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Il canale che porta al fiume della Luce

Il cammino verso la rivelazione consiste nell’implementare tutte le condizioni, ripetutamente, su tutti i gradini, fino a quando una persona non arrivi alla rivelazione, senza limite, senza fine, di adesione perfetta. Raggiunge l’adesione su tutti i gradini. Ogni gradino è simile a quello dopo, la differenza è soltanto nella qualità e quantità dei dettagli che si accumulano li, e ci fanno percepire un grandino come il mondo nuovo, ogni volta.

Israele, la Torà, e il Creatore sono uno” deriva dal fatto che inizialmente, ci troviamo nel mondo dell’Infinito, completamente uniti con la forza del Creatore, la forza della Luce. Li, non esiste differenza tra il vaso e la Luce, e quindi non esiste Israele, cioè uno che aspira al Creatore. L’essere creato diventa Israele soltanto sotto la condizione che è separato dal Creatore ma comunque aspira ad aderirsi a Lui ed arrivare all’adesione, rimanendo indipendente.

Sono necessarie due condizioni opposte: Da un lato, separazione dal Creatore, e dall’altro, adesione, Vale a dire, uno deve rimanere indipendente-questo è l’intero significato della creazione.

Israele, la Torà e il Creatore devono connettere per noi tutto il tempo nella loro forma finale- quanto siamo in grado di immaginarlo per ora. La creatura è uguale al Creatore fino a quanto può immaginare l’immagine del Creatore. Le sue proprietà che sono già state rivestite sulla creatura. Immaginiamo noi stessi come già alla fine del cammino, cioè avendo completato il nostro gradino attuale, perché non siamo in grado di pensare a qualcosa che va oltre il nostro gradino attuale.

Ma aspiriamo almeno a questo, cioè desideriamo diventare Israele e raggiungere l’adesione completa con la forza della dazione e dell’amore per i maligni e per i giusti, per i nemici e gli amici nella stessa maniera, fino alla fine della correzione. Anche se in realtà, questo è soltanto il nostro grado attuale. Dopotutto, tutto ciò che riusciamo soltanto ad immaginare, l’intera creazione da un lato all’altro, esiste dentro questa struttura, questa minuscola Sefira, che si rivela per noi ora, nel frattempo. E ancora, dobbiamo immaginare che vogliamo rivelare tutto, correggere ogni cosa, e aderire al Creatore in ogni cosa. Vogliamo farlo in modo che il mondo intero diventi la mia anima, e tutte le proprietà sono corrette verso la dazione e l’amore.

Ci immaginiamo corretti in questo modo, per aspirare a questo, studiamo e facciamo tutte le azioni necessarie per ottenere lo stato finale. “Israele, la Torà e il Creatore sono uno”. Ma nel cammino verso l’ottenimento della meta finale, è necessario riempire tutti i comandi del Creatore, cioè studiare ogni tipo di dazione, che è ciò che facciamo all’interno del gruppo. La cosa più importante è l’amore per gli amici, dove si chiariscono tutte queste nozioni.

Avendo ricevuto questi strumenti dall’amore degli amici, i vasi di Galgalta ve Eynaim, con il loro aiuto potrai correggere i vasi di ricezione, AHP, di quello stesso gradino, cioè quelli che sono fuori dalla struttura del gruppo, fino al gradino dove iniziamo a relazionarci verso tutti  esattamente nella stessa maniera. Ci relazioniamo al gruppo come il nostro posto di lavoro interiore e la fonte di forza. Eppure, il posto di lavoro reale è l’AHP, cioè il mondo intero.

GE sono creati per prendersi cura di AHP. La frammentazione è avvenuta principalmente per questa ragione e le scintille di dazione dal GE sono penetrate in AHP. In questo modo, i rudimenti della correzione sono stati creati in AHP. Dopotutto senza, AHP non ha alcuna speranza di correzione.

Per questa ragione dobbiamo sempre prepararci nel nostro GE, nel gruppo, nello studio, la nostra connessione, un abbraccio amichevole, e nei seminari, e dopo uscire e lavorare con i desideri di AHP. La vera realizzazione avviene in AHP, mentre la preparazione è in GE.

Anche se sembra a noi come se ci correggessimo da soli, mentre lavoriamo tra di noi nel gruppo, essenzialmente questo è solo il lavoro di preparazione.

Il nostro lavoro è detto “lavoro del Creatore” Non agiamo noi stessi, ma la Luce. Nel frattempo, ogni volta dobbiamo rivelare l’area dove la Luce potrà agire, come è detto: “Apri la punta dell’ago…” La nostra richiesta, innalzando una preghiera, MAN, apre il canale verso la Luce, dentro il quale entra ed opera. Il Creatore adempie il Suo lavoro, e noi dobbiamo soltanto aprire l’entrata per Lui. Questo è detto rivelare al mondo: Ogni volta arriviamo ad un mondo nuovo.
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(Dalla preparazione alla Lezione del 11.09.2013)

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Una doppia richiesta e una doppia risposta

Anche mentre siamo sotto il dominio delle forze egoistiche, le bucce (Klipot), possiamo risvegliare la parte superiore. Solo coloro nei quali è stato risvegliato il punto nel cuore possiedono il potenziale per connettersi al Creatore, ma con un’intenzione che è ancora egoistica. Una persona si rivolge al Creatore con le intenzioni che sono ancora egoistiche e quindi viene considerata in balia delle forze impure.

