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Superare la barriera dell’individualismo

Domanda: Anche se si mettono insieme tutte le informazioni sullo sviluppo della crisi ed il rapido cambiamento del mondo, la maggior parte degli uomini non è in grado di capire di cosa si sta parlando. Non vogliono sentire e non vogliono cambiare niente, e continuano a vivere come prima.

Risposta: E’ naturale; gli uomini vivono nel loro egoismo naturale. Tutte queste informazioni sono estranee a loro, e questa è la ragione per cui si tengono alla larga da tutto quello che si dice. Hanno, se non proprio un atteggiamento aggressivo, almeno un meccanismo di difesa contro una situazione che non è semplicemente un fatto nuovo, ma che è completamente opposto alle loro qualità interiori.

Per questa ragione, dobbiamo scegliere un approccio, molto delicato, semplice, e che in qualche modo sia anche divertente per attirarli e coinvolgerli, e dobbiamo presentare tutto quello che c’è da sapere in una forma che susciti il loro interesse.

Può trattarsi di video, film, e di varie opzioni interattive che illustrino la storia dell’umanità e che parlino delle nostre condizioni attuali, non in modo direttamente scientifico con tabelle e grafici, ma trasmettendo le informazioni da un punto di vista emozionale in un modo che siano sentite come qualcosa di vicino da chi le riceve, e per riuscirci dovremmo usare degli esempi tratti dalle situazioni della vita. In questo modo, gli uomini impareranno.

Gli uomini percepiscono in modo assolutamente diverso gli esempi degli altri rispetto a se stessi. Questo approccio permette ad ogni uomo di superare la propria personale barriera; egli impara da qui, piano piano, ad incominciare a capire che ciò che viene detto in generale lo riguarda direttamente.

Tutte le possibile spiegazioni sotto forma di film, video, e scenette teatrali verranno utilizzate. In questo modo, un uomo adatterà ogni informazione a se stesso e si renderà conto che si sta parlando di lui, del nostro mondo, della nostra vita, della nostra mancanza di corrispondenza con i sistemi esterni dell’universo sia a livello umano che di civiltà. Dunque, adesso, dobbiamo trovare un nuovo modo per avvicinarci agli uomini.

Per la prima volta nelle nostre vite, siamo di fronte ad un insegnamento che va “contro” l’uomo. In precedenza, ci è sempre stato insegnato: “Avete bisogno di sapere questa cosa per farcela, per essere forti, bene informati, sensibili, per superare, essere al di sopra e vincere gli altri“. E adesso, ci viene insegnato che un uomo deve essere uguale agli altri: “Bisogna essere connessi agli altri allo stesso livello; la cosa più importante non è essere al di sopra degli altri, ma essere insieme a loro.” In altre parole, adesso, in pratica, stiamo giocando contro il nostro egoismo, il che significa che abbiamo bisogno di essere più saggi e più furbi del nostro egoismo per metterlo fuori gioco.

In linea di principio, il metodo complessivo si riassume in “un aiuto contro di te“, vale a dire, contro il tuo egoismo, e non ci si può opporre. Dobbiamo capire che l’ approccio che dobbiamo avere adesso è lo stesso che si ha con un bambino piccolo per insegnargli quelle cose che non ha assolutamente alcuna voglia di accettare, il che vale a dire che dobbiamo avvicinarci a lui con dei metodi alternativi. Piano, piano, egli stesso si renderà conto che “Questo è il modo in cui mi devo assolutamente comportare; questo è il modo in cui mi devo relazionare al mondo“.
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(Da“Conversazioni sull’educazione integrale”, 20.05.2012)

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Il mio amico è il rappresentante del Creatore

Domanda: Come dobbiamo lavorare durante un seminario? Come dobbiamo ascoltarci uno con l’altro?

Risposta: Un amico può dire delle cose che io comprendo oppure no. Può dire delle cose che considero grandiose o che considero delle sciocchezze. In ogni caso, io lo percepisco come un rappresentante del Creatore. Il Creatore mi sta influenzando attraverso lui.

