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Il centro della decina è il vaso spirituale

Io non devo cancellare i miei sentimenti come se non esistessero. Se faccio di me stesso uno zero assoluto per non pensare affatto a me, allora distruggo l’intera profondità del desiderio. Al contrario, io ho bisogno di elevarmi al di sopra del mio egoismo. Altrimenti, ne risulta che io sono uno zero e quindi il Creatore è un po’ più dello zero e niente di più.1

Non è sufficiente decidere semplicemente che non c’è nessun altro oltre al Creatore. Ci vuole la forza speciale della fede per elevarmi un po’ al di sopra di me. Altrimenti posso dire quanto voglio che non vi sia nessun altro oltre alla forza superiore, ma questo non mi aiuterà. Io attribuirò comunque tutto a me stesso o agli altri.

Pertanto, noi ci sforziamo di connetterci tra di noi al centro della decina, nel punto in cui ciascuno si annulla verso gli altri, verso la connessione e verso il Creatore. Pertanto, noi attiriamo gradualmente la luce riformatrice che compie questa azione su di noi.2

Ognuno di noi proferisce solo parole belle e corrette, ma non colleghiamo le nostre inclinazioni al Creatore e, quindi, non possiamo offrirgli il nostro desiderio comune (Kli), per dargli l’opportunità di rivelare se stesso e di gioire. I nostri desideri non si connettono e, pertanto, non possono rivelare il Creatore. Individualmente, tutto è corretto, ma non c’è abbastanza connessione.

Dieci persone si siedono insieme e ognuna di esse parla dal cuore, ma non siamo connessi l’uno con l’altro. Il problema è che noi non connettiamo la nostra aspirazione al Creatore e la nostra connessione reciproca, non vediamo che sono la stessa cosa. La connessione corretta tra di noi è la connessione con il Creatore.

Dovremmo cercare di avvicinarci sensorialmente all’amico e all’interno di questa connessione di immaginarci il Creatore, la qualità della dazione e dell’amore che io voglio scoprire tra me e il mio amico. Finora, al contrario, c’è stata una barriera tra di noi: la frammentazione invece della connessione, l’odio invece dell’amore.

Dobbiamo connettere tutto questo insieme: l’adesione con il Creatore, la rivelazione che non c’è nessun altro oltre a Lui, la connessione tra gli amici e la fede al di sopra della ragione. Tutto si connette all’adesione tra noi e al Creatore.

Con ciascuna delle nostre azioni nel pensiero e nel desiderio, dobbiamo attrarre, invitare il Creatore a controllarci, provare a sentire e scoprire il Suo governo. Dobbiamo pianificare i nostri pensieri e le nostre azioni in modo che siano mirati alla rivelazione del governo del Creatore su tutto ciò che sta accadendo. Tale azione è chiamata comandamento.

La nostra aspirazione al centro della decina è diretta esattamente in modo tale che attraverso i nostri sforzi comuni vorremmo farci governare dal Creatore.3

Gradualmente, inizieremo a rivelare che all’interno della decina esiste un certo concetto. In precedenza non pensavamo né volevamo rivelarlo, ma ora vediamo quanto sia importante, cioè che questo sia il centro, l’obiettivo principale del nostro lavoro. Il centro della decina è il Tempio, il vaso spirituale. Ognuno individualmente non è un Kli, mentre lo siamo tutti noi insieme, connessi correttamente e diretti a dare al Creatore. Nella misura in cui desideriamo raggiungere questo centro, inizieremo a sentire da esso come il Creatore ci sta gestendo.4

Desiderando ardentemente il centro della decina, noi ci rivolgiamo al nostro stato corretto che esiste già davanti a noi, il futuro buono che ci sta davanti. Nella misura in cui ci sforziamo di immaginarlo nel modo più giusto e corretto possibile e desideriamo ardentemente raggiungere questa connessione con amore e aiuto reciproco, noi entriamo nella prossima struttura, nel quadro futuro. È così che avanziamo passo dopo passo, livello dopo livello.

