In un Unico Campo

Siamo tutti in un unico campo, come particelle permanentemente connesse. Ma questa nostra connessione originaria è come un circuito elettronico che esiste e che è così. Come funzionerà e quale programma eseguirà, dipende da noi.

Quando acquisti un computer, non risaldi i circuiti né modifichi alcuna scheda; questi esistono già. Ma, come caricare il computer, quale programma verrà eseguito e quali dati calcolerà dipende da te.

Questo è ciò che facciamo noi. Non installiamo nemmeno un programma in questo sistema. Funziona da solo. Porta tutte le parti della creazione, che sono collegate in un singolo organismo chiamato “Adamo“, un singolo sistema, a sentire questa connessione generale.

Ci sono due stati nell’applicazione di questo programma, in cui dobbiamo sentirci in un’unica connessione.

O camminiamo e a ogni passo il sistema ci spinge avanti, cioè evoca in noi degli impulsi negativi che dobbiamo involontariamente superare perché proviamo dolore, come se ricevessimo una scossa elettrica mentre urliamo “Ahi!” e corriamo da qualche parte, nella direzione opposta alla scossa. In questo modo creiamo una sorta di connessione, ma si tratta di un risveglio indesiderato tra di noi.

Oppure ci rendiamo conto che siamo in relazione con questo sistema che si manifesta ora in tutta l’umanità, a tutti i livelli della nostra connessione. Vediamo il nostro disaccordo con la connessione integrale; questo è chiamato “crisi.”

Alla fine, dobbiamo essere d’accordo con il modo in cui siamo connessi, tutti insieme, in un unico sistema, completamente interconnesso nell’amicizia e nell’amore, in cui tutti i nostri desideri, pensieri e proprietà saranno diretti solo dal lavoro originale del sistema in modo da non danneggiarlo con il nostro egoismo, ma correggere l’ego affinché diventi una buona interazione.
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Da “Ho ricevuto una chiamata. Un Unico Campo” di KabTV 27/12/11

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Pretendere la bontà è ignobile

Colui che ti ha fatto una volta una cortesia sarà più pronto a fartene un’altra rispetto a colui che tu stesso hai obbligato (Benjamin Franklin).

Risposta: Questo é buono, è vero.

Domanda: È un altro modo per dire: “Non aspettarti del bene da qualcuno a cui tu hai fatto il bene”?

Risposta: Sì.

Commento: Ma io mi aspetto segretamente cose buone.

Risposta: Sì, come se avessi pagato e ora lo vuoi indietro.

Domanda: Sì, ti ho fatto del bene, quindi anche tu fai del bene a me. È sbagliato?

Risposta: Non è che sia sbagliato, è ignobile.

Domanda: Quindi è nella nostra natura, giusto? Abbiamo una natura squallida.

Risposta: Senza dubbio.

Domanda: Quindi, se faccio del bene a qualcuno, secondo Franklin, è contagioso e posso farlo ancora e ancora e ancora?

Risposta: Sì, in genere accade come un’abitudine e l’uomo sviluppa già il bisogno di fare del bene.

Domanda: Quindi, puoi svilupparlo come un muscolo? Semplicemente esercitandolo?

Risposta: Sì.

Domanda: Lei consiglia a un uomo di fare questo?

Risposta: Certo, perché no?

Domanda: Quando dici “bene”, cosa intendi? Fare del bene a un altro, cosa è bene per lui?

Risposta: Non so cosa sia bene per lui! Quello che è bene per lui, è quello che dovrei fare.

Domanda: Ma prima di farlo, devo scoprire cosa è bene per lui? O decido in base alla mia percezione?

Risposta: Devi comunque scoprirlo. Devi conoscere l’altro e metterti nei suoi panni. E devi fare una cosa così buona, un’azione così buona che si adatti proprio a lui.

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Da “Notizie con il Dr. Michael Laitman” di KabTV del 28.12.2013

 

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Uscire dal vuoto

Domanda: Qual è la differenza tra il fatto che un uomo si sente morto nella spiritualità e che non vuole altro che la spiritualità?