Se provo repulsione dalle apparenze del mio amico, dall’espressione, dal significato delle sue parole, o qualsiasi altra cosa, potrei non percepirlo ne volerlo. E questo è un meraviglioso esercizio! Io voglio sollevarmi sopra di questo! Se lui è il rappresentante del Creatore, poiché, “Non esiste nessuno tranne Lui”, specialmente in ogni evento come questo al quale stiamo partecipando, allora io devo innalzare il mio amico e cercare di penetrare nell’essenza spirituale attraverso di lui, che sta presentando tutto questo a me e si presenta anche in questa maniera. Io devo sollevarmi a uno stato, dove percepirò tutto nella sua assoluta benevolenza, dazione assoluta, e assoluta qualità spirituale-malgrado tutto quello che sto sentendo dentro di me, nonostante il fatto di non averlo.

Ed è molto buono che queste due qualità si manifestino in me: l’attitudine egoista verso il mio amico, quando tutto quello che vedo in lui non prende nessuna critica, e dall’altra parte, per il contrario, quando io lo tratto con fede oltre la ragione, come un rappresentante del Creatore, perché niente può venire da nessuno al mondo che sia negativo, male imperfetto. E se esiste in me, allora è mio; io lo sto guardando con i miei occhi.

È per questo che, se io sono capace di notare questi due stati, io ho già fatto un certo lavoro spirituale. Dobbiamo mettere insieme tutti gli stati critici superiori e inferiori in relazione uno con l’altro, e avremo un vaso comune- Malchut che è alla base e consta solamente di cose sgradevoli- e continuerà a diventare più brillante e peggiore in noi, e noi saremo capaci di continuare a salire verso Keter oltre questo. E poi creeremo una tale distanza tra di loro, tale tensione, che saranno uguali allo stato quando la Luce Circostante diverrà la Luce Interiore e brillerà lì. Allora acquisteremo il primo livello spirituale.

Che cosa fa questo? Noi innalziamo MAN verso Malchut del mondo di Azilut, che ci connette insieme, e lì stabilieremo noi stessi per la prima volta come neonati. E una persona non può nascere da sola, ma perlomeno in dieci persone.
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Una Vita e una preghiera comune per tutti

Il centro del gruppo è il punto in cui ci liberiamo da tutti i frammenti della rottura e vogliamo concentrarci solo sulle nostre scintille e unirle insieme. E più si cerca di unire queste scintille, più saliamo sulla scala spirituale.

A causa di questi sforzi, riveliamo una nuova profondità del desiderio in noi, e una Luce più grande si rivela nell’unità delle scintille. Il collegamento delle scintille è la “Reshimo de Hitlabshut“, e la profondità del desiderio, sopra la quale vogliamo collegarci, è il “Reshimo de Aviut,” e quindi cominciamo a collegarci al nostro primo Partzuf spirituale comune in cui ci sentiremo una sola anima.

La prima volta che noi ci sentiamo nella realtà integrale in cui tutti siamo collegati l’uno all’altro, e al suo interno sentiremo la vita spirituale-uno per tutti. Come si dice: “Non c’è nessun altro oltre il Creatore,” uno per tutti: un solo pensiero, una luce, un sistema unificato. Noi sentiremo noi stessi vivere all’interno di una forza superiore.

E poi, inizieremo a riconoscerla sempre di più, distinguendo più funzioni in esso, atteggiamenti diversi verso di noi in rapporto alle dimensioni del Partzuf. Ma il primo punto da cui dobbiamo partire è il punto della nostra unità, chiamato il centro del gruppo. Si compone di due elementi: Il primo è il superamento del nostro egoismo, la Reshimo de Aviut, e la seconda è il nostro desiderio di unire le nostre scintille, che determina il Reshimo de Hitlabshut.

