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“Questa poi è la benedizione, che Mosè, l’uomo di Dio, diede, avanti di morire, ai figli d’Israele ”

Dalla Torah, (Deuteronomio 33:01): “Questa poi è la benedizione, che Mosè, l’uomo di Dio, diede, avanti di morire, ai figli d’Israele.”

In tutta la storia non esiste persona che sia stata più esaltata o che sia mai arrivata al livello spirituale di Mosè. La benedizione del Creatore passa sempre attraverso di lui. E il Creatore comunica sempre solo attraverso questo livello.

Il Creatore non può rivolgersi direttamente a noi. La Luce superiore non ha una forma particolare. Tuttavia, quando attraversa il grado spirituale chiamato Mosè, acquisisce una forma per mezzo della quale può influenzare le nostre qualità, i nostri desideri.

È scritto che Mosè ha benedetto i figli di Israele prima della sua morte perché è lì che si conclude il suo compito in relazione ai livelli inferiori o alle parti di anime che corregge. Non funziona più, ciò che chiamiamo morte.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 6/02/2017

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“Quando proclamerò il nome del Signore …”

Dalla Torah, (Deuteronomio, 32:03): “Voglio proclamare il nome del Signore: date gloria al nostro Dio!”

Domanda: Perché si deve dire “Amen” dopo la benedizione?

Risposta: “Amen” significa verità, rettitudine. In tutte le lingue si pronuncia Amen, lo si conosce da sempre come il sigillo dopo ogni dichiarazione indiscutibile.

Domanda: Che significa “Quando proclamerò il nome del Signore?

Risposta: Significa che dentro al mio desiderio o anche in una sola parte di esso, posso realizzare un’azione quando tutte le parti del mio desiderio sono raccolte in maniera tale che il Creatore si riveli in esse. Il Creatore non rivela Se stesso se non ce n’è motivo. Lui è la qualità della dazione. Dovrebbe apparire in qualche sostrato, in qualche fatto, su qualche base. Devo preparare questa base a partire dai miei desideri, dalle mie relazioni con gli altri. Se le caratteristiche della dazione assoluta e dell’amore nascono fra di noi, allora il Creatore si manifesterà nelle nostre relazioni interiori. Questo è il Suo nome.

Domanda: Perché si manifestano sempre i diversi nomi del Creatore?

Risposta: I nomi del Creatore sono le qualità di dazione e di amore, che si manifestano in differenti stili e in diversi livelli.

Il Creatore ha molti stili perché il suo nome comune sono le dieci Sefirot, il nome delle quattro lettere HaVaYaH. Ma questo non si esprime in una persona, è solo la Sua manifestazione nelle proprietà della persona che si esprime. Pertanto, ci sono dieci nomi chiamati indelebili, dieci Sefirot, oltre ad altri.

Domanda: Spesso diciamo che Lui è grande, buono, amorevole ecc … possiamo dire che questi sono nomi del Creatore?

Risposta: No, questi sono appellativi, non nomi. Allo stesso modo, posso dire di una persona: “E’ buona, è saggia”, ma questi non sono nomi, sono le sue qualità.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 30/01/2017

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“L’uomo più raffinato tra di voi e più delicato guarderà di malocchio il suo fratello”

Dalla Torah, (Deuteronomio 28:54): “L’uomo più raffinato tra di voi e più delicato guarderà di malocchio il suo fratello e la sua stessa sposa e il resto dei suoi figli che ancora sopravvivono”.

Le persone non sono capaci di controllare il proprio egoismo, e neppure di vivere nell’amore per i propri vicini. Quando le persone che sono delicate, gentili e buone nella vita di tutti i giorni, sentono il desiderio di raggiungere l’amore per il prossimo, all’improvviso scoprono di avere uno spesso strato egoistico interiore ed iniziano ad odiarsi.

E’ come quando si è giovani e innamorati: all’inizio si vive come una coppia di piccioncini. Ma cosa succede dopo? Scandali, aggressioni, divorzi difficili ed avvocati.

Se quelle persone non avessero cercato di avvicinarsi fra loro, sarebbero rimaste buone amiche o amanti. Si sarebbero viste di tanto in tanto, dandosi piacere reciproco, ma senza alcun obbligo. Questa è la cosa più importante. Dopotutto, l’amore per il prossimo ti obbliga, tu sei obbligato ad amarlo e ad andare al di sopra del tuo egoismo per tutto il tempo. Quindi, è per questo che al giorno d’oggi ci sono tanti matrimoni infelici.

