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Ventidue miliardi di dollari inutili senza amore

Uno degli individui più curiosi nel settore finanziario delle criptovalute è Sam Bankman-Fried. In pochissimi anni, si è trasformato da anonimo figlio di due professori di liceo alla persona più ricca sotto i trenta ( ha ventinove anni), con un fatturato di $ 22.5 miliardi di dollari. Secondo la classifica Forbes 400, è trentaduesimo nella lista delle persone più ricche del 2021. Ma ciò che è ancora più sorprendente è che Bankman-Fried ha intenzione di rinunciare a tutto.  Lui crede nell’utilitarismo e vuole donare la maggior parte della sua ricchezza in beneficenza.

Purtroppo, per quanto nobili possano essere i suoi obiettivi, più soldi non risolveranno o addirittura miglioreranno nulla. Il mondo ha più che abbastanza di tutto, tranne l’unica cosa che permetterebbe a tutti di beneficiare dell’abbondanza: l’amore. Di questo, non ce n’è.

Ventidue miliardi di dollari potrebbero aiutare a promuovere l’amore tra le persone, ma per farlo, dobbiamo prima sapere cos’è l’amore. La nostra attuale comprensione di esso è che amiamo ciò che ci fa sentire bene. Se un’altra persona mi fa sentire bene, amerò quella persona. Se dare mi fa sentire bene, amerò dare. Ma questo non fa di me una persona che ama.

Quando mia figlia minore era una bambina, una sera ci sedemmo a tavola, per cena avevamo del pesce. Abbiamo cominciato a parlare d’amore e ho provato a spiegare che cosa significa amare. Ho indicato il pesce nel suo piatto e le ho chiesto: “Ti piace il pesce?”. Lei ha risposto con entusiasmo: “Amo il pesce!”. Ho detto: “Allora bacia il pesce”. La smorfia sul suo viso diceva tutto. Si è resa conto che non era il pesce che amava, ma il sapore della sua carne in bocca.

Amare è voler dare ad un altro ciò che l’altra persona vuole, pensare e sognare e pianificare le tue mosse in modo che piacciano alla persona amata. L’amore consiste nell’immedesimarsi nella prospettiva dell’altra persona e usare questa comprensione per vedere come si può renderla contenta.

I soldi non possono insegnare questo. Solo le persone che sanno cosa significa amare in questo modo possono insegnarvi a raggiungerlo. Proprio come non prendereste come guida su un sentiero infido una persona che non l’ha mai percorso, se vogliamo raggiungere il vero amore disinteressato, dovremmo seguire coloro che l’hanno raggiunto.

Naturalmente, chiunque può affermare di averlo raggiunto, non c’è modo di sapere chi è onesto e chi no. Perciò, l’unico consiglio che posso offrire è di seguire il vostro cuore ed esaminare costantemente se il vostro maestro vi sta insegnando ad amare disinteressatamente o ad amare il maestro, o altri tipi di amore impuro.

Se riusciremo a coltivare l’amore disinteressato tra di noi, non avremo bisogno di miliardi di dollari, nemmeno di milioni. Tutto ciò di cui avremo bisogno è noi stessi e di questo c’è abbondanza.

Didascalia: Sam Bankman-Fried, co-fondatore e CEO di FTX, partecipa alla trasmissione “Squawk on the Street” per illustrare l’ultimo finanziamento della società e come la società sta andando dopo che i prezzi delle criptovalute sono scesi all’inizio dell’anno.

“Milionari patriottici” chiedono una tassa sulla ricchezza per restituire parte di ciò che hanno preso

Secondo la Reuters, un gruppo di più di 100 miliardari e milionari che si fanno chiamare ” Milionari Patriottici” ha lanciato un appello ai politici e ai dirigenti d’azienda per chiedere di pagare più tasse. Secondo il gruppo, “gli ultra-ricchi non erano attualmente costretti a pagare la loro parte”. Può sembrare molto generoso, ma penso che dovremmo guardare dove hanno preso i loro miliardi, dal resto di noi, la gente normale che paga la sua giusta quota di tasse, oltre ad arricchire i già ricchi. Inoltre, perché nessuno si chiede come mai i super ricchi non pagano molte più tasse di noi, e alcuni di loro non ne pagano quasi nessuna?

L’umanità dovrebbe davvero mettere ordine nei suoi affari. Come può essere che una persona abbia miliardi, se non di più, e paghi poche o nessuna tassa? Questi magnati creano organizzazioni e usano manovre fiscali per evadere le tasse, mentre il resto di noi paga il 20-40% di tasse sul reddito. Dov’è la logica qui?

