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Nel centro di tutti i cerchi e alla fine della linea

Domanda: Qual è il lavoro interiore nel gruppo tra i cerchi (Igulim) e la “linea retta” (Yosher)?

Risposta: Prima ero soddisfatto del successo nel mondo materiale, ma all’ improvviso ho sentito che qualcosa mancava nella mia vita ed ho cominciato a cercare un luogo nel quale mi sentissi meglio. Grazie a questa sensazione sono arrivato alla scienza della Kabbalah, ma chi è stato a spingermi ad essa?

Le mie domande si chiamano, “il desiderio per il riempimento” (Chissaron). Io (il “mio punto nel cuore”) esistevo in qualche luogo “rotondo” ed all’ improvviso mi sono sentito male. In altre parole, emerse una certa tensione tra il mio ambiente e me, una differenza, una “delta”. Ho sentito questa delta (differenza) come il male, poiché ero tormentato dalla domanda “Perché sto vivendo?”, “Perché non sento soddisfazione ed equilibrio?”.

Da questa sensazione, la Luce Circostante cominciò ad influenzarmi ed a muovermi, dato che la conservazione dell’equilibrio è una legge della natura. La Luce Circostante è ciò che mi sta spingendo ad uno stato di equilibrio.

Io avevo cominciato a muovermi e ci fu un passaggio dentro il mio successivo stato; cominciai a cercare le risposte in quello che viene chiamato misticismo, successivamente arrivai ad una certa filosofia e finalmente arrivai al centro del cerchio: la scienza della Kabbalah.

Allora, chi mi ha portato lungo tutto questo cammino? È la Luce Circostante! Io sono sempre esistito in essa, solo che non sempre me ne sono reso conto. Così sono passato attraverso il primo, il secondo, il terzo ed il quarto stato.

Nel secondo stato, ero più tranquillo rispetto alla Luce Circostante perché sentivo meno pressione rispetto al primo stato. Però, dopo aver trascorso un certo tempo in questo stato, sono stato influenzato dalla Luce Circostante ed ho cominciato a sentire che questo stato non era molto buono. Vale a dire, era aumentata la mia sensibilità alla Luce Circostante che mi ha fatto sentire male un’altra volta! Ed ho cominciato a cercare di nuovo.

Pertanto, è la Luce che mi spinge in ogni momento. Essenzialmente, non faccio niente per conto mio, è la luce che lavora nel mio desiderio, fino quando non raggiungo lo stesso centro.

Nel centro c’è una qualità del tutto unica chiamata “gruppo”. In questo punto la Luce Circostante (Ohr Makif) e la Luce Interiore (Ohr Pnimì) smettono di influenzarmi totalmente.

Io esisto nel punto centrale di tutti i “cerchi” (Igulim) dove non funzionano ed anche alla fine della “linea” (Yosher) dove neppure funzionano. Allora, cosa faro?

È qui che ho bisogno di agire in maniera indipendente, perché mi trovo in un punto di libero arbitrio. Attualmente la Luce non agisce in me, ma aspetta. Nella misura in cui posso uscire da questo stato di equilibrio la Luce comincerà ad influenzarmi!

Mi connetto al gruppo e tutti i desideri aggiuntivi che ricevo mi elevano! Questi desideri appartengono alla linea perché li ho ricevuti dal gruppo.

Quando il mio desiderio cade dentro la linea, mi trovo ancora una volta sotto l’ influenza degli Igulim (dopotutto, ancora non ho uno schermo, Masach e non appartengo a Yosher) ed ancora una volta sento una differenza tra i cerchi e me. Questo porta la Luce Circostante ad influenzarmi. Non è la Luce generale, ma una che appartiene alla Luce perché ho ricevuto il mio desiderio dal gruppo, che è la linea. Questa Luce Circostante nella linea desidera elevarmi, affinché io ed essa siamo in equilibrio. In questo radica la Segulà (rimedio), il potere miracoloso della Torà, perché questa luce mi influenza e mi eleva in questo “tubo” diretto. Mi elevo a causa della Luce Circostante, ma questa Luce mi influenza nella misura in cui attualizzo il mio libero arbitrio nel gruppo, connettendomi ad esso nello studio collettivo.

