Pubblicato nella '' Categoria

A cosa pensi mentre stai studiando?

Domanda: Leggiamo le parole che sono scritte dai Kabbalisti le quali indicano le radici spirituali. Ma come possiamo creare un legame, utilizzando i nostri organi sensoriali, tra le parole che usiamo abitualmente e la realtà superiore?

Risposta: In base al nostro desiderio di arrivare alla spiritualità ed in base alla nostra intenzione, in qualche modo ci eguagliamo alla Luce. Ed in base al livello di questa uguaglianza, la Luce incomincia ad influenzarci, ad influenzare il nostro desiderio e la nostra intenzione, da lontano. Questo è ciò chiamiamo la “Luce Circostante”, la Luce che Corregge

Essa ci illumina da lontano perché ancora non può venire in contatto con il nostro desiderio e le nostre intenzioni, che non sono ancora proprio pure come la Luce. Ma c’è comunque una connessione tra di loro, perché noi ci sforziamo di muoverci in avanti anche se da uno stato molto basso.

L’intenzione incomincia a manifestarsi se siamo connessi almeno in misura minima con l’ambiente circostante, in modo da ricevere da esso lo stesso desiderio e la stessa aspirazione ad unirci insieme. Solo al livello della reciproca inclusione di tali intenzioni, per raggiungere le quali lavoriamo quando leggiamo i testi Kabbalistici, meriteremo un’illuminazione che incomincerà ad influenzarci.

Se connettiamo i nostri desideri e le nostre intenzioni con gli altri, coloro che aspirano alla stessa unione nel corso delle lezioni, richiamiamo la Luce Circostante. Adesso, facciamoci una domanda: quanto spesso abbiamo questo pensiero e questo desiderio mentre studiamo? Se così non fosse, gli anni passeranno, e non vedremo alcun risultato.

[42491]
(Dalla 3.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 08/05/2011, Talmud Eser Sefirot)

Materiale correlato:

Laitman blog: Acquisire un dizionario spirituale
Laitman blog: La luminosità dell’anima unica

Lezione quotidiana di Kabbalah – 19.05.2011

Prefazione alla Saggezza della Kabbalah, Pagina 561, Punto 1
Video / Audio

KFS, Pagina 311, “Ordine del giorno della Riunione”
Video / Audio

Le difficoltà sono un aiuto dall’Alto

Solo una persona che, in base alla radice della sua anima, desidera trovare la forza superiore, unica ed unificata in tutto, che governa la realtà, è “aiutata” dall’Alto e le vengono mandati degli ostacoli. Il Creatore continua a rivelare a questa persona dei nuovi desideri, che la trascinano in diverse direzioni. Quindi, la persona dimentica che non esiste nessun altro tranne il Creatore e si ingarbuglia di nuovo e non è capace di ricomporre l’immagine dell’unica forza superiore dentro la quale ogni persona si dovrebbe dirigere.

Tutte queste difficoltà sono un aiuto dall’Alto mandate sotto forma di ostacoli a colui che possiede un’aspirazione a trovare il Creatore. E l’uomo pensa che gli altri ce la facciano a mantenere fede a questa visione, alla sensazione che non ci sia nessun altro a parte il Creatore. Ma per lui, questa immagine continua a sbiadirsi e a perdersi.

Per il mondo è facile a dirsi, ma egli si sente come il solo per cui è difficile, ed gli si trova in una battaglia continua come se fosse in una nebbia e non comprendesse chi agisce: se stesso, il Creatore o entrambi insieme, e quale relazione dovrebbe essere formata con Lui. Niente è chiaro.

Sembra ingiusto che egli abbia solamente sofferenze dal Creatore invece di aiuto. E’ così che agisce un Creatore amorevole e gentile? Allora perché Egli usa degli stratagemmi così astuti e pone l’uomo in mezzo ad una vita piena di problemi dai quali non sappiamo come scappare?

