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La fame in Europa è come durante la seconda guerra mondiale

Nelle Notizie (da Spiegel International): “le famiglie bisognose e le persone nell’Unione europea fanno sempre più affidamento su organizzazioni di beneficenza come la Croce Rossa per i bisogni basilari come cibo, acqua e riparo. Mentre la Germania è relativamente inalterata, la disoccupazione e l’austerità in paesi come la Spagna stanno rendendo il problema ancora più grave.

“Due terzi delle società della Croce Rossa nazionali all’interno dell’Unione europea hanno iniziato a distribuire aiuti alimentari, secondo il capo dell’ organizzazione internazionale dei gruppi di aiuto” – un segno che la crisi economica in Europa sta avendo un effetto allarmante sulla povertà.

“Yves Daccord, direttore generale del Comitato internazionale della Croce Rossa, ha detto durante una visita a New Delhi Lunedi che la portata della distribuzione di cibo non arrivava all’attuale livello dalla fine della seconda guerra mondiale.

“La relativa forza economica della Germania l’ha resa per lo più immune dall’aumento del bisogno di cibo. Al contrario, la Croce Rossa spagnola sostiene 3.000.000 di spagnoli con l’aiuto alimentare. … Solo lo scorso anno, la Croce Rossa spagnola ha fornito ai bisognosi 33 milioni di chilogrammi (£ 73.000.000) di generi alimentari.

“La controparte dell’organizzazione in Romania ha reso operativo un programma di distribuzione di cibo dal 2009. Tre milioni di persone vivono in povertà assoluta, secondo il gruppo di aiuto, una cifra che rappresenta il 14 per cento della popolazione totale del paese. Il tasso di povertà relativa in Romania è anche incredibilmente alto, al 40 per cento. Lo scorso anno, la Croce Rossa rumena ha distribuito più di 500.000 chilogrammi (1,1 milioni di sterline) di cibo a più di 81.000 famiglie bisognose.

“La Federazione ha inoltre notato un aumento della povertà nelle famiglie e negli individui in precedenza considerati di classe media. In Italia, il gruppo ha osservato un aumento della popolazione senza fissa dimora in cui sono inclusi i genitori single. “

Il mio commento: Nel frattempo, secondo la stessa Croce Rossa, viene gettato via più cibo del necessario, in pratica il problema non è la mancanza di cibo, ma la mancanza di attenzione verso le persone in stato di bisogno, e questo può essere corretto solo correggendo le persone…
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Workshop di Unità – 21.04.2013

Workshop di Unità
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Workshop con Rav, Solo Domande
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La scelta tra il calcolo dell’asino e il calcolo dell’uomo

Dobbiamo accettare tutti gli eventi con pazienza e vederli in due modi, dal punto di vista del giudizio e della misericordia, allo scopo di distinguere con precisione tra ciò che influenza il mio “asino” (la mia sostanza egoistica) e ciò che potrebbe influenzare l’umano che c’è in me. Allora sentirò una rottura dentro di me e nella misura in cui ciò sarà possibile, aderirò all’umano che c’è in me.

Se improvvisamente scoprissi di essere stato dalla parte dell’asino per un po’ di tempo, avrò bisogno di essere riconoscente di questo invece che sentirmene rincresciuto. Infatti, è il Creatore che ha predisposto tutto senza che me accorgessi e così mi sono ritrovato ad essermi rivestito del mio “asino” ed in questo modo, di nuovo, ingloberò i desideri dell’asino e scoprirò che ancora ero ritornato ai calcoli dell’asino. Da qui, mi devo elevare ai calcoli dell’umano e sforzarmi sempre di più per restarci aggrappato con l’aiuto del gruppo.

Se mi dimentico del gruppo e non ho alcun posto da cui attingere il suo materiale e i suoi pensieri al fine di attaccare e sviluppare la parte umana che c’è in me, il Creatore mi getta di nuovo sul mio asino. Da qui gradualmente costruisco l’umano che c’è in me con l’aiuto di queste due fonti: il gruppo e l’asino.

