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Come fraintendiamo la capacità di governare

Di recente mi è stata segnalata un’intervista al primatologo Frans de Waal. De Waal, autore prolifico che ha scritto molto sulle sue ricerche sugli scimpanzé, è famoso per aver promulgato il concetto di “maschio alfa”. Nel suo libro ”Chimpanzee Politics”, ha parlato di questo concetto e l’allora Presidente della Camera dei Rappresentanti, Newt Gingrich, ha raccomandato il libro ai nuovi membri del Congresso e alle donne. Secondo De Waal, però, il concetto è stato mal interpretato e ha finito per significare, come ha spiegato in una conferenza TED, che un maschio alfa “è fondamentalmente un bullo”.

In realtà, dice De Waal, i maschi alfa non sono necessariamente i più aggressivi o i più forti. Per la maggior parte, salgono al vertice formando coalizioni con altri maschi e continuano a coltivare le loro relazioni con loro una volta raggiunta la posizione di vertice. La coalizione li aiuta a mantenere il loro status e a scoraggiare potenziali sfidanti.

Tuttavia, una coalizione di maschi non è sufficiente per mantenere la posizione di vertice. Nonostante la loro inferiorità fisica, le femmine hanno un ruolo decisivo nel branco. Per ottenere il loro sostegno, il maschio alfa coccola le femmine con cibo e altre leccornie e solletica i loro piccoli.

È interessante notare che sia il maschio alfa che la femmina alfa svolgono il ruolo di pacificatori: il maschio tra i maschi e la femmina tra le femmine. Quando il maschio alfa interviene per riappacificare le scimmie belligeranti, trascende la logica della coalizione e agisce come un pacificatore oggettivo. I membri del branco lo riconoscono e lo rispettano per questo.

Ancora più interessante è il fatto che un maschio alfa spesso assiste un membro malato del branco senza alcun motivo apparente. Anche se non è un membro della sua coalizione e non sembra esserci alcun vantaggio personale nell’aiutare una scimmia più debole o malata, maschio o femmina, il maschio alfa spesso condividerà il cibo, offrirà conforto e assisterà in molti altri modi.

Di norma, più il maschio alfa è gentile, più il suo regno è lungo. E quando sarà il momento di essere sostituito, non sarà maltrattato. Al contrario, il branco continuerà a rispettarlo e ad assisterlo nella vecchiaia, in omaggio alla sua gentilezza quando era sul trono.

Se un bullo diventa il maschio alfa, come a volte accade, dominerà finché la sua forza fisica resisterà. Quando verrà sfidato, il branco non solo non lo sosterrà, ma sosterrà il suo sfidante. La fine di un maschio alfa prepotente sarà invariabilmente amara e dolorosa.

Sto descrivendo tutto questo per dimostrare quanto siamo simili. In altri termini, se la nostra società fosse giusta ed etica come quella degli scimpanzé, probabilmente avrebbe un aspetto simile a questo. 

Alla fine, i desideri degli esseri umani e quelli dei primati sono gli stessi desideri, gli stessi pensieri e calcoli. La differenza sta nell’intensità e nella sofisticazione, ma i desideri sono tutti uguali. L’invidia, la passione e la fame di potere esistono nell’uomo come nei primati, anche se in questi ultimi sono meno sviluppati e meno sofisticati.

Se ci esaminiamo onestamente, vedremo che a livello sociale non ci siamo evoluti più di loro. Mentre noi abbiamo sviluppato la tecnologia, loro hanno sviluppato caratteristiche sociali positive che noi non abbiamo sviluppato. Di conseguenza, abbiamo una società tecnologicamente avanzata che usa la tecnologia contro i suoi stessi membri.

C’è una ragione per cui questo accade, una differenza fondamentale che rende impossibile per la nostra società diventare come quella dei primati. La differenza è che ciò che loro fanno istintivamente, noi dobbiamo farlo consapevolmente, altrimenti non saremo affatto in grado di farlo, come è evidente.

Se fossimo destinati a rimanere al livello dei primati, non avrebbe senso diventare umani. Ci è stato negato l’istinto di costruire una società positiva e solidale, in modo che la sviluppassimo di nostra iniziativa. Così facendo, coglieremo i meriti di una società di questo tipo rispetto al suo opposto, che è il nostro stato attuale. Questo, a sua volta, renderebbe la nostra comprensione della natura umana, e della natura nel suo complesso, molto più profonda di quella di qualsiasi altro essere creato.

