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Dall’ascolto esteriore a quello interiore

Nella misura in cui una persona sente l’importanza dello scopo, è pronta a rinunciare a tutto ciò che gli impedisce di raggiungerlo. Ma ci vuole tempo affinché s’inizi a sentire quello che viene detto, perché il cuore è quello che sente e non le orecchie. Lui può andare al di sopra di ciò che è scritto in articoli diverse volte, ma lui non sente. Poi comincia a sentire, ma non comprende. Dopo di che comincia a capire qualcosa, ma non lo assorbe. Dopo di che inizia ad assorbirlo, ma nel frattempo non tocca i suoi desideri.

Quando finalmente penetra i suoi desideri, comincia a confrontare ciò che aveva con cosa penetra ora nei suoi desideri. Inizia a calcolare e decidere cosa fare, per chiarire qual è il desiderio preferibile: Qual è più utile, eterno, egualitario, e così via. Così, egli decide se è in grado di abbandonare il suo sé attuale, il suo ego, se può svuotare un luogo per un altro dentro di sé – lui è obbligato a farlo, lo vuole oppure no?

Dopo questo inizia già ad agire per scelta propria, volendo che l’ambiente esterno lo influenzi il più possibile, in modo che possa effettuare un calcolo nel suo cuore per quanto riguarda il bene dell’altro e non per il suo bene. Tutto questo dev’essere con il suo consenso, per sua libera scelta, sopra il suo precedente desiderio egoistico. In questo modo che egli avanzi verso la meta.

Quindi, vediamo che molte persone che imparano sono presumibilmente insieme con tutti quanti, ma ancora sentono solo con “l’udito esterno.” Potrebbero volerci anni prima che questo vi entri. Alcuni cominciano a sentire solo dopo 10 – 15 anni, ed altri molto più velocemente. Ci sono tutti i tipi di reazioni da parte dell’anima per la sostanza che ha a che fare con la sua correzione.

Quindi, fino a quando una persona non si rende conto della necessità di trasformare la sua privata essenza interiore alla collettività passerà molto tempo. Ciò costituisce la parte più difficile del nostro lavoro, il più difficile primo passo. Dopo questo una persona aumenta solo il desiderio di dare, ma prima ha bisogno di stabilirlo e consolidarlo, per metterlo in cima alla montagna, sopra il suo ego e questo richiede grande lavoro. Uno può solo chiedere per la pazienza e un po’ di sottomissione, che è quello che ci aiuta.

Così, non abbiamo alcuna base per essere in collera con le persone che sentono parlare di questo metodo di educazione integrale, ancora non sanno come implementarlo, per spiegarlo alla gente. Ma non è ancora il momento per loro di assorbirlo internamente. Vi è una differenza tra una capacità di ascoltare e la possibilità di realizzarlo.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah 21.04.2013)

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Il compito dell’umanità

Domanda: Tutte le previsioni che hai fatto in questi ultimi anni, purtroppo, si sono avverate. Purtroppo, non erano molto allegre. Vedi ancora le fasi successive negli stessi colori scuri?

Risposta: No, io sono sempre ottimista. Non vorrei vedere il mondo nel modo in cui l’ho vedo oggi, anche se purtroppo è quello che avevo previsto. Il punto non è quello di indovinare e di gongolare, ma di cercare di cambiare in qualche modo laddove stiamo andando.

Ci stiamo avvicinando al prossimo stadio dello sviluppo umano, quando si svilupperà internamente e moralmente. L’umanità ha bisogno di cambiare se stessa e diventare simile alla natura che la circonda, per adattarsi nel suo schema globale, questo significa che ognuno dipende completamente dell’altro e della natura in generale: I livelli inanimato, vegetale, animato e i livelli superiori, sono quelle forze che in realtà controllano l’intero sistema dell’universo. Dobbiamo rivelare questo sistema, adattarci ad esso, ed inserirci in esso. Questo è il compito dell’umanità.

Molti scienziati in passato hanno scritto su questo e gli scienziati attuali scrivono ancora su di esso. Questo sistema è stato comune per centinaia di anni. In particolare, in Russia, l’accademico Vladimir Vernadsky ed i suoi seguaci hanno scritto su di esso. Oggi, ci sono molte persone nel mondo che lo capiscono.

Ma il problema è che l’umanità deve cominciare a realizzare questo compito. E la cosa principale di cui mi sono preoccupato è il periodo di transizione dal nostro stato, da questo paradigma al prossimo. Ora, l’umanità si trova ad affrontare delle grandi sfide.
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(Dal programma di Kab.TV “La crisi globale” 19.03.2013)

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