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Cosa si nasconde ne Lo Zohar?

Lo Zohar  nasconde i segreti della natura in modo che possiamo iniziare a capire come questi segreti siano irraggiungibili per noi, come se la “sala di controllo” della natura fosse nascosta ai nostri occhi.   

La natura controlla tutti i nostri movimenti, pensieri e desideri. Noi esistiamo in un campo di percezione incredibilmente limitato, che ci sospinge continuamente e non riusciamo a capire il perché tutto accade, soprattutto il come accade. Questo è l’occultamento in cui viviamo.    

Esiste, tuttavia, un modo per aprire le porte della percezione e scoprire il quadro completo della natura che va ben oltre i nostri limitati punti di osservazione.

Se ci avviciniamo alla natura cercando di imitare le sue qualità di amore, di dazione, di connessione, allora, infine, riveleremo le sue forze, i suoi progetti e anche i vari fenomeni miracolosi. In questo modo, arriveremo a sentire e capire la natura, proprio diventando uguali ad essa.

Questo è quanto ci insegna Lo Zohar.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Abbiamo un gene killer dentro di noi?

Ogni persona ha l’inclinazione a uccidere, perché ognuno possiede l’intera gamma dei desideri, dal migliore al peggiore.

Quando uccidiamo gli altri, sia in guerra che in altre situazioni, distruggiamo in realtà una parte di noi, perché noi esistiamo in un desiderio collettivo, un sistema comune.

Ogni cosa che esiste in natura in tutti i suoi livelli, cioè minerale, vegetativo, animale e umano, è dentro di noi . Così, quando uccidiamo qualcosa o qualcuno, uccidiamo la sua parte che si trova in noi.

Ci troviamo così a doverci giustificare per l’uso che facciamo per noi stessi di ogni cosa di questo mondo, iniziando da una boccata d’aria, allargandoci agli alberi che abbattiamo, agli animali che ammazziamo per nutrirci, fino a prenderci la vita degli altri. Questo è un principio che si estende a qualunque cosa che prendiamo per noi stessi. Tutto richiede una certa forma di correzione.

Per qualunque cosa che riceviamo a nostro vantaggio, uccidiamo quella parte di cosmo e dobbiamo assumerci in qualche modo la responsabilità. Ecco perché esistono varie benedizioni che le persone recitano quando compiono tali azioni.

Alcuni sentono inconsciamente una responsabilità verso ogni cosa che prendono dalla natura. Ci sono persone che prima di bere qualcosa, ne mettono po’ in un bicchiere o tagliano un pezzo di cibo e lo mettono a lato. Esistono molte di queste e altre abitudini nel mondo. Ciò indica che queste persone capiscono di prendere dalla natura qualcosa che non renderanno mai. Così facendo, stiamo uccidendo l’universo e allora desideriamo in qualche modo restituire quello che prendiamo.

Altra questione è quando prendiamo dalla natura quello che ci serve per la nostra esistenza, per sostenere la nostra vita. Ma dobbiamo capire che noi siamo quelli che ricevono dalla natura e questo è il motivo per cui abbiamo questa sensazione inconscia di prenderci la responsabilità per quello che riceviamo.

Tra l’altro non importa che non siamo noi i colpevoli per essere stati creati così, non abbiamo avuto scelta. La nostra vita è stata creata così proprio perché dobbiamo capire che viviamo in un mondo dove, se prendiamo qualcosa per noi stessi, dobbiamo pagarlo, per ricambiare. Dobbiamo senza dubbio riconoscere questa responsabilità e sentire che dobbiamo restituire in base a quello che prendiamo.

Su questo principio di assumersi le responsabilità per quello che prendiamo Rabbi Akiva disse che il libro è aperto, la mano scrive e l’individuo prende in prestito, ma poi restituirà tutto. Secondo questo, vediamo che più evolviamo, più prendiamo per noi stessi in modo sproporzionato e questo avrà un effetto boomerang negativo a livello mondiale;  per la nostra ingordigia veniamo colpiti da sofferenze di ogni genere.

È un tema complesso perché la natura è sistema integrale chiuso. Al fine di vivere la nostra vita in modo ottimale in un sistema così, dobbiamo essere molto attenti a quello che prendiamo da esso e che ogni cosa venga usata per riconsegnarla al sistema.

Allora come possiamo raggiungere equilibrio e armonia con la natura?

