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Perché il Deja Vu accade? Perché sentiamo che qualcosa è già accaduto?

Quando il nostro cervello inizia a confrontare diversi fenomeni, allora sembra che un certo evento abbia già avuto luogo. Iniziamo a incorporare un frammento video in un altro, un’immagine in un’altra e incontriamo così ciò che chiamiamo “déjà vu”.

Tuttavia, d’altra parte, abbiamo anche premonizioni o preveggenze quando sentiamo che una particolare azione dovrebbe svolgersi nel momento attuale. Quindi iniziamo a sentire i pensieri degli altri o anticipiamo varie onde che si estendono verso di noi. Tali fenomeni hanno luogo perché esistiamo in un unico sistema unificato della natura,  abbiamo un certo senso che deriva dal vivere in questo sistema e possiamo indovinare vari eventi imminenti attraverso alcuni segni anticipatori.

Alcune persone hanno sviluppato questa sensazione, come Wolf Messing o i beduini che vivono nel deserto. Hanno un senso della natura altamente sviluppato. In particolare, Messing poteva prevedere diversi anni nel futuro. Poteva semplicemente prevedere determinati eventi perché sentiva che sarebbero accaduti. Ciò non significa, tuttavia, che poteva cambiare qualcosa.

La saggezza della Kabbalah, d’altra parte, ci permette di mitigare gli eventi futuri. Ciò che è destinato ad accadere accadrà, ma può accadere in forma più lieve. L’incontrare una forma più dura o più mite di un evento futuro dipende dalla misura in cui lo anticipiamo con una connessione positiva tra di noi, o se non riusciamo ad applicare alcun movimento per connetterci e lasciamo che l’ego umano senza sosta, il desiderio di godere a spese degli altri, guidi la nostra evoluzione in avanti.

Se ci colleghiamo positivamente sviluppando relazioni di mutuo aiuto, rispetto e responsabilità reciproca, incontreremo un futuro più armonioso e pacifico. Al contrario, se lasciamo che il nostro ego ci guidi in avanti, allora il nostro crescente sfruttamento, manipolazione e abuso reciproco ci condurrà a una vita di crescenti tormenti e difficoltà naturali.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Cos’è che ti fa criticare gli altri?

Critichiamo gli altri per via del nostro egoismo, che ci fa trarre soddisfazione a spese altrui, ciò significa che ci fa piacere vedere gli altri più piccoli e di meno valore. 

Se non apportiamo nessun cambiamento al nostro istintivo egoismo, allora vivremo con questa tendenza alla critica verso il prossimo. Tuttavia, se invece ci sforziamo di connetterci agli altri, inizieremo a criticare noi stessi, poiché la tendenza egoistica in noi è opposta alla tendenza alla connessione agli altri. 

Se vogliamo progredire verso uno scopo spiritualmente superiore rispetto agli scopi materiali, ad esempio, trarre piacere attraverso una nuova natura del dare, amare e connetterci con gli altri, poi, una volta che ci siamo posti quell’obiettivo e ci siamo dotati dei mezzi per raggiungerlo, allora potremo criticare qualsiasi cosa che conta nel raggiungimento di quello scopo.    

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

Qual è la cosa migliore da imparare da una madre?

Quando mia madre è morta, avevo già più di 70 anni, ebbi la sensazione che mi avesse portato in braccio per tutta la vita e che mi avesse lasciato andare solo in quel preciso momento della sua dipartita.

Quando siamo bambini, dipendiamo completamente dalle cure delle nostre madri e la cura naturale che le madri hanno per i loro bambini è molto più importante di tutti gli altri desideri umani. Questo perché il desiderio della madre di prendersi cura e di legarsi al suo bambino precede ogni altro nostro desiderio: cibo, sesso, famiglia, ricchezza, rispetto e controllo.

Sottolineo spesso l’immensa importanza della cura della madre per il suo bambino perché dobbiamo usare questa forza di cura per portare l’umanità a uno stato armonioso e pacifico. È da questo che dipende il futuro positivo della società umana.

Nella saggezza della Kabbalah, parliamo della Sefira di Bina come di una qualità che desidera esclusivamente dare e donare come una protezione, copertura e scudo, il che è in qualche modo simile all’esempio di questo mondo della cura di una madre per il suo bambino.

Se vogliamo usare questa forza di Bina, cioè coprire noi stessi con la forza della dazione, diventiamo allora simili a un bambino in braccio alla madre. Acquisiamo la protezione della forza speciale di Bina, una forza della natura che i Kabbalisti chiamano “la luce di Hassadim (misericordia)”, che allontana le forze egoistiche negative che causano ogni sofferenza nella nostra vita.