Di questo si occupa tutto il nostro lavoro! Baal HaSulam spiega nel libro Beit Shaar HaKavanot, che è il fondamento di tutte le nostre intenzioni per raggiungere la dazione. Pertanto, posso solo ascendere “nella linea” con l’ aiuto di una forza aggiuntiva che ho ricevuto dal gruppo. In accordo al desiderio ricevuto dal gruppo, l’ impressione dell’importanza della meta, la grandezza del Creatore e la meschinità del mio stesso ego, la Luce Circostante comincia ad influenzarmi.
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(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 14 Novembre 2010 – Rav Yehuda Ashlag, Beit Shaar HaKavanot)

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L’ “io” ha due facce

Domanda: Come possiamo riassumere l’ aspirazione per la spiritualità dopo il congresso?

Risposta: Nel congresso avete sentito un ostacolo che sta entrando nel vostro cammino – il Faraone. Questa è stata la prima volta che lo avete incontrato e avete capito che le dieci piaghe sono: Vogliamo ottenere la connessione con gli altri, ma veniamo spinti indietro.

Adesso abbiamo bisogno di capire che in risposta al colpo che abbiamo ricevuto, dobbiamo sviluppare il nostro desiderio uguale alla forza di rifiuto. Questo arriva solamente attraverso l’unità con gli amici durante lo studio, dove il nostro studio diventa uno strumento per l’unità dei desideri.

Abbiamo già una deficienza e impressione dall’incontro con l’ egoismo (Faraone), l’ egoismo che mi separa dalla spiritualità. È come se io letteralmente colpissi un muro che si trova tra di me e il Mondo Superiore, e questo muro è una potente forza negativa che mi ha spinto indietro.

Ho ricevuto un colpo, e io devo discernere che io sono egoista, e se io sono capace di innalzarmi da questo colpo attraverso la fede oltre la ragione e sviluppare una forza opposta, allora io avanzerò in questa struttura, nel muro.

Dopo arriverà un altro colpo, e cosi via, ed è cosi che io passerò il Machsom (la barriera che ci separa dalla spiritualità), che ha cinque livelli di profondità (Aviut) o dieci sefirot, come qualsiasi altro fenomeno nella spiritualità.

Abbiamo già iniziato questo attacco e sarà sempre più chiaro per noi cosa dobbiamo ottenere e contro cosa dobbiamo lottare. Adesso devo capire lo sconforto, dolore, il colpo, ed il rifiuto in me, ed invece di relazionarli a me, relazionarli al Faraone che c’è dentro di me.

Quando sono unito al gruppo, questo colpo non mi ferisce, io sono sopra il rifiuto e delusione. Questo mi aiuta a distinguere i due “io“ che lottano verso il Creatore ed il Faraone (l’ ”io” in me).

Ma cosa dovrei fare della disillusione e sconforto? Chiedere aiuto al Creatore! Finalmente ho bisogno di Lui adesso, non prima. Prima pensavamo che potevamo ottenere l’unità con il gruppo, la garanzia mutua, e la rivelazione per conto nostro.

Non accettavamo il Creatore come la terza forza principale che fa l’ intero lavoro. È cosi che viene chiamato: Il lavoro del Creatore (Avodat Hashem). Noi soltanto lo evochiamo.
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Dalla mia carne io vedrò il Creatore

Lo Zohar “Introduzione allo Zohar”, capitolo “Be Laila De Kala (La notte della sposa), punto 130: La correzione di Yesod è Brit Mila (circoncisione). Perciò, è detto che l’esistenza dell’ accordo è chiamato “il lavoro delle nostre mani), dato che noi separiamo l’ Orlah (il prepuzio) di Yesod attraverso il lavoro delle nostre mani. Ma questo riguarda solamente il periodo fino alla fine della correzione.

