta accadendo all’egoismo osservando i recenti eventi in Israele.
L’egoismo è fondato sulla materia della creazione: il desiderio di ricevere. Se il desiderio agisce per fini personali, si chiama “egoismo“, inclinazione al male. Vediamo processi simili negli Stati Uniti, in Europa e in Israele, dove piccoli gruppi, perseguendo i propri interessi e sfruttando il fatto che viviamo in una società democratica, si alzano in piedi e chiedono a gran voce ciò a cui pensano di avere diritto.

Tuttavia, le loro sono richieste ingiustificate, se giudicate obiettivamente, in proporzione all’effettivo contributo che questi gruppi danno alla società. E quindi essi approfittano del fatto che ognuno ha libertà di parola. Ne consegue che più disordine c’è, maggiore è l’attenzione che attirano verso se stessi. Le leggi esistenti lo consentono. Questo sta accadendo in molte parti del mondo con tutti i tipi di gruppi, indipendentemente dal colore della pelle, dalla tendenza politica, dalla filosofia o dagli obiettivi che le persone perseguono.

Essi sfruttano l’egoismo crescente, sia il loro che quello della società. Ciò gli consente di manipolare forze più potenti, spingendole a sollevarsi l’una contro l’altra, e traendo beneficio da questo confronto.

Ne consegue che la democrazia sta andando in mille pezzi lasciando che piccoli gruppi manipolino grandi formazioni come le forze di destra e di sinistra, democratici e repubblicani, e così via. In ogni paese sono chiamati con nomi diversi, ma l’essenza è la stessa perché l’egoismo è lo stesso ovunque, motivo per cui si manifestano tali eventi negli Stati Uniti, in Israele e in qualsiasi altro luogo del mondo.

Vediamo che la democrazia sta volgendo al termine e le prospettive non sono affatto chiare. Piccoli gruppi con interessi ristretti acquistano forza e approfittano del fatto che ci sono due grandi campi che si oppongono l’uno all’altro, manipolandoli. Di conseguenza, grandi formazioni iniziano a seguire un piccolo gruppo che le usa a proprio vantaggio.

Non c’è ancora una soluzione per tutto questo che, ovviamente continuerà fino a quando non inizieremo a correggere l’egoismo spiegando che la differenza di opinioni, tra i punti di vista di destra e di sinistra, dovrebbe contribuire al rafforzamento della società e non alla distruzione reciproca. Entrambe sono necessarie e dobbiamo trovare uno spazio in cui le opinioni opposte si completino a vicenda, allora ci saranno progressi.

Una salita completa una discesa e una discesa completa una salita. Non c’è luce senza oscurità e non c’è oscurità senza luce, nessun desiderio di ricevere senza il desiderio di dare. Ci devono essere due opposti per costruire una linea di mezzo, che non significa scendere a compromessi. Invece, agisce come “l’amore che copre tutti i crimini”, cioè si innalza al di sopra di entrambi.

I compromessi in cui le parti opposte fanno piccoli passi l’uno verso l’altro non funzionano perché esistono fino a un certo punto e poi tutto esplode.

Ovviamente, nella sua forma attuale, la società umana ha raggiunto il suo limite. La democrazia, lo sviluppo libero e la libertà di parola per tutti si sono trasformati in una forza distruttiva della società. Ciò è evidente dalla crisi dei rifugiati in Europa e dal conflitto tra partiti di destra e di sinistra in America e in Israele. Ogni piccolo gruppo cerca di approfittare di questa situazione e di aggrapparsi dove gli fa più comodo, di concludere l’affare più redditizio per se stesso, trasformandosi in una Klipa, perché invece di diventare una forza utile, diventa dannosa.

Devono esistere due grandi gruppi e tutti gli altri in mezzo stanno solo cercando a quale parte unirsi, cambiando le loro credenze verso gli opposti ogni giorno a seconda del guadagno. Questo è tutto un prodotto logico della nostra democrazia e delle leggi liberali. La situazione sta diventando evidente oggi e ciò significa la fine della democrazia, delle elezioni democratiche e della società umana. Pertanto, il nostro dovere è quello di rivelare al popolo di Israele, e quindi al mondo intero, il metodo della connessione, il metodo dell’educazione umana.

Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 04/07/2019, “Costruire la società futura”

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Una discesa è davvero un’ascesa

Devo essere connesso alla decina come una madre al suo bambino, in modo che non un solo pensiero di lasciarla attraversi mai la mia mente ed io diventi sempre più connesso ad essa ogni giorno che passa.1

Sento la discesa e l’oscurità non a causa del cattivo stato in cui sono caduto, ma perché non posso superarlo e continuare sulla mia strada. Cioè, voglio seguire la via della verità, ma non posso superare la discesa, poi ottengo aiuto, come è scritto: “Colui che viene per essere purificato è aiutato”.

L’avanzamento è misurato precisamente nella discesa perché durante l’ascesa tutto è pieno di luce e di una tale euforia che nulla può essere valutato. Nelle tenebre, mentre si chiarisce la propria attitudine verso se stessi, verso il gruppo, verso il Creatore, si può comprendere il proprio stato.

Questo mi consente di fare una scelta su cosa considerare come avanzamento – non una sensazione piacevole, ma il lottare per raggiungere la meta. L’appagamento che chiedo è di darmi la forza di avanzare, la mancanza della grandezza del Creatore.

Una nuova ascesa inizia solo dopo che una persona ha raggiunto l’ultima profondità di discesa e sente l’oscurità, la disperazione e l’impotenza, ma resiste.2

La discesa è uno strumento per l’ascesa. Se dopo la discesa non lavoriamo con gli strumenti acquisiti, con l’oscurità, l’amarezza, l’incapacità e la confusione che ci vengono rivelate, se non le usiamo correttamente, allora scompare invano. È come una ruota che gira; la metà che si sposta indietro deve poi andare avanti. Se non valutiamo correttamente lo stato che è passato, perdiamo tempo inutilmente perché la discesa non porterà ad un’ascesa. Tutte le ascese sono il risultato dello studio delle discese. Dopo tutto, nella discesa vengono rivelati nuovi desideri (Kelim) e, grazie a loro, avanziamo. La discesa è in realtà un’ascesa.3

Non c’è nulla da nascondere ai nostri amici nella decina; togliamo tutte le maschere e non c’è nulla di cui vergognarsi. Passiamo attraverso tali stati, che poi non rimane nulla in ognuno di noi se non una scintilla. E tutto il resto è la connessione delle scintille insieme al Creatore che si rivela tra loro.4
Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 19/06/2019, “Mantenere l’obiettivo sopra le ascese e le discese”.

1. Minuto 25:00
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Il Creatore raffigura la tua immagine del mondo

La mia influenza sull’ambiente determina ciò che ricevo da esso, quale sarà il mio gruppo, quale sarà il mio mondo e quale sarò io. Devo capire che l’ambiente è ciò che il Creatore raffigura per me e non è qualcosa di fisso. Ognuno di noi ha la propria immagine e noi non possiamo combinare, aggiungere, assemblare, confrontare e abbinare queste immagini perché sono completamente individuali. Pertanto, influenzando l’ambiente, io influenzo me stesso.

Ogni persona dovrebbe dire “Il mondo intero è stato creato solo per me”, il che significa che devo capire e preoccuparmi costantemente della correzione del mondo, soddisfare le sue esigenze e pregare per esso. Il mondo intero è il mio desiderio in cui io vedo specificamente il mio stato…quello è il mio mondo. Se cambio i miei desideri e le mie qualità, anche il mondo che immagino cambierà.

Tuttavia, per cambiare correttamente e selettivamente i miei desideri, attraverso la mia scelta, devo trovarmi in un gruppo che mi aiuterà a cambiare i miei desideri in quelli sempre più elevati.
Allora io mi sentirò sempre più in basso e quindi desidererò ardentemente di innalzarmi sempre più in alto per crescere e vedere mondi sempre più elevati. Ogni immagine che vedo si chiama “un mondo”.

La capacità di vedere un’ascensione costante, cioè i mondi superiori, si ottiene mediante l’inclusione nel gruppo e ricevendo da esso desideri superiori ai miei desideri individuali ed egoistici. Tutto il mio lavoro per l’ambiente è, in effetti, un lavoro per me stesso. In questo modo, mi innalzo e cresco.