Domanda: Come possiamo evitarlo?

Risposta: Una persona deve andare al di sopra di se stessa! Ma è capace di farlo? Può quest’ambiente darle il supporto richiesto? Altrimenti, è meglio lasciar perdere!

Supponiamo che, se io sono già sposato, allora non posso fare nulla, vivo accanto ad un’altra persona involontariamente? Non ho l’opportunità di modulare la distanza fra noi in merito alla mia abilità di controllare me stesso e di salire al di sopra del mio egoismo? Se potessi farlo, andrebbe tutto bene. Se siamo un po’ stanchi l’uno dell’altro, ci allontaniamo e poi ci riavviciniamo, all’infinito, senza mai risolvere questa situazione. Questo è un grande problema.

Questo è esattamente quello che cerchiamo di superare in un gruppo di studio di Kabbalah. Lavoriamo costantemente su questo, per molte ore al giorno, senza andare via o dividerci.

Possiamo obbligare una coppia giovane che non capisce niente di lavoro interiore a fare questo? Bisogna studiare la saggezza della Kabbalah per provare a fare questo, discuterne costantemente, e realizzarlo a livello pratico.
Dove incontri una famiglia così con queste opportunità?

Immagina, in che stato le persone erano, duemila anni fa quando dovevano mettere in pratica tutto questo fra di loro? Quindi, non è una sorpresa che la loro unione spirituale, chiamata il Primo e il Secondo Tempio, sia stata distrutta.

Commento: Oggi, abbiamo raggiunto uno stato dove tanti matrimoni vanno in frantumi. Però prima in qualche modo mantenevamo questo equilibrio.

La mia risposta: Questo avviene perché, precedentemente, la religione teneva buone le persone. Oggi, la religione è cambiata nella sua forma così tanto che ci rimane solo un guscio esteriore. Sebbene le tenga ancora ferme, attraverso un ultimo punto di forza, prende sempre forme nuove.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 21/12/2016

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“Ascoltate, o cieli…..oda la terra le parole della mia bocca!”

Dalla Torah, (Deuteronomio 32:01): “Ascoltate, o cieli: io voglio parlare: oda la terra le parole della mia bocca!”

Mosè portò i figli d’Israele nello stato in cui le due parti opposte Bina e Malchut, due qualità in ognuno di noi e in tutta la creazione, erano unite insieme. La voce che proveniva da Bina poteva raggiungere Malchut, cioè, dal cielo alla terra, e la voce della gente poteva innalzarsi dalla terra (Malchut) al cielo (Bina).

Il collegamento fra Bina e Malchut è la cosa più importante che abbiamo. Da Bina riceviamo la qualità della correzione, la qualità della dazione che viene aggiunta alla qualità di Malchut (ricezione) e noi eseguiamo la ricezione per la dazione.

Da questo momento in poi il popolo d’Israele è già pronto per attraversare il Giordano ed entrare nella terra d’Israele. La terra d’Israele sono quei desideri che necessitano di essere corretti nella ricezione per la dazione. Mosè preparò la gente per questo.
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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 30/01/2017

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“Tu vedrai il paese davanti a te, ma là… tu non entrerai!”

Dalla Torah, (Deuteronomio, 32:48 – 32:52): “E in quello stesso giorno il Signore disse a Mosè: «Sali su questo monte degli Abarim, sul monte Nebo, che è nel paese di Moab, di fronte a Gerico, e mira il paese di Canaan, che io dò in possesso agli Israeliti. Tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito ai tuoi antenati, come Aronne tuo fratello è morto sul monte Or ed è stato riunito ai suoi antenati.

Perché siete stati infedeli verso di Me in mezzo agli Israeliti alle acque di Mèriba di Kades nel deserto di Sin, perché non avete manifestato la Mia santità.

Tu vedrai il paese davanti a te, ma là, nel paese che io sto per dare agli Israeliti, tu non entrerai!».

È sorprendente che Mosè, il più grande dei giusti, il più grande uomo fra la gente del tempo, non possa entrare nella terra d’Israele. Eppure, il popolo di Israele che ancora deve compiere parecchie azioni malvagie di accusa e ostilità reciproca, di distruzione e omicidio, può entrare.