Fino alla fine della correzione (Gmar Tikkun) noi operiamo dentro le dieci sefirot della nostra anima. Prima di tutto dobbiamo tagliare fuori Malchut, cioè escluderlo dall’ operazione del desiderio che non può essere corretto. Tuttavia, noi eliminiamo i desideri fino a Yesod, e lavoriamo soltanto con i Kelim che stanno al di sopra, fino al grado della nostra abilità nel incorporarli a Binà.

Questa è “l’ unione della circoncisione”. Noi disattiviamo i desideri che non possono essere utilizzati fino al Gmar Tikkun. Saranno corretti soltanto alla fine della correzione. Ma noi possiamo ricevere Luce con lo scopo di dazione in tutti gli altri Kelim (vasi) da Keter a Yesod.

…com’è detto “Dalla mia carne io vedrò il Creatore” Specificamente “dalla mia carne”, dato che ogni volta che l’ uomo firma il patto di questa unione, lui vede il Creatore li.

Dalla mia carne significa dai Kelim di ricezione. I Kelim di dazione sono localizzati al di sopra, fino al centro di Tifferet, ed i Kelim di ricezione che vengono chiamati “carne” e “pelle” sono localizzati sotto.

È possibile vedere il Creatore, cioè la Luce di Hochma (Saggezza), unicamente nei Kelim di ricezione, ma solamente nel livello di “carne” (Basar). Non tocchiamo nemmeno la “pelle”. In altre parole, ci fermiamo al terzo livello (corpo, carne o Behina Ghimel) e non ci occupiamo del quarto livello (pelle, Behina Dalet).

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Quando la sveglia suona!

Nei loro libri, i Kabbalisti scrivono solo dell’ anima. Non toccano il nostro mondo che è al di sotto della linea della vita. È un illusione dataci temporaneamente, in modo da iniziare a svegliarci da questo sogno e costruire una vita vera.

Ora, pensate a come il valore dei vostri amici può aiutarvi a risvegliarvi verso una nuova vita. Comprendete che si sta tutti insieme dentro un sogno, e solo una piccola scintilla che vi è stata data può aiutarvi a uscirne. Questo è simile al tempo in cui si dorme, e si capisce che ci si può svegliare se ci si prova. Questo “indizio” che può aiutare a svegliarvi è il “punto nel cuore“.

Quando ci si connette con tutti i punti che si vogliono risvegliare e chiedi che la “sveglia suoni”, la Forza Superiore vi sveglierà. Essa vi tira fuori da questo sogno. In caso contrario, tutti continueremo semplicemente a dormire.

L’ unica possibilità di rivelare il mondo spirituale è essere in questo sogno. Non c’è nulla di più inferiore a questo, più inferiore dell’esistenza bestiale, più bassa di questa vita illusoria.

L’ unica cosa che rimarrà dopo la morte è ciò che è stato raggiunto nel mondo spirituale anche se in questa vita. Da quale altra cosa potrebbe venire ? Perché non esiste ora? Come troverà il modo il vostro corpo animato? Perché avete bisogno di soffrire oggi per godere poi?

Abbiamo soltanto ciò che percepiamo nel desiderio di ricevere piacere. Se, oltre alla percezione della mia vita corporea, volessi anche acquisirne una spirituale, allora sicuramente l’ avrò, essa non dipende dalla vita corporea. Ci sono due tipi di desideri: uno è “per il tuo bene”, e l’ altro “per il bene della dazione. “

Ciò significa che, per ora, io continuo a vivere contemporaneamente in due mondi, e una volta che il corpo muore, vorrò continuare a vivere solo nel mondo spirituale. Il corpo animato muore e cessa di percepire questa realtà nei suoi cinque sensi, nel modo simile a come se avessi perso ora il mio udito. In questo modo, tutte le sensazioni corporee scompaiono.

Il desiderio egoistico non può esistere per sempre, ma ha un limite. Tuttavia, una volta che si acquisisce il desiderio di dare, è eterno.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 25.11.2010, “Corpo e Anima”).

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Lavorare con la Luce

La saggezza della Kabbalah ci insegna come correggere il desiderio che rappresenta l’ intera materia della creazione fino al punto che noi iniziamo a sentire la Forza che permea l’universo: il Creatore (la Luce). Non esiste nient’altro oltre questa Forza e desiderio.

