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La connessione che cambia il mondo

Domanda: In quale intenzione abbiamo bisogno di essere per correggere il mondo durante il prossimo congresso?

Risposta: Se siamo collegati l’uno con l’altro bene e con forza, con l’intenzione per il nostro obiettivo, la dazione reciproca comune, questo sicuramente raggiungerà il mondo, e questo inizierà a cambiare.

Il fatto è che siamo collegati insieme attraverso lo stesso sistema interno. Quello che si studia nella Kabbalah: Sefirot, Partzufim, i mondi – tutte queste sono le connessioni tra di noi. Non sono da qualche parte nello spazio: questa è la nostra vera connessione.

Rivelando questo nei gruppi delle decine, improvvisamente vediamo che ci sono i cerchi dei mondi tra di noi che ci collegano, come noi influenziamo queste connessioni, e come loro ci influenzano, e la luce si manifesta tra di loro, questa è la manifestazione del Creatore, la Sua rivelazione.
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(Dalla lezione virtuale  del 02.06.2013)

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I disturbi possono essere differenti

Domanda: Quando io devo sostenere un esame o trovare un lavoro, io prendo automaticamente un’appassionata preghiera, un desiderio ardente per il desiderio voluto. Perché non succede lo stesso nel cammino verso il Creatore?

Risposta: Mettendolo in maniera diversa, quando otterrai finalmente un reale motivo per girarti verso il Creatore?

Diciamo che ti sia accaduta qualche cosa di veramente sgradevole. Per esempio, qualcuno ti ha insultato seriamente, in modo talmente pesante che tu sei pronto per sparire dal posto in maniera che altri non vengano a saperlo. Allo stesso tempo, non c’è niente che tu possa fare. Ed è qui, in questo stato di completa impotenza che tu ricevi “un regalo dall’alto”, tu inizi a sentire che non c’è niente tranne Lui e che il Creatore t’invia questo con uno scopo specifico; tu devi unicamente girarti verso Lui e chiedergli che sarebbe meglio se questo non stesse accadendo.

Ti giri verso Lui e te ne penti subito: “Che cosa voglio? Evitare la sfortuna? O essere con il Creatore? Lasciamo che la paura e la vergogna rimangono se solo attraverso questo io posso mantenere una connessione con Lui”.

È cosi che andiamo avanti: Abbiamo bisogno della paura, che non possiamo maneggiare, che viene dai nostri desideri egoisti, e allora noi veramente avremmo bisogno dell’aiuto del Creatore.
Sei pronto per questo? Vuoi che succeda questo? Senza riserve e concessioni?

Domanda: Allora non c’è maniera di scappare dai disturbi?

Risposta: Unisciti a un gruppo, e insieme agli amici volerai come un razzo. Perché allora, al posto della vergogna e altri problemi “animali”, riceverai altri disturbi causati dall’inabilità di amare i tuoi amici e di unirti a loro. Tu fai degli sforzi ma sei incapace di raggiungere questo.

Ad ogni modo, i disturbi sono necessari dato che non ti volti verso il Creatore se vedi la più piccola possibilità di correggerti in un’altra maniera. Solo la completa impotenza fa alzare la tua richiesta verso di Lui. E questo significa che tu devi accrescere il tuo desiderio, lottando per l’unità ed elevandola sopra tutti gli altri. Allora scoprirai che puoi ottenere tutto tranne questo. E la breccia tra il desiderato e la realtà evocherà un urlo al Creatore.

Domanda: Che cosa deve succedere esattamente in un gruppo in modo che la situazione possa ottenere la scalata necessaria?

Risposta: Compiere tutti gli sforzi possibili e obbligare il gruppo a influenzarti. Questo è precisamente ciò che chiamiamo “garanzia mutua”.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 30.05.2012, l’Arvut (La garanzia mutua)

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Ci sono cose che devi fare da solo

Rabash, Shlavei Hasulam, 1984/1985, Saggio 19, “Vieni al Faraone – A”: Il segreto della ricerca dell’Inclinazione Maligna e l’Altro Lato è di causare lo Tzadikim a Errare e aderire alla Santità.