Possiamo farlo ottenendo la sensazione di unione con la natura, acquisendo una nuova natura che ci renda capaci di dare tanto quanto prendiamo. Allora potremmo regolare quello che prendiamo con quello che diamo.

Siamo in un continuo sviluppo dalla condizione di inconsapevolezza alla condizione di reciproca connessione con la natura, dal prendere qualunque cosa dalla natura senza pensarci, che ci porta ogni tipo di forme estreme di sofferenza, compresi furti e omicidi, a uno stato di totale consapevolezza della nostra reciprocità con la natura, senza il bisogno di restituire in proporzione a quello che abbiamo ricevuto.

Tale stato ci sosterrà in una condizione in cui non prenderemo più dell’essenziale per la nostra vita e, ancor più, ci salverà da molte sofferenze, tra cui il furto e l’omicidio.

 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

I nostri pensieri influenzano la Natura?

Invero, i pensieri influenzano  la  natura.

Viviamo in un unico sistema globale, integrale della natura, la influenziamo con i nostri pensieri e riceviamo la reazione corrispondente.

Come le leggi che funzionano in meccanica, elettronica, elettromagnetica, per altro materiale e per quello biologico, quando premiamo  spingiamo o costringiamo qualcosa, riceviamo una risposta. Allo stesso modo, quando pensiamo positivamente  o negativamente agli altri, riceviamo una risposta di conseguenza.

La realtà globale e integrale in cui viviamo è un sistema chiuso e riceviamo risposte da questo in base ai nostri atteggiamenti. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Perché dobbiamo avere disastri naturali?

Alla fine riceviamo colpi importanti dalla natura per scuoterci dallo stato in cui viviamo secondo un paradigma egoistico, con sfruttamento, manipolazione e odio che dimorano nelle nostre connessioni,  a uno stato in cui ci connettiamo positivamente, come descritto dalle parole, “come un solo uomo con un solo cuore”, cioè come un unico sistema interconnesso e interdipendente ben oliato.

In altre parole, se condividessimo una connessione armoniosa ed equilibrata l’uno con l’altro a livello umano, allora l’equilibrio al nostro livello si diffonderebbe in tutta la natura e sperimenteremmo la natura in modo armonioso e pacifico, e i disastri naturali, come li chiamiamo noi, diventerebbero una cosa del passato.

Sarebbe saggio prestare attenzione agli stati futuri che possiamo ottenere da tali colpi: che i colpi vengono a scuoterci dal nostro attuale stato onirico nei nostri atteggiamenti egoistici reciproci, e ci svegliano in un opposto armonioso e mondo pacifico.

In effetti, viviamo in un mondo che è tutto buono, e solo noi esseri umani diamo al mondo una forma negativa nei nostri atteggiamenti egoistici reciproci. Si avvicina il momento in cui ci risveglieremo alla necessità di smettere di relazionarci l’un l’altro attraverso lenti egoistiche, in cui ognuno di noi dà la priorità all’auto-beneficio a spese degli altri, e invece relazionarci pazientemente l’uno con l’altro con atteggiamenti positivi, gentili e premurosi.

Se facessimo un tale passaggio, saremmo testimoni di una vita buona, come non abbiamo mai sperimentato prima. Dovremmo quindi cercare di raggiungere tali relazioni il più rapidamente possibile.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Come possiamo proteggere l’Ambiente?

Ogni nostro problema deriva dalla percezione di noi stessi in quanto separati dalla natura, dove differenziamo “me” da “tutto e tutti al di fuori di me”.

Questa percezione ci fa considerare il nostro ambiente come subordinato a noi. Anche quando ci prendiamo cura dell’ambiente, lo facciamo unicamente per il nostro beneficio mentale, senza considerare l’intero sistema della natura. 

Il nostro eccessivo interesse personale viola l’equilibrio del sistema di connessione integrale della natura, ed evoca dei riscontri negativi dalla natura. Poi risentiamo  di disastri ecologici, pandemie e di una miriade di altri fenomeni. 

Pertanto, dobbiamo cambiare il nostro approccio da: “come possiamo proteggere l’ambiente?” a una percezione di noi come parte integrante della natura. 

In generale, sottovalutiamo il potere dei nostri pensieri e desideri. Sono le forze più potenti in natura e hanno il potenziale per influenzare grandi cambiamenti in natura.  

Il problema è che l’influenza dei nostri pensieri sulla natura ci è nascosta.

