Pubblicato nella 'Egoismo' Categoria

Cosa significa essere veramente liberi?

Essere liberi significa essere liberi dai nostri desideri egoistici, che ci fanno desiderare di favorire noi stessi a spese degli altri e della Natura.

In altre parole, libertà significa liberarsi dalla natura egoistica che ci governa, in modo che invece di pensare costantemente al nostro beneficio personale, pensiamo al beneficio degli altri, di tutti insieme come un unico intero.

Analogamente a come pensiamo a noi stessi oggi, quando diventeremo liberi dal nostro ego, penseremo all’umanità come ora pensiamo a noi stessi. 

Inoltre, anche al di là dell’umanità, pensiamo all’intero universo, alla natura a livello inanimato, vegetale, animale e umano,  come a un unico sistema di cui noi siamo le parti, e che esiste una forza superiore che riempie e sostiene questo sistema.

Accettiamo quindi tutto come il nostro sistema, in cui viviamo e di cui ci prendiamo cura, e che tutto e tutti in questo sistema sono ugualmente importanti, prendendoci ugualmente cura di tutti al massimo delle nostre capacità.

Il raggiungimento di un tale stato di libertà richiede il sostegno reciproco, la considerazione e l’incoraggiamento l’uno dell’altro per superare i nostri desideri egoistici che ci dividono.

Come possiamo raggiungere un tale livello di sostegno, cura e incoraggiamento nella società, per superare l’ego?

Possiamo farlo attraverso l’educazione, cioè adattando le nostre influenze educative, mediatiche, sociali e culturali in modo da imparare perché siamo vivi, per cosa viviamo, come funziona la natura dentro e fuori di noi, cosa vuole la natura da noi, e in modo da raggiungere veramente uno stato di connessione umana positiva, con relazioni amichevoli tra le persone, le nazioni e i continenti, in modo che tutti si connettano in tutto il mondo “come un solo uomo con un solo cuore”.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.   

 

Quando è che l´avere un ego diventa un problema?

L’ego è il desiderio di godere a spese degli altri e il suo problema sta proprio nel fatto che ci fa pensare e agire a spese degli altri.

Ci impedisce di vedere come siamo un tutt’uno con tutte le persone del mondo, così come con le parti inanimata, vegetale e animale della natura.

Al di fuori della percezione egoistica della realtà che il nostro ego ci dà, viviamo in una realtà in cui siamo tutti parti di un unico sistema interconnesso e interdipendente. In questo sistema, l’ego ci fa pensare e agire senza considerarci parti di un intero sistema.

I problemi e le crisi proliferano nel nostro mondo quando il nostro approccio egoistico alla vita continua a crescere, mentre noi diventiamo sempre più interconnessi e interdipendenti.

Al contrario, se pensiamo e agiamo a beneficio dell’intero sistema, se consideriamo il beneficio degli altri e della natura in ogni nostra mossa, allora entreremo in equilibrio con la natura.

Quando raggiungeremo l’equilibrio con la natura, sperimenteremo un importante miglioramento della vita: da una vita di crescenti problemi e crisi, a una vita di armonia e pace.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Quali film vorreste vedere realizzati?

Non ho mai visto un film simile prima d’ora. Sarebbe un film che porta i suoi spettatori a seri cambiamenti interiori.
Potremmo entrare nel film come persone che pensano solo a se stesse, che non hanno un solo pensiero per gli altri. O se potessimo pensare agli altri, sarebbe solo per ottenere qualcosa da loro. Siamo così per natura.

Da questo stato, dovremmo iniziare a capire che trovare la felicità negli altri è di primaria importanza. Per subire una tale trasformazione, dobbiamo cambiare la natura umana.

Che cosa significa sentire la nostra felicità negli altri? Significa che quando gli altri stanno bene, stiamo bene anche noi. 

Come può essere possibile uno stato del genere? Al contrario, attualmente ci sentiamo bene quando stiamo meglio degli altri. Di conseguenza, in un modo o nell’altro, cerchiamo di sminuire gli altri affinché diventino inferiori a noi. Dobbiamo quindi raggiungere l’opposto: elevare gli altri al di sopra di noi stessi.

Se ci fosse un film capace di indirizzare i suoi spettatori verso tale scopo, sarei favorevole.

Ma sarebbe un flop. Nessuno ne sarebbe entusiasta.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

Qual è la storia e la lezione di Caino e Abele?

Caino e Abele sono due forze interiori.