Più grande è la forza che la persona possiede di rivolgersi al Creatore ancora mentre lo fa per se stessa, più grande è l’egoismo (Klipà). Pertanto, come è scritto “Colui che è più grande del suo amico, il suo desiderio è più grande del suo”. Il grande malvagio, le enormi forze dell’egoismo, di cui parla la ToràBalaam, Balak, il Faraone (il guscio generale), Haman, Ahaseurus, e le sette nazioni che occupano la terra di Israele, prima dell’arrivo degli ebrei: tutti questi attributi vengono risvegliati in una persona in base al suo livello. Maggiore è il guscio nel quale una persona si trova, maggiore è la Santità che le viene assegnata in contrasto con esso.

La salita inizia quando in una persona si risveglia il punto nel cuore mentre è in cattività della forza egoistica, Klipot, e nell’intenzione di ricevere per se stessi. Nonostante l’intenzione egoistica di ricevere in cui il punto nel cuore esiste, non per scelta, esso solleva una preghiera (MAN). Sebbene la preghiera sia egoistica, allo scopo di ricevere, è ancora una preghiera dell’inferiore, del guscio che risveglia il livello superiore di agire. Poi, il superiore comincia a lavorare su questa preghiera e la solleva da un livello ad un altro fino a Ein Sof (infinito). Tuttavia, noi impariamo solo circa tre livelli: quello inferiore, il superiore e l’estremità superiore. Tutti gli altri livelli funzionano allo stesso modo.

Questo trio opera costantemente: l’inferiore, il superiore e l’estremità superiore. L’inferiore si trova nell’egoismo, e il superiore, che sente il dolore dell’inferiore e sa come tradurlo correttamente, elabora la preghiera corrotta dell’inferiore trasformandola in una preghiera corretta e la solleva al superiore che si trova nella santità, scollegato dall’inferiore corrotto. Così, nell’estremità superiore, ci sono già tutta la Luce e la forza necessarie per prendersi cura dell’inferiore.

Il superiore si solleva fino all’estremità superiore con una doppia preghiera: la preghiera dell’inferiore e la sua risposta ad essa. Così, l’estremità superiore da’ il doppio della grandezza di cui ha bisogno per prendersi cura dell’inferiore. Quando raggiunge la grandezza, può già prendersi cura dell’inferiore corrotto. Così, si scopre che il “primo nato” che si chiama Partzuf superiore riceve il doppio dall’estremità superiore, la sua parte e la parte dell’inferiore corrotto. Questo è il modo in cui funziona la catena.

Questa è l’unica azione nella nostra correzione ed essa ci porta fuori dalle Klipot. Quindi, la prima condizione è la preghiera. Tutto il nostro lavoro spirituale, tutta la realtà che sentiamo, è disposta e pronta ad aiutarci ad elevare una preghiera verso il superiore. Non esiste nulla, tranne che la nostra richiesta. Questo perché noi non siamo capaci di eseguire nessuna azione fatta eccezione per la possibilità di chiedere. Questo è in realtà ciò che dimentichiamo.

Finalmente capiremo che non esiste nessuno tranne Lui e che il Creatore è buono e benefattore, che in realtà esiste una sola forza che opera, su cui è scritto: “Io sono il primo e sono l’ultimo”. Tutto questo ha lo scopo di aiutarci a scoprire in qualsiasi momento la nostra richiesta.

La richiesta dell’inferiore deve essere organizzata correttamente per dare. Se chiediamo per noi stessi, siamo nelle Klipot sotto il dominio di forze impure egoistiche. Se continuiamo a chiedere per noi stessi, troviamo noi stessi più a fondo in questo egoismo.

Tutte le nostre richieste, tutte le mancanze, anche dagli stati più vergognosi – salgono ancora verso l’alto. L’unica domanda è in quale forma. Se le richieste non sono in equivalenza della forma con il superiore, esse sono ancora accettate e influenzano il sistema e il suo sviluppo. Ma in questo caso, le forze ci obbligano a torturare noi stessi e vediamo il mondo diventare sempre più malefico e buio. Noi avanziamo, ma per la via della sofferenza, nel suo tempo.

Se le nostre richieste vengono fatte in base al desiderio del superiore, si risvegliano tutti i livelli di correzione e salgono fino a Ein Sof e ci portano verso la nuova Luce che chiarirà, correggerà, e riempirà i nostri vasi allo scopo di dare. Poi, avanzeremo attraverso il percorso di “Io lo affretterò”.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah dele 22.09.2013)

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Che cosa porto al Creatore?