L’inclinazione maligna è “un angelo” che correttamente porta avanti il suo lavoro. Ci mostra costantemente quanto siamo deboli e non siamo pronti per fare niente e così ci obbliga a tornare alla Luce che Riforma. E così noi riceviamo una potenza dall’alto che ci porta ciò che è necessario. Poi, se l’ego non ci mostrasse il nostro completo fallimento, noi saremo d’accordo con ciò che è e non ritorneremo mai alla Luce.

L’inclinazione maligna non è il sunto delle tendenze maligne; si risveglia in me il non disperare dal fallimento in quella o quell’altra cosa perché sono un egoista. L’inclinazione maligna è una forza unica che è contro la Luce ed è direzionata verso Essa dalla sua opposizione: “Qui c’è ciò di cui hai bisogno.” Allora, l’oscurità ci risveglia alla ricerca della Luce, a risvegliare l’alba. Questo non è solo l’ego con le sue lussurie e desideri costanti: gelosia, lussuria, onore, controllo, e altro. No, invece, l’inclinazione maligna è la “cattiva” tendenza grazie alla quale noi sentiamo il bisogno di aiuto dal Creatore. Quindi vuol dire che questo è anch’esso altrettanto buono.

Domanda: Ma ogni tanto parli come se avessimo il potere di avanzare…

Risposta: Senza rovinare questi poteri, non realizzeresti che hai bisogno di chiedere l’aiuto. Non è abbastanza per sapere che sei senza forze. – devi anche avere l’esperienza. Osserva un bambinetto: Non importa quante volte gli spieghi qualcosa, deve provare tutto da solo e non solamente una volta. Non crede alle tue parole: “Per cosa hai bisogno di fare questo se non hai nemmeno successo?” No, lui deve fare esperienza da solo.

Domanda: Ma nonostante tutto ciò, non è terribile che noi perdiamo tutto questo tempo?…

Risposta: Questo è il perché ne abbiamo bisogno. Vedi, provando ad agire indipendentemente tu correggi i Kelim, i tuoi desideri. Poco a poco, quando raggiungi la disperazione, li purifichi gradualmente e li sistemi. Comprensibilmente, vuoi saltare immediatamente alla correzione finale, ma prima devi imparare qualcosa.

Tutte le Luci e tutti i Kelim, vasi, discendono dal perfetto mondo dell’Infinito ad uno stato assolutamente imperfetto e frammentato. Così un sistema è stato creato – dall’opposizione tra la Luce e i vasi – non puoi migliorare sopra la sequenza prestabilita. Dopo tutto, non c’è nulla di superfluo o marginale qui. La Luce dona in una forma assoluta e i vasi ricevono in forma assoluta e noi costruiamo la connessione appropriata tra loro. Questo non è qualcosa di arbitrario o un capriccio di qualcuno; questa è l’inevitabile conseguenza di condizioni in cui siamo impostati alle origini.

Tra i due desideri – dazione e ricezione – un altro sistema di relazioni non può essere creato differente da ciò che c’è nei mondi di Adam Kadmon e ABYA. Non può semplicemente esistere. Le leggi assolute qui sono al lavoro; non c’è alcuna ragione di scusarsi riguardo al “perdere tempo.” Non puoi accedere all’Infinito con un salto. Devi passare attraverso tutti gli stadi; altrimenti, il desiderio di ricevere non avrà successo nell’acquisire l’intenzione di dazione.

Nel percorso, necessiti del Creatore, la Luce, e più ancora. ChiamaLo come vuoi, ma c’è solo una forza che agisce in realtà. E dentro il tuo desiderio di ricevere c’è un piccolo punto. Devi comprendere dove trovarlo, identificare il suo desiderio e ritornarlo alla Luce Circostante (Ohr Makif – OM) con una richiesta che tutte le parti di questo desiderio saranno corrette. Non c’è nient’altro oltre a questo. Tutto il nostro lavoro fa affidamento su questo: che da questo punto nel nostro desiderio noi ci rivolgiamo alla Luce.