Una è la nostra natura egoistica, la qualità di ricevere piacere solo per se stessi. L’altra è la natura del Bore, una qualità che dona piacere, che discende in noi e che sviluppiamo a partire dalla sua manifestazione iniziale, chiamata “il punto del cuore”.

La storia di Caino e Abele parla della conquista, dell’uccisione e della competizione reciproca, cioè di ciò che ci impegna nella vita fino a quando non prendiamo in mano le redini e iniziamo ad avanzare verso lo scopo della creazione, l’adesione con il Bore, di nostra iniziativa: limitando la forza egoistica, rendendone l’uso costruttivo e superandola con la forza di dazione in noi.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

A cosa mira il programma dell’egoismo?

Domanda: La mia domanda riguarda il programma dell’egoismo. Se siamo riusciti ad inventare l’arco, poi la carrozza e così via, allora in linea di principio, è possibile prevedere le prossime fasi dello sviluppo dell’egoismo. Ora abbiamo molte tecnologie diverse. Ci saranno altre fasi di sviluppo?

Risposta: Tutte queste tecnologie non serviranno. Si svilupperà ulteriormente una connessione virtuale, che a un certo punto aiuterà le persone fino a quando non avranno una connessione interiore tra di loro.

Da una connessione virtuale, arriveranno a una connessione spirituale. Non servirà altro. Faranno un uso minimo di questo mondo, in modo che il corpo possa esistere, fino a quando non saranno completamente corretti.

Allora la sensazione del corpo sparirà, dato che è la parte egoistica animale più bassa. Le parti inanimate, vegetali e animali della natura si includeranno nel livello dell’ “uomo”, e questo è tutto.

Esisterà un unico desiderio, che comprenderà tutti gli altri. Ma sarà interamente diretto verso la dazione, e quindi il corpo e questo mondo intero spariranno dalle nostre sensazioni. Il mondo corporeo è programmato da noi, esiste soltanto nei nostri pensieri.

 

[313425]

From KabTV’s “I Got a Call. Evolution of Egoism” 5/7/11

Materiale correlato:

La vita basata sull’egoismo
Il Punto di biforcazione dell’egoismo
Elevarsi al di sopra dell’egoismo universale

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Che cos’è esattamente il fascismo? Cosa c’è di sbagliato in esso?

La parola “fascio” indica un gruppo di elementi legati insieme. Il fascismo è quindi una unione determinata di persone, ma un’unione senza alcuna correzione dei nostri desideri egoistici.

Il nostro desiderio quotidiano è egoistico, ovvero è un desiderio di servire noi stessi a spese degli altri. Se non facciamo alcun passo verso la correzione dei nostri desideri egoistici in modo che la nostra unione eviti di mirare al proprio beneficio  a spese di altri gruppi e nazioni, allora la nostra unione verrà costruita sulla base dell’opposizione e dell’odio nei confronti degli altri.

È questo il problema con il fascismo.  Il risultato è la distruzione reciproca.

La soluzione a questa forma imperfetta di unione è quella di unirsi non sulla base di un ego che si oppone agli altri, ma sulla base delle leggi fondamentali della natura: le leggi della dazione e dell’amore incondizionati.

Non ci può essere alcuna unione vera e duratura se non riusciamo a connetterci attraverso le leggi della natura che ci uniscono prima ancora che i nostri desideri egoistici ci diano un’immagine di divisione e distacco dagli altri.

Più ci sviluppiamo in incongruenza con le leggi della natura, più sperimenteremo gli scontri dannosi, distruttivi e bellicosi dei nostri ego che ci attanagliano in un perenne tiro alla fune. In altri termini, soffriremo sempre di più per il fatto che ci manca la saggezza di come unirci in un modo che ci porti armonia e pace durature, e la nostra crescente sofferenza genererà gradualmente in noi un bisogno più forte e più marcato di tale unità.
Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Perché è così bello comprare cose?

È una bella sensazione fare acquisti perché  in questo modo si riempie l’ego.

Siamo fatti di desideri egoistici di godere attraverso l’acquisizione, l’acquisto e il ricevimento, e quando avviciniamo le cose desiderabili a noi in questi modi, il nostro ego gode per brevi periodi di tempo.

Il riempimento dura poco, dato che il nostro ego è intercambiabile. Si comporta come un tassametro. Continua a girare, e la nostra soddisfazione diminuisce con ogni secondo che passa. 

E cosa succede quando il piacere svanisce? Dobbiamo lavorare di nuovo per poter comprare di nuovo. La nostra intera vita sembra allora un ciclo infinito di lavoro e acquisto, lavoro e acquisto, ad nausaem, e non siamo mai soddisfatti.