Proviamo ad immaginare lo stato corretto e chiediamo al Creatore di correggere la nostra direzione. Il Creatore è il nostro principale aiuto. L’intero percorso è già aperto fino alla fine della correzione, ma dobbiamo attraversarlo in modo da sentire quanto abbiamo bisogno del Creatore. Tutte queste fasi sono solo i mezzi, la ragione per rivolgersi a Lui. Unendoci a Lui per il nostro progresso, realizziamo correttamente la correzione.

Pertanto, l’obiettivo principale non è lo stato futuro in sé, ma la connessione con il Creatore che è necessaria per raggiungerlo. Lo stato in se stesso è solo la ragione, dopo tutto, non ho bisogno di questo stato ma ho bisogno del Creatore.5

Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22/11/2019, “Il centro della decina”

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La Kabbalah: il dono della connessione con la forza superiore

L’unicità dei nostri tempi è nel fatto che la saggezza della Kabbalah sta cominciando ad essere parte della vita della nostra società generale; sta cominciando a mostrarsi come il cammino speciale verso la correzione comune dell’umanità. Per questo ha qualcosa da dire riguardo al mondo e per questo interviene in ambiti diversi della nostra vita. Questi non sono tempi in cui una persona legge un libro kabbalistico senza connettere i suoi studi con questo mondo. Non ha niente a che vedere con la politica, l’economia, la storia, la geografia, l’ecologia o la società in cui viviamo.

La Kabbalah era una saggezza speciale, non rilevante a questo mondo, ma apparentemente parla di angeli in paradiso, che sono le forze superiori, con il loro aiuto una persona può sviluppare nuovi organi sensoriali e raggiungere il Creatore e i mondi superiori personalmente senza connettersi con nessun’altro. I kabbalisti studiavano in segreto, senza lasciare il loro posto. La saggezza era occultata, le persone si nascondevano e così i loro studi.

Questo ha continuato per migliaia di anni fino all’arrivo dell’Ari, quando la rivelazione della Kabbalah ebbe inizio, anche se in modo lento e modesto, anche se c’erano kabbalisti come Baal Shem Tov che ha dato inizio ad un’educazione di massa della Kabbalah aprendo molti centri di insegnamento. Questo movimento prese il nome di ‘Chassidismo’ e cominciò a diffondersi tra il popolo di Israele.

Tuttavia, ai nostri tempi, la saggezza della Kabbalah va al di là del popolo di Israele e comincia a diffondersi ampiamente in tutto il mondo.

Il fatto è che lo sviluppo del mondo ha raggiunto un punto in cui solo la saggezza della Kabbalah può spiegare quello che sta succedendo. Il mondo integrale richiede una connessione generale e la trasformazione dell’umanità in una singola nazione.

La crisi, che sentiamo ovunque in tutto il mondo, indica che il problema non è nell’ecologia, nell’economia o nella tecnologia, ma nell’umanità stessa.

Questi problemi indicano che non c’è unione tra noi e tutte le altre parti della natura. Attraverso la nostra connessione noi creeremo unità nella natura; quindi la natura ci chiama a correggerci, e così facendo a correggere la separazione tra le forze della natura e tutti i suoi livelli, così da portare equilibrio e armonia.

Solo la saggezza della Kabbalah è capace di questo. Spiega che il mondo è un sistema singolo chiuso, e da all’umanità un metodo di connessione con la forza superiore. È difficile per una persona accettare questo metodo per la sua novità. Non ci sono analogie precedenti; non è confermato dalla storia. Non se ne è mai parlato prima che connettendo le persone è possibile influenzare la natura, le sue forze, la crisi, il clima. Eppure è necessario ascoltare cosa la saggezza della Kabbalah ha da insegnare, altrimenti la natura ci convincerà con la forza. Rivelando un crescente squilibrio in se stessa. E questo sarà il cammino della sofferenza, non quello della luce.