La rivelazione accade in base alla legge della equivalenza della forma: il desiderio sente il potere della Luce fino al punto della sua corrispondenza con essa. La completa rivelazione della Luce è il programma e proposito della creazione. Questo significa che dobbiamo correggerci fino al grado di completa equivalenza con la proprietà della Luce: la dazione.

L’ intero sistema dei mondi è stato creato per questo scopo; ci aiuta a cambiare il nostro desiderio e a farlo similare a quello della Luce. Questo mondo è dove vengono fatti i primi passi, più tardi ci innalziamo nei mondi di Assiya, Yetzira e Beria. Nelle nove basse Sefirot di Malchut del Mondo di Azilut è dove “risiedono” le anime spezzate.

Keter, la Sefira superiore di Malchut è sopra il Parsa, nel Mondo di Azilut, dove la dazione si trova infatti. La proprietà di dazione agisce sotto il Parsa.

Malchut riceve le forze da Zeir Anpin. Per noi, Zeir Anpin è Il Superiore, il donante; noi riceviamo tutto da lui. Da parte sua, Zeir Anpin è collegato con il Parzuf superiore del Mondo di Azilut, Abba ve Ima (AVI), una parte della quale è Yeshsut. Sotto si trova il Parzuf di Arich Anpin (AA), che riceve la Luce dall’ Infinito (Ein Sof) e la passa in basso alla catena di Malchut.

La maggior questione per noi è di come noi ( le anime rotte che vivono nei mondi di BYA) ci innalziamo a Malchut di Azilut. Includendoci in esso, noi iniziamo a prendere parte nel processo di correzione. Il Mondo di Azilut corregge i desideri egoisti che producono intenzione egoiste.

Il desiderio di ricevere è immutabile; è una questione che non può essere alterata. Ma il desiderio può essere usato in due modi diversi: può essere riempito all’ interno nel ricevere oppure utilizzato in dazione. Nel secondo caso il desiderio riceve con l’ intenzione di dazione. È possibile solamente come risultato di amore ed unione con altri.

Il Libro dello Zohar ci aiuta principalmente nel primo stadio della nostra ascesa al Mondo di Azilut. La sequenza delle azioni è la seguente:

  1. Noi eleviamo la nostra richiesta di essere corretti (MAN)
  2. La risposta (MAD) torna indietro verso di noi come Luce Circostante (Ohr Makif)
  3. Saliamo verso Malchut di Azilut
  4. Malchut consegna la nostra richiesta a Zeir Anpin
  5. Zeir Anpin da poteri a Malchut e corregge le anime

Per cui, tutto quello che facciamo è lavorare con la Luce. Il nostro lavoro è inteso per raggiungere l ’unione tra di noi in modo di correggere il nostro desiderio applicando l’intenzione di dazione ad esso. Questo diventa possibile solamente come risultato dell’influenza della Luce.

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Linguaggio senza tempo

Domanda: Cos’è meglio, leggere durante la lezione il testo originale in ebraico senza capirlo oppure leggere il testo tradotto?

Risposta: Questa è una grande domanda. In generale il lessico Kabbalistico è cosi limitato che gli studenti se ne abituano gradualmente. Stiamo parlando di circa duecento parole che ci permettono di capire un testo in ebraico. Lo vediamo nel gruppo di Mosca che legge i testi originali in ebraico.

Io non credo che in futuro una persona che aspiri alla meta possa studiare Kabbalah in nessun altra lingua. Ed è molto duro. Non abbiamo ancora imparto le lettere ebraiche ne studiato il loro significato esterno ed interno.

La conoscenza del Linguaggio Kabbalistico è di estremo aiuto. Io sono sicuro che voi capite già per lo meno la metà dei termini principali in ebraico, e posso dichiarare che non sarete capaci di tollerare di non capire il testo originale.

Certo, non è cosi semplice. Stiamo parlando di un linguaggio inusuale che è molto diverso dal latino. Ma non possiamo farci niente. La Luce discende su di noi da destra a sinistra ed è per questo che in ebraico la direzione della scrittura è la stessa.