Eppure per fare ciò sono necessari molti test e sforzi. Vedi che stai lavorando con il tuo ego, una forza che vuole stabilire il proprio dominio e non ci permetterà di rivolgerci al Creatore. Al contrario, il Creatore è celato al grado che stabilisci da te stesso; noi dobbiamo decidere: “O io o Lui.”

E quindi, (1) prima noi abbiamo bisogno di fare la prima restrizione (Tzimtzum Aleph – TA) sul nostro ego. Questo non vuol dire che lo distruggiamo; noi riconosciamo che con il suo aiuto non è permesso raggiungere la dazione. Non puoi usare l’ego, nemmeno se lo volessi. Così si causa “un’atrofia.”

Dopo questo, (2) ti rivolgi a Bina; vuoi la forza di dazione che ti regoli. Questo ti porta ad una scoperta particolare (3). E’ vero che scopri solamente la Luce di Hassadim, ma questo è già qualcosa. Così gradualmente rimuovi il coperchio, gli occultamenti da te stesso.

Immagina questo come un esempio. Ci sono due persone di fronte a te: io ed un giovane uomo che è energetico, intelligente, attraente e i propri compimenti siano chiari. Vicino a lui è come se io mi dissipassi, dissolvendoti dal tuo campo visivo. Allora, tutto il tuo lavoro ora è muovere l’attenzione dall’uno all’altro.

Lui si maschera, si copre e si nasconde. Questo significa che devi “nullificarlo” dai tuoi occhi. Quindi “lo restringi” e lo sostituisci con me. Si scopre che qualcosa vali; io sono importante per te, e quindi sei pronto per entrare sotto la mia autorità invece che la sua autorità…

Così molte azioni sono richieste, passi per portarti alla via della rivelazione. Niente si compie da sé. Dall’inizio, sei sotto l’autorità del desiderio egoistico e devi passare all’autorità del desiderio altruistico. Vedi, il tuo desiderio non può rimanere “non associato ad alcuna cosa”; sia l’intenzione di ricevere sia l’intenzione di dazione devono dominarlo. E questa transizione richiede un po’ di tempo.
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(Dalla 3° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 31.03.2013, Scritti di Rabash)

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La fune di salvezza verso la spiaggia

L’avanzamento è possibile solamente attraverso lo spazio tra la Luce interiore e la Luce Circostante. La Luce Interiore rappresenta il presente e la Luce Circostante rappresenta il futuro. Più riusciamo ad elevare il futuro rispetto al presente, più potente sarà la forza che ci spingerà in avanti, ed il nostro desiderio per il futuro sarà più grande. E, in base alla forza di questa assenza, attiriamo la Luce che penetra lo stato presente dal futuro.

Perché nel mondo spirituale esistono già tutti gli stati; tutto dipende solamente dal nostro desiderio di conseguire il futuro. Se lo vogliamo, lo sentiremo come bene. Ma se non abbiamo desiderio per il futuro, allora la sua Luce ci arriverà in base al programma di sviluppo “a suo tempo”, e questa cosa ci provoca sofferenza.

Tutto dipende dal modo in cui aumentiamo il nostro desiderio per il futuro e risvegliamo noi stessi verso il futuro. Questa deve diventare la nostra principale preoccupazione. Per questa ragione, dobbiamo descriverlo a noi stessi, farne un disegno davanti a noi, e giocarci dentro come se già vivessimo in questo futuro. Dobbiamo comportarci come dei bambini che giocano a fare gli adulti e risvegliano dentro di loro l’entusiasmo per questo gioco, aiutandosi così a crescere.

Un uomo non può crescere attraverso i guai e la sofferenza. La sofferenza, invece, obbliga l’uomo a chiudersi in se stesso, a mettersi all’angolo, a nascondersi dietro uno scudo. Al contrario, la felicità apre il cuore alla grazia, alla misericordia, alla dazione, all’amore e porta un uomo avanti, come se avesse le ali.

