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Stando con un piede sul prossimo livello

Rabash, “Amor proprio e l’amore per il Creatore”: C’è amore per se stessi e c’è l’amore del Creatore. E c’è la fase di transizione, che è l’amore degli altri, e dall’amore degli altri uno arriva all’amore del Creatore. Questo perché Rabbi Akiva disse: ”Ama il tuo amico come te stesso; questa è la più grande legge della Torà.” E come Hillel disse al convertito che gli chiese, “Insegnami l’intera Torà durante mentre resterò su un piede.” E lui gli disse: ”Non fare all’amico ciò che odi. Il resto è commentario.” Giacché dall’amore degli altri uno arriva all’amore del Creatore e poi tutta la Torà e tutta la saggezza sono nel cuore di una persona.

E’ molto difficile per una persona essere in accordo internamente che la strada verso il Creatore passi attraverso l’amore degli altri e questo è vero che è lo stesso amore, ma in due vasi differenti.

Gli altri non esistono, ma ci sembra così finché abbiamo una possibilità di compiere azioni al fine di espandere i nostri vasi. Più tardi, sarà rivelato che non c’é null’altro che una persona e il Creatore.

Lui ha corretto, arrangiato e connesso a se stesso i desideri che lui precedentemente pensava fossero gli altri, tutto il grande mondo che lo circonda. Prima, lui ha trovato sempre più connessioni in questo mondo.

Ha visto che sempre più riesce a connettersi e, eventualmente, lui comprende che questo è il suo vaso e, così, si connette al Creatore.

Allora, “Dall’amore degli altri all’amore del Creatore” non è solo un bello slogan, ma il riempimento del desiderio, che è l’unico posto dove una persona può rivelare il suo mondo superiore.

Questo cammino è un risultato della “rottura dei vasi” che avviene specialmente al fine di permetterci di espandere i nostri sentimenti e, allo stesso tempo, di essere indipendenti e fedeli al Creatore per sempre.

“Ama il tuo amico come te stesso” è la grande regola della Torà, che include il desiderio generale nel quale tutta la Luce è rivelata. Noi possiamo studiarlo “su un piede” (in sintesi), il che significa che attraverso un’azione appena, possiamo arrivare al raggiungimento totale. Noi scopriamo che dietro ciò che ci appare, come gli altri, c’è l’intera realtà.

L’unico problema è percepirlo internamente. Questo è tutto il nostro lavoro e, qua, noi necessitiamo di garanzia mutua giacché possiamo ascoltare riguardo questa per molti anni prima di cominciare ad avvicinarci ad essa. Conseguentemente, qualche anno in più sarà necessario per decidere di implementarla.

Così molti anni passano, e solo con garanzia mutua, responsabilità mutua, pressione, invidia, brama e usando tutti i mezzi che una persona ha, possono aiutarlo a diventare impegnato e a internalizzare questo principio il più profondamente possibile dentro il suo cuore.

Noi dobbiamo misurare quanto profondamente entra in noi e ci porta all’accordo interno e da questo dar valore al nostro avanzamento.
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(Dalla preparazione alla Lezione di Kabbalah del 02.12.2012)

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Il pulsante nascosto

Domanda: Gli sforzi interiori causano sofferenza. Possiamo dire il contrario, cioè che questi dolori provengono direttamente dalla natura in forma di uragani e altri disastri naturali?

Risposta: Nel complesso, la risposta è sì. Invece di ricostruire le case che sono state distrutte dall’uragano e ricevere colpi ancora più terribili, possiamo muoverci internamente a lavorare e fare sforzi mentali. Questi sforzi dovrebbero essere qualitativi, sebbene la natura ci obbliga a muoverci verso sforzi quantitativi.

Questa differenza tra la qualità e la quantità è enorme. Lo sappiamo dalle leggi della piramide, che è divisa in quattro livelli: l’inanimato (s), il vegetativo (v), l’animale (a) e l’umano (h). Nel livello dell’essere umano noi facciamo degli sforzi mirati a uno scopo.