Mosè deve stare fuori dalla terra di Israele perché questo è il suo livello. Egli deve accompagnare il suo popolo e guardare la terra di Israele. E la vede. Con ciò, è come se correggesse questa terra con la qualità di Bina. Ora, il popolo di Israele, cioè tutte le altre qualità egoistiche, possono cominciare ad entrarvi, ad esplorare questa terra, questi desideri e a convertirli in dazione per il bene del Creatore.

Domanda: Perché è scritto qui che questa è la terra di Caanan?

Risposta: Diventerà la terra di Israele una volta che tutti i desideri egoistici che non possono essere corretti saranno espulsi da essa, ciò che è chiamato le sette nazioni che vivono lì.

Una volta che il Tempio sarà costruito, che tutta la terra sarà distribuita, che tutto l’egoismo sarà domato e, con esso, che tutti i desideri egoistici saranno soggiogati dalle dodici tribù, dalle qualità e dalle intenzioni per il bene del Creatore, allora la terra di Caanan diverrà la terra di Israele (Isra-El significa diritto al Creatore).

Domanda: Perché Mosè non entra in questa terra? È perché ha peccato con Aronne?

Risposta: È scritto ne Il Libro dello Zohar e in altre fonti kabbalistiche, che presumibilmente Mosè ebbe l’opportunità di agire in modo diverso, per attirare la qualità della dazione dalla qualità della ricezione in un modo differente, ma questo non venne fatto.

Comunque, in linea di principio, Mosè non può entrare nella terra di Israele perché egli rappresenta la qualità completa della dazione e dell’amore, che sarà raggiunta solo alla fine della correzione. La rivelazione di questa qualità dovrebbe verificarsi gradualmente tra i figli di Israele, nei desideri individuali.

Domanda: È scritto: “In Israele non è nato nessun altro profeta come Mosè.” Quindi ci sta aspettando, quando raggiungeremo il suo centoventesimo livello, per salire insieme a noi i rimanenti cinque gradi?

Risposta: Molti giusti ci stanno aspettando lì.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 1/02/2017

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“…io pongo oggi davanti a te la vita…”

Dalla Torah, (Deuteronomio 30:15 – 30:16): “Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso.”

Suona come un inno perché queste sono le uniche cose che stanno davanti ad una persona: una benedizione o una maledizione, un cammino del bene o un cammino del male. Tuttavia, in ogni caso, entrambi conducono allo stesso risultato.

Solo che il cammino del male è un cammino molto lungo fatto di sofferenze, guerre, grandi problemi, in seguito ai quali una persona comincia a rendersi conto e capire come avanzare. E’ un cammino terribile!

C’è anche il cammino del bene, quando una persona crea questo sistema, non importa in che modo. Così come i bambini che costruiscono città e case con i giocattoli, anche noi dobbiamo giocare gli uni con gli altri per costruire la corretta relazione e connessione fra noi attraverso le connessioni artificiali, “come se” ci amassimo e volessimo avvicinarci gli uni con gli altri.

Per questo dobbiamo agire “come se” il Creatore ci inviasse la forza, la conoscenza e le opportunità affinché nella connessione fra di noi Lo riveleremo e saremo in connessione con Lui.

Domanda: Perché si attribuisce tanta importanza ad un gioco?

Risposta: Perché il gioco è la base della vita per tutti. Anche gli atomi e le molecole giocano fra loro.

Il gioco è la base dell’esistenza perché lo sviluppo può avvenire solo se giochiamo nel nostro stato superiore, in un’ascesa. “Cosa sarò quando crescerò?”. Diciamo che ora comincio a guidare una macchinina a pedali o a giocare con un aeroplanino telecomandato. Mi sto sviluppando mentre gioco in questo stato. Pertanto, tutta la vita è un gioco.

Commento: E’ molto più facile nel livello materiale perché vedi un pilota e dici: “Voglio essere un pilota anche io”.

Risposta: Qui i kabbalisti ti spiegano a cosa devi giocare. Se li ascoltiamo cominceremo ad avanzare. Pertanto, cos’è la nostra vita? Un gioco!

Domanda: Perché il periodo di preparazione è così lungo?

