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Le reti sono settate

Notizie (da BBC News): “Più di 500 anni fa, decine di migliaia di ebrei sono fuggiti dalla Spagna a causa delle persecuzioni. Ora i loro discendenti sono stati invitati a ritornare.

“Prima della famigerata Inquisizione Spagnola del 15° secolo, circa 300.000 Ebrei vivevano in Spagna. Era una delle più grandi comunità di ebrei nel mondo.

“Oggi sono circa 40.000 o 50.000 – ma il numero potrebbe essere sul punto di gonfiarsi notevolmente.

“Nel mese di novembre, in Spagna il ministro della giustizia Alberto Ruiz-Gallardon ha annunciato un piano per dare ai discendenti dell’originaria comunità ebraica della Spagna – noti come ebrei sefarditi – in un circuito veloce – un passaporto spagnolo e la cittadinanza. […]

“Chiunque puo’ provare le sue origini ebraiche in Spagna, ha affermato, potrà avere la cittadinanza spagnola.”

Il mio commento: Sentiremo altri analoghi “inviti” da diversi stati membri e comunità, risultante dal piano US di eliminare lo stato di Israele. Se il popolo di Israele non diffonderà il piano della correzione e non costruirà una società di garanzia reciproca come esempio per gli altri, in questo caso non ha ragione di esistere. C’è ancora una speranza che sarà in grado di farlo.
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La ragione della differenza tra il comportamento maschile e quello femminile

Notizie (da Indian Express): “Le donne si comportano in modo diverso con gli uomini perché il loro cervello è collegato in modo del tutto singolare, secondo un nuovo libro.

“Il neuroscienziato Daniel G. Amen ha spiegato nel suo nuovo libro, Unleash The Power Of The Female Brain, che gli uomini e le donne hanno la stessa intelligenza, ma ogni sesso usa parti diverse del cervello per risolvere i problemi e per raggiungere i propri obbiettivi.

“Le donne sono più brave a fare le valigie con cura per le vacanze della famiglia perché hanno più cellule celebrali nella corteccia pre-frontale, l’area che controlla il giudizio, la programmazione, e la scrupolosità, dice lui.

“Gli uomini possono essere più volubili e più rapidi a farsi prendere dalla rabbia in caso di crisi. Potrebbe essere perché la parte del loro cervello, la amigdala, che elabora la paura e la rabbia, è molto più ampia di quella delle donne, secondo questo libro.

“Il cervello umano è costituito dalla materia grigia (le cellule celebrali) che elabora i pensieri, e dalla materia bianca (i cavi della comunicazione tra le cellule celebrali), che collega i diversi pezzetti del cervello.

“Degli studi hanno dimostrato che la materia grigia e quella bianca sono distribuite in modo differente negli uomini e nelle donne, il che ha delle enormi implicazioni nel modo in cui si comportano, ha sottolineato, G. Amen.

“Poiché gli uomini hanno più materia grigia nella parte del cervello che governa l’intelligenza, sono inclini ad assumere compiti a concentrazione mentale uni-direzionale, dove non vengono presi in considerazione le questioni marginali che una donna potrebbe considerare importanti.

“Invece le donne hanno più materia bianca nella parte del cervello che governa l’intelligenza, e questa è la ragione per cui quando le donne affrontano un problema, chiamano in campo diverse aree allo stesso tempo, dice lui.

“La scienza ha anche dimostrato che le donne hanno di gran lunga più cellule nella parte del cervello che controlla l’empatia, il che spiega perché piangono molto spesso durante i film tristi.

“C’è qualcosa di singolare nella struttura e nel funzionamento del cervello femminile che dà alle donne un vantaggio distinto quando si tratta di intuizione.

“Delle valutazioni specifiche mettono in evidenza che quando le donne pensano, si immergono nella parte destra del cervello, che è specifica delle questioni emotive. Il che rende le donne di gran lunga migliori nel raccogliere gli indizi, come il linguaggio del corpo o il tono della voce che invece gli uomini potrebbero non avere.

“Le stesse valutazioni confermano che le donne hanno nel cervello delle aree più ampie che sono dedicate alla rilevazione delle sensazioni di pancia, il che spiega come mai sono più svelte a realizzare quello che gli altri pensano e arrivano a delle conclusioni basandosi sulle intuizioni.

