Pubblicato nella 'intenzione' Categoria

Lavorando con il mondo come una garanzia dell’Avanzamento Spirituale

Domanda: Come il mio lavoro con il mondo può cambiarmi così che possa finalmente ottenere il Creatore?

Risposta: E’ molto semplice. L’ho già spiegato molte volte.

Diciamo che abbiamo l’aspirazione di innalzarci sino al Creatore, sino alla proprietà della dazione. Non possiamo rivolgerci al creatore solo per il nostro beneficio anche se chiediamo che ci venga conferita la proprietà della dazione. “Dammi la qualità della dazione! Correggimi!”, perché? Sembra che si stia incolpando il Creatore per averci creato “cattivi” e così adesso gli chiediamo. “Sistema quel che hai fatto!”

In questo passaggio ci sono delle sfumature molto sottili. Ricorda, non possiamo rivolgere al Creatore le nostre richieste personali. La nostra richiesta deve essere generale e deve provenire da tutti gli amici. Solo quando cerchiamo di unirci in un gruppo e creiamo delle proprietà comuni tra di noi possiamo rivolgerci al creatore chiedendogli di manifestarsi dentro di noi. Il nostro appello verso di Lui è chiamato MAN e la Sua risposta è chiamata MAD.

Ma anche se riceviamo qualcosa indietro, sarà solo una leggera sensazione di spiritualità chiamata Galgalta ve Eynaim o Hafetz Hesed (Colui che non desidera nulla per il proprio tornaconto), nulla di più!

Per poter veramente percepire la spiritualità e carpire la forza superiore non abbiamo bisogno di desideri che ci appartengano, piuttosto necessitiamo dei desideri dei nostri vicini. Altrimenti, la nostra richiesta per le proprietà altruistiche sarà solamente un atto egoistico.

“Perché hai bisogno di qualità altruistiche? Si felice del modo in cui ti ho creato!” Se uno desidera superare la propria natura, non dovrebbe richiedere di alterarla.

Prova a pensarci ed a “digerire” questi stati interiormente. Se giustifichiamo il re, allora validiamo tutto quello che Egli compie con noi, anche se Egli ci imprigiona. Se non approviamo il re, significa che il nostro egoismo urla dentro di noi e che stiamo giudicando ogni cosa attraverso i nostri propri stati.

Quindi noi dovremmo rivolgerci al Creatore tutti assieme per poter veramente rivelare il Creatore invece di pregare solo per noi stessi. Se facciamo così, acquisiremo una “piccola somma”, sette miliardi di persone, l’intera umanità.

Se ci occupiamo degli altri come se fossero i nostri propri bambini, allora inizieremo a sentirli. Non appena la nostra influenza inizierà a manifestarsi su di loro, la loro reazione ci sarà immediatamente chiara.

Inizieremo a occuparci di loro. Li capiremo e sentiremo cose se fossero i nostri bambini. Realizzeremo quel che è bene e quel che è male per loro visto che sentiremo il loro proprio dolore interiore.

Percepiremo la loro reazione, la loro richiesta, la loro MAN per la salvezza e per l’unità, che sarà diretta verso di noi.

Non abbiamo la capacità di farlo per conto nostro da soli. E poi ancora, possono davvero unirsi e diventare un solo insieme anche se non sono un gruppo Kabbalistico? Loro non sanno nulla e nemmeno desiderano studiarlo siccome non ne hanno alcuna predisposizione.

Per potersi collegare interiormente, Hanno bisogno della Luce superiore, il Creatore. MAD transiterà attraverso di noi a loro. Essi lo sentiranno perché mentre li stiamo educando, diventiamo una fonte di energia per loro. Noi siamo per loro come in collegamento per questa transizione.
[124337]

(Dal Congresso virtuale a Mosca del 15.12.2013, Lezione 5)

Materiale correlato:

Prepariamoci all’arrivo dell’ospite tanto atteso
Un canale di Luce

Lo Lishma

Domanda: Com’è possibile controllare se una persona si trova in uno stato di Lo Lishma; cosa caratterizza il Lo Lishma dal quale raggiungiamo Lishma?

Risposta: Lo Lishma, significa che una persona è alla ricerca della verità. Egli ha sentito, e teoricamente ha un idea di cosa sia, ma allo stesso tempo, si trova nell’intenzione di ricevere per se stesso.

Se misuriamo Lo Lishma su una scala da 0% a 100% allora nel caso dove un amico prende in prestito $1000 da me, 0% di Lo Lishma è quando un amico deve restituirmi l’intero importo di $1000.

1% di Lo Lishma è quando lui restituisce $999, e io lo accetto come se mi avesse restituito $1000.

E 100% di Lo Lishma e quando mi restituisce $0, una busta vuota. E io lo controllo con i miei sensi, vedo che non c’è niente e lo accetto come se mi avesse restituito l’intero debito. Questo vale a dire che mi dimostra quanto posso andare oltre i desideri di ricevere.