La storia cita uno studio condotto dai Milionari Patriottici insieme a Oxfam e altre organizzazioni non-profit. Lo studio ha concluso che “una tassa progressiva sulla ricchezza che parta dal 2% per coloro che hanno più di 5 milioni di dollari e salga al 5% per i miliardari potrebbe raccogliere 2,52 trilioni di dollari, abbastanza per risollevare globalmente 2,3 miliardi di persone dalla povertà e garantire assistenza sanitaria e protezione sociale agli individui che vivono nei paesi a basso reddito”.

In altre parole, mentre le persone normali pagano un quarto o più del loro reddito in tasse, i ricchi pagano fino al 5% e si aspettano gratitudine. Basta guardare questo estratto della notizia: “Nel corso dei due anni della pandemia, le fortune dei dieci individui più ricchi del mondo sono salite a 1,5 trilioni di dollari  o di 15.000 dollari al secondo”.

Penso che la verità sia che i ricchi sanno che la situazione attuale è così inaccettabile che si rivolterà contro di loro. Per evitare una perdita ancora maggiore, si offrono di “dare” qualche punto percentuale. Che “sacrificio”, fremo di stupore.

Per come la vedo io, ci dovrebbe essere una tassa progressiva, applicata retroattivamente, che faccia pagare fino al novanta per cento ai ricchi. La loro “offerta” è ipocrita, squallida, e non credo che meritino alcun elogio per essa o alcuna esenzione dal loro dovere di condividere il peso comune dei problemi del mondo. Non possono nemmeno immaginare come il resto del mondo guardi ciò che stanno offrendo. Non è altro che un ultimo tentativo di salvare la pelle dopo aver provato tutto il resto.

È ora che l’umanità passi a un altro livello. Abbiamo davvero bisogno di mettere in discussione ciò per cui vale la pena vivere e ciò che non lo è. Questa è la ragione per cui vediamo così tanta corruzione e malvagità nel mondo di oggi, per aiutarci a condurre i nostri discernimenti più rapidamente e chiaramente.

I magnati, che prima si sentivano in cima al mondo, ora sentono il vento del cambiamento. La gente comincia non solo a volere, ma a esigere un equilibrio nella società, dove tutti sono trattati in modo equo. In una tale società, i leader dell’opinione pubblica, gli “idoli”, saranno quelli che aiuteranno ad unire le persone e a stabilire la coesione e la responsabilità reciproca nelle comunità e nelle società, mentre i ricchi e famosi egoisti saranno retrocessi.

Didascalia della foto –
I membri del Patriotic Millionaires protestano nel giorno del versamento delle tasse federali a New York

Educazione. Abbiamo bisogno di ricostruire qualcosa di meglio

Gli ultimi due anni sono stati snervanti per i bambini, i genitori e l’intero sistema educativo. I ricorrenti isolamenti e chiusure non solo hanno influenzato le relazioni sociali dei bambini, ma hanno anche lasciato tutti incerti sul futuro. È chiaro che le cose non saranno come erano fino all’inizio del decennio, ma non è chiaro come saranno. In ogni caso, dato che siamo destinati a fare la spola tra connessioni fisiche e virtuali, tanto vale imparare a creare connessioni significative in entrambi gli ambiti.

La situazione attuale ci ha già spostato dalla nostra precedente visione delle connessioni, ma non ne ha ancora stabilite di nuove in noi. È ancora difficile vedere come sarà il nostro nuovo modo di connetterci, dato che non siamo macchine; ci vuole tempo per crescere in un nuovo modo di operare.

In ogni modo, la natura non guarda mai indietro, ma solo in avanti, quindi una cosa è chiara: ciò che era non tornerà mai più.

Qualsiasi forma assumeremo,  saremo non solo connessi in nuovi modi, ma anche in maniera più positiva di prima.  L’evoluzione della natura avanza sempre verso l’aumento della complessità e dell’integrazione.  Tutto sta diventando più interdipendente, non meno,  questo è vero anche per l’intera umanità.

Eppure, mentre ogni altra specie accetta ciò che la natura detta, senza porsi domande, gli umani sono disconnessi dalla natura e hanno il loro libero arbitrio. La natura ci costringe ancora ad andare per la sua strada, ma ci ha anche dato la nostra volontà, che cresce nella direzione opposta: mentre la natura ci spinge all’incorporazione, noi cerchiamo la separazione. È per questo che gli animali accettano ciò che la natura dà loro e si adattano, mentre noi soffriamo e resistiamo, ma senza successo.

La sofferenza che proviamo è un chiaro svantaggio rispetto al resto del mondo animale, ma gli esseri umani hanno un vantaggio che nessun altro essere vivente ha: invece di essere costretti alla connessione, possiamo pensarci, confrontarla con la separazione e infine sceglierla.  Anche se non abbiamo scelta se non quella di scegliere, alla fine, la connessione, poiché questo è il corso di tutta la creazione, sceglierlo di nostra volontà significa che comprendiamo la logica che c’è dietro, il “pensiero della creazione”, se volete.