“Per le donne è più facile controllare le emozioni negative forti perché l’area del cervello che ha a che fare con la rabbia e l’aggressività, tende ad essere più ampia nelle donne che negli uomini, dice l’autore.

“Ecografie del cervello hanno dimostrato anche che quando una donna sente dell’aggressività, è molto più portata ad avere degli attacchi verbali – usando la parte del linguaggio estremamente attiva del suo cervello – piuttosto che un attacco fisico.

“Inoltre, generalmente le donne hanno nel cervello dei livelli inferiori di serotonina rispetto agli uomini, e bassi livelli sono normalmente associati ad una attività eccessiva nei centri del cervello che riguardano le preoccupazioni, sostiene il libro”.

Il mio commento: La Kabbalah, spiega che gli uomini hanno origine da ZA e le donne da Malchut, mette le cose in ordine e spiega che la perfezione del mondo può essere conseguita attraverso la totale reciproca complementarietà del maschio e della femmina e spiega come raggiungerla.
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Trasformare tutti i meno in più

Domanda: Come faccio a fare un patto con il Creatore se non Lo conosco?

Risposta: La domanda è: perché è solo lo sposo che firma l’accordo di matrimonio (Ketubah) e non la sposa? C’è una sorta di impegno unilaterale qui? Lo stesso accade quando una persona firma un accordo con il gruppo o con il Creatore.

Ciò significa che la mia firma su questo contratto è sufficiente dato che l’accordo della controparte è certo. Quindi, solo chi esita e non è sicuro deve firmare, e in questo modo, è obbligato a firmare l’impegno.

C’è una forza superiore, e per rivelarla, ci deve essere una forza inferiore. La forza del superiore è la dazione e la forza dell’inferiore è il ricevere. La forza dell’inferiore deve raggiungere l’interezza nella sua mancanza per connettersi alla forza superiore che è eternamente intera.

La forza inferiore raggiunge l’interezza attraverso la connessione di 10 persone, poi di 100, e poi di 1000. Aggiungiamo sempre un altro zero.

Se non mi connetto con 10 persone, non posso essere definito una “unità” spirituale, e, se non mi connetto con 100 persone, non posso essere definito una seconda “unità” spirituale, che significa salire al secondo livello spirituale. Il contatore conta solo gli zeri aggiuntivi, e questo è considerato un salto al livello successivo.

Per adattarmi all’intera forza superiore, devo raggiungere almeno la connessione dei primi 10. Questo significa che devo connettermi a 10 persone in quanto secondo la nostra natura interiore, raggiungiamo il primo, la misura minima della dazione, # 1, attraverso la connessione di dieci persone, come un solo cuore e una sola anima. Allora, ho la prima forza della dazione.

Se mi è possibile connettermi a 100 persone in un modo simile a un solo cuore e una sola anima annullando totalmente me stesso, io raggiungo la seconda forza della dazione, il secondo livello spirituale. Di conseguenza, devo passare attraverso 125 livelli.

Per entrare in contatto con loro, firmo un contratto reciproco. Dobbiamo essere connessi in modo che ognuno si dimentichi di sé e si connetta con tutti come un tutt’uno. È impossibile farlo da soli e dobbiamo aiutarci a vicenda. Dobbiamo offrire a tutti la grandezza della meta, la connessione, il calore, e gli esempi positivi. Per fare questo, firmiamo un contratto, e questo viene chiamato patto.

Ognuno di noi passa attraverso stati di “+” e “-“, e abbiamo bisogno dei meno, per salire ai più, per “raddrizzare” noi stessi. Ciò è possibile se, mentre io sono in uno stato di “meno”, la società intensifica la mia intenzione. Il mio meno cresce e cresce anche il più, essi aumentano costantemente. Dopo un piccolo più, c’è un grande meno, e dopo un grande più c’è un meno che è due volte più grande.

È per questo che non posso mai superare il segno meno che ricevo e che mi butta sempre a terra. Io posso essere completamente buttato fuori pista, e posso continuare a lavorare, ma senza l’ispirazione e il pensiero. Quando cado in un tale stato, in questi meno, la società deve intensificare la mia intenzione.

