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Il nostro futuro è oggi

Il tempo che trascorriamo con noi stessi è di solito l’occasione per una profonda introspezione. Cosa pensiamo quando siamo soli è la questione che un nuovo studio ha cercato di indagare. Un recente lavoro approfondito su questo argomento ha scoperto che quando una persona è sola, pensa al passato o al futuro, mentre con un amico o anche con un gruppo di persone, si concentra sul presente.

Una nuova ricerca condotta dal Dipartimento di Psicologia della Bar-Ilan University in Israele ha scoperto che  quando siamo soli tendiamo a rifugiarci nel passato o a fantasticare sul futuro. La ragione è semplice: non abbiamo controllo sul nostro ambiente. Pertanto, possiamo viaggiare in qualsiasi momento e saltare avanti e indietro tra pensieri sul passato e fantasie sul futuro.

Invece, quando abbiamo delle persone intorno, ma anche se solamente avvertiamo la loro influenza, ci connettiamo immediatamente con il presente, con il qui ed ora. Anche senza dire una parola, le persone che ci stanno intorno sollevano in noi delle domande fondamentali.

Il momento presente porta con sé un importante potenziale di introspezione riguardo al sapore della vita. Devi confrontarti con te stesso sul momento, su cosa ti serve per cambiare la tua vita.  È il tempo in cui operiamo il libero arbitrio. È per questo che il tempo presente è il più complesso da affrontare e preferiamo piuttosto viaggiare nel passato o fare speculazioni sul futuro.

Vivere il presente e perseverare nella sua presenza è un problema complesso. Possiamo riuscirci se teniamo a mente lo scopo della creazione, che è quello di scoprire e aggrapparsi al datore della vita. Scoprire il Creatore, il potere supremo della natura, e assorbire le Sue qualità buone e benefiche.

Il presente si rinnova ogni istante. Abbiamo quindi bisogno di un ambiente capace di guidarci, che ci aiuti ad affinare le domande giuste riguardo all’esistenza e che non ci faccia perdere un minuto in digressioni nel regno del passato o evasioni in un ipotetico futuro.

Se scegliamo il giusto ambiente che sia consapevole dello scopo della Creazione, ci imbattiamo costantemente in domande come: Qual è lo scopo della nostra vita? Dove vogliamo andare? E come possiamo usare in un modo appropriato il momento presente?

Se rinunciamo a padroneggiare il momento presente, continueremo ad essere immersi in ciò che era e ciò che sarà. Ma se ci dedichiamo con ogni nostra forza, alla ricerca del vero significato della vita e se adoperiamo il libero arbitrio per aggrapparci alla Forza Superiore, useremo sia il passato che il futuro in modo saggio. Sapremo giustificare e legittimare le azioni della Forza della Natura in ogni esperienza passata, acquisendo fiducia nel futuro. Quindi perché dovremmo preoccuparci del domani se possiamo fare affidamento sulla Forza Superiore nel momento presente?

Quando sviluppiamo un punto di vista spirituale riguardo alla realtà, non percepiamo più la nostra vita come un fenomeno temporaneo di passaggio sulla terra ma ci innalziamo oltre il rumore del tempo; si è scoperto che il tempo esiste solo affinché noi possiamo sintonizzare correttamente le nostre manopole percettive.

Perché abbiamo bisogno di così tante persone nel mondo

All’inizio del XX secolo, la popolazione mondiale era di circa due miliardi di persone. Oggi sono circa otto miliardi. Di questi otto miliardi, la maggior parte è povera e più di un miliardo di persone è affamato al punto di morire di fame. Provvedere a così tante persone a un livello decente sembra un compito troppo arduo per la Terra. Inoltre, ogni giorno, sempre più bot, robot e macchine automatiche sostituiscono i lavori umani. L’umanità sta producendo abbastanza per provvedere a tutti, quindi la domanda è perché abbiamo bisogno di così tante persone. La Terra, e l’umanità, non starebbero meglio se fossimo solo quattro miliardi, per esempio? La verità è che non staremmo meglio; staremmo molto peggio. C’è una buona ragione per la crescita esponenziale della popolazione umana nell’ultimo secolo circa.