Ma le altre persone sono a un livello più basso. Pensate agli sforzi che devono fare per l’intera larghezza della base della piramide! Che grande area di desiderio ricoprono, quante tonnellate di cemento e ferro, quante ore di lavoro consumate, quante malattie attraversate e quale grande mancanza viene risentita!

Noi siamo al di sopra di questo livello e possiamo cambiare le difficoltà e le sofferenze di miliardi di persone per molti anni con un clic su un pulsante.

Ma non credo che spingere questo pulsante sia più facile che un migliaio di anni di lavori forzati. Non è per caso che il popolo di Israele gridò nel deserto e che era disposto a tornare al duro lavoro in Egitto, a lavorare di nuovo per il faraone, solo per evitare di spingere questo pulsante.

Questa è l’essenza della decisione che una persona deve prendere, così che il nostro mondo non scompaia fino alla fine della correzione.

Premendo questo pulsante tu devi essere consapevole e realizzare ciò che dovrà succedere, non puoi fare clic ed essere sorpreso dall’esito; nella spiritualità tu premi il pulsante solo quando sei a conoscenza di tutte le azioni che succederanno dopo. In altre parole la forma della redenzione esiste già in esilio.

Devi immaginare il processo; altrimenti non hai scelta, perché scegliere significa comprendere il futuro ed è per questo che lo scegli.

Qualitativamente, questo lavoro è molto più difficile rispetto al lavoro ordinario. Quindi anche se avrebbero potuto farlo, loro gridarono: “Lasciaci tornare indietro! Lasciaci cambiare questo lavoro con il precedente tipo di lavoro!”

Domanda: Allora perché i kabbalisti sostengono che il percorso della Torà è più facile rispetto al percorso delle sofferenze?

Risposta: Cerca di pesare due cose diverse con la stessa scala: un quantum di luce con miliardi di tonnellate di rocce. Possono essere paragonati? L’energia della luce interiore è miliardi di volte maggiore del peso fisico delle rocce. Ma queste cose sono incomparabili nella tua percezione egoistica, nei tuoi sensi immaginari. Prima dobbiamo cambiare la nostra scala di valori. È scritto: “il giusto è il fondamento del mondo”. La sua potenza e valore sono molto più grandi di tutta l’umanità. Senza di lui la gente non può fare nulla, loro non esistono affatto nella spiritualità. Quindi non si possono pesare i due tipi di sforzi dallo stesso strumento.

Domanda: Allora tutti dovranno spingere quel tasto alla fine?

Risposta: No, nemmeno tutti i figli di Israele, il che significa tutti coloro che anelano direttamente al Creatore. Tutti partecipano nel premere il pulsante, ma è difficile dire chi avrà il ruolo di protagonista nel futuro.

Da un lato, una persona non può avanzare senza un leader. In ogni generazione ci deve essere qualcuno che tira in avanti e trascina gli altri. D’altra parte, può esserci qualcosa di simile al Sinedrio, un gruppo di persone che sono pronte e in grado di trovare la forza generale che condurrà il popolo dalla connessione fra loro. Non credo che c’è qualcuno  in grado di fornire una chiara prognosi, ma non importa. La cosa principale è che noi stiamo avanzando. Ciò che è necessario è che questo dovrà accadere. La mancanza di conoscenza in questo caso non è un problema.

In un modo o nell’altro, tutti parteciperanno nel processo fino alla fine della correzione, fino all’ultimo clic, tutti saremo nella piramide. Solo la luce della fine della correzione trasformerà la linea in un cerchio. I livelli della scala spirituale non cambiano, e solo quando in tutti i Malchut entrerà la correzione e raggiungeranno il Keter diventando uguali ad esso, succederà che tutte le forme scompariranno, fatta eccezione per il cerchio.

Domanda: Quele tasto è l’amore per gli altri?