È una buona cosa che ho ricevuto questo meno dato che ho bisogno di un meno grande, devo raggiungere la sua piena misura per riempire la mia misura. Il problema è come trasformarlo in un vantaggio. Per fare questo, ho bisogno di un’intenzione! Se la mia mancanza e l’intenzione della società si connettono, posso trasformare ogni volta i meno in più, e di conseguenza, salire costantemente. Questo si chiama fare un patto.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 25.01.2013, Scritti di Rabash)

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Non con la saggezza, non con la forza, solamente con la pazienza

Baal HaSulam, “Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot”, paragrafo 141: Non mi puoi trovare in nessun posto se non nella Torà. Perciò tieniti stretto alla Torà e cercaMi lì, e la Luce che è in essa ti correggerà e tu Mi troverai”, come è scritto, “Coloro che Mi cercano, Mi troveranno”.

Questo è quello che cerchiamo di fare, ci sforziamo di connetterci come un solo uomo con un solo cuore, conseguendo il sostegno reciproco e “ama il tuo prossimo come te stesso”, mostrando di essere pronti a questa connessione durante lo studio. E allora, in ogni momento, riveleremo quanto siamo incapaci di farlo, e poi tenteremo ancora, nonostante tutto, a pensare all’unione e alla connessione.

Speriamo che il nostro studio e la nostra connessione ci aiuteranno a rivelare il Creatore al fine di donare a Lui piacere. Questa diventa la nostra preghiera durante lo studio, un’azione di correzione, e ci porta più vicini al traguardo. Se gli amici provano a connettersi nel modo giusto, elevano il loro punto nel cuore al di sopra del loro ego, si liberano dal suo controllo, e si connettono con questo punto, il che avviene durante la lezione, che ci parla di questi stati, allora in tutto questo attireremo la Luce che Corregge. E questo sarà effettivamente il nostro sforzo.

Ci saranno sempre dei disturbi, ancora e ancora. Perciò, ci dobbiamo rendere più forti a vicenda, e proprio allora, quando arriva la disperazione e dei grossi ostacoli che si presentano sul nostro cammino, un uomo si sente disperato davanti ad essi, non sa cosa fare, vuole scappare, si stanca e cede, si lascia andare oppure fa l’opposto, si arrabbia e non sopporta questo stato. Ma proprio questi stati sono i più vantaggiosi per aggiungere una goccia in più di lavoro, un altro grammo di sforzo, con il quale attiriamo la Luce su di noi.

Colui che non si dispera e non cede è colui che ce la fa. In questo caso, né la saggezza, né la forza saranno di aiuto, solamente la pazienza. Il tempo sistemerà ogni cosa.

“Il Tempo” sta a indicare i numerosi sforzi che un uomo compie in ogni momento, anche i più piccoli. Questi sforzi si accumulano, si connettono e, alla fine, portano la soluzione.
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(Dalla 1.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.01.2013 “Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot”)

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Il Comandamento dell’amore

Domanda: Che cosa significa dare piacere al Creatore?

Risposta: Deliziare, dare piacere al Creatore, amare il Creatore, queste sono tutte parole molto belle. Ma come si può amare una forza, anche se questa è eterna e gestisce tutto quello che c’è? Tutte queste parole sono dette ad una persona in modo da potersi adattare in qualche modo.

Dobbiamo imparare ad amare il Creatore solo attraverso l’amore per gli altri. Nell’articolo, “Un comandamento,” non vi sono delle istruzioni per arrivare ad amare il Creatore. Ma come possiamo essere obbligati ad amare? Possiamo farlo solo quando lavoriamo sull’ amore di un altro, dobbiamo creare una massa comune dei nostri desideri verso l’altro, una connessione comune al di sopra del nostro egoismo, e ricoprirla con l’amore reciproco. È scritto: “L’amore copre tutte le colpe”. Quando costruiamo una proprietà collettiva di mutua connessione e desideriamo verso tutti mentre interiormente coltiviamo l’amore, allora all’interno del nostro egoismo sorge una struttura completamente nuova: l’adesione reciproca, la mutua inclusione.

Amore vuol dire che io mi assumo tutti i vostri desideri e mi prendo cura di loro, pensando solamente a come soddisfarli, mentre voi pensate al mio, e così via. Amore significa soddisfare i desideri dell’ altro al posto del mio, utilizzandoli per questo scopo. Se organizzo dentro di me tali condizioni, allora, così facendo, sviluppo un vaso che lavora per il bene della dazione. E questo vaso comune che tutti noi stiamo creando insieme contiene la nostra componente collettiva chiamata “amore per il Creatore”.

