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Una copertura per l’altare

Dr. Michael LaitmanDalla Torah (Numeri, 17:3): “Anche i bracieri di questi uomini che hanno peccato a costo della loro vita, si facciano di essi lamine battute per rivestire l’altare, poiché sono diventate sacre essendo state offerte al Signore, che siano un segno per i figli d’Israele”.

Dato che i bracieri (vasi) non sono stati usati secondo ciò per cui erano stati concepiti, cioè con l’intenzione di dare, devono essere trasformati in qualcosa di completamente diverso, in un rivestimento che nasconde questi desideri, questi peccati e trasgressioni che non permettono alle persone di essere in completa dazione al Creatore poiché erano tutti nascosti dalla terra.

La punizione del Creatore è sempre molto semplice. Mi trovo davanti al Creatore, desideroso di compiere un’azione rivolta solo verso l’amore e la dazione però, al momento, si rivela nella piattaforma ideologica di desideri e pensieri quotidiani.

Ne deriva che non corrisponde al livello che speravo e che mi aspettavo di raggiungere nella mia ascesa. La terra allora mi inghiotte (“terra in ebraico è Eretz” e deriva dalla parola “Ratzon, ovvero, desiderio”), cioè i veri desideri che ora si rivelano dentro di me. Quindi, è chiaro dove si trova il Creatore e dove mi trovo io.

Si dice che i bracieri “sono stati offerti davanti al Signore”, il che significa che le azioni vere erano buone, ma le intenzioni erano corrotte. Questo è il motivo per cui quei sacri bracieri sono stati lavorati in lastre battute che diventano una copertura, la quale non permette al piacere di entrare nell’ego.
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Dalla trasmissione di Kab TV “I Segreti del Libro Eterno” 27/05/2015

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Quando la fossa diventa paradiso

Dr. Michael LaitmanDalla Torah (Numeri, 16:31-35): “Appena lui finì di dire tutte queste parole, la terra sotto di loro si spaccò aprendosi. La terra sotto di loro aprì la sua bocca e inghiottì loro e le loro case, e tutti gli uomini che erano con Korach e tutte le loro proprietà. Loro, e tutto ciò che possedevano, discesero vivi nella tomba; la terra li coprì da sopra, e sono stati persi dall’assemblea.

Tutto l’Israele che era intorno a loro fuggì dalle loro grida, perché dicevano: “Abbiamo paura che la terra inghiottisca anche [anche] noi!”. Un fuoco uscì dal Signore e consumò i duecentocinquanta uomini che avevano offerto l’incenso”.

Domanda: Cosa significa “discendere vivo nella tomba”?

Risposta: Se tu sei completamente immerso nei tuoi desideri egoistici, senti chiaramente la contraddizione tra questi desideri e il Creatore, e questo ti brucia come il fuoco. Tu senti la vergogna, l’annientamento, l’opposizione assoluta, e non sai cosa fare con questi desideri, quindi ti bruciano. Questo si chiama inferno. Dopo tutto, la tomba, l’inferno, è una vergogna.

Pertanto, “discendere vivo nella tomba” significa sentire un’intensa vergogna, però questa è una correzione graduale.

I desideri e le caratteristiche appaiono costantemente e per questo ci vergogniamo. Tuttavia, ciò che accade a livello fisico non è connesso affatto a ciò di cui la Torah sta parlando. La vergogna spirituale è la cosa peggiore. È veramente un inferno.

Domanda: E’ detto: “Tutto l’Israele che era intorno a loro fuggì dalle loro grida, perché dicevano: “Abbiamo paura che la terra inghiottisca anche [anche] noi!”. Quali sono questi desideri?

Risposta: Tutto il resto delle caratteristiche della persona che sente di stare attraversando ora uno stato di purificazione e beneficia di questa emancipazione ed elevazione uniche.

Il fuoco della vergogna colpisce e influenza tutto da tutte le parti, perché questo è un unico sistema integrato dentro di noi. Ne consegue che la vergogna spirituale sia l’essenza. Lui ha creato Malchut, Tzimtzum Aleph (la prima restrizione) e l’intero sistema che si basa solo sul sentimento di vergogna.