Perciò, se descriviamo a noi stessi un futuro positivo e bellissimo, facciamo in modo di elevare tutto il gruppo, dando a tutti gli amici un sentimento di speranza, di fiducia e di gioia circa le prospettive per il futuro, dalla sua grandezza, la grandezza del Creatore, del maestro, dell’insegnamento, e del gruppo; tutto questo darà ad ognuno energia e desiderio, ed allargherà la percezione di tutti. Grazie a ciò, attireremo ancora più influenza della Luce Circostante per i nostri desideri allargati, e riceveremo ancora più forza e più Luce, e saremo attirati in avanti.

Quindi, rivolgendosi continuamente al futuro e ricevendo da qui la Luce, un uomo spinge avanti se stesso. E’ come se io avessi una corda e mi tirassi in avanti con il suo aiuto. O come se fossi seduto in una barca con una corda, e lanciassi la corda a qualcuno sulla spiaggia, e usassi la corda per tirarmi verso la spiaggia.

In questo modo, un uomo lavora con la Luce Circostante, risvegliando in se stesso un desiderio ardente per il futuro, lodando il Creatore e lo stato futuro e da lì raggruppare le mancanze per se stesso. Con la mancanza che sviluppa, l’uomo pensa ancora al futuro ed insieme a questo impara che in questo modo attira la Luce Circostante dal futuro. Tutto questo lavora sui suoi vasi esteriori che sono previsti per il futuro. Perché non sono ancora dei vasi interiori; non hanno ancora conseguito la correzione e l’appagamento.

In questo modo un uomo rivela il suo desiderio futuro; il che lo attira verso il futuro ed in questo modo avanza. L’uomo riceve questo risveglio dal futuro, riceve l’appagamento e la forza ad intermittenza. Con l’aiuto dell’ambiente e dello studio, l’uomo crea un collegamento con il futuro, con la Luce Circostante che influenza i suoi desideri non sono ancora corretti, e finalmente egli conquista il traguardo.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 12.04.2013)

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Un approccio maturo ai problemi

Un approccio maturo ai problemi è quando sai di poter raggiungere l’obiettivo solo superando il problema. Tu superi le sensazioni spiacevoli nel tuo desiderio di ricevere, sopra il buio, e lì chiedi la connessione con il gruppo, con il Creatore. Anche la tua preghiera è falsa, e interiormente aspetti solo che il problema vada via, che l’oscurità si dissolva almeno un po’, in modo che sarai in grado, in una certa misura, di riposare, di rilassarti e di sentirti al sicuro.

Ma mantieni te stesso e cerca una connessione e adesione con il gruppo, con i libri, e con l’insegnante. Tu sei come un bambino che vuole tenerli tra le braccia. Tu cerchi tutto il supporto che puoi ottenere, che ti permette di chiedere non che il buio si dissolva, ma piuttosto di superare il buio e pensare al Creatore, e non ai propri sentimenti. La tua preoccupazione è quella di portare il piacere a Lui e non a te stesso.

Se riesci a pensare in questo modo, allora in quella misura tu senti già la contentezza. Quando puoi desiderare di portare al Creatore un appagamento ancora maggiore attraverso il gruppo e attraverso tutti gli altri mezzi, allora senti una gioia ancora più grande. Se non riesci, allora dovresti chiederlo affinché tu possa sentire la vita nei vasi esterni, nei vasi stranieri, che significa “al di fuori della propria pelle”, dove si trova la tua anima.

I sintomi della “malattia” andranno via nel momento in cui smetterai di pensare a loro e aderirai al Creatore non a causa dei sintomi corporei. Potrai venire fuori dalla tua pelle, come se tu morissi, e aderissi al Creatore, all’anima e non al corpo. Questo si chiama vivere nella fede al di sopra della ragione, venire fuori da te stesso, la transizione tra la vita e la morte, almeno in una certa misura.