Domanda: La natura dell’ uomo è tale che egli non desidera riconoscere il suo male interiore. Solo quando obbligato, una persona si sente forzato ad ammettere il bisogno per la correzione. Cos’è il male che si nasconde in me?

Risposta: Odio infondato; ha distrutto i discepoli di Rabbi Akiva. Non esiste altro male. Ogni altra cosa è male dal punto di vista del mio ego. Solo l’odio infondato rappresenta il male che resiste al bene: amare gli altri come amiamo noi stessi. Questo è l’unico criterio col quale misuro me stesso e la mia corruzione. Ogni altra “virtù” non viene vista come difetti dal Creatore. Non sono considerati una buona causa per fare appello a Lui. Lui si aspetta un preghiera autentica. L’intero sistema di correzione è fatto per i Kelim rotti, o i desideri che non sono in grado di unirsi.

Domanda: Quindi, dobbiamo costantemente sentire questo male e non edulcorare o nasconderlo da noi stessi, giusto?

Risposta: Dai salmi: “Riconosco le mie trasgressioni e il mio peccato è sempre davanti a me” (Salmo 51:3). Altrimenti, cosa individuerò al Creatore? Cosa richiederò che egli corregga? In realtà è molto semplice, desiderio partecipare alla vita del gruppo. Sono attratto da esso, e allo stesso tempo, vedo che non sono in grado di farlo. É esatto questo che viviamo durante un congresso di Kabbalah. Essendoci riuniti insieme, ci rendiamo immediatamente conto che non vogliamo, e non siamo in grado di unirci. Questo viene detto “scoprire il proprio male” é grandissimo! Ora dobbiamo tenere questo male come nostro obiettivo ed esigere che sia corretta.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 16.12.2010)

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Non ci sono punizioni, ci sono solamente correzioni

I cuori sono attratti al termine delle azioni

Il Libro dello Zohar – Introduzione, «Gioisci delle Festività e non dare al povero”: questo è il senso della denuncia della Verità circa la creazione dell’uomo, dicendo che lui è tutto bugie… Comunque, Hesed disse: “Lascia che venga creato perché egli fa misericordia”, poiché la misericordia che egli fa, che è necessariamente un atto che viene esaminato come dazione, attraverso di esso, viene progressivamente corretto fino a che non può impegnarsi in tutte le Mitzvot al fine di dare.

L’attributo di verità parla della questione del desiderio che è totalmente egoistico (allo scopo di ricevere) e che non può pensare ad altro tranne che riceve per se stesso. Allora perché è stato creato? Dopo tutto, non è degno di niente. Questo è il modo in cui una persona vede se stessa nello specchio della verità.

Ma l’attributo di Hesed è responsabile del fatto che una persona può cambiare. Questo perché la materia del desiderio può eseguire azioni di Hesed (misericordia).

Ma come è possibile? Dopo tutto, il desiderio di ricevere è una bugia totale e vuole solo trarre beneficio per se stesso. È vero, tutte le sue intenzioni sono per il suo bene, ma le azioni possono essere finalizzate a al fine di dare. Poi, nonostante questa scissione interna, nonostante il divario tra i pensieri e le azioni, le azioni che al momento hanno delle intenzioni imprecise, possono cambiare il desiderio.

Io uso le azioni di dazione al fine di raggiungere l’attributo di dazione. Anche se io non voglio raggiungere la dazione e mi sembra solo bramarla, se cerco di farlo il più possibile collegandomi agli amici, al Maestro, e al Creatore, allora insieme a questa bugia sulla parte dell’attributo della verità, queste azioni mi porteranno alla correzione.

Non posso evocare la Luce Circostante con la mia intenzione egoistica, ma l’azione stessa è al fine di dare e io sono consapevole di questo. Quindi evoco la Luce che Riforma ed essa mi influenza nella misura in cui mi sembra di voler uscire dalla mia intenzione egoistica al fine di ricevere e acquisire l’intenzione altruistica di al fine di dare.

È vero che non posso e non voglio dare, ma le mie azioni sono volte correttamente, e questo è sufficiente. Un’azione corretta insieme con l’intenzione sbagliata evoca la Luce che corregge l’intenzione.

Questo si verifica perché io sono fatto di un desiderio e di un’intenzione (un pensiero). Non riesco a controllare la mia intenzione, poiché voglio sempre per me stesso. A volte sembra che voglio veramente il bene degli altri, ma poi si scopre che è tutto un gioco fisso e che ho semplicemente mentito a me stesso dato che non capisco me stesso. Le mie intenzioni sono malvagie, sbagliate o cattive (per errore o anche intenzionalmente). Questo è il risultato della frantumazione dei vasi e non c’è niente che possiamo fare al riguardo.