Risposta: Sì, ma attraverso l’amore per gli altri, aneliamo all’amore del Creatore, dobbiamo ricordare questo.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah,  04.11.2012, Matan Torà, (Il dono della Torà))

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Libertà tra il Creatore e il faraone

Baal HaSulam: “Matan Torà” (Il Dono della Torà) articolo 13: Ci sono due parti nella Torà: 1) Mitzvot tra l’uomo e Dio, e 2) Mitzvot tra l’uomo e l’uomo. Ed entrambi mirano alla stessa cosa – portare la creatura allo scopo finale di Dvekut con Lui.

Mitzvot governando le relazioni tra le persone condensando al principio “Ama il tuo amico come te stesso.” E Mitzvot che governano le relazioni tra uomo e il Creatore condensano al principio “Ama il Signore, tuo Dio.” Così ci sono due livelli nella via di riempimento la Mitzva dell’amore: Primo, una persona lo riempie con rispetto all’umanità, e se lui ha successo, allora raggiunge il completo amore del Creatore.

Perché il processo è diviso in due parti? Il punto è che se non ci fosse la frantumazione dei vasi, come risultato di questo il mio mondo sembrerebbe essere popolato da molte persone, io non avrei basi, nessuna fondamenta, al fine di concludere le azioni della correzione, siccome queste azioni hanno bisogno di essere celate.

Dall’altro lato, se il Creatore mi è rivelato, io sono corrotto, condannato, schiavizzato, annullato, venduto e deprivato del libero arbitrio. In breve, in questo caso, io devo dare poichè non ho scelta. Quando vedo Lui, non ho altre scelte. Lui mi controlla, mi domina e io divento un “angelo” che non detiene il libero arbitrio.

Al fine di esercitare il libero arbitrio, io devo essere distaccato dal Creatore e imparare come donare da coloro che non mi obbligano a fare ciò con la forza. Loro lo fanno, comunque, evocandomi sofferenza. Per esempio, loro mi mandano l’uragano Sandy o uno tsunami. Ma questi disastri non mi spingono avanti verso le correzioni, giacché io non sento che questi arrivano direttamente dal Creatore, e quindi mantengo il mio libero arbitrio. Nel complesso, noi siamo costantemente in uno stato di vaghezza.

Questo mondo ci è stato dato affinché noi potessimo essere liberi dal Creatore e quindi ci sono due tipi di Mitzvot. Ci sono Mitzvot che collegano relazioni tra persone, che noi manteniamo senza alcun obbligo. Noi realmente aumentiamo la nostra ricognizione interna di come esse siano necessarie e col tempo mentre diventiamo esperti noi cominciamo a capire che siamo realmente liberi in questo.

Al momento io non ci credo. Io sono spinto da dietro da un bastone e attirato in avanti dal punto nel cuore. Non guardo più i lati, ma solo avanzo e ripiego. E’ questo il libero arbitrio?

Sulla strada, comunque, noi cominciamo a stabilire la connessione tra noi; noi sentiamo che siamo liberi nella resistenza tra il Creatore e il Faraone. La vera libertà è celata in questo punto di mezzo, nel mescolamento tra buono e cattivo (la buccia di Noga). Questo è dove l’intenzione, col significato di uomo, è nata. L’intenzione è uomo.

Così i Mitzvot sono divisi in due parti giacché noi dobbiamo essere in uno stato di occultamento al fine di esercitare il libero arbitrio, allorché prima adempiamo alle Mitzvot tra persone per poi finalmente ottenere le Mitzvot tra uomo e Creatore.

