Pubblicato nella '' Categoria

Guardare il mondo con occhi altruistici

Considerazione: Esistono due tipi di percezione del mondo. La prima si concretizza attraverso la sensazione personale e il cervello dell’individuo che percepisce il nostro mondo per mezzo dei propri cinque organi sensoriali. La seconda avviene tramite l’ambiente, quando l’individuo vede il mondo attraverso la gente intorno a sé.

Lo scopo di ognuno di noi, in questo mondo, è rivelare il Creatore. Secondo la saggezza della Kabbalah nessuno può esplorare il Creatore attraverso i tradizionali cinque sensi ma solo attraverso la società, nel senso che essa rappresenta la mia vista, i miei occhi, l’intenzione attraverso la quale io guardo il Creatore. Io non posso vedere direttamente Lui ma, se imparo a guardare attraverso la società, poi, io posso determinare chiaramente chi è il Creatore.

Mio commento: La questione è che abbiamo bisogno di distogliere la sguardo dalla nostra visione o, piuttosto, dalle nostre sensazioni. Adesso le abbiamo imprigionate a causa dei nostri riempimenti egoistici e, quindi, non sentiamo il Creatore.

Abbiamo quindi bisogno di guardare al mondo con occhi altruistici, cioè, attraverso la qualità della dazione. Diciamo che l’intero mondo è nostro figlio del quale siamo perdutamente innamorati. A questo punto come dovremmo guardare al mondo, se non con amore?

Tuttavia questo è insufficiente perché noi vorremo ancora guardarlo egoisticamente. Abbiamo bisogno di guardarlo con amore altruistico, cioè come se fosse assolutamente indipendente da noi stessi. Adesso immagina invece il tuo bambino, che è il mondo intero per te, come fosse uno sconosciuto, e ancora meglio, come qualcuno che odi più di ogni altra cosa al mondo. Tu devi distogliere lo sguardo da te stesso, mettere da parte la tua visione egoistica del mondo, attraverso il prisma che ti porta completamente fuori da te stesso, verso fuori e, poi, attraverso esso, tu vedrai il Creatore.
[256507]

Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 4/02/2019

Materiale correlato:

La magia dell’egoismo e della dazione
Raggiungere una nuova prospettiva
Tutto dipende dalla percezione

Politeismo: un istinto umano naturale

Domanda: Tutti i cittadini dell’antica Babilonia adoravano molti dei. Cosa significa politeismo?

Risposta: Il politeismo è una naturale evoluzione dell’uomo. Possiamo vedere che anche oggi tali credenze sono conservate nel mondo, specialmente in Oriente.
Il Giudaismo, il Cristianesimo e l’Islam hanno avuto origine da Abramo. Tutte le altre credenze si basano sul politeismo, cioè l’esistenza di una schiera di divinità, una moltitudine di forze della natura presumibilmente di tutti i tipi, ognuna delle quali ha una certa influenza speciale sulla natura e sul destino dell’uomo.

Domanda: Possiamo dire che ognuno di noi è anche un idolatra? Cioè, se una persona non scopre una forza dietro tutta la materia, allora si è un idolatra?

Risposta: Non credo che abbiamo deificato queste forze in misura tale. Dopotutto, gli idolatri non erano persone stupide; piuttosto, hanno appena visto che erano fortemente dipendenti da varie proprietà della natura ma non potevano legarle insieme. Neanche noi.

Si credeva che il dio della pioggia, il dio del sole, il dio della notte, il dio del giorno, ecc., fossero tutte grandi forze della natura da cui un uomo è completamente dipendente e devono adorare per mantenere buoni rapporti con loro. Dopotutto, insieme al fatto che l’uomo ha divinizzato la natura, ha sentito la sua dipendenza da essa.

Nota: La gente credeva che ci fossero alcune forze che potevano essere placate e che potevano essere placate al meglio da diversi preti che sapevano esattamente come farlo.