Inoltre, noi scriviamo le lettere da destra a sinistra e dall’alto verso il basso, come la direzione delle Luci di Hassadim (misericordia) e Hochmá (saggezza). Tutte le lettere consistono di questi elementi. La loro forma è definita da diverse combinazioni delle Forze Superiori.

Tutte le regole linguistiche e grammaticali hanno anche esse fondamenta spirituali. Sono costruite dall’interazione di Bina e Malchut. Non ci sono regole in ebraico inventate dagli esseri umani.

Sin dalla nascita di Adamo 5772 anni fa fino ad oggi, niente è cambiato nel linguaggio, sia scritto che parlato. Se tu trovassi una persona cha abbia vissuto migliaia di anni fa in Egitto o in Babilonia, potresti capirla facilmente. Tutto dipende dalla radice Superiore che è immutabile. Le leggi delle interazioni tra Bina e Malchut sono eterne, ed è per questo che il linguaggio non subisce cambiamenti.

Altre lingue si trasformano in base alla mentalità e all’etica delle persone che le parlano. Mille anni fa i tuoi antenati parlavano un linguaggio che difficilmente riconosceresti oggi. Anche la composizione ortografica e la forma esterna cambiano nel tempo.

Tuttavia, l’ebraico non è un linguaggio umano ma una proiezione delle Forze Superiori e delle loro combinazioni. Anche se non è conveniente per le persone contemporanee di usare l’ebraico, non abbiamo altra scelta. I Kabbalisti non possono trasmettere la loro saggezza in nessun altro modo.
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La Luce di Hanukkah nel tuo cuore

Rabash, Lettera 43: Le candele non si accendono fino a quando non siano soddisfatte tre condizioni:
1. C’è una candela, che è un vaso in cui si versa l’olio,
2. Vi è il petrolio,
3. C’è uno stoppino.

Quando queste tre condizioni si uniscono insieme, diventa possibile gioire per la luce che producono.

Queste tre condizioni che sono necessarie per la luce, riflettono anche la nostra struttura. Abbiamo costituito il desiderio di godere, che agisce egoisticamente. Quindi, quando si guarda il mondo, vediamo che è pieno di sofferenze e problemi.

Nessuno agisce onestamente, ci danneggiamo tutti l’un l’altro, e non riesco a capire perché il Creatore (se esiste ancora) ha creato un mondo così cattivo. Avrei fatto molto meglio io se fossi stato lui! Guardo tutto attraverso il mio malessere, il desiderio egoistico, ed è per questo che vedo il male dappertutto.

Tuttavia, se comincio a ignorare la mia confusione pensando che il Creatore è buono e fa tutto bene, mentre mi sento male solo perché io sono cattivo, allora tutti questi pensieri e desideri si scontrano dentro di me e si contraddicono l’un con l’altro. Questo è chiamato lo “stoppino” (Ptila) perché posso discernere dove si trova il “rifiuto” (Psolet) dal mio desiderio e ciò che è male.

La volontà è un vaso e vi è un “stoppino” al suo interno che si produce attraverso il superamento del desiderio. Questi discernimenti (Birurim) aumentano il carburante (Beirut), cioè il petrolio – la Luce di Hochma.

Queste tre componenti sono presenti anche nell’animo umano, in quali desideri è raffigurato e illuminato come una candela. Sono inoltre presenti nella candela normale, che è un simbolo dell’anima.

Il vaso o il desiderio è uno stato egoista per natura, il volere “fine a se stesso.” Questo è il modo in cui sono nato. Con l’aiuto dello studio della Kabbalah nel gruppo, creo uno “stoppino” che può illuminare perché comincio a reagire e discernere chi è il Creatore e chi sono io. Il “petrolio” è il risultato perché questo stato conduce al “carburante”.

Io conduco una lotta: voglio raggiungere la dazione, ma sono incapace di farlo. Mi butto in avanti, ma la mia natura mi tira indietro. Il faraone non mi permette di uscire dalla sua potenza. Tuttavia, è così che distinguo me e il Creatore, come pure il tipo di sistema attraverso il quale posso essere collegato a lui.