Quando guardiamo le persone, vediamo volti e corpi, esseri umani e niente di più. Ma la verità è molto più complicata e complessa di così. Provate a immaginare un qualsiasi animale senza metterlo in relazione con il suo ambiente,  vi renderete conto che è una causa persa. La forma, il colore, il comportamento, le dimensioni, la longevità e ogni altro aspetto della sua esistenza deriva dall’ambiente in cui esiste. Gli animali non sono isolati dal loro ambiente; dipendono da esso, seguono le sue leggi, e allo stesso tempo creano l’ambiente che li sostiene e di cui fanno parte.

Anche gli esseri umani costituiscono un sistema. Pensiamo a noi stessi come individui isolati, ma in realtà siamo parti di una società umana globale. Noi la influenziamo, essa ci influenza, e quasi tutto ciò che è vero per il regno animale è vero per noi.

Ci sono solo due differenze tra gli animali e le persone, anche se sono differenze fondamentali. La prima è che le persone sono intrinsecamente meschine ed egoiste, mentre gli animali no. La seconda è che i nostri desideri crescono e si intensificano, mentre quelli degli animali rimangono in gran parte gli stessi.  Mentre noi desideriamo più soldi e più potere di quello che abbiamo, gli animali si accontentano di quello che hanno, una volta che hanno la loro parte.  

Peggio ancora, di generazione in generazione, stiamo diventando più avidi, dominatori e narcisisti. Al contrario, le “aspirazioni” degli animali non cambiano da una generazione all’altra.  Se hanno abbastanza erba, o selvaggina, sono felici e contenti. 

La ragione per cui i nostri desideri crescono mentre quelli degli animali rimangono gli stessi è che un maggior desiderio ci fa accelerare il nostro sviluppo. Alla fine, gli esseri umani non sono destinati a percepire solo l’esistenza fisica, ma a penetrare attraverso di essa e percepire la connessione e l’interdipendenza tra tutti noi non solo intellettualmente, come sto spiegando qui, ma nei sensi, proprio come percepiamo il mondo fisico, se non di più.

Il nostro costante desiderio di cercare, esplorare, scoprire e imparare deriva dalla nostra aspirazione a conoscere i livelli più profondi della realtà. Questa conoscenza è l’unica prerogativa degli esseri umani, poiché solo gli uomini sviluppano desideri così profondi.

Man mano che i nostri desideri crescono, dobbiamo imparare a dirigerli verso la scoperta dello scopo e della struttura della vita. I nuovi desideri appaiono prima al livello più grossolano e dobbiamo coltivarli, elevarli al livello in cui migliorano la nostra percezione della realtà.

Poiché questi desideri sono così intensi, abbiamo bisogno di più persone per “condividere il carico”. Come appena detto, anche se ci sentiamo isolati, in realtà siamo un unico sistema. Tutto ciò che pensiamo sia nostro è in realtà parte del sistema dell’umanità e tutta l’umanità lo condivide. Pertanto, anche i nostri desideri non sono personali, anche se si sentono come tali.

Ogni volta che eleviamo un desiderio dal livello corporeo ai livelli superiori di percezione, influenziamo tutta l’umanità. E ogni volta che una persona muore, il peso di elevare il nostro desiderio comune diventa più gravoso per tutti noi.

Ecco perché la vita di ogni persona è preziosa. Determina il ritmo di avanzamento di tutta l’umanità. Se ci rendessimo conto di quanto profondamente siamo legati e del danno che causiamo maltrattando gli altri, se lo sentissimo come è realmente, ossia che stiamo torturando noi stessi, non oseremmo maltrattarci l’un l’altro o trascurare anche una sola persona.

Alcuni pensieri positivi per le prossime settimane

Ogni carenza, mancanza o negatività che sentiamo, ogni preoccupazione che sperimentiamo e ogni apprensione nei nostri cuori, sono solo i risultati della rottura delle connessioni amorevoli, che una volta avevamo gli uni con gli altri. Ecco perché l’unico modo per correggere qualcosa nelle nostre vite e nel mondo che ci circonda è ripristinare e migliorare le nostre connessioni umane.

Quando ci avviciniamo alla connessione anziché alla separazione e all’ostilità, come facciamo oggi, tutto ciò che sembra minaccioso, intimidatorio  o vuoto, ogni dolore nel nostro cuore e ogni sofferenza nel nostro corpo diventerà positivo, pieno di gioia, connessione e amore. Tutto ciò a cui dobbiamo pensare è trasformare le nostre relazioni dall’ostilità all’amicizia. 