Alcuni possono pensare che cercare di prendersi cura l’uno dell’altro sia ingenuo o irrealistico, ma non capiscono che, così facendo, stiamo costruendo al nostro interno la struttura che esiste al di fuori di noi. Studiamo la natura simulando il suo modus operandi e, poiché la natura funziona in maniera reciproca e assistita, come dimostra la società degli scimpanzé, l’unico modo per capire la natura è costruire una società simile, di nostra iniziativa e con i nostri sforzi.

La natura, in un certo senso, ci ha resi ciechi perché sviluppassimo la nostra visione da soli. Noi, per la nostra cecità ed egoismo, pensiamo che tutto il mondo sia cieco ed egoista come noi. Ma se ci sforziamo di agire come gli animali agiscono naturalmente, scopriremo la vera disposizione premurosa della natura.

Quando avverrà il risveglio del mondo?

Domanda: Ora tutti nel mondo dicono la stessa cosa che tu dicevi alcuni anni fa “sentirete il bisogno di unirvi, che il mondo è globale”. Che differenza c’è tra le loro parole e le parole di un Kabbalista?

Risposta: Innanzitutto, ci stiamo veramente avvicinando, e il tempo si sta accorciando. Se Baal HaSulam negli anni venti dell’ultimo secolo disse che il mondo intero si doveva unire, allora l’umanità ha iniziato a parlarne soltanto negli anni venti di questo secolo. Cento anni sono passati da quella volta, e a lui sembrava che stesse per cominciare.

E diversi anni sono passati tra le nostre parole sul bisogno della connessione e le parole del mondo a riguardo. Questo suggerisce che il mondo sia entrato in una seria accelerazione del proprio sviluppo.

In secondo luogo, sto aspettando di poter parlare al mondo sulla stessa frequenza, e non solo della stessa cosa, ma alla stessa frequenza, quando non solo le onde principali coincideranno, ma tutte le armonie particolari insieme a loro.

Con il termine “connessione” non intendo ciò che intende la gente, ma piuttosto loro si riferiscono ad una connessione egoistica. Credo che questo non aiuterà. Abbiamo bisogno almeno di una fase intermedia. Ma spero che il mondo continuerà ad avvicinarsi alla comprensione della Kabbalah. Vedrà ciò che intendiamo quando diciamo che dobbiamo innalzarci al di sopra del nostro egoismo e non usare l’egoismo per unirci.

L’uso dell’egoismo per connettersi era ciò che avveniva dell’Unione Sovietica, e abbiamo visto dove ha portato. Non si può mettere l’egoismo tra le relazioni sociali universali; bisogna innalzarsi al di sopra. E questo ciò che intendeva Marx quando scrisse del socialismo e del comunismo.
Socialismo vuol dire dare per il bene di dare, il comunismo significa ricevere per il bene di dare, ovvero, due gradi spirituali di ascesa al di sopra dell’egoismo. Dare per il bene di dare è una qualità di Bina, un grado spirituale.

E’ necessario che le persone inizino gradualmente ad avvicinarsi alla comprensione della connessione corretta, che dovrebbe avvenire nei prossimi anni. Il problema è se possiamo aggirare la situazione da entrambi i lati: dalla nostra ascesa interna, e dalla spiegazione alle masse dall’esterno. Diffondiamo i nostri pensieri e forze nel mondo. Tanti stanno iniziando a capirlo, ad essere d’accordo con il fatto che pensieri di una persona influenzano il mondo, e se un squadra tanto forte quanto la nostra pensa, allora naturalmente la sua influenza sul mondo, dall’interno del mondo, è enorme, e la gente sente questi pensieri senza sapere da dove arrivano. Le masse stanno iniziando a pensare anch’esse in unisono.
Credo che questo inizierà pian piano a passare alla consapevolezza generale delle persone comuni, remote. Sto aspettando che inizino a svegliarsi a questo tipo di consapevolezza, i germi del prossimo stato. E allora potremmo parlargli in maniera più esplicita.

In principio, il materiale è preparato per questo. Non so se vivrò per vederlo. Dopotutto, stiamo parlando di enormi strati dell’umanità che dovrebbero iniziare a sentire un’inclusione, un avvicinamento e connessione reciproca dato dalla natura. Non so quanto velocemente inizieranno a sentirlo. Ma, allo stesso tempo, il materiale è stato preparato, e la gente arriverà.