Di conseguenza, ci riferiamo esclusivamente alla nostra influenza esterna sulla natura, come le emissioni di gas e l’inquinamento da rifiuti, mentre l’influenza più potente che abbiamo sulla natura attende di essere trattata al suo punto causale. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Che cosa deve succedere o cambiare perché l’umanità possa evolversi?

La natura dell’uomo è il desiderio di provare piacere a proprio beneficio. È il nostro punto d’inizio, ma siamo in un processo evolutivo che ci porterà ad uno stato in cui finiremo per invertire la nostra natura e cioè quello di agire a beneficio di altri e della natura stessa.

La Natura in senso generico è all’opposto di quella dell’uomo. Essa opera con la legge dell’altruismo, dell’interconnessione e dell’interdipendenza. Di conseguenza, la Natura evolve le sue parti inanimate, vegetative e animate in modo che queste non operino contro di essa. 

In tutta la natura solo noi umani abbiamo il desiderio di sfruttarla e distruggerla allo scopo di provare sensazioni di potere e rispetto. Ci è stato dato questo ulteriore desiderio egoistico per poterci evolvere attraverso la connessione tra noi, per esempio imparare a implementare relazioni favorevoli e benefiche, invece di usare la tendenza a sfruttarci l’un l’altro e sfruttare la natura solo per gonfiare il nostro ego.

Con questa inversione della nostra intenzione, dal beneficiare solo noi stessi al beneficiare gli altri e la natura, scopriremo un nuovo mondo, con una nuova natura, cioè un mondo eterno e perfetto.

Allora vivremo liberi dall’ansia e dal dolore. Le nostre sensazioni di una vita corta, transitoria e miserabile saranno rimpiazzate dalla sensazione di un’esistenza libera dalla sofferenza. 

La sofferenza deriva dal nostro desiderio egoistico di sfruttare gli altri e la natura per il nostro guadagno personale. Perciò, sostituendo la nostra tendenza egoistica con una natura altruistica che desidera beneficiare gli altri e la natura stessa, ci scopriremo a vivere su un piano di esistenza paradisiaco.

Il paradiso è uno stato dove la comune forza dell’amore emerge tra le persone e forma la connessione di “ama il tuo vicino come te stesso”. La Natura prima o poi ci condurrà a questo stato paradisiaco e noi non avremo altra scelta che quella d’invertire la nostra attitudine l’uno verso l’altro, dall’egoismo all’altruismo, e facendo questo vivremo in una connessione di armonia ed equilibrio. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Qual è il futuro dell’umanità?

In futuro le persone arriveranno a vedere la connessione tra gli innumerevoli elementi della natura.

Più specificamente il cambiamento del nostro futuro sarà solo nel modo in cui comprenderemo le connessioni.

Prendiamo ad esempio un alieno che improvvisamente arriva sul nostro pianeta. Ci vedrebbe tutti come un unico fenomeno e non sarebbe in grado di riconoscere le differenze tra noi, che ci sono, ad esempio, poliziotti e ladri, ricchi e poveri, uomini e donne. È lo stesso per noi.

Quando scopriremo il mondo in cui siamo correttamente connessi tra noi e con la natura, con la rivelazione della forza di amore  e dazione tra di noi, allora percepiremo una realtà nuova, spaziosa e straordinaria. Comprenderemo la profondità di tutto ciò che accade nell’universo, presente e futuro, vivo e defunto.

Questo è ciò che possiamo aspettarci dalla nostra condizione futura finale. 

Capiremo la materia inanimata, vegetale, animale e umana in tutti i suoi cicli.

La cosa comunque più importante è che sentiremo di esistere in una rete di connessioni e influenze reciproche tra gli elementi e i livelli della natura, prima della loro esistenza nel nostro mondo, durante e dopo.

Percepire la totale interconnessione delle parti della natura ci darà una visione eterna capace di rispondere a tutte le nostre domande, senza eccezioni. Otterremo chiarezza sul motivo per cui tutto è accaduto, accade e accadrà, e proprio in quel modo. Riceveremo anche chiara comprensione delle leggi attraverso le quali ci sviluppiamo. Come in un ricamo, da una parte vediamo l’immagine bella e dall’altra tutti i punti dove, se  tagliati, l’immagine cadrebbe. Così siamo noi: se non sentiamo le nostre connessioni, cadiamo e ci distanziamo gli uni dagli altri.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

La natura canta? E se lo fa, possiamo sentirlo?