Dato che siamo diversi, siamo più forti insieme e più deboli separati. Quando ci prendiamo cura l’uno dell’altro, le differenze tra noi si completano a vicenda formando un unico intero e una sana società. Quando siamo separati, ci indeboliscono. È per questo che non dobbiamo cercare di rendere tutti uguali, ma piuttosto di essere premurosi e lasciare i nostri punti di vista e i nostri caratteri così come sono. Allora, il mondo intero troverà la sua pace e armonia.

Foto di Baruch Ratz

Vivere in una falsa realtà

Il nostro stato d’animo di base è che tutti sono pronti a incastrarci, una realtà da cane mangia cane. Viviamo nella paura costante che tutti vogliano sfruttarci, maltrattarci e umiliarci e che, se non stiamo in guardia, saremo danneggiati ad ogni passo. Peggio ancora, sentiamo che è così che funziona tutta la realtà.

Ma se così fosse per tutta la realtà, le cellule potrebbero  mai creare delle colonie e formare organismi? Le molecole si unirebbero mai per creare organi, gli atomi si unirebbero mai per creare molecole? Se fosse così non ci sarebbe vita; nemmeno l’universo ci sarebbe. Ci sarebbero solo particelle distinte che esistono separatamente senza mai creare nulla di più complesso di se stesse.

La realtà che sperimentiamo non è quindi la realtà reale, quella che ci ha creato, che ci sostiene e ci permette di leggere queste righe. Nella vera realtà, tutto esiste in armonia con tutto il resto e  insieme,  tutte le sue parti, creano un tutto perfetto.

Nel mondo reale  niente e nessuno prende più del necessario per sostenersi  e il sistema è perfettamente armonioso.

Come le nostre cellule funzionano automaticamente e formano l’organismo armonioso che siamo noi, così fa tutto il resto in natura. La “mentalità” della realtà non è sfruttamento  ma armonia  e tutto e tutti la seguono,  tranne noi umani.

Siamo l’unico elemento in realtà che vuole prendere per sé più di quanto ha bisogno, che vuole consumare e distruggere, umiliare e conquistare, abusare e padroneggiare  e si diverte a ferire gli altri. Poiché pensiamo e agiamo in questo modo, pensiamo che anche tutti gli altri la pensino e agiscano in quel modo. E poiché viviamo secondo questa premessa, abbiamo creato un mondo ripugnante a nostra immagine e somiglianza.

Ma c’è una buona ragione per cui siamo stati creati così malvagi. Sforzarsi di uscire da questo stato angosciante ci porterà a capire come opera veramente tutta la realtà. Ci sono stati negati gli istinti naturali che guidano tutte le creazioni all’armonia, proprio per sviluppare questa armonia di nostra volontà e attraverso la nostra coscienza. Siamo fatti brutti proprio per poter scegliere il bello.

La differenza tra l’operare in armonia con tutta la creazione istintivamente o consapevolmente è come la differenza tra l’essere parte di un organismo ed essere la mente che governa l’organismo e ne dirige le azioni. Il destino dell’umanità è diventare quella mente, quella coscienza.

Per arrivarci, dobbiamo iniziare a praticare relazioni armoniose invece di seguire la nostra innata natura sfruttatrice. Per raggiungere questo obiettivo  è imperativo che ci rendiamo conto che stiamo vivendo in una falsa realtà, che la vera realtà è armoniosa e completa  e che è solo la nostra percezione errata di essa che ci impedisce di vedere la verità e di vivere in quel mondo perfetto.

La neutralità della rete non esiste perché la neutralità non esiste

Larry Sanger, il cofondatore di Wikipedia, recentemente ha criticato l’enciclopedia online che ha creato per  mancanza di neutralità. Questa non è stata la prima volta che l’ha fatto. Il 14 maggio 2020 Sanger ha scritto nel suo blog personale: “Wikipedia non ha più  una valida politica neutrale”. Invece, ha dichiarato, “Wikipedia pubblicizza punti di vista controversi sulla politica, religione e scienza.”