Se Io installo correttamente l’uno rispetto all’altro, è chiamata fede al di sopra della ragione. Tutto si riduce ad una realtà, ad un singolo stato. La fede è la connessione delle scintille, e la conoscenza è la forza del desiderio egoistico, sopra il quale vogliamo costruire la nostra connessione.

Non importa se non riusciamo a raggiungere il desiderio e a collegarlo al centro del gruppo. La cosa principale è quanto impegno vi abbiamo messo dentro. L’entità degli sforzi determina lo stato di successo.

Non riusciremo mai a raggiungere il successo direttamente attraverso le nostre azioni, ma solo attireremo la Luce a noi stessi, in modo che il Creatore terminerà questo lavoro per noi! Dopo tutto, “un prigioniero non può liberarsi dal carcere,” tutto accade per l’aiuto dall’Alto, attraverso la preghiera e la risposta ad essa.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.05.2012, conversazione sul Workshop)

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Rimanere al di sopra del rifiuto

Domanda: Come dovrei lavorare con il male che viene rivelato?

Risposta: Il metodo della Kabbalah è inteso per la correzione della nostra inclinazione al male, cioè il desiderio corrotto che è diretto completamente a proprio beneficio, invece di dazione verso un’altra persona. Questa correzione ci aiuta a diventare simile alla Luce, il Creatore. In base alla somiglianza della forma, la Luce si veste in un vaso, e allora sentiamo la realtà Superiore.

Domanda: Cosa succede nel  rapporto tra gli amici se io sento invidia e odio?

Risposta: Nonostante i vizi che vengono rivelati, voi continuate ad andare e a cercare di unirvi con gli amici oltre questa corruzione. C’è la natura, ma noi dobbiamo andare oltre essa. È così che correggiamo noi stessi. Noi non stiamo distruggendo l’egoismo, ma stiamo lavorando su di esso.

Io non sopporto il mio amico, non voglio interagire con lui. Tuttavia, io cerco di connettermi con lui al di sopra di questo rifiuto.

Dopo tutto, questo rifiuto è il risultato del mio desiderio corrotto egoista. Con il proposito della correzione, io cerco di superarlo e tratto il mio amico in maniera diversa, con amore.

Entrambe le forme coesistono dentro di me. Io riconosco il mio rifiuto, e allo stesso tempo, io cerco di esprimere un’attitudine diversa, vedendo il mio amico come una grande persona.

Questo è il nostro lavoro.
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(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 20.05.2012, Lo studio delle dieci Sefirot)

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La battaglia dell’egoismo con i neonati

Giuseppe” è il punto dentro ad una persona che può crescere solo quando è posto nel regno del Faraone (desiderio egoistico); la piccola scintilla di luce è chiamata “ candela sottile” (Ner Dakik). La “candela sottile” si colloca deliberatamente dentro l’ego, cresce insieme all’ego ed eventualmente lo trasforma in dazione. Cosi, Giuseppe andò in Egitto, crebbe (si espanse) là (che significa che i suoi fratelli si unirono a lui). Lui rappresenta la scintilla che si sviluppa solo dentro l’ego umano.

L’egoismo è costruito in modo tale da considerare solo le cose che egli considera “lucrative” (benefiche). Lui identifica “profitti” solo in base all’appagamento, chiamato “lavoro femminile”, che è opposto all’appagamento prepotente, chiamato “lavoro maschile”. Questo è il motivo per cui il Faraone ordina di ammazzare ogni singolo ragazzo Giudeo e lasciare vivere le ragazze.

Noi diamo vita ai “figli” e poi li ammazziamo perché non abbiamo idea di come lavorare con l’intenzione che ha per scopo il dare. Poi, loro ri-nascono attraverso i nostri tentativi di dazione anche se minimi, ma di nuovo l’ego uccide i nostri sforzi. Il nostro intelletto riconosce allora che dobbiamo dare e accrescere le nostre intenzioni, che sono annullate di nuovo dall’ego.