E dopo aver superato questo una persona merita la Luce del Creatore che illumina la sua anima, chiamata la Luce di Hanukkah. Questa è la rivelazione della Provvidenza Superiore, che porta la bontà alle creature.
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Come comprendere lo Zohar

Non importa ciò che stiamo leggendo, Il libro dello Zohar, il Talmud Babilonese o la Bibbia (Torah), tutti i testi “sacri” parlano del fatto che non sono in grado di percepire e capire. Non ho alcuna comprensione dei suoi più piccoli dettagli.

Come fa la mente a “capire”? Quando la mia mente possiede un esempio di cosa vedere, sentire o leggere, sono in grado di raccogliere e organizzare un’immagine all’interno di me stesso, che corrisponde a ciò che avviene fuori di me. Tuttavia, questo metodo non funziona quando studiamo la Kabbalah. Non ho alcun esempio corrispondente. Come, allora, posso mettere un’immagine insieme?

Si supponga che dico che ZA (Zeir Anpin) è “10” e Malchut “5”. Quanto più piccola è Malchut di ZA? 10 – 5 = 5. Eccellente! Ciò significa che si conosce. Ma che cos’è che capisco? Avete capito che cos’è ZA? No. Chi è Malchut? No. Che cos’è “5”, la differenza tra loro? Non sai cosa sia. Quindi, cos’è che sai davvero?

Tuttavia, noi studiamo queste definizioni poiché sono le radici superiori, e colpiscono i nostri punti nel cuore, espandendoli. È l’unica azione possibile nell’intera scienza della Kabbalah su di noi, che siamo situati al di sotto della barriera, dividendoci dal mondo superiore. Pertanto, come Baal HaSulam ci informa nell’  “Introduzione allo studio delle dieci Sefirot,” articolo 155, i kabbalisti obbligano ogni persona a studiare la saggezza della Kabbalah, poiché questa azione richiama la luce che riforma e ci riporta al creatore.

L’intera Torah è stata scritta senza l’uso di virgole, punti e spazi tra le parole; dall’inizio alla fine, è una sequenza ininterrotta di lettere. Le lettere sono desideri, Kelim (vasi). Gli attributi di dazione e di ricezione, Hassadim e Hochma, che condividono una connessione speciale e costruiscono per noi la forma delle lettere.

Tuttavia, devo creare le stesse proprietà, Kelim, dentro di me dalla mia volontà di ricevere. Quando il mio desiderio è presente nelle proprietà Hassadim e Hochma, allora acquisirà le stesse forme delle lettere. Questi attributi vivranno in me come 22 gruppi di stampi spirituali. Sarò in grado di creare parole o azioni da loro. Dalle parole, costruirò frasi, programmi completi.

Devi pareggiare il tuo desiderio con questi simboli. I Kabbalisti hanno passato queste informazioni a noi sotto forma di simboli, in modo che si potrebbero fare le stesse forme dal vostro desiderio di ricevere come descritto nella Torah, iniziando con la prima lettera, puntata (la prima lettera della parola Beresheet, “in principio”) e l’ultima lettera della Torah, Lamed.

Prendete il vostro desiderio, utilizzandolo come pasta e scolpite queste forme in esso. Il risultato sarà un intero completamente corretto.
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Cambiando te stesso, tu cambi la realtà

Il punto nel cuore, che non ha alcuna forma o direzione, è simile alle mie cellule spirituali “staminali”, da cui posso liberamente costruire me. Questo è la fine della corda generata per me dallo stato finale che devo raggiungere. La messa a terra di esso, posso ora costruire tutto il resto intorno, esercitando il mio libero arbitrio.

Tutta la realtà è divisa in me e il mondo esterno. E se io so come usare correttamente la realtà esterna, posso cambiare me stesso, realizzando così il mio libero arbitrio. La libertà risiede esclusivamente nella capacità di cambiare se stessi e non il mondo! Il mondo è solo l’impronta delle mie proprietà.