Risposta: La differenza è enorme. In uno stato, ottieni tutto; nell’altro, ottieni il vuoto. Cosa c’è di più vivido nei desideri di un uomo?

Domanda: In entrambi i luoghi c’è il vuoto. Anche la spiritualità si sviluppa dal vuoto?

Risposta: La spiritualità non si rivela dal vuoto, ma dal fatto che sei vuoto.

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Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 26/02/24, Scritti di Baal HaSulam “Non morirò anzi vivrò”

 

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Oltre i cavalli e i carri: l’evoluzione del gioco nell’età adulta

Giocare è una parte naturale del nostro sviluppo che possiamo praticare per realizzare ciò che immaginiamo mentre giochiamo. Quando siamo bambini, possiamo prendere una corda, metterla sopra la spalla di un altro bambino e dirgli: “Tu fai il cavallo e io tiro le redini”,  poi entrambi i bambini si divertono a interpretare questa fantasia. Crescendo, perdiamo in gran parte la capacità di immedesimarci in giochi del genere.

Tuttavia, il gioco sviluppa varie abilità in noi. Da bambini, sviluppa le nostre abilità linguistiche, motorie, la creatività e il funzionamento cerebrale. Da adulti, anche se non desideriamo più immaginarci come cavalli e conducenti di carri, sarebbe saggio giocare a un altro gioco più elevato: immaginare reciprocamente di esistere in un sistema interconnesso a livello globale, armonioso e pacifico e attuare connessioni umane positive di supporto, incoraggiamento e cura reciproca. In questo modo, gradualmente, acquisiamo nuovi discernimenti spirituali.

Un gioco di questo tipo svolge quindi la funzione di una preghiera. In che modo è una preghiera? Perché desideriamo essere nello stato spirituale superiore delle connessioni umane positive che pratichiamo nel nostro gioco. In questo modo facciamo un certo gioco con le nostre emozioni per avvicinarci alle azioni spirituali e creare una base che ci permetta di ottenere dall’alto la capacità di compiere tali azioni nella loro vera espressione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

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L’universo è indifferente alla nostra sofferenza?

Non è che l’universo sia indifferente. Esiste una legge di interconnessione e interdipendenza nell’universo e, se non comprendiamo il suo uso positivo, ci distruggeremo a vicenda e l’universo non avrà nulla di cui pentirsi.

Qui non c’è pietà da parte dell’universo. Se osserviamo i livelli inanimato, vegetativo e animato della natura, non vediamo alcuna particolare misericordia all’opera. Come esseri umani, la nostra caratteristica peggiore è che inventiamo l’esistenza intorno a noi e il nostro futuro nel modo che desideriamo per noi stessi. In questo modo chiediamo violentemente: “Dammelo!” all’universo.

Se dovessimo ragionare in modo sobrio sull’universo, non gli chiederemmo nulla. Preferiremmo pretendere da noi stessi di sviluppare un atteggiamento premuroso, rispettoso e di sostegno reciproco, verso la natura e l’universo. Potremmo quindi essere in grado di comprendere come funzionano le leggi dell’universo e come possiamo elevarci al di sopra di noi stessi per adeguarci a tali leggi.

Pertanto non dovremmo chiedere all’universo: “Sii misericordioso con me”, ma chiedere a noi stessi: “Sii misericordioso con gli altri”. Faremmo bene ad esercitare un atteggiamento buono e gentile verso gli altri, come vorremmo augurarci per noi stessi, senza immaginare nel frattempo tutti i tipi di ricompense per noi stessi. Se iniziamo a muoverci in questo modo, saremo sulla buona strada per raggiungere l’equilibrio con l’universo. Una vita di armonia e pace sostituirà allora l’attuale tendenza che è diretta ad aumentare la sofferenza e la distruzione.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Dal cieco che guida il cieco al vedente che guida il cieco

Due studenti guardano una bandiera che sventola. Uno  dice: “La bandiera si muove”. L’altro risponde: “No, si muove il vento, che fa muovere la bandiera”. Il loro insegnante arriva e dice: “Vi sbagliate entrambi. È un pensiero che si muove nella vostra testa”.