Noi siamo in un periodo storico che ci obbliga alla garanzia mutua, all’amare il nostro vicino come noi stessi, come legge fondamentale di tutta la natura e di tutti i mondi. Il nostro egoismo rifiuta la connessione, quindi ogni giorno dobbiamo portarci su questo, in una nuova condizione, superare la resistenza del crescente desiderio egoistico e della nostra mente, la quale non riesce a pensare nella direzione di dare. Noi dobbiamo, artificialmente, ritornare ancora e ancora alla scoperta di nuove leggi della natura.

La crisi ci mantiene ogni giorno sempre di più, chiudendo l’umanità come in una gabbia, in un pianeta piccolo e lasciandoci senza scelta, tranne quella di pensare al nostro destino comune nel quale tutti dipendiamo gli uni dagli altri. Ogni giorno questa dipendenza cresce in decisioni prese altrove, tra tutti i paesi e le nazioni.

Il mondo sta diventando più piccolo e stretto, quindi la nostra influenza gli uni sugli altri sta crescendo. Con una dipendenza così rigida, la cosa migliore è una buona cooperazione, la garanzia mutua.

Ogni giorno dobbiamo orientare la nostra direzione verso lo scopo della creazione, facendolo diventare lo scopo della nostra vita, e cercare di attrarre più persone possibili che capiscono che questa connessione è necessaria e che la nostra natura si oppone a questo. Infatti la nostra natura, per la sua resistenza alla connessione, ci aiuta a risalire più volutamente a questo.

L’egoismo è un aiuto contro se stessi, che ci aiuta a realizzare la nostra condizione, perché noi siamo molto più sensibili alle forze di separazione che alle forze della connessione. Quindi è necessario lottare per il metodo della connessione affinché sia rinnovato quotidianamente, in ognuno di noi ed in tutti noi insieme.

Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13/12/2019 “Le condizioni per sollevarsi al di sopra del proprio cerchio”.

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L’uomo è una reazione all’influenza della natura

Da L’essenza della saggezza della Kabbalah di Baal HaSulam: “Questo nome è così tangibile e così vicino a noi, come se i nostri sensi lo percepissero totalmente. Anche i bambini piccoli sono familiarizzati con la parola «elettricità» come sono familiarizzati con le parole come pane, zucchero, ecc.”.

Inoltre, se desideri usare un poco i tuoi strumenti di analisi, ti dirò che in generale non c’è percezione del Creatore, è impossibile raggiungere l’essenza di nessuna delle Sue creature, incluso ciò che è tangibile, gli oggetti che sentiamo con le nostre mani.

Sembra che tutto ci sia chiaro, ma di fatto niente lo è. Possiamo lavorare con l’elettricità perché tutto quello che ci circonda è la manifestazione di questa forza; ma cos’è questa forza? Non lo sappiamo.

Pertanto, tutto quello che sappiamo dei nostri amici e dei nostri parenti nel mondo dell’azione che abbiamo davanti a noi, non è altro che la «conoscenza delle sue azioni».

Queste sono motivate e nascono per associazione nel suo incontro con i nostri sensi, questo ci dà soddisfazione totale a prescindere dal fatto che noi non percepiamo l’essenza dell’oggetto.

Il fatto è che non comprendiamo l’essenza di nessun fenomeno naturale, come l’elettricità, la gravità, il magnetismo, ecc., solo il loro effetto su di noi. Qualcosa mi attrae: «Oh, vuol dire che c’è una forza di gravità e posso misurarla», ma realmente non so cosa sia questa forza.

La saggezza della Kabbalah dice che possiamo rivelare il Creatore anche in questo modo. Lo raggiungiamo dalle Sue azioni. È scritto: «Dalle Tue opere di conosceremo».

Questa è una limitazione molto seria per noi, riveleremo mai l’essenza dei fenomeni? Mai! Anche se aspiriamo a farlo.