Ma io posso eseguire delle azioni nel gruppo, nella divulgazione e nel parlare di educazione integrale. Se queste azioni sono disposte correttamente in modo che io possa adempierle, devo chiedere al gruppo e all’insegnante la forza di venire alle lezioni, al fine di acquisire gradualmente la saggezza e rivolgermi al pubblico al fine di trasmettere loro il mio messaggio in modo che possano accettare la mia opinione. Io preparo le mie azioni come se dessi il più possibile. Questo è sufficiente ad evocare la Luce Circondante, che in risposta comincia a cambiare la mia intenzione.

Questo avviene perché le mie azioni sono corrette e solo la mia intenzione è corrotta. Ora essa si aggiunge alle mie azioni attraverso la Luce Circondante che opera. Così “i cuori sono attratti dopo le azioni”, fino a quando l’intenzione corrisponde a quella azione.

Noi ci distinguiamo da tutti gli altri solo per la nostra intenzione con la quale attiriamo la Luce che Riforma. Se non lo facciamo, non ci riusciremo e le cose andranno ancora peggio. Si passerà attraverso un nuovo ciclo che alla fine ci porterà anche al bene, ma tramite la via della sofferenza.

Eseguire delle buone azioni non è un problema. Io posso dare dei regali solo perché c’è un angelo con un bastone in piedi dietro di me, e se mi fermo per un momento, ricevo subito un duro colpo. Si scopre che l’azione di per sé è buona, ma l’intenzione talvolta si cela, anche a me. Quindi l’unica cosa che mi serve è evocare la Luce Circondante attraverso miei sforzi.

Io cerco di aggiungere la giusta intenzione per quanto riguarda gli amici, l’insegnante, lo studio, e il pubblico poiché sono questi sforzi ad evocare la Luce che Riforma.

La materia del desiderio non cambia, le azioni non cambiano, l’ unica cosa che cambia è l’intenzione. L’intera creazione è intesa solo per stabilire la giusta intenzione e connetterla gradualmente alle nostre azioni.

Le azioni devono corrispondere all’intenzione. In primo luogo io non voglio ricevere nulla dal momento che non ho la giusta intenzione, e quindi posso già ricevere qualcosa grazie al Masach (schermo) e la Luce che Ritorna. Posso già dare in cambio, e poi io produco i desideri, i miei vasi di ricezione.

Questo significa che il nostro lavoro può basarsi sull’evitare ricevere o nel ricevere al fine di dimostrare che abbiamo capito ciò che l’amore del Creatore verso di noi è e vogliamo ringraziarlo per questo ripagandolo con la stessa attitudine.

L’importante è che l’intenzione determina la qualità dell’azione.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 26.08.2013, Lo Zohar)

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Io Voglio!

Il Rabash, “Che cos’è l’ordine di spazzare via Amalek”: Ed inoltre, vediamo che un uomo deve prepararsi per godere del piacere di cui il vaso è rivestito. Ciò significa che l’uomo può godere la Luce del piacere di cui il vaso è rivestito nella misura in cui si è preparato, il che è considerato un fatto esteriore. Ciò significa che non possiamo paragonare un uomo che beve acqua quando ha sete con un uomo che beve acqua quando non ha sete. Questo perché il vaso di ricezione del piacere non è misurato dalla brama del piacere.

Noi sappiamo che la differenza tra “lo accelererò” e “a suo tempo” sta solamente nella preparazione. Alla fine un uomo deve compiere le azioni da solo e dire: “Io voglio!” e quando lo vorrà, le cose si spalancheranno per lui!

Ci sono due modi per arrivare alla richiesta di “Io voglio!”. O con i colpi che non lasciano all’uomo alcuna altra scelta e che lo obbligano a riprendersi dopo ogni colpo o problema e che lo risvegliano dal suo rifiuto di fare tutto. Questo succede perché egli è confuso e non riesce a trovare in sé le forze di connettersi con gli amici al fine di costruire il vaso, e sono solamente i colpi che lo costringono a fare un passo in avanti.

Oppure si tratta di fare un passo, ma non è soltanto fare un passo. Egli vede che questo passo è vantaggioso sia in senso spirituale che materiale. Il vantaggio materiale consiste nel fatto che egli si sbarazza dei colpi ed il vantaggio spirituale consiste nel fatto che egli si riprende ed inizia a percepire di avere uno scopo, un processo, ed una possibilità di percepire qualcosa del cammino di “Io lo accelererò”.

In questo modo egli consegue il doppio: Egli consegue delle nuove capacità ed un nuovo gusto dal punto di vista materiale e forse anche spirituale. Tutto questo gli viene dato dopo i colpi, poiché ci sono due opposti nei colpi che egli riceve dal Creatore, nel colpo della Luce che funziona su un uomo in modi diversi e che lo spingono verso lo scopo. Noi studiamo che in ogni stato, anche in quello più basso in assoluto, ci sono dieci Sefirot, la Luce di NRNHY, Reshimo (gene spirituale) del rivestimento, e il Reshimo di Aviut (grossezza).