Non c’è paragone tra il piacere e la profondità che proviamo quando scegliamo di fare qualcosa rispetto al farlo istintivamente. Questo è il nostro unico vantaggio, il privilegio degli esseri umani sopra ogni altro essere. 

Tutti i colpi che abbiamo subito dall’inizio dei tempi ci hanno portato ad evolverci da cacciatori-raccoglitori a clan, città, paesi, imperi e infine a un villaggio globale. La crescente incorporazione avviene sempre contro la nostra volontà e al costo di innumerevoli vite e sofferenze indescrivibili, ma non è necessario che sia così.  Se capiamo dove stiamo andando e cosa siamo destinati ad acquisire alla fine della strada, possiamo andarci di nostra volontà e aiutarci a vicenda a trascendere la nostra individualità per formare un’umanità consapevole e unita.

I nostri sistemi educativi dovrebbero concentrarsi sull’instillare in noi questa consapevolezza. Questa educazione dovrebbe essere rivolta a tutte le età, nazioni e culture. Se la nostra priorità diventa l’unione, inizieremo a vedere le differenze tra noi come diversità ben accette e le nostre diverse prospettive come un arricchimento della nostra conoscenza. Se non vogliamo più soffrire, ma goderci la strada che stiamo percorrendo, dobbiamo ricostruire il nostro sistema educativo in sincronia con l’intera natura. verso la connessione, la coesione e l’integrazione. 

Ripensare l’evoluzione

Per molti decenni, ci è stato insegnato che l’evoluzione è casuale, che le mutazioni avvengono e quelle che contribuiscono maggiormente alla sopravvivenza della specie rimangono mentre le altre scompaiono. Ma la scienza sta gradualmente accettando che l’evoluzione non è casuale ma segue una direzione.

Per esempio, i ricercatori di uno studio,  che si è concentrato su una piccola erba infestante chiamata crescione, hanno dichiarato che: “Si è scoperto che la mutazione è molto non casuale ed è non casuale in un modo che beneficia la pianta. È un modo totalmente nuovo di pensare alla mutazione”, hanno concluso.

Un altro studio, che ha esaminato la mutazione dell’emoglobina che protegge dalla malaria, ha scoperto che essa appare più frequentemente nelle persone provenienti dall’Africa, dove la malaria è comune, che nelle persone provenienti dall’Europa, dove è rara. “Le mutazioni sfidano il pensiero tradizionale”, ha detto il ricercatore capo. “I risultati suggeriscono che l’informazione complessa che si accumula nel genoma … ha un impatto sulla mutazione e quindi i tassi di origine specifici delle mutazioni possono rispondere … a pressioni ambientali specifiche”.

Se guardiamo il fenomeno in maniera più approfondita, troveremo che anche l’ambiente si sta evolvendo in una direzione specifica: verso l’aumento dell’integrazione. Ci stiamo evolvendo verso uno stato che già esiste, anche se non l’abbiamo percepito. È uno stato in cui le specie sono separate le une dalle altre, ma in armonia con tutta la creazione.

La terra è un sistema equilibrato. Le sue parti sono in perfetta armonia tra di loro,  e questo garantisce la sopravvivenza delle piante e degli animali terrestri. In apparenza, non avrebbe dovuto esserci evoluzione. Se tutto è perfetto e armonioso, non avrebbero dovuto esserci cambiamenti nelle specie.

La ragione per cui l’evoluzione avviene ancora, nonostante l’equilibrio tra tutte le creazioni, è che sotto tutta la creazione si nasconde un desiderio di miglioramento costante del proprio stato individuale. Più una creatura è evoluta, più intenso è il suo desiderio.  Nel genere umano questo desiderio si manifesta come egoismo e narcisismo, come brama di controllo, di essere superiori e addirittura divini. Nel regno animale e nelle piante, si esprime in uno sforzo costante di rafforzarsi contro i propri nemici naturali, ma non in un desiderio di dominare e controllare. Quindi, a ogni livello, a parte quello umano, l’equilibrio rimane, pur essendo dinamico e evolutivo. 

Nell’umanità, “l’evoluzione” principale è nella nostra percezione,  non nel corpo, anche se ci sono cambiamenti fisici. Con l’evolversi della nostra comprensione del mondo, la nostra percezione della realtà cambia e si allinea con l’interconnessione del mondo che ci circonda.

Dato  che la natura è interamente integrata e tutte le sue parti sono inestricabilmente intrecciate, la società umana diventa anch’essa sempre più interconnessa e interdipendente.  Di conseguenza, gli insediamenti si sono trasformati, nei secoli, da clan nomadi a comunità sedentarie, a città, stati e imperi.