I mondi sottostanti hanno sette compartimenti e il più profondo di loro si chiama Sheol. Quelle persone stolte caddero proprio nello Sheol.

Secondo la volontà del Creatore, il terreno cedette in profondità in modo che l’influenza distruttiva dello Sheol non potesse distruggere il mondo.

Questo parla della distanza massima tra Mosè e Korach. Tuttavia, allora c’è una correzione e all’interno non rimane nulla. Lo Sheol stesso diventa Gan Eden (Il Giardino dell’Eden, il paradiso)! Dopo tutto, infatti, il male non esiste.

Tutti i nemici sono coloro che bramano per il Creatore. Pertanto, Sheol diventa Gan Eden, proprio come il Monte Sinai diventa una montagna sacra e tutto il suo odio, ingrandito 625 volte, diventa una montagna sacra sulla cui sommità, in precedenza, c’era stato l’accumulo più negativo ed egoista che possa esistere nella natura, la persona incontra il Creatore.
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Dalla trasmissione di Kab TV “I Segreti del Libro Eterno” 20.05.2015

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Ritornare o Morire?

Dr. Michael LaitmanDalla Torah (Numeri, 16:12-14): “Mosè mandò a chiamare Dathan e Abiram, figli di Eliab; ma essi dissero: “Noi non saliremo. È troppo poco per te l’averci tratti fuori da un paese ove scorre il latte e il miele, per farci morire nel deserto, così che tu voglia ora anche farla da principe su di noi?

E poi, non ci hai davvero condotti in un paese dove scorra il latte e il miele, e non ci hai dato possessi di campi e di vigne! Credi tu di potere cavar gli occhi a questa gente? Noi non saliremo”.

Nessuna caratteristica della persona nella sua forma corrente è pronta ad ascendere al livello della Terra di Israele, verso l’amore e la dazione completi. In che modo il popolo può il collegarsi a Mosè dopo che il Creatore ha detto che quelli che lavorano moriranno, senza riguardo del livello in cui si trovano?

Questa è il motivo per cui i figli di Israele sono arrabbiati e si lamentano: “Perché ci hai portato in questo stato? Tu ci guidi e quindi sei il responsabile di tutto quanto”.

Adesso sanno solo una cosa: quando arriva un certo giorno detto il Nono di Av, tutti devono scavarsi una tomba e giacervi, passandovi l’intera giornata. Nessuno sa in anticipo chi morirà, però ogni anno 15.000 persone muoiono in questo modo.

Quindi, a questo punto vi è una richiesta precisa: devo salire sopra me stesso per mantenere il livello successivo nel quale sarò diverso e morto nelle mie caratteristiche attuali, e per assumere una diversa caratteristica, una nuova, la caratteristica della dazione.

I morti sono quelli che non possono separarsi dal loro stato precedente e quindi, quando inizia l’ascesa, alcuni sono lasciati indietro. mentre altri si innalzano, coprono le tombe e continuano ad andare avanti. Questo significa che non sono abbastanza egoisti e non hanno raggiunto il livello nel quale possono morire ed hanno bisogno di svilupparsi ancora.

Commento: Questo significa che finiranno anche loro per morire?

Risposta: Devono morire! Questo è predeterminato. Sanno di essere condannati perché è impossibile vivere con queste caratteristiche, tuttavia la generazione successiva entrerà nella caratteristica della completa dazione ed unione al Creatore.

La prossima generazione è la trasformazione della generazione attuale, è la prossima vita. E così, essi vivono per questa e crescono in essa.

Domanda: Dathan e Abiram dicono: “Siamo usciti dall’Egitto che è una terra dove scorre il latte e il miele e dobbiamo giungere in un’altra terra, dove scorre anche il latte ed il miele”, cosa sono questi livelli?

Risposta: I figli di Israele sono usciti dall’Egitto non a causa delle sofferenze fisiche. L’Egitto offriva tutto dal punto di vista corporale, nel senso che l’ego provvedeva assolutamente a tutto.