Credo che il mio compito principale sia terminato. Ovviamente vorrei iniziare a implementarlo il più possibile. Vediamo se funziona o meno.
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Da KabTV “Ho ricevuto una chiamata. Il mondo dopo la catastrofe” 14/02/2013

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Che cos’è la coscienza?

Michael Laitman su Quora: Che cos’è la coscienza”?

La coscienza è l’energia, la materia, l’informazione e le qualità che riceviamo e ci formano quando ci connettiamo al volume generale di informazioni collettivo .
Queste sono forze che riceviamo dall’esterno e formano l’immagine del mondo. Se ci connettiamo in maniera equilibrata all’informazione esterna, allora sentiremo uno stato di pace e armonia. Al contrario, se non ci connettiamo in maniera equilibrata alle forze esterne, sentiremo disequilibrio e disarmonia.

Non dovremmo quindi considerare come riceviamo le informazioni esterne, ma come ci connettiamo al campo generale di informazioni collettive. Il livello di equilibrio o disequilibrio con il campo esterno determina come percepiamo il mondo, se in maniera piacevole o dolorosa.

La qualità del campo generale di informazioni esteriore della nostra percezione è fatta di amore e dazione. Se vogliamo creare la stessa qualità dentro di noi, allora ci connettiamo con esso e iniziamo a sentire la sua informazione senza alcuna interferenza. Allora raggiungiamo questo stato di pace e armonia assoluta, una comprensione e sensazione totale della natura, della creazione e dell’universo.

In altre parole, bilanciando noi stessi con la qualità di amore e dazione che esiste all’esterno, diventiamo eterni e perfetti come quelle qualità, ovvero come la natura stessa.

Al contrario, il nostro desiderio innato di separare, assortire, e compartimentalizzare, ci allontana dall’eternità e dalla perfezione della natura. Ci dà una percezione fuggevole e incompleta dell’universo. Di conseguenza, sentiamo un accumulo di sofferenza durante il nostro sviluppo, che è necessario per punzecchiarci fino al punto in cui desideriamo sottoporci a una trasformazione fondamentale del nostro paradigma: uscire dalla nostra percezione e sensazione distaccata ed entrare in una connessione bilanciata, armoniosa e pacifica con il campo di informazioni generale.

 

Basato su “Close-Up” di KabTV. “Hologram” con il Kabbalista Dr.Michael Laitman 28/7/2011. Scritto e modificato dagli studenti del Kabbalista Michael Laitman.

 

 

 

Dov’è il nostro Creatore?

Michael Laitman, Su Quora: Dov’è il nostro creatore?

Il Creatore è la qualità dell’amore, della dazione e della connessione che è dietro l’immagine del nostro mondo, dietro i nostri desideri, emozioni, sensazioni e pensieri.
Se desideriamo raggiungere il Creatore, allora dobbiamo espandere le nostre qualità nella direzione dell’amore, dazione e connessione, e poi, in equivalenza della forma con le qualità del Creatore, riveleremo il Creatoree alla base di ogni cosa.

Basato su “Dieci risposte lampo sul Creatore” con il Kabbalista Dr. Michael Laitman 21/5/2022. Scritto/modificato dagli studenti del Dr. Michael Laitman

 

 

Attraverso il filtro egoistico

Per avere successo nei nostri tentativi di trattare vari problemi medici e rallentare significativamente il processo di invecchiamento, è chiaramente necessario comprendere i linguaggi usati dalle cellule per comunicare tra di loro. Siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo, fino a un certo punto. Sembrerebbe che i linguaggi che stavamo cercando, siano in realtà nascosti nel 98% di DNA spazzatura contenuto nel nostro apparato genetico.

Domanda: È difficile immaginare che la principale struttura di informazioni di un essere umano, il suo genoma, sia quasi al 100% “spazzatura egoista” il cui unico interesse è quello di essere conservata nei nostri cromosomi, senza avere alcuna utilità. Che cos’è in effetti il nostro genoma?

Risposta: Essenzialmente, è così che percepiamo il nostro genoma dato che noi stessi siamo egoisti e in realtà siamo effettivamente questa “spazzatura”. Ovvero “spazzatura” che percepisce la “spazzatura”.
Il problema è che non siamo in grado di interpretarlo in maniera diversa dato che indaghiamo una persona con un approccio diretto, egoistico.

