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Una chiave di svolta nell’espressione della ricerca d’amore

I romanzi d’amore, oggi molto numerosi, hanno iniziato a essere scritti solo circa 300-400 anni fa. Prima di questi testi, gli autori scrivevano principalmente sulla loro ricerca di Dio.

Con la comparsa dei vari tipi di tecnologia, le persone hanno iniziato a viaggiare e comunicare di più, perdendo progressivamente la propria voce interiore. 

Hanno quindi prestato sempre più attenzione alle connessioni tra loro, specialmente tra uomini e donne. Fino a quel momento non esistevano romanzi, novelle o generi in cui il romanticismo fosse un argomento di primo piano. Tutto è iniziato dall’epoca di Shakespeare in avanti. 

I testi Kabalistici non si sono mai addentrati in tali argomenti. Il “Cantico dei Cantici”, ad esempio, tratta di amore, ma è incentrato sull’amore di un uomo per il Bore. Una forma autentica di amore che si estende dall’anima alla sua stessa fonte: la forza superiore di amore, altruismo e connessione che è il Bore.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.   

Quali sono le principali differenze tra il pensiero delle civiltà orientali e quello delle civiltà occidentali?

Attualmente non esistono civiltà chiaramente definite. In generale, si può dire che le civiltà orientali sono più orientate verso la religione, mentre le civiltà occidentali affrontano maggiormente le questioni legate alla loro esistenza materiale. C’è quindi una grande differenza tra loro.

Nelle civiltà orientali ci sono persone che tengono molto a preservare i loro valori spirituali e sono pronte a combattere per essi. Al contrario, la civiltà occidentale desidera generalmente conservare la forma moderna e materialistica che ha sviluppato. È molto difficile per queste due inclinazioni stabilire un terreno comune.

Il kabbalista Yehuda Ashlag (Baal HaSulam), nel suo articolo “La soluzione”, parla di due forze opposte in natura che hanno sviluppato l’universo materiale:

“Esiste una forza positiva, cioè costruttiva, e una forza negativa, cioè negativa e distruttiva. Esse creano e completano l’intera realtà in generale e in particolare attraverso la loro dura e perpetua guerra reciproca”.

Le inclinazioni spirituali e materiali si manifestano nell’umanità attraverso le civiltà orientali e occidentali. È nella struttura delle loro anime che c’è un certo gioco di forze positive e negative che porta alla rivelazione di stati superiori di unità e all’emergere di nuove creazioni.

Non sappiamo quanto durerà questo scontro, ma non ne vediamo la fine nel prossimo futuro. Tuttavia, i kabbalisti descrivono che l’umanità, nel suo futuro stato finale, emergerà come un’unica entità unificata in perfetto allineamento con le leggi della natura: un nuovo mondo armonioso e pacifico con la sublime forza dell’amore, della dazione e della connessione in piena rivelazione per tutti.  Il raggiungimento di questo stato dipende dalla costruzione di connessioni positive in tutta la società, al di sopra delle nostre spinte divisorie egocentriche.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Come si scopre il proprio vero sé?

Scopriamo il nostro vero sé da quello che la Kabbalah chiama il “punto del cuore”, un piccolo desiderio dentro di noi che ci attrae verso l’alto, verso un altro regno al di là di questo mondo.

Oggi viviamo in un’epoca in cui le persone si disperano sempre di più di vivere in questo mondo. L’aumento della depressione, della solitudine, dell’ansia, dello stress e dell’abuso di droghe segnala che sempre più persone desiderano separarsi dalla nostra attuale sensazione della vita. Tuttavia, allo stesso tempo, un nuovo desiderio affiora in noi con una scintilla di speranza, appagamento e vitalità. La realizzazione di questo desiderio esiste in un luogo diverso da quello in cui abbiamo compreso e percepito la realizzazione dei nostri desideri fino ad oggi.

Se perseguiamo la realizzazione del punto nel cuore, non reprimendolo ma interessandoci a come uscire dal nostro stato attuale e progredire verso l’alto per scoprire la fonte della vita, per cosa viviamo, perché siamo stati messi qui per cominciare e qual è il significato della vita, allora tale punto ci guida alla rivelazione del nostro vero sé.