Sanger ha ribadito le sue argomentazioni in un  articolo del 16 luglio, che Sanger ha dato a Lockdown TV due giorni prima. Secondo la storia “‘Wikipedia è conosciuta attualmente da tutti per avere molta influenza nel mondo … quindi c’è un gioco molto grande, brutto e complesso  che viene giocato dietro le quinte per far dire agli articoli ciò che qualcuno  vuole che  dicano”, ha detto Sanger, aggiungendo che “il sito ha un pregiudizio liberale”. La parola per riassumere ciò che Wikipedia è diventata, è “propaganda”, ha detto il suo co-fondatore.

Diversi anni fa la neutralità della rete è stata una questione importante. C’è anche una voce estesa al riguardo, avete indovinato, su Wikipedia. Il principio della neutralità della rete esige dai gestori di Internet di non discriminare individui o organizzazioni. Secondo Investopedia, “La neutralità della rete stabilisce che i fornitori di servizi non dovrebbero rallentare né [sic] bloccare il contenuto degli utenti.” Eppure Sanger afferma che la sua creazione non riesce a soddisfare queste disposizioni. 

Per come la vedo io, il problema non è con Wikipedia o con qualsiasi altra piattaforma che non riesce a soddisfare i termini della neutralità della rete. Il problema è che  ci aspettiamo che soddisfino questi termini in primo luogo.  È umanamente impossibile essere neutrali. Formuliamo un’opinione nel momento in cui incontriamo qualsiasi cosa: una persona, un evento o un’idea. 

Siamo tutt’altro che neutrali, quindi come possiamo essere invitati a mantenere imparziali le nostre azioni su Internet? Siamo intrinsecamente egoisti. Non ci piace ammetterlo, ma uno sguardo allo stato del mondo oggi testimonia il livello del nostro egocentrismo. Se questo è il caso, e siamo così profondamente prevenuti che spesso non siamo in grado di vedere la nostra stessa parzialità, come possiamo creare qualcosa di neutro? Anzi, chi se lo aspetterebbe? Quale persona sana di mente penserebbe che le persone possano scrivere una voce su un’enciclopedia senza riflettere le loro opinioni sull’argomento?

Per fortuna, penso che la gente stia cominciando a capire che ci vengono dati in pasto fatti falsi e false “verità”.  Vogliamo ancora consumare media che riflettono le nostre opinioni, che ci fanno sentire che abbiamo ragione, e che soddisfano il nostro ego, ma penso che stiamo cominciando a capire che essere alimentati da false narrazioni non è nel nostro interesse. La domanda è quanto ancora saremo disposti a tollerarlo prima di dire “Basta! Non possiamo più voltare le spalle alla verità.”

Una volta raggiunta questa decisione, capiremo che non c’è neutralità da nessuna parte perché siamo intrinsecamente parziali ed egocentrici  e quindi siamo la ragione per cui non possiamo vedere il mondo per quello che è. Anche se c’è un senso di colpa collettivo e noi  come specie siamo egoisti, c’è anche una responsabilità personale, la constatazione del fatto che tutti siano egoisti non giustifica il mio essere così.

Indipendentemente da tutti gli altri, ho la mia responsabilità di rispondere, soprattutto dal momento che sono consapevole dei miei difetti. Pertanto, dire: “Anche tutti gli altri sono così” non mi esime dall’assumermi la responsabilità di ciò che potevo correggere ma non l’ho fatto.

Una volta che un sufficiente numero di persone si sarà reso conto che il nostro ego ci impedisce di vedere il mondo correttamente e quindi ci fa costruire un mondo contorto, ciò si rifletterà sul resto dell’umanità e il cambiamento inizierà. Non posso dire quante persone ci vorranno per avviare il cambiamento, ma quando raggiungeremo la massa critica, sostituiremo l’attuale senso di autodeterminazione prevalente con un senso di connessione reciproca. Invece di trarre piacere dall’affermare ciò che crediamo sia nostro, godremo nel concedere ciò che possiamo.

Nel momento in cui la società diventerà una società di donatori, un’atmosfera di responsabilità reciproca e di preoccupazione per gli altri si diffonderà nelle comunità e nelle famiglie, e il mondo intorno a noi cambierà in meglio. In quel momento non perseguiremo la neutralità della rete, o qualsiasi neutralità, poiché l’unico motivo per cui la stiamo cercando ora è la nostra disposizione a sfruttare e abusare degli altri. Ma quando il nostro obiettivo sarà incoraggiare e sostenere gli altri, nessuno cercherà la neutralità.