Cominciamo a sperimentare non solo il vaso comune, il nostro atteggiamento verso gli altri, l’amore per loro, il dare a loro, ma anche noi cominciamo a percepire ciò che mi riempie lungo la strada. Questa sensazione è chiamata il Creatore, Boreh in ebraico (“Bo” – vieni, “Reh” – vedi). Quando creiamo un vaso collettivo spirituale, come risultato il Creatore si rivela.

Quindi, la Mitzvà principale è molto semplice: “Ama il prossimo tuo”. Attraverso l’amore per un altro, nel vaso che hai creato, sentirete l’amore per il Creatore e, rispettivamente, il suo amore per voi.

Domanda: Qual è l’obiettivo finale di questo lavoro?

Risposta: È nel fatto che si arriva ad una completa somiglianza e adesione con Lui nel nostro egoismo riformato. Questo è il modo per elevarsi al livello del Creatore. Questo è l’obiettivo finale della creazione. Si inizia a sperimentare una sensazione di essere in totale adesione con Lui, ma non vi dissolvete in essa, perché il vostro intero vaso rimane con voi.

In altre parole, la sensazione di essere opposti non viene distrutta dall’adesione con il Creatore che si verifica al di sopra, altrimenti si verificherebbe l’annientamento reciproco. Quindi, dobbiamo vedere il nostro egoismo, come l’aiuto attraverso cui ci muoviamo in avanti. Dovremmo trattarlo con il dovuto rispetto in quanto è l’immagine rovesciata del Creatore. Al contrario, il nostro mondo è la Sua immagine inversa al nostro livello.
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(Dal congresso di Novosibirsk del 08.08.2012, Lezione 4)

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L’arma più forte

Baal HaSulam, “La saggezza della Kabbalah e la filosofia”: Similmente, tutte le immagini fisse che conosciamo e usiamo per indicare materiali sono inconsistenti e non esistono nel loro proprio significato. Soprattutto, loro solo si vestono e si spogliano delle forme sotto l’influenza di condizioni come il caldo o il freddo.

Durante la lezione noi pensiamo riguardo alla forza che “dirige” il materiale che realmente non esiste. Se durante la lettura stiamo insieme, noi costantemente penseremo al gruppo unito e vorremmo scoprire la forza generale tra noi, allora scopriremo un mondo integrale e vivremo in esso più chiaramente, più emozionalmente e in una maniera più intensa che la nostra vita attuale.

Questa non è fantasia. Evoca queste forze. Ora stai guardando agli amici dormendo e loro ti guardano alla stessa maniera. Allora evoca queste forze insieme e comprenderai che esistono mondi tra voi e che tutto dipende dalla vicinanza e unità nella mente e nei sentimenti, nel vostro anelare e nell’inclinazione, nel desiderio di sentire l’essenza insieme. Improvvisamente vedrai come le forze astratte diventano qualcosa di reale e concreto.

Precedentemente avevi prestato attenzione a “sgrezzare” le forze corporali: caldo, freddo, pressione, ecc. Ma esistono forze più sottili e potenti in una persona persino quelle che operano nel micro-mondo a livello subatomico. Queste forze sottili ti rivelano la vera materialità. Quando entri in questo campo, scopri che è l’inizio e la fine di tutto, che tutta la creazione è qua nel suo piano. Qua, comunque, non c’è niente tranne che la falsa, artificiale, esterna immagine che è costruita per confonderti e farti focalizzare sulla correzione da falsi incentivi senza prendere il tuo libero arbitrio e quindi non trasformarti in un robot.

Questa realizzazione dovrebbe focalizzarci nello scopo principale, sullo sviluppo delle forze che esistono tra noi. Loro sono le nostre “armi” contro il male, contro tutti i problemi. Anche nel tuo mondo immaginario le forze subatomiche sono molto più forti delle forze ordinarie del macro-mondo. Molta energia è richiesta per causare una collisione tra particelle. Noi, comunque, entriamo nel campo delle nostre forze personali che operano tra gli amici. Questa è una tale grande intensità che non può essere misurata dai mezzi che deteniamo in questo mondo.