Il mio commento: Sì. Immagina un contadino ignorante e illetterato. Preferirebbe cedere un sacco di grano ed essere sicuro che non avrà più problemi né con il raccolto, né con la siccità, né con i fiumi alluvionati.
[258892]

Dalla trasmissione di KabTV “Dall’analisi di sistema dello sviluppo del popolo di Israele”, 24/06/2019

Materiale correlato:

Non siate schiavi degli schiavi, ma siate servitori del Creatore!
Chi ha creato la religione?
Pensieri rapidi sull’articolo di Shamati “Cosa sono gli altri dei nel Lavoro”

New Life n.281 – La fonte delle emozioni ed il loro ruolo

New Life n.281 – La fonte delle emozioni ed il loro ruolo
Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Nitzah Mazoz

Riepilogo:

Le emozioni esistono per portarci alla fonte più interna della vita, dove la materia scompare. Le emozioni sono il desiderio di provare piacere, espresso attraverso sensazioni e sentimenti corporei. La mente è schiava delle emozioni e guida l’uomo verso ciò che lo fa sentire bene. Il desiderio di ricevere piacere è in costante movimento, crescita e cambiamento, pertanto non può mai trovare soddisfazione. Questo porta l’uomo alla disperazione, che è il momento in cui comincia a porsi delle domande sul significato della propria vita. Comincia a trovarsi in disaccordo con il processo della vita e critica ciò che è realmente buono. Sviluppa nuovi desideri come risultato della sua coscienza crescente, tanto nella mente quanto nel corpo. Scopre la maniera di sperimentare la sensazione della bontà assoluta e totale, abbandonando completamente il corpo per andare direttamente alla fonte illimitata di tutta la vita e soddisfazione, la base della natura.

Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.281 – La fonte delle emozioni ed il loro ruolo”, 02/01/2014

I molti volti della Torah

Domanda: Quando apriamo la Torah, troviamo una raccolta di storie con molti personaggi. Come dovremmo relazionarci correttamente con loro?

Risposta: Se la Torah non provenisse da una fonte speciale ma fosse scritta come un normale libro, supponiamo da una persona vissuta nel Medioevo, sarebbe solo un interessante romanzo storico.

Ma la Torah è presentata in un linguaggio molto interessante e quando inizi a leggerla, non puoi fermarti, perché ti affascina. C’è qualcosa che non ti stanca mai.

Io ne parlo come fossi un normale lettore, che non ha nulla a che fare con l’origine di questo libro, e neppure con la religione, la storia, la geografia o con qualsiasi altra cosa. Ritengo semplicemente che sia scritta in uno stile interessante.

Alcuni percepiscono la Torah come un documento storico, altri come finzione o, forse, come una raccolta di istruzioni o documenti legali. Contiene molte informazioni sull’interazione di persone e nazioni nei tempi antichi, sulla loro visione del mondo.

In generale, la Torah è un libro molto interessante. Vediamo qualcosa di simile negli scritti di Giuseppe Flavio, se è possibile confrontare la Torah con le sue opere. In una certa misura, egli racconta di nuovo la Torah e la descrive in veste di storico.

Giuseppe Flavio è uno storico davvero straordinario con una visione ampia e una profonda conoscenza dei fatti storici. Ha scritto le sue opere in esilio a Roma, dove è stato creato un grande istituto appositamente per lui, e dove centinaia di persone hanno lavorato per lui.

Tuttavia, ciò che egli ha scritto non può essere paragonato alla Torah stessa.

[251953]

Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah” 18/12/2018

Materiale correlato:
Qual è la differenza fra la Bibbia e la Torah?
Da dove proviene la Torah?
La Torah è un codice segreto

Il percorso verso la meta

Domanda: Lo sviluppo evolutivo naturale comporta sempre la sofferenza?

Risposta: Non è sofferenza, ma una sensazione di vuoto che devi colmare per il tuo avanzamento spirituale. In quale altro modo potrebbe essere? Se sono a un miglio di distanza dall’obiettivo, allora sento che devo fare un altro miglio, fare qualcosa al riguardo.