In un mondo oscuro, c’è una via d’uscita

Se ci fosse una parola in grado di rappresentare la sensazione attuale dell’umanità, sarebbe: “Incertezza”. Il mondo intero sta perdendo direzione, le persone vivono senza vedere un futuro chiaro. Non sanno cosa succederà domani, nei mesi a venire, tra un anno. Dalle nuove varianti di coronavirus alle condizioni climatiche estreme, tutto sta diventando sempre più imprevedibile. 

Per quanto cupo possa sembrare, ciò che si nasconde sotto la confusione è la buona intenzione della natura di aprire i nostri occhi per vedere che la nostra infinita ricerca di conquiste materiali è senza senso, futile, e che è giunto il momento di perseguire una più alta e duratura realizzazione nella vita.

L’incertezza è evidente in ogni campo: nei leader dei paesi, nei luoghi di lavoro, nell’economia,  nella società e nelle famiglie.  Siamo arrivati a un vicolo cieco.   C’è un senso di impotenza e disperazione e nessuno sa veramente quale sia la direzione corretta.  

Non sappiamo cosa offrire ai nostri figli.  Ai giovani manca un buon esempio da seguire e le professioni che avrebbero forse scelto in passato, potrebbero presto essere irrilevanti per la realtà attuale, che cambia rapidamente.  In ogni caso, i giovani non hanno la motivazione per passare anni a studiare quando nulla brilla realmente all’orizzonte.   

Se i loro genitori erano spinti a lavorare infinite ore al giorno per crearsi una vita, i figli non vogliono più vivere in quel modo. Sembrano aver imparato la lezione e si rendono conto che questa ricerca costante non ha alcun senso, se non sprecare le energie lasciandoli con un senso di vuoto.

Tanti giovani hanno smesso di rincorrere successi più grandi,  cercano semplicemente di procedere nella vita, passando il tempo connessi a gadget e disconnessi dal loro ambiente.  

In generale, gli impulsi allo sviluppo che avevamo in passato stanno svanendo. Abbiamo iniziato a capire che non c’è null’altro da raggiungere, nessun desiderio di avanzare, nessuna forza che ci spinge.  Questa è la fonte della nostra disperazione, depressione e sensazione di impotenza.  Fino a quando le persone non inizieranno a cercare il significato della vita, espressioni del tipo “preferirei morire piuttosto che vivere” diventeranno sempre più frequenti.

Senza un futuro, o un obiettivo chiaro, una persona non ha le forze per vivere.  Osserviamo questa tendenza in ogni parte del mondo, in misura maggiore o minore a seconda della natura della persona o delle condizioni nelle loro rispettive nazioni.  Ma di certo si tratta di un fenomeno globale.  

E’ la prima volta nella storia che semplicemente nessuno sa cosa sta succedendo.  C’è un senso generale di shock.  Non abbiamo alcuna idea di come controllare ciò che si manifesta, come guidare o essere guidati. 

L’importanza dello sviluppo conquistato negli ambiti scientifici, tecnologici ed economici nelle generazioni sta ora calando poiché ora ci domandiamo se tutto ciò che abbiamo costruito fino ad ora ha un valore reale in grado di renderci felici, realizzati. 

Siamo arrivati a questo momento critico per un motivo.  Questo stato di disperazione si rivela in modo che ci rendiamo conto che non possiamo uscire da questo labirinto con le nostre forze individuali.  Questa situazione ci sta mostrando quanto siamo isolati gli uni dagli altri.  Se non fossimo così in opposizione e divisi, non ci sentiremmo così soli, incerti e ansiosi.  Saremmo molto più resistenti, sicuri e fiduciosi del futuro. 

Quindi, ciò che vediamo come una crisi e un male generale, in realtà non è altro che  la natura all’opera, la forza superiore, totalmente benevole, che ci spinge a correggere la nostra natura egoista e le nostre relazioni dannose per altri, la causa radice di tutte le nostre difficoltà. 

Oggi non possiamo più avere successo nella vita, o sopravvivere,  senza un metodo che ci guida, il metodo della connessione. Questo ci insegna che il vero significato della vita non si trova in questo mondo, nella materia terrestre di breve durata, ma solo al di sopra. Potremo innalzarci a questo stato superiore soltanto se ci uniamo e costruiamo una società fondata veramente sulla base dell’amore verso gli altri, sulla considerazione e sulla reciprocità.  Così riusciremo a creare un terreno fertile per un’esistenza gratificante. 