L’ammontare di Mitzvot è determinato dai nostri 613 desideri che sono divisi in 248 “organi” e 365 “legamenti” nell’anima di una persona. Noi dobbiamo correggere tutti questi desideri con l’intenzione al fine di dare.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah, 04.11.2012, “Matan Torà” (Il Dono della Torà)

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Annullarsi dinanzi al potere dell’amore

Dagli scritti di Rabash, Volume II, Lettera 40: E quando una persona comincia a percepire l’amore del suo amico, immediatamente iniziano a risvegliarsi in lui la gioia e il piacere. Per lui l’amore del suo amico è una cosa nuova, dato che ha sempre saputo di essere il solo a preoccuparsi per il suo benessere. Ma nel momento in cui scopre che il suo amico si prende cura di lui, questo evoca in lui una gioia incommensurabile, e non può più prendersi cura di se stesso, dal momento che l’uomo può far fatica solo dove sente piacere. E dato che sta cominciando a provare piacere nel prendersi cura per il suo amico, egli, naturalmente, non riesce a pensare a se stesso.

Vediamo che in natura, l’amore esiste fino a quando il desiderio diventa insopportabile …

In noi esistono delle Reshimot (reminiscenze), ricordi del vaso dell’anima generale. Tutta la realtà che percepiamo e anche le parti che non percepiamo sono in noi e fanno parte del vaso, così come era prima della rottura dei vasi. Quindi nel momento in cui una persona percepisce l’amore che qualcuno prova verso di lui, non l’amore egoistico che conosciamo nel nostro mondo, ma un amore che proviene dall’alto dell’anima generale corretta, dalla sorgente corretta, la Reshimo del vaso generale, che al momento viene percepita come esterna, viene immediatamente evocata in lui.

Così una persona sente subito che questa forza viene da un altro mondo, da uno stato superiore, e il suo amor proprio viene annullato. Egli non può rimanere nello stato di amore per sé stesso ed è pronto a dare la sua anima alla nuova inclinazione, alla connessione che si trova al di fuori di lui. Avviene in questa maniera perché è il vaso esterno che è il vero, generale vaso superiore rispetto al singolo egoistico amore per sé stesso che adesso lo domina.

Una persona si annulla davanti a questo potere. Se una persona sente di essere amato e che è l’inclinazione ad amare spiritualmente qualcuno, che si trova al di fuori di lui, viene improvvisamente evocata, allora l’amore animale e corporeo per se stesso scompare. La ragione è che una persona sente che il grande vaso generale è superiore rispetto al piccolo vaso individuale, e quindi annulla se stesso dinanzi a questo amore.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 02.10.2012)

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Uno sfogo emozionale

Domanda: Ho notato che ci sono un sacco di risate e scherzi durante le discussioni dei gruppi integrali. Quanto dovrebbero essere serie queste lezioni? Dovremmo in qualche maniera combattere le risate?

Risposta: No. Noi dobbiamo dare alle emozioni un’opportunità di venire fuori, salire al di sopra di noi, ridere di noi stessi e capire da dove vengono. Noi stiamo trattando con l’origine del secondo livello “Uomo” al di sopra dell’ ”animale” in noi. E questo perché questi due livelli hanno un’egual ragione di esistere. Sotto la mancanza di circostanze dovremmo sopprimere il livello animale. Il livello egoistico rimane, scorre sotto di noi, ed è sempre nel processo di crescita. E in accordo con esso, noi cresciamo e ci eleviamo al di sopra di esso. Noi non siamo in grado di crescere senza la stessa crescita dell’egoismo in noi.

E’ difficile determinare quante persone si stanno sviluppando egoisticamente durante i primi incontri del gruppo integrale. Comunque, più tardi, diversi eccessi e contraddizioni cominciano ad apparire in loro. E lavorandoci diventa molto interessante, dal momento che lo scopo è di sviluppare la nostra integrazione integrale attraverso questo.

Ma per adesso, la risata, le esclamazioni, una varietà di sfoghi emozionali interni, rappresentano l’inabilità di esprimere le nostre sensazioni. Tutto questo è necessario per ascendere: o una parte negativa, che proviene dall’egoismo, oppure un non ancora risolto o già realizzato livello egoistico. Ma questa è una buona cosa. La cosa più importante è lasciare che venga fuori.
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(Da un Discorso sull’educazione integrale 05.03.2012)

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Parliamo riguardo a qualcosa al di fuori di questo mondo

Domanda: Cos’è meglio discutere in un gruppo di educazione integrale e cosa è meglio non discutere?