Il nostro lavoro è di riconoscere, attraverso i nostri desideri, che noi diamo vita ai nostri “figli” e poi li distruggiamo. Noi siamo terrorizzati da ciò che abbiamo fatto, e dal fato che non abbiamo via d’uscita. Dopo aver attraversato questa tortura e compreso che siamo incapaci di fare qualcosa a riguardo, passo dopo passo, noi acquisiamo un nuovo desiderio: una nuova Reshimo informativa che è chiamata “Moshe” (Mosè).

Moshe” comincia a crescere e svilupparsi nella casa del Faraone. Sembra che stia dalla parte del Faraone. Il Faraone lo sviluppa e lo eleva, insegnandoli la sua saggezza. Dopo 40 anni spesi nel palazzo del Faraone, Moshe ha tutto eccetto la conoscenza del Creatore.

Moshe continua a crescere dentro i suoi desideri, che sono sottoposti alla correzione e sente che nonostante tutto, lui non riesce a convertirli in dazione. A questo punto gradualmente i suoi desideri acquisiscono il “punto di Moshe”, la scintilla che all’inizio era nascosta e che era totalmente elusiva. Comunque, la scintilla continua a crescere. A causa di ciò, noi cominciamo a dare vita ai nostri “figli” che significa l’intenzione di dare. Noi crediamo che siamo capaci di dare e di volta in volta “ammazziamo” i nostri sforzi.

Una persona continua a sterminare i suoi “figli” fino a quando con grande rammarico si rende conto che tutti i tentativi di dare non portano da nessuna parte. Noi diamo vita a un figlio (intenzione di dare), che è il nostro prossimo livello che ci dirige all’”uscita”dall’Egitto. Questo gradino è il risultato del nostro impegno nel lavoro di gruppo, ciò deriva dalle nostre attuali azioni. Ad un certo punto, noi acquisiamo realmente il desiderio di dare, ma dopo siamo in caduta e ci comportiamo egoisticamente un’altra volta. Questo significa che il Faraone “inghiotte” i nostri neonati.
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(Dalla 1a. parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 09.04.2012, Scritti di Rabash)

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Un’alleanza per attirare in maniera reciproca la Luce circostante

Gli attributi che un Kabbalista scopre interiormente e che sono in contrasto con la Luce fanno sì che lui senta l’esilio senza il quale è impossibile raggiungere la redenzione. Senz’altro, è impossibile sentire la redenzione, che è il sentimento degli attributi del Creatore: dazione, amore, connessione, unione, se non hai sentito le impressioni opposte, lo stato di esilio, gli attributi egoistici opposti.

Perciò è detto: “Vieni dal Faraone, poiché ho indurito il suo cuore”. Il Faraone simboleggia il retro del collo, il diretto opposto del Creatore, dal quale ci è rivelata l’intera essenza della redenzione dalla profonda oscurità dell’esilio.

Dovremmo essere pronti a sentire tutta l’amarezza dell’esilio, che è minacciosa e repulsiva, e che ci priva dei nostri poteri e che ci costringe a sospirare per questo tipo di lavoro. Ma è impossibile sentire l’attributo di dazione, il Creatore, in un’altra maniera tranne che dagli attributi della creatura stessa, che sono rivelati come “il beneficio della Luce da dentro l’oscurità”.

Ci vuole molto lavoro e il grande supporto del gruppo per raggiungere questo. Connettendosi e donandosi reciprocamente uno con l’altro, prima esternamente e dopo interiormente, ci aiutiamo uno con l’altro, com’è detto: “Ognuno deve aiutare il proprio amico”.

Aiutare un amico non significa solamente spronarlo e incoraggiarlo, ma piuttosto, deriva dalla comprensione del sistema. Fino al punto che ognuno comprenda e conosca il proprio ego, e in contrasto a questo abbia qualche tipo di comprensione, un sentimento della dazione del Creatore, lui si alza da sé, come una parte integrale del sistema generale e inizia ad aiutare gli altri attirando la Luce circostante.