Più cerchiamo secondo le richieste del punto del cuore, più saremo portati a scoprire la fonte della nostra esistenza nella forza superiore della natura, la forza dell’amore e della dazione, che ha creato e sostiene tutta la vita.

In altre parole, il nostro vero sé e la forza superiore sono la stessa cosa. Siamo arrivati qui nel nostro mondo attraverso diminuzione e discesa da quella forza superiore, e possiamo risalire a quel punto radice della nostra esistenza attraverso un percorso di ascesa. Il punto del cuore, chiamato anche “desiderio di spiritualità”, è ciò che ci attrae verso questo stato spirituale elevato.

Tutti noi siamo stati creati inizialmente in quello che la saggezza della Kabbalah chiama “il mondo di Ein Sof  (Infinito)”. Siamo scesi nel nostro mondo dal mondo di Ein Sof  attraverso vari livelli, da uno stato elevato di amore e dazione fino allo stato egoistico opposto che caratterizza il nostro mondo.

Nel mondo di Ein Sof  esistiamo nel nostro stato perfetto ed eterno, la nostra anima. All’inizio siamo stati creati in questo stato e da lì la nostra anima, la radice dell’anima di ognuno, ha iniziato a ridursi, a diminuire gradualmente, fino a finire in questo mondo dove solo un minuscolo punto frammentato di un desiderio rimane nella nostra coscienza della grande anima che tutti condividiamo.

La nostra discesa da uno stato eterno e perfetto come anima singola nel nostro mondo è stata intenzionale. Dalla nostra attuale forma di esistenza, dobbiamo iniziare a svilupparci fino allo stato in cui siamo stati creati, e farlo creandolo apparentemente da soli, non semplicemente ricevendolo senza alcuna libera scelta. In questo modo raggiungeremo un senso molto più pieno e ricco del nostro stato di anima singola.

Nel nostro stato originario, non avevamo un vero senso dell’anima, non avevamo un senso della vita. Questo perché non sentivamo la complessità e lo scopo del nostro sviluppo. La nostra anima si è ridotta a un piccolo punto che esiste come un piccolo desiderio spirituale dentro di noi, e dalla sensazione di questo piccolo punto, possiamo sviluppare questo desiderio fino alla sensazione della nostra anima completa, e farlo di nostra iniziativa.

In altre parole, raggiungendo la radice della nostra anima, il nostro vero sé, attraverso lo sviluppo e il nutrimento del nostro punto nel cuore, sviluppiamo, percepiamo, analizziamo e comprendiamo sempre più quel desiderio, fino a realizzarlo. Quando torniamo nel mondo di Ein Sof, viviamo al massimo delle nostre possibilità: nell’eternità e nella perfezione.

Questo è il nostro vero sé ed è ciò che dobbiamo conseguire.

Nella saggezza della Kabbalah, questo stato è chiamato “il conseguimento dell’adesione con il Bore” ed è considerato lo scopo della nostra vita, la ragione della nostra creazione in primo luogo. Il Bore è la forza d’amore e di dazione che si rivela in noi e che ci realizza completamente in questo stato. In ebraico, la parola Bore (“Boreh“) deriva da due parole “venire” e “vedere” (“Bo” e “Reh“), ossia “vieni e vedi” che riceverai ogni bontà e delizia che ci sia da ricevere nell`esistenza.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

L’amore richiede un lavoro costante per mantenerlo vivo?

Nella saggezza della Kabbalah si dice che “tutto il nostro lavoro consiste nello scoprire l’amore tra di noi ogni giorno”.

L’amore è la forza generale inclusiva della natura e si legge che raggiungere l’amore per gli altri come per noi stessi “è la più grande regola della Torah” (si veda il kabbalista Yehuda Ashlag, “Matan Torah [Il dono della Torah]”).