Con la crescita in dimensioni degli insediamenti, siamo diventati sempre più interdipendenti economicamente, nell’approvvigionamento delle nostre forniture alimentari, nell’istruzione e in ogni aspetto della nostra vita. Ora, il mondo intero è diventato connesso al punto che anche interi paesi, comprese le superpotenze come la Cina o la Russia, non possono sostenersi da soli. La globalizzazione ha reso il mondo intero un villaggio, ma i suoi abitanti sono riluttanti ad accettare i propri vicini e si scontrano costantemente gli uni con gli altri.

Lo sviluppo della società umana verso l’aumento dell’integrazione non è una coincidenza. Dato che viviamo in un universo integrale, in cui ogni cosa è interconnessa e dipendente, anche noi ci sviluppiamo in questa direzione. Questo è il motivo per cui, nonostante tutti i nostri sforzi per superare il prossimo, alla fine, siamo ancora dipendenti da tutti gli altri, nessun paese può mantenere la sua supremazia indefinitamente. Contro la nostra volontà, siamo trascinati nella cooperazione.

Ma la nostra evoluzione verso una società interdipendente mira più in alto della società stessa. Ha lo scopo di rivelarci l’interdipendenza di tutta la creazione, che tutto è armonioso e tutti i pezzi della creazione si completano a vicenda. Il risultato finale della nostra evoluzione è la completa consapevolezza dell’universo in cui esistiamo su tutti i suoi livelli: fisico, mentale e spirituale. È come nuotare  nel verso della corrente invece di cercare di nuotare controcorrente, che è quello che stiamo facendo ora. È senza speranza e doloroso.

La riva che ci aspetta a valle del corso d’acqua è serena e tranquilla. Se nuotiamo verso di essa, aumentando volontariamente la nostra cooperazione e la considerazione reciproca, raggiungeremo quella sponda accogliente in modo rapido, piacevole e facile. Se resistiamo, ci arriveremo comunque, dato che non possiamo risalire il fiume, ma ci arriveremo solo quando saremo esausti, sconfitti e tormentati.

Uccidere il leader dell’ISIS non risolverà nulla

Giovedì 3 febbraio scorso, un raid antiterrorismo statunitense nel nord-ovest della Siria ha ucciso il leader dell’ISIS Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi. Al-Quraishi aveva guidato il gruppo dalla morte del suo fondatore, Abu Bakr al-Baghdadi, ucciso in un altro raid statunitense nel 2019. Devo ammettere che l’ho scoperto da poco. Normalmente, so cosa sta succedendo nel mondo, ma in questo caso l’omicidio fa così poca differenza che la storia mi è completamente sfuggita. Inoltre, non abbiamo idea di chi gli succederà e di cosa potrebbe fare, quindi non sono affatto sicuro che eliminare al-Qurayshi in questo momento sia stato saggio.

In generale, i gruppi terroristici non nascono da soli; dietro ogni organizzazione terroristica ci sono paesi potenti che li usano nelle guerre per procura. In passato, i paesi si combattevano tra loro e uccidevano decine di migliaia di persone. Le economie erano rovinate e la devastazione era disastrosa. Oggi, i paesi usano eserciti paramilitari per procura, detti “organizzazioni terroristiche”, che combattono per loro.

Da un lato, è meglio combattere guerre per procura che iniziare una guerra totale. Dall’altro, non possiamo considerare il terrore uno sviluppo positivo. Dovremmo aspirare a vivere senza entrambi.

In passato, era difficile immaginare un mondo senza guerre. Ma dalla fine della seconda guerra mondiale, il mondo occidentale vive ormai da quasi ottant’anni senza guerre sul suolo europeo o nordamericano. Anche se oggi è molto difficile immaginare un mondo senza terrorismo, questo non è impossibile da realizzare.  Così come l’Occidente ha deciso di non combattere più perché si è reso conto di ciò che la guerra può fare, il mondo, alla fine, arriverà ad un punto in cui deciderà di non permettere il terrorismo,  per la stessa ragione per cui l’Occidente ha abolito la guerra.

Ci arriveremo quando tutta l’umanità deciderà di correggere il cuore del male in questo mondo: la natura umana.

Ci sono due modi per arrivarci: Il primo è che la natura ci costringa a riconoscerci l’un l’altro, a prenderci in considerazione l’un l’altro e alla fine anche a sviluppare una sensibilità per l’altro. Il secondo modo è sviluppare questa sensibilità verso l’altro volontariamente. In entrambi i casi, dovremo sviluppare cura e preoccupazione l’uno per l’altro.

Realisticamente, la strada verso questo stato ideale consisterà probabilmente in un misto delle due possibilità. La natura ci costringerà presumibilmente ad avvicinarci un po’ l’uno all’altro, a diventare un po’ più premurosi attraverso colpi naturali o violenza, man mano che ci avvicineremo ci renderemo conto che questa forma di relazione è preferibile all’odio e alla diffidenza.

In seguito, ricadremo di nuovo nei nostri modi meschini e la natura ci ricorderà di nuovo, dolorosamente, la nostra interdipendenza.