Ma certamente tutto questo avanzamento è possibile solo grazie all’influenza della Luce Circostante (Ohr Makif). Ma quando passiamo da Lo Lishma a Lishma, allora iniziamo ad operare la Luce Diretta (Ohr Yashar)

Baal HaSulam fornisce una definizione di Lo Lishma nell’ Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot” “Infatti praticando la Torà e Mitzvot in Lo Lishma significa che uno crede nel Creatore, nella Torà e nella ricompensa e nella punizione. Ed egli si occupa della Torà perché il Creatore ha ordinato questa occupazione, ma associa il suo piacere a portare piacere al suo Creatore”.”
[120659]

(Dalla 1a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 15.11.2013 da Shamati #64 “Da Lo Lishma a Lishma)

Materiale correlato:

Una lunga strada verso il primo livello spirituale
Come possiamo diventare indipendenti dal risultato del nostro lavoro?

Il vagito di un bambino che scuote il mondo

Noi crediamo di non ricevere una risposta immediata alle nostre richieste e alle nostre preghiere, ma non è vero, otteniamo subito una risposta. Ci troviamo in un sistema integrale che è connesso internamente da miliardi di legami. Quindi non c’è modo di compiere una certa azione, sia con i pensieri, con le parole, e con i comportamenti che non influenzi il sistema. Ogni minuscolo cambiamento che affrontiamo internamente scuote il sistema intero. Risponde ad ogni dettaglio.

E’ come un corpo unico che risponde ad ognuna delle sue cellule, ad ogni suo desiderio. Voi siete connessi a tutti e non potete compiere una singola azione senza scuotere il sistema. Ognuno inizia a muoversi grazie a voi e voi cambiate continuamente il sistema. Le azioni meccaniche hanno una minima influenza sul sistema e anche le parole hanno un effetto molto piccolo. Ma la vostra intenzione provoca degli enormi cambiamenti nell’intero sistema, anche adesso quando la vostra intenzione non è esattamente quella giusta, ma voi state comunque tentando di arrivarci. Siete come un bambino che tenta di muoversi in avanti.

Noi non vediamo un simile effetto nel mondo fisico, ma nel mondo spirituale le persone che stanno già iniziando il loro lavoro spirituale mettono insieme una vera e potente risposta dell’intero sistema attraverso le loro azioni. In base al vostro avanzamento, piano piano crescete da persona che compie delle azioni a persona che serve coloro che compiono delle azioni, quando vi elevate al livello di Binà, Hafetz Hesed, o anche più in alto di così. Servite solamente coloro che sono inferiori aiutandoli, ma sono effettivamente loro che realizzano i cambiamenti più grandi nel sistema ed è certamente grazie a voi.

Lo stato di colui che è superiore, che sia piccolezza o grandezza, dipende da colui che è inferiore, da MAN, dalla preghiera, che viene elevata. Ma sono loro, quelli piccoli, che elevano MAN (una preghiera), e in risposta a questo, l’intero sistema viene scosso rispondendo ai loro sforzi di essere incorporati nel sistema nella capacità di capire e di sentire.
[119971]

(Dalla Preparazione alla lezione quotidiana di Kabbalah del 07.11.2013)

Materiale correlato:

Una doppia richiesta e una doppia risposta
Un progresso spirituale

Il canale che porta al fiume della Luce

Il cammino verso la rivelazione consiste nell’implementare tutte le condizioni, ripetutamente, su tutti i gradini, fino a quando una persona non arrivi alla rivelazione, senza limite, senza fine, di adesione perfetta. Raggiunge l’adesione su tutti i gradini. Ogni gradino è simile a quello dopo, la differenza è soltanto nella qualità e quantità dei dettagli che si accumulano li, e ci fanno percepire un grandino come il mondo nuovo, ogni volta.

Israele, la Torà, e il Creatore sono uno” deriva dal fatto che inizialmente, ci troviamo nel mondo dell’Infinito, completamente uniti con la forza del Creatore, la forza della Luce. Li, non esiste differenza tra il vaso e la Luce, e quindi non esiste Israele, cioè uno che aspira al Creatore. L’essere creato diventa Israele soltanto sotto la condizione che è separato dal Creatore ma comunque aspira ad aderirsi a Lui ed arrivare all’adesione, rimanendo indipendente.

Sono necessarie due condizioni opposte: Da un lato, separazione dal Creatore, e dall’altro, adesione, Vale a dire, uno deve rimanere indipendente-questo è l’intero significato della creazione.