Poi a poco a poco ti unisci a questa transizione, e quindi combatti la morte. Dobbiamo almeno capire il modello di questa transizione, e poi tutto avverrà secondo lo stesso principio, nella stessa maniera.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 04.04.2013, Shamati 36)

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Voglio elevarmi a te…

Domanda: Se il gruppo ha qualcuno con una dipendenza e lui è caduto dal processo generale, quali sforzi deve fare in modo da essere in accordo con il Creatore e per superare il nostro nemico, l’ego?

Risposta: Il Creatore non risponde alle richieste individuali di una persona. Egli in realtà risponde ma non realmente a favore della persona, in quanto la persona non Gli dà la possibilità di essere rivelato.

Supponiamo che io gridi ora che mi aspetto che il Creatore mi sia rivelato. Ho i libri e tutto ciò di cui ho bisogno! Mi chiudo in una stanza e comincio a pensare, a gridare, e soffrire.

Si rivelerà a me il Creatore? No. Perché no? Dov’è la resistenza che costruiamo tra noi? Dov’è il nemico? Lui se n’è andato. Dove è il posto in cui Lui dovrebbe essere rivelato?

Il Creatore dovrebbe essere rivelato nella resistenza, nell’ego, nel fatto che non riesco a connettere con gli amici e chiedo il suo aiuto. Solo allora si rivelerà!

Ma se penso a me stesso e borbotto solamente: “Beh, rivelaTi a me”, allora non si arriverà a nulla. Perché dovrebbe rivelare Se stesso?

“Voglio salire verso di te…” cosa significa salire verso di Lui? Significa diventare uguale a Lui, essere vicino a Lui nei miei attributi. Che cosa significa essere vicino a Lui nei miei attributi? Una cosa unica e speciale. Ciò significa che più ci connettiamo, più vicini siamo verso di Lui, e così Egli si rivela a noi.

Ci sono sette miliardi di persone nel mondo. Quando cominciamo a salire, poi nel livello successivo ci sentiamo come un miliardo e poi come un milione, e poi come un centinaio di persone, e, infine, come una sola. Questa è la scala su cui si sale al Creatore.

Ma se io grido: “Elevami, rivelaTi a me”! Allora, come può rivelare Se stesso? Non c’è niente in te, tu sei, ma solo un punto. Solo il nostro mondo può essere sentito in un punto.

Oggi, la sua condizione è che si può avere successo solo se s’inizia a connettersi e, allo stesso tempo, preoccuparsi di tutto il mondo. Vedere ciò che la crisi ha messo al mondo. Questo è ciò che Baal HaSulam scriveva. Solo pensando a tutto il mondo, possiamo gradualmente iniziare a salire.

Ogni livello dell’umanità si sentirà divenire sempre più piccolo, più compatto, ed i suoi membri si sentiranno più vicini l’uno all’altro come in un gruppo, finché diventeremo tutti uno. Solo quando diventeremo uno, saremo uguali al Creatore.

Quindi, non abbiamo altra scelta che avviare la connessione al fine di rivelarLo e di vedere che non siamo in grado di farlo da soli.

Quante volte abbiamo letto il brano dallo Zohar sugli studenti di Rabbi Shimon che erano grandi saggi ed erano al livello di Arich Anpin di Atzilut, il più alto livello di realizzazione, che è la rivelazione del Creatore, la sensazione del Mondo Superiore. Guardate come si odiavano l’un l’altro così intensamente, tanto che erano pronti a uccidersi a vicenda, quando hanno iniziato a scrivere Il Libro dello Zohar.

Dobbiamo raggiungere tali stati in cui chiediamo che il Creatore sia presente in modo che Egli si connetterà a noi. Ma i rapporti tra noi sono freddi: non mi sento realmente così; io sono di cattivo umore… non abbiamo ancora raggiunto il sentimento di odio.
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(Dal Congresso Europeo in Germania 23.03.2013, Lezione 3)

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Non aspettare, agisci!

Domanda: Quando gli uomini si riuniscono, causano un sentimento di ebrezza nelle donne. Noi donne, non vediamo veramente l’ora.

