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Responsabilità Reciproca: il fondamento della Società

La società di oggi adora l’ego. Tutti quelli che sono “qualcuno” si mostrano nel modo più egocentrico. Questo è vero per le icone dei social media come è vero per le star dello sport, le pop star, i politici e anche i magnati del denaro.

Tuttavia, una società che venera l’egoismo mina il significato stesso del termine “società”. Perché una società esista, deve concentrarsi sul sociale piuttosto che sull’individuo. Se si concentra su quest’ultimo, si disintegra, che è quello che stiamo vedendo oggi nel mondo.

Le relazioni sociali possono esistere solo quando tutte le parti riconoscono di avere un beneficio reciproco che non possono ottenere da sole. Il beneficio deve essere abbastanza grande da indurli a rinunciare a parte della loro indipendenza in cambio di ricompense maggiori, come migliori possibilità di sopravvivenza, di educazione dei figli o prosperità economica consolidata.

Per questo motivo, una società i cui idoli sono coloro che contribuiscono alla coesione della collettività, rafforza se stessa e il benessere dei suoi membri. Al contrario, una società che idolatra le persone che si concentrano su se stesse e che spesso agiscono contro gli interessi della collettività, si sfila il tappeto da sotto i piedi. 

Una volta che un gruppo di persone ha stabilito un livello base di responsabilità reciproca, può iniziare a costruire strutture più complesse come clan, città e nazioni. Più alto è il livello di responsabilità reciproca nella società, più essa può crescere ed espandersi.

Tuttavia, è una sfida mantenere la responsabilità reciproca perché l’egoismo umano non è statico, ma è in continua evoluzione. Pertanto, coltivare la responsabilità reciproca deve essere un compito costante per la società. Altrimenti, crollerà. Dato che abbiamo trascurato questo per molti decenni, stiamo assistendo ad un crescente grado di disintegrazione e dissoluzione nella società.

L’umanità ha raggiunto un bivio: può continuare ad evitare di coltivare la responsabilità reciproca per elevarsi al di sopra dell’ego crescente, o può tornare a coltivarla fino a diventare più forte dell’attuale livello di egoismo.  Se sceglie la seconda, raggiungerà un tale livello di coesione che le persone smetteranno di sentirsi separate le une dalle altre. Otterranno un nuovo livello di vicinanza, come se fossero inseparabili nei loro cuori, nelle loro anime.

Una volta raggiunto questo livello, le lotte tra le persone che vediamo oggi diventeranno lotte interiori, in cui le persone si confronteranno con il proprio egoismo, che le separa dalla società. Le persone conseguiranno un livello di percezione completamente diverso; sperimenteranno un’unità a livelli che non avevano mai pensato potesse esistere.

È qui che conduce l’attuale lotta tra l’egoismo e la responsabilità reciproca, e finirà in uno dei due modi: unità o guerra.

Trovare l’equilibrio nella disuguaglianza

Domanda: Siamo tutti consapevoli delle disuguaglianza e del fatto che non possiamo essere uguali tra di noi. Eppure ci paragoniamo costantemente con gli altri e misuriamo quanto valiamo in confronto agli altri, il che porta a grandi sofferenze. Non esiste una persona che non sia frustrata da qualcosa, o qualcuno che pensa di essere migliore in ogni cosa, dato che alla fine c’è sempre qualcosa che ci fa stare male.

Perché è così?

Risposta: Vogliamo essere come minimo uguali agli altri, non superiori.

La nostra natura ci spinge a fare questo, e sembra che sia la cosa giusta. L’unica domanda è come soddisfare il richiamo della natura che fa sì che io voglia essere superiore. Se questo lo svolgo correttamente per il bene degli altri, probabilmente non avrò alcun conflitto con gli altri, e essi mi accetteranno e avrò qualcosa di cui essere orgoglioso senza sentirmi in colpa o essere criticato ecc.

Questo significa che tutto dipende dall’atteggiamento positivo della persona verso gli altri.

Da KabTV “New Life – 1323” 21/11/21

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Meta non serve; basta una Pillola

Abbiamo tutti sentito come Mark Zuckerberg stia costruendo un’ipotetica iterazione di Internet chiamata Meta. Nelle clips che pubblicizzano la piattaforma, possiamo vederlo trasferirsi a vivere lì, nel suo universo virtuale. L’idea è quella di consentire alle persone di comunicare e persino spostarsi indipendentemente dalla distanza fisica e di consentire loro di viaggiare tra tempi e paesi. Non vorrei finire lì dentro. Non sarà un posto dove le persone possono essere felici e in un posto del genere non ci voglio stare.

