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Lezione quotidiana di Kabbalah – 21.12.09

Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “E Giacobbe mandò” articolo 52
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“Prefazione alla Saggezza della Kabbalah,” articolo 81, lezione 34
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“Prefazione a Il Libro dello Zohar”, articolo 1
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Il Creatore è la fine, il principio, il mezzo, e lo scopo

howcansingularitybetransformedwithoutchanging_thumb1Tutti gli sforzi di riunire i nostri desideri in un gruppo Kabbalistico dovrebbero essere rivolti ai nostri desideri verso il Creatore. Tutti gli sforzi dovrebbero essere compiuti solo per il bene di rivelare il Creatore e per unirsi con Lui. Allora non potremo più ripetere gli errori fatti dal comunismo sovietico o dalla politica dei Kibbutz in Israele, che consideravano l’unione dei “proletari di tutti i paesi” come uno scopo meritevole, e fu per raggiungere questo fine che la società venne cambiata e questo cambiamento fu visto come una condizione necessaria per ottenere la perfezione.

Gli uomini non capiscono che il mondo, così come noi stessi, siamo stati creati per il solo scopo di rivelare le qualità del Creatore dentro di noi, per raggiungere il Suo livello di esistenza. Questo obbiettivo dovrebbe essere perseguito in ogni azione che compiamo, sia con il cuore che con la mente. Per esempio, cosa c’è che non va a fare semplicemente una cosa che avvantaggi un mio amico, o l’ambiente, o il mondo? Sebbene queste azioni sembrino buone, il problema è che qualsiasi azione che non comprenda dall’inizio lo scopo finale, il Creatore, non merita le Sue forze. Quindi non si tratta di un’azione di correzione, ma al contrario, si tratta di un’azione che provoca la nostra crisi nel suo insieme – il risultato del nostro “sviluppo”.

Ogni azione deve essere fatta per il giusto scopo, affinché possa avere successo; deve ciò comprendere il Creatore come causa iniziale, e Colui che è il Solo che fa in modo che io mi possa percepire, possa percepire il mondo, e la situazione in cui mi trovo. L’azione deve tener conto del fatto che Egli determina l’inizio dell’azione, il suo bisogno, ed il suo risultato, come è scritto, “Io sono il primo ed io sono l’ultimo!” L’uomo è solo la materia attraverso il quale le azioni vengono compiute. In sostanza, l’uomo non è colui che controlla o che esegue l’azione.

Perciò, il nostro solo compito è di avere ben chiaro come relazionarci con ciò che succede. Sebbene, così facendo, non determiniamo affatto la misura della correzione dei nostri desideri, e quindi la percezione di questa correzione, e nemmeno la percezione di questo mondo e dei mondi spirituali.
Se non accetteremo il Creatore come partner, non avremo successo in nessuna azione. Finiremo invece in un occultamento sempre più profondo e devieremo dal giusto percorso. Quando succede questo, allora ci vorrà un notevole sforzo, con la conseguente disperazione, per farci cominciare a comprendere perché ci sta succedendo questa cosa. Troveremo allora la causa della sofferenza dentro la sofferenza.

Il fatto è che la Forza Superiore è tutto! Determina ogni azione, la crea, ne prende parte, la organizza, la realizza e fornisce l’intera ricompensa e il suo appagamento. Perciò, se non ci concentreremo sul Creatore, che è sempre presente dentro la nostra materia e dentro tutte le nostre azioni, e se non Lo renderemo lo scopo principale di tutti i nostri sforzi, commetteremo un gravissimo errore che ci costerà molto caro.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 20.12.09

Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “E Giacobbe mandò”, articolo 21
Il Libro dello Zohar forma un senso spirituale dentro di noi capace di percepire la realtà che non è ancora visibile a noi, il mondo nascosto. Si trova dove è nascosto il segreto della nostra vita.
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“Prefazione della Saggezza della Kabbalah,” articolo 79, lezione 33
Nelle sette Sefirot inferiori, Bina discerne i desideri di quello che si trova sotto. Bina quindi diventa una madre che capisce il suo bambino, e il bambino ha qualcuno verso cui piangere.
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“L’occultamento e la rivelazione del Creatore”
Ogni persona sente il mondo in base ai suoi desideri, e i desideri dipendono dalla Luce che influisce su di loro.
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Lezione serale su Il Libro dello Zohar– 19.12.09

Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “E Giacobbe mandò” articolo 1
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I tre elementi del nostro sviluppo spirituale

threeparts_thumb1. Il maestro o l’istruttore che mi guida verso lo scopo e che mi spiega i passaggi che mi portano al suo raggiungimento.