Risposta: Non dovresti aspettare ciò. Devi agire. Altrimenti, non succederà niente. Dovresti creare pressione sugli uomini, aiutarli, questo è, credere come una moglie a casa nei confronti del proprio marito. Questo è come l’intera componente delle donne del gruppo mondiale deve trasmettere alla parte maschile. In principio, l’anima era composta di una parte maschile e una femminile, e il Creatore tra loro.

Non dovresti affidarti solamente agli uomini. Da soli, non avrebbero costruito il mondo. Non possono dare la nascita, crescere figli, e destreggiarsi nelle faccende di casa. Questo è il perché loro hanno bisogno di supporto, aiuto, direzione e pressione. Questo è quello che generalmente fa una donna a casa, aiutando il marito.

L’intero Kli (vaso) è la parte femminile, non quella maschile. L’uomo, sì, attrae la Luce, ma verso il desiderio delle donne, all’aspirazione delle donne. Così, è necessario mettere insieme la parte maschile e femminile correttamente. Comunque, non aspettare! Al contrario, se non causi un bisogno urgente per attrarre la Luce negli uomini, loro non lo faranno. Questo è come siamo organizzati.
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(Dal Congresso Europeo in Germania 23.03.2013, Lezione 4)

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La connessione distrugge il male

Baal HaSulam, “La Pace”: E tu scopri che tutti i semi da cui crescono gli stati buoni sono solo le opere corrotte stesse, il che significa che tutti i mali che vengono esposti da sotto le mani dei malvagi nella generazione si uniscono e si accumulano in una grande somma, fino a che non pesano così tanto che il pubblico non può più sopportarli. Poi, si alzano e lo rovinano e creano uno stato più desiderabile.

Se voglio avanzare correttamente devo partecipare, lungo il cammino, a distruggere il male con azioni concrete. Queste azioni scendono all’atto più efficace, che è la connessione tra gli amici. È la connessione che distrugge il male.

Domanda: Che cosa significa che il male appare durante la connessione?

Risposta: È vero. Il male vero si rivela solo quando voglio entrare in contatto con gli altri e vedere come sono respinto da loro e quanto li odio. Sono attratto da loro e questo mi ripugna e mi sento rifiutato. Questa è l’inclinazione al male e questa è l’unica cosa che dobbiamo correggere. Tutto il resto sono sentimenti animaleschi.

Dopo tutto, l’Adamo, l’essere umano, è solo uno che è attratto dalla connessione con gli altri. La risposta negativa alla connessione è l’inclinazione al male che io correggo e trasformo in buona.

Il mio primo istinto è quello di stabilire una connessione con il gruppo e con gli amici. Poi sento che non voglio studiare e non voglio fare più niente. Sento, invece, l’indurimento del cuore, io sono stanco di cercare, “Quanto tempo ancora? Non vedo venir fuori nulla di buono da tutto ciò…” Questa è l’inclinazione al male, il Faraone in me con il quale adesso devo lavorare. Il Suo male è che si oppone alla connessione.

D’altra parte, il risultato del collegamento si chiama “CreatoreBo-Re“, che significa vieni e vedi (in ebraico – Bo – vieni e Re – vedi). Se mi connetto con tutte le anime o con alcune, allora nella connessione tra di loro scopro il Creatore. In altre parole, raggiungo la connessione e lì dentro scopro il risultato.

Ma nel frattempo mi sento male dato che il mio desiderio si spegne e io mi addormento e non vedo il senso in nulla, né in questo mondo né nel mondo a venire. Nulla vale più la pena. Ora, quando sento l’indurimento del cuore, devo trovare la forza di agire, di elevare MAN, una richiesta.

Così come riesco a farlo se io desidero solo ricevere un sonnifero per il resto della mia vita? Qui abbiamo bisogno di un ambiente che ci aiuti a svegliarci. Questo ambiente fa due cose:

In primo luogo “seppellisce” la mia inclinazione al male.

In secondo luogo, quando ci connettiamo, e insieme saliamo verso la Santità, chiediamo con tutte le nostre forze, la forza della dazione dalla preghiera di molti.

