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La natura umana: godere a scapito degli altri

Domanda: Quale ideologia univa il popolo di Israele ai tempi del Primo Tempio?

Risposta: L’ideologia di Abrahamo che, essendo un leader spirituale dei babilonesi ai tempi del re Nimrod, scoprì la forza di governo generale della natura, il Creatore.

Questa forza non solo unisce tutto, ma agisce anche in maniera opposta a se stessa: divide. Tutta la natura esiste sulla simbiosi di queste due forze: connessione e separazione.

Domanda: Baal HaSulam scrive che gli ebrei hanno gradualmente adottato i “modi in cui i loro vicini si godono la vita, come richiesto dal loro egoismo”. Qual è il problema in merito a questo?

Risposta: La natura umana è egoista. La sua natura opposta è altruista. Nel nostro mondo, cioè nella nostra coscienza e sensazione, viene rivelata solo la natura egoistica del mondo, e quella altruistica solo nella misura necessaria per mantenerne l’esistenza.

C’è un altro aspetto, quando cioè viene rivelata la natura altruistica del mondo mentre l’egoismo esiste solo per mantenere la sua esistenza.

Domanda: Ma perché si dice che: “Gli ebrei avevano adottato i modi in cui i loro vicini possono godersi la vita”? Cosa c’è di sbagliato nel godersi la vita?

Risposta: Nel nostro mondo ciò può accadere quando pensi solo a te stesso. In generale, non c’è alcun problema a godersi la vita. Il problema sta nel fatto che ti stai godendo la vita a spese degli altri.

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Dalla trasmissione di KabTV “Un’analisi sistematica dello sviluppo del popolo di Israele”, 08/07/2019

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70 Nazioni del mondo: interpretazione storica e spirituale

Domanda: Nella Kabbalah esiste il concetto delle 70 nazioni del mondo. Da dove arriva il numero “70”?

Risposta: Esso deriva dal fatto che le radici spirituali formano corrispondenti conseguenze nel nostro mondo.
Zeir Anpin è composto di sette Sefirot, e ogni Sefira di altre dieci, per un totale di 70.

Domanda: I kabbalisti scrissero che i nostri desideri, da un punto di vista spirituale, sono divisi in 70 nazioni. Se cominciassimo a studiare questo da un punto di vista storico, potrebbe essere diverso, non necessariamente 70?

Risposta: No. Giuseppe Flavio lo ha confermato e, dopo tutto, egli è considerato un grande storico.

Egli fu catturato dai Romani e partì con loro dalla sottomessa e distrutta Giudea. A Roma fu creato un grande istituto per lui, con centinaia di persone che lavoravano sotto la sua supervisione, per consentirgli di scrivere i suoi trattati. Tuttavia, non possiamo dire che questi fatti siano falsi o in qualche modo inverosimili.

Domanda: Come si relazionano i kabbalisti ai suoi trattati?

Risposta: Non sono particolarmente rilevanti perché egli non ha scritto in merito alle condizioni spirituali. Egli ha descritto cosa accadeva nel nostro mondo come conseguenza. Il suo libro comincia con le parole: “In principio il Signore creò il cielo e la terra…” e così via, come descritto nella Torah.

Domanda: Lei può, come kabbalista, confermare che le conseguenze che ha descritto nel nostro mondo corrispondono chiaramente a quelle leggi spirituali che lei conosce del mondo spirituale?

Risposta: Certamente. Egli ha descritto ogni cosa con precisione.

Domanda: Non succede che gli storici possano distorcere i fatti?

Risposta: Lui non era a quel livello e neanche i Romani. Essi dovevano solo raccontare ogni cosa per le generazioni successive, cosa che hanno fatto. Agli occhi dei Romani li ha glorificati per sempre, ecco perché per lui furono create tali condizioni ed egli fu in grado di descrivere tutto.
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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 28/01/2019

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Il metodo della connessione: prima e dopo l’esilio dall’Egitto

Domanda: Qual è la differenza tra il metodo di Abrahamo ed il metodo che il popolo di Israele ricevette quando uscì dall’Egitto?

Risposta: Si tratta di connessione.