Israele, la Torà e il Creatore devono connettere per noi tutto il tempo nella loro forma finale- quanto siamo in grado di immaginarlo per ora. La creatura è uguale al Creatore fino a quanto può immaginare l’immagine del Creatore. Le sue proprietà che sono già state rivestite sulla creatura. Immaginiamo noi stessi come già alla fine del cammino, cioè avendo completato il nostro gradino attuale, perché non siamo in grado di pensare a qualcosa che va oltre il nostro gradino attuale.

Ma aspiriamo almeno a questo, cioè desideriamo diventare Israele e raggiungere l’adesione completa con la forza della dazione e dell’amore per i maligni e per i giusti, per i nemici e gli amici nella stessa maniera, fino alla fine della correzione. Anche se in realtà, questo è soltanto il nostro grado attuale. Dopotutto, tutto ciò che riusciamo soltanto ad immaginare, l’intera creazione da un lato all’altro, esiste dentro questa struttura, questa minuscola Sefira, che si rivela per noi ora, nel frattempo. E ancora, dobbiamo immaginare che vogliamo rivelare tutto, correggere ogni cosa, e aderire al Creatore in ogni cosa. Vogliamo farlo in modo che il mondo intero diventi la mia anima, e tutte le proprietà sono corrette verso la dazione e l’amore.

Ci immaginiamo corretti in questo modo, per aspirare a questo, studiamo e facciamo tutte le azioni necessarie per ottenere lo stato finale. “Israele, la Torà e il Creatore sono uno”. Ma nel cammino verso l’ottenimento della meta finale, è necessario riempire tutti i comandi del Creatore, cioè studiare ogni tipo di dazione, che è ciò che facciamo all’interno del gruppo. La cosa più importante è l’amore per gli amici, dove si chiariscono tutte queste nozioni.

Avendo ricevuto questi strumenti dall’amore degli amici, i vasi di Galgalta ve Eynaim, con il loro aiuto potrai correggere i vasi di ricezione, AHP, di quello stesso gradino, cioè quelli che sono fuori dalla struttura del gruppo, fino al gradino dove iniziamo a relazionarci verso tutti  esattamente nella stessa maniera. Ci relazioniamo al gruppo come il nostro posto di lavoro interiore e la fonte di forza. Eppure, il posto di lavoro reale è l’AHP, cioè il mondo intero.

GE sono creati per prendersi cura di AHP. La frammentazione è avvenuta principalmente per questa ragione e le scintille di dazione dal GE sono penetrate in AHP. In questo modo, i rudimenti della correzione sono stati creati in AHP. Dopotutto senza, AHP non ha alcuna speranza di correzione.

Per questa ragione dobbiamo sempre prepararci nel nostro GE, nel gruppo, nello studio, la nostra connessione, un abbraccio amichevole, e nei seminari, e dopo uscire e lavorare con i desideri di AHP. La vera realizzazione avviene in AHP, mentre la preparazione è in GE.

Anche se sembra a noi come se ci correggessimo da soli, mentre lavoriamo tra di noi nel gruppo, essenzialmente questo è solo il lavoro di preparazione.

Il nostro lavoro è detto “lavoro del Creatore” Non agiamo noi stessi, ma la Luce. Nel frattempo, ogni volta dobbiamo rivelare l’area dove la Luce potrà agire, come è detto: “Apri la punta dell’ago…” La nostra richiesta, innalzando una preghiera, MAN, apre il canale verso la Luce, dentro il quale entra ed opera. Il Creatore adempie il Suo lavoro, e noi dobbiamo soltanto aprire l’entrata per Lui. Questo è detto rivelare al mondo: Ogni volta arriviamo ad un mondo nuovo.
[116637]

(Dalla preparazione alla Lezione del 11.09.2013)

Materiale correlato:

Penetrare il nuovo mondo attraverso la cruna di un ago
Il lavoro straordinario dell’adattatore spirituale

Una doppia richiesta e una doppia risposta

Anche mentre siamo sotto il dominio delle forze egoistiche, le bucce (Klipot), possiamo risvegliare la parte superiore. Solo coloro nei quali è stato risvegliato il punto nel cuore possiedono il potenziale per connettersi al Creatore, ma con un’intenzione che è ancora egoistica. Una persona si rivolge al Creatore con le intenzioni che sono ancora egoistiche e quindi viene considerata in balia delle forze impure.

Più grande è la forza che la persona possiede di rivolgersi al Creatore ancora mentre lo fa per se stessa, più grande è l’egoismo (Klipà). Pertanto, come è scritto “Colui che è più grande del suo amico, il suo desiderio è più grande del suo”. Il grande malvagio, le enormi forze dell’egoismo, di cui parla la ToràBalaam, Balak, il Faraone (il guscio generale), Haman, Ahaseurus, e le sette nazioni che occupano la terra di Israele, prima dell’arrivo degli ebrei: tutti questi attributi vengono risvegliati in una persona in base al suo livello. Maggiore è il guscio nel quale una persona si trova, maggiore è la Santità che le viene assegnata in contrasto con esso.