2. I libri ( testi autentici) sono la sorgente della Luce Circostante che mi corregge, e in misura minore, sono una fonte di conoscenza e di esempi.
3. Il gruppo o l’ambiente che annienta ogni sentimento di invidia (Kinat Sofrim) e di gelosia per risvegliare la mia aspirazione a raggiungere la qualità della dazione nonostante la presenza del desiderio egoistico che mi domina.

Un esercizio di routine per entrare nel mondo spirituale

laitman_2009-03_79581L’unica cosa che può aiutare una persona a studiare e rivelare il Libro dello Zohar, sono gli esercizi costanti, attraverso i quali il lettore desidera sentire il testo dentro di sé. In altro modo, per lui, questo libro resterà chiuso per sempre.

Se soltanto tirassimo via questo “tappo” dalle nostre sensazioni, apriremmo un cammino affinché le sensazioni spirituali più elevate, confluiscano in abbondanza verso di noi dall’Alto. Allora, si rivelerà a noi il nostro mondo interiore.

In altro modo, col passare dei giorni, una persona deve ostinatamente aspettare la nascita di una risposta interiore dalle parole dello Zohar. Allora, come per il bambino che scopre il mondo, nasceranno spontaneamente dall’interno le impressioni di una realtà più elevata (il Mondo Superiore) che si nasconde dentro di noi.

Materiale correlato:

Dalla lezione dello Zohar 25-11-2009
Laitman  blog:La serva e la padrona descritte nel Libro dello Zohar sono dentro di voi

Lezione quotidiana di Kabbalah – 18.12.09

Preparazione alla Lezione
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Shamati n.26 “Il future dell’uomo dipende ed è legato alla gratitudine per il passato”
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“Prefazione alla Saggezza della Kabbalah”, articolo 17
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“La Saggezza della Kabbalah e la Filosofia”, lezione 3
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Il permesso dall’Alto

russia_thumbLa domanda che ho ricevuto: Baal HaSulam scrisse di aver ricevuto il permesso dall’Alto per svelare la saggezza della Kabbalah. Che cosa significa “il permesso dall’Alto”?

La mia risposta: Quando un Kabbalista raggiunge un alto livello di realizzazione, dice di aver ricevuto “un permesso dall’Alto”. Egli accetta la sua nuova missione, si sente obbligato a compierla e comincia ad agire. Questo fa parte della missione che è stata messa sulle spalle di tutti i grandi Kabbalisti, a cominciare con Abramo e così in avanti. L’esempio più lampante è stato Mosè, che fu una guida spirituale per il suo popolo.

“Il permesso dall’Alto” comprende la conoscenza della struttura dell’universo, la metodologia per rivelare il Creatore e per educare gli uomini alla correzione personale, sia in questo momento che in una certa misura anche nel futuro. Colui che riceve “il permesso dall’Alto” diventa un collegamento attraverso il quale la conoscenza più elevata scende verso il basso, in base alla capacità di coloro che si trovano al di sotto del Kabbalista di assorbire e di imparare.

Il permesso dall’Alto include in sé un vasto sistema per condurre tutta l’umanità verso uno stato di armonia con il Creatore. Avere “il permesso dall’Alto” significa che un essere umano è diventato un rappresentante del Creatore, un legame tra il Creatore e la Sua creazione. Infatti, se un uomo non ricevesse “il permesso dall’Alto”, non farebbe che confondere gli altri. Non sarebbe in grado di presentare in modo adeguato l’obbiettivo, la sua importanza, i metodi per raggiungerlo, e neppure il significato di questi metodi.

