Come si scopre il proprio vero sé?

Scopriamo il nostro vero sé da quello che la Kabbalah chiama il “punto del cuore”, un piccolo desiderio dentro di noi che ci attrae verso l’alto, verso un altro regno al di là di questo mondo.

Oggi viviamo in un’epoca in cui le persone si disperano sempre di più di vivere in questo mondo. L’aumento della depressione, della solitudine, dell’ansia, dello stress e dell’abuso di droghe segnala che sempre più persone desiderano separarsi dalla nostra attuale sensazione della vita. Tuttavia, allo stesso tempo, un nuovo desiderio affiora in noi con una scintilla di speranza, appagamento e vitalità. La realizzazione di questo desiderio esiste in un luogo diverso da quello in cui abbiamo compreso e percepito la realizzazione dei nostri desideri fino ad oggi.

Se perseguiamo la realizzazione del punto nel cuore, non reprimendolo ma interessandoci a come uscire dal nostro stato attuale e progredire verso l’alto per scoprire la fonte della vita, per cosa viviamo, perché siamo stati messi qui per cominciare e qual è il significato della vita, allora tale punto ci guida alla rivelazione del nostro vero sé.

Più cerchiamo secondo le richieste del punto del cuore, più saremo portati a scoprire la fonte della nostra esistenza nella forza superiore della natura, la forza dell’amore e della dazione, che ha creato e sostiene tutta la vita.

In altre parole, il nostro vero sé e la forza superiore sono la stessa cosa. Siamo arrivati qui nel nostro mondo attraverso diminuzione e discesa da quella forza superiore, e possiamo risalire a quel punto radice della nostra esistenza attraverso un percorso di ascesa. Il punto del cuore, chiamato anche “desiderio di spiritualità”, è ciò che ci attrae verso questo stato spirituale elevato.

Tutti noi siamo stati creati inizialmente in quello che la saggezza della Kabbalah chiama “il mondo di Ein Sof  (Infinito)”. Siamo scesi nel nostro mondo dal mondo di Ein Sof  attraverso vari livelli, da uno stato elevato di amore e dazione fino allo stato egoistico opposto che caratterizza il nostro mondo.

Nel mondo di Ein Sof  esistiamo nel nostro stato perfetto ed eterno, la nostra anima. All’inizio siamo stati creati in questo stato e da lì la nostra anima, la radice dell’anima di ognuno, ha iniziato a ridursi, a diminuire gradualmente, fino a finire in questo mondo dove solo un minuscolo punto frammentato di un desiderio rimane nella nostra coscienza della grande anima che tutti condividiamo.

La nostra discesa da uno stato eterno e perfetto come anima singola nel nostro mondo è stata intenzionale. Dalla nostra attuale forma di esistenza, dobbiamo iniziare a svilupparci fino allo stato in cui siamo stati creati, e farlo creandolo apparentemente da soli, non semplicemente ricevendolo senza alcuna libera scelta. In questo modo raggiungeremo un senso molto più pieno e ricco del nostro stato di anima singola.

Nel nostro stato originario, non avevamo un vero senso dell’anima, non avevamo un senso della vita. Questo perché non sentivamo la complessità e lo scopo del nostro sviluppo. La nostra anima si è ridotta a un piccolo punto che esiste come un piccolo desiderio spirituale dentro di noi, e dalla sensazione di questo piccolo punto, possiamo sviluppare questo desiderio fino alla sensazione della nostra anima completa, e farlo di nostra iniziativa.

In altre parole, raggiungendo la radice della nostra anima, il nostro vero sé, attraverso lo sviluppo e il nutrimento del nostro punto nel cuore, sviluppiamo, percepiamo, analizziamo e comprendiamo sempre più quel desiderio, fino a realizzarlo. Quando torniamo nel mondo di Ein Sof, viviamo al massimo delle nostre possibilità: nell’eternità e nella perfezione.

Questo è il nostro vero sé ed è ciò che dobbiamo conseguire.

Nella saggezza della Kabbalah, questo stato è chiamato “il conseguimento dell’adesione con il Bore” ed è considerato lo scopo della nostra vita, la ragione della nostra creazione in primo luogo. Il Bore è la forza d’amore e di dazione che si rivela in noi e che ci realizza completamente in questo stato. In ebraico, la parola Bore (“Boreh“) deriva da due parole “venire” e “vedere” (“Bo” e “Reh“), ossia “vieni e vedi” che riceverai ogni bontà e delizia che ci sia da ricevere nell`esistenza.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

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