Di fatto, in generale, neppure se lo desiderassimo. Abbiamo una qualche inclinazione, un impulso, ma non soffriamo perché non lo abbiamo e pertanto non abbiamo niente in cui rivelare l’essenza dei fenomeni naturali. Vediamo solo il loro effetto, perché noi stessi siamo l’effetto.

Tuttavia, possiamo elevarci al di sopra fino a raggiungere la rivelazione assoluta? Lì, e molto più al di là della rivelazione totale del Creatore, cominceremo a contattare il punto dal quale tutto proviene. Forse esiste l’opportunità di uscire dalla nostra sensazione dell’effetto ed arrivare all’essenza, alla verità.

In qualche luogo nel profondo lo desideriamo, anche se, come possiamo portare questo sentimento, questa mancanza? Abbiamo tanto bisogno di sentire la verità, la radice, la base, la fonte di tutto quello che ci succede?

Ci sono molte sfumature e mi piacerebbe infastidirti un poco, per provocarti tanta emozione che vorrai rivelarlo.

In altre parole, tutti i fenomeni corporali che riveliamo sono solo la reazione alla loro influenza dei nostri organi sensoriali, ovvero, siamo l’effetto, la reazione a qualche tipo di influenza.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 15/09/2019

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New Life n.274 – Io e l’ego – 1′ Parte

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Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e e Tal Mandelbaum ben Moshe

Riepilogo:

L’Ego è amor proprio. Senza di esso, non potrebbe esistere nulla, inclusi il dolore ed il piacere. L’ego si sviluppa nella natura in quattro tappe: inanimato, vegetale, animale e parlante o essere umano. L’uomo è unico nel suo desiderio di sfruttare gli altri per il proprio piacere. Vuole ciò che gli altri possiedono. Gli piace recare danno e umiliare gli altri per sentirsi superiore. Ma quando vuole
connettersi con gli altri, rivela resistenza (inclinazione al male). L’uomo raggiunge il culmine dello sviluppo dell’ego e si evolve verso una nuova forma di sviluppo basata sulla connessione reciproca e sull’armonia con gli altri e con la natura in generale.
Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.274 – Io e l’ego – 1′ Parte”, 29/12/2013

Tutti devono unirsi al movimento verso il Creatore

L’intero universo è strutturato in cerchi concentrici, a partire da quello più interno, nel quale ci sono le persone che hanno ricevuto un risveglio verso l’adesione al Creatore. Esse capiscono che è necessario connettersi le une con le altre perché, solo all’interno di un desiderio comune, dentro alla nostra connessione, si può rivelare il Creatore; quindi tutto è costruito sulla connessione.

Per primi ci sono gli individui con il “punto nel cuore” che arrivano a questa connessione, le persone che bramano la rivelazione della forza superiore che si manifesta nella connessione. Poi ci sono molti altri cerchi esterni, strati. Il nostro gruppo è nel centro; ha ricevuto un grande dono dall’alto: il desiderio di avvicinarsi al Creatore. È nostra responsabilità portare avanti questa azione e avvicinare maggiormente gli altri cerchi a Lui.

Il cerchio più interno deve correggere se stesso annullando il suo egoismo; gli altri cerchi, non hanno bisogno di cambiare la loro natura. Tutto dipende dal cerchio più centrale, nel suo sentire risiede l’obbligo di portare a termine il proprio ruolo, ad esso è dato il desiderio di adempiere allo scopo della Creazione. Solo esso ha ricevuto questo desiderio, non gli altri, e quindi ha il dovere di adempiere alla sua missione.

Non possiamo lamentarci delle altre persone, degli altri cerchi, perché ogni cerchio agisce in base al desiderio in esso risvegliato. Quindi siamo obbligati a realizzare il nostro desiderio interiore, per conseguire il Creatore, come pure aiutare gli altri cerchi che non hanno questa mancanza e collegarli allo scopo dell’intera creazione.