Uno dei miei studenti ha recentemente letto del fenomeno delle persone che vivono nella natura e la sentono cantare, così mi ha chiesto a riguardo. Ne era sbalordito, mi ha chiesto come fanno animali, piante, vento e così via, a cantare e cosa cantano?

Poiché siamo stati creati con una natura opposta alla natura stessa, ossia noi siamo un desiderio di ricevere mentre la natura è una forza di amore, dazione e connessione, non possiamo sentire la natura cantare, ma se la sentissimo, ascolteremmo una fantastica canzone di amore, connessione e vita perfetta.

Se sentissimo la natura nella sua forma pura, sentiremmo come alberi, cespugli, erba, uccelli, animali e addirittura il vento cantino il bene del mondo. Purtroppo data la nostra opposizione alla natura, la contaminiamo e non la sentiamo.

Per sentire la meravigliosa bellezza della natura, abbiamo bisogno di capirne il meccanismo generale e invertirlo verso una direzione positiva cambiando noi stessi.

Non è un problema farlo. Possiamo sperimentare molto velocemente un cambiamento simile al nostro livello umano. Se cambiamo adattandoci alla natura, vedremo come questa si calmerà e sentiremo di vivere in un mondo perfetto, armonioso e pacifico.

Allora saremo in grado di ascoltare la forza interiore della natura, una forza che vuole che ci connettiamo con considerazione reciproca, com’è scritto “e il lupo abiterà con l’agnello”.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Possiamo creare energia dal nulla?

Secondo la nostra attuale comprensione della natura, non possiamo creare o estrarre energia dal nulla. Almeno non ancora.

Più in generale, è impossibile che qualcosa emerga dal niente.

Perché?

Perché la natura ha inizialmente creato qualcosa dal nulla. Nel linguaggio della Kabbalah, diciamo che il Bore, che è sinonimo di natura, un puro desiderio di donare bontà e delizia, ha creato il desiderio di ricevere il piacere, dal nulla. Tutto e tutti gli esseri creati, l’intera natura, sono governati dalla provvidenza del Bore, cioè dalla forza superiore dell’amore e della dazione che crea tutta la vita.

Il fatto che non si possa creare qualcosa dal nulla non è affatto un fenomeno negativo. Significa semplicemente che viviamo in un mondo limitato e che, vivendo in un mondo limitato, è impossibile creare qualcosa dal nulla.

Inoltre, è un fenomeno addirittura positivo, perché significa che dal nostro stato limitato possiamo raggiungere uno stato in cui diventeremo illimitati come il Bore, quindi sperimentare l’immensa ricchezza e profondità di sentire due poli opposti della realtà. In altre parole, possiamo raggiungere uno stato in cui sperimentiamo l’eternità e la perfetta realizzazione della stessa qualità di amore e di dazione al di sopra del nostro desiderio di ricevere.

Per questo diciamo che possiamo solo diventare “come” il Bore: rimaniamo desiderio di ricevere, ma possiamo conseguire l’intenzione di amare e donare come il Bore, al di sopra del desiderio di ricevere. Tuttavia, per quanto esaltante sia questo traguardo, c’è ancora molto che non possiamo fare.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

A principio siamo tutti Ebrei per nascita?

Un Ebreo è colui che sviluppa la qualità della dazione e ama l’altro come se stesso, com’è scritto nella Torah, ovvero raggiunge lo stato di “ama il prossimo come te stesso” e “l’amore coprirà ogni crimine”.

La forza positiva che riceviamo è per elevarci al di sopra della forza egoistica negativa che esiste in ognuno di noi. Detto ciò, non dobbiamo odiare la forza negativa, ma ci  rapportiamo a essa con comprensione. 

La forza egoistica negativa è la nostra natura umana con cui siamo nati, e riceviamo inoltre anche il suo opposto, la forza altruistica che poniamo sopra al di sopra dell’ ego. Il controllo della forza altruistica positiva sulla forza egoistica negativa ci porta a un livello unico in cui il desiderio di ricevere (la negativa) si unirà all’intenzione di dare ( la positiva), e con  queste due forze ci faremo del bene a vicenda.

Alla fine, tra queste due forze, inizieremo a ricercare, riconoscere, comprendere e percepire la natura.  Vedremo che queste ci arrivano dalla natura, e, tramite il loro conseguimento, riusciremo a percepire e sentire l’unicità della natura. Il nostro obiettivo è raggiungere l’unione presente in natura, che consiste di entrambe le forze,  positiva e negativa, e di aderire alla loro fonte assoluta. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.