Quindi, dobbiamo cercare di capire che tutto dipende dalla nostra preparazione che ci porta alla richiesta di “Io voglio!”. Dobbiamo raggiungere lo stato in cui non ci rimane alcun desiderio tranne uno e questo desiderio dovrebbe essere il più grande. Ci sono due modi per arrivarci: “A suo tempo” (attraverso il cammino della sofferenza), o “Io lo accelererò” (attraverso il cammino della Luce). Ma è impossibile uscire dall’Egitto senza il desiderio di “Io voglio!”

D’altra parte, un uomo sente una grande afflizione e disperazione nelle sue forze e, allo stesso tempo, sostegno e fiducia che il Creatore può salvarlo, il che significa che tutto è nelle mani di Dio. Questa versatilità deve dare forza ad un uomo e non distruggerlo nel momento in cui esce.
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(Dalla Preparazione alla Lezione Quotidiana di Kabbalah del 28.06.2013)

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Conta solo la preparazione

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Pertanto, prima dello studio, lo studente si impegna a rafforzare la sua fede nel Creatore prima, il che significa che egli è diretto verso la dazione. Deve essere sicuro di aver fatto tutto il possibile per prepararsi corporalmente dal momento che ha l’ambiente che il Creatore ha predisposto per lui.

Il Creatore ha portato la persona verso l’ambiente e ora lui deve rafforzare se stesso in esso e stabilire i giusti rapporti con gli amici. Di conseguenza, egli avrà almeno le forze per eseguire delle azioni corporee e questo è già sufficiente per evocare l’influenza delle Luci Circostanti. Così, inizia a realizzare se stesso correttamente.

Se la persona nutre dei dubbi che riguardano il motivo per il quale studia e il perché si reca alle lezioni e si alza la mattina, allora impostando per sé l’obiettivo di acquisire la Luce della fede, durante il giorno, il che significa la forza della dazione, non esiste Mitzvah (comandamento) più grande che egli possa eseguire. Essa comprende già tutto e non c’è niente altro che possiamo acquisire durante la nostra vita intera. Questo è lo scopo per cui siamo stati creati, questo è il motivo per cui noi esistiamo in questo mondo, e tutta la nostra vita ruota solo intorno a questo.

Tutto è pronto e ci sta aspettando e quindi la preparazione per lo studio è una condizione essenziale per poter ricevere tutto ciò che è stato preparato per noi. Abbiamo raggiunto una fase in cui dobbiamo prestare attenzione e concentrare tutte le nostre forze, i nostri pensieri e la nostra persistenza su questa cosa, dobbiamo vedere che siamo uniti attorno a questo obiettivo comprendendo che la preparazione per lo studio e, in generale, la preparazione di ogni azione che facciamo è in realtà ciò che determina la sua qualità e la sua altezza, il che significa che essa avrà un impatto positivo o negativo, a seconda se sarà un bene o un male per noi.

Noi possiamo eseguire un’azione che sembra buona da un punto di vista corporeo, ma se è accompagnata dall’intenzione sbagliata, la qualità delle azioni sarà il contrario. Sappiamo che prima della distruzione del Tempio, la posizione del grande sacerdote è stata venduta per denaro. Il grande sacerdote fece qualcosa di sbagliato nel senso corporeo durante il rituale di Yom Kippur? Egli fece tutto correttamente, ma la sua intenzione era quella di ricevere rispetto, fama e ricchezza in cambio, e così entrò nel Santo dei Santi e morì.

Ciò significa che tutto deriva solo dall’intenzione. Siamo pronti e in grado di lavorare consapevolmente a questo insieme in un modo speciale unito in modo che sia il problema principale e l’obiettivo in ogni momento della nostra vita. Dovremmo usare ogni momento correttamente!

Abbiamo già raggiunto questo punto e soprattutto ora, che il congresso di San Pietroburgo è alle porte, tutte le nostre azioni per arrivare dovrebbero essere con la giusta intenzione. È molto importante, è la garanzia per il nostro successo.

Così come dice Baal HaSulam: Lo studente si impegna a rafforzare il suo destino nel Creatore prima dello studio. Questo significa che ci siamo impegnati a rafforzare il nostro desiderio solo per la forza della dazione reciproca in ogni azione della nostra vita. E non fa differenza se durante il giorno dobbiamo fare le nostre faccende basilari quotidiane che non sono strettamente legate al raggiungimento dello scopo, per raggiungere la forza spirituale, dal momento che questo è il modo in cui la nostra vita è organizzata. Anche queste azioni, che sono molto lontane dalla meta, devono essere compiute con la giusta intenzione, dal momento che, dopo tutto, noi le facciamo per raggiungere lo stato desiderato. Ogni azione deve essere compiuta solo per raggiungere la forza della dazione, per uscire dal desiderio attuale e acquisire un nuovo desiderio.
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(Dalla 3a. Parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 23.06.2013, Talmud Eser Sefirot)

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Un prestito in termini spirituali

Baal Hasulam, “La Pace”: Queste sono le parole di Rabbi Akiva: “Il libro è aperto e la mano scrive”. Ogni stato in cui si trova una generazione è come un libro, e tutti i malvagi sono come le mani che scrivono perché ogni malvagio è scolpito e scritto nel libro fino a quando non sono così tanti che gli uomini non possono più sopportarli. In quel momento, essi distruggono questo stato di malvagità e si riorganizzano in uno stato migliore. In questo modo, ogni singola azione è calcolata e scritta nel libro, vale a dire nello stato.