Questi due movimenti, uno diretto verso l’interno e l’altro verso l’esterno, sono stati svolti anche in occasione dei due recenti congressi: il congresso nel deserto e il grande congresso a Tel Aviv. Queste due azioni sono interdipendenti perché la nostra connessione deve essere edificata con lo scopo di portare tutta l’umanità alla connessione col Creatore.

Perciò, lavorare sulla connessione interna è solo una preparazione, un risultato che porteremo all’esterno per connetterci con il mondo intero, con tutte le genti. Non cerchiamo di contagiarli con il nostro desiderio, ma, semplicemente, vogliamo mostrare ad ogni cerchio in Israele e nel mondo come noi agiamo e risvegliarli un po’. Ogni cerchio agirà in base al desiderio che si risveglia in esso.

Non ha importanza che questo desiderio, di adesione al Creatore e di equivalenza della forma, sia indotto in modo indiretto. Tuttavia, il Creatore, risveglia la crisi nel mondo che è avvertita in modo diverso da ogni cerchio. Il nostro compito è di spiegare a tutti i cerchi, come sia possibile elevarsi sopra la crisi globale, in accordo al grado di desiderio di risveglio di ogni cerchio. 1

Ogni persona, per certi versi, dovrebbe appartenere al movimento generale verso il Creatore, e non solo quelli che studiano la saggezza della Kabbalah, in base al loro desiderio interiore. È sufficiente che le persone che non hanno questo desiderio interiore, sentano la crisi e realizzino che è causata dalla mancanza di connessione tra noi e la forza superiore. Questa consapevolezza è già sufficiente per includerle nell’intero processo.

Ogni cerchio è obbligato, sulla base del proprio desiderio, a partecipare alla connessione dell’umanità e alla sua connessione alla forza superiore. L’incarico di ogni singolo cerchio è realizzare il proprio desiderio naturale in vita e puntare alla connessione con gli altri cerchi e con la forza superiore che controlla tutti.

Il cerchio interno svolge questo compito nelle intenzioni, il cerchio esterno, nelle azioni, ognuno in base al proprio desiderio. Anche quelli che protestano e resistono. Anch’essi partecipano al processo globale con la loro azione, portando a termine quel lavoro, senza il quale non si potrebbe raggiungere l’obiettivo. Dopotutto, nella loro resistenza, aiutano a determinare accuratamente la direzione all’obiettivo. 2

Dalla prima parte della Lezione Quotidiana di Kabbalah 12/12/2019, Scritti di Baal HaSulam “Introduzione al Libro dello Zohar”
1 Minuto 1:10
2 Minuto 12:30

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Vai oltre il tuo ego

Nota: Lei ha detto che una persona fa esperienza istintiva del primo amore verso i 12 anni o anche prima. Poi si prova per la prima volta amore per i propri figli. Tutto questo per sentire il modello in se stessi, su come relazionarsi correttamente ai nostri vicini, a tutta l’umanità.

Il mio commento: Sì e poi al Creatore.

Domanda: Queste relazioni sono simili?

Risposta: Ogni volta emergono ad un livello differente.

Se parliamo dell’amore dei bambini o dell’amore per i bambini, o dell’amore per la famiglia, allora questo è il naturale amore che esiste in tutti quanti come un germoglio, e ognuno ha bisogno di svilupparlo.

Se parliamo di amore per gli estranei, questo va oltre la struttura del nostro egoismo. Il nostro egoismo include una sorta di campo: “questo è mio, e anche questo e questo…”

Qualunque cosa sia mia, la amo, l’attraggo, l’adoro. Non adoro altro che ciò che persegue lo scopo del mio egoismo. All’opposto, se non mi serve, non voglio vederla vicino a me.

