Pubblicato nella 'Fonti Kabbalistiche' Categoria

I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 5°

Cari amici, per favore, fate delle domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’amore per gli altri è il mezzo per raggiungere l’amore per il Creatore

Riguardo all’uomo che si trova ancora nell’egoismo, non c’è differenza tra l’amore per il Creatore e l’amore per il suo prossimo. Questo è dovuto al fatto che qualcosa che è al di là degli interressi egoistici è irreale per lei … Pertanto, l’obbiettivo dell’amore per un amico è più vicino e si manifesta più rapidamente, dato che questo è a prova di errori e pratico.

-Baal HaSulam, Matan Torà (il Dono della Torà), articolo 15

L’uomo sente che esiste in modo indipendente. Però in realtà, questa è un’illusione perché tutto quello che esiste non è altro che Lui. Pertanto, quando uno mente o rattrista l’amico, mente e rattrista il Creatore, visto che al di fuori di lui, esiste solo il Creatore. Per questa ragione, se uno si abitua a dire la verità, questo lo aiuterà rispetto al Creatore.

-Baal HaSulam, Shamati 67, Allontanati dal male

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I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 4°

Cari amici per favore, fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’amore per gli altri è il mezzo per raggiungere l’amore per il Creatore

L’uomo non può ingannarsi sull’amore per gli amici, e dire che li ama anche se non è vero. Su questo punto può esaminare se realmente ha dell’amore per gli amici oppure no, ma con l’amore per il Creatore l’uomo non può esaminare se le sue intenzioni siano realmente “per il Creatore” o “per se stesso”.

– Rabash, Gli Scritti Sociali, “ Vieni al Faraone (2)”

La correzione della relazione dell’uomo con il suo amico è molto adatta per portarlo alla dazione verso il Creatore, perché questa relazione è incostante ed irregolare, le domande sulla relazione con il suo amico che lo circonda dovunque che è tornato. Pertanto, il suo cuore è molto più sicuro ed il suo obbiettivo è più vicino.

Il lavoro per la correzione delle relazioni dell’uomo con il Creatore è fisso e specifico, e non è esigente, ci si abitua facilmente e tutto quello che si fa per abitudine smette di essere utile.

– Baal HaSulam, Matan Torà (il Dono della Torà), capitolo 14

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I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 3°

Cari amici per favore, fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’amore per gli altri è il mezzo per raggiungere l’amore per il Creatore

I due stati della correzione dell’egoismo sono la sua correzione in relazione all’amico, e la relazione con il Creatore …. Puntano verso lo stesso obbiettivo, cioè  realizzare delle azione per il beneficio del Creatore. Non fa nessuna differenza se un uomo lavora per l’amico o per il Creatore, perché non c’è niente più di questo, sembra essere irreale ciò che si trova al di là del suo proprio interesse.

Baal HaSulam “L’amore per il Creatore e l’amore per gli esseri creati”

Il comandamento di “Ama il tuo amico come te stesso” è la meta finale di tutte le azioni, è impossibile sbagliarsi nel riempimento, visto che sappiamo che sarebbe dazione se mettessimo le necessità dell’amico d’avanti alle nostre.

Pertanto la meta non è “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima”, perché questo è uguale ad “Ama il tuo amico come te stesso”. Riguarda al Creatore l’uomo può ingannare se stesso, ma con l’amico si sviluppa sempre verso l’esterno, davanti ai suoi occhi.

Baal HaSulam “L’amore per il Creatore e l’amore per gli esseri creati”

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I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 2°

Cari amici per favore, fate le vostre domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

L’amore per gli altri è il mezzo per raggiungere l’amore per il Creatore

L’uomo comincia la correzione dell’egoismo con l’intenzione rivolta solo “per se stesso”, poi sotto l’influenza della Luce che corregge, acquisisce l’intenzione “per il Creatore”, cercando di raggiungere la dazione per l’amico, l’uomo raggiunge la dazione e l’amore per il Creatore, visto che non c’è differenza se lavora per l’amico o per il Creatore. Questo si deve al fatto che niente di quello che si trovi al di fuori del desiderio dell’uomo, fuori dal beneficio egoista sembra irreale.

– Baal HaSulam “L’amore per il Creatore e l’amore per gli esseri Creati”

L’impressione che ha l’uomo quando da al Creatore è esattamente la stessa impressione che ha quando da agli altri. In entrambi i casi partecipa alla dazione, senza nessuna speranza di ricevere una ricompensa per tanto, nell’atto della dazione, l’amore per il Creatore e l’amore per il suo amico si uniscono e diventano nella realtà una cosa.

– Baal HaSulam, Arvut (Garanzia Mutua), capitolo 22

La correzione dell’uomo è formata di due parti: l’uomo ottiene la capacità necessaria per correggere la sua relazione con il Creatore correggendo la sua relazione con l’amico.

– Baal HaSulam “Un comandamento”.

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I Kabbalisti sull’amore per gli altri e sull’amore per il Creatore, parte 1°

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L’amore per gli altri è il mezzo per raggiungere l’amore del Creatore

La prima tappa è l’amore tra gli amici, poi si raggiunge l’amore per il Creatore.

-Rabash da I Gradini della Scala: “Qual è la sostanza della calunnia e contro chi è”

L’attitudine verso gli amici è più importante dell’attitudine verso il Creatore, perché la dazione ai propri amici fa sì che la persona possa dare al suo Creatore.

-Baal HaSulam da “Introduzione al Libro dello Zohar, articolo 19”

Dobbiamo studiare l’essenza dell’amore per il Creatore basandoci sullo studio dell’amore per gli amici … posto che le proprietà dell’amore per gli altri siano state impresse nell’essere umano solo per raggiungere l’amore per il Creatore.