Se ci connettiamo, almeno fino ad un certo punto, anche se è solo esteriormente, ognuno attira anche la più sottile Luce che riforma, e così donando uno con l’altro. Per questo motivo è così importante avere una connessione forte e buona che ci aiuti ad innalzarci oltre il nostro odio reciproco, oltre la repulsione e la distanza.

Se prendiamo tutti questi problemi in maniera realistica potremo considerare di essere indifferenti e odiarci uno con l’altro. Ma, allo stesso tempo, come degli adulti che hanno già sperimentato il loro lavoro interiore, comprendiamo che dobbiamo superare la repulsione e guarire noi stessi con l’aiuto della Luce superiore, che guarisce tutte le malattie dell’ego, che può cambiarci e connetterci.

Allora, noi ci provvediamo uno con l’altro della Luce che riforma, e questo è ciò che significa aiutare gli amici. Noi creiamo un’alleanza in modo che anche quando uno di noi è in discesa, gli altri possano tirarlo e salvarlo da questo stato.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 26.04.2012, Scritti di Baal HaSulam)

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Verificare la connessione con il Gruppo

Noi dobbiamo capire che ci sono solo due stati nella nostra vita, nella nostra realtà: uno stato di oscurità, un’ombra, o uno stato di Luce, di connessione, la rivelazione del buono e benefattore. Non c’è niente nel mezzo. Se ascoltando questo una persona cerca costantemente di chiarire gli stati che attraversa, che sia un’ombra oppure la rivelazione del Creatore, avanzerà lungo la linea di mezzo.

Baal HaSulam, Shamati, Articolo 8: “Qual è la differenza tra l’Ombra della Kedusha e lo Stato di Sitra Achra”: “Invece, tutti i cambiamenti sono nei riceventi. Noi dobbiamo osservare due discernimenti in questa ombra …”.

Il primo è quando una persona può ancora unirsi con gli amici superando i pensieri sulla separazione e “l’offuscamento” dei sensi. Può ancora superare l’oscurità e l’occultamento e capisce anche che ha perso lo scopo, la via del Creatore.

Ma nel complesso, nessuno conduce un vero auto criticismo, “Perché mi sento in questo modo? Da dove proviene questo sentimento?”. Non sono il mio stesso psicologo, mi sento semplicemente bene o male, come un bambino. Io non calcolo chi mi manda questi pensieri e questi sentimenti. Mi “lascio cuocere” in essi e sprofondo nel mio corpo come un bambino piccolo.

Inoltre una persona deve conoscersi ed esaminarsi: “Cosa ha convocato i miei sentimenti ed i miei pensieri? Come posso ascendere al di sopra di me stesso, al di sopra dell’attuale stato? Come posso uscire da questo pantano tirandomi fuori per i capelli?”. Una persona si guarda sempre dall’esterno, “Si, sono immerso nel mio desiderio egoistico. Si, esso mi controlla. È vero, non mi permette di connettermi, non mi fa alzare per la lezione, mi forza a disconnettermi, fa in modo che la vita quotidiana, con tutti le sue relazioni, sembri più importante. Ma vedo che sono in questo stato e che è opposto allo scopo”.

Come posso capire e riconoscere questo? Quando sono anche connesso a qualcosa di esterno, al gruppo. Qui arriva il momento della verità; posso verificare se ero davvero connesso al gruppo oppure no. Se non ero connesso, sento solo me stesso: mi sento male, non voglio niente, ecc … Inoltre, non cerco nemmeno di rendermi conto di questo e scorro semplicemente via senza speciali pensieri o desideri.

Ma se ero connesso al gruppo, se avevo un’alleanza con gli amici, in base alla quale devono aiutarmi persino se cado e prendo un’altra direzione, le connessioni interiori sono mantenute, farò attenzione a come mi vedono, e non mi dimenticherei del tutto del mio impegno. Loro mi supporterebbero ed io potrei vedermi dall’esterno e chiarire i miei sentimenti.

