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L’investimento più proficuo

Domanda: In passato il dollaro americano è stata la valuta più stabile usata dal mondo intero. Ma nell’ultimo periodo la situazione negli Stati Uniti è stata caratterizzata da un grande debito interno, disordine nel paese, conflitti di commercio condotte dagli Stati Uniti, ecc. Qual è il suo consiglio sull’eventualità di investire nella valuta americana?

Risposta: Di certo non mi aspettavo che ti saresti rivolto a me con una domanda simile. Questo non è davvero il mio campo, ma siccome tutto nel mondo fallisce, così una cosa fallisce in in relazione all’altra, ovviamente.

In cosa investirei? Nell’educazione. Se mi dessero molto denaro, lo investirei nell’educazione. Dopotutto, nient’altro resta. Solo questo! L’eterno perfezionamento di una persona.

Domanda: Questo a prescindere da quale valuta si tratti (virtuale, bit-coins, dollari) tutto ciò che ha una persona dovrebbe essere investito in educazione?

Risposta: L’investimento più proficuo è nella crescita del livello educativo di una persona.

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Dalla trasmissione di KabTV “Kabbalah Express”, 1/09/2020

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L’unica motivazione

Domanda: Molti dicono che la maggior parte delle persone sono motivate a lavorare per lo stipendio, alcune per fare carriera, ed altre dall’atmosfera positiva all’interno dell’azienda.

C’è un proverbio che racconta di un viandante nel deserto che incontra un uomo che sta facendo rotolare una pesante pietra. Il viandante gli chiede: “Cosa stai facendo?”  Ed egli risponde: “Lavoro, soffro.” In seguito il viandante incontra un altro uomo che sta facendo la stessa cosa. Alla sua domanda risponde: “Mi guadagno da vivere per mantenere la mia famiglia”. Ed il terzo disse: “Sto costruendo un tempio.”

L’azione è la stessa, ma per ognuno la motivazione è diversa. Quale può essere la più alta motivazione per un individuo? Come motiveresti, diciamo, i tuoi dipendenti?

Risposta: Solo con l’educazione. Hanno bisogno di capire che stanno facendo il lavoro più importante al mondo. In ogni istante compiono sforzi tali da migliorare il mondo ed elevare l’intero universo al grado successivo dell’esistenza.

Non c’è alcun lavoro al di sopra di questo perché dirige il mondo verso uno stato integrale quando ogni parte interagisce con tutte le altre come una singola unità. E sempre di più il mondo si conforma come un singolo organismo. La consapevolezza di ciò che stiamo facendo è un incentivo necessario per il nostro corretto sviluppo.
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Dalla trasmissione di KabTV “The Post-Coronavirus Era”, 4/06/2020

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Trova te stesso

Domanda: Recenti ricerche condotte dalle agenzie interinali, indicano che quelle di camerieri, cuochi, guardie di sicurezza e personale delle pulizie, sono state le figure professionali più inutilizzate durante la pandemia.

Tanta gente, letteralmente centinaia di milioni di persone, hanno provato la sensazione di perdere il proprio lavoro da un giorno all’altro.

Ieri avevano una professione e un lavoro, ma non oggi. Cosa si sente di suggerire a queste persone? Quale professione dovrebbe scegliere una persona oggi?

Risposta: Io penso che una persona ha bisogno di trovare se stessa.

Trovare se stessi significa creare costantemente una immagine più corretta di sé, di cosa una persona è realmente. E le professioni necessarie, se non del tutto, solo per una piccola parte dell’umanità.

Noi arriveremo a uno stato nel quale le persone lavoreranno poche ore al giorno, e per il resto del tempo si impegneranno nell’educazione personale.

Prenderanno parte ad ogni genere di programma di educazione e cambieranno se stesse e la società. Questo è il vero lavoro di una persona.
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Dalla trasmissione di KabTV “Kabbalah Express”,1/09/2020

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Perché facciamo un lavoro che odiamo?

Domanda: Nella nostra società moderna, il lavoro occupa un posto di rilievo. È interessante notare che all’80% delle persone non piace il proprio lavoro. Per guadagnare soldi, per comprare cose che non ci servono e per metterci in mostra davanti a persone che per noi non sono importanti, passiamo molto tempo a fare un lavoro che non ci piace. Perché lo facciamo? Cosa ci spinge a farlo?