Quando improvvisamente ci ritroviamo di sotto, dentro il nostro desiderio di ricevere, e di nuovo facciamo dei materiali calcoli pragmatici come se non ci fosse alcun Creatore e uno scopo superiore, come se non ci fosse alcun cammino spirituale, ma solo la nostra vita ordinaria, non ce ne dobbiamo dispiacere. Un uomo si dovrebbe dispiacere solamente un pochino del fatto che il Creatore lo ha gettato in un “luogo di lerciume”, nell’ego puzzolente, e la cosa principale è trarre le conclusioni, per separarsi da questa discesa ed iniziare a paragonare gli stati per comprenderli e percepirli meglio.

In questo modo, questi concetti entrano ancora più profondamente nella mente e nelle sensazioni di una persona che compie lo sforzo di analizzarli dentro di sé. Di conseguenza questa persona costruisce un sistema per controllare se stesso e i suoi stati, e da qui avanza.
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(Dalla 3.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 03.04.2013, TES)

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Lezione virtuale – Fondamenti della Società Integrale – 21.04.2013

Fondamenti della Società Integrale
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Lezione quotidiana di Kabbalah – 21.04.2013

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Rabash, “ L’ Uomo nel suo complesso”
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Zohar per Tutti, Il Nuovo Zohar, Parashat Bereshit, Punto 2, Lezione 2
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Scritti di Baal HaSulam, TES, Volume 3, Parte 10, Lezione 33
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Scritti di Baal HaSulam, “Introduzione al Libro dello Zohar”, Lezione
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Riassunto della Lezione quotidiana di Kabbalah
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Estinguere insieme tutti i problemi

Domanda: In una comunità di donne, a volte, vengono a mancare l’accoglienza e il sostegno reciproco, e di conseguenza, i rapporti tra loro non sono sempre gentili. Che cosa possiamo fare?

Risposta: Prima di tutto, per le donne questo è naturale. Esiste tra di loro una naturale competizione, a differenza della concorrenza artificiale che esiste fra gli uomini. Per gli uomini deve esserci qualche motivo specifico per iniziare a competere tra loro. Mentre per le donne non è così, il conflitto tra loro è dettato dalla natura, e quindi dobbiamo calmarle costantemente.

Dentro di noi, degli uomini, le donne spengono i problemi connessi allo spostamento in avanti. Mentre all’interno delle donne dobbiamo spegnere i problemi connessi con il tornare indietro, perché quando tra loro nascono vari battibecchi, significa muoversi all’indietro. I conflitti tra gli uomini di solito avvengono a causa di oscillazioni causate dall’influenza della Luce, dalla sensazione dell’avanzamento spirituale in cui l’influenza superiore si scontra con il nostro egoismo, ma non perché essi sono uno contro l’altro. I conflitti delle donne derivano dalle loro interazioni a livello corporeo. Così, noi, gli uomini, dobbiamo aiutarle in questo, mentre loro devono aiutare gli uomini.
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(Dalla lezione virtuale del 07.04.2013)

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Il male dell’Ego ai raggi X dell’Odio

Esaminiamo l’amore rispetto all’odio che si risveglia in un uomo verso la fonte del male: se egli è capace di amare la fonte della sua sofferenza nonostante abbia delle sensazioni negative. In questo modo, egli si deve isolare dal male, dal luogo in cui egli percepisce la sofferenza, come se non fosse la sua natura.

Si tratta di un punto molto delicato. Nella natura egoistica ordinaria io odio colui che mi procura della sofferenza, la fonte del male. E’ come se delle volte confortassimo un bambino che si fa del male picchiandosi la testa contro il tavolo, dicendogli di colpire il tavolo. E’ una risposta naturale, istintiva dell’animale.