Durante il percorso dall’amore per se stessi all’amore verso gli altri,  la nostra immagine della realtà verrà sostituita.  I nostri sensi si rinnoveranno, la mente e il cuore cambieranno direzione, dall’interno verso l’esterno, e si rivelerà un mondo opposto. 

Percepiremo improvvisamente un mondo superiore, più ampio, in perfetta connessione con la forza che controlla ed equilibra ogni cosa in natura e raggiungeremo una vita significativa e riempimento eterno. 

Siamo noi stessi il nostro cancro

Dall’inizio della creazione fino ad oggi, l’universo si è evoluto come un unico sistema, i cui elementi sono tutti interconnessi e interdipendenti. Poiché tutto è iniziato da un punto, tutto è connesso, rimarrà sempre connesso e qualsiasi cosa accada in un posto influenza l’intero sistema.

Man mano che l’universo si evolveva, i livelli superiori di esistenza si manifestavano uno alla volta. Il substrato di tutto è naturalmente il livello minerale. Successivamente, all’apparire della vita, nuovi livelli emersero: il vegetativo, poi l’animato e infine il livello umano. Ogni nuovo livello trascende i livelli precedenti e si affida a loro per la sua sopravvivenza. Di conseguenza ogni livello è costruito per mantenere con attenzione l’equilibrio dinamico che porta stabilità e crescita alla terra e all’intero universo. Nel corso di miliardi di anni questo è il modo in cui il nostro bellissimo universo si è evoluto.

Ma poi è arrivato il livello umano e ha sconvolto il sistema. Noi, lo Zenith della creazione, siamo stati fatti senza alcun senso di equilibrio. Prendiamo tutto ciò che possiamo, ovunque possiamo e nulla ci soddisfa. Noi non ci sforziamo, come il resto dei livelli della natura, di sostenere noi stessi, ma di superare, controllare e infine distruggere tutti gli altri. L’organismo chiamato “Natura” sembra avere il cancro, siamo noi.

Come il cancro, noi metastatizziamo, ci siamo diffusi in tutto il mondo ed ora aspiriamo a metastatizzare sui pianeti vicini. Ovunque andiamo portiamo con noi lo stesso spirito: prendere tutto finché non rimane nulla e poi andarsene. Come il cancro, che muore con il suo organismo ospite, moriremo con il pianeta Terra a meno che non cambiamo mentre ancora possiamo.

Evidentemente la Terra è molto malata. Quest’estate ha dimostrato, a chiunque ancora dubitasse, che la natura è fuori equilibrio. E’ anche evidente che l’uomo è l’elemento chiave nel dirigere la natura allo squilibrio. Pertanto l’uomo, e solo l’uomo, può ripristinarlo.

Possiamo essere privi del senso intrinseco di equilibrio che tutta la creazione possiede, ma siamo intelligenti: noi possiamo imparare qualsiasi cosa. È una questione di scelta. Se scegliamo di sviluppare attenzione e considerazione, compenseremo l’impatto negativo del nostro intrinseco senso di sfruttamento. Per creare equilibrio dobbiamo sviluppare queste qualità al punto che corrispondano al livello del nostro desiderio di superare, controllare e infine distruggere.

Dato che siamo l’unico elemento che è fuori equilibrio e quindi causa tutti i sintomi squilibrati che la Terra sta mostrando, se bilanciamo il nostro egocentrismo con la sua qualità opposta, calmeremo tutta la natura, poiché sono tutti sintomi del cancro chiamato “umanità”.

Esistere nell’egoismo

Domanda: Una persona pensa di creare con i suoi pensieri, di impegnarsi in un qualche tipo di lavoro e di esistere. Ma in realtà, è in un’illusione. C’è un punto a cui una persona può aggrapparsi per uscirne?

Risposta: a cosa ti serve?! Perché hai bisogno di sapere qual è il significato della tua vita, cosa fai da solo e cosa viene dall’alto? Perché anche tu, egoista, vuoi sapere questo? Non hai rovinato abbastanza questa povera Terra con la tua conoscenza egoistica?

Domanda: Il pensiero “Per cosa vivo?”, in linea di principio, non è l’unica cosa importante per una persona?