Alla fine, il dolore si sarà inciso abbastanza profondamente nella nostra memoria collettiva da non farci tornare alla violenza e alle opinioni  egocentriche.

Possiamo anche rendere il viaggio più breve e meno doloroso ricordandoci l’un l’altro prima di subire ulteriori colpi dalla natura o dalle persone, ma questo dipende dalla nostra volontà di ascoltare. La scelta è nostra. La società umana avrà una fine felice, ma la questione è se il nostro cammino sarà felice o se lasceremo che la sofferenza ci conduca alla fine felice.

Didascalia della foto
Il Pentagono rilascia filmati di monitoraggio del rifugio del leader dell’ISIS Abu Ibrahim al-Hashimi Al-Qurayshi in Siria prima del raid degli Stati Uniti

Germoglieremo su un altro pianeta?

Domanda: Ci preoccupiamo costantemente dei cambiamenti climatici. Eppure, allo stesso tempo, un milione di animali e piante nel mondo sono in pericolo di estinzione. Gli scienziati credono che questo sia ancora peggio del cambiamento climatico.

È come iniziare a rimuovere rivetti da un aereo già in volo. Un rivetto mancante non è così grave, ma ad un certo punto, quando mancano troppi rivetti, l’aereo cadrà perché è un sistema unico.

Mi puoi dire se l’aereo può davvero cadere o no?

Risposta: È possibile. Tutto può crollare, dato che il livello di connessione che dovrebbe esistere tra l’inanimato, il vegetale, l’animale e la natura umana si sta gradualmente indebolendo sempre più, fino al punto che tutto potrebbe davvero sgretolarsi. E quindi?

Passeranno milioni di anni e noi germoglieremo su un altro pianeta, in un altro sistema.

Commento: Ma è stato detto che la Terra non scomparirà.

La mia risposta: Questo è il modo in cui non scomparirà. Si dice che un secondo del Borè è come un milione di anni. Ebbene, passeranno un paio di secondi.

Domanda: Un paio di milioni di anni! Ci sarà un pianeta con acqua, aria e un’atmosfera adatta?

Risposta: Non importa. Forse non saremo nella nostra forma attuale.

Commento: Ma continui a dire che l’umanità non scomparirà. Ovvero, potrebbe avvenire una catastrofe, ma rimarrà una manciata di persone che dovrà realizzare lo scopo della creazione.

La mia risposta: Sì, dovranno adempiere al loro scopo. Ma non so in quale forma.

Domanda: Allo stesso tempo, devo supporre che tutto può scomparire?

Risposta: Il fatto che ci stiamo avvicinando a un’enorme guerra termonucleare, e nemmeno a una, ma a due, è esattamente ciò che potrebbe succedere secondo le previsioni dei Kabbalisti.

Oppure se, diciamo che iniziamo a lavorare su noi stessi, sulla nostra mente, sulla nostra testa, e pensiamo seriamente a ciò di cui abbiamo bisogno per poter continuare una vita normale…ma questo significa mettere fine alla nostra vita che è tutt’altro che normale.

Domanda: È possibile? Molte persone credono che sia impossibile sapere se l’umanità rinsavirà o meno.

Risposta: Non si può sapere. Questo stato in cui l’umanità ancora non sa, è uno stato positivo. Significa che c’è ancora una possibilità di tirarli, in modo che possano comprendere dove sia la strada corretta.

Domanda: Dovrà apparire una sorta di leader per questo, o tutto deve venire dal basso?

Risposta: Non credo che debba esserci un leader. Dovrebbero esserci insegnanti, molti insegnanti in molte lingue. Ognuno con il suo stile, spiegherà a tutte le persone della Terra come liberarsi della terribile fine e avanzare allo stato successivo in maniera positiva.

Domanda: Puoi dirci con una sola frase come ci libereremo?

Risposta: Solo con la cura reciproca, l’amore e la connessione, avvicinandoci gli uni agli altri.

Commento: Hai sempre un’unica conclusione.

La mia risposta: È così secondo la natura. Non posso inventarlo io e la natura non mi dà altro.

 

 

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 10/28/21

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Dialogo con la natura

Domanda: Ci sono stati così tanti diversi tipi di disastri naturali l’anno scorso. L’anno è iniziato con un’ ondata di freddo selvaggio in Spagna. Non se lo aspettavano e non erano pronti per questo. Ci sono stati terremoti; ci sono state inondazioni in Indonesia. Un ghiacciaio è sceso nell’Himalaya Indiano e ha seppellito 170 persone. C’è stata una tempesta di sabbia a Pechino e inondazioni in Australia. In Europa occidentale, forti piogge hanno spazzato via le auto e allagato le città. Incendi sono divampati in California, Turchia, e Grecia. Un terremoto in Haiti ha ucciso 2200 persone. Nell’isola di Palma nelle canarie, un vulcano ha eruttato per 3 mesi. Questo non succedeva da 500 anni. Dozzine di tornado hanno spazzato gli Stati Uniti. Un tifone ha colpito le Filippine e ha lasciato il caos nella sua scia.