Questo, naturalmente, mi causa sofferenza perché vorrei già essere al traguardo, ma, d’altra parte, devo capire che muovermi verso di esso non è una questione di distanza, è questione di cambiare alcune proprietà interne dentro di me.

Domanda: Quindi, nel mondo materiale, una persona non può cambiare nulla? Ma può in qualche modo influenzare i propri stati spirituali?

Risposta: Certo. Il mondo materiale cambierà in base a questo. Sia la natura circostante inanimata, vegetale e animale, sia la nostra natura interiore inanimata, vegetale e animale, cambieranno a seconda di quanto ci impegniamo a raggiungere l’obiettivo della creazione.

[257096]

Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 04/02/2019

Materiale correlato:
La sofferenza utile
Cosa chiedere quando siamo nella sofferenza
Padronanza sopra lo stato spirituale

New Life n.247 – Scoprire il mio io – 1′ Parte

New Life n.247 – Scoprire il mio io – 1′ Parte
Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Tal Mandelbaum ben Moshe

Riepilogo:

E’ importante che ognuno conosca la propria identità, ciò che lo contraddistingue dagli altri e il potere dell’ambiente per modellare la propria personalità. Gli esseri umani sono motivati da un desiderio irrazionale e in continua crescita di godere. Per fare la scelta giusta in qualsiasi momento, dobbiamo verificare se abbiamo o meno la connessione corretta con l’ambiente. Viviamo in una sfera ecologica all’interno della quale ci nutriamo reciprocamente. E’ così che viene mantenuto l’equilibrio ecologico. I livelli di vita inanimato, vegetale e animale, hanno programmi naturali, istintivi e di vita, per mantenere l’equilibrio, ma gli esseri umani no. Abbiamo bisogno di cerchi di connessione per costruire un impegno con gli altri nel cuore e nella mente e di workshop in decine attraverso i quali potremmo assorbire la saggezza.

Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.247 – Scoprire il mio io – 1′ Parte”, 07/11/2013

Kabbalah e Torah

Nota: Si dice che la Kabbalah sia un’”acrobazia”, che bisogna studiarla solo dopo aver studiato la Torah, il Talmud e le altre fonti primarie.

Il mio commento: I kabbalisti hanno scritto che questo dipende solo dalla persona. Se essa non ha una brama per la spiritualità, allora lasciala studiare tutto in ordine, a partire dalla Torah sino al Talmud e così via, cioè al livello in cui lei è attratta e sente che non ha bisogno di altro. Se una persona ha dall’inizio un forte desiderio di conoscenza del Creatore, allora arriva immediatamente alla Kabbalah.

Domanda: Non vi è alcun divieto al riguardo?

Risposta: No.

Domanda: E’ questa l’opinione dei kabbalisti? Altri dicono che c’è un divieto.

Risposta: Gli altri possono parlare. Cosa capiscono loro di questo? La Torah ci viene data per comprendere il Creatore. Questa è la sua proprietà, la sua forza, il suo obiettivo. Dobbiamo ritornare al Creatore, a quello stadio. Se qualcuno crede di non avere la forza o il desiderio per questo, allora lascialo semplicemente studiare ciò che stanno studiando gli altri, niente di più. Una volta ho portato 40 studenti al mio insegnante e tutti abbiamo studiato solo il materiale kabbalistico.

Domanda: E lui non vi ha richiesto la conoscenza della Torah?

Risposta: Mai.

[256381]

Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 29/01/2019

Materiale correlato:
Quale rapporto c’è fra la saggezza della Kabbalah e la Torah?
I grandi kabbalisti sono anime speciali
Cosa è venuto prima, la Torah o la saggezza della Kabbalah?

La Kabbalah e le altre credenze – 10′ Parte

Una danza con il Creatore

Baal HaSulam, “La libertà dal desiderio“: La via della Kabbalah consiste nel fare affidamento sulle menti di coloro che hanno già raggiunto l’obiettivo finale, come se fosse la nostra esperienza di vita. … Quindi, la legge della vita in comune è considerata una delle leggi della natura e dobbiamo osservarla con grande cautela. Questa legge deve sviluppare la realizzazione di: amore per sé come male e amore per gli altri come bene, perché questo è l’unico modo per amare il Creatore.