Anche Abrahamo richiamò il popolo all’unione, ma in quei giorni in Babilonia non c’era odio, le persone non si uccidevano fra loro. Semplicemente i babilonesi smisero di capirsi fra loro e ciò li portò ad un insormontabile rifiuto reciproco. Per superare questo rifiuto fu necessario placare questo in qualche modo. Com’è scritto: “L’amore copre tutti i crimini”. All’inizio per loro fu possibile.

Tuttavia, in Egitto l’ego degli individui crebbe così tanto che dentro di loro si rivelò l’inclinazione ad uccidere. Non solo erano in disaccordo fra loro, ma erano pronti a distruggere chiunque fosse contro di loro. Per cui non poterono rimanere nell’egoismo perché questo li minacciava con ciò che è chiamato “le piaghe d’Egitto”. Era necessario che ne uscissero e che si elevassero al di sopra di esso, ciò che in generale fecero.

Si elevarono al di sopra della loro separazione e, al fine di connettersi ad un nuovo livello, essi ricevettero un metodo chiamato “Torah”.

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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 01/07/2019

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L’egoismo come distruttore della società

Domanda: Il grande kabbalista del Medioevo Ramchal (Rav Moshe Chaim Luzzatto) ha scritto: “Non esiste altra creazione che possa fare del male come l’uomo. Può peccare e ribellarsi, e l’inclinazione del cuore di un uomo è malvagia dalla sua giovinezza, il che non è così con qualsiasi altra creatura.” (Daat Tevunot, 154, 165)
Questo parla della crescita dell’egoismo. Qual è questa qualità che è stata rivelata anche in quei tempi?

Risposta: Di solito nelle persone si manifesta il desiderio di godere, di essere riempiti, di provvedere a se stessi. È lo stesso degli animali, solo in una forma più estesa.
Ma se gli animali hanno un rifiuto reciproco per garantire sicurezza e protezione e il desiderio di provvedere alle necessità, questa è la loro spinta istintiva; una persona non ha limiti al suo enorme desiderio egoistico di assorbire tutto, catturare e soggiogare.

Anche se una persona non ne ha bisogno, la qualità dell’invidia non la libera, nel corso del proprio sviluppo, dal desiderio di assorbire tutto, di raccogliere tutto e aggiungerlo a sé. Questo è egoismo terreno. Ci sono manifestazioni più elevate, ma questo egoismo terreno esiste in tutti.

Pertanto, l’egoismo umano non è così istintivo come quello degli animali che li muove in modo da mantenersi in uno stato normale e naturale. L’egoismo della persona la spinge a fare tutto e vuole sopprimere e sottomettere tutto.

Non chiamiamo i desideri degli animali “egoismo” perché uccidono e mangiano la propria specie solo quando hanno fame. In una persona, tuttavia, questo si manifesta al di là di tutti i suoi bisogni animali.

Di generazione in generazione, l’egoismo umano cresce diversamente da quello degli animali. Pertanto, arriva a uno stadio nel quale non è più possibile fare nulla con l’ego, che inizia a distruggere le connessioni tra le persone nella società e persino nelle famiglie. L’egoismo diventa vizioso, non un motore che ci fa avanzare, ma un distruttore, come accadde inizialmente nell’antica Babilonia.
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Dalla trasmissione di KabTV “Concetti di base della saggezza della Kabbalah”, 01/07/2019

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Il Coronavirus e l’antisemitismo

Domanda: Fino a poco tempo tempo fa lei affrontava quotidianamente problemi di antisemitismo; ha scritto articoli e libri su questo argomento. All’improvviso è arrivato questo virus e ora è più impegnato a spiegare da dove viene questo nuovo colpo. Perché?

Risposta: No, non sono particolarmente impegnato ad occuparmi del virus. Capisco perché ci è stato dato. Questo è un compito abbastanza semplice. Non può essere trattato come antisemitismo, dove è invece necessario spiegare tutto a livello ideologico.

Domanda: C’è qualche legame tra ciò che sta accadendo ora e l’antisemitismo?