Oggi, nell’era della globalizzazione, stiamo scoprendo la nostra interconnessione e interdipendenza globale. La forza dell’amore ci avvicina dalla parte della natura, ma noi siamo all’opposto, in uno stato di odio reciproco. In altre parole, la natura è una forza altruista e la nostra natura è egoista, un desiderio di beneficiare se stessi a spese degli altri e della natura. Siamo quindi opposti alla natura e questa opposizione è la causa di ogni nostro problema.

Il nostro problema principale è la mancanza di amore. Nell’amore scopriamo una vita eterna e perfetta.

Allora perché dobbiamo lavorare per l’amore? Non è forse vero che tutti vogliono già l’amore?

In effetti, tutti abbiamo il desiderio di sentire l’amore, ma come possiamo realizzarlo non in modo transitorio e involontario, che è il modo in cui generalmente sentiamo l’amore nel nostro mondo, ma in un modo in cui possiamo far crescere l’amore? Lo realizziamo invitando nei nostri legami la forza dell’amore che risiede in abbondanza nella natura. A proposito di attirare la forza dell’amore nella nostra vita, è scritto che “ho creato l’inclinazione al male, ho creato la Torah come una spezia, perché la Luce in essa riforma”

La luce è la forza dell’amore che può entrare nella nostra vita e correggere le nostre intenzioni in modo che vogliamo veramente amare gli altri come noi stessi. Più ci colleghiamo a fonti che spiegano i fondamenti della natura, sia della natura umana che di quella generale e inclusiva, come possiamo attrarre la forza dell’amore della natura nelle nostre connessioni e, così facendo, ottenere una vita felice e armoniosa in tutto il mondo, più attiriamo la forza della luce e questa lavora per correggerci.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.   

Come faccio a superare la mia dipendenza dal gioco d’azzardo?

L’attrazione per il gioco d’azzardo deriva da una forte sensazione di mancanza di connessione con il destino.

Che cos’è la mancanza di connessione con il destino? È la mancanza di una connessione armoniosa tra le persone e la natura, o di un percorso per raggiungere questo obiettivo.

Alla base di tutti i nostri desideri c’è il desiderio di connetterci con la fonte della nostra vita, la forza dell’amore, del desiderio di dare  e della connessione che ci ha creato e ci sostiene e che può appagarci completamente.

Stiamo seguendo un percorso di sviluppo per scoprire questa forza, ma non tutti conosciamo questo obiettivo o il processo che stiamo seguendo per raggiungerlo.

Desideriamo quindi conoscere il nostro destino, il processo in cui ci troviamo, ciò che è radicato nella natura e il piano con cui la natura opera.

Di conseguenza, giocando, ci sentiamo come scienziati in un laboratorio. Esprimiamo il nostro desiderio di rivelare la formula con cui operano la natura e l’umanità.

Capisco e sento i giocatori d’azzardo, anche se io stesso non sono un giocatore e non ho mai provato attrazione per il gioco d’azzardo. Mia moglie, invece, una donna adulta, ha interesse a giocare a vari giochi d’azzardo. Questo deriva dalla ricerca di una forza del destino che agisce su di noi e che, se offriamo alle persone l’opportunità di incontrare questa forza, allora la sentiranno.

Potrebbe sembrare che un giocatore d’azzardo ossessivo voglia solo fare soldi velocemente, ma non si tratta di soldi. Può tranquillamente perdere e vincere denaro, quindi non si tratta di perdere o guadagnare. Piuttosto, a livello interiore, il giocatore d’azzardo cerca una connessione con la forza superiore che opera su di noi in ogni momento. C’è un aspetto spirituale, come in tutti i giochi.

Qual è l’aspetto spirituale dei giochi? I giochi sono azioni in cui i giocatori passano da un livello all’altro. Quando giochiamo, non ne conosciamo l’esito. Così è la vita. In questo senso, possiamo dire che uno scienziato che conduce vari esperimenti o ricerche è una sorta di giocatore d’azzardo.

Ci comportiamo allo stesso modo in molti ambiti della nostra vita. Se vogliamo progredire su basi sicure, allora dobbiamo staccarci dall’idea del destino e lanciarci in un gioco d’azzardo.