Ora, comunque, si trovano nel deserto, nella caratteristica della dazione e possono ricevere la manna (MAN) dal cielo. Questo significa che vivono solo innalzando le loro preghiere per essere corretti e per rimanere solo nei pensieri riguardanti la dazione per gli altri e curarsi di loro. È in questi pensieri che le persone sentono la forza della vitalità e possono respirare ed avanzare.

Domanda: Tuttavia, nonostante questo si sentono attratti dall’Egitto, che cosa li corrompe?

Risposta: Goshen è la miglior terra d’Egitto, allora perché devono andar oltre. Meglio tornar indietro! Il Faraone li riceverà a braccia aperte e gli darà indietro questa terra nella quale ugualmente scorre il latte ed il miele. Il Faraone non chiude mai la porta dietro di sé e questo li attira nuovamente indietro.

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Dalla trasmissione di Kab TV “I Segreti del Libro Eterno” 20/05/2015

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Evitare gli ostacoli

Dr. Michael LaitmanDomanda: Durante il congresso di Arava abbiamo innalzato la preghiera dei molti in modo da essere inglobati in un campo e diventare un tutt’uno. Se noi ora semplicemente ce ne ricordiamo, possiamo tornare a quello stato?

Risposta: Perché dovreste ricordarlo? Guarda che gruppo globale abbiamo! Io non considero mai una determinata piccola porzione. Per me il gruppo corrisponde a tutti coloro che sono membri del nostro movimento.

La legge principale del sistema generale dell’universo è la mutua garanzia, una mutua garanzia assoluta ed armoniosa tra tutte le parti del creato. Non vi è nulla tranne questo!

Sembra che sia una qualche condizione virtuale ma in effetti la mutua garanzia è la legge in base alla quale il sistema della creazione esiste e funziona! Se siamo compatibili con questa legge, non solo iniziamo a sentire il creato ma assumiamo addirittura un ruolo attivo nella sua gestione. Dopotutto, in base al pensiero della creazione, noi siamo la parte più sviluppata, che è uguale al Creatore. Questo è il livello al quale dobbiamo evolvere.

Noi vi stiamo entrando adesso inconsciamente come nei livelli inanimato, vegetale ed animato della natura, e nella fase attuale iniziamo ad ascendere al livello umano dato che uomo, Adam (in ebraico), significa somigliante al Creatore. Non vi è null’altro tranne questa legge!

La preghiera dei molti, o preghiera generale, significa preoccuparsi dell’intero sistema, quando io sono incorporato in esso totalmente. Come posso esserne influenzato correttamente ed influenzarlo nel modo giusto se non sono connesso ad esso in questo modo? Questo è il motivo per cui devo studiare ed insegnare agli altri solo questa connessione.

Domanda: Cosa dobbiamo fare se siamo già incorporati in un campo di unione ma non percepiamo ancora il Creatore? Cosa dobbiamo chiedere?

Risposta: Il sistema si trova già in uno stato di unione completa ma noi non ce ne rendiamo conto e non lo percepiamo. Si frappone un ostacolo quando io inizio a chiedere per me stesso. Noi non dobbiamo fare questo. Dobbiamo volere e chiedere di essere collaboratori attivi, assistenti che spingono l’intero gruppo, l’intero sistema, verso l’unione.

Il Creatore è la forza che mette in moto il sistema nell’unione, nella completezza, e che connette ogni cosa in un tutt’uno. Per questo motivo, quando aspiro a somigliare a questa forza tramite le anime, tramite le componenti del sistema, io lo porto allo stato di “Lui ed il Suo nome sono uno”.

Io devo costruire questo modello, l’immagine di questo sistema dentro di me e in seguito sentirò sempre e con esattezza ciò di cui ho bisogno e verso cosa devo avanzare.

Domanda: Ma noi non riusciamo ad immaginarci del tutto questo modello.