L’intera idea di Meta, per come la intendo io, è di avere persone che vivono in un’illusione. In un angolo, un superuomo sta combattendo un demone; in un altro angolo, i dinosauri ballano al ritmo della musica pop, o qualcosa del genere, il tutto mentre io assisto allo spettacolo in una stanza con loro.

Questa è la realtà? No, è una droga.

Se tutto ciò che vogliamo è stare bene, non abbiamo bisogno di Meta; sarà sufficiente una pillola. Possiamo creare una pillola che rilasci lentamente i farmaci che ci fanno sentire felici, mettendola sotto la lingua e lasciando che ci tranquillizzi durante la giornata. Non avremmo bisogno di nient’altro; perché preoccuparsi di creare illusioni high-tech quando possiamo star bene semplicemente prendendo una pillola?

Il piacere è possibile solo quando desidero qualcosa così fortemente che quando lo ottengo, sperimento il sollievo come piacere. Ma se posso prendere una pillola che mi fa stare bene senza il precedente desiderio, perché preoccuparmi di sentirlo? È vero che sarò uno zombie, soggiogato dalla mia pillola, ma finché mi sento bene e non faccio male a nessuno, cosa c’è di sbagliato in questo?

Sarei come un leone, sdraiato tutto il giorno sotto un albero e che si alza solo quando il suo stomaco è vuoto o è la stagione degli amori. Ma è questa la vita di un essere umano?

Agli esseri umani è stata data una società per una ragione. Disconnettersi dalle persone per il gusto di trovarsi in un universo fasullo ci renderebbe animali, mentre connettersi alle persone può rivelarci un mondo completamente nuovo.

Le vere gioie della vita non stanno nell’intorpidire i nostri desideri e le nostre menti, ma nell’intensificarli e nel vivificare i nostri spiriti. L’unico modo per rafforzare i nostri desideri è attraverso le connessioni con altre persone. L’unico modo per rafforzare i nostri desideri è attraverso le connessioni con altre persone. Quando le vediamo fare cose che le divertono, imparare cose che le arricchiscono e aumentano le loro capacità, le invidiamo e vogliamo emularle. È così che cresciamo.

Guardate come i bambini piccoli sono attenti al loro ambiente. I loro occhi aperti sono sempre alla ricerca di nuove cose da vedere e le loro orecchie sono sempre in ascolto di nuovi suoni e parole. Sono desiderosi di imparare dal mondo che li circonda; i loro desideri sono enormi, ed è per questo che crescono così velocemente.

Man mano che cresciamo, chiudiamo gli occhi, le orecchie e soprattutto i nostri cuori alle connessioni con gli altri. Perdiamo lo spirito nelle nostre vite e cerchiamo piaceri compensatori per riempire il vuoto dentro di noi. Ma così facendo, rinunciamo allo scopo della nostra vita.

Non dovevamo essere leoni. Siamo stati creati per essere esseri umani consapevoli, consapevoli di tutto ciò che ci circonda, connessi alla realtà e in costante interazione con il mondo che ci circonda. Dovevamo scoprire come funziona il mondo e come i suoi elementi si intrecciano. Eravamo destinati a scoprirlo interagendo con tutto. Se vogliamo vivere, dobbiamo dare e ricevere, connetterci e disconnetterci, e in questo modo crescere. Non abbiamo bisogno di Meta per questo, ma di un vero universo in cui possiamo davvero vivere.

Didascalia della foto:
Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg si può vedere mentre tira di scherma nel Metaverso con uno schermidore  medaglia d’oro olimpica durante una conferenza in live-streaming di realtà virtuale e aumentata per annunciare la ridenominazione di Facebook come Meta, in questo schermata tratta da un video pubblicato il 28 ottobre 2021.

Il segreto dell’uguaglianza universale

Domanda: Che cos’è l’uguaglianza tra le persone?

Risposta: Se costruiamo una società in modo tale che una persona ne tragga soddisfazione: “ L’ho fatto, e tutti lo vedono, tutti sanno, tutti mi capiscono e mi ringraziano,” allora non c’è piacere più grande per quella persona. Sarà pronto a lavorare dalla mattina alla sera. E’ solo necessario costruire adeguatamente una catena di pubbliche relazioni.