La salita inizia quando in una persona si risveglia il punto nel cuore mentre è in cattività della forza egoistica, Klipot, e nell’intenzione di ricevere per se stessi. Nonostante l’intenzione egoistica di ricevere in cui il punto nel cuore esiste, non per scelta, esso solleva una preghiera (MAN). Sebbene la preghiera sia egoistica, allo scopo di ricevere, è ancora una preghiera dell’inferiore, del guscio che risveglia il livello superiore di agire. Poi, il superiore comincia a lavorare su questa preghiera e la solleva da un livello ad un altro fino a Ein Sof (infinito). Tuttavia, noi impariamo solo circa tre livelli: quello inferiore, il superiore e l’estremità superiore. Tutti gli altri livelli funzionano allo stesso modo.

Questo trio opera costantemente: l’inferiore, il superiore e l’estremità superiore. L’inferiore si trova nell’egoismo, e il superiore, che sente il dolore dell’inferiore e sa come tradurlo correttamente, elabora la preghiera corrotta dell’inferiore trasformandola in una preghiera corretta e la solleva al superiore che si trova nella santità, scollegato dall’inferiore corrotto. Così, nell’estremità superiore, ci sono già tutta la Luce e la forza necessarie per prendersi cura dell’inferiore.

Il superiore si solleva fino all’estremità superiore con una doppia preghiera: la preghiera dell’inferiore e la sua risposta ad essa. Così, l’estremità superiore da’ il doppio della grandezza di cui ha bisogno per prendersi cura dell’inferiore. Quando raggiunge la grandezza, può già prendersi cura dell’inferiore corrotto. Così, si scopre che il “primo nato” che si chiama Partzuf superiore riceve il doppio dall’estremità superiore, la sua parte e la parte dell’inferiore corrotto. Questo è il modo in cui funziona la catena.

Questa è l’unica azione nella nostra correzione ed essa ci porta fuori dalle Klipot. Quindi, la prima condizione è la preghiera. Tutto il nostro lavoro spirituale, tutta la realtà che sentiamo, è disposta e pronta ad aiutarci ad elevare una preghiera verso il superiore. Non esiste nulla, tranne che la nostra richiesta. Questo perché noi non siamo capaci di eseguire nessuna azione fatta eccezione per la possibilità di chiedere. Questo è in realtà ciò che dimentichiamo.

Finalmente capiremo che non esiste nessuno tranne Lui e che il Creatore è buono e benefattore, che in realtà esiste una sola forza che opera, su cui è scritto: “Io sono il primo e sono l’ultimo”. Tutto questo ha lo scopo di aiutarci a scoprire in qualsiasi momento la nostra richiesta.

La richiesta dell’inferiore deve essere organizzata correttamente per dare. Se chiediamo per noi stessi, siamo nelle Klipot sotto il dominio di forze impure egoistiche. Se continuiamo a chiedere per noi stessi, troviamo noi stessi più a fondo in questo egoismo.

Tutte le nostre richieste, tutte le mancanze, anche dagli stati più vergognosi – salgono ancora verso l’alto. L’unica domanda è in quale forma. Se le richieste non sono in equivalenza della forma con il superiore, esse sono ancora accettate e influenzano il sistema e il suo sviluppo. Ma in questo caso, le forze ci obbligano a torturare noi stessi e vediamo il mondo diventare sempre più malefico e buio. Noi avanziamo, ma per la via della sofferenza, nel suo tempo.

Se le nostre richieste vengono fatte in base al desiderio del superiore, si risvegliano tutti i livelli di correzione e salgono fino a Ein Sof e ci portano verso la nuova Luce che chiarirà, correggerà, e riempirà i nostri vasi allo scopo di dare. Poi, avanzeremo attraverso il percorso di “Io lo affretterò”.
[116957]

(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah dele 22.09.2013)

Materiale correlato:

Il Gruppo è più forte delle Klipot
Rendere il creatore importante

Che cosa porto al Creatore?

Domanda: La natura dell’ uomo è tale che egli non desidera riconoscere il suo male interiore. Solo quando obbligato, una persona si sente forzato ad ammettere il bisogno per la correzione. Cos’è il male che si nasconde in me?

Risposta: Odio infondato; ha distrutto i discepoli di Rabbi Akiva. Non esiste altro male. Ogni altra cosa è male dal punto di vista del mio ego. Solo l’odio infondato rappresenta il male che resiste al bene: amare gli altri come amiamo noi stessi. Questo è l’unico criterio col quale misuro me stesso e la mia corruzione. Ogni altra “virtù” non viene vista come difetti dal Creatore. Non sono considerati una buona causa per fare appello a Lui. Lui si aspetta un preghiera autentica. L’intero sistema di correzione è fatto per i Kelim rotti, o i desideri che non sono in grado di unirsi.