Risposta: Parlando in maniera figurata, noi dovremmo parlare solo di amore e amicizia. Noi non esaminiamo i nostri stati perché loro esistono al livello animale.

Prima, noi dovremmo elevare il livello “Umano”, creare un’immagine generalizzata di questo, la nostra qualità comune della dazione e amore, la nostra attitudine gli uni verso gli altri. Noi possiamo solo tenere discussioni al livello di questa rete di corrette interrelazioni tra noi, e solo riguardo a cose che rafforzano il nostro stato collettivo.

Perché allora? Perché al diventare più forte attraverso questo stato noi cominciamo a generare una determinata forza che illumina il nostro stato animale e comincia a cambiare. Solo da uno stato più elevato possiamo cambiare il nostro stato più basso. Tutti i nostri conflitti scompariranno gradualmente o si amplieranno prima di scomparire e sullo sfondo di questo noi staremo sviluppando la nostra connessione.
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(Da un discorso sull’Educazione Integrale del 04.03.2012)

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Il dolore è un esame per l’amore

Amiamo il  Creatore  perchè è la sorgente da cui deriva il piacere. Chiaramente questo è un amore egoistico e condizionato. Se il creatore ci avesse mandato invece dolore, certamente avremmo risposto odiandoLo.

 

Ma quando una persona chiamata un “lavoratore del Creatore,” soffre facendo il lavoro spirituale, egli associa il dolore con il suo  egoismo  e cerca di correlare il Creatore con l’amore. Significa che divide se stesso in due parti, quella che riceve e quella che da. Nella parte che riceve egli sente la sofferenza ma desidera trascendere al di sopra di essa. E allora, considera le sue sofferenze un “controllo” del fatto che il suo amore copra veramente tutte le trasgressioni e che può veramente salire sopra tutti gli stati che lo fanno soffrire.

Poi, capisce, vede e conosce per certo che la sua attitudine verso il Creatore non dipende dal suo ego. Altrimenti, egli non ha mezzo o criteri per fare il controllo.

Quindi la relazione con il Creatore è basata sul fatto che egli si annulla per il fine della dazione, e che egli percepisce il suo egoismo originario come fosse una cosa peggiore della morte. Ma solo sotto questa condizione egli può essere sicuro che il suo amore per il Creatore è incondizionato e perfetto.
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(Dalla preparazione alla lezione quotidiana di Kabbalah 12.08.2012)

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Le scintille che si accendono in un cerchio di cuori

Dagli scritti di Rabash, Volume II, Lettera 8: E una volta che ho raggiunto questo rivestimento sopra menzionato, le scintille di amore cominciano prontamente a risplendere al mio interno. Il cuore comincia a unirsi con i miei amici, e mi sembra che i miei occhi vedano i miei amici, le mie orecchie ascoltino la loro voce, la mia bocca gli parli, le mani abbraccino, la danza in cerchio, in amore e gioia insieme con loro, e io trascendo i miei limiti corporali. Ho dimenticato la grande distanza tra me e i miei amici, e l’estesa terra non si frapporrà tra noi per molte miglia.

E’ come se i miei amici stessero di fronte al mio cuore e vedessero tutto quello che sta succedendo là, e mi vergogno dei miei atti meschini contro i miei amici. Allora, io esco semplicemente dai vasi corporali, e mi sembra che non ci sia più la realtà eccetto che i miei amici e me. Dopo questo, anche l’ “Io” è cancellato e immerso, mescolato agli amici, fino a che io resto in piedi e dichiaro che non c’è nessuna realtà nel mondo – solo gli amici.