Ho solo bisogno di sapere come correggere le mie proprietà, come modificare la combinazione di queste qualità iniziali, naturali in me. Per fare questo, mi sono dato un “Kli” (strumento), una leva, una “gru” che posso utilizzare per capovolgermi e sollevarmi! Allora, l’intera realtà cambierà. Vedo che tutto è diverso ora, come se io fossi nato in un nuovo mondo.

Così, si sostituisce la mia vista della realtà o la realtà stessa? Io cambio la realtà! Dopo tutto, la realtà è ciò che si trova dentro la mia percezione.
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Il fegato ha un’anima?

Domanda: Nel suo libro Beit Shaar Kavanot, Baal HaSulam descrive che l’anima superiore (Neshamà) è nel cervello, lo spirito (Ruach) nel cuore, mentre l’anima più bassa (Nefesh) nel fegato! Ci può spiegare questo?!

Risposta: I Kabbalisti usano le parole di questo mondo, perché tutto quello che c’è in questa realtà discende dal mondo spirituale. Questo è il motivo per cui è possibile descrivere le Forze Superiori con parole terrene.

Noi non abbiamo altra scelta dato che nella spiritualità non esiste un linguaggio, solo forze. Non siamo in grado di dare loro alcun nome o assegnare loro dei numeri . Tuttavia, le nostre definizioni devono sostenere la corretta corrispondenza per essere in grado “di parlare con noi.”

I Kabbalisti trovano una soluzione semplice e meravigliosa: usano parole che appartengono a questo mondo per dare un nome ai fenomeni Superiori. Essi percepiscono la spiritualità, il senso delle sue forze, i fenomeni, le azioni; essi vivono lì! Osservano la spiritualità attraverso questo mondo come se fosse trasparente. Vedono i poteri che agiscono dietro ogni oggetto di questo mondo e dietro l’intera immagine.

E’ come guardare attraverso un vetro trasparente e vedere una forza spirituale che si trova all’altra estremità del mio “asse visivo”. Vedo una forza che lavora dietro ogni persona e ogni azione in questo mondo, e, pertanto, è facile trovare un collegamento tra di loro. Per me, sono la stessa cosa!
Le differenze tra loro compaiono solo relativamente ad un “osservatore”, la persona che li rivela. Egli divulga o attraverso i suoi cinque sensi del corpo o li percepisce dentro i cinque organi di percezione spirituale.

Oltre a questo, tutti i fenomeni sono identici. Dopo tutto, il nostro mondo è immaginario e sentiamo il nostro modo di fare solo attraverso le nostre sensazioni. Se riusciamo ad ottenere altri organi della percezione, vedremo le cose come se si verificassero contemporaneamente su due schermi paralleli.

Poi, tutto si chiarisce e non dobbiamo mai più confonderci. Ci rendiamo conto che cosa il “cervello”, il “cuore”, il “fegato” e l’”Ibur YenikaMochin“(concetto, disegno di sostentamento, mentale) rappresentano. Riconosciamo il significato spirituale di tutte le parole terrene, come “salire”, “caduta”, “abbraccio”, “accoppiamento”, “sinistra”, o “destra”. Essi hanno solo un significato e non possono averne altro.

Noi raggiungiamo la spiritualità attraverso il nostro mondo materiale e il senso come sua radice. Essa diventa lucida e “apparente” per noi, ma il linguaggio che lo descrive deve essere “preso in prestito” da questa dimensione materiale, come se noi “stendessimo”, una pellicola trasparente su di esso.

Si è abituati a vedere immagini materiali, certo, ma ora si conservano solo i loro nomi che vengono ulteriormente trasferiti su uno schermo parallelo nella spiritualità, dove aderiscono nel posto giusto. Si inizia usandole senza alcuna confusione: non c’è bisogno di spiegare il loro significato per gli altri perché, salendo verso il mondo spirituale, attraverso la corporeità, ciascuno vedrà la stessa immagine e sapranno cos’ è un’illusione!

“L’anima nel cervello” significa che la Luce chiamata Neshamà (anima) abita in un Kli (vaso) spirituale chiamato “cervello”. Al di là  della Luce e del Desiderio, non c’è niente altro.
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(Dalla terza parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 25/11/10, Beit Shaar HaKavanot)