E’ una forza reale. Noi dobbiamo solo raggiungerla e apprendere come gestirla, giacché non sarà rivelata senza un’intenzione di dare, per il bene degli altri.

Domanda: Questo significa che ci sono forze in me che mi consentono di scoprire una nuova realtà? Come posso trovarle?

Risposta: Comincia ad agire, esercitati, ripara le connessioni con gli amici e attraverso questo consentigli di connetterli a te. Comincia ad evocarli allorché loro ti imprimeranno l’importanza dello scopo. Noi dovremmo fare questo sforzo tutti i giorni, ogni momento, perché il desiderio di ricevere si rinnova continuamente e ci chiede di rinnovare le nostre relazioni, per intero Ha-Va-Ya-H. Questo è tutto il nostro lavoro.

Se evochi e sistemi le forze che ti connettono con gli amici il più correttamente possibile, la forza della dazione e la forza della ricezione, scoprirai che le relazioni tra voi sono molto più importanti che il mondo corporale.

Arriverà, giacché studi e ti aspetti la Luce che Riforma ed essa t’influenzerà. Improvvisamente scoprirai che le relazioni tra voi sono la cosa più importante e allora comincerai a scoprire una nuova materia spirituale, che è molto più reale e concreta che quello che ti circonda oggigiorno. Sarà così potente, pesante e reale che la figura temporanea e immaginaria di questo mondo si dissolverà sul suo sfondo.
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(Dalla 4° Lezione quotidiana di Kabbalah 18.12.2012, “La Saggezza della Kabbalah e la Filosofia”)

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Deviatori sul percorso della luce

Domanda: In che modo lHanukkah, che ci viene raccontata come la data della vittoria dei Maccabei contro i Greci, è attuabile? Qual è il suo significato simbolico?

Risposta: Questa festa simboleggia il fatto che alla fine l’unità vince. Questa è la ragione per cui i Maccabei hanno vinto, e noi dobbiamo agire nello stesso modo.

Il significato della festa è molto semplice: se il popolo di Israele si unisce attraggono la luce, quindi vincono. Non con la forza. Tutte le forze del male possono essere sconfitte solo con l’unità, anche se molti si avvicinano già a questo approccio. In sostanza, questo è il nostro messaggio di garanzia mutua, che lascia fuori però un fattore chiave. Dopo tutto, i nostri nemici sono uniti ancor più di noi.

In realtà, Israele può vincere solo se la sua unità attrae la Luce. Poi attraverso Israele viene trasmessa ai nemici che li modifica da nemici in sostenitori. Questa è la vera vittoria.

Quindi la guerra si svolge in una dimensione totalmente diversa. Noi non lavoriamo sui fattori esterni, ma piuttosto sulla natura delle forze interne e con questo vinceremo la battaglia. Qui non dobbiamo dimenticare che abbiamo a che fare con una forza che tiene tutta la materia e che improvvisamente inizia a funzionare in modo opposto.

La forza di ricezione, dominante, con le regole crudeli del nostro mondo. Nel nostro mondo, i forti dominano gli altri e li usano a proprio vantaggio nella loro comprensione e sentimento, secondo i loro concetti.

Ma c’è un piccolo e debole gruppo, piccolo e debole secondo gli standard abituali. Nessuno prende in considerazione questo gruppo, anche se può essere come una lente di ingrandimento che fa passare la luce attraverso di essa, la grande forza della dazione. Questa forza non si accende nel gruppo stesso, ma nei suoi nemici, che poi si calmeranno, per essere corretti, ad esempio, questi sentono improvvisamente di avere a che fare con qualcosa di diverso in un posto completamente diverso.

Le nazioni del mondo pensano che Israele fa girare il mondo, e Israele è davvero in grado di fare questo, per il bene del mondo, ovviamente. Se non lo fa, allora è un male per il mondo. Così si scopre che il popolo di Israele porta sempre il mondo sia in modo buono che nel cattivo. Per questo hanno il libero arbitrio: Come dei “deviatori”, loro dirigono la Luce di Ein Sof (Infinito) in un modo o nell’altro, determinando la sua influenza sul mondo e la forma che prenderà.

La questione è se siamo in grado di vestire questa Luce con la giusta intenzione al fine di dare, o se non abbiamo la giusta intenzione. Dipende da noi, da l’organizzazione Bnei Baruch (BB). La Luce gocciola, e noi siamo in lei, ma siamo in grado di tenere la giusta intenzione?