L’essenza di tutte le tecniche spirituali è di capire il Creatore, comprenderlo. Ma solo la scienza della Kabbalah ci conduce a questo perché rivela come il Creatore agisce su di noi, come dobbiamo rispondere a Lui, e attraverso questa interazione a due vie: “Lui è per me, io sono per Lui”, stabilire una costante connessione, come in un tango in cui due persone ballano all’unisono.

Tale danza, quando cioè entriamo nella piena integrazione con il Creatore, è chiamata la “danza della sposa”, in cui ciò che viene da Lui a me e ciò che viene da me a Lui sono completamente inclusi l’uno nell’altro.

[252075]

Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2019

La Kabbalah e le altre credenze – 9′ Parte

Perché il Creatore ama i peccatori?

Domanda: Baal HaSulam ha scritto che si rallegrava per la rivelazione dei peccatori dentro di sé, perché rappresentavano le intenzioni egoistiche verso il Creatore. Cosa significa questo?

Risposta: Il Creatore ama i peccatori più dei giusti perché il peccatore rivela che il Creatore gli manda il male. Il Creatore ha creato l’anima, un’enorme rete universale in cui siamo tutti connessi, e poi l’ha frammentata. E ora ci sta mostrando i suoi frammenti in modo che continuiamo costantemente a chiederGli di riconnetterci correttamente.

Pertanto, quando mi sento separato dagli altri, non disposto a connettermi con loro, in opposizione al Creatore e al mondo intero, vengo chiamato peccatore. Ma questo mi porta a chiederGli la correzione.

Il giusto è uno stato in cui non ho nulla da chiedere. È possibile io che rimanga erroneamente in questo stato.

Domanda: In ogni caso, tutti questi stati continuano a cambiare; non sono statici, giusto?

Risposta: Certo. La cosa più importante è cambiare. Questo accade solo se una persona si trova in un gruppo e il gruppo è diretto verso il Creatore.
[252019]

Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2018

Il legame fra insegnante e studente

Domanda: Supponiamo che io scelga un insegnante ma che dopo due o tre anni mi renda conto che non ho nulla da imparare da lui, e che ne so addirittura più di lui. Queste cose accadono nel nostro mondo……nell’ambito della musica, dello sport, ecc. Succede anche nella Kabbalah?

Risposta: Sì, la stessa cosa può accadere anche qui. E’ abbastanza probabile che valga la pena cambiare insegnante. Qui, però, hai bisogno di comprendere chi stai cambiando. Può essere che tu cambi il tuo maestro perché non vuoi fare più sforzi o perché ne hai urgente bisogno poiché con il vecchio insegnante non puoi più avanzare.

Domanda: C’è una particolare connessione fra insegnante e studente?

Risposta: L’insegnante è il conduttore di un’energia superiore, di una luce più alta e di una conoscenza più elevata rispetto allo studente. Tuttavia, è importante per noi che lo studente sia connesso al suo insegnante perché questa connessione non svanisca.

Osservazione: Un tempo i gruppi erano molto piccoli e, perciò, una relazione più ravvicinata tra l’insegnante e lo studente esisteva realmente. Oggi, hai milioni di studenti e conosci, naturalmente, solo una piccola parte di loro.

Il mio commento: Non importa chi di loro io conosca. E’ importante che ognuno di essi si consideri mio studente, è fondamentale l’atteggiamento verso di me. In questa misura, lo studente fluisce con il suo movimento interiore verso di me e, attraverso me, riceve il contatto con un potere più elevato.

[257398]

Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 4/03/2019

Materiale correlato:
La connessione fra insegnante e studente
Il passaggio di informazioni dal kabbalista allo studente
Uno studente può essere amico del maestro?