L’uomo pensa che anche la persona più crudele non farebbe così. Infatti, da dove arriva tutta la crudeltà del mondo se non dalla stessa forza superiore? Tutte le cose più brutali ed orribili derivano dalla sola unica forza, ed inoltre, noi dobbiamo convincerci che questa forza è buona, che ci ama infinitamente, e che lavora solo per il nostro bene, non è così?

Se diamo un’occhiata al mondo, è impossibile riconoscere tutto questo. Ci convinciamo solamente di quanto sia facile confonderci e dubitiamo dell’unicità della forza superiore, quando vediamo il mondo davanti a noi, che strabocca di sofferenza, di problemi, di violenza, di terrore e di odio.

Non è la stessa forza superiore che provoca tutto questo? Sicuramente sì, poiché non c’è nessun altro tranne Lui, e noi non facciamo nulla da soli. I vedo con i miei stessi occhi che il mondo è governato da una forza del male e non del bene. E provo come posso a tenermi stretto al pensiero che non esiste nessun altro tranne il Creatore buono, e mi tengo in equilibrio come se fossi in bilico su di un filo e fossi sempre sul punto di cadere. Infatti, da ogni direzione mi arriva la prova dell’esatto opposto, e mi sembra assolutamente reale.

Non posso nemmeno chiudere gli occhi davanti a quello che sta succedendo e mentire a me stesso. Mi rendo conto che devo semplicemente arrivare a conoscere il Creatore! E allora, un vero bisogno si fa strada in me. Non sono disposto a guardare a Lui come ad una forza negativa! Ma affinché io Lo possa vivere come una forza del bene, ho bisogno del Suo aiuto.
[41542]

(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 26.04.2011 Shamati No.1)

Materiale correlato:

Laitman blog: Abbiamo bisogno del terzo elemento: il Creatore
Laitman blog: Conoscere le regole del gioco del Creatore

Come evitare gli Tsunami

Un bambino chiede: Il Creatore promise a Noè che non ci sarebbe stato un altro diluvio. Allora perché c’è stato un altro tsunami?

Risposta: Questa è domanda difficile. Io non sono abituato a considerare la Torà come una raccolta di avvenimenti storici. La corruzione che c’era allora – il peccato di Adamo e tutte e altre trasgressioni che ci hanno portato dove siamo oggi – è ancora la stessa corruzione, e noi ne abbiamo iniziato la correzione solamente adesso.

La ragione dei disastri come gli tsumani o i terremoti, passati e futuri, è che siamo noi a provocare gli squilibri. Il Creatore promette davvero che i colpi finiranno? No. Egli promette che non ci saranno diluvi che cancelleranno il mondo intero!

Diluvio significa che delle acque malvagie arriveranno per spazzare via tutto, lasciano solamente il punto nel cuore. Successe veramente una volta, perché una corruzione di quella ampiezza doveva accadere, ma poi non più. Noi abbiamo davanti solamente la correzione. Ma se non ci correggiamo in tempo, noi stessi provocheremo i colpi che ci colpiranno.

Spero che saremo capaci di evitarli, ma ci dobbiamo sentire responsabili di quello che sta succedendo. Infatti, se la saggezza della Kabbalah è stato rivelata, e se sappiamo che costruendo su di essa la nostra interconnessione, possiamo correggere il mondo, allora siamo in grado in grado di evitare le disgrazie.

Ricordiamo quello che il Creatore ha detto ad Abramo: “Se troverò dieci uomini giusti a Sodoma, non la distruggerò con un terremoto.” Ma non c’erano dieci uomini giusti, e così ci fu il terremoto.

Se noi lo desideriamo, siamo in grado di salvare il mondo dalla sofferenza. Tutto dipende da noi. Io penso che ce la faremo perché abbiamo veramente bisogno di prendere questo discorso sul serio.