Questo è tutto ciò che manca all’umanità: la sensazione di una forza suprema che si prende cura, che desidera solo donare, come la cura naturale di una madre per il suo bambino, coprendo le nostre relazioni nella società come un ombrello. In questo modo non potremmo agire negativamente gli uni verso gli altri, perché le forze egoistiche dannose avrebbero “paura della madre”, la forza di dazione che sarebbe presente in mezzo a noi.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come porre fine alla guerra

Nel 1914, durante la Prima Guerra Mondiale, accadde un evento sorprendente. Mentre mezzo milioni uomini venivano uccisi nei pressi della città belga di Ypres, il 24 dicembre, prima di Natale, improvvisamente i soldati iniziarono a decorare le trincee tedesche con ghirlande e luci varie. In seguito, si spostarono in territorio neutrale. Anche Francesi e i Britannici uscirono dalle trincee nemiche per raggiungere il territorio neutrale, radunando circa centomila uomini. Fino a quel momento si erano uccisi a vicenda, ma quel giorno si sono riuniti e connessi: si sono scambiati pensierini, hanno cantato canzoni, hanno barattato bottoni, tabacco, vino e dolci e hanno giocato a calcio con le lattine. Nel 2014 è stato costruito un monumento al calcio per commemorare l’evento.

Fu uno spettacolo incredibile. Coloro che avevano combattuto fino alla morte e si odiavano l’un l’altro iniziarono improvvisamente a legare. Naturalmente i generali si allarmarono immediatamente. Sotto la minaccia di morte, i soldati furono costretti a tornare nelle trincee e la guerra continuò. Durò quattro anni e venti milioni di uomini furono uccisi.

Una domanda chiave che emerge da questo esempio è: è possibile fermare la guerra dal livello dei soldati stessi? Vediamo che i soldati potrebbero porre fine alla guerra se lo volessero, ma dal momento che seguono gli ordini dei loro generali, allora sarebbe necessario che anche i generali volessero fermare la guerra, cosa che a sua volta richiede ogni successivo livello superiore, il che lo rende impossibile.

Tuttavia, l’esempio è impresso nella storia: persone che si uccidevano a sangue freddo, con le baionette, combattendo corpo a corpo, spargendo tanto sangue e non solo sparando a distanza con pistole e missili. Queste persone hanno letteralmente affrontato i loro nemici, hanno provato odio per loro e, in un solo momento, tutto si è trasformato in uno stato di unione.

Questo mostra che anche l’odio più forte può essere invertito in un attimo. Una lotta può continuare a lungo, e poi all’improvviso, puff: l’odio si dissipa. Il motivo alla base dell’odio scompare improvvisamente.

Non è un miracolo. È semplicemente il modo in cui si svolge il programma che gestisce i nostri desideri. Non ha senso il nostro odio, né il nostro amore. Possiamo vedere esempi simili di persone che un tempo erano apparentemente innamorate e che, all’improvviso, smettono di amarsi. L’amore che li teneva uniti scompare all’istante. È comune sentire i divorziati dire dei loro partner: “Che cosa ho mai amato in lui/lei?”.

Il fatto che le nostre emozioni possano cambiare improvvisamente da un momento all’altro ci dimostra che qualsiasi unità che stabiliamo non dovrebbe basarsi sui nostri sentimenti, ma su un’idea. Cioè, se facessimo circolare l’idea della necessità di unirci per raggiungere una fusione completa tra di noi come lo stato più desiderabile che possiamo raggiungere, allora avremmo una forte base per unirci.

Il fondamento di questa idea risiede in una radice superiore, ovvero che l’umanità è stata originariamente creata come un’unica coscienza unificata che ha subito un processo di frammentazione e di dispersione fino a ritrovarsi in una realtà in cui ci percepiamo separati gli uni dagli altri. Mentre siamo in questo stato di separazione, subiamo una certa evoluzione fino a raggiungere un punto in cui iniziamo a risvegliarci di nuovo al nostro stato unificato. Cioè, a un certo punto, cominciamo a sentire che siamo all’opposto del nostro stato più desiderabile, che abbiamo sofferto abbastanza nella nostra divisività, e sviluppiamo un nuovo desiderio di subire un cambiamento importante per tornare alla completa unificazione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Cosa pensate del Dolore?

Il dolore è la reazione del corpo ad ogni genere di disturbo corporeo. Ci avverte del pericolo e ci fa agire, per andare verso il piacere e allontanarci dal dolore, ci fa diagnosticare la causa del dolore, per  giungere a delle conclusioni e avanzare nella nostra vita verso nuovi stati.

Il dolore colpisce il nostro ego, il desiderio di trarre piacere a spese degli altri.  Possiamo provare dolore quando stiamo male, o quando entriamo in sintonia con qualcuno che sta male, o quando il dolore dell’invidia ci colpisce, quando vediamo che gli altri stanno meglio di noi. 