Questa allegoria illustra come ognuno di noi abbia una percezione diversa della realtà. Ognuno di noi ha una percezione diversa perché è cresciuto su basi e ideali diversi. Uno vede la bandiera che si muove, l’altro vede il vento che muove la bandiera e l’altro ancora vede il pensiero che si muove nella nostra testa e non siamo d’accordo sul fatto che la bandiera si muova.

Si pone quindi la questione se sia possibile raggiungere decisioni reciproche. Il Sinedrio, per esempio, era un organo di governo spirituale che esisteva in Giudea circa 2.000 anni fa. Come riuscivano a prendere decisioni con così tante persone, che discutevano molto e avevano opinioni diverse? Queste persone capivano che tra loro c’era chi era più vicino alla sensazione delle forze altruistiche e connettive della natura, che comprendeva e conosceva le leggi della natura più degli altri, e più o meno si piegavano a loro.

Una persona che è più elevata nel dominio della realtà dovrebbe avere un’opinione più accurata di una persona che è più arretrata nel suo dominio e nella sua coscienza. Sarebbe quindi saggio annullare le nostre opinioni nei confronti di queste persone. Naturalmente, questo solleva la questione: Come si può determinare chi è più elevato nel suo dominio della realtà? Ci troviamo di nuovo di fronte al problema di come ognuno percepisca la realtà in modo diverso e, in effetti, al nostro attuale livello di percezione, è impossibile fare una tale valutazione.

Ci troviamo quindi nello stato in cui si trova attualmente il nostro mondo: il cieco che guida il cieco. Se vogliamo dare una possibilità al mondo, dobbiamo renderci conto che non dipende da noi, che siamo limitati nella nostra comprensione e nei nostri sentimenti. Dare una possibilità al mondo dipende dalle leggi della natura che operano al di là della nostra comprensione. Se arriviamo a capire che le leggi della natura controllano tutto e tutti e desideriamo accettare queste leggi su di noi, allora saremo pronti a cercare i più saggi tra noi e a seguirli. Si passerebbe quindi alla guida dei ciechi da parte dei vedenti.

L’umanità è in un processo di sviluppo verso questo stato. La nostra particolare epoca è caratterizzata da un’umanità che diventa orfana. Stiamo passando a una nuova era caratterizzata da interconnessioni sempre più strette su scala globale e le idee che in passato ci tenevano uniti a livello locale, regionale e nazionale non sono più utili nella realtà di oggi, interconnessa a livello globale.

Quando è morto il mio maestro, il kabbalista Baruch Ashlag (il Rabash), ho capito chiaramente che dobbiamo ancora maturare, che dobbiamo ancora progredire verso questo stato. Più maturiamo, più rifiutiamo i falsi gestori della nostra vita e cerchiamo quelli che possiedono un vero raggiungimento di livelli superiori di realtà.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

La notte in cui la forza incontrò l’intelligenza: L’incontro di Alessandro Magno con Shimon HaTzadik che salvò Gerusalemme

Nel Talmud si parla di un importante incontro storico tra Alessandro Magno e il grande sacerdote Shimon HaTzadik. Alessandro, dopo aver conquistato mezzo mondo, marciava su Gerusalemme. Il Talmud racconta il momento in cui, alla luce delle fiaccole, Shimon HaTzadik, accompagnato dagli anziani, affrontò Alessandro; il formidabile conquistatore si inginocchiò davanti al gran sacerdote e abbandonò il suo progetto di assalto a Gerusalemme. Da quel momento, il nome “Alessandro” fu incluso nell’elenco dei nomi ebraici.

Alessandro Magno percepiva il potere superiore. Dopo le sue numerose conquiste, non divenne mai cieco di fronte ad esso e quando sentì quel potere in questo anziano, scese dal suo carro e si inchinò di fronte alla grande saggezza che sentiva in quest’uomo.