Risposta: Questo non è un periodo di preparazione, ma un periodo di presa di coscienza durante il quale modelliamo i desideri dentro di noi. Il fatto è che se una volta ci sono voluti migliaia di anni e poi secoli per cambiare da uno stato ad un altro, adesso bastano anni o addirittura pochi giorni; e presto basteranno delle ore o anche dei minuti per cambiare qualitativamente i nostri stati. Il tempo si restringe.

Pertanto stiamo arrivando ad uno stato completamente diverso nel quale saremo gli interpreti ed i ricettori di tutto quello che accade.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 18/01/2017

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“…lo nutrì con i prodotti della campagna…”

Dalla Torah, (Deuteronomio 32:13 – 32:14): “Lo fece montare sulle alture della terra e lo nutrì con i prodotti della campagna; gli fece succhiare miele dalla rupee olio dai ciottoli della roccia;crema di mucca e latte di pecora insieme con grasso di agnelli, arieti di Basan e capre, fior di farina di frumento e sangue di uva, che beveva spumeggiante.”

Qui è scritto di come le qualità della dazione e dell’amore debbano essere alimentate a spese di Malchut e Bina, ovvero, dal collegamento di queste due qualità nella persona. La qualità della terra, che nutre tutto, proviene dalla qualità di Malchut. Ma, d’altra parte, questo avviene grazie alla qualità di Bina, che si collega a Malchut. Inoltre, coinvolge tutte le precedenti qualità della natura: inanimato, vegetale e animato, che elevano l’anima umana.

L’anima immagazzina i livelli inanimato, vegetale e animato della natura stessa e in questo modo li collega in sé, aggiungendo a questi il collegamento con il Creatore. Altrimenti questi livelli non esisterebbero. Esistono solo perché l’uomo e l’umanità sono pre-programmati. Perciò, tutto si alimenta da questo.

Nota: Grazie a questo ha inizio il paradiso: “…e lo nutrì con i prodotti della campagna; gli fece succhiare miele dalla rupe…”

Risposta: In generale, i figli d’Israele mangiarono la manna.

Se non fosse stato per la Luce superiore e la manna che scese con essa, non avrebbero avuto nulla. Naturalmente uno può dire:”Ma loro raccoglievano qualcosa nel deserto; avevano mucche, pecore, agnelli. Non fecero nulla?” No, loro recitarono.

Il viaggio dei figli d’Israele nel deserto non fu in costante movimento. Essi si fermarono in vari posti per diversi anni. E poi si rimisero in cammino, guidati dal Creatore. In effetti, una persona può percorrere a piedi il tragitto fra l’Egitto e Gerusalemme in una settimana. E questa transizione durò invece quarant’anni?! La ragione per questo è che si fermarono in diversi luoghi per anni. Cioè, non si tratta di allegorie, ma del metodo giusto nella saggezza della Kabbalah. Tutte le transizioni rappresentano elevazioni da un livello all’altro. E ad ogni nuovo livello si aggiungeva più egoismo. Questo significa che essi viaggiarono per nuove distanze nel deserto. Con il superamento del loro egoismo, si sono moltiplicati, sviluppati, hanno moltiplicato il bestiame, ecc.

Dall’alto ricevettero la manna, cioè la forza superiore di Bina, che con il suo aiuto, doveva allo stesso tempo essere usata per estrarre dall’inanimato, dal vegetale e dall’animale della natura le qualità che sarebbero diventate simili al Creatore.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 30/01/2017

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“Tu non passerai questo Giordano”

Midrash Raba, capitolo VaYelech: Ecco la voce celestiale rivelata a Mosè il giorno della sua morte: “Hai solo un giorno di vita”. Ascoltando queste parole, Mosè andò dall’accampamento dei leviti (dove c’era la sua tenda) sino all’accampamento degli israeliti a congedarsi dagli ebrei ed a calmarli, perché erano allarmati per la sua morte imminente.

Dalla Torah, (Deuteronomio 31:01 – 31:02): “Mosè andò e rivolse ancora queste parole a tutto Israele. Disse loro: «Io oggi ho centoventi anni; non posso più andare e venire; inoltre il Signore mi ha detto: ‘Tu non passerai questo Giordano’»”

Per il raggiungimento del mondo spirituale ci sono 125 gradini. Mosè ne superò 120; per questo si dice che visse 120 anni.