Se lo facciamo, la Luce che Riforma raggiungerà tutti e il mondo sarà corretto. Poi, naturalmente, anche i nostri nemici scompaiono, o, in altre parole, i desideri e le forze ostili spariscono. Questo accadrà se saremo uniti, allora daremo alla luce il giusto abbigliamento dell’unione.

Se invece siamo separati non diamo alla Luce che passa attraverso di noi il diritto di “rivestirci” e si trasforma in tenebre per il mondo, il suo opposto. E’ un male sia per il mondo che per noi, poiché l’umanità tornerà ad essere contro di noi, con la sensazione che siamo la fonte di tutti i suoi guai.

Questa risposta continuerà fino a quando avremo finalmente capito che non c’è altro modo, e che dobbiamo correggere noi stessi per rendere noi stessi e il mondo intero parte del Creatore, portandoLe contentezza.

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La guerra moderna dei Maccabei contro l’egoismo globale

Ora, dopo 2000 anni di esilio torniamo alla torre di Babele, che nel frattempo è cresciuta ancora di più. Siamo tornati al grande dolore dell’ego, alla torre enorme di egoismo umano che abbiamo eretto e ci troviamo in un vicolo cieco senza sapere cosa dobbiamo fare con le nostre vite.

Tutto ciò che abbiamo costruito sulle fondamenta dell’ egoismo non ci porta alcuna soluzione: siamo rimasti senza nulla, tutto ciò che abbiamo costruito nel mondo si sta sgretolando ed è travolto dalla crisi.

Oggi, dovremmo fare riferimento alla stessa soluzione che è stata trovata nei tempi antichi, ai tempi di Abramo – l’unione. Tuttavia, non solo il gruppo, che è stato poi chiamato “il popolo di Israele”, dovrebbe unirsi, ma il mondo intero deve finalmente connettersi e per sempre.

A titolo di esempio, usiamo la rivolta dei Maccabei a cui è dedicata la festa di Hanukkah. Questa storia è accaduta al tempo del Secondo Tempio e della sua distruzione. Come sempre, la forza egoistica, che a quel tempo si chiamava “il potere greco”, mise in pericolo il gruppo, che veniva chiamato “Israele”, il potere greco cercò di separare Israele.

E in questa categoria di “autorità greche” sono stati inclusi molti che erano già nel gruppo di Israele. In altre parole, le persone che vivevano in un livello spirituale, scesero nella massa dal livello spirituale al nostro piano materiale nel momento in cui hanno iniziato ad agire secondo il loro egoismo, invece di elevarsi al di sopra di esso e connettersi con gli altri.

Quindi, gli effetti dell’egoismo globale, che apparve sotto forma di “greci” portò alla distruzione del Tempio.

La storia ci dice che a quel tempo ebbe luogo una rivolta dei Maccabei, essi cominciarono a combattere questo potere. Era più una guerra spirituale che un combattimento materiale. Il loro unico obiettivo era quello di portare la loro gente all’unione. Con il raggiungimento dell’unione, raggiunsero la vittoria: riuscirono a correggere gli ebrei che seguivano i Greci e le loro usanze, e gli invasori greci furono costretti a ritirarsi.

In questo modo sono stati in grado di ricostruire il Tempio (Beit HaMikdash), poi l’edificio (Beit) di amore e dazione reciproca, e così ottennero la correzione.

Dobbiamo imparare da questa storia come raggiungere la correzione quando ci troviamo in una crisi profonda. Oggi, la risoluzione è sempre la stessa. Si differenzia dalla situazione precedente solo per il fatto che a quel tempo avevano un gruppo di Maccabei che erano noti a tutta la nazione come una famiglia distinta, una dinastia di sacerdoti.

Oggi, non c’è niente di simile. Siamo in una confusione totale e non abbiamo più idea di come vivere. Sembra che abbiamo uno stato di Israele sulla terra di Israele e che abbiamo costruito la nazione di Israele, ma nessuna di loro corrisponde alla definizione interiore data da Abramo.