Alessandro Magno era un uomo nobile e intelligente che non cercava solo di conquistare il mondo. Piuttosto, desiderava riempire il mondo di scienza e di illuminazione e farlo innanzitutto nelle città che le sue truppe attraversavano. Aveva il desiderio di rendere il mondo ellenico, ma come mezzo per elevare il mondo pagano a un livello illuminato.

Il gran sacerdote aveva l’obbligo di rimanere a Gerusalemme. Non aveva altro posto dove andare, perché la sua missione era completamente diversa: riempire la terra di spirito. L’incontro tra il gran sacerdote e Alessandro Magno fu un incontro di forza e di intelligenza, in cui, con reciproca comprensione e rispetto, decisero di salvare Gerusalemme.

Qual è lo spirito di cui Shimon HaTzadik aveva la missione di riempire il mondo e che Alessandro Magno riconobbe? È la forza superiore dell’amore, della dazione e della connessione, la forza sorgente che risiede in natura al di sopra e dietro le nostre forze egoistiche innate. È una forza a cui ogni persona può accedere, a seconda di quanto desideriamo innalzare questo spirito elevato al di sopra del nostro innato egoismo. Per esempio, potremmo dire che Hitler non era in grado di farlo, ma Alessandro Magno sì. Per questo, ancora oggi, gli Ebrei chiamano spesso i loro figli “Alessandro” in onore di Alessandro Magno. È davvero un caso unico come nessun altro nella storia.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Come possiamo prendere delle decisioni sicure e corrette?

Possiamo prendere delle decisioni sicure e corrette se abbiamo la consapevolezza del loro successo in anticipo, osservando il presente dal futuro.

Quindi dobbiamo anticipare e prevedere il risultato. Le decisioni servono a questo: per il futuro. Noi immaginiamo lo stato futuro e prendiamo delle decisioni.

Dopo aver preso una decisione, dobbiamo controllare noi stessi e bloccare definitivamente la decisione, poi passare all’azione. Altrimenti ogni minuto che passa è un ritardo.

Valutare una decisione è un aspetto necessario per prenderne una corretta, poiché non deve dipendere dal nostro stato d’animo momentaneo o da diverse condizioni. Dovrebbe essere piuttosto una decisione normale e risoluta e poi dobbiamo agire secondo essa.

Dopo aver agito secondo le nostra decisione, potremmo giungere alla conclusione che era sbagliata. In questo caso non c’è niente da fare e nessuno da biasimare. È molto importante non biasimare se stessi in nessuna circostanza.

Come possiamo evitare di cadere nel colpevolizzare noi stessi? Possiamo farlo attribuendo l’intero processo alle leggi che governano la natura, che agiscono in ogni azione, pensiero e desiderio.

Questa è la regola d’oro del prendere decisioni. Dopo la nostra valutazione, decisione e azione, il resto dipende dalla forza della natura che agisce nelle nostre vite. La natura è il risultato. Non c’è niente da rimpiangere perché il risultato è stato deciso al di fuori dei confini della nostra percezione e del nostro controllo.

La natura quindi opera su di noi fin dall’inizio, e finiamo per capire che non siamo stati noi a valutare, rivalutare e decidere, ma la natura ha agito su di noi per tutto il tempo. Non abbiamo quindi nulla di cui pentirci nella nostra vita, perché tutto è organizzato dalle leggi della natura che operano oltre la portata della nostra mente.  

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Come posso superare le manipolazioni?

Ho ricevuto il seguente messaggio sui social media da Dimitriy che esprime il dolore per come i politici e i propagandisti sanno manipolare le collettività che li seguono, spesso fino al macello…

Ultimamente mi sono infuriato. Perché cadiamo nelle trappole dei politici e dei propagandisti che ci stanno ingannando? Sono loro la causa di tanta sofferenza. Vedi chiaramente il sangue versato, persone che si uccidono a vicenda e si odiano reciprocamente. Tutto questo perché ci stanno incitando, ma tutto è, in definitiva, illusorio e falso. Moriamo per questa bugia mentre loro ingrassano. Guadagnano un sacco di soldi da questa strage, i loro figli si rotolano nel lusso e loro stessi stanno bene. Perché ci stiamo arrendendo? Dov’è il nostro ragionamento di base? Dov’è la paura?