Questo è un breve elenco di ciò che è accaduto. Puoi tradurci in un linguaggio umano ciò che la natura ci sta dicendo?

Risposta: La natura ci dice: “Ti serve, bene!” In realtà, come tratti la natura, disturbando il suo equilibrio in tutto il possibile, a tutti i livelli, in tutti i casi e possibilità, così è come la natura reagisce.

Immagina di avere un corpo malato, la terra intera, il globo intero. Cosa farai?

Domanda: Quindi cosa farai?

Risposta: Non interferire, non disturbarne la relativa pace. E’ in omeostasi, molto bene, lascia che rimanga così, non toccarla!

Domanda: Ma in un modo o in un altro, non dobbiamo produrre qualcosa, estrarre minerali?

Risposta: Dipende in che dosi. E’ come dice il dottore: “Con moderazione.” Lo stesso è qui: scavi nel terreno, inizi a raccogliere, a tirare fuori le cose, a scavarle, a spingerle, a risucchiarle. Devi capire che tutto deve essere reintegrato a un certo punto.

Stiamo lentamente invecchiando e morendo. Probabilmente accade la stessa cosa con la terra.

Domanda: Come entriamo in questo dialogo? Come ci comportiamo con la natura in modo da avere un’omeostasi con essa?

Risposta: Dobbiamo comprendere che questo è un organismo vivente, un vero organismo vivente. E se lo impattiamo, dobbiamo fare tutto molto attentamente e cautamente.

Ed è necessario compensare e capire che se è un organismo, non importa dove operi. Se fai qualcosa da qualche parte in Australia, risuonerà in Canada o da qualche parte in Sud America. Siamo davvero responsabili qui di tutto e di tutti.

Non abbiamo nient’altro che questa terra! Non possiamo volare da nessuna parte e non possiamo fare niente. E facciamo solo cosa vogliamo qui oggi! E non c’è nessuna reazione, nessun calcolo, nessun pensiero per domani!

Commento: Il nostro pensiero attuale e di trarre vantaggio da questo, guadagnare di più, di più, e più soldi.

Risposta: Ma poi perdiamo 20 volte di più. Dobbiamo compensare per tutto questo.

Commento: Una persona ha un pensiero: “Dopo di me, anche un diluvio.”

Risposta: L’intero problema è nel nostro egoismo. Questo è chiaro.

Domanda: Se possibile, puoi dare un’altra ricetta? Qual è il lavoro di una persona con questo organismo chiamato terra?

Risposta: La terra è un organismo molto saggio. Le sue leggi, a noi ancora sconosciute, nascondono enormi strati di saggezza che sono il nostro futuro. E per questo dobbiamo trattarle molto attentamente e con rispetto.

Domanda: Quindi stai dicendo che se questo pensiero entra in una persona e vive in lui, allora avrà un atteggiamento completamente diverso e tutto in generale?

Risposta: Si, il che significa se scavi con una pala, devi spiegare il perché, per cosa, come, e come lo compenserai. E’ come se prendessi in prestito dalla Terra la sua materia, la sua energia, e il suo potere che dovrai investire in ciò, che per esempio, pianti.

Domanda: Quindi anche per un intervento così piccolo, devo fare un calcolo enorme prima di farlo?

Risposta: Sì. E’ un atteggiamento, ma ci salverà. Altrimenti la Terra, come si dice, “Ti spazzerà via.”

Commento: Sì, ci spazzerà via. Sembra che gli indizi sono già diventati molto chiari e bussano alla nostra porta.

Risposta: Si. C’è un inizio.

Commento: Speriamo che capiremo.

Risposta: No, non ci sarà speranza qui. Finché una persona non corregge il suo egoismo, danneggerà inevitabilmente la natura e il pianeta su cui vive. E sarà brutto.

 

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 12/30/21

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I bambini segnati dalla guerra

Qualsiasi guerra è orribile, ma una guerra che coinvolge vittime civili lo è molto di più. Tra questi civili, i bambini sono i più vulnerabili. La guerra in Ucraina segnerà i bambini e li cambierà per sempre. Tuttavia, credo che radicherà in loro la convinzione che la guerra non porta nulla di buono, e non c’è modo di giustificare il danno e il dolore che infligge.

In passato, le guerre implicavano l’occupazione, il saccheggio dei beni e la riduzione in schiavitù dei prigionieri. Oggi conquistare un altro paese non ha alcun vantaggio. Cosa farete una volta conquistata la capitale? Dovrete ricostruirla dopo averla rovinata voi stessi.