Risposta: Presto ci sarà. Presto gli ebrei saranno accusati di aver lanciato deliberatamente questo virus attraverso la Cina e l’Iran, cioè attraverso i loro detrattori.

Commento: Questo avviene già nei media iraniani.

La mia risposta: In Iran, questo è comprensibile. Presto in tutto il mondo i notiziari e le persone ne parleranno. Tuttavia, ci sono molte cose che possiamo fare. Ed è allora che inizierò di nuovo a spiegare le ragioni dell’antisemitismo.

Per ora è molto difficile spiegare alla gente la connessione tra il virus e gli ebrei, tra il loro ruolo storico e la connessione egoistica delle diverse nazioni.

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Dalla trasmissione di KabTV “Il Coronavirus sta cambiando la realtà”

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Concorrenza integrale

Domanda: Quando tutte le persone nel mondo giungeranno a una sorta di comunanza, come fece il popolo di Israele 3000 anni fa, uniti “Come un solo uomo con un solo cuore”, questo si manifesterà come uno stato sensoriale?

Risposta: Sì. Sentiremo ciò che ci collega. Una persona non lo sentirà da sola, ma la moltitudine delle persone che sono unite da un singolo movimento spontaneo, sentirà come il desiderio per un obiettivo specifico.

Domanda: L’individualità scomparirà o, al contrario, diverrà ancora più pronunciata?

Risposta: E’ difficile spiegare dove l’individualità scompare e dove no. Ad esempio, se sento di avere una famiglia, dei figli, una moglie e dei nonni, mi rimangono una dipendenza e alcuni limiti che questa comunità mi impone. Dopotutto, il mondo è integrato. Pertanto, dobbiamo capire che nessuno di noi è libero.
È come una grande orchestra in cui ognuno suona la propria parte individuale e tutto dipende dalla coerenza dell’orchestra.
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Dalla trasmissione di KabTV “Analisi sistematica dello sviluppo del popolo d’Israele”, 15/07/2019

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Domanda: Lei ci ha parlato dell’educazione di ogni singolo europeo, di ogni singola persona. Quale sarà la base per l’educazione di un nuovo individuo? La Kabbalah è il metodo che lei propone? Dov’è la base, il concetto del percorso che ci propone?

Risposta: Devi solo aprire i libri della saggezza della Kabbalah dove sta tutto scritto e leggerli.

Domanda: Chi è il Creatore? Qualcosa che non proviene da questo mondo? Quindi come si può indurlo a fare qualcosa?

Risposta: Il Creatore non viene da questo mondo, Egli è corretto e preciso. È il più alto potere di dazione e amore. Può dare a te solo nella misura in cui tu desideri instillare le proprietà della dazione e dell’amore in te stesso. Se vuoi acquisire l’attitudine di amore e dazione verso gli altri, allora devi rivolgerti al Creatore.

Domanda: Cosa significa adempiere un desiderio?

Risposta: La realizzazione di un desiderio significa ottenere ciò che voglio. Nel nostro stato, tutti i nostri desideri sono egoistici e, pertanto, non riceviamo il loro appagamento. Anche se otteniamo soddisfazione, scopriamo in seguito che siamo diventati ancora più vuoti. Questo ci insegna a non voler essere soddisfatti egoisticamente.

Domanda: Gli ebrei sarebbero riusciti a “svegliarsi” senza l’antisemitismo?

Risposta: Certamente no! Ecco perché il Creatore ci spinge a compiere il nostro destino incitando all’odio verso Israele.

Domanda: Cosa dovrebbe essere insegnato ai bambini di due o tre anni, prima di tutto?
Risposta: All’età di due o tre anni è certamente troppo presto per insegnare loro qualcosa. Ma puoi provare a insegnare loro a connettersi bene con gli altri.

Domanda: In che modo il Creatore risponde al suo insegnamento? Lei sente la Sua risposta?

Risposta: Il Creatore mi approva pienamente, risponde molto bene e Lo sento perfettamente. Non sto scherzando! Puoi fare lo stesso e scoprirlo.

Domanda: Io sono un artista. Per favore, mi dica perché sono necessarie le arti visive e se saranno importanti in futuro.