Questo è il nostro apparato concettuale, la forma della nostra ricerca e come siamo costruiti all’interno. La persona rappresenta il desiderio di ricevere piacere e esiste all’interno di questo desiderio. Tutto ciò che percepisce e che vede, lo percepisce dentro di sé, nella sua forma, nei suoi desideri, nei suoi pensieri e nei suoi sentimenti egoistici.

In accordo con questo, tutto ciò che egli ricerca passa attraverso questa sorta di filtro. Significa che percepisco ogni cosa attraverso il mio filtro egoistico e non importa se studio il genoma o un certo oggetto macroscopico. L’unica cosa che percepisco è se qualcosa è un sì o un no, benefico o dannoso, per il mio egoismo.

Esiste una moltitudine di componenti e di forme della materia studiata nello spazio circostante: macro o micro, inanimata, vegetale, animata, biologica, o persino interiore, morale, sensoriale o spirituale. Qualunque cosa io ricerchi, la vedo soltanto attraverso il mio filtro egoistico e non vedo tutto il resto.
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Da KabTV “Close-Up, Human Genome” 17/7/11

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Voglio imparare ad amare

Commento: Gli psicologi dicono che ognuno di noi spesso cerca di obbligare gli altri a cambiare il loro comportamento o punto di vista. Lo sappiamo bene. Il capo vuole cambiare i dipendenti in mondo che lavorino di più. I dipendenti vogliono cambiare il capo in modo da renderlo più flessibile. Cambiamo mariti, mogli, amici, e così via. E ogni tentativo, quasi sempre, fallisce.

Alcuni psicologi suggeriscono inoltre, che con quattro passi è possibile cambiare quasi tutti, e il primo passo è cambiare se stessi. Il primo passo è: trasformarsi da critico in alleato.
Come possiamo trasformarci da critici in alleati? Questo consiglio può essere messo in pratica, o è un utopia? Che cosa ne pensi?

La mia risposta: Perché mai dovrei essere d’accordo con qualcuno? Mai! Allora tutti si approfitterebbero di me! Non sono d’accordo con questo.

Commento: Il secondo passo è determinare il risultato che si vuole ottenere insieme. Lo possiamo fare? Io sono contro qualcuno, ma insieme costruiamo ciò a cui vogliamo arrivare.

La mia risposta: Con questo sono d’accordo. La visione del futuro deve essere comune. Nonostante il fatto che sono contro l’altro e voglio piegarlo e cambiarlo, ciononostante, dobbiamo determinare il futuro e poi attraverso un movimento graduale verso questo futuro, possiamo già avvicinarci.

Commento: Il terzo passo: discutere insieme come risolvere il problema.
Risposta: Corretto. Irrealistico, ma corretto.

Commento: Il quarto: costruire insieme, passo dopo passo, un piano per raggiungere i risultati.

La mia risposta: Questo è molto difficile.

Commento: Difficile? Se ci troviamo in una relazione tale, allora come si suol dire, tutti hanno un proprio piano.

La mia risposta: Sì. E poi, man mano che il piano si sviluppa, vedrai che non sarai assolutamente d’accordo.

Domanda: Questo significa che l’altro distorce il piano a suo favore, tutto il tempo, e io faccio la stessa cosa?
Risposta: Naturalmente.

Domanda: Allora la domanda è: come si costruisce una relazione in modo da non cercare di cambiare l’altro? Gli psicologi dicono che si può fare in quattro passi. Tu cosa ne dici? Il mio stato naturale è di cambiare l’altro per me stesso. Come posso non farlo, questa è la garanzia di ogni guerra, di ogni litigio, di tutto?

Risposta: Basta amare l’altro. Tutto qui.

Dobbiamo considerare, ancora una volta, la prima domanda. Se capiamo che la cosa più importante nella vita è essere vicino a qualcuno che ci capisce, ci aiuta, ci ama e ci apprezza, allora dobbiamo apprezzarlo davvero e sacrificare ogni cosa per questo.

Commento: Ovvero, sacrifico praticamente tutto il mio “IO” che richiede delle condizioni per se stesso. E dico che “voglio imparare ad amare”.

La mia risposta: Sì. Voglio imparare ad amare questa persona dato che voglio stare con lei. Tutto qui. È bene se anche lui la pensa in questo modo. Allora è un sentimento davvero molto bello, reciproco, e insolito.

