Il tempo dell’ascesa al mondo dell’Infinito

La saggezza della Kabbalah viene scoperta quando le persone sentono che sono in un vicolo cieco e che nulla sulla faccia della terra le può aiutare. Allora, proprio nei nostri tempi, e solo ora, possiamo parlare di questi argomenti.

Fondamentalmente si era iniziato a parlarne un po’ prima, dai tempi dell’Ari (il 16 esimo secolo), quando l’umanità stava entrando nel periodo iniziale della correzione. Per questo l’Ari è considerato il fondatore del movimento spirituale per la correzione.

Uno dei successori dell’Ari è stato il grande Kabalista Baal Shem Tov che ha diffuso la Kabbalah con molto successo in larghe cerchie della popolazione. Per molti secoli le persone hanno progredito lavorando su se stesse ed a quel tempo hanno scritto dei libri molto profondi.

Ma dopo di quello, tutto è scemato gradualmente per via del fatto che l’umanità, che è soggetta al processo di sviluppo, non aveva ancora provato questo sviluppo. Si sperava che tutto il progredire tecnologico e sociale ci avrebbe portato qualcosa di buono. Cinquanta o sessant’anni fa le persone avrebbero solo sognato la conquista dello spazio o di penetrare nella materia, sottoposta alle nostre indagini, ma oggi tutto questo è già qualcosa del passato.

Anche se l’umanità ha sempre aspirato di avanzare nel suo sviluppo secondo vie egoistiche oggi tutto è diventato vuoto ed ha fallito. Ci è rimasto in mano solamente un mezzo – la saggezza della Kabbalah o per il pubblico più esteso e generale, il metodo dell’Educazione Integrale.

Cosa dobbiamo cercare? Il kabbalista spiega questo in modo molto semplice. Il Creatore ha generato una condizione perfetta, che è il mondo dell’infinito (Olam Ein Sof), dove esistiamo in una dimensione completamente diversa, con sensazioni diverse da quelle che abbiamo ora. Siamo scesi da questo stato e siamo stati frammentati come pezzi di un puzzle che ora deve essere assemblato.

Ora dobbiamo tornare ancora allo stato del mondo dell’infinito, della connessione assoluta e dell’unità, portando tutti verso una sola unità comune sin a far sparire il mio sentimento di esistenza separata dagli altri, così che il bisogno ed il desiderio di scappare da qualche parte divenga secondario, scompaia; Così che tutti i miei desideri, caratteristiche e sentimenti, tutto quello che sento assorbano l’intero mondo dentro di loro. Poi tutti i frammenti del puzzle prendono forma in un’immagine collettiva che sarà l’unica cosa ad essere percepita.

Così il comandamento biblico “Amerai il tuo prossimo come te stesso” sarà concretizzato, come ha proclamato Abramo persino nell’antica Babilonia, da dove sono poi sorte tutte le guaste religioni e fedi. Ed oggi dobbiamo realizzare tutto questo.
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(Dal Congresso in Bulgaria “L’alba di un Nuovo Mondo”, Giorno 2 2.11.2013 Lezione 3)

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