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La Kabbalah e le altre credenze – 6′ Parte

Sacrificio: avvicinarsi al Creatore

Domanda: In tutte le fedi viene praticato il concetto di persuadere i poteri superiori con il sacrificio. Che dice in merito la Kabbalah?

Risposta: Anche la Kabbalah ha un concetto chiamato “sacrificio”.

Ma qui si comprende che una persona sacrifica il suo egoismo, non vuole usarlo e non vuole che il suo egoismo le dia ordini. Vuole rinunciare, cambiarlo in altruismo e dazione.

“Sacrificio” in ebraico è “Kurban“, che deriva dalla parola “Karov” (avvicinarsi). Una persona vuole correggere il proprio egoismo e sulla base di ciò si avvicina al Creatore. Questo è il sacrificio.

Domanda: Cioè, tutto ciò che è scritto nella Torah sulle offerte al Tempio implica esattamente questo?

Risposta: Solo quello. Le offerte sono in pratica ciò è stato fatto nel Tempio, perché il Tempio è un luogo di contatto tra una persona e il Creatore.

Domanda: Le persone andavano lì per unirsi?

Risposta: Puoi andare fisicamente al Tempio, ma questo non significa nulla. Un uomo arriva in un luogo dentro al suo cuore, dove può sacrificare il proprio egoismo: “massacrarlo” e sacrificarlo per avvicinarsi al Creatore con un sentimento di altruismo assoluto, amore dazione e connessione.

Domanda: Quindi, questo non ha nulla a che fare con il fatto che gli animali sono stati sacrificati nel Tempio?

Risposta: No. È tutta un’allegoria, come radice e ramo, causa ed effetto, niente di più. Quindi puoi uccidere quanti animali vuoi e non farà alcuna differenza.

Domanda: Quindi il sommo sacerdote ha sacrificato il suo egoismo per avvicinarsi alle altre persone?

Risposta: Sì, egli era la persona più corretta tra tutte le persone.

Domanda: Insieme al lavoro interiore, prese un agnello, lo tagliò e lo mangiarono?

Risposta: Sì. Hanno compiuto tutte le azioni contemporaneamente, iniziando dalle azioni più spirituali, più alte, a quelle più basse e materiali, insieme e nella stessa intenzione

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 18/02/2018

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Perché i kabbalisti consigliano ai propri studenti di lavorare?

Domanda: Perché i kabbalisti consigliano ai propri studenti di lavorare?

Risposta: Lo studente di Kabbalah deve avere un proprio lavoro perché possa tenersi occupato. Non può studiare Kabbalah o sedersi su una panchina tutto il giorno, a mangiare patatine e a discutere di politica. Non ha affatto bisogno di questo.

Dovrebbe studiare preferibilmente tre ore al mattino, prima del lavoro, e due ore alla sera, dopo il lavoro. Se ha del tempo libero, anche di più. Il resto del tempo dovrebbe essere dedicato a lavorare, dormire e mangiare. Di cos’altro dovrebbe avere bisogno nella vita? Dovrebbe essere tutto molto semplice e naturale.

Riguardo al dormire, dovrebbe riposarsi dalle cinque alle sette ore. Ci sono persone che hanno bisogno di sette ore di sonno, ce ne sono altre per cui cinque ore sono più che sufficienti.

Nota: Esistono anche gli sport, la musica, il teatro.

Il mio commento: Se una persona studia la Kabbalah, poi la musica, il teatro e lo sport si uniscono in un tutt’uno.

Domanda: Significa che non ci sono altre necessità?

Risposta: No.

Domanda: Quindi, idealmente, la sensazione del Creatore dovrebbe riempire tutte queste mancanze?

Risposta: Tutto viene da Lui, solo che ci arriva sotto diverse forme.

Note: Un volta le persone vivevano normalmente e senza gli sport…

Il mio commento: Ma fare esercizio fisico, forse, è necessario. Anche la musica, la letteratura e ogni altra cosa sono delle necessità, ma devono essere finalizzate alla correzione dell’anima umana.
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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 03/01/2019

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