Ma il lavoro spirituale è stato previsto per la correzione dell’uomo, e tutte le correzioni sono possibili solamente se sento che qualcuno mi fa stare male e mi rendo conto che ciò che mi arriva è solamente amore e bene. Quindi, tutti i segni di sofferenza mi dovrebbero fare concentrare non sulla fonte di queste sensazioni negative ma sulla fonte del male dentro di me, nel luogo in cui percepisco questo male, sulla mia inclinazione al male. E’ qui che sento la sofferenza, i cattivi rapporti, e questo è ciò che devo staccare da me stesso, per realizzare il Masach (schermo), la restrizione, in modo che alla fine il male si trasformerà nella sua forma opposta.

E’ come se ci fosse un tavolo davanti a me con un pasto di cinque portate e ogni piatto fosse terribile, puzzasse, e sembrasse marcio. Non è che il cibo è soltanto un po’ salato o troppo piccante, ma che è proprio velenoso. Io, invece, devo correggere i miei vasi della percezione in modo da riuscire ad amare questo cibo, il che all’inizio sembrava impossibile. Nella stessa maniera, anche noi raggiungiamo l’amore in cima alla correzione dei nostri vasi nei quali sentiamo l’odio.
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(Dalla Preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 03.04.2013)

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“Uno dovrebbe sempre vendere le travi della sua casa”

Uno dovrebbe vendere sempre le travi della sua casa e mettere le scarpe ai piedi” (Shabbat, 129).

Domanda: In senso spirituale, che cosa significa “vendere le travi della sua casa”?

Risposta: “Le travi della sua casa” sono tutti i pensieri, i desideri, e tutto il mio atteggiamento verso la vita, che mi obbligano a preoccuparmi di me e mi impediscono di unirmi agli amici. Per costruire un’immagine generale, un unico sistema, devo vendere questa “casa” che mi è tanto cara.

Ma neppure questo basta. Devo comprare delle scarpe da mettere ai piedi, il che significa che ho bisogno di una forza difensiva che mi tiene nei suoi settori. Non è sufficiente annullare la mia opinione e abbassare la testa davanti al gruppo, che è chiamato “vendere le travi della sua casa.” Ho anche bisogno di ricevere le forze che mi permettono di restare attaccato agli amici al di sopra di tutti i pensieri che sono evocati in me.

Questo significa che non è sufficiente annullare me stesso, ma che ho bisogno di una forza supplementare che mi leghi al gruppo. Questo è chiamato un “patto” o “scarpe ai suoi piedi (raglan),” in modo da non “spiare” (in ebraico, meragel, ha la stessa radice della parola piedi) a beneficio del mio ego.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.04.2013, Scritti di Rabash)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 19.04.2013

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Rabash, Shlavey HaSulam, Articolo 68 “Connessione dell’ Uomo con le Sefirot”
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Zohar per Tutti, Parashat “Ki Tetze”, Lezione 9
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Scritti di Baal HaSulam, TES, Volume 1, Parte 1, Lezione 10
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Il Libro dello Zohar, Brani Selezionati
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Scritti di Baal HaSulam, Articolo “La Pace”, Lezione 11
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Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, Introduzione al Pri Chaham “Al HaTorah
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Scritti di Baal HaSulam, “Introduzione alla Saggezza della Kabbalah
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Non siate schiavi degli schiavi, ma siate servitori del Creatore!

Rabash, “Dargot HaSulam,” Articolo 932, “Il Primo Cambiamento”: Tutti i cambiamenti incominciano solamente dopo che l’uomo merita di lasciare le acquisizioni che ha per se stesso. E prima di allora, egli è del tutto immerso nel suo desiderio per il piacere, e questo desiderio lo domina. Perciò, nessun cambiamento può realizzarsi da lui, tutto arriva solamente dal suo ego. Un cambiamento può arrivare solamente attraverso la forza di un’altra natura, che un uomo ancora non ha. Per questa ragione, tutti i cambiamenti iniziano dopo che un uomo ha abbandonato il suo ego, il desiderio di ricevere per se stesso, vale a dire, dopo che ha lasciato l’Egitto.