Quindi quando una persona dice “Il mondo intero è stato creato solo per me”, è davvero così. Tuttavia, questo non avviene per ricevere il mondo intero, ma per correggersi ed elevare il mondo che lui o lei percepisce al livello più alto, verso il mondo in cui c’è solo il Creatore. Ognuno sentirà questo mondo nel gruppo, nella decina, giungendo così ad una percezione assolutamente chiara del mondo come HaVaYaH: la decina, dieci Sefirot, in cui il Creatore si rivela in tutto il suo potere. 1

Colui che desidera raggiungere l’equivalenza della forma con il Creatore non deve pensare se ne ha il controllo. Non dovrebbero esserci domande del genere all’orizzonte; dopo tutto, il Creatore non pensa a questo. Non c’è maggiore disuguaglianza di forma rispetto a quando una persona si preoccupa della sua influenza sul mondo, sul gruppo. Dovrebbe staccarsi da tali preoccupazioni e dare tutto questo al Creatore. Pertanto, chiunque pensi al proprio controllo su se stesso e sul gruppo è senza dubbio separato dal Creatore e non raggiungerà mai l’equivalenza della forma con Lui.

Tutte le azioni di una persona dovrebbero essere dirette all’adesione al Creatore, il che significa dare e beneficiare gli altri, che è la condizione per una completa adesione al Creatore. Ognuno dovrebbe cercare di disconnettere il proprio io da qualsiasi interferenza con se stesso e con il mondo e spostarsi solo verso la dazione al fine di aiutare, di dare, di influenzare in modo positivo, di portare forza positiva e nient’altro. Allora ci avvicineremo al Creatore, sentendoLo sempre più come nostro partner. 2

Dal Congresso in Moldavia “Primo giorno” 06/09/2019, “Come posso influenzare la società”, Lezione 3

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Rapportarsi al governo perfetto del Creatore

Nella realtà, nulla dovrebbe essere corretto se non il nostro atteggiamento verso di essa. Lasciamo che il mondo si sviluppi a modo suo, non abbiamo nulla da aggiungere. Dopotutto noi lo vediamo in base alle nostre caratteristiche. Dobbiamo correggere il nostro modo di vedere la creazione perché la creazione che appare davanti a noi è in assoluta perfezione. La pace nel mondo è la perfezione che dobbiamo raggiungere.

Intorno a me vedo solo me stesso, i miei stessi difetti. Se vedo che tutte le parti della realtà sono imperfette e anche la connessione tra esse è difettosa, ciò mostra l’entità della mia corruzione. Da una parte, vediamo che tutta la realtà è perfetta e solo le persone hanno bisogno di correzione ma, per far sì che le persone siano corrette, deve essere corretto l’ambiente in modo che possa influenzare tutte le persone. 1

Il Creatore influenza le persone attraverso il mondo così come attraverso la natura umana interiore. Così, ci troviamo tra due fuochi, tutto al fine di portarci allo stato corretto, alla comprensione che dobbiamo accettare la guida del Creatore come perfetta e adattarci ad essa. Questo lavoro va contro il nostro desiderio egoistico interiore finché bilanciamo la nostra forza egoistica interiore con la forza esterna del mondo, relazionandole entrambe alla perfetta governance del Creatore.

Chi desidera correggere la forza esterna è detto riformatore del mondo e chi desidera correggere se stesso è detto servo del Creatore.

Il Creatore cambia costantemente in me tutti i desideri, le qualità e le attitudini, governando sulla mia natura interiore. Attorno a me vedo, apparentemente, un mondo esterno che è quello che mi manda anche il Creatore. Ne consegue che sono sotto la doppia influenza del Creatore: interiore ed esteriore. Tutto ciò che devo fare è bilanciarle, mettendo il Creatore come sovrano di entrambe.2

Tutto il mondo grida che non è il Creatore a governare il mondo, tranne me. Questo è il modo in cui riveliamo che è il Creatore a governare su tutti. Non esiste nulla tranne Lui.3

Esiste un risultato auspicabile ed esiste la realtà. È auspicabile vedere il mondo corretto, cioè, sotto il governo della forza unica del Creatore oltre la quale non esiste nulla. Quindi io sono connesso a questa forza unica e vedo che solo il Creatore riempie tutta la realtà.

Ma se non sono ancora corretto, giudico secondo le mie imperfezioni e vedo guerre e turbolenze invece dello stato corretto. Tutto accade solo in relazione a chi consegue e tutte le guerre e i disastri che vediamo stanno avvenendo dentro di noi, dentro la nostra natura. Se non sono corretto, non posso ancora attribuire tutto a me stesso e mi sembra che la guerra stia accadendo al di fuori di me. Non ho ancora raggiunto l’adesione al Creatore e, pertanto, la realtà per me è divisa in due: me stesso e Lui, invece di sentire “noi” come una sola cosa.4

Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 10/07/2019, Gli Scritti di Baal HaSulam, “La Pace nel mondo”
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