Risposta: No, non sono molto importanti e non lo saranno in futuro. Questo perché le persone scopriranno una visione spirituale interiore che non può essere espressa in alcun modo, ma solo e soltanto attraverso la nostra anima.

Domanda: Perché dovrei prendermi cura degli altri se io stesso ho bisogno d’amore? Quello che voglio dire è che non dovrei preoccuparmi di me prima di tutto?

Risposta: In questo caso non sarai mai in grado di provare soddisfazione e non sentirai mai l’amore. Se hai bisogno di amore, devi amare gli altri. Allora inizierai a provare amore per te stesso.
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Dalla trasmissione di KabTV “Le risposte alle domande da Facebook”, 10/03/2019

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La settimana del libro e il popolo del libro

Nonostante la crescente popolarità degli smartphone, è evidente che anche quest’anno sono stati scritti e pubblicati molti nuovi libri in tutto il mondo. È indubbio che sia la pubblicazione dei libri che il loro consumo siano notevolmente aumentati. Sempre più persone comprano e leggono libri.

I libri non moriranno mai. Certo, è molto comodo lavorare su un computer per preparare e modificare testi e immagini. Tuttavia, per avere l’impressione completa di un’opera d’arte letteraria, essa deve essere stampata. Il libro ha una radice spirituale che mette insieme “il libro, l’autore e la storia (SeferSofer-Sipur)”.

Un libro non è necessariamente un volume stampato. Può essere una pergamena o un’incisione su pietra, ma non potrà mai essere ciò che appare su uno schermo, perché un tale testo non è il risultato dell’opera di mani umane. Il libro è scritto da una persona che ha fatto uno sforzo nella stesura delle pagine, al quale si aggiungono gli sforzi di altre persone che lo hanno impaginato e stampato. Quando tengo un libro fra le mani e lo leggo, sento che appartiene a me e mi connetto personalmente al suo contenuto.

Tuttavia, non posso connettermi con lo schermo di un computer poiché non ha una radice spirituale. Un computer, uno schermo o un tablet, non esistono in natura, mentre un libro sì. Il libro viene creato con materiali naturali per preservare la conoscenza e farne un ricordo in natura. Non potrò mai avere un legame con lo schermo del computer come con un libro stampato perché, una volta spento il computer, tutto scompare. La sensazione proviene dalla radice spirituale che è presente nel libro. Esiste un’associazione tra la radice spirituale della persona e quella del libro che permette la nostra connessione. Niente, tuttavia, mi collega a un computer. Se confronti l’impressione ricevuta dalla stessa opera nel formato di un libro rispetto a quella sullo schermo di un computer, scoprirai che il testo stampato ha un effetto molto maggiore su di te.

La radice spirituale di un libro è connessa alla radice dell’anima e noi possiamo percepirla. Quando leggo un libro, la mia anima si unisce alla radice spirituale del libro e ne riceve piacere. Non si può mai ricevere tale soddisfazione dallo schermo del computer. I giovani di oggi faticano a capirlo perché stiamo tutti pian piano dimenticando i libri stampati e viviamo sempre più in un mondo virtuale. I computer sono fatti di plastica, che nutre e alleva conoscenze di plastica e cuori di plastica.

Non serve a molto stampare un testo che ci appare sullo schermo del computer, perché un attimo dopo lo schermo mostrerà qualcos’altro. Il testo appare e poi scompare, puoi modificarlo mille volte, perché di fatto non si trova lì. Ma se prendo un libro, questo conterrà per sempre i pensieri e i desideri dell’autore.

Devi tenere un libro tra le mani e leggerlo, una pagina dopo l’altra, perché è l’espressione della radice spirituale. Quindi, la tecnologia può continuare a svilupparsi, ma il libro è eterno perché contiene una radice spirituale. Leggere un libro apporta un certo piacere che non realizziamo quando leggiamo uno schermo. Leggendo da uno schermo, raggiungiamo la conoscenza, ma dal libro riceviamo delle sensazioni.
La carta stampata del libro unisce: il libro – l’autore – la storia (Sefer-Sofer-Sipur). Ci sono uno scrittore e la sua storia trasmessa nel libro. Un lettore riceve conoscenza dall’autore e diventa parte di lui. Attraverso la narrazione, l’autore è in grado di trasmettere la propria storia all’interno del libro e condividere la radice della propria anima con il lettore. Non c’è altro modo per trasmettere un’impressione interiore da una persona all’altra.