Non possiamo fermare questo processo perché il nostro ego cresce costantemente. Ci allontaniamo sempre da uno stato precedente in cui avevamo provato un certo appagamento, entriamo in una sensazione di vuoto e di mancanza, e questa mancanza ci costringe a cercare nuovamente l’appagamento.

Inoltre, poiché il nostro ego cresce costantemente, il ritmo di questo processo accelera sempre di più. Il tempo si accorcia tra un acquisto, cioè un momento di piacere, e il momento successivo. Ogni successivo momento di piacere è la metà del momento precedente.

Per esempio, se una volta all’anno avevamo bisogno di andare in vacanza per una settimana, ora abbiamo bisogno di viaggiare per un mese in estate, e poi per un mese in inverno, e abbiamo continuamente bisogno di trovare nuovi e diversi modi per soddisfarci a causa del nostro ego in costante crescita che non ci permette mai di essere completamente soddisfatti.

Perché le nostre vite funzionano così?

Perché il nostro ego cresce costantemente, facendoci sentire vuoti dopo ogni appagamento?

È perché il nostro ego cresce per farci desiderare il massimo della soddisfazione e della forza che potremmo mai provare.

Se non raggiungiamo la forma completa finale di riempimento, lasciamo il nostro ego vuoto, e la sua visione rimane fissa sulla forma completa e continua di riempimento che va oltre i piaceri più piccoli che vi entrano di volta in volta. Pertanto, come scrive il  Kabbalista Yehuda Ashlag (Baal HaSulam):

Dal momento che tutti i loro beni sono per se stessi, e ‘colui che ha una singola porzione vuole una doppia porzione,’ si muore alla fine con solo ‘metà del proprio desiderio in mano.’ Alla fine soffrono da entrambe le parti; dall’aumento del dolore a causa della molteplicità di movimento, e dal rimpianto di non avere i beni di cui hanno bisogno per riempire la loro metà vuota. Kabbalista Yehuda Ashlag, Lo studio delle dieci Sefirot, Parte 1, “Riflessione interiore”.

Pertanto, la storia della nostra vita è che rincorriamo i piaceri sempre di più, comprando sempre di più, e il piacere che riceviamo da questa rincorsa diventa sempre minore. Inoltre, gli intervalli tra un piacere e l’altro si accorciano.

Possiamo vedere un esempio di questo ciclo nell’ascesa della legittimazione delle droghe: i piaceri abituali con i quali le persone potevano un tempo appagarsi non li soddisfano più, e l’ego esige ulteriori piaceri ad intervalli più corti. 

Vediamo così che siamo in un processo di piaceri in costante diminuzione e di una sensazione di vuoto in costante aumento, ed è per questo che alla fine raggiungeremo uno stato finale di disperazione, uno stato in cui vorremo seppellire il nostro ego e passare a una forma completamente nuova e diversa di appagamento: non di ricevere ma di dare piacere.

Questa trasformazione dal godere attraverso il ricevere al godere attraverso il dare può essere pensata in modo simile al modo in cui diventiamo genitori. Come genitori, passiamo a una modalità di piacere attraverso il dare ai nostri figli.

È un’inversione puramente psicologica, una nuova modalità di percepire il piacere. Invece di ricevere il piacere in noi stessi e sperimentare che il piacere scompare, lasciandoci vuoti, proviamo piuttosto piacere in un nuovo atteggiamento, in cui più diamo al mondo, più proviamo piacere. Inoltre, possiamo provare quest’ultima forma di piacere in modo continuo, senza che svanisca.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Cosa vi fa odiare l’ego delle persone?

Uno dei problemi principali del mondo di oggi è che tutti danno la colpa agli altri.

Se invece ci consideriamo come se vivessimo in un sistema completamente interconnesso e interdipendente, allora la colpa è di tutti: nessuno ha ragione o torto. Se c’è del male nel mondo, esso è dovuto a ognuno di noi.

Immaginate di essere tutti ingranaggi della stessa macchina. Nessuna ruota dentata può sfuggire a premi e punizioni, perché tutte sono collegate tra loro e dipendono l’una dall’altra.  In una simile configurazione, non possiamo dire che qualcuno deve girare o costringere altri a girare a causa di questo o quello, ma tutti si muovono simultaneamente. Pertanto, ognuno di noi deve sottoporsi a una certa correzione e calibrazione del modo in cui si comporta: raggiungere una decisione reciproca di smettere di girare in direzioni opposte e di iniziare a girare nella stessa direzione, dove ognuno di noi considera prioritario il beneficio degli altri e dell’intero sistema di cui siamo parte.