Quindi, lavorare su se stessi, qui è necessario. Qui devo vedere che va oltre il mio egoismo. In pratica, al di fuori di esso c’è il Creatore. Quando comincio a relazionarmi con ciò che esiste oltre il mio egoismo, mi relaziono al Creatore. Quindi, devo determinare la mia attitudine al Creatore e, in base a ciò, relazionarmi ad ogni cosa che si trova fuori dal mio egoismo.

Domanda: Possiamo dire che se una persona ha un grande ego, la sua struttura è limitata? Non sente neppure la famiglia come sua?

Risposta: Sì, ma questo non significa che non possa andare oltre il proprio ego. Forse, al contrario, in questo modo una persona è spinta ad avanzare, dato il riconoscimento del male.

Il nostro avanzamento si basa su contrazioni ed espansioni: inalazione-esalazione, esalazione-inalazione. Quindi, se una persona ha un grande egoismo, e non sente nient’atro che se stessa, sebbene forse, neppure se ne renda conto, questo la muove verso più profondi conseguimenti del Creatore.

I grandi kabbalisti, prima della loro correzione, sono stati veramente molto egoisti.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 01/01/2019

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Riepilogo:

La pace tra le nazioni avviene quando l’ostilità è coperta dall’amore, come succede tra le coppie che si riconciliano dopo una lite. Nella vera pace non ci sono limiti né differenze. La pace è un concetto profondo che ci eleva alla radice unica di tutto. E’ necessario un lungo periodo di educazione improntata sul metodo della saggezza della Kabbalah, per raggiungere questa comprensione che si basa sulla condivisione, la connessione e l’integrazione di tutti noi come una sola persona.

Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1137 – Pace tra le nazioni”, 16/07/2019

La Kabbalah e le altre credenze – 11′ Parte

Lo scopo della creazione è di diventare come il Creatore

Domanda: La saggezza della Kabbalah afferma che una persona dovrebbe diventare come il Creatore, non solo in alcune azioni esterne, come in altre credenze, ma nelle intenzioni. Qual è la differenza?

Risposta: Se nelle azioni io voglio essere come il Creatore, allora è molto semplice. Dai un’occhiata al nostro mondo. In esso si manifestano solo le azioni del Creatore. “Non c’è nessun altro oltre a Lui”. A te piace questo mondo?! Tutti possono essere simili al Creatore secondo le azioni che vediamo nel nostro mondo.

Questo non è ciò che intende la Kabbalah. Essere come il Creatore significa raggiungere ciò che comprendiamo all’interno di questo sistema: amore completo, dazione completa, interconnessione completa. Per consentirci di raggiungere questo obiettivo, il Creatore ci fornisce un’immagine di un mondo in rovina e lacerato, quindi partendo da esso raggiungiamo il mondo opposto e perfetto.

Nota: I kabbalisti affermano che se lo scopo della creazione non fosse quello di diventare come il Creatore, non ci sarebbe bisogno di fare buone azioni nel nostro mondo e in generale di relazionarsi con gli altri.

Il mio commento: Certo. Siamo tutti assolutamente egoisti e con ogni generazione l’egoismo cresce sempre più dentro di noi. Alla fine, ciò dovrebbe condurci ad uno stato di dazione reciproca e amore. La fusione con il Creatore è veramente l’obiettivo della creazione.

Domanda: Il Creatore rivela la nostra natura egoistica? L’ha creata Lui e senza di Lui non possiamo correggere l’egoismo?

Risposta: In nessun modo. Noi dipendiamo completamente da Lui.

Domanda: Perché lo ha fatto?

Risposta: Affinché noi dipendessimo da Lui. In effetti, è questa dipendenza che ci conduce alla perfezione, all’uguaglianza della forma con Lui.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 17/12/2018

La migliore cura per il Coronavirus

Il Coronavirus è diventato un problema per l’umanità su scala globale. Il bilancio delle vittime del virus che ha avuto origine in Cina e che si è sparso attraverso il mondo, ha già superato le 3.000 persone. Come dovremmo relazionarci a questo problema?