La conoscenza scientifica, le tabelle e ogni tipo di informazione possono essere trasferite tramite il computer. Ma un libro denso di emozioni che risvegliano nell’anima amore e sensazioni di unione non è comparabile ad un computer.

Il popolo di Israele è chiamato “Il popolo del libro”, perché sono stati loro a dare al mondo il libro più importante che parla dello scopo di questo mondo e della struttura dell’intero sistema dell’universo. Esiste un solo libro e tutti gli altri sono le sue conseguenze, i suoi piccoli rami. Il libro della Torah spiega l’esistenza dell’intero sistema del mondo e la nostra missione in un tale sistema.

Se leggo ora un libro kabbalistico, sto influenzando il suo autore, sebbene egli sia morto duemila anni fa, perché sto usando il risultato del suo lavoro. Attraverso la nostra connessione, attraverso l’unione nei nostri cuori e anime, attraverso il mio desiderio di influenzare l’autore, ho un impatto su di lui. Innalzo la sua anima mentre lui eleva la mia.

Dalla trasmissione di KabTV “Conversazione su ‘La settimana del libro’”, 13/06/2019

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Perché gli ebrei sono considerati intelligenti?

Nota: Una volta lei ha detto che per far diventare le persone aristocratiche sono necessarie molte generazioni di educazione.

Il mio commento: Non è più così. Oggi le persone hanno molto tempo libero da dedicare all’apprendimento. Così, se diverse generazioni di persone studiano molto e per molto tempo diverranno persone completamente diverse.

Perché si crede che gli ebrei siano intelligenti? In realtà, non sono più intelligenti di altri. Ma hanno divulgato lo studio della Torah e del Talmud per diverse migliaia di anni.

Fra i bambini che imparavano a leggere e a scrivere, non ve n’era uno solo che non sapesse leggere o che non studiasse questi libri tutto il tempo. Questi libri esponevano le leggi giuridiche e tutti i tipi di problemi che dovevano essere risolti. Questa era la formazione intellettuale delle persone di quel tempo.

Sono sicuro che tra 100 o 200 anni tutta l’umanità sarà così. Il fatto è che, qualunque cosa ogni nazione del passato abbia vissuto nell’arco di 2.000 o 3.000 anni, quelle odierne lo vivranno in soli 200 anni.
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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 24/03/2019

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Domanda: Chi sono “gli ebrei”, in termini kabbalistici?

Risposta: Sono persone che vogliono unirsi, che desiderano ardentemente raggiungere l’amore nelle loro relazioni e, attraverso tale amore, raggiungere l’amore per il Creatore. Tali persone sono chiamate “ebrei” (Yehudim) dalla parola “Yihud” (unione).

Un altro significato della parola “ebreo” deriva dalla parola “Avar” (transizione), ovvero colui che ha varcato il confine del nostro mondo ed è entrato nel mondo superiore.

Domanda: I membri del nostro grande gruppo mondiale hanno un immenso desiderio di passare dalla legge dell’amore per se stessi alla legge dell’amore per il prossimo. Possiamo chiamarli tutti ebrei (Yehudim)?

Risposta: In base a quanto appena detto, sicuramente sì. Dopotutto, inizialmente, gli ebrei erano gli antichi babilonesi delle 70 nazioni che abitavano la Babilonia e che decisero di elevarsi al di sopra del loro egoismo e diventare un gruppo, un tutt’uno.

Domanda: Significa che quando il mondo intero inizierà a muoversi in questa direzione, gli esseri umani saranno chiamati tutti Yehudim?

Risposta: Sì, come è scritto: “E la terra di Israele sarà estesa a tutto il mondo”.

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Dalla trasmissione di KabTV “L’ultima generazione”, 15/03/2018

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