Ognuno deve rispondere di come gira il mondo. Non ci sono criminali o vittime. Siamo tutti ugualmente responsabili di tutto ciò che accade, buono e cattivo. Raggiungiamo questa comprensione quando vediamo che viviamo in un mondo integrale, rappresentato da un cerchio che non ha inizio né fine. Non esiste quindi una sola persona verso la quale puntare il dito per incolparla dei nostri problemi. Ognuno di noi contribuisce a tutto ciò che accade all’umanità.

Dobbiamo arrivare a considerare la natura come un sistema intero, interconnesso e interdipendente, e a trattare tutti in modo diverso da come li trattiamo attualmente: invece di dare la priorità al nostro beneficio a loro spese, diamo la priorità al loro beneficio rispetto al nostro.

Non esiste quindi un ego di un’altra persona che possiamo legittimamente odiare, ma dobbiamo raggiungere la consapevolezza che io sono l’unico criminale sulla terra. Da quel momento in poi, posso iniziare a correggere il mio ego e a sviluppare un nuovo atteggiamento e una nuova percezione del sistema. A quel punto inizierò anche a vedere aprirsi una nuova immagine del mondo, armoniosa e pacifica.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Perché il Deja Vu accade? Perché sentiamo che qualcosa è già accaduto?

Quando il nostro cervello inizia a confrontare diversi fenomeni, allora sembra che un certo evento abbia già avuto luogo. Iniziamo a incorporare un frammento video in un altro, un’immagine in un’altra e incontriamo così ciò che chiamiamo “déjà vu”.

Tuttavia, d’altra parte, abbiamo anche premonizioni o preveggenze quando sentiamo che una particolare azione dovrebbe svolgersi nel momento attuale. Quindi iniziamo a sentire i pensieri degli altri o anticipiamo varie onde che si estendono verso di noi. Tali fenomeni hanno luogo perché esistiamo in un unico sistema unificato della natura,  abbiamo un certo senso che deriva dal vivere in questo sistema e possiamo indovinare vari eventi imminenti attraverso alcuni segni anticipatori.

Alcune persone hanno sviluppato questa sensazione, come Wolf Messing o i beduini che vivono nel deserto. Hanno un senso della natura altamente sviluppato. In particolare, Messing poteva prevedere diversi anni nel futuro. Poteva semplicemente prevedere determinati eventi perché sentiva che sarebbero accaduti. Ciò non significa, tuttavia, che poteva cambiare qualcosa.

La saggezza della Kabbalah, d’altra parte, ci permette di mitigare gli eventi futuri. Ciò che è destinato ad accadere accadrà, ma può accadere in forma più lieve. L’incontrare una forma più dura o più mite di un evento futuro dipende dalla misura in cui lo anticipiamo con una connessione positiva tra di noi, o se non riusciamo ad applicare alcun movimento per connetterci e lasciamo che l’ego umano senza sosta, il desiderio di godere a spese degli altri, guidi la nostra evoluzione in avanti.

Se ci colleghiamo positivamente sviluppando relazioni di mutuo aiuto, rispetto e responsabilità reciproca, incontreremo un futuro più armonioso e pacifico. Al contrario, se lasciamo che il nostro ego ci guidi in avanti, allora il nostro crescente sfruttamento, manipolazione e abuso reciproco ci condurrà a una vita di crescenti tormenti e difficoltà naturali.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Cos’è che ti fa criticare gli altri?

Critichiamo gli altri per via del nostro egoismo, che ci fa trarre soddisfazione a spese altrui, ciò significa che ci fa piacere vedere gli altri più piccoli e di meno valore. 

Se non apportiamo nessun cambiamento al nostro istintivo egoismo, allora vivremo con questa tendenza alla critica verso il prossimo. Tuttavia, se invece ci sforziamo di connetterci agli altri, inizieremo a criticare noi stessi, poiché la tendenza egoistica in noi è opposta alla tendenza alla connessione agli altri. 

Se vogliamo progredire verso uno scopo spiritualmente superiore rispetto agli scopi materiali, ad esempio, trarre piacere attraverso una nuova natura del dare, amare e connetterci con gli altri, poi, una volta che ci siamo posti quell’obiettivo e ci siamo dotati dei mezzi per raggiungerlo, allora potremo criticare qualsiasi cosa che conta nel raggiungimento di quello scopo.    

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.