Risposta: L’egoismo. Ma in ogni caso specifico abbiamo bisogno di discernere quale aspetto dell’egoismo sta guidando una persona e ciò che esso vuole per condurla. Stiamo parlando del modo in cui la natura ci fa avanzare.

Tuttavia, quando iniziamo a lavorare su noi stessi, ci dirigiamo verso la connessione artificiale tra di noi al fine di creare un sistema integrale, assolutamente completo.
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Dalla trasmissione di KabTV “The Post-Coronavirus Era”, 4/06/2020

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Il lavoro è il modo in cui una persona si collega alla società

Domanda: Tu dici che ogni persona è obbligata a lavorare anche se ha i mezzi per mantenersi. Perché?

Risposta: Perché è ovvio che la società ha bisogno del suo lavoro. Ma lei lavora per i soldi o per dare alla società quello che è nelle sue capacità di dare? Noi non vediamo il lavoro come una necessità. Lo consideriamo come la partecipazione umana necessaria nella vita della società.

Domanda: Quindi una persona che ha già un sostentamento deve lavorare per entrare in contatto con le altre persone?

Risposta: Certo! Il lavoro è una forma di connessione con le altre persone, con la struttura generale della società, dell’umanità. Si è obbligati a lavorare per sentirsi umani, per essere parte della società, non per fare soldi. Il lavoro è un modo per essere parte integrante della comunità umana.

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Dalla trasmissione di KabTV “The Post-Coronavirus Era”, 4/06/2020

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Il povero e il ricco

Domanda: Dopo aver letto i suoi libri, mi sono reso conto che lei non è socialista e che non si approprierà delle proprietà dei ricchi. Ma perché i ricchi dovrebbero iniziare a pagare borse di studio per l’80% della popolazione per i propri studi?

Risposta: Naturalmente, un simile gesto da parte dei ricchi all’inizio non può essere volontario. Ma, come durante la rivoluzione, queste cose sono dettate dalla necessità. Una persona non può avere un miliardo mentre un’altra non ha abbastanza soldi fino alla fine della settimana per sfamare la propria famiglia. Questo è un chiaro squilibrio. Pertanto, sarà necessario bilanciare queste relazioni.

All’inizio, è necessario forzare la nostra relazione con una struttura completamente diversa dalla consueta: “denaro – merce – denaro”.

Di conseguenza, deve essere promulgata una legge secondo la quale ognuno riceverà una certa quantità di fondi necessari per lui, sufficienti per un’esistenza dignitosa. Ciò sarà accompagnato da un impegno a lavorare per la comunità in conformità con le capacità dell’individuo e allo stesso tempo ricevere la formazione ad una corretta genitorialità.

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Dalla trasmissione di KabTV “The Post-Coronavirus Era”, 4/06/2020

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Cambiare il paradigma della propia vita

Domanda: Il denaro è l’equivalente del valore di beni e servizi. Negli ultimi 200/300 anni le persone hanno combattuto per la parità dei diritti in particolare sul salario.
Ora, come possiamo parlare di parità di diritti se non conosciamo le qualità di base di una persona? Dopotutto l’impegno lavorativo orario è diverso a seconda della persona. Significa che non esiste uguaglianza economica?

Risposta: Non è così importante. Noi distinguiamo tra ciò che una persona dovrebbe donare alla società e ciò che dovrebbe ricevere e non crediamo esista una connessione tra le due azioni.
Ciò che posso dare alla società dipende dall’educazione che ricevo: mi vergogno a dare di meno di ciò che do. Quello che ricevo dalla società dipende dal fatto che sono una persona che vive nel mondo e che ha bisogno di un certo numero di vantaggi da utilizzare per sopravvivere e per realizzare se stessa.
Oggigiorno, il mondo è arrivato al punto in cui, se volessimo, potremmo dare tutto ciò praticamente a tutti.

Domanda: Quanto ci mette una persona a modificare il proprio paradigma di vita?

Risposta: Questo dipende dalla divulgazione capillare della corretta educazione. Se c’è una società che farà questo e vivrà così, allora le persone, specialmente le giovani generazioni, capiranno che questa è l’atmosfera in cui dovremmo esistere.
Ci si arriverà come risultato dell’insegnamento come percezione di un bisogno, e non perché dobbiamo reprimerci.
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Dalla trasmissione di KabTV “L’era del post-Coronavirus”, 04/06/2020

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Verso un’esistenza ottimale

Domanda: Diciamo spesso che la sovrapproduzione esaurisce le risorse naturali e distrugge il mondo. Il mondo si è un po’ ripulito durante la pandemia. Abbiamo sentito che l’acqua nei canali veneziani non è mai stata così pulita. C’erano di nuovo i delfini che non si vedevano da molti anni.