Domanda: Non ti stai riferendo, in effetti , solo alle coppie, ma anche potenzialmente a un dipendente, a un capo e persino a un Paese?

Risposta: Praticamente sì. Questo stato di “imparare ad amare” dovrebbe splendere al di sopra di ogni cosa.

Deve essere insegnato. Ma sfortunatamente, non esiste un’ educazione tale. Quando invecchiamo e capiamo, non abbiamo più la forza di farlo. Non funziona approcciarsi alla generazione più giovane e cercare di passargli qualcosa. Ci ignorano e noi ci proviamo ma non riusciamo ad avvicinarci. Come disse Freud “se i giovani sapessero, se l’età potesse”.

Domanda: Pensi che tutti abbiano bisogno di ricevere colpi? Non siamo semplicemente in grado di evitarli?

Risposta: Dobbiamo dimostrarlo intensamente in tutti i libri e nelle scuole. In generale, dobbiamo insegnare questo alle persone. Perdipiù, a gente di ogni età. Allora la società intera sarà riempita di questo approccio. Dobbiamo assicurarci che tutto questo sia nell’aria e allora sarà possibile amare.

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Da KabTV “Notizie con il Dr. Michael Laitman” 27/6/22

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L’essenza spirituale dell’uomo

Commento: uno scienziato Russo ha affermato di aver scoperto un fenomeno in natura conosciuto con il nome di DNA fantasma. Le conclusioni a cui è giunto, dopo una serie di esperimenti sull’apparato dell’eredità, ovvero il DNA, hanno sconcertato tutti, persino gli stessi biochimici.
Lo scienziato afferma che dopo la morte, i geni non vengono completamente distrutti, ma lasciano una sorta di fantasma che contiene alcune informazioni. Questo fantasma, un grumo di informazioni espulso dalle cellule, esiste per circa 40 giorni. Dopodiché scompare, ma non totalmente. Le informazioni incorporate nell’apparato genetico umano non scompaiono mai senza lasciar traccia.

La mia risposta: Nulla scompare in natura. È soltanto che quando guardiamo una persona nella sua forma biologica egoistica, vediamo una certa immagine. Poi questa immagine muore dato che in questa forma biologica il desiderio egoistico, che è l’essenza della persona, si esaurisce. Non c’è più forza in lui per riempirsi.

Il desiderio, per così dire, rinuncia a tutto, si stanca, non vuole più lavorare in questa forma, sente di esistere senza motivo e quindi la persona muore. Tutta questa immagine termina la sua esistenza.

Ma questa è soltanto la nostra percezione egoistica dato che vediamo la persona come un oggetto egoistico. La vediamo semplicemente così, ma in realtà, è eterna, perfetta e esiste oltre qualsiasi limite.

Questo significa che stiamo parlando del bisogno di cambiare l’osservatore, e allora non vedremmo le persone morire e neanche le persone stesse. Al loro posto vedremmo la loro essenza spirituale interiore, che esiste.

Per ora, di questa essenza spirituale interiore, l’anima di una persona, percepiamo solo il guscio esteriore, egoistico, che costruiamo noi. Il nostro filtro egoistico, attraverso il quale guardiamo ogni cosa, inclusi noi stessi, distorce e inverte l’immagine intera del mondo.

Nulla scompare in natura. Tutti i cambiamenti nelle forme esteriori avvengono nella nostra percezione. Guardo qualcosa e sembra che tutto intorno a me stia cambiando. Ma non c’è proprio nulla intorno a me e nulla cambia.

L’ intera immagine della percezione è in me. Cambia in me perchè il mio egoismo si trasforma costantemente, si sviluppa e attraversa diverse fasi di sviluppo, quindi a me sembra che il mondo si sviluppi. Così quando guardo tutti gli oggetti, li vedo in movimento. In realtà non esiste movimento e sono io semplicemente che mi muovo interiormente.

Commento: Ma gli scienziati sentono comunque una sorta di onda cornice delle particelle più sottili.

La mia risposta: Sentono una forma egoistica esteriore. Ma, in realtà, interiormente è già l’essenza spirituale di una persona.
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Da “Primo piano” di KabTV. Genoma umano” 17/7/11

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In un sistema integrato chiuso

Commento: Gli scienziati si domandano come avvengano le trasmissioni istantanee di informazioni. Il concetto di tempo nella comunicazione tra cellule scompare; quindi i ricercatori affermano che il paradigma di trasmissione da parte del sistema nervoso non