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Che cosa viene tenuto nascosto ad un kabbalista?

Domanda: Cosa viene tenuto nascosto ad un kabbalista?

Risposta: L’assolutezza del Creatore viene tenuta nascosta al kabbalista, e sebbene si manifesti gradualmente, ogni volta che le qualità non corrette emergono in una persona, l’occultamento del Creatore viene rivelato contro di loro. Questo è il problema.

Domanda: Quindi la gente comune deve prima credere nel Creatore e poi rivelarlo? E dal momento che un kabbalista lo ha già rivelato, non ha problemi a credere?

Risposta: No. Il problema è che il Creatore ti viene rivelato nella misura in cui tu puoi creare un occultamento su di Lui. Non raggiungi Lui, non il “nascosto”, ma il tuo stesso occultamento, il tuo schermo.

Diciamo che c’è una specie di scultura. Io ancora non la vedo perché è coperta da un telo. Ma tocco il telo e in questo modo studio la scultura. Questa è chiamata rivelazione. Cioè, in realtà rivelo le mie qualità che sono simili al Creatore.

Domanda: Quindi, ne risulta che non riveliamo mai il Creatore?

Risposta: Mai. Solo le nostre qualità.

Domanda: Significa che il fatto che io dono a tutti e amo tutti mi viene tenuto nascosto?

Risposta: Sì. Assolutamente tutte le persone nel mondo fanno ciò che il Creatore gli comanda di fare. Da questo punto di vista, possono essere chiamate “gli operai del Creatore”.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 12/11/2017

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Porto tutto il mondo dentro di me

Io mi muovo sempre verso “Non esiste nulla tranne Lui”, perché Lui è la causa di tutto quello che mi sta succedendo, però tra il Creatore e me vedo anche questo mondo immaginario, quello che mi dà ogni genere di problemi. Devo immaginare questo mondo come un riflesso delle mie qualità interiori. Visto che dipendo dalla mia percezione della realtà, vedo le mie qualità interne al di fuori di me, intorno a me.

Se ti vedo di fronte a me, significa che esisti dentro di me come un desiderio particolare con determinate qualità. Mentre correggo la mia relazione esteriore con te, apparentemente ti porto dentro di me. Adesso sei incluso in me e non ti vedo più all’esterno.

Nel nostro mondo, prima si sviluppa un embrione dentro la madre, poi nasce un bambino che gradualmente cresce fino a diventare un adulto. Qui avviene il procedimento inverso, perché ritorniamo alla fonte verso l’interno. Così studiamo la Torah interiore e penetriamo in essa.

Il mondo intero che vedo dall’esterno, cerco di trovarlo dentro di me, come mie qualità interiori. Se vedo diversi eventi in questo mondo, buoni o cattivi, allora dovrei cercare di immaginarli dentro di me e cercare di correggere l’atteggiamento con cui mi relaziono ad essi, per cambiare il mio desiderio di dazione. Se il mio desiderio è diretto alla dazione, divento simile al Creatore e mi unisco a Lui in un tutt’uno. Questa si chiama adesione.

È auspicabile immaginare che la realtà esterna sia visibile al di fuori di noi solo a causa dei nostri stati interiori non corretti; però, di fatto, questa realtà deve essere interna. È per questo che studiamo la parte interna della Torah, impariamo che tutto è dentro di noi e che la correzione ha luogo all’interno delle persone.

La Kabbalah ci dà un metodo pratico attraverso il quale una persona può correggere se stessa e cambiare così il mondo che la circonda, perché il mondo è la nostra proiezione. Questa non è filosofia, ma la verità. Il filosofo è colui che lo nega.

Qual è l’obbiettivo di tutti i nostri sforzi per correggere il mondo? Il nome di “riformatori del mondo” è dispregiativo nella Kabbalah, perché invece di cambiare se stessi, essi cercano di cambiare il mondo che li circonda. Sono come i bambini che pensano che il loro gioco sia la verità, che il bambino vero sia il fantoccio di pezza e non il bambino vivo.

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Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 4/03/2018, “Gli scritti di Rabash”, Volume 2, Articolo 44

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