Per questo io sarò diviso in due: il mio io e la mia attitudine verso il gruppo. Solo allora, restando aggrappato alla connessione con gli amici, sarò capace di chiarire e verificarmi, ed attraverso questo, cominciare l’ascesa che segue la discesa. In altro modo, non ho possibilità: semplicemente cado e lascio. In questo modo una persona può superare il primo tipo di ombra, giustificando l’attuale stato e capendo che gli è stato mandato dal Creatore. Allora può chiamare il Creatore per l’aiuto.

Perché mi rivolgo a Lui? Non per sentirmi meglio, perché allora chiederei di annullare la mia inclinazione al male, che Lui ha creato, aggiungendo la Torà come una spezia. Così io dovrei chiedere la spezia, in modo tale che il potere dell’amore e della dazione, il potere della connessione, venga dall’Alto e mi renda capace di avanzare verso l’altra linea.

“Quando qualcuno ha ancora l’abilità di superare l’oscurità e l’occultamento che sente, di giustificare il Creatore e pregare il Creatore che gli apra gli occhi per vedere che tutti gli occultamenti che si sentono derivano dal Creatore”.

Quando una persona è lasciata indifesa e non vede via d’uscita, quando maledice il Creatore, gli amici e la vita, sta anche guardando se stessa dall’esterno ed all’improvviso vede la possibilità di una svolta, può domandare che il Creatore la salvi. Perché? Perché non accetta lo stato in cui la provvidenza del Creatore sembra cattiva e non può giustificarlo. Una persona si sente male perché pensa male del buono che fa il bene, essendo opposta a Lui. Se la vita sembra cattiva, è un segno che sono opposto al Creatore.

Noi dobbiamo costruire un Masach (schermo) e la Luce che Riforma al di sopra di tutte le situazioni. Anche nelle peggiori situazioni devo vedere il Creatore come la loro fonte, come la Luce che è piena di tutta l’abbondanza infinita, ma che è frammentata dentro di me e si trasforma in un sentimento cattivo, in un’ombra, nell’oscurità, siccome i miei attributi sono opposti al buono e benefattore, opposti all’attributo della dazione e dell’amore.

Perciò noi avanziamo ogni volta che chiariamo le cose correttamente. La cosa principale è scoprire costantemente questo punto, “Cosa sento? Chi mi sta mandando questi sentimenti? Perché sto sperimentando questo sentimento?”. Questo è l’intero principio del nostro lavoro ed è questo che divide l’umanità nell’1% e nel 99%.
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(Dalla lezione dal Brasile del 3.05.2012, Shamati 8)

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Fino a che l’ombra non scomparirà

Shamati #8: ”Qual è la differenza tra l’ombra di Kedusha e l’ombra di Sitra Achra”: E’ scritto (Cantico dei Cantici, 2), “Fino a che il giorno respiri, e le ombre fuggano via.” Noi dobbiamo comprendere cosa sono le ombre nel lavoro. Il fatto è che quando uno non sente La Sua Provvidenza, che Lui dirige il mondo essendo “Buono e benefattore”…

Il governo del Creatore è assolutamente buono. Questo è il raggiungimento che dobbiamo raggiungere. Il Creatore è immutabile e noi non stiamo aspettando per Lui in ogni caso. E’ scritto,”Io non cambio Me Stesso”. Uno che è eternamente buono e agisce benevolmente non può diventare differente. Lui è assoluto e la Sua dazione è costante. La Luce Superiore è in assoluto riposo e riempie il tutto.

In ogni caso, noi riveliamo che l’Uno è buono e compie il bene cambiando le nostre percezioni, così noi andiamo da un infinito negativo, da una realtà che appare peggiore della morte, ad un infinito positivo, il bene più grande, e quindi, nonostante le difficoltà delle nostre sensazioni, al di sopra di loro, per sentire che tutto è bene. Queste sono le caratteristiche dello schermo (Massach) e la percezione che dobbiamo raggiungere.