Risposta: Immaginatelo tanto quanto potete perché aspirare a Lui in seguito continuerà a guidarvi. Se vi concentrate in questo modo, non devierete dal giusto cammino.

A dir il vero, non è affatto complicato ma non è facile abituarsi a questo nel nostro mondo. La struttura effettiva è, di fatto, molto semplice. Cos’altro esiste oltre al desiderio frantumato che deve raccogliere ed unire e scoprire, come un unico desiderio, che la Luce, la forza superiore, è dentro di esso? Questa è la forza di amore e dazione in base alla quale ci innalziamo al di sopra di tutti gli altri attributi e quindi richiamiamo la forza superiore.

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Dal “Congresso di Educazione Integrale” della Settimana Mondiale dello Zohar, terzo giorno, workshop, 04/02/2014

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Com’è il popolo, così è il Leader

Dr. Michael LaitmanDomanda: Nella spiritualità, Mosè è la testa ed il popolo è il corpo. Il motivo è il ruolo di Mosè, ovvero, unire le persone a lui. Se parliamo di un vero leader, questo è un lavoro duro, pieno di dolore, sangue e lacrime.

Risposta: Nel mondo egoistico, tutto avviene in modo completamente diverso. Un leader preferisce il comando e il denaro, e il movimento verso l’obiettivo sembra diverso.

Leggi il Libro dei Salmi del Re David in cui egli loda il Creatore o scrive della sua propria insignificanza. Questo è un approccio completamente diverso.

Re David era impegnato dalla mattina alla sera solo nella correzione del suo popolo, nel portarlo più vicino alla dazione e all’amore. Egli era il principale organizzatore del popolo al fine di farlo diventare come un insieme altruistico unificato. Il suo ruolo era quello di consolidare l’intera massa in una sola famiglia.

Questo è un lavoro per tutti i ministri di tutti i sistemi di governo, la preoccupazione di come gestire una massa immensa di persone in modo che finalmente si avvicinino e si sentano un tutt’uno.

Egli aveva la responsabilità di trovarsi davanti alla forza superiore, il Creatore. Quale tensione interna, quale forte disciplina interiore aveva per dedicare a questo ogni momento della vita senza lasciarsi andare? È incredibile. Questo è stato un lavoro molto serio e impegnativo su se stesso.

D’altronde, a questo punto è necessario tenere conto di tutto: come dormi, mangi, ti vesti, parli, cosa fai e il posto in cui si trova la tua mente in ogni momento. Tutto deve essere solo in un costante stato di ascesa, come il ticchettio di un orologio, un altro secondo, sempre di più, e deve sempre ticchettare.

Se chiedessimo ad una persona del nostro mondo se fosse pronta ad essere un leader come questo, risponderebbe: “No, questo è un compito talmente elevato che non potrei nemmeno avvicinarmi”.

Così, in passato i leader d’Israele o i profeti sono stati designati dal Creatore, cioè erano ad un livello in cui a loro non apparteneva nulla.

Però oggi tutto si è capovolto: corruzione e avidità solo per costruirsi una villa o possedere un’isola. In questo modo, il Creatore mostra alla gente che tutto è finito, dobbiamo lavorare su noi stessi affinché i leader che emergono dalle masse non possano fare altrimenti.

Ne consegue che il pubblico è quello che deve assumersi il serio impegno della trasformazione morale, altrimenti non ci saranno risultati e i futuri leader saranno peggiori di quelli attuali.

Ricordando i leader di cinquant’anni fa, diremmo che erano idealisti, è come ci sembra che fossero allora, ma in realtà avevano gli stessi ideali egoistici. Però allora prevalse il principio di “E’ bene morire per il nostro paese”, mentre oggi prevalgono solo i calcoli e il resto non conta.

Adesso la gente comincia a capire gradualmente di essere, dal punto di vista ideologico, in un vicolo cieco, e bisogna fare qualcosa. Anche se abbiamo cambiato le marionette al governo, la polizia e il sistema giudiziario sono e saranno sempre i più egoisti e corrotti.