Chiaramente, è impossibile raggiungere questo stato solo con le mie semplici forze. Solo la Luce superiore può portarci allo stato come opera su di noi per un lungo tempo fino a che non evochiamo il desiderio collettivo. Allora, ci incorporiamo tutti in un network, e di conseguenza ognuno sente la società.

Ognuno osserverà che questo è il centro della sua vita, e questo è dove lui riceve la forza della vitalità e la sua impressione. In questa mutua connessione, lui gradualmente scopre la forma del Creatore partendo dalla mutua dazione, gli amici stabiliscono un campo dal quale, come nel caso di sviluppi e scoperte, la forma del Creatore è caratterizzata e rivelata.

Così, quando noi conseguiamo un desiderio collettivo, le condizioni corporali cessano di esistere. Il desiderio è l’unica cosa dalla quale, attraverso la dazione mutua, noi cominciamo a stabilizzare e a scolpire l’immagine del Creatore rivelandola a tutti. Una persona vede che fuori da questo network generale non c’è nulla tranne gli amici.

Questo è il perché noi stiamo in questo stato in questo mondo e, attraverso azioni e stati corporali, noi possiamo raggiungere il mondo spirituale. Non potremmo fare niente in altro modo.

Può essere solo in questa maniera, attraverso le azioni corporali e la Luce Circondante che ci eleva alle azioni spirituali, ma l’impressione viene dalla connessione generale tra ognuno di noi. Io credo che questo è già tra noi in qualche estensione.
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(Dalla preparazione per la Lezione quotidiana di Kabbalah 25.07.2012)

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Insistere di fronte alla Grandezza

Domanda: Quando ricevo per il bene della dazione, l’abbondanza mi attraversa. Posso gioire di questo?

Risposta: Tu non gioisci dell’abbondanza che ti attraversa. E’ una maniera completamente differente di abbondanza, non come il riempimento egoistico. Tu, come un ospite, vuoi provare un dolce delizioso al fine di fare un favore al padrone che l’ha preparato. Potrebbe essere che il dolce abbia lo stesso sapore, ma non è così.

Domanda: Ma, quando amo qualcuno con tutto il cuore, dimenticandomi di me stesso, questa sensazione emerge in me tuttavia. L’amore è diretto nei confronti dell’altro, ma io sono colui che lo sente.

Risposta: Sì, la sensazione emerge dentro di te; comunque, consiste di diversi parametri. Dopotutto, tu ricevi il piacere di voler dare a colui che ami.

Immagina questo. C’è il desiderio di ricevere del Creatore e il desiderio di ricevere della creazione, che è quello che sei. Tu devi sentire il Suo ricevere il desiderio, sentire come Lui vuole donarti, per assimilare questo desiderio di ricevere dentro te stesso per darGli piacere.

Principalmente, stai facendo esperienza del piacere nella “testa”, significa nel desiderio che hai ricevuto da Lui. Allora questo torna fuori che là, dentro il Suo desiderio, tu fai il calcolo, “Come posso riempirlo?-almeno nell’ampiezza di quanto tu svilupperai il tuo ricevere desiderio.” In altre parole, nel tuo desiderio tu senti l’ampiezza, in cui tu stai riempiendo Lui, e questo è già l’abito della Luce di Hassadim.

Come risultato, noi stiamo parlando di piacere di un tipo veramente differente.

Domanda: Allora come può emergere la separazione se tutto è dentro di me?

Risposta: L’intenzione cade fuori dalla differenza tra l’uno e l’altro. Quando lo stimolo nei confronti della dazione al Creatore regna nella tua “testa”, concorde, il piacere diventa differente.

Domanda: Potremmo comparare questo con l’amore nei confronti di nostro figlio? Posso donargli un dolce senza neanche averlo provato?

Risposta: No, il piacere passa attraverso te, ma ora tutto è definito nel suo desiderio, non il tuo.

Domanda: Come posso adempiere con questa differenziazione tra me e lui?

Risposta: Nel primo stadio, noi saliamo al di sopra del nostro desiderio e solo al secondo stadio siamo capaci di percepire qualcosa di sconosciuto, facendolo nostro.