Ed egli dice, “Tutti coloro che desiderano prendere in prestito posso venire e farlo”. Ciò significa che egli crede che questo mondo sia come un magazzino aperto senza un padrone, ma che ci sia un padrone presente, un custode che si trova nel magazzino e chiede ad ogni cliente il giusto prezzo per la merce che prende dal magazzino, nel senso dell’impegno nel Suo lavoro mentre egli è nutrito da questo magazzino, in una maniera che di sicuro lo porterà allo scopo della creazione, come a Lui piace.

Il suo scopo è di conseguire la dazione. Però, un uomo deve avere il potere per farlo, e non ha questo potere. Lo prende in prestito, anche se lo intende tutto per la dazione. Inoltre, è così anche se egli vuole ripagare, cioè, nel senso che non vuole usare nulla per se stesso. Egli usa il mondo intero per la dazione.

In base agli standard del nostro mondo, è impossibile riconoscere che un uomo come questo stia prendendo qualcosa in prestito. Voi sapete che si prende in prestito per un vantaggio personale. Qui, tutto è al contrario. A proposito, il divieto della Torà di dare in prestito con interesse deriva da questo. Nel mondo spirituale, nessun prestito deve essere restituito in misura maggiore di ciò che è stato ricevuto.

Quindi, le forze che non ho dall’inizio le prendo in prestito, ma non le prendo per me stesso. Esse non sono mie, le aggiungo solamente al desiderio per il bene della dazione. Invece che al Creatore, io dono a tutti, ed il mio intero obbiettivo è solamente di trasmettere abilmente questa dazione, come se arrivasse dalle Sue mani. Io non ho niente di mio a parte il mio altruistico io che stride con il desiderio egoistico al suo interno e che agisce al di sopra di esso. Perciò, in sostanza, non ho niente da restituire.

Domanda: Nonstante tutto questo, non è comunque chiaro. Come può una persona chiedere un prestito per sé nella spiritualità?

Risposta: Allora, ho detto che si tratta di un altro genere di prestito. Vedi, io non ho dei miei poteri di dazione. Inoltre, io (specificamente, io) voglio dare proprio come fa il Creatore. Io devo trasmettere e dare ciò che Egli desidera per il mondo.

Questo stato è descritto allegoricamente con una metafora che dice che il Creatore voleva donare alle nazioni del mondo il metodo della correzione. Però, esse non furono capaci di accettarlo. Quindi, Egli usò un gruppo di passaggio chiamato Israele, che significa “diritto al Creatore”. Gli uomini di Israele sono come i coordinatori che connettono la Luce superiore con l’AHP. Grazie a questo, Malchut può elevarsi in Bina e qui essere “addolcita”, in modo da passare la Luce dall’alto verso il basso.

Quindi, questo è chiamato prestito solamente perché un uomo non ha la forza della dazione, e la riceve dal Creatore. Tuttavia, egli non la usa per se stesso, come è solito avvenire nel nostro mondo egoistico. In questo mondo, un uomo cerca prima di tutto il vantaggio per sé, e poi, pensa al vantaggio degli altri, sia che si tratti di questioni finanziarie, benessere, o semplice piacere. Nella spiritualità, io non chiedo per me stesso. Voglio prendere parte alla vita del Creatore. Questa partecipazione è intesa completamente per la dazione. Per il bene di questa partecipazione, metto in moto tutto il mio desiderio al livello massimo possibile. Tutto il resto lo tengo temporaneamente “sotto chiave” sotto la restrizione.

Domanda: Quindi, come mai è necessario chiedere un prestito così per lo scopo della dazione?

Risposta: Si chiama ascesa, richiesta di correzione (MAN). Al Creatore io richiedo la forza di essere capace di esaminare, di correggere, l’azione stessa. Io voglio che Lui faccia questo, come è scritto:”Vieni dentro di me e compi l’azione della dazione”. E’ come un bambino appena nato che chiede aiuto alla sua mamma o semplicemente piange, e la mamma arriva e lo aiuta. Tutto il problema è di diventare internamente come “il pianto di un bambino”. E ci vuole tempo per impararlo…
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(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 19.04.2013 “La Pace”)

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La connessione che cambia il mondo

Domanda: In quale intenzione abbiamo bisogno di essere per correggere il mondo durante il prossimo congresso?

Risposta: Se siamo collegati l’uno con l’altro bene e con forza, con l’intenzione per il nostro obiettivo, la dazione reciproca comune, questo sicuramente raggiungerà il mondo, e questo inizierà a cambiare.

