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Torà, Porzione Settimanale – 12.05.2011

Il Libro dello Zohar, Porzione Settimanale “Bahar”, Brani selezionati
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Il desiderio e l’aspirazione

Domanda: Qual è la differenza tra il desiderio (Chissaron) e l’aspirazione (Ishtokekut)?

Risposta: Il desiderio (Chissaron) significa che io semplicemente voglio qualche riempimento, ad esempio sono assetato; mentre l’aspirazione (Ishtokekut) dipende da quanto ne ho davvero bisogno in un certo momento, cioè quanto soffro adesso perché manco di questo riempimento. Ciò significa che un’aspirazione è un’aggiunta ad un desiderio e questa, misura la forza del desiderio in un certo momento, quanto è disposto a soffrire il mio ego per raggiungere la meta desiderata.

In altre parole, quanto sei disposto a pagare per questa? Vediamolo adesso. Vuoi farlo? Non c’è problema. Quanto puoi dare? Possiamo misurare la tua aspirazione in accordo alla tua risposta. Tu dici: “Bene, cento”. “No, devi dare mille”. “Mille?”. Qui vieni messo alla prova secondo la quantità che sei disposto a pagare. Questo è il modo di misurare la tua aspirazione per la meta desiderata.

Allo stesso tempo, un desiderio in sé è semplice. Se qualcosa è gratis, la porterò via. È evidente che una persona viene valutata in accordo alla sua aspirazione. Il desiderio ci arriva dal Creatore, mentre aggiungiamo l’aspirazione tramite l’ambiente. Un’aspirazione è il frutto del nostro lavoro, il risultato dei nostri sforzi.

(Dalla 3° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 28.04.2011, Talmud Eser Sefirot)

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Tutte le anime si riuniscono dentro di me

Nella spiritualità, la “ragione” rappresenta la Luce di Chokhmà (Saggezza) vestita in un vaso. In conformità a questa Luce, sentiamo e capiamo il Creatore. La chiave qui non è la Luce di Chokhmà attuale, ma la Luce di Hassadim (Misericordia) che la riceve, cioè secondo la misura della dazione della quale siamo capaci.

Queste due Luci si conformano e si adattano.

Nel nostro mondo riceviamo direttamente nel nostro desiderio una certa porzione di Luce senza che questa sia rivestita in esso, senza essere simili al Creatore. Per questo siamo molto limitati nella nostra ragione. Questa ci sviluppa perché non ci insegna cosa fare successivamente per rivelare il Creatore.

Al contrario, nel mondo spirituale, riceviamo la Luce superiore, la rivelazione del Creatore, nei vasi di dazione. Ciò significa che rivelo il Creatore con la comprensione completa di chi e cosa è Lui.

Nel nostro mondo posso guardare una persona e vedere una parete. Per me lei è “impenetrabile”, non capisco il suo linguaggio, non conosco le sue qualità o i suoi pensieri. È nascosta per me, però nel mondo spirituale, il nostro contatto significa l’unione. Genero all’interno dell’attributo della dazione, che è vestito nella Luce e pertanto lo capisco; cioè, capisco qualcuno che non sia me. Il mio desiderio assume la sua forma, la sua struttura e lo stesso processo viene applicato a tutti.

Mantengo grezzo, senza forma, questo desiderio di ricevere che appartiene a Malchut dell’Infinito e attraverso l’amore e la dazione, costruisco su questo desiderio diversi modelli per assumere le forme di tutte le anime che esistono al di fuori di me. Posso creare all’interno uno spazio per costruire un “gruppo” di anime e per tanto includo tutti dentro di me.

Però questo è possibile solo a condizione che io assegni all’interno del mio desiderio un posto per ogni anima, immaginando dove deve andare ognuna. Come posso sapere questa cosa? Semplicemente, nella misura in cui do, permetto agli altri di entrare.

L’immagine risultante è molto simile al logo del prossimo congresso di Mosca. Un cerchio è il mio desiderio completo e dentro di esso posso assegnare un segmento ad ogni amico. Il cerchio si riempie gradualmente di anime e facendolo, restituisco la mia anima a me stesso. Di fatto attualmente, questo esiste come se fosse al di fuori di me, ma tutto quello che percepisco che mi sembra essere al di fuori di me, è la mia anima.

Da questo si deduce che l’attributo della dazione che io genero non è altro che un mezzo, una condizione che permette alla mia anima di essere riportata dentro di me.
[41704]

(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 28.04. 2011, “La Mente attiva”)

Lezione quotidiana di Kabbalah – 12.05.2011

Scritti di Rabash, Articolo 8
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Il Libro dello Zohar, Mishpatim (Ordinanze), Articolo “Non seguire le masse nel fare il male”, Punto 429, Lezione 14
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Talmud Eser Sefirot, Volume 1, Punto 1, Histaklut Primit, Lezione 13
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Rav Yehuda Ashlag, KFS Pagina 87, Articolo “Pace nel mondo”, “ I Quattro Attributi, Misericordia, Verità, Giustizia e Pace, nell’ individuale e nel collettivo”
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Una nuova educazione per tutti

Domanda: Quali sono i nostri piani rispetto all’educazione dei bambini palestinesi?

Risposta: Abbiamo studenti dei paesi arabi e di altre regioni musulmane. Non vedo nessuna differenza tra loro e tutti gli altri. Abbiamo studenti dell’Autorità Palestinese, dell’Iran, durante le lezioni riceviamo domande dalla gente della Siria e da altri luoghi. Una delle riunioni internazionali sui temi educativi nell’ambito dell’UNESCO fu organizzata dal principe Saudita ed abbiamo ricevuto un invito personale da lui.

L’educazione è un problema mondiale e attraverso di essa, possiamo stabilire le connessioni tra i paesi e le loro differenze. Certamente, c’è il discorso della religione e questo continuerà ad essere una fonte di profonda separazione tra le persone fin quando noi, con parole di Baal HaSulam, stabiliamo una sola religione, quella dell’amore e della dazione.

Baal HaSulam scrive nel suo articolo “L’Essenza della Religione ed il Suo Scopo” che non c’è altra religione a parte l’amore. Tutto il resto sono costumi che la gente ha accettato. Speriamo che le diverse crisi, insieme alla nostra divulgazione, facciano si che il mondo capisca che ha bisogno di elevarsi al di sopra delle differenze.

L’educazione che stiamo sviluppando è comune a tutti, non ha nessun tipo di specificità. Così credo che non appena i nostri fratelli arabi vogliano accettarlo e ne siano pronti, ci sarà un metodo ad aspettarli; lo stiamo preparando anche in arabo.

Inoltre, dai tempi di Abramo, l’Islam ha un movimento chiamato Sufismo. Mi sono riunito con i loro rappresentanti in molte occasioni. Naturalmente, loro capiscono di cosa stiamo parlando e possiamo lavorare con loro per diffondere il nuovo metodo educativo.

Il problema è che i circoli radicali islamici non li riconoscono: i sofisti sono stati esiliati dai paesi arabi e vivono negli Stati Uniti ed in Inghilterra. Spero che questa posizione cambi, perché la natura si impone con indipendenza. Dobbiamo attraversare questi stati, lo Zohar descrive questo corso particolare dello sviluppo. Presto il periodo di transizione sarà finito e la gente sentirà che esiste un mondo globale.
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(Dalla Lezione 6 del Congresso WE! Del 3.04.2011)