Al fine di rendere piacere all’oste, io devo sentire il Suo piacere, sentire quanto Lui gioisca per la dazione verso me e che piacere devo ricevere da Lui. Io devo sentire che questo piacere è arrivato da Lui e ed è dono d’amore, e non ragione.

Per mezzo del suo amore, Lui mi trasmette la sensazione di vergogna, che ora mi aiuta a fronteggiare con la situazione e a capirlo al fine di costruire una relazione differente. Io prendo il Suo piacere, io ricevo questo da Lui, ma io non faccio calcoli per il “dolce”, ma specificamente per questa dazione. Il “dolce” è il livello più basso, Nefesh de-Nefesh, e il piacere, che ho dato a Lui, è la totalità di NRNHY.

Qua è dove uno dovrebbe credere il non considerare se stesso:”Da quando io sto dando piacere al Creatore, Lui stesso!-Guarda solo a come Lui gioisce di me!” E’ qui, dove il principale calcolo è localizzato e non nel “dolce” in sé, che è stato dato a te semplicemente come un mezzo, permettendoti di creare la connessione con tutti i mondi. Il calcolo nella testa del Partzuf è diretto alle relazioni con il Creatore.

E questo è perché tu hai bisogno di sapere chi è il Creatore, come Lui agisce, e come darGli piacere, dal momento che i Suoi vasi, desideri, sono infiniti. Allora come proteggere se stessi in una qualche situazione? Comparato a questo, i piaceri diretti sono niente più di una scintilla, che hanno creato il desiderio, mentre tutto il resto è condizionato dalla grandezza del Datore.
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(Dalla 4° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 27.06.2012, “Introduzione al Libro dello Zohar”)

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Una prova di altruismo

Domanda: Che cos’è l’amore del Creatore?

Risposta: L’amore è l’opportunità di sentire la carenza di un altro (vaso) usando i miei vasi. Nel nostro mondo noi amiamo perché questo ci dà piacere: cibo familiare e delizioso, persone che ci compiacciono, i miei figli a cui sono naturalmente attaccato. Noi chiamiamo questo amore.

Ma l’amore spirituale non è quando io riempio i miei vasi con qualcuno o qualche cosa, ma quando sento i vasi degli altri. È completamente opposto a ciò che siamo stati abituati a pensare sul concetto dell’amore. Il mondo spirituale è opposto al mondo corporale. Se io mi preoccupo dei vasi degli altri e cerco di riempirli nel modo in cui lui vuole riempirli, significa che io amo quella persona.

Finché ci amiamo uno con l’altro va tutto bene, facciamo un accordo con il Creatore per poter sostenere questa relazione, anche se tutto cambia per differenti motivi esteriori. Non importa cosa succeda, io voglio mantenere la stessa forza di amore e connessione tra di noi.

La domanda è, come posso fare questo se all’improvviso io scopro che il Creatore è responsabile di tutti i miei problemi? Il mio fedele e amato compagno all’improvviso non mi guarda più e m’invia tutti i tipi di problemi e difficoltà. Mi tradisce in tutti i modi e fa tutto contro di me e diventa il mio principale nemico. E allora, come posso mantenere la buona attitudine verso di Lui in tali condizioni?

Ma l’adesione con il Creatore significa che io ho attraversato diversi stati e sono arrivato allo stato nel quale io non ricevo niente da Lui, niente oltre il sentimento di oscurità. Ma sopra tutto questo io costruisco una relazione di amore, dazione e connessione, nonostante i problemi e le sofferenze che Lui causa al mio ego. In uno stato del genere, si può chiamare adesione.

I vasi in cui io ottengo l’adesione devono essere ristretti e occulti. Sopra di loro c’è il mio Masach (schermo) e Luce Ritornante, e c’è adesione nei vasi di dazione.
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(Tratto dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 17.06. 2012, “Shamati n.76”)

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