Il fatto è che siamo collegati insieme attraverso lo stesso sistema interno. Quello che si studia nella Kabbalah: Sefirot, Partzufim, i mondi – tutte queste sono le connessioni tra di noi. Non sono da qualche parte nello spazio: questa è la nostra vera connessione.

Rivelando questo nei gruppi delle decine, improvvisamente vediamo che ci sono i cerchi dei mondi tra di noi che ci collegano, come noi influenziamo queste connessioni, e come loro ci influenzano, e la luce si manifesta tra di loro, questa è la manifestazione del Creatore, la Sua rivelazione.
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(Dalla lezione virtuale  del 02.06.2013)

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I disturbi possono essere differenti

Domanda: Quando io devo sostenere un esame o trovare un lavoro, io prendo automaticamente un’appassionata preghiera, un desiderio ardente per il desiderio voluto. Perché non succede lo stesso nel cammino verso il Creatore?

Risposta: Mettendolo in maniera diversa, quando otterrai finalmente un reale motivo per girarti verso il Creatore?

Diciamo che ti sia accaduta qualche cosa di veramente sgradevole. Per esempio, qualcuno ti ha insultato seriamente, in modo talmente pesante che tu sei pronto per sparire dal posto in maniera che altri non vengano a saperlo. Allo stesso tempo, non c’è niente che tu possa fare. Ed è qui, in questo stato di completa impotenza che tu ricevi “un regalo dall’alto”, tu inizi a sentire che non c’è niente tranne Lui e che il Creatore t’invia questo con uno scopo specifico; tu devi unicamente girarti verso Lui e chiedergli che sarebbe meglio se questo non stesse accadendo.

Ti giri verso Lui e te ne penti subito: “Che cosa voglio? Evitare la sfortuna? O essere con il Creatore? Lasciamo che la paura e la vergogna rimangono se solo attraverso questo io posso mantenere una connessione con Lui”.

È cosi che andiamo avanti: Abbiamo bisogno della paura, che non possiamo maneggiare, che viene dai nostri desideri egoisti, e allora noi veramente avremmo bisogno dell’aiuto del Creatore.
Sei pronto per questo? Vuoi che succeda questo? Senza riserve e concessioni?

Domanda: Allora non c’è maniera di scappare dai disturbi?

Risposta: Unisciti a un gruppo, e insieme agli amici volerai come un razzo. Perché allora, al posto della vergogna e altri problemi “animali”, riceverai altri disturbi causati dall’inabilità di amare i tuoi amici e di unirti a loro. Tu fai degli sforzi ma sei incapace di raggiungere questo.

Ad ogni modo, i disturbi sono necessari dato che non ti volti verso il Creatore se vedi la più piccola possibilità di correggerti in un’altra maniera. Solo la completa impotenza fa alzare la tua richiesta verso di Lui. E questo significa che tu devi accrescere il tuo desiderio, lottando per l’unità ed elevandola sopra tutti gli altri. Allora scoprirai che puoi ottenere tutto tranne questo. E la breccia tra il desiderato e la realtà evocherà un urlo al Creatore.

Domanda: Che cosa deve succedere esattamente in un gruppo in modo che la situazione possa ottenere la scalata necessaria?

Risposta: Compiere tutti gli sforzi possibili e obbligare il gruppo a influenzarti. Questo è precisamente ciò che chiamiamo “garanzia mutua”.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 30.05.2012, l’Arvut (La garanzia mutua)

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Ci sono cose che devi fare da solo

Rabash, Shlavei Hasulam, 1984/1985, Saggio 19, “Vieni al Faraone – A”: Il segreto della ricerca dell’Inclinazione Maligna e l’Altro Lato è di causare lo Tzadikim a Errare e aderire alla Santità.

L’inclinazione maligna è “un angelo” che correttamente porta avanti il suo lavoro. Ci mostra costantemente quanto siamo deboli e non siamo pronti per fare niente e così ci obbliga a tornare alla Luce che Riforma. E così noi riceviamo una potenza dall’alto che ci porta ciò che è necessario. Poi, se l’ego non ci mostrasse il nostro completo fallimento, noi saremo d’accordo con ciò che è e non ritorneremo mai alla Luce.

L’inclinazione maligna non è il sunto delle tendenze maligne; si risveglia in me il non disperare dal fallimento in quella o quell’altra cosa perché sono un egoista. L’inclinazione maligna è una forza unica che è contro la Luce ed è direzionata verso Essa dalla sua opposizione: “Qui c’è ciò di cui hai bisogno.” Allora, l’oscurità ci risveglia alla ricerca della Luce, a risvegliare l’alba. Questo non è solo l’ego con le sue lussurie e desideri costanti: gelosia, lussuria, onore, controllo, e altro. No, invece, l’inclinazione maligna è la “cattiva” tendenza grazie alla quale noi sentiamo il bisogno di aiuto dal Creatore. Quindi vuol dire che questo è anch’esso altrettanto buono.