(Dalla lezione 7 del congresso WE! del 04.03.201)

Materiale correlato:

Laitman blog: Uno tsunami nell’estensione più profonda della tua anima
Laitman blog: Uno tsunami misericordioso mandato dal Creatore

Lezione quotidiana di Kabbalah – 18.05.2011

Baal HaSulam, Lettera 56
Video / Audio

Il Libro dello Zohar, Mishpatim (Ordinanze), Pagina 87, “Le camere del Tabernacolo”, Punto 527, Lezione 19
Video / Audio

Talmud Eser Sefirot, Volume 1, Punto 1, Histaklut Primit, Lezione 17
Video / Audio

Argomento della Lezione: I problemi del mondo, “Sovrappopolazione”
Video / Audio

Vuoi conoscere il Creatore? Affare fatto!

E’ necessario comprendere che siamo davanti al Creatore, la forza che è il bene e che fa il bene, e che nessun altro esiste a parte Lui. Cosa gli chiedereste? Egli vi tratta bene al 100% e non cambia. Cosa chiedereste, che vi trattasse bene al 101%?

La nostra supplica al Creatore è considerata come lo sviluppo dei nostri organi sensoriali. Allora, lavorando sul nostro desiderio, cercando di dargli costantemente una forma corretta, raggiungiamo uno stato in cui dobbiamo conoscere il Creatore in tutta la Sua completezza, nella Sua autentica forma. E ci si riferisce a tutto ciò come alla preghiera, dopo la quale arriviamo a conoscere il Creatore.

Noi non comandiamo nessuna azione al Creatore. Infatti, Egli è “il solo, l’unico, e l’unito” e “ non c’è nessun altro a parte Lui”. Si può dire che Egli agisce di continuo o per niente affatto, mentre noi siamo in Lui e questo è tutto; Egli non cambia. Tutto dipende da come noi vediamo il Creatore.

Dunque, pregare, in Ebraico, significa “giudicare se stessi”. Noi giudichiamo noi stessi e cambiamo, e grazie alle nostre trasformazioni interiori, sentiamo un’altra realtà del tutto nuova.

Per questo, noi parliamo sempre per conto dei nostri desideri (Kelim), mentre la Luce, o il Creatore, è nella totale immobilità.

Perciò, la preghiera al Creatore riflette solamente la misura in cui mi sono corretto ed ho acquisito dei nuovi organi di percezione, nei quali raggiungo la rivelazione di “Non esiste nessuno tranne Lui, il bene che fa il bene”. E nessuna azione arriva dal Creatore che non sia così.
[41540]

(Dalla 1.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 26.04.2011 Shamati No.1)

Materiale correlato:

Laitman blog: La preghiera che attrae la Luce verso di noi
Laitman blog: L’accesso alla preghiera

Lezione Introduttiva: “Divulgazione del Sistema di Comunicazione” – 17.05.11

Kabbalah per il Popolo, Lezione Introduttiva: “Divulgazione del sistema di comunicazione”
Video / Audio

Lezione quotidiana di Kabbalah – 17.05.2011

Scritti di Rabash, Lettera 35
Video / Audio

Il Libro dello Zohar, Mishpatim (Ordinanze), Lezione 18
Video / Audio

Talmud Eser Sefirot, Volume 1, Punto 1, Histaklut Primit, Lezione 16
Video / Audio

Rav Yehuda Ashlag, KFS Pag 87, Lezione 7, Articolo “Utilizzando la natura della singolarità come un soggetto di evoluzione nel collettivo e nei singoli”
Video / Audio

Cosa resta di una mela?

Domanda: Come esempio di sviluppo parliamo della maturazione di una mela, che attraversa la tappa dell’amarezza prima di diventare un frutto delizioso. Tuttavia, continuando, la mela cade al suolo, diventa putrida e fornisce i semi. Pertanto, ci sembra che stiamo descrivendo solo le tappe intermedie, no?

Risposta: Non è così. Dopo essere maturata, la tappa successiva di una mela è il suo sviluppo nella prossima generazione, in un nuovo stato. È proprio così perché marcisce, muore, da i suoi germogli ed i semi per gli stati seguenti. Questo è tutto ciò che nel cammino potrebbe servire ad un grado più avanzato, quello animato o il parlante.