Nel desiderio egoistico noi sentiremo i peggiori stati possibili, che non potremmo nemmeno immaginare, e ancora, al di sopra dei nostri desideri, noi correggeremo noi stessi per capire e sentire che questa è la miglior cosa possibile. Questo è il tipo di differenza che deve aprirsi tra le nostre sensazioni all’interno del desiderio e quello che riveliamo consciamente.

Il creatore non cambia. Lui ci manda costantemente stati che diventano più difficili e spiacevoli, sia per il corpo animato sia per l’anima, quindi al di sopra di essi noi formeremo la percezione opposta, permeata di dazione e amore. Attraverso l’attuazione della dazione, precisamente al di sopra di tutte le pesantezze rivelo la volontà benevola del Creatore e arrivo ad identificare me stesso con Lui.

Così, una persona rivela la vita spirituale solo attraverso l’esperienza nelle difficoltà e cattive circostanze. In alternativa, non potrebbe separarsi dal nostro mondo ed entrare nella spiritualità.

Oggi questo processo sta prendendo dimensioni globali. Questo perché finora abbiamo sviluppato l’egoismo comune, prima in forma lineare, e poi negli ultimi 200 anni, esponenzialmente. Comunque, l’egoismo non ci connette ancora l’uno all’altro in un tutto globale ed integrale. Ma oggi l’intero mondo è un gruppo che è disconnesso, rotto e presenta la necessità della correzione.

Questo gruppo si divide in due parti:

– Il “99 percento,” che diventa sempre più interconnesso, e interdipendente con il passare dei giorni, e più ristretto nella vita. Questo viene espresso differentemente dappertutto, e la tendenza stessa emerge solo di recente, ora si sta sviluppando a grande velocità.

– Il gruppo all’interno di questa società, è “l’uno percento.” Il gruppo intero è differenziato dai suoi desideri per raggiungere il segreto dello sviluppo: perché questo succede e a quale scopo? Cosa ci succederà? Qual è la ragione del processo attuale? Come possiamo controllarlo, o almeno andare avanti con lui?

Così è dove arriviamo alla nozione di un’ “ombra”, fa si che la vita di una persona sia difficile e scagli al di sopra di lui un carico che diventa sempre più pesante, deprivandolo di interesse nei piaceri consuetudinari. Alla stessa maniera, una persona che desideri avanzare spiritualmente sente pesantezza nella sua comprensione e coscienza e presenta un periodo difficile ricordando l’importanza del cammino e dello scopo. Tutto questo avviene per poter capire che dobbiamo prendere le redini nelle nostre stesse mani, e tutte le difficoltà sono invocate dall’inclinazione maligna, originata dal Creatore. La Luce Superiore costantemente ci porta nuovi problemi e via via più pesanti, così noi possiamo vedere l’”ombra” in questo e ascendere sopra di esso.

Il fatto è che quanto uno non sente la Sua Provvidenza, che Lui governa il mondo in un modo “Buono e benefattore”, è considerata come un’ombra che oscura il sole. In altre parole, così come l’ombra corporale che oscura il sole non muta in ogni caso il sole, e il sole brilla alla sua massima potenza, alla stessa maniera colui che non sente l’esistenza della Sua Provvidenza non induce nessun cambio in Alto.

L’attitudine del Creatore verso di noi rimane la stessa, assolutamente benevola, ed è solo la nostra sensazione che induce un cambiamento affinché possano venir fuori dubbi e domande, continuando ad accettare il governo del Creatore buono al 100%. Quando completiamo un’ascesa, ci viene mandata un’ombra maggiore, quindi maggior pesantezza, confusione, dubbi, e spine attorno agli amici. Comunque non importa cosa arrangia il Creatore tra di noi, noi dobbiamo unirci e comprendere che tutto viene da Lui. Non c’è niente dietro di Lui. E in ogni caso, in ogni momento dobbiamo realizzare la Sua Bontà.