Non ci sarà mai uguaglianza e non ce n’è bisogno. Non è programmato dalla natura. Non  esiste nemmeno nel branco degli animali. Che uguaglianza esiste lì? C’è un capo, seguito da un paio di maschi che lo aiutano, e tutti gli altri  li seguono. L’uguaglianza non è programmata dalla natura. L’uguaglianza è livellamento, è morte.

Commento: Ma tu dici che l’ultima generazione dovrebbe essere costruita sui principi di uguaglianza.

Risposta: Uguaglianza significa che tutti hanno lo stesso diritto di realizzarsi secondo le loro abilità e capacità naturali. Tutti dovrebbero avere uguaglianza nella realizzazione, nell’opportunità di esprimersi.

Diciamo che sono nato in una famiglia di persone ricche e forti, e qualcuno è nato in una famiglia di persone deboli e povere. Non importa. Dovrebbe esserci uguaglianza nell’opportunità di andare avanti e non nel fatto che tutti siano stati tagliati della stessa misura.

Il prossimo grado sarà realmente così. Quando una persona comincia a ricevere solo una ricompensa spirituale e questa gli basterà, quando si accorge che per un’esistenza normale non ha bisogno di più di ciò che il suo corpo animale richiede e qualsiasi altra cosa gli sarà rivelata come una ricompensa spirituale, una connessione con forze superiori, con l’eternità, l’armonia, e perfezione, allora le persone stesse cesseranno consapevolmente di essere interessate a qualche sorta di ricompensa terrena.

Non avranno bisogno di medaglie, di soldi in più, niente, e tutte le ricompense saranno spirituali perché la connessione col Creatore gli sarà aperta davanti.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Close-Up”

 

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Come proteggiamo i nostri bambini?

Domanda: La giornata internazionale dei diritti dell’infanzia si tiene dal 1925 “ per sensibilizzare gli adulti sui diritti dei bambini, protezione dalla violenza e il diritto alla vita”.

Che cosa vuol dire proteggere i bambini?

Risposta: Prima di tutto, dai genitori.  In modo che i genitori capiscano come allevarli.  Anch’io ne sapevo molto poco, anche se hanno cercato di instillare queste cose in me. Sento quanto fosse insufficiente.  Come si può trasformare una coppia che non sa nulla e non capisce nulla, in delle persone che capiscono tutto quando hanno un figlio?

E’ un grande problema.  E’ qui che dobbiamo veramente lavorare su noi stessi.  Altrimenti, la nostra società, la nostra umanità, rimarrà infelice, come lo è adesso.

I genitori devono sapere come trasformare questo neonato in una persona.  Prima di tutto bisogna capire, fin dal primo giorno, cosa gli si vuole dare, quali sono i suoi bisogni, e che cosa desidera da te.  Questa è una connessione non-verbale, mentale, spirituale, neurale. Proprio come dev’essere tra la coppia e il neonato.

Poi bisogna dare ai genitori un’educazione, il nutrimento che gli serve per educare nella maniera corretta.  Tutto ciò che è necessario a due persone che hanno un neonato tra le braccia.

Domanda: Quindi essere genitori è una scienza?

Risposta: Certamente!  E non prepariamo le persone a questo.  Quindi non possiamo dire di vedere tra i nostri neonati, bambini, adolescenti, femmine e maschi, mentre crescono, le persone che potremmo potenzialmente vedere.

E’ colpa nostra.  E allora iniziamo a dare la colpa a loro, li sgridiamo, esigiamo, li spingiamo.  Non è così che bisogna fare.  Allora è troppo tardi.

Dobbiamo anche formare delle relazioni più strette tra la famiglia, la scuola, la strada, ogni posto.  Un bambino non deve pensare che queste siano delle società completamente opposte, diverse.  Dev’essere tutto omogeneo.   Qui è necessario cambiare anche la società.

Commento: Si tratta già della “Giornata della Società Unificata” e non della “Giornata dei diritti dell’infanzia”.

La mia risposta: E’ questa la protezione dei bambini. Dalla società.

Questo è il nostro lavoro reale, perché altrimenti la nostra educazione ci porterà al disastro.  Tutto ciò che vedi negli adulti è stato fatto quando il bambino aveva forse qualche mese o qualche anno di vita.

La giornata dei diritti dell’infanzia è un giorno positivo, se siamo d’accordo nel creare per loro un’atmosfera, un ambiente, che li sostiene e li formatta nella maniera corretta, trasformandoli in persone, persone buone, gentili, premurose, e disponibili, che vogliono aiutare gli altri e accettano l’aiuto dagli altri.

Ci dovrebbe essere un atteggiamento gentile, equilibrato, verso tutti.