Domanda: Quindi, dobbiamo costantemente sentire questo male e non edulcorare o nasconderlo da noi stessi, giusto?

Risposta: Dai salmi: “Riconosco le mie trasgressioni e il mio peccato è sempre davanti a me” (Salmo 51:3). Altrimenti, cosa individuerò al Creatore? Cosa richiederò che egli corregga? In realtà è molto semplice, desiderio partecipare alla vita del gruppo. Sono attratto da esso, e allo stesso tempo, vedo che non sono in grado di farlo. É esatto questo che viviamo durante un congresso di Kabbalah. Essendoci riuniti insieme, ci rendiamo immediatamente conto che non vogliamo, e non siamo in grado di unirci. Questo viene detto “scoprire il proprio male” é grandissimo! Ora dobbiamo tenere questo male come nostro obiettivo ed esigere che sia corretta.
[29931]

(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 16.12.2010)

Materiale correlato:

La radice del Lavoro Spirituale
Non ci sono punizioni, ci sono solamente correzioni

I cuori sono attratti al termine delle azioni

Il Libro dello Zohar – Introduzione, «Gioisci delle Festività e non dare al povero”: questo è il senso della denuncia della Verità circa la creazione dell’uomo, dicendo che lui è tutto bugie… Comunque, Hesed disse: “Lascia che venga creato perché egli fa misericordia”, poiché la misericordia che egli fa, che è necessariamente un atto che viene esaminato come dazione, attraverso di esso, viene progressivamente corretto fino a che non può impegnarsi in tutte le Mitzvot al fine di dare.

L’attributo di verità parla della questione del desiderio che è totalmente egoistico (allo scopo di ricevere) e che non può pensare ad altro tranne che riceve per se stesso. Allora perché è stato creato? Dopo tutto, non è degno di niente. Questo è il modo in cui una persona vede se stessa nello specchio della verità.

Ma l’attributo di Hesed è responsabile del fatto che una persona può cambiare. Questo perché la materia del desiderio può eseguire azioni di Hesed (misericordia).

Ma come è possibile? Dopo tutto, il desiderio di ricevere è una bugia totale e vuole solo trarre beneficio per se stesso. È vero, tutte le sue intenzioni sono per il suo bene, ma le azioni possono essere finalizzate a al fine di dare. Poi, nonostante questa scissione interna, nonostante il divario tra i pensieri e le azioni, le azioni che al momento hanno delle intenzioni imprecise, possono cambiare il desiderio.

Io uso le azioni di dazione al fine di raggiungere l’attributo di dazione. Anche se io non voglio raggiungere la dazione e mi sembra solo bramarla, se cerco di farlo il più possibile collegandomi agli amici, al Maestro, e al Creatore, allora insieme a questa bugia sulla parte dell’attributo della verità, queste azioni mi porteranno alla correzione.

Non posso evocare la Luce Circostante con la mia intenzione egoistica, ma l’azione stessa è al fine di dare e io sono consapevole di questo. Quindi evoco la Luce che Riforma ed essa mi influenza nella misura in cui mi sembra di voler uscire dalla mia intenzione egoistica al fine di ricevere e acquisire l’intenzione altruistica di al fine di dare.

È vero che non posso e non voglio dare, ma le mie azioni sono volte correttamente, e questo è sufficiente. Un’azione corretta insieme con l’intenzione sbagliata evoca la Luce che corregge l’intenzione.

Questo si verifica perché io sono fatto di un desiderio e di un’intenzione (un pensiero). Non riesco a controllare la mia intenzione, poiché voglio sempre per me stesso. A volte sembra che voglio veramente il bene degli altri, ma poi si scopre che è tutto un gioco fisso e che ho semplicemente mentito a me stesso dato che non capisco me stesso. Le mie intenzioni sono malvagie, sbagliate o cattive (per errore o anche intenzionalmente). Questo è il risultato della frantumazione dei vasi e non c’è niente che possiamo fare al riguardo.

Ma io posso eseguire delle azioni nel gruppo, nella divulgazione e nel parlare di educazione integrale. Se queste azioni sono disposte correttamente in modo che io possa adempierle, devo chiedere al gruppo e all’insegnante la forza di venire alle lezioni, al fine di acquisire gradualmente la saggezza e rivolgermi al pubblico al fine di trasmettere loro il mio messaggio in modo che possano accettare la mia opinione. Io preparo le mie azioni come se dessi il più possibile. Questo è sufficiente ad evocare la Luce Circondante, che in risposta comincia a cambiare la mia intenzione.

Questo avviene perché le mie azioni sono corrette e solo la mia intenzione è corrotta. Ora essa si aggiunge alle mie azioni attraverso la Luce Circondante che opera. Così “i cuori sono attratti dopo le azioni”, fino a quando l’intenzione corrisponde a quella azione.