Domanda: Ma ogni tanto parli come se avessimo il potere di avanzare…

Risposta: Senza rovinare questi poteri, non realizzeresti che hai bisogno di chiedere l’aiuto. Non è abbastanza per sapere che sei senza forze. – devi anche avere l’esperienza. Osserva un bambinetto: Non importa quante volte gli spieghi qualcosa, deve provare tutto da solo e non solamente una volta. Non crede alle tue parole: “Per cosa hai bisogno di fare questo se non hai nemmeno successo?” No, lui deve fare esperienza da solo.

Domanda: Ma nonostante tutto ciò, non è terribile che noi perdiamo tutto questo tempo?…

Risposta: Questo è il perché ne abbiamo bisogno. Vedi, provando ad agire indipendentemente tu correggi i Kelim, i tuoi desideri. Poco a poco, quando raggiungi la disperazione, li purifichi gradualmente e li sistemi. Comprensibilmente, vuoi saltare immediatamente alla correzione finale, ma prima devi imparare qualcosa.

Tutte le Luci e tutti i Kelim, vasi, discendono dal perfetto mondo dell’Infinito ad uno stato assolutamente imperfetto e frammentato. Così un sistema è stato creato – dall’opposizione tra la Luce e i vasi – non puoi migliorare sopra la sequenza prestabilita. Dopo tutto, non c’è nulla di superfluo o marginale qui. La Luce dona in una forma assoluta e i vasi ricevono in forma assoluta e noi costruiamo la connessione appropriata tra loro. Questo non è qualcosa di arbitrario o un capriccio di qualcuno; questa è l’inevitabile conseguenza di condizioni in cui siamo impostati alle origini.

Tra i due desideri – dazione e ricezione – un altro sistema di relazioni non può essere creato differente da ciò che c’è nei mondi di Adam Kadmon e ABYA. Non può semplicemente esistere. Le leggi assolute qui sono al lavoro; non c’è alcuna ragione di scusarsi riguardo al “perdere tempo.” Non puoi accedere all’Infinito con un salto. Devi passare attraverso tutti gli stadi; altrimenti, il desiderio di ricevere non avrà successo nell’acquisire l’intenzione di dazione.

Nel percorso, necessiti del Creatore, la Luce, e più ancora. ChiamaLo come vuoi, ma c’è solo una forza che agisce in realtà. E dentro il tuo desiderio di ricevere c’è un piccolo punto. Devi comprendere dove trovarlo, identificare il suo desiderio e ritornarlo alla Luce Circostante (Ohr Makif – OM) con una richiesta che tutte le parti di questo desiderio saranno corrette. Non c’è nient’altro oltre a questo. Tutto il nostro lavoro fa affidamento su questo: che da questo punto nel nostro desiderio noi ci rivolgiamo alla Luce.

Eppure per fare ciò sono necessari molti test e sforzi. Vedi che stai lavorando con il tuo ego, una forza che vuole stabilire il proprio dominio e non ci permetterà di rivolgerci al Creatore. Al contrario, il Creatore è celato al grado che stabilisci da te stesso; noi dobbiamo decidere: “O io o Lui.”

E quindi, (1) prima noi abbiamo bisogno di fare la prima restrizione (Tzimtzum Aleph – TA) sul nostro ego. Questo non vuol dire che lo distruggiamo; noi riconosciamo che con il suo aiuto non è permesso raggiungere la dazione. Non puoi usare l’ego, nemmeno se lo volessi. Così si causa “un’atrofia.”

Dopo questo, (2) ti rivolgi a Bina; vuoi la forza di dazione che ti regoli. Questo ti porta ad una scoperta particolare (3). E’ vero che scopri solamente la Luce di Hassadim, ma questo è già qualcosa. Così gradualmente rimuovi il coperchio, gli occultamenti da te stesso.

Immagina questo come un esempio. Ci sono due persone di fronte a te: io ed un giovane uomo che è energetico, intelligente, attraente e i propri compimenti siano chiari. Vicino a lui è come se io mi dissipassi, dissolvendoti dal tuo campo visivo. Allora, tutto il tuo lavoro ora è muovere l’attenzione dall’uno all’altro.

Lui si maschera, si copre e si nasconde. Questo significa che devi “nullificarlo” dai tuoi occhi. Quindi “lo restringi” e lo sostituisci con me. Si scopre che qualcosa vali; io sono importante per te, e quindi sei pronto per entrare sotto la mia autorità invece che la sua autorità…

Così molte azioni sono richieste, passi per portarti alla via della rivelazione. Niente si compie da sé. Dall’inizio, sei sotto l’autorità del desiderio egoistico e devi passare all’autorità del desiderio altruistico. Vedi, il tuo desiderio non può rimanere “non associato ad alcuna cosa”; sia l’intenzione di ricevere sia l’intenzione di dazione devono dominarlo. E questa transizione richiede un po’ di tempo.
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(Dalla 3° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 31.03.2013, Scritti di Rabash)

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