Per quanto riguarda il superamento di una dipendenza distruttiva dal gioco d’azzardo, è scritto che la Torah guarisce tutti. Consiglio a chiunque sia dipendente dal gioco d’azzardo di aprire e leggere i libri della Kabbalah. Il metodo della Kabbalah prevede un percorso di gioco d’azzardo, cioè di intraprendere rischi, esperimenti e ricerche per trovare e sentire una certa scintilla che esiste dentro di noi. Ci lascia, per così dire, sul filo del rasoio, in quanto possiamo  perdere quella scintilla o aumentarne l’intensità in ogni momento. Applicandoci al metodo kabbalistico, otteniamo un grande appagamento, acquisendo maggiore conoscenza, consapevolezza e saggezza sulla nostra vita, e ci impegniamo regolarmente in un gioco per progredire verso livelli sempre più alti di percezione della realtà.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Cosa sono le Sefirot?

La parola “Sefirot” deriva dalla parola “Sapir“, che significa “splendore” o “illuminazione”.

La saggezza della Kabbalah spiega che esiste una forza spirituale di amore e dazione, che chiama “luce”, e quando ci adattiamo a questa forza, permettiamo che essa entri nei nostri desideri e li illumini. Chiamiamo poi i desideri in cui la luce spirituale brilla, “Sefirot“.

Il processo di raggiungimento spirituale consiste nell’elevarsi al di sopra dei nostri desideri corporei innati, con l’intenzione spirituale di amare e dare. Più lo facciamo, più riveliamo le  Sefirot.

Scopriamo queste Sefirot nei cosiddetti  mondi spirituali, Olamot, dalla parola He’elem, occultamento. In altre parole, più saliamo nei gradi spirituali, più riveliamo le illuminazioni delle Sefirot e  scompaiono gli occultamenti sulla nostra percezione e sui nostri sensi.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Che cosa significa completezza?

Possiamo comprendere e apprezzare la completezza quando percepiamo la forza superiore dell’amore, della dazione e della connessione che entra nelle nostre vite, poiché solo quella forza è veramente completa.

Nella saggezza della Kabbalah, questa forza superiore è chiamata “il Creatore” e anche “la Natura”, cioè il Creatore e la Natura sono trattati come sinonimi della forza d’amore e dazione, che ha la capacità di cambiarci in modo che sperimentiamo la completezza raggiungendo la stessa traiettoria della forza superiore nella nostra intenzione.

Ecco perché lo scopo dello studio della Kabbalah, all’inizio, è quello di raggiungere la sensazione della forza superiore. Prima non possiamo capire cosa sia l’interezza e la forza superiore sceglie di rivelarsi a noi proprio nelle nostre qualità più incomplete.

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Perché la Kabbalah è ritenuta una saggezza nascosta?

La saggezza della Kabbalah è chiamata saggezza nascosta perché solo le persone che la usano correttamente possono rivelarla.

Cosa significa usare la saggezza della Kabbalah “correttamente”? Significa che i suoi praticanti costruiscono un sistema di connessione tra di loro in cui rivelano l’insegnamento.

È un insegnamento che non proviene dalla nostra mente. In diversi punti è scritto che la saggezza della Kabbalah non ha bisogno di persone intellettualmente intelligenti. Invece, ha bisogno di persone che lavorino sui loro cuori, cioè persone che calibrino i loro desideri in modo da influenzarsi reciprocamente. Così facendo, influenzano il sistema di connessione che esiste tra loro e, di conseguenza, ricevono un’influenza speciale chiamata “il Creatore”, la forza superiore dell’amore e della dazione che risplende all’interno del sistema di connessione che costruiscono.

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Come pensi possa essere diversa la vita sulla Terra tra cinquecento milioni di anni?

Tra cinquecento milioni di anni, non ci sarà più nulla sulla Terra, perché il nostro pianeta e il nostro universo saranno inesistenti.