Noi ci distinguiamo da tutti gli altri solo per la nostra intenzione con la quale attiriamo la Luce che Riforma. Se non lo facciamo, non ci riusciremo e le cose andranno ancora peggio. Si passerà attraverso un nuovo ciclo che alla fine ci porterà anche al bene, ma tramite la via della sofferenza.

Eseguire delle buone azioni non è un problema. Io posso dare dei regali solo perché c’è un angelo con un bastone in piedi dietro di me, e se mi fermo per un momento, ricevo subito un duro colpo. Si scopre che l’azione di per sé è buona, ma l’intenzione talvolta si cela, anche a me. Quindi l’unica cosa che mi serve è evocare la Luce Circondante attraverso miei sforzi.

Io cerco di aggiungere la giusta intenzione per quanto riguarda gli amici, l’insegnante, lo studio, e il pubblico poiché sono questi sforzi ad evocare la Luce che Riforma.

La materia del desiderio non cambia, le azioni non cambiano, l’ unica cosa che cambia è l’intenzione. L’intera creazione è intesa solo per stabilire la giusta intenzione e connetterla gradualmente alle nostre azioni.

Le azioni devono corrispondere all’intenzione. In primo luogo io non voglio ricevere nulla dal momento che non ho la giusta intenzione, e quindi posso già ricevere qualcosa grazie al Masach (schermo) e la Luce che Ritorna. Posso già dare in cambio, e poi io produco i desideri, i miei vasi di ricezione.

Questo significa che il nostro lavoro può basarsi sull’evitare ricevere o nel ricevere al fine di dimostrare che abbiamo capito ciò che l’amore del Creatore verso di noi è e vogliamo ringraziarlo per questo ripagandolo con la stessa attitudine.

L’importante è che l’intenzione determina la qualità dell’azione.
[116365]

(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 26.08.2013, Lo Zohar)

Materiale correlato:

Un approccio maturo ai problemi
Sottigliezze di ricezione allo scopo di dare

Io Voglio!

Il Rabash, “Che cos’è l’ordine di spazzare via Amalek”: Ed inoltre, vediamo che un uomo deve prepararsi per godere del piacere di cui il vaso è rivestito. Ciò significa che l’uomo può godere la Luce del piacere di cui il vaso è rivestito nella misura in cui si è preparato, il che è considerato un fatto esteriore. Ciò significa che non possiamo paragonare un uomo che beve acqua quando ha sete con un uomo che beve acqua quando non ha sete. Questo perché il vaso di ricezione del piacere non è misurato dalla brama del piacere.

Noi sappiamo che la differenza tra “lo accelererò” e “a suo tempo” sta solamente nella preparazione. Alla fine un uomo deve compiere le azioni da solo e dire: “Io voglio!” e quando lo vorrà, le cose si spalancheranno per lui!

Ci sono due modi per arrivare alla richiesta di “Io voglio!”. O con i colpi che non lasciano all’uomo alcuna altra scelta e che lo obbligano a riprendersi dopo ogni colpo o problema e che lo risvegliano dal suo rifiuto di fare tutto. Questo succede perché egli è confuso e non riesce a trovare in sé le forze di connettersi con gli amici al fine di costruire il vaso, e sono solamente i colpi che lo costringono a fare un passo in avanti.

Oppure si tratta di fare un passo, ma non è soltanto fare un passo. Egli vede che questo passo è vantaggioso sia in senso spirituale che materiale. Il vantaggio materiale consiste nel fatto che egli si sbarazza dei colpi ed il vantaggio spirituale consiste nel fatto che egli si riprende ed inizia a percepire di avere uno scopo, un processo, ed una possibilità di percepire qualcosa del cammino di “Io lo accelererò”.

In questo modo egli consegue il doppio: Egli consegue delle nuove capacità ed un nuovo gusto dal punto di vista materiale e forse anche spirituale. Tutto questo gli viene dato dopo i colpi, poiché ci sono due opposti nei colpi che egli riceve dal Creatore, nel colpo della Luce che funziona su un uomo in modi diversi e che lo spingono verso lo scopo. Noi studiamo che in ogni stato, anche in quello più basso in assoluto, ci sono dieci Sefirot, la Luce di NRNHY, Reshimo (gene spirituale) del rivestimento, e il Reshimo di Aviut (grossezza).

Quindi, dobbiamo cercare di capire che tutto dipende dalla nostra preparazione che ci porta alla richiesta di “Io voglio!”. Dobbiamo raggiungere lo stato in cui non ci rimane alcun desiderio tranne uno e questo desiderio dovrebbe essere il più grande. Ci sono due modi per arrivarci: “A suo tempo” (attraverso il cammino della sofferenza), o “Io lo accelererò” (attraverso il cammino della Luce). Ma è impossibile uscire dall’Egitto senza il desiderio di “Io voglio!”