E questa è l’idea secondo la quale è proibito insegnare la Torà a coloro che adorano gli idoli.

Colui che serve gli altri dei è un uomo che ancora non ha un contatto con il Creatore, che non è uscito dall’Egitto. Questo è il nome di un livello spirituale, quindi, un uomo comune di questo mondo non deve essere chiamato in questo modo. Coloro che adorano gli idoli sono uomini come noi che sono attirati verso il Creatore, ma che ancora riconoscono una particolare importanza ai valori materiali, alla ricezione per loro stessi.

Per questa ragione sono chiamati AKUMA (un acronimo che sta per “Servitori delle stelle e delle costellazioni,” e anche intorno a (Akum), “indiretto”). Vedete che essi non puntano “diritti al Creatore” (Yashar-Kel), come Israele, invece essi adorano le stesse ed il destino il che, vale a dire, essi sono dominati da varie forze e valori egoistici.

E’ proibito insegnare la Torà a coloro che adorano gli idoli. “Proibito” significa impossibile. Sappiamo cha la Torà è la Luce, l’intero sistema superiore, tutti i mondi spirituali, i rapporti tra un uomo ed il Creatore. E’ impossibile insegnare tutto questo a colui che adora gli idoli, che si trova in una ricettività egoistica e che non ha alcuna connessione con il sistema della dazione.

E, a dire il vero, quando un uomo è in Egitto, il che, vale a dire, si trova nella ricettività egoistica, egli non può essere uno Yehudi, (dalla parola “Yichud” – unità, cioè unire se stesso a tutta la creazione e al Creatore), perché egli è schiavo del Faraone, il re dell’Egitto. L’uomo è schiavo del suo ego, il re del mondo materiale.

E quando egli è schiavo del Faraone, egli non può essere un servitore del Creatore. O è il Faraone oppure è il Creatore, perché tutto dipende dall’intenzione, con cosa l’uomo identifica se stesso e cosa egli vuole servire: il vantaggio personale o la dazione.

“E questa è l’idea, ‘Perché i figli di Israele sono miei’ essi sono i miei servitori,” dice il Creatore, “e non siate schiavi degli schiavi.” Vedete,che anche il Faraone è un servitore del Creatore, egli è un angelo, egli è il sistema che realizza il pensiero della creazione con spinta compulsiva, senza alcuna libera scelta. Il Faraone è un angelo; lo vedete da ciò che è scritto: “Io ho creato l’inclinazione negativa”. L’intera creazione, tutto l’ego si trovano nelle mani del Creatore. E se un uomo serve nel nome del Faraone, egli è chiamato lo “schiavo degli schiavi”, perché egli serve lo schiavo e non il Maestro.

Quando un uomo serve se stesso, egli non può essere un servitore del Creatore, perché è impossibile servire due re allo stesso tempo. E solamente dopo che l’uomo lascia l’Egitto – dopo che ha ricevuto una sufficiente Luce che Corregge, elevandosi al di sopra del proprio desiderio per il piacere—che deriva dalla ricezione per se stesso, allora egli può essere un servitore del Creatore. Ma per rimanere un servitore del Creatore, egli deve scegliere di esserlo sempre: in ogni singolo momento, in ogni desiderio. E allora egli sarà pronto per meritare la Torà. Ciò che segue da qui è che il primo cambiamento sarà la separazione dall’Egitto.

La Torà inizia con l’uscita dall’Egitto  in avanti; perciò, dopo di questo si ha la dazione della Torà. La Torà comprende tutta la Luce dell’Infinito, tutta la Luce superiore, che colma i mondi superiori ed è destinata alla graduale correzione del desiderio di ricevere della creatura fino a quando non raggiunge l’equivalenza della forma con il Creatore.
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(Dalla preparazione della Lezione quotidiana di Kabbalah del 31.03.2013)

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