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Uscire dalla mia pelle

Essere uno Tzadik (giusto) significa giustificare il Creatore in tutte le circostanze. Alla persona viene dato ogni stato per aiutarla a voler andare al di fuori della sua pelle in una tale misura che il buio si addensa intorno ad essa, e questo è un aiuto molto grande che il Creatore manda a chi è pronto ad essere uno Tzadik.

La persona si trova in situazioni che sono inaccettabili per il suo ego in modo che sarà pronta ad uscire da se stessa. Ci è chiaro che il mondo spirituale è al di sopra di questo mondo fisico.

Pertanto, tutto ciò che è fisico deve morire, ma non si tratta della normale morte di tutti gli esseri umani, ma piuttosto, che una persona, se stessa, sarà d’accordo che tutti i suoi valori terreni moriranno. E in tal modo, acquisisce il livello successivo: la vita spirituale.

Egli esce dal suo corpo, si libera da ogni interesse personale per ciò che gli accadrà, e va al di sopra di tutte le situazioni in cui il Creatore lo mette. Egli concorda con queste circostanze, accettandole felicemente come costruttori del suo nuovo livello spirituale, perché esse lo innalzano al di sopra delle sue condizioni fisiche, portandolo al di fuori dei limiti della sua pelle e, in particolare, gli rendono possibile chiedere l’adesione con il Creatore dall’interno dell’oscurità. L’unica inclinazione che la persona avrà è quella di dare piacere al Creatore, mentre egli, lui stesso, si trova nel buio.

In questo, egli vede la sua salvezza, la sua partenza dall’esilio. Al di fuori della sua pelle, sente la vita vera, perché lui può soddisfare il Creatore, senza alcuna considerazione di sé. Così, sconfigge le tenebre, la sofferenza, la paura, l’ansia e la vergogna che sente, che sono stati rivelati intenzionalmente per indicare a lui i suoi limiti corporei e per aiutarlo a salire al di sopra di sé.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 04.04.2013, Shamati 36)

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La rivincita di Marx

Opinione (Michael Schuman, corrispondente del TIME, autore de Il miracolo: La storia epica del continente asiatico alla conquista del benessere): “Con l’economia globale in una crisi protratta e i lavoratori attorno al mondo gravati dalla disoccupazione, dal debito e dai redditi stagnanti, la critica pungente di Marx al capitalismo – che il sistema è intrinsecamente ingiusto e auto-distruttivo – non può essere così facilmente respinta. Marx teorizzava che il sistema capitalistico avrebbe impoverito inevitabilmente le masse tale che il benessere del mondo venisse concentrato nelle mani di pochi avidi, causando crisi economiche e alti conflitti tra i poveri e la classe operaia”.[…]

“I lavoratori potrebbero avere problemi comuni, ma non si riuniscono tra loro per risolverli”. … “I contestatori, dice Jaques Rancière, un esperto in Marxismo all’Università di Parigi, non ambiscono a rimpiazzare il capitalismo, come Marx aveva predetto, ma solamente a riformarlo.”

“Questo lascia aperta una spaventosa possibilità: che non solo Marx avesse diagnosticato i difetti del capitalismo ma anche i risultati di questi difetti. Se i politici non scoprono nuovi metodi di assicurare l’opportunità di un’economia paritaria, i lavoratori del mondo potrebbero unirsi. Così Marx potrebbe avere la sua rivincita”.

Il mio commento: E ci sarà la “primavera” spagnola, greca, poi europea, ed infine americana … se il metodo della correzione delle persone e della società non sarà accettato.
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