Domanda: E questo è merito soltanto dei genitori e della società?

Risposta: Sì.  E allora vedremmo come ogni cosa cambia.

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Tratto da KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 5/27/21

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Quando arriverà la fine della nostra civiltà?

Domanda: Gli scienziati tedeschi si chiedono: quando ha inizio la fine di una civiltà? Perché sono decadute le civiltà come l’Impero cinese e l’Impero romano? Ed inoltre si domandano: “E perché noi e la nostra civiltà dovremmo essere risparmiati da una simile fine?” Per quale ragione?

Risposta: Non sono decadute, si sono semplicemente reincarnate in nuove civiltà.

Commento: Gli scienziati tedeschi sono arrivati alle seguenti conclusioni: “Il punto debole delle società odierne, sta nel fatto che i loro sistemi sono strettamente intrecciati l’uno con l’altro, e le disfunzioni che avvengono in un certo luogo, risuonano immediatamente da un’altra parte. Ad esempio, i ricercatori nel campo delle catastrofi, già da parecchio tempo si dimostrano favorevoli all’idea che i prodotti primari, essenziali alla vita, come quelli alimentari, siano fabbricati  localmente. In merito a questo si esprimono: “Tutto il problema sta nel fatto che siamo connessi”.

Risposta: Non voglio interferire con quanto dicono gli scienziati tedeschi, entrando nel merito delle loro argomentazioni. Io direi solo una cosa: in ogni caso dobbiamo capire dove ci troviamo, secondo quali leggi della natura dobbiamo agire. E niente ci sarà d’aiuto se cercheremo di accettare le leggi della natura o virare dentro le stesse, per evitare i colpi.

Dobbiamo capire da cosa dipende il nostro destino. Il nostro destino infine dipende solo da noi stessi. Soltanto da quanto saremo simili alla legge comune della natura – la legge dell’assoluta connessione fra tutte le parti della creazione. E questa assoluta connessione passa attraverso le persone, e nelle persone si spezza.

Esistono tre livelli di natura – minerale, vegetale e animale,  tutte e tre si connettono anche con la natura umana  – il quarto livello. E quest’ultimo livello non genera connessione, agisce solo per il bene del sé e non come complemento agli altri. Nessuna parte della natura agisce in modo da uccidere le altre.

I livelli minerale, vegetale e animale si sfruttano a vicenda: si alimentano l’uno dell’altro, si utilizzano fra loro per sopravvivere e a loro volta dare nutrimento. E’ così che si fa. Noi invece trasgrediamo la legge di questo ciclo esistenziale. Di conseguenza l’uomo diventa il principale devastatore della natura. In che modo tuttavia possiamo trasformare noi stessi in una parte integrale, buona e normale della natura? Solamente se studieremo questa natura comprendendo e seguendo le sue leggi. Questo significa consumare esattamente tanto, quanto è necessario al nostro livello animale. Quanto serve alla nostra vita, e non di più!

Perché nella nostra dimensione, il livello del corpo – siamo animali. E se siamo animali dobbiamo comportarci proprio così, ovvero non consumare più di quanto ce lo richieda il nostro corpo animale. Né più e né meno, il giusto. Questa è la prima condizione.

Seconda condizione: non dobbiamo in nessun caso nuocere ad una qualsiasi parte della natura circostante. Si intende a qualsiasi suo livello – minerale, vegetale, animale, senza parlare poi di quello umano. Ad alcuna parte della natura!

Dobbiamo consumare solo il necessario, come ogni parte della natura. E non di più. Se noi consumeremo più di questo, sarà un danno per noi. Se piantassimo un albero senz’acqua – cosa gli accadrebbe? Se piantassimo un albero che affonda nell’acqua – cosa gli succederebbe? Ha bisogno solo di quanto è necessario. Vale lo stesso per noi.

Pertanto la conoscenza e il mantenimento di questo equilibrio interiore fra di noi e l’ambiente circostante – è una necessità, senza la quale non sopravviveremo. E non importa cosa dicono gli studiosi e cosa ci attribuiscono.

Commento: Ma loro ragionano con la logica umana. Se siamo connessi e da qualche parte è emerso il virus, quest’ultimo all’istante si diffonde in tutto il mondo.

Risposta: E tu cosa puoi fare? Non puoi andare contro le loro argomentazioni, contro il fatto che la connessione tra noi è in continua evoluzione. Non puoi opporti a questo. Tu devi semplicemente sapere in che modo dovresti rendere utile all’umanità questa connessione. Tutto qui.