D’altra parte, un uomo sente una grande afflizione e disperazione nelle sue forze e, allo stesso tempo, sostegno e fiducia che il Creatore può salvarlo, il che significa che tutto è nelle mani di Dio. Questa versatilità deve dare forza ad un uomo e non distruggerlo nel momento in cui esce.
[111057]

(Dalla Preparazione alla Lezione Quotidiana di Kabbalah del 28.06.2013)

Materiale correlato:

La Preparazione al congresso equivale ad entrare nel Santo dei Santi
Conta solo la preparazione

La Preparazione al congresso equivale ad entrare nel Santo dei Santi

Pertanto, prima dello studio, lo studente si impegna a rafforzare la sua fede nel Creatore prima, il che significa che egli è diretto verso la dazione. Deve essere sicuro di aver fatto tutto il possibile per prepararsi corporalmente dal momento che ha l’ambiente che il Creatore ha predisposto per lui.

Il Creatore ha portato la persona verso l’ambiente e ora lui deve rafforzare se stesso in esso e stabilire i giusti rapporti con gli amici. Di conseguenza, egli avrà almeno le forze per eseguire delle azioni corporee e questo è già sufficiente per evocare l’influenza delle Luci Circostanti. Così, inizia a realizzare se stesso correttamente.

Se la persona nutre dei dubbi che riguardano il motivo per il quale studia e il perché si reca alle lezioni e si alza la mattina, allora impostando per sé l’obiettivo di acquisire la Luce della fede, durante il giorno, il che significa la forza della dazione, non esiste Mitzvah (comandamento) più grande che egli possa eseguire. Essa comprende già tutto e non c’è niente altro che possiamo acquisire durante la nostra vita intera. Questo è lo scopo per cui siamo stati creati, questo è il motivo per cui noi esistiamo in questo mondo, e tutta la nostra vita ruota solo intorno a questo.

Tutto è pronto e ci sta aspettando e quindi la preparazione per lo studio è una condizione essenziale per poter ricevere tutto ciò che è stato preparato per noi. Abbiamo raggiunto una fase in cui dobbiamo prestare attenzione e concentrare tutte le nostre forze, i nostri pensieri e la nostra persistenza su questa cosa, dobbiamo vedere che siamo uniti attorno a questo obiettivo comprendendo che la preparazione per lo studio e, in generale, la preparazione di ogni azione che facciamo è in realtà ciò che determina la sua qualità e la sua altezza, il che significa che essa avrà un impatto positivo o negativo, a seconda se sarà un bene o un male per noi.

Noi possiamo eseguire un’azione che sembra buona da un punto di vista corporeo, ma se è accompagnata dall’intenzione sbagliata, la qualità delle azioni sarà il contrario. Sappiamo che prima della distruzione del Tempio, la posizione del grande sacerdote è stata venduta per denaro. Il grande sacerdote fece qualcosa di sbagliato nel senso corporeo durante il rituale di Yom Kippur? Egli fece tutto correttamente, ma la sua intenzione era quella di ricevere rispetto, fama e ricchezza in cambio, e così entrò nel Santo dei Santi e morì.

Ciò significa che tutto deriva solo dall’intenzione. Siamo pronti e in grado di lavorare consapevolmente a questo insieme in un modo speciale unito in modo che sia il problema principale e l’obiettivo in ogni momento della nostra vita. Dovremmo usare ogni momento correttamente!

Abbiamo già raggiunto questo punto e soprattutto ora, che il congresso di San Pietroburgo è alle porte, tutte le nostre azioni per arrivare dovrebbero essere con la giusta intenzione. È molto importante, è la garanzia per il nostro successo.

Così come dice Baal HaSulam: Lo studente si impegna a rafforzare il suo destino nel Creatore prima dello studio. Questo significa che ci siamo impegnati a rafforzare il nostro desiderio solo per la forza della dazione reciproca in ogni azione della nostra vita. E non fa differenza se durante il giorno dobbiamo fare le nostre faccende basilari quotidiane che non sono strettamente legate al raggiungimento dello scopo, per raggiungere la forza spirituale, dal momento che questo è il modo in cui la nostra vita è organizzata. Anche queste azioni, che sono molto lontane dalla meta, devono essere compiute con la giusta intenzione, dal momento che, dopo tutto, noi le facciamo per raggiungere lo stato desiderato. Ogni azione deve essere compiuta solo per raggiungere la forza della dazione, per uscire dal desiderio attuale e acquisire un nuovo desiderio.
[110678]

(Dalla 3a. Parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 23.06.2013, Talmud Eser Sefirot)

Materiale correlato:

Vedere l’unicità del Creatore
Dobbiamo sentirci a vicenda

Un prestito in termini spirituali

Baal Hasulam, “La Pace”: Queste sono le parole di Rabbi Akiva: “Il libro è aperto e la mano scrive”. Ogni stato in cui si trova una generazione è come un libro, e tutti i malvagi sono come le mani che scrivono perché ogni malvagio è scolpito e scritto nel libro fino a quando non sono così tanti che gli uomini non possono più sopportarli. In quel momento, essi distruggono questo stato di malvagità e si riorganizzano in uno stato migliore. In questo modo, ogni singola azione è calcolata e scritta nel libro, vale a dire nello stato.