Risposta: certo. Ma ancora, il pensiero non ti darà nulla. Non sarai in grado di raggiungerlo e raggiungerlo mentre sei nel tuo meschino stato egoistico, solo se ti elevi al di sopra di esso.

Domanda: È possibile elevarsi al di sopra di questo stato facendo affidamento sui nostri pensieri, sull’intelletto?

Risposta: No. Assolutamente no! Nessuna mente, nessun intelletto, nessuna qualità che ti è stata data dalla natura terrena è sufficiente per tirarti fuori da te stesso.
Per fare ciò, deve esserci un intero sistema di uscita in cui ti separi dal tuo egoismo e ti elevi al di sopra di esso.
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Da “Kabbalah Express” di KabTV 13/06/21

 

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Cosa vediamo nelle altre persone?

Domanda: Oggigiorno sempre più persone possono vivere senza crearsi una famiglia. Tuttavia, nessuno ha ancora completamente cancellato il concetto di famiglia.

Dal punto di vista della percezione della realtà, i kabbalisti consigliano di imparare a non vedere qualità negative nel coniuge che, in effetti, non gli appartengono, ma a capire che sono causate dal proprio atteggiamento nei suoi confronti. Come possiamo applicare questo principio in pratica?

Risposta: È scritto in molte fonti che una persona non vede nulla al di fuori di se stessa se non il proprio riflesso negli altri. Cioè, non vedo mai le qualità di un’altra persona o persino di animali, piante o altro.

Vedo sempre l’impronta delle mie qualità su qualsiasi oggetto, e specialmente su quello che è davanti alle persone con cui vivo. È naturale. Pertanto, dobbiamo tenerne conto.

Nota: Non penso che le persone lo percepiscano naturalmente.

Il mio commento: Tutti possono essere d’accordo con questo, ma non possono conviverci. Teoricamente, siamo tutti d’accordo.

Domanda: E poi cosa accade? Come possiamo davvero affrontare tutto questo?

Risposta: Quindi non funziona…allora mettiamo da parte questa domanda per ora e in seguito vedremo che esiste una soluzione per tutti questi problemi.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 31/12/2018

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Percepire la sfera nascosta dell’universo

Quando ci confrontiamo con il mondo spirituale abbiamo bisogno di capire che stiamo entrando in una nuova sfera, dove nessuno dei nostri normali organi di percezione è utile. Dobbiamo sviluppare organi di percezione in una maniera completamente differente, invece dei cinque organi sensoriali corporei: vista, udito, olfatto, gusto e senso tattile.

Questi cinque sensi esistono anche negli animali, parzialmente nelle piante, anche leggermente in oggetti non viventi del nostro mondo. Solitamente chiamiamo gli organi corporei sensoriali “animali”, perché noi stessi siamo nel grado animale. Non c’è niente di offensivo in questo; è solo un particolare livello.

Tuttavia nel mondo spirituale sono completamente differenti perché rappresentano sensazioni al di sopra del nostro desiderio di ricevere, sentire e provare piacere. Questi sensi funzionano in direzione opposta: dare, deliziare, compiacere, per questo non li sentiamo.

Il passaggio dalla sensazione del nostro mondo alla sensazione del mondo superiore consiste nel fatto che dobbiamo passare quella che viene chiamata barriera, Machsom. Lì esistono altri cinque sensi che vengono costruiti sulla base di un principio opposto, la dazione. Quanto più do di me stesso, più percepisco il mondo al di fuori di me.

Ovvero, gli organi sensoriali del corpo sono costruiti sulla base della sensazione del mondo all’interno della persona, cioè nella misura in cui questo mondo può entrare dentro di me, negli occhi, nelle orecchie, nelle narici, nella bocca e negli organi tattili; però quando comincio ad “uscire da me stesso”, sento un mondo che non ha nessun impatto sulle mie sensazioni. Non deve entrare in me, né soddisfarmi. Non lo percepisco nella misura delle mie qualità interne, ma al di fuori di me, proprio com’è.

Qui appare uno stato completamente nuovo chiamato il raggiungimento del mondo superiore. È basato su due qualità: la qualità dello schermo, ovvero il rifiuto di tutta la ricezione per me stesso ed il trasferimento al di fuori di me quando entro negli altri.
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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 07/04/2019

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