L’obbiettivo è di diventare una sola entità con il Creatore. Il metodo per raggiungere questo obbiettivo si trova nella correzione dei nostri desideri umani con l’aiuto della Luce che ci riporta alla Sorgente. Si inizia questo percorso con lo studio della Kabbalah e desiderando di correggersi, desiderio che viene emanato dal “punto nel cuore”. Immediatamente il punto nel cuore guida il nostro desiderio verso l’unione (“ama il tuo prossimo”) con “i punti nel cuore” dei nostri compagni del gruppo.

Se un uomo scopre questo sistema, lo comprende, e lo assimila nel suo essere, significa che ha ricevuto “il permesso dall’Alto”.

Sforzarsi per sentire una dimensione diversa

relative_thumbLa saggezza della Kabbalah non viene percepita da nostri sensi e dal nostro intelletto perché nascosta. Appartiene ad una diversa dimensione, che non siamo in grado di percepire o di esplorare direttamente.

Diversamente dagli animali che non sono in grado di comprendere la musica creata dagli umani, noi possediamo un’immaginazione potente e la proprietà basilare che si chiama il punto nel cuore, che ci permette di trasformarci. E’ per questo fine che studiamo la Kabbalah, che possiamo raggiungere solo attraverso una connessione con questa saggezza eterna. E questo è il lavoro più importante che abbiamo al mondo.

Non importa quanta strada un uomo riesca a fare nella Kabbalah, o quanto riesca a capire. Semplicemente studiando la saggezza eterna della Kabbalah, che va oltre questo mondo e che è al di sopra della nostra consapevolezza, si esprime il desiderio di uscire da questo mondo, che già di per sé è espressione di un desiderio grande e senza tempo. Ogni momento che spendiamo studiando la Kabbalah con l’intenzione di avvicinarci ad una nuova realtà e per acquisirne la consapevolezza  è un momento ben speso.

E’scritto che dopo la morte del corpo, all’anima vengono fatte solo due domande: “Hai studiato la Torah? Ti aspettavi la salvezza?” La domanda “Hai studiato la Torah?” significa: Hai provato ad attirare la Luce che ti riporta alla Sorgente? E la domanda, “Ti aspettavi la salvezza?” significa: Credevi che la Luce facesse questo lavoro per te, ti sei sforzato per trasformati in un essere che “dona”?

Se non uomo offre anche la minima attenzione alla saggezza della Kabbalah e la studia, egli fa avanzare anche l’intero gruppo di anime che gli sono vicine nel sistema generale chiamato “Adamo”.

Tutto il nostro mondo è un film che sta venendo proiettato dentro di noi

playinginside_thumbI nostri desideri esistono al di fuori dei nostri corpi. In passato, tuttavia, gli uomini pensavano che le qualità della persona fossero contenute nel suo cuore, il che significava che se si fosse potuto cambiare il cuore della persona, anche la persona sarebbe cambiata. Ma il primo trapianto di cuore ha provato la falsità di tutte queste congetture, dimostrando che il cuore è soltanto una pompa. Lo stesso vale per il cervello; infatti, non lo si può nemmeno chiamare computer.

Per quanto riguarda il corpo, non è altro che un’immagine alla quale ci rapportiamo come fosse la nostra esistenza. Mentre il nostro vero IO – l’IO spirituale – va oltre questa immagine.

Questo mondo che vediamo è formato esclusivamente dentro le nostre sensazioni, dentro di noi. Lo schermo tridimensionale che vediamo non sta disegnando veramente il mondo che abbiamo intorno, ma raffigura le forze che ci sono dentro di noi. Non vediamo niente altro al di fuori di questo, e questa è la ragione per cui ci sembra di essere circondanti da un mondo che vive.

Ciò che ci circonda è uno schermo panoramico. Noi conosciamo solamente quello che percepiamo, e percepiamo solo ciò che ci sta venendo mostrato in questo momento. E’ solo quando ci appare lo scenario spirituale che ci rendiamo conto di aver guardato un film per tutto questo tempo.

La scienza della Kabbalah è un metodo che ci aiuta a passare verso una nuova percezione. E questo è esattamente ciò che ci dovremmo aspettare dalla Kabbalah. Non dovremmo desiderare una conoscenza vuota e teorica dai libri della Kabbalah, ma la visione di un altro mondo che è più elevato – dovremmo desiderare una chiara visione di noi stessi e del Creatore.