Pertanto, la buona inclinazione può essere rivelata soltanto nel gruppo. Poi dall’Alto, ricevo la forza buona, la forza della dazione che mi unisce agli amici e al Creatore.
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Lo Shabbat eterno

Domanda: Che cos’è lo “Shabbat eterno”, del quale è detto che tutto si compirà il settimo giorno?

Risposta: L’ “eterno Shabbat” rappresenta la completa adesione tra il Creatore e l’essere creato. Si tratta della sensazione della correzione completa.

“Pace eterna” significa che non hai nulla da combattere ma che stai compiendo molto lavoro accompagnato dal desiderio positivo e costante per il Creatore. Questo desiderio non è la conseguenza di una mancanza, ma è dovuto alla rivelazione di una maggiore perfezione.

Non abbiamo idea di come sia possibile. Come posso muovermi in avanti senza usare affatto la gamba di sinistra? E’ come se apparisse una gamba intermedia, e tu camminassi diretto verso la rivelazione del Creatore.

Vale a dire, vai verso di Lui non perché ti correggi e avanzi verso di Lui, ma perché Egli si è rivelato sempre di più, e tu entri dentro di Lui sempre di più. Questo è il sistema.
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(Da kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 04.02.2013)

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Una briciola di materia accanto ad una scintilla di Luce

Noi siamo nel mondo di Ein Sof (l’Infinito). Ma nel mondo di Ein Sof c’è una Luce piccolissima: Nefesh di Nefesh che ha creato l’essere creato come “qualcosa dal niente”, come un minuscolo granello di desiderio di ricevere. Questa è la prima fase, la “fase-radice” del mondo di Ein Sof. Allora, perché è chiamato infinito?

Perché non c’è nulla a parte una minuscola scintilla di Luce e una minuscola briciola di materia. Tutto il resto giunge grazie alla grandezza della Luce nelle sensazioni della briciola dell’essere creato, attraverso il grande rispetto verso la Luce che lo ha creato e che si prende cura di esso. Dal riconoscimento di questa grandezza giunge la sensazione del mondo di Ein Sof.

Poi questa briciola incomincia a svilupparsi e a diventare sempre di più indipendente, e tutti i mondi nascono nelle sue sensazioni. All’inizio avviene istintivamente, sotto l’influenza della Luce. Ma alla fine il suo sviluppo raggiunge il punto in cui ci troviamo adesso. Se ora, da questo stato, cerchiamo di risalire usando tutte le istruzioni che sono state realizzate per noi, raggiungeremo il verso riconoscimento della Luce.

Ma possiamo chiamare vero questo riconoscimento in modo condizionato, poiché è impossibile conseguire la vera essenza del Creatore e la Sua altezza rispetto all’essere creato. Ma quando ci eleviamo di nuovo, scopriamo la Luce di NRNHY, e la misura rispetto alla quale il Creatore ci permette di arrivare a Lui è chiamata “adesione”. In questa misura, in base alla Sua volontà, dobbiamo essere come Lui.

E’ scritto, “Egli ha sollevato il povero dalla polvere” (Salmo 113). Ma noi non chiediamo che Egli ci dovrebbe sollevare dalla polvere per essere ricchi, ma noi vogliamo essere sollevati solo perché così rispetteremo e loderemo il Creatore. Questa è la sola ragione per cui chiediamo a Lui di sollevarci dalla polvere: per conseguire la Sua grandezza e non per migliorare la nostra condizione.

Questa ascesa è al fine di comprendere chi ci ha creati e chi si è preso cura di noi. La materia in sé può restare in assoluta povertà poiché ciò che conta per noi è di unirci alla Luce superiore, la qualità della dazione, non per il nostro bene ma per rendere felice il Creatore. Questa è la nostra sola speranza. In questo modo arriviamo ad eguagliare perfettamente il quadro, l’immagine, che troviamo nel mondo di Ein Sof: una briciola di materia accanto ad una scintilla di Luce, e tutto il resto è l’infinita grandezza del Creatore.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.03.2013)

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