Commento: Questo pensiero ha vissuto nelle menti delle persone per secoli. Per questo, forse, sono sorte le religioni che reprimevano il consumo eccessivo. Per questo sono nate delle dittature che volevano uniformare l’umanità. Ma non sono riuscite a realizzare niente. Niente!

Risposta: Io non mi esprimo a favore della soppressione dell’uomo. Mi attengo all’idea di  insegnare all’uomo la legge integrale della natura. E allora l’uomo si comporterà in modo giusto, poiché vedrà quanta influenza esercita sulla natura, nel bene o nel male. Ma già questo dipende da quanto le persone diventeranno consapevoli dell’ambiente in cui viviamo su questa piccola sfera terrestre.

Domanda: Ciò significa che in un modo o nell’altro saremo portati a questo? Che ci stanno già avvicinando per portarci a questo?

Risposta: Certo.

Domanda: Come dovrebbe essere la giusta educazione: seguendo una via pacifica e non di pressione? Come portare l’uomo ad utilizzare solo quello che è necessario?

Risposta: Uno sviluppo assolutamente integrale di tutte le persone, attraverso una completa, giusta e benevola relazione l’uno con l’altro. Senza l’utilizzo di nessuna forma di violenza!

Se noi non riusciremo ad arrivare a questo obiettivo, la natura ci istruirà in un altro modo.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “News with Michael Laitman”, 14.01.2021

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Non è livellamento, ma l’essere complementari l’uno all’altro

Domanda: Diverse centinaia di anni fa, le donne non avevano nessun diritto. Questi diritti esistono oggi. Pensa che sia corretto?

Risposta: È responsabilità dello Stato dare a ognuno l’opportunità di realizzare se stesso per il beneficio della società. Questo è ciò che pensa la Kabbalah.

La Natura ci ha creati diversi. Ognuno ha la sua propria funzione, le sue proprie abilità. Non puoi fare nulla al riguardo. L’uguaglianza non è il livellamento ma l’essere complementari l’uno con l’altro. L’armonia della società è raggiunta esattamente con l’essere complementari.

Domanda: Quindi l’uguaglianza non significa ricevere lo stesso salario, indossare gli stessi vestiti, ecc.?

Risposta: No. Dobbiamo estrarre da ogni persona il massimo della realizzazione del potenziale che può dare alla società. Non importa se si tratta di un cuoco o del capo dello Stato. Se ognuna di esse fa ciò che può e lo dona per il bene della società, allora sono uguali. Dal punto di vista della Kabbalah hanno diritto alla stessa cosa.

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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States”, 29/04/2019

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Chi ci governa?

Domanda: È possibile, lottando per il piacere e scappando dalla sofferenza, prevedere il prossimo passo?

Risposta: Non puoi prevederlo perché non sai esattamente quali desideri si risveglieranno in te e cosa sarà necessario per realizzarli. Ma in base ai desideri che ti sorgono rifletterai sempre più su come realizzarli al meglio: dare il meno possibile e ricevere il massimo in tutte le tue azioni.

Guarda come ti siedi, il più comodamente possibile nella condizione presente, come parli, come ti comporti, inconsciamente o coscientemente, non importa.

Domanda: Cosa c’è di sbagliato in questo comportamento? Cosa non funziona?

Risposta: In linea di principio, questo stesso modello potrebbe essere corretto. Ha lo scopo di garantire che ci realizziamo con il massimo profitto e manteniamo in ogni momento maggiore fiducia, sicurezza, realizzazione e progresso.

Ma il fatto è che sono comandato dai valori che ricevo dalla società. E mi impone cose di cui non ho affatto bisogno.

Ognuno di noi porta alla società le proprie aspirazioni di ricchezza, fama e potere. E si scopre che voglio usare la società per fare soldi, per imporle valori di cui non ha bisogno, questo è ciò che voglio  ottenere da essa. Invento ogni sorta di cose per vendere e quindi acquisire  conoscenza, potere, fama e denaro.

Di conseguenza, impongo i miei valori agli altri, e poiché questa diventa un’eredità dell’intera società, si impone a tutti gli altri sotto forma di pubblicità e tutto il resto. Ci facciamo pubblicità a vicenda di cose assolutamente inutili, su cui ognuno di noi vuole guadagnare qualcosa, la fama, il potere o il denaro. Quindi, ci vendiamo cose di cui non abbiamo bisogno.

Domanda: Ma perché siamo sicuri di averne bisogno?