Sul cammino del nostro sviluppo incontriamo numerosi problemi e appaiono sempre nuovi virus e nuove malattie. A causa del riscaldamento globale la terra evapora e ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo. Potremmo assistere al ritorno di malattie che sono esistite nel lontano passato, da 50.000 a 100.000 anni fa.

Non possiamo sapere da dove proviene il nuovo virus. All’epoca non c’eravamo poiché l’umanità esiste su questo pianeta consapevolmente solo da pochi millenni. Questo è il motivo per cui possiamo aspettarci la manifestazione di un incremento su larga scala di nuovi virus e batteri.

La saggezza della Kabbalah fornisce dei mezzi semplici di protezione: non abbiamo nulla da temere se siamo uniti. Per mezzo della nostra unione creiamo un posto e la forza che uccide tutti i virus. Provate e vedrete.

Per esempio, recentemente nel cuore di Tel Aviv si è tenuto un congresso mondiale di Kabbalah. Vi hanno partecipato più di 5.000 persone da 78 paesi diversi. Siamo stati insieme per i tre giorni del congresso principale, ma anche prima e dopo, per un totale di 10 giorni. Nessuno si è ammalato o ha preso un raffreddore.

Il fatto è che noi abbiamo un vaccino, uno speciale agente disinfettante che elimina tutti i microbi: la nostra unione. Questa è la forza della natura che agisce contro tutte le forze del male. Se la gente vuole unirsi e stare insieme non teme alcun virus, poiché ha un vaccino che uccide tutti i virus sia materiali che spirituali.

Ecco perché non ho avuto dubbi se partecipare a questo congresso. Alcuni avevano suggerito di annullare il congresso o almeno di limitare l’accesso alla gente che ha bisogno di evitare grandi assembramenti per paura di probabili infezioni, come le madri che allattano o le persone con malattie croniche.

Comunque, ero fiducioso che un congresso di questo genere non avrebbe fatto male alla salute. Noi abbiamo il rimedio per tutti i virus, abbiamo solo bisogno d’imparare come usarlo e non è semplice.

Le persone hanno bisogno d’imparare come utilizzare la connessione fra loro, quella che può eliminare e disinfettare tutte le infezioni e uccidere i virus che esistono a livello biologico e spirituale. Questo può sembrare mistico ed irreale ma il rimedio per tutte le malattie e per tutti i problemi è proprio la connessione tra le persone. Questo perché la nostra unione avviene al livello più alto possibile di questo mondo.

In Natura ci sono quattro livelli: minerale, vegetale, animato e umano. A livello minerale, vegetale e animato la Natura esiste nel modo in cui fu creata, senza cambiamenti. Ma a livello umano noi possiamo influenzare ciò che accade. Se costruiamo delle buone relazioni tra di noi ci passiamo energia e forza uno con l’altro e perciò è come se ci vaccinassimo dai cattivi pensieri, dai problemi e dalle cattive relazioni. Se non correggiamo le cattive relazioni tra le persone stimoliamo la proliferazione e la manifestazione di vari virus e di disastri naturali: vulcani, eruzioni, tsunami, tifoni e altro. Ogni cosa dipende dalla relazione tra la gente perché esistiamo a livello più alto della Natura. Ecco perché il nostro comportamento uccide la Natura, o al contrario, le ordina di migliorare.

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Dalla trasmissione di KabTV “Il mondo e l’epidemia di Coronavirus”, 03/03/2020

Il cuore più duro della pietra

E’ detto che il Creatore si trova vicino a coloro i cui cuori sono spezzati, e il mio cuore si spezza quando comprendo che non posso spezzarlo. Ho bisogno di lavorare tanto per essere d’accordo sul fatto che il mio cuore è davvero duro come la pietra, e che solo il Creatore può spezzarlo, e solo attraverso la decina, gli amici.
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Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6/12/2019, “Le condizioni per elevarsi al di sopra del proprio cerchio”

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