Allo stesso modo, i nostri corpi cambiano di generazione in generazione, vivono e muoiono, affinché in questa vita, gradualmente, possiamo estrarre da noi una misura determinata, una certa sensazione, la nostra discendenza sensoriale, spirituale per un grado umano più grande. A prescindere dalla nostra somiglianza con una mela che si sottopone ad un ciclo di vita e morte, i risultati restano in questa vita per il prossimo passo di sviluppo. In esso, raccogliamo specificamente i semi umani, i sentimenti e le relazioni, fino a che gradualmente, al di sopra dei corpi, arriviamo alla necessità di unirci.

Pertanto, costruiamo un sistema in più della natura, che non esisteva prima: l’unità che non connette i corpi, ma la coscienza della gente. Questo è quello che chiamiamo la società umana vera, invece delle nostre relazioni esteriori che sono peggiori di quelle degli animali. Ci uniremo gli uni con gli altri in un’autentica società umana, costruita al di sopra di noi stessi nel corso della vita che attraversiamo.

Quando formeremo questa struttura, questa diventerà il grado umano. Tutta la natura nei livelli, inanimato, vegetale ed animato, e nel mezzo vi è integrato un meccanismo nel quale l’unico essere umano è assente.

Fin quando non costruiremo tra di noi il sistema completo, meraviglioso, saremo un disturbo nella natura. Quando la nostra unità sarà costruita, ci troveremo in armonia con tutti i livelli della natura e con noi stessi. Allora sentiremo quanto perfetta e bella è tutta la natura.

A questo dobbiamo arrivare! Questa è la tappa finale della nostra evoluzione. Di generazione in generazione abbiamo attraversato le fasi della disintegrazione, come una mela, ed abbiamo dato vita alle generazioni che ci hanno seguito. Tutto affinché potessimo costruire in ogni vita il desiderio che un giorno sarà unico.

Ognuno dona pensieri ed emozioni dai suoi fallimenti e dalle acquisizioni, come contributo al grado umano, alla costruzione che alla fine sarà completata. Questo grado è presente nella nostra coscienza, visto che l’uomo si differenzia dalle bestie proprio per avere una mente, la comprensione, la realizzazione e la saggezza.
[41899]

(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 1.05.2011: “La pace nel mondo”)

Ingannevole è la grazie e vana la bellezza

Baal HaSulam, lettera 19: “Nella stessa donna …” “ … ingannevole è la grazie e vana la bellezza: però la donna timorosa del Signore sarà apprezzata”. Questo significa che durante la preparazione, la bellezza e la grazia appaiono e l’essenza della perfezione che uno anela e della quale sente la mancanza. Tuttavia, nel momento della correzione, quando “la terra è piena della conoscenza del Signore”, allora, “Io vedrò un mondo opposto”, perché solo il timore e l’anelo sono l’essenza della perfezione desiderata. Allora uno sente che durante il tempo della preparazione stava mentendo a se stesso.

Domanda: Perché si dice che durante il tempo della preparazione mentiamo a noi stessi?

Risposta: E’ così perché anelavo qualcosa che era una menzogna e mentre soffrivo non mi rendevo conto che questa sofferenza era di fatto riempimento. Ciò significa che non appena cambio la mia attitudine verso quanto desiderato, scopro di essere nel Mondo dell’Infinito. Questo è considerato come “Mangerai quello che è vecchio”. Io rivelo un infinito riempimento nel mio presente stato.

Questo è descritto come se prima avessi mentito a te stesso, pensando di non avere il riempimento desiderato e di aver bisogno di raggiungerlo; però non devi acquisire nessun’altra cosa eccetto la correzione dei tuoi desideri. Tu sei già nella condizione perfetta, solo che non puoi vederla perché manchi delle proprietà della percezione dei desideri corretti.
[41874]

(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 1.05. 2011, Baal HaSulam, lettera 19)