C’è un dolore che ci spinge da dietro, facendoci evolvere, e anche un dolore esistenziale che alla fine ci spinge in avanti verso una maggiore realizzazione.

Non proveremmo assolutamente nulla se non  fosse per il dolore. Che si tratti di un certo tipo di conflitto, di contatto o di pressione, ogni nostro sentire è costruito su una certa forma di dolore, e noi possiamo provare piacere, appagamento e gioia, solo dopo il dolore. 

Tuttavia possiamo superare il dolore. Quando ci innalziamo al di sopra dell’ego, cioè, quando superiamo la priorità dell’interesse personale a scapito degli altri, e passiamo al suo opposto, dando priorità al beneficio degli altri, solo allora possiamo vivere in un completo appagamento, senza vuoto, dove ci relazioniamo a tutto e a tutti con una sempre crescente integrità e amore. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

La sofferenza è una punizione di Dio?

La punizione da parte di Dio è una delle tante teorie che sono state elaborate per spiegare perché soffriamo, cioè che Dio ci punisce per certe azioni che abbiamo (o non abbiamo) compiuto nella nostra vita attuale o in quelle passate. Tuttavia, a prescindere dalle teorie, nessuno sa davvero perché soffriamo.

Soprattutto nell’epoca attuale, possiamo vedere che siamo interdipendenti e interconnessi a livello globale. Più ci evolviamo, più la nostra interdipendenza globale ci viene rivelata.

Viviamo in un unico sistema globale e ognuno di noi condivide una responsabilità reciproca per il benessere dell’intero sistema.

In modo analogo a come funziona il nostro corpo, sentiamo una ferita nel mignolo del piede come un dolore in tutto il corpo e, se si tratta di una ferita importante, richiede la nostra completa attenzione. È così che ci riveliamo sempre più spesso nel mondo di oggi.

Se comprendessimo e sentissimo tutta la portata della nostra interdipendenza, allora arriveremmo subito alla conclusione che dobbiamo sistemare i nostri legami: migliorare i nostri atteggiamenti reciproci come se fossimo membri di un’unica famiglia, anche più vicini. Se lo faremo, allora inizieremo a percepire che viviamo in un mondo assolutamente perfetto, privo di sofferenza.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Come posso sapere di cosa ha bisogno l’umanità?

L’umanità ha bisogno di sapere che c’è un livello successivo di completa unificazione a cui la natura ci fa avanzare, e il fatto che essa ci connetta contro la nostra volontà è la ragione di tutte le forme di sofferenza che proviamo. In altre parole, ci sono forze della natura che ci uniscono sempre di più e, rifiutando la tendenza a connetterci positivamente, soffriamo; al contrario, se agiamo all’unisono con le forze che ci connettono, potremo godere di una vita beata.

Per questo oggi abbiamo bisogno di un tipo di educazione completamente nuovo, che ci insegni a conoscere le forze della natura che operano su di noi e a capire come possiamo equilibrarci con queste forze realizzando la nostra connessione in modo positivo. Possiamo così elevarci pacificamente al livello successivo di una vita armoniosamente connessa, verso la quale la natura ci guida.

Vediamo che siamo diventati un’umanità globale. Non c’è modo di sfuggire alla nostra interdipendenza e interconnessione globale. Entrare all’unisono con la natura significa quindi aggiornare i nostri atteggiamenti nei confronti di questo stato di interdipendenza e interconnessione globale sempre più stretta in cui ci troviamo, rendendoci conto che siamo tutti su un’unica barca, che siamo un’unica famiglia in tutto il mondo, e iniziando a relazionarci gli uni con gli altri di conseguenza. Questo è il messaggio che la natura vuole che ascoltiamo, e se rimaniamo come bambini sciocchi che desiderano semplicemente inseguire ciò che sembra dolce e buono per ciascuno di noi individualmente, senza considerare la nostra influenza e dipendenza reciproca, allora cosa farà la natura? La nostra incongruenza con la tendenza della natura a connettersi è la ragione della nostra sofferenza di oggi, ed è la ragione per cui proveremo sempre più sofferenza nel futuro.

Dovremmo quindi prestare attenzione a ciò che la natura ha iniziato a mostrarci, ovvero che siamo un’unica umanità globalmente interdipendente e interconnessa e che, se vogliamo rendere la nostra interdipendenza armoniosa e pacifica, dobbiamo invertire i nostri atteggiamenti reciproci in modo che siano completamente inclusivi come la natura stessa.

È piuttosto complicato, poiché siamo nati e cresciuti unicamente nella nostra natura egoistica, il beneficio di se stessi a scapito degli altri e della natura, ma se ci mettiamo sulla strada dell’attuazione di un nuovo apprendimento che arricchisce la connessione in tutto il mondo, allora saremo in grado di subire una transizione positiva, alleviando la necessità di ogni tipo di turbolenza che si abbatte su di noi.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

 

I cani possono fiutare il cancro?