Quindi, gli uomini devono cambiare loro stessi. Questo è l’unico modo in cui possiamo migliorare tutto l’ambiente che è completamente obsoleto.
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Dalla trasmissione di Kab TV “I Segreti del Libro Eterno” 27.05.2015

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Yeshivat Haverim Mondiale

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Un muro fortificato

Dr. Michael LaitmanDomanda: Non capisco, cosa posso fare ora a livello personale per fermare il terrorismo?

Risposta: Dobbiamo venire a studiare. Non è possibile spiegare in poche parole l’intera Saggezza della Kabbalah. Tuttavia, la Saggezza della Kabbalah parla solo di come mettere in pratica la legge generale e fondamentale della natura chiamata “E tu amerai il tuo amico come te stesso” (Levitico 19:18). In altri termini, spiega che tutte le parti della natura sono collegate tra loro da relazioni buone e belle che si completano a vicenda, e di come proprio il popolo d’Israele sia responsabile di questa connessione.

Domanda: Supponiamo che io oggi cominci a studiare, gli attentati ad Israele continueranno e la gente sarà ancora uccisa?

Risposta: Non abbiamo un altro mezzo per fermare gli attentati se non quello di imparare come amare gli altri. Nient’altro ci aiuterà e la situazione può solo continuare ad aggravarsi. Non lasceranno nemmeno che ci opponiamo al terrorismo in alcun modo, visto che il mondo intero sarà contro di noi.

La prossima volta questa ondata di terrorismo sarà anche peggiore. Non voglio spaventarvi, ma è necessario capire che la situazione non cambierà in meglio. Non c’è motivo di sperare che i leader delle varie nazioni cambieranno e la nostra situazione potrà migliorare. Questo non aiuterà, poiché tutto dipende solo da noi, com’è scritto: “I cuori dei principi e dei re sono nelle mani del Creatore (Proverbi 21:1)”. Quindi, dobbiamo esaminare come noi, cioè voi ed io, saremo in grado di gestire il mondo.

Domanda: E’ interessante che anno dopo anno appaiono nuovi politici che promettono di risolvere questo problema con vari metodi, ma alla fine, nel migliore dei casi, tutto rimane com’era e, nella maggior parte dei casi, peggiora. Però lei dice che solo lo studio della Saggezza della Kabbalah, ovvero, il metodo della connessione e unione, può aiutare?

Risposta: E’ così che costringeremo tutti gli altri popoli del mondo a rapportarsi al popolo d’Israele. Questo influenzerà i nostri vicini, senza spiegazioni e negoziati, e placherà gli stati d’animo in ogni villaggio arabo o ad Afula, Nazareth, Jaffa e Gerusalemme.

Se vogliamo che si calmino o, meglio ancora, che diventino nostri collaboratori ed amici, possiamo farlo: dobbiamo solo cominciare a studiare la Saggezza della Kabbalah.

Nel libro Shem MiShmuel di Rabbi Shmuel Bornstein da Sochatchov è scritto che “Se Israele ritorna all’unione, allora le forze ostili non avranno possibilità di far loro del male, poiché diventano una sola persona con un solo cuore, sono come un muro fortificato davanti a tutte le forze del male”.

Non si tratta soltanto della forza di unione egoistica che vediamo in questo mondo, come nella Mafia, questa unione ci rende simili alla forza superiore della natura, e in questo modo conquistiamo la capacità di influenzare il mondo intero.

Così garantiamo che tutti si uniscano e siano connessi. Col raggiungimento dell’unione di tutti gli ebrei, senza altre parole, entriamo in quell’ordine naturale che obbliga anche tutti gli altri ad unirsi.

Baal HaSulam scrive che il popolo d’Israele fu creato come collegamento e, nella misura in cui si corregge, trasferisce il suo potere a tutti gli altri popoli del mondo, senza dire una parola. Per poter influenzare il mondo intero in modo positivo è sufficiente unirci tra noi, mentre otteniamo una reazione negativa dal mondo se il nostro popolo rimane separato e non si è unito.
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Dal Programma della radio israeliana 103FM, 11/10/2015

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