Risposta: Perché la società ce lo fa credere. Se la società dice che questo è un bene, sforzandomi di ottenere riconoscimento e rispetto ai suoi occhi, faccio ciò che mi impone.

Ad esempio, ora sono seduto e indosso un vestito. Per me sarebbe più comodo indossare un pigiama. Perché non lo sto facendo? Perché la società mi costringe a vestirmi così, e voglio ottenere la sua approvazione  in modo che mi ascoltino e mi rispettino. Pertanto, ci comportiamo in questo modo, che lo comprendiamo o no.

La società mi costringe a compiere azioni che in linea di principio sono opposte ai miei desideri ed impulsi naturali. In effetti, non vorrei questo, vorrei solo esistere in pace. La società si sviluppa costantemente nei suoi desideri e mi costringe a desiderare ciò di cui non ho assolutamente bisogno. Ma è così che facciamo.

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Dalla trasmissione di KabTV  “Close-up”, 09/08/2019

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La corretta interazione

Domanda: La corretta interazione tra le persone prevede che io riceva qualcosa dalla società e che le dia qualcosa?

Risposta: Naturalmente, come un organismo vivente.

Domanda: Qual è la regola di questa interazione? Come faccio a sapere quando dare e quando ricevere?

Risposta: Non c’è una regola. Quanto posso dare, do, quanto ho bisogno di riceve per dare pienamente, ricevo.

Domanda: Ci sono sette miliardi di persone nel pianeta, ognuna decide quello che le serve?

Risposta: Quei sette miliardi ci sono solo dagli ultimi cento anni. Prima c’erano due miliardi di persone. Vale a dire che la quantità non ha importanza.

Ci siamo evoluti per migliaia di anni. Oggi, gradualmente, capiamo che ci sviluppiamo in maniera errata e abbiamo bisogno di arrivare ad un’altra interazione, abbiamo bisogno di fare una omeostasi interna tra di noi, per mantenere l’equilibrio nella comunicazione. La natura in se stessa, tutte le nostre qualità, tutti i nostri stati, ce lo insegnano. Ci vorranno altri duecento anni e l’umanità comunque ci arriverà.

Domanda: Ho capito bene che ci sono delle forze nella natura che noi stessi possiamo attirare ed esse stesse produrranno questo equilibrio?

Risposta: Certamente, ma non noi stessi, perché siamo sotto le forze della natura.

Domanda: Quindi, queste forze metteranno in equilibrio quanto devo ricevere dalla società e quanto dare?

Risposta: Sì, un po’ alla volta, saremo più saggi. Chiederemo alla natura di emergere da quelle forze che agiranno e ci cambieranno. Entreremo in uno stato di connessione tra di noi, in una tale correlazione che riceveremo e daremo tanto quanto sarà necessario per mantenere la nostra società in un assoluto equilibrio ideale.

Domanda: Ma lei sa che questa è una teoria da verificare?

Risposta: Non è una teoria. Un giorno la nostra epoca diventerà storia e questa teoria diverrà realtà.

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Dalla trasmissione di KabTV «Spiritual States”, 13/05/2019

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L’individualità che non contraddice l’uguaglianza

Domanda: Nel suo blog lei ha scritto: “Non siamo capaci di tollerare l’uguaglianza e di valutarla. Per noi non esiste affatto. Comprendiamo ciò che significa essere superiori agli altri o esserne sottomessi, ma ne perdiamo la sensazione. Tuttavia, l’equilibrio è dato dalla natura, come linea di mezzo, e arriva con qualche rivelazione della forza superiore.” Cosa significa?

Risposta: Non c’è nulla di più contrario alla nostra natura dell’uguaglianza poiché l’unicità di ognuno viene sradicata, e ciò è intollerabile.

Ci sono persone che si abituano ad essa e ne gioiscono; per esempio, i soldati nell’esercito ma, allo stesso tempo, ci deve essere anche qualche obiettivo specifico legato all’educazione. I militari sono solo dei soldati e devono svolgere la loro funzione meccanica e questo li spinge verso uno scopo che per loro è comune.

Se parliamo dello sviluppo della società, di come ci muoviamo in avanti verso qualsiasi ideale, non possiamo, invece, essere certi che tutti saranno assolutamente uguali. Non faremo di tutta la società dei soldati semplicemente perché si fermerebbe e non si svilupperebbe.

Tuttavia, dobbiamo dare alle persone l’occasione di mostrare la loro peculiarità in modo tale che ognuno abbia un’occasione da sviluppare indipendentemente e che poi dia tutto alla società.
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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States”, 29/04/2019

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