Mosè è un esempio del livello più elevato che l’anima può raggiungere prima della propria correzione finale. Ci sono ancora cinque livelli in più che saranno corretti solo dopo che assolutamente tutte le anime esistenti nel nostro mondo saranno portate al grado di Mosè. Così, persino l’ultimo grado sarà completato, le ultime cinque parti.

È scritto: “Hai solo un giorno di vita”. Questo mette fine alla correzione personale di Mosè; non può avanzare di più. Dopo questo, ci sarà la correzione assoluta di tutto Israele e, in seguito, il mondo intero aspirerà al Creatore. Questo succederà alla fine dei giorni.

Domanda: Mosè disse: “Il Signore mi ha detto, ‘Tu non passerai questo Giordano’”; c’era una certa amarezza in lui?

Risposta: In effetti, come poteva accadere questo? Il resto del popolo poteva attraversare il Giordano e Mosè no? Lui era al di sopra di tutti gli altri! E non fu onorato con l’entrare nella terra di Israele; le donne, gli anziani ed i bambini furono onorati! Mosè era la più alta qualità dell’organismo comune chiamato “il popolo”. Per questo doveva restare.

Il resto del popolo deve entrare nella terra di Israele e lavorare su se stesso: per costruire il Primo Tempio, andare in esilio, costruire il Secondo Tempio e andare in esilio ancora una volta. Essi devono spargere i loro desideri come scintille fra le nazioni, ovvero il loro enorme desiderio comune che è fatto di tutti i popoli. Per questo entrano lì.

Mosè resta al di là del Giordano perché le sue qualità non possono essere frammentate. Aspettate il momento in cui tutte le nazioni del mondo si riuniscano ed arrivino al livello 125, poi insieme a Mosè, arrivate al grado 125, che è il mondo dell’Infinito.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 23/01/2017

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“Egli è la roccia; perfetta è l’opera Sua”

Dalla Torah, (Deuteronomio 32:04): “Egli è la Roccia; perfetta è l’opera Sua; tutte le Sue vie sono giustizia; è un Dio verace e senza malizia; Egli è giusto e retto.”

Questo è ciò che Mosè ha passato al popolo e anche quello che viene raggiunto dai popoli che rivelano il Creatore.

Oggi coloro che vengono a studiare la Kabbalah raggiungono il Creatore allo stesso modo. La Torah è la stessa per tutti. In ogni caso, ognuno arriverà alla rivelazione del Creatore in questa vita o nelle future reincarnazioni e Lo raggiungerà esattamente in quel modo.

Egli è la Roccia” riguarda le fondamenta, che sono inimmaginabili e immutabili, il che significa che il movimento verso il Creatore avviene secondo leggi chiare e definite da Malchut a Keter.

“Egli è la Roccia; perfetta è l’opera sua;” significa che quelle cose che ci succedono, non importa ciò che ci sembrano al momento della correzione, perché gradualmente le giustificheremo, sino alla realizzazione della perfezione complessiva del Creatore in tutto ciò che abbiamo passato.

Tutto ciò che è successo a noi e che accadrà durante l’intera evoluzione dell’umanità, lo chiameremo finalmente “…perfetta è l’opera Sua;”.

È scritto che “tutte le Sue vie sono giustizia;”. Ciò significa che ognuno di noi e tutti insieme percorriamo certi percorsi, vaghiamo tutto il tempo, facciamo sforzi e raggiungiamo finalmente lo stato in cui vediamo che il Creatore in ogni punto del nostro sviluppo ha avuto solo un fine: portarci allo stato della perfezione.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 30/01/2017

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“Stilli come pioggia la mia dottrina”

Dalla Torah, (Deuteronomio 32:02): “Stilli come pioggia la mia dottrina, scenda come rugiada il mio dire; come scroscio sull’erba del prato, come spruzzo sugli steli di grano.”

La pioggia scorre dall’alto verso il basso e la rugiada sale dal basso verso l’alto; in altre parole, la Luce Diretta (Ohr Yashar) e la Luce Riflessa (Ohr Hozer) agiscono in modo che il cielo e la terra (la qualità della ricezione e la qualità della dazione) si uniscano e portino frutti.

I frutti sono la fase successiva; il livello vegetale inizia a manifestarsi dopo quello inanimato.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 30/01/2017

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