Questo perché noi percepiamo il mondo attraverso sensi incorretti, ossia attraverso i sensi che percepiscono in un modo da voler godere solo egoisticamente, a spese degli altri e della natura. Nel momento in cui correggiamo i nostri sensi in modo da percepire in modo opposto, volendo donare gioia agli altri e alla natura, ci eleviamo al di sopra del nostro mondo e percepiamo una realtà spirituale diversa.

Oggi, parlare di una tale realtà spirituale al di sopra dei nostri attuali sensi egoistici sembra una fantasia. Tuttavia, quando raggiungeremo tale realtà, sentiremo come la nostra percezione egoistica sia in realtà una fantasia irrealistica, e che la vera realtà è attraverso una modalità di donazione agli altri e alla natura.

La correzione dei nostri sensi avviene durante un periodo che i cabalisti chiamano “seimila anni”, a partire da Adam HaRishon (ebraico: il Primo Uomo), e si traduce in poco più di duecentoventi anni di permanenza in questo attuale livello di realtà.

Nel nostro mondo, Adam HaRishon è stato il primo uomo a correggere i propri sensi da egoistici ad altruistici, ovvero da una completa opposizione alle leggi della natura a un’equivalenza ed equilibrio con esse. Prima di Adam HaRishon, c’erano persone che vivevano da diversi anni. Tuttavia, poco più di cinquemilasettecentottanta  anni fa, un uomo chiamato “Adamo” scoprì per la prima volta la realtà spirituale, la vera forma dell’universo. Così facendo, scoprì anche il programma con cui l’umanità si sviluppa e come apparirà alla fine del suo sviluppo. Scrisse le sue scoperte in un libro intitolato “Raziel ha Malach”  (“The Angel Raziel”) ed è considerato il primo cabalista.

Tutti gli uomini sono destinati a passare dall’egoismo all’altruismo e a scoprire la realtà spirituale, come ha fatto Adam HaRishon. Quando lo faremo, percepiremo una realtà spirituale diversa e la realtà corporea verrà inghiottita da quella spirituale, semplicemente smettendo di sentirla. Percepiremo solo i fenomeni che si svolgono a un livello superiore di esistenza, al di sopra del nostro mondo.

La realtà inferiore nei nostri sensi egoistici poi scomparirà, perché i nostri cinque sensi corporei sembrano evaporare e non essere percepiti. Attualmente accettiamo il nostro mondo così come ci appare,  perché siamo fatti in modo da sentire, vedere, gustare e respirare, ossia usiamo i sensi della vista, dell’udito, del gusto, dell’olfatto e del tatto. Essi ci danno la sensazione di vivere in una certa realtà. Se avessimo sensi diversi, percepiremmo una realtà diversa.

L’evaporazione e la scomparsa di questo mondo non avvengono in un istante, ma gradualmente. È perché, quando iniziamo a connetterci positivamente e ad elevarci spiritualmente nella nostra sensazione di realtà, perdiamo il nostro modo egoistico di percepire la realtà. Possiamo paragonarlo al modo in cui non percepiamo i livelli inanimati e vegetativi della natura nel nostro corpo. Prendiamo, ad esempio, i capelli e le unghie, che sono il livello vegetativo del nostro corpo. Li sentiamo crescere? No, non lo sentiamo. O crescono o non crescono, e possiamo tagliarli e continuano a crescere. Non ci causano alcun disturbo.

È simile a quando saliamo al livello umano dell’esistenza, che è caratterizzato dallo sviluppo dell’intenzione di donare al di sopra del nostro innato desiderio egoistico di ricevere. Non sentiremo quindi il livello animato, il nostro desiderio di ricevere, rispetto al nuovo livello umano che sviluppiamo e con cui ci identifichiamo. Quando ci svilupperemo tutti nel livello umano dell’esistenza, smetteremo di sentire il livello animato. Smetteremo di percepire la realtà come solida come facciamo attualmente. Piuttosto, la percepiremo sempre più come forze e qualità.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

In una frase, qual è l’essenza del metodo del Kabbalista Yehuda Ashlag (Baal Hasulam)?

Attraverso l’amore per gli altri, avvicinarsi al sistema nel quale  il Bore può essere rivelato e gioire delle Sue creature.

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