La startup israeliana SpotitEarly utilizza i cani per rilevare il cancro nelle persone grazie al loro olfatto. Il procedimento prevede che i pazienti vengano muniti di una maschera nella quale respirano per alcuni minuti. La maschera viene poi portata in un laboratorio dove i cani la annusano; in oltre il 90% dei casi, i cani hanno individuato i pazienti affetti da cancro. Inoltre, si è scoperto che i cani sono in grado di individuare il cancro nelle sue fasi iniziali, prima che si manifestino i sintomi.

In effetti, ci sono diversi fenomeni in natura che non abbiamo ancora scoperto e forse presto ne scopriremo altri. Ad ogni modo, questa notizia è magnifica: possiamo individuare il cancro nelle sue fasi iniziali e salvare molte vite.

Ci mostra anche come, nonostante i nostri potenti progressi tecnologici, i cani siano in grado di rilevare il cancro in modo più efficace di noi. Questo perché ognuno di noi emette una nuvola attraverso la quale è possibile rilevare molte informazioni su di noi, tra cui ciò che pensiamo e sentiamo, nonché le nostre malattie interne e la loro posizione. La maggior parte degli animali percepisce ciò che emettiamo in quella nube, ma poiché non riusciamo a sentirli, non riusciamo a capire cosa riescano a captare.

Comunemente pensiamo agli esseri umani come alle creature più evolute, ma poi troviamo negli animali capacità che dimostrano come, nonostante il nostro intelletto sviluppato, non siamo migliori di loro. Un chiaro indicatore di ciò è il fatto che il nostro progresso ci porta a inventare e accumulare sempre più armi. Insomma, più mettiamo le mani sulle cose, più produciamo risultati negativi.

Per iniziare a svilupparci in modo più positivo, dobbiamo guardare un po’ al futuro e porci una domanda seria: “Cosa otteniamo davvero vivendo nel modo in cui viviamo?”.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Perché l’inglese è considerato una lingua internazionale?

In passato Inghilterra e Germania furono in competizione per diffondere le rispettive influenze sul territorio americano e, a un certo punto, la lingua tedesca sembrò destinata a prevalere. Se fosse stato così, oggi molto probabilmente ci troveremmo in un mondo con il tedesco come lingua internazionale comune.

Ma lo sviluppo umano prese una piega diversa.

Fu invece il ramo di cultura inglese, non poi così tanto diverso dal tedesco, ma più aperto, a diventare la lingua internazionale.

A quel tempo, i Tedeschi volevano sopraffare e asservire gli altri con la forza. Gli Anglosassoni, invece, impiantarono la loro cultura e la loro lingua, espandendosi in modo completamente diverso.

Gli Inglesi avevano un atteggiamento più morbido e gradevole nei confronti del mondo e della scoperta di nuove terre rispetto ai Tedeschi,  così prevalse l’inglese. In virtù di questa differenza di approccio, l’inglese è più adatto a essere riconosciuto come lingua internazionale rispetto al tedesco.

Nonostante la prevalenza e la diffusione della cultura tedesca in tutta Europa, la lingua tedesca non viene parlata se non in Germania e in alcuni Paesi confinanti.

A differenza del nostro sviluppo passato, tuttavia, il percorso odierno verso l’unificazione non avverrà attraverso l’espansione di nazioni e lingue. La nostra prossima forma di unificazione è invece quella che la natura ci sta imponendo, con una crescente interconnessione e interdipendenza a livello mondiale.

Stiamo arrivando a un punto critico in cui avremo bisogno di un nuovo metodo per connetterci l’un l’altro al di sopra delle nazionalità e delle lingue. Se non miglioriamo il nostro atteggiamento nei confronti degli altri, per stabilire una comunicazione positiva al di sopra delle nostre differenze e divisioni, allora sentiremo la nostra crescente interdipendenza globale come un fenomeno negativo che ci porterà sempre più sofferenza.

Spero quindi che si compia al più presto questa importante transizione verso nuovi atteggiamenti positivi, solidali, premurosi e incoraggianti nei confronti degli altri al di là delle nostre differenze e che ci si renda conto di quanto migliore, armoniosa, gioiosa e pacifica possa essere la nostra vita.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Che cosa significa “avere successo” nella vita?

Avere successo nella vita significa raggiungere uno stato in cui desideriamo di fare del bene agli altri. 

Possiamo sentirci veramente bene quando diamo e doniamo agli altri.

Perché?

Perché, donando agli altri e desiderando donare loro il bene, diventiamo come la forza altruistica della natura.

In questo modo, possiamo raggiungere uno stato in cui tutto ciò che ci circonda sarà buono.

 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.