Se noi non completiamo il momento attuale con la sensazione di Colui che è buono e produce il bene, noi non avanzeremo fino a che non superiamo il gradino corrente. Di conseguenza, in qualsiasi stato noi faremo esperienza di cattive sensazioni, confusione, e mancanza di energia per andare a lezione, mancanza d’interesse nel cammino e all’unificazione con il gruppo. Questo avviene costantemente, e se noi non ci concentriamo in ogni momento, lo scopo immediatamente scompare. Questo perché il nostro desiderio egoistico lavora senza fermarsi, come un contatore con le ruote sempre in movimento. Questo “addensa” il nostro desiderio così sprofondiamo nella vita del nostro mondo.

Come risultato, se noi non aiutiamo la connessione, se non ci aiutiamo l’un l’altro, se non ci “aggrappiamo con le unghie”, allora ci disperderemo in ogni direzione. I gruppi cadono a pezzi e improvvisamente non possiamo trovare niente dalle fondamenta. Questa è la definizione di “ombra” – libertà dagli obblighi del passato, mancanza di sensibilità, che improvvisamente filtra attraverso di noi come una nebbia spessa, che sommerge tutto nell’oscurità. Questa oscurità ci nasconde l’obiettivo, l’importanza dell’unione e il cammino spirituale.

Alla fine, tutte le ombre – esterne ed interne, private e generali, arrivano nell’ordine di farci impegnare, di farci lavorare nonostante le loro azioni e al di sopra di essi per rivelare il coinvolgimento, l’unificazione, la connessione, ed eventualmente – il Creatore, Colui che è buono e fa il bene. Anche se non vediamo chiaramente il Creatore e il Suo governo, tuttavia, attraverso un’analisi con i nostri sentimenti e la nostra mente, arriviamo a questa sensazione. Questa è la conclusione del livello attuale nel quale correggiamo l’inclinazione al male che il Creatore ci ha dato.

L’inclinazione maligna emerge solamente tra le persone che vogliono unirsi, che hanno l’intenzione di correggere la rottura. Non si rivela alla massa, al “99 percento”. Loro non possiedono l’inclinazione maligna. Loro non vogliono unirsi gli uni agli altri per correggere la rottura spirituale. Solo noi possiamo passare attraverso questa correzione, annettendoci agli altri.
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(Dalla lezione in Brasile del 3.05.2012, Shamati #8)

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Non scappare dal riconoscimento del male

Se qualcuno mi fa notare il più piccolo difetto dentro di me, comincio a odiarlo nella misura in cui sento la mia negatività che mi colpisce, arriva da me m’invade. Io mi allontano istantaneamente da questa persona. Noi corriamo istintivamente lontano dalle accuse.

Cosa può aiutarmi a raggiungere uno stato dove io rivelo completamente il mio male e sono contento che mi viene sempre rivelato dentro di me, e allo stesso tempo sento dentro di me un male enorme, che ha bisogno di essere cacciato fuori da me? Poi raggiungo la massima sensazione del male da cui involontariamente grido al Creatore. Che cosa mi aiuterà a rimanere nel percorso fino alla fine e non correre lontano dal riconoscimento del male?
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(Dal Congresso di Vilnius 25.03.2012, Workshop 4)

Per non dimenticare

Domanda: Tu ci ripeti costantemente che l’unica cosa che dobbiamo fare è quella di lavorare con la luce. Ma noi siamo come dei sordi e costantemente dimentichiamo questo. Perché avviene questo?

Risposta: È scritto in tutti i libri riguardo al lavoro con la Luce. E dimentichiamo perché il nostro egoismo, la nostra natura, è contro questo. L’unica cosa che ci può aiutare è l’ambiente. Ma l’ambiente deve riflettere su questo, invece di parlare, perché le nostre parole non passano per niente. Se l’ambiente è costantemente in questo pensiero, nella ricerca intorno a questo, voi non dimenticherete.
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(Dal Congresso di Vilnius 25.03.2012, Workshop 4)