Ed egli dice, “Tutti coloro che desiderano prendere in prestito posso venire e farlo”. Ciò significa che egli crede che questo mondo sia come un magazzino aperto senza un padrone, ma che ci sia un padrone presente, un custode che si trova nel magazzino e chiede ad ogni cliente il giusto prezzo per la merce che prende dal magazzino, nel senso dell’impegno nel Suo lavoro mentre egli è nutrito da questo magazzino, in una maniera che di sicuro lo porterà allo scopo della creazione, come a Lui piace.

Il suo scopo è di conseguire la dazione. Però, un uomo deve avere il potere per farlo, e non ha questo potere. Lo prende in prestito, anche se lo intende tutto per la dazione. Inoltre, è così anche se egli vuole ripagare, cioè, nel senso che non vuole usare nulla per se stesso. Egli usa il mondo intero per la dazione.

In base agli standard del nostro mondo, è impossibile riconoscere che un uomo come questo stia prendendo qualcosa in prestito. Voi sapete che si prende in prestito per un vantaggio personale. Qui, tutto è al contrario. A proposito, il divieto della Torà di dare in prestito con interesse deriva da questo. Nel mondo spirituale, nessun prestito deve essere restituito in misura maggiore di ciò che è stato ricevuto.

Quindi, le forze che non ho dall’inizio le prendo in prestito, ma non le prendo per me stesso. Esse non sono mie, le aggiungo solamente al desiderio per il bene della dazione. Invece che al Creatore, io dono a tutti, ed il mio intero obbiettivo è solamente di trasmettere abilmente questa dazione, come se arrivasse dalle Sue mani. Io non ho niente di mio a parte il mio altruistico io che stride con il desiderio egoistico al suo interno e che agisce al di sopra di esso. Perciò, in sostanza, non ho niente da restituire.

Domanda: Nonstante tutto questo, non è comunque chiaro. Come può una persona chiedere un prestito per sé nella spiritualità?

Risposta: Allora, ho detto che si tratta di un altro genere di prestito. Vedi, io non ho dei miei poteri di dazione. Inoltre, io (specificamente, io) voglio dare proprio come fa il Creatore. Io devo trasmettere e dare ciò che Egli desidera per il mondo.

Questo stato è descritto allegoricamente con una metafora che dice che il Creatore voleva donare alle nazioni del mondo il metodo della correzione. Però, esse non furono capaci di accettarlo. Quindi, Egli usò un gruppo di passaggio chiamato Israele, che significa “diritto al Creatore”. Gli uomini di Israele sono come i coordinatori che connettono la Luce superiore con l’AHP. Grazie a questo, Malchut può elevarsi in Bina e qui essere “addolcita”, in modo da passare la Luce dall’alto verso il basso.

Quindi, questo è chiamato prestito solamente perché un uomo non ha la forza della dazione, e la riceve dal Creatore. Tuttavia, egli non la usa per se stesso, come è solito avvenire nel nostro mondo egoistico. In questo mondo, un uomo cerca prima di tutto il vantaggio per sé, e poi, pensa al vantaggio degli altri, sia che si tratti di questioni finanziarie, benessere, o semplice piacere. Nella spiritualità, io non chiedo per me stesso. Voglio prendere parte alla vita del Creatore. Questa partecipazione è intesa completamente per la dazione. Per il bene di questa partecipazione, metto in moto tutto il mio desiderio al livello massimo possibile. Tutto il resto lo tengo temporaneamente “sotto chiave” sotto la restrizione.

Domanda: Quindi, come mai è necessario chiedere un prestito così per lo scopo della dazione?

Risposta: Si chiama ascesa, richiesta di correzione (MAN). Al Creatore io richiedo la forza di essere capace di esaminare, di correggere, l’azione stessa. Io voglio che Lui faccia questo, come è scritto:”Vieni dentro di me e compi l’azione della dazione”. E’ come un bambino appena nato che chiede aiuto alla sua mamma o semplicemente piange, e la mamma arriva e lo aiuta. Tutto il problema è di diventare internamente come “il pianto di un bambino”. E ci vuole tempo per impararlo…
[105531]

(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 19.04.2013 “La Pace”)

Materiale correlato:

Kabbalah per Principianti “Preghiera dei molti” – 11.10.2010
Il linguaggio per comunicare con il Creatore