Tuttavia, questa situazione può essere corretta in un istante. In effetti, nel momento in cui ci uniremo insieme nella mutua garanzia, susciteremo la forza superiore secondo la legge dell’equivalenza della forma che ci unirà in un tutt’uno. Questo è il modo in cui ritroveremo la felicità e la gioia e ci sentiremo potenti.

Diventiamo felici perché riveliamo la forza superiore che regna di nuovo tra di noi, e apre il mondo spirituale. Dopo che ci connetteremo anche solo un po’, solo per modificare la nostra predisposizione e la direzione, sentiremo subito che la forza superiore ci dà la forza dall’interno.

Non abbiamo bisogno di combattere più a lungo, il Creatore lotterà per noi, dal momento che è l’unica forza che in precedenza stava elevando il nostro egoismo e ci stava mettendo in difficoltà, in particolare per farci salire sopra di loro. Se cerchiamo di elevarci sopra di loro e di fare il minimo sforzo per raggiungerlo, la forza superiore completerà il lavoro per noi. Ecco perché i greci hanno semplicemente abbandonato.

Questo è ciò che si chiama una “guerra spirituale”.
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(Da Kab.TV “I Kabbalisti scrivono” del 04.12.2012)

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Quando le parole finiscono

Domanda: Tu hai detto che nel corso della serata di unione tenutasi a Gerusalemme ti sono mancate le parole e la forza di parlare perché dal gruppo non sentivi provenire un desiderio. Che cosa ci viene richiesto, qui ed ora? In che modo dobbiamo formare un tale desiderio e fornirlo a te in modo che tu possa avere le parole necessarie da condividere con noi?

Risposta: Questa è stata davvero una rivelazione molto interessante e toccante per me. Non ho mai, di solito, difficoltà a parlare perché io vivo in quello che dico. E, in generale, così come uno parla della sua famiglia o del suo interessante lavoro, parlo di ciò che è più importante per me senza fine e in combinazione con qualsiasi altra cosa. Ma improvvisamente ho scoperto che non ero in grado di parlare. Ed è successo anche prima della manifestazione, poco prima non riuscivo semplicemente a capire cosa mi stesse succedendo.

A Gerusalemme, c’è stato un incontro serio con un pubblico vasto. Circa un terzo di esso, 1000 persone su 3000, erano persone venute solo perché erano state invitate. Non si trattava di nostri studenti, di nostri amici. E nella mia presentazione volevo davvero parlare bene. Perché con i miei studenti, con coloro che desiderano conoscere e sono coinvolti, con loro sono in contatto.

Essi camminano al mio fianco: nelle salite, nelle discese, sperimentiamo il percorso tutti insieme. Ma in questo caso, con i tanti nuovi partecipanti, volevo mostrare loro quello che stiamo facendo, quello che offriamo … e non avevo alcuna forza di parlare, continuavo a guardare l’orologio: un minuto, due minuti passati. Volevo riuscire a parlare almeno per una mezz’ora, non sapevo cosa fare con me stesso. E poi mi è diventato tutto chiaro: non mi ero preparato abbastanza bene per parlare con queste persone. Doveva avvenire su un livello completamente diverso, a livello di unione con il gruppo.

Normalmente, parlo a nome mio. Voglio dire, gli studenti mi danno il loro appoggio e io li sento, sento la nostra unione comune, collettiva, ma io continuo a parlare per me stesso. Qui non era il caso. Qui, avevo bisogno della disponibilità del gruppo in modo che in quei minuti, quando ero sul palco, avrei dovuto sentire gli amici come se fossero stati accanto a me, completamente. Questo è il desiderio, il bisogno che sentivo.

In altre parole, il sostegno deve essere non solo nella simpatia, ma nell’aiuto reciproco: “L’amico andò e lo stiamo sostenendo.” No, io sono lì con lui! Io sono con lui ora, allo stesso tempo! Non avevo mai sentito un tale bisogno di unione.

Io assorbo l’energia dei miei studenti, al fine di fornire loro quello che vogliono. Sento il loro desiderio, tutti i tipi di sfumature, le fluttuazioni nel loro stato d’animo, e in generale, i diversi stati spirituali. E anche se non è colpa degli amici visto che non li avevo preparati per questo, ma in quel momento tutto quello che volevo era che loro fossero consapevolmente “dentro di me”. Questo è ciò che mi mancava.