Il progresso della tecnologia, del mercato internazionale e dell’industria ha reso la guerra irrilevante come mezzo per ottenere rifornimenti e ricchezza. Oggi la guerra è semplicemente superflua, e credo che i bambini di oggi lo percepiscano molto profondamente attraverso i loro genitori e attraverso tutto ciò che essi stessi stanno vivendo. Le esplosioni, il sangue e i cadaveri per strada, il freddo pungente, la paura e l’incertezza stanno ferendo le loro anime, e trasmetteranno le cicatrici che portano ai loro figli e ai figli dei loro figli.

Anche i bambini che non sono sotto la minaccia immediata di razzi e bombe percepiscono ciò che sta accadendo. L’umanità è un unico corpo; quando gli organi di quel corpo combattono l’uno contro l’altro, l’intero corpo soffre, e l’intero corpo impara le lezioni. Perciò spero che le lezioni che i bambini della guerra stanno imparando attraverso il dolore affondino nella coscienza di tutta l’umanità, e che tutti, in tutto il mondo, capiscano e sentano l’inutilità della guerra.

La prossima generazione sentirà che invece di combattere, sarebbe meglio integrare i bisogni dell’altro con il commercio. Sapranno che solo attraverso la cooperazione possono avere successo in questo mondo.

Le conoscenze che i bambini di oggi stanno acquisendo sono inestimabili. Il mio unico rammarico è che le stanno acquisendo attraverso il dolore. Vorrei che potessimo insegnarglielo attraverso una semplice educazione, ma la vita ha scelto per loro un altro modo di insegnare.

Tuttavia, se riusciamo a capire ciò che la realtà ci sta insegnando, che la forza bruta non porta più alla vittoria, ma piuttosto alla collaborazione e alla integrazione reciproca, senza sperimentare la forza bruta in prima persona, questo ci aiuterà a passare a un nuovo stato mentale in cui la guerra non fa parte del paradigma. Ci aiuterà, e aiuterà ancora di più i nostri figli.

 

Didascalia della foto:
Bambini guardano dal finestrino di un autobus dopo essere fuggiti dall’Ucraina in Romania, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, al passaggio di frontiera di Siret, Romania, 12 marzo 2022. REUTERS/Clodagh Kilcoyne

Rispetta il veleno

Molti eventi tossici stanno accadendo nel mondo di recente: eventi meteorologici estremi, intensificazione delle tensioni politiche, aumento dell’inflazione, rivoluzioni e colpi di stato, per non parlare delle nuove tensioni ogni due giorni. Mentre i paesi crollano e le nazioni implodono, anche le relazioni che erano il fondamento della società non reggono più, e persino la struttura della famiglia viene cancellata. Sembra che la gente si tratti con disprezzo e veleno.

Tuttavia, il veleno non deve essere necessariamente dannoso. C’è una buona ragione per cui il simbolo della medicina presenta due serpenti arrotolati intorno a un bastone. Se usato saggiamente, il veleno stesso diventa il rimedio, l’antidoto per il veleno.

Possiamo trasformare il veleno in medicina trattandolo correttamente. Dobbiamo regolare la quantità e somministrare solo ciò che il corpo può tollerare; come risultato, diventiamo più forti.

Pertanto, quando compare del veleno tra le persone, non dobbiamo allarmarci. Dobbiamo trattarlo correttamente e trasformarlo in un rimedio. Se non fosse per il veleno tra le persone, non sapremmo che la nostra società è malata e ha bisogno della nostra attenzione. Ora che ne siamo consapevoli, possiamo cominciare a prendere il veleno una goccia alla volta e usarlo per guarire noi stessi e la nostra società.

Ogni goccia di veleno è una goccia di odio che proviamo gli uni per gli altri. Quando lo riconosciamo e riconosciamo la sua tossicità per la società, possiamo superarlo e rafforzare i legami di interessamento reciproco tra di noi. In questo modo, il veleno ci rende più forti e non più malati.

L’ego umano è il serpente dentro di noi. Cresce sempre di più, diventando sempre più astuto e insidioso. I cattivi pensieri sugli altri che instilla in noi sono il veleno che dobbiamo trasformare in una medicina. Ne prendiamo piccole dosi e costruiamo la vicinanza con gli altri sopra la nostra avversione.

Vediamo, quindi, che lo scopo del veleno è costruire l’amore tra di noi.  Senza l’ostilità non ci sarebbe bisogno di rafforzare le nostre relazioni, di approfondirle e stringerle fino a trasformarle in amore.

L’amore di una madre per suo figlio è naturale, ma non proviamo questo sentimento verso persone che non sono familiari. Perciò, il modo di sviluppare questo sentimento è quello di sentirne il bisogno, di creare un impulso che ci faccia lavorare per costruire vicinanza e affetto. L’unico incentivo che ci farà lavorare per sviluppare l’amore è la rivelazione della nostra reciproca antipatia. Ecco perché il veleno è essenziale per costruire l’amore, perché è il rimedio.