In effetti, le persone che occupano posizioni di potere sfruttano il nostro piccolo ego, il nostro desiderio di godere a spese degli altri,  così intere popolazioni soccombono al loro controllo. Lavorano insieme a vari specialisti che conoscono bene la natura umana egoistica e sanno come indirizzarla nella direzione da loro desiderata.

La domanda è se esiste una soluzione a questa situazione. Può esserci solo se comprendiamo veramente la nostra natura, come le sue redini vengono spinte e tirate in varie direzioni,  se siamo in grado di vedere come questi politici e specialisti della manipolazione operano su di noi e non essere d’accordo con loro.

In definitiva, però, dobbiamo semplicemente capire che un’atmosfera positiva e unita e buoni rapporti umani sono al di sopra di tutti gli altri benefici con cui cercano di corromperci. Se apprezziamo relazioni umane positive, allora non saranno in grado di farci deviare in tutte le direzioni possibili.

L’aspirazione a creare un legame positivo dovrebbe portarci a capire che è meglio vivere in pace con i nostri vicini, ovvero con chiunque si trovi nelle nostre vicinanze fino a quelli di altri Paesi.

Da un lato, non è un segreto e la gente in genere capisce che è bene essere in pace con i popoli e i Paesi vicini. Ma queste sono solo parole. Quando si arriva al dunque, ci sono diversi modi per mettere un Paese contro l’altro e diventa molto difficile fermare queste valanghe dopo che hanno iniziato a rotolare.

Dobbiamo comunque cercare di imprimere in noi stessi il primato della vita pacifica. Abbiamo infatti la capacità di radicare questo principio nella società, in modo che se alcune persone vogliono attirare una società in guerra contro altre, non ci riusciranno. Possiamo raggiungere questo livello di consapevolezza in tutta la società; dovrebbe essere la nostra aspirazione più importante.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Riflessione sulla Giornata Internazionale della Donna: Le donne come architetti dell’armonia e della pace nel mondo

Nella struttura spirituale delle dieci Sefirot, la profondità del desiderio nella qualità femminile di Malchut determina il tipo di intenzione da dare (schermo e luce riflessa) al desiderio, che lo connette all’intero sistema spirituale.

Per noi, oggi, questo significa, su scala globale, che il successo del nostro passaggio dall’attuale percorso evolutivo in deterioramento, che porta tutti a un groviglio sempre maggiore di problemi, a un percorso che eleva la coscienza umana a uno stato unificato superiore, che porta all’armonia e alla pace nel mondo, dipende in gran parte dalle donne.

Se le donne vogliono, chiedono ed esigono l’elevazione dell’umanità a uno stato unificato superiore, allora vedremo aprirsi un mondo completamente nuovo e positivamente connesso.

Spero quindi che in questa Giornata internazionale della donna, le donne di tutto il mondo si prendano un momento per apprezzare la loro opportunità di influenzare l’umanità verso la transizione a uno stato più unificato, armonioso e pacifico.

Dopo una lunga evoluzione attraverso i desideri individuali di sopravvivenza (cibo, sesso e famiglia) e di sviluppo sociale (denaro, onore, controllo e conoscenza), ci troviamo ora nell’ultimo stadio evolutivo dell’umanità: quello dello sviluppo spirituale. Oggi, più sviluppiamo il nostro desiderio spirituale di riunirci come umanità armoniosamente connessa, più attireremo a noi questo stato, ponendo fine alla miriade di conflitti e dolori che il nostro sviluppo egoistico comporta e passando a un livello superiore di esistenza pieno di bontà e abbondanza.

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