La questione della sovrapproduzione dovrebbe essere risolta praticamente. Certo, la rieducazione delle persone e l’apprendimento delle basi del mondo integrale sono importanti, ma dobbiamo mangiare; qualcuno deve produrre cibo. Cosa dovremmo fare?

Risposta: Non mi interessa in alcun modo la produzione dei beni necessari alla sopravvivenza: cibo, vestiti, macchine che producono questi prodotti, se non nella misura in cui sono necessari.

La natura globale in cui esistiamo non ci permetterà ancora di produrre più di quanto sia necessario per la nostra normale esistenza. Andremo avanti e indietro, proveremo a spingerci oltre i limiti e questo ci riporterà alla nostra esistenza ottimale.

Non abbiamo bisogno di gioiellerie, borse di diamanti e boutique di lusso. Niente di tutto questo esisterà. Vedremo come tutto sparirà senza far rumore. Le persone non avranno soldi, né avranno bisogno di niente di tutto questo. Invece, tutti penseranno a come vivere il domani e come arrivare a un futuro ottimale e normale.

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Dalla trasmissione di KabTV “L’odierna situazione internazionale”, 18/06/2020

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Il cambiamento dei mondi rappresenta un’era

 Nota: Molte persone temono di perdere il mondo in questi giorni.

Il mio commento: In effetti, lo vedo. Ma personalmente non ho paura. Al contrario, sono come quell’uccello che canta ad un mondo nuovo per potermi già alzare in piedi e aprirmi a tutti. Penso che prima questo accadrà, ovviamente con un atterraggio morbido, meglio sarà per l’umanità.

Finora, tutto sta andando secondo i piani. L’umanità verrà gradualmente liberata dall’accumulare ogni tipo di impegno e legame egoistico. Involontariamente, le persone diventeranno più semplici nelle loro vite ordinarie; valuteranno maggiormente le relazioni tra di loro, sia attraverso la sofferenza, sia attraverso la consapevolezza, ma comunque tutto questo arriverà a loro.

Il cambiamento dei mondi è un’era.
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Dalla trasmissione di KabTV “L’odierna situazione internazionale”, 18/06/2020

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La società delle professioni inutili

Domanda: Cosa dovrebbe realizzare una persona nell’era del Coronavirus?

Risposta: La persona deve rendersi conto di essere sopravvissuta solo al primo colpo della natura. Sono necessari molti più colpi per correggere la società e seguiranno. Di conseguenza, la società non rimarrà la stessa. Ciò riguarderà principalmente l’occupazione delle persone.

Il fatto è che abbiamo creato una società di professioni completamente inutili. Nel nostro mondo post-industriale è apparso un numero enorme di persone superflue e quindi sono nate molte occupazioni, professioni e imprese completamente inutili. Dobbiamo capire che siamo nella sfera integrale della natura, che si sforza per l’ottimizzazione, e ci metterà sotto pressione affinché tutte le professioni non necessarie scompaiano.

Guardando, ad esempio, alla natura animale, sappiamo che un certo numero di animali deve morire, gli altri devono svilupparsi, a seconda delle condizioni che compaiono o scompaiono in natura. Lo stesso vale per noi. Facciamo parte della natura, quindi essa gioca con noi, stabilisce alcuni nuovi parametri per noi, riducendo o aumentando la popolazione, l’occupazione e così via.

Ora, sotto l’influenza del Coronavirus, c’è una grande accelerazione nello sviluppo della società umana. Molte persone non lavorano e, in linea di principio, non hanno bisogno di tornare al lavoro.

Le imprese veramente necessarie hanno agito, stanno operando e continueranno a operare. Ed è necessario solo il 5% del settore dei servizi che abbiamo creato negli ultimi settant’anni.

Pertanto, non ce ne sarà bisogno e non tornerà più alla sua attività precedente. La maggior parte della popolazione impiegata nel settore dei servizi sarà semplicemente lasciata senza lavoro. E qui dobbiamo pensare a cosa fare con le persone con professioni non necessarie.
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Dalla trasmissione di KabTV “L’era del post Coronavirus”, 14/05/2020

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