In verità, siamo saliti ad un livello totalmente nuovo, dove dobbiamo fare tutto insieme. Non ci sono più “io” e “tu”; lavoriamo insieme alla creazione di un potere dei nostri desideri unificati, le nostre aspirazioni verso la rivelazione del mondo, affinchè potremo sentire una vera forza in questa unione. Se dico una cosa, voi siete con me, e se voi la sentite, io sono con voi.

Questo è il tipo di inclusione reciproca di cui abbiamo bisogno, ed è ciò che abbiamo appreso due giorni fa a Gerusalemme: la nostra connessione sta diventando reciproca. E sono molto soddisfatto! Ciò significa che un sacco di miei studenti si stanno avvicinando sempre di più al mio livello e ora, in questo grado, siamo in grado di comunicare l’uno con l’altro.

Spero che in seguito continueremo ad interagire in questo modo l’uno con l’altro, rappresentando un tutto integrale. Non esiste nessun insegnante, docente, e non esistono studenti che ascoltano, esiste piuttosto una cosa comune, tutto il desiderio che vuole rivelare il senso della vita! Penso che ce la possiamo fare.
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(Dal Congresso di Novosibirsk del 07.12.2012, Lezione 1)

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Stando con un piede sul prossimo livello

Rabash, “Amor proprio e l’amore per il Creatore”: C’è amore per se stessi e c’è l’amore del Creatore. E c’è la fase di transizione, che è l’amore degli altri, e dall’amore degli altri uno arriva all’amore del Creatore. Questo perché Rabbi Akiva disse: ”Ama il tuo amico come te stesso; questa è la più grande legge della Torà.” E come Hillel disse al convertito che gli chiese, “Insegnami l’intera Torà durante mentre resterò su un piede.” E lui gli disse: ”Non fare all’amico ciò che odi. Il resto è commentario.” Giacché dall’amore degli altri uno arriva all’amore del Creatore e poi tutta la Torà e tutta la saggezza sono nel cuore di una persona.

E’ molto difficile per una persona essere in accordo internamente che la strada verso il Creatore passi attraverso l’amore degli altri e questo è vero che è lo stesso amore, ma in due vasi differenti.

Gli altri non esistono, ma ci sembra così finché abbiamo una possibilità di compiere azioni al fine di espandere i nostri vasi. Più tardi, sarà rivelato che non c’é null’altro che una persona e il Creatore.

Lui ha corretto, arrangiato e connesso a se stesso i desideri che lui precedentemente pensava fossero gli altri, tutto il grande mondo che lo circonda. Prima, lui ha trovato sempre più connessioni in questo mondo.

Ha visto che sempre più riesce a connettersi e, eventualmente, lui comprende che questo è il suo vaso e, così, si connette al Creatore.

Allora, “Dall’amore degli altri all’amore del Creatore” non è solo un bello slogan, ma il riempimento del desiderio, che è l’unico posto dove una persona può rivelare il suo mondo superiore.

Questo cammino è un risultato della “rottura dei vasi” che avviene specialmente al fine di permetterci di espandere i nostri sentimenti e, allo stesso tempo, di essere indipendenti e fedeli al Creatore per sempre.

“Ama il tuo amico come te stesso” è la grande regola della Torà, che include il desiderio generale nel quale tutta la Luce è rivelata. Noi possiamo studiarlo “su un piede” (in sintesi), il che significa che attraverso un’azione appena, possiamo arrivare al raggiungimento totale. Noi scopriamo che dietro ciò che ci appare, come gli altri, c’è l’intera realtà.

L’unico problema è percepirlo internamente. Questo è tutto il nostro lavoro e, qua, noi necessitiamo di garanzia mutua giacché possiamo ascoltare riguardo questa per molti anni prima di cominciare ad avvicinarci ad essa. Conseguentemente, qualche anno in più sarà necessario per decidere di implementarla.

Così molti anni passano, e solo con garanzia mutua, responsabilità mutua, pressione, invidia, brama e usando tutti i mezzi che una persona ha, possono aiutarlo a diventare impegnato e a internalizzare questo principio il più profondamente possibile dentro il suo cuore.

Noi dobbiamo misurare quanto profondamente entra in noi e ci porta all’accordo interno e da questo dar valore al nostro avanzamento.
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(Dalla preparazione alla Lezione di Kabbalah del 02.12.2012)

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