-Baal HaSulam da “Introduzione allo Studio delle Dieci Sefirot”, articolo 69

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I Kabbalisti sulla percezione della realtà, Parte 10°

Cari amici, per favore fate delle domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra parentesi sono miei.

Non abbiamo nessuna cognizione né percezione di alcuna materia.

Così come non c’è nessuna percezione del Creatore, è altresì impossibile raggiungere l’essenza di nessuna delle sue creature, perfino degli oggetti tangibili che sentiamo con le nostre mani.

Tutto quello che sappiamo sui nostri amici e parenti nel mondo dell’azione davanti a noi quindi, non sono altro che la “cognizione con le loro azioni”. Sono dettati e nati dall’associazione dell’incontro con i nostri sensi, che ci danno assoluta soddisfazione, anche se non abbiamo cognizione di nessun tipo dell’essenza del soggetto.

Non abbiamo inoltre percezione né cognizione di nessun tipo della nostra essenza. Tutto quello che sai sulla tua essenza non è nient’altro che una serie di azioni che si estendono dalla tua essenza.

-Baal HaSulam, “L’essenza della saggezza della Kabbalah

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Cari amici, per favore fate delle domande su questi passaggi dei grandi Kabbalisti. I commenti tra perentesi sono miei.

Non abbiamo né cognizione né percezione di nessuna materia.

È impossibile raggiungere l’essenza con il pensiero, tuttavia, non conosciamo nemmeno la nostra essenza. Io sento e so di occupare uno spazio nel mondo, che sono solido, caldo, che penso e alcune altre operazioni della mia essenza. Ma se mi chiedi della mia essenza, dalla quale scaturiscono tutte queste manifestazioni, io non so cosa risponderti.

Possiamo vedere che la Provvidenza ci impedisce di raggiungere qualsiasi essenza, noi otteniamo solo le manifestazioni e le immagini delle operazioni che scaturiscono dalle essenze.

-Baal HaSulam, “Prefazione al Libro dello Zohar”, articolo 12°

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Non abbiamo né cognizione né percezione di alcuna materia

Nell’essenza dell’uomo non vi è alcuna percezione senza la materia, perché i nostri cinque sensi e le nostre immaginazioni ci offrono solamente manifestazioni delle azioni dell’essenza, ma non dell’essenza stessa.

Per esempio, il senso della vista ci offre solo le ombre dell’essenza visibile, perché formate dall’essere opposte alla luce.

In maniera simile, il senso dell’udito è la forza battente di un’essenza nell’aria, la quale viene respinta e batte nel tamburo del nostro orecchio, e noi sentiamo che in prossimità c’è un’essenza.

Il senso dell’olfatto è aria che esce dall’essenza e batte i nostri sensi dell’olfatto, e noi percepiamo l’odore. Anche il senso del gusto è il risultato del contatto di qualche sostanza con i nostri nervi del gusto.

Quello che questi quattro sensi ci offrono sono manifestazioni delle operazioni che scaturiscono da qualche essenza, e nulla dell’essenza stessa.

Perfino il senso del tatto, il più forte di tutti, separando il caldo dal freddo, il solido dal soffice, tutte queste sono manifestazioni di operazioni nell’essenza; sono incidenti dell’essenza, perché il caldo può essere raffreddato, il freddo può essere riscaldato, il solido può essere convertito in liquido attraverso operazioni chimiche, e il liquido in aria, cioè gas, dove ogni discernimento dei nostri cinque sensi è già spirato. Tuttavia, in esso esiste ancora l’essenza, poiché si può ancora trasformare  il gas in liquido e il liquido in solido.

Evidentemente i cinque sensi non ci rivelano alcuna essenza, ma solo gli incidenti e le manifestazioni delle operazioni dall’essenza. È risaputo che non possiamo immaginare ciò che non sentiamo; e quello che non immaginiamo non può apparire nei nostri pensieri, e non abbiamo modo di percepirlo.

-Baal Ha Sulam, “Prefazione al Libro dello Zohar”,  Articolo 12°

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L’ottenimento è il risultato dell’interazione tra l’Essenza esteriore e i nostri sensi

Se tutti i nostri cinque sensi non sono conformi a qualsiasi sostanza, non possiamo averne percezione di nessun tipo. La vista, il suono, l’odorato, il sapore e il tatto offrono alla mente scrutinante delle forme astratte di “incidenti”, che si formulano attraverso la collaborazione dei nostri sensi.

-Baal HaSulam, Lo studio delle dieci Sefirot, parte 1°, “La Riflessione Interiore”, capitolo 10°

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L’uomo contiene tutta la realtà

Il Creatore ha costruito nei nostri cervelli un tipo di specchio lucido che inverte ogni cosa se vista da lì, che ce la fa vedere fuori dal nostro cervello, di fronte alla nostra faccia, eppure non è una cosa reale ciò che vediamo all’infuori di noi. Nondimeno dovremmo essere molto grati alla Sua Provvidenza per aver creato nei nostri cervelli questo specchio splendente, perché ci rendendo possibile vedere e percepire tutto ciò che è fuori di noi.

Questo accade perché tramite questo Egli ci ha dato il potere di percepire ogni cosa con conoscenza e acquisizione chiara, d misurare ogni cosa dall’interno e dall’esterno.

-Baal HaSulam “Prefazione a Il Libro dello Zohar”, Articolo 34

Tutte le  persone ragionevoli sanno per certo che tutto ciò che vediamo si trova solamente dentro il nostro cervello, anche se la percepiamo come se fosse veramente di fronte a noi. Le anime sono così: anche se vedono tutte le immagini nel Donatore, tuttavia non hanno dubbi che tutte queste siano solo al loro interno, e non nel Donatore.

-Baal HaSulam “Prefazione a Il Libro dello Zohar”, Articolo 34

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