In effetti, dobbiamo rispettare il veleno del nostro egoismo e dell’odio verso gli altri. Ma mentre lo rispettiamo, dobbiamo usarlo per costruire uno strato d’amore sopra ogni goccia di ego che appare tra noi.

Il prezzo della libertà

Mentre le battaglie in Ucraina si intensificano e la pressione sui civili si inasprisce, sta diventando chiaro che un compromesso o una soluzione “ragionevole” sono entrambi fuori portata. Non solo la miseria sul territorio sta aumentando, ma l’inimicizia tra le due nazioni si sta aggravando mentre la sofferenza della gente si acuisce. Oggi, sopraffare altre nazioni con la forza militare è impraticabile. Pertanto, le parti alla fine dovranno deporre le armi. Se in quel momento gli avversari capiranno la necessità di darsi reciprocamente la libertà, potranno avanzare in modo costruttivo. Se, invece, insistono nel cercare di dominarsi a vicenda, il prezzo della libertà salirà alle stelle, anche se alla fine la libertà arriverà.

Sebbene sia difficile esaminare obiettivamente un conflitto quando ne sei parte, più a lungo le parti si fermeranno nel compiere questo sforzo, più prolungheranno la loro sofferenza.  Alla fine, loro, e il mondo intero con loro, capiranno che la guerra che si combatte oggi è una lotta non solo per la libertà delle nazioni, ma per la libertà di ogni persona, e alla fine, per la libertà delle nostre anime. La lotta, quindi, è il prezzo che paghiamo per la nostra libertà.

Per vincere questa guerra, dobbiamo capire cosa dobbiamo affrontare, chi è il nostro vero nemico. Più esaminiamo i fattori che stanno dietro a questa guerra, più ci renderemo conto che il vero colpevole è l’ego umano, che spinge tutte le persone a cercare gloria, fama, potere e ricchezza. Tutti possediamo un ego; è un mostro che vive dentro di noi, e solo le circostanze e le caratteristiche al di là della nostra comprensione determinano se raggiungiamo una posizione in cui potrebbe manifestarsi in noi. Ma anche se non si manifesta, un tiranno egoista vive comunque in tutti noi.

Pertanto, la nostra battaglia dovrebbe essere su due fronti: quello fisico e quello interiore. Sul fronte fisico, dobbiamo fare il possibile per salvare le nostre vite. Sul fronte interiore, più importante, dobbiamo resistere al tiranno dentro di noi e cercare di elevarci al di sopra dell’ego che ci separa e ci mette gli uni contro gli altri fino alla morte.

La battaglia contro l’ego si svolge in modi diversi in tempi e luoghi diversi. In alcuni luoghi si dispiega violentemente, attraverso guerre, terrorismo o altre forme di violenza. In altri luoghi, si manifesta attraverso sanzioni economiche, carenza di beni di prima necessità, prezzi dell’energia alle stelle e altre forme di difficoltà economiche che influenzano le nostre vite. In altri luoghi ancora, la guerra si svolge attraverso battaglie politiche. Ad ogni modo, queste difficoltà sono tutti prezzi che paghiamo per la nostra libertà.

L’ego può vincere in alcuni punti e perdere in altri, ma alla fine perderà del tutto. Il tempo del suo dominio sta volgendo al termine.

Nel suo saggio “La Libertà”, scritto negli anni ’30, il grande pensatore e cabalista Baal HaSulam scrisse che ogni tendenza e caratteristica in un individuo è unica e dobbiamo custodirla e coltivarla. In seguito, ha approfondito l’importanza di mantenere la libertà non solo degli individui, ma anche delle nazioni. Nelle sue parole: «Da quanto sopra, apprendiamo quale terribile torto infliggono quelle nazioni che impongono il loro regno sulle minoranze, privandole della libertà senza permettere loro di condurre la propria vita secondo le tendenze che hanno ereditato dai loro antenati. Sono considerati nientemeno che assassini».

E per essere liberi, dobbiamo essere liberati dal nostro ego. Per compiere questa impresa, dobbiamo formare nuove connessioni tra di noi basate sulla preoccupazione reciproca e sul sostegno reciproco. Invece di sopprimere gli altri, la società deve imparare ad incoraggiare tutti  a essere se stessi. 

Da parte loro, anche gli individui devono imparare a elevarsi al di sopra del proprio ego e ad usare le proprie abilità e capacità uniche non a proprio vantaggio, e spesso a spese degli altri, ma a beneficio della società. In questo modo, se tutti contribuiranno con ciò che la natura ha dato loro a beneficio di tutta l’umanità, ci sarà abbondanza, pace e armonia sul nostro pianeta. Pertanto, prima scegliamo di pagare il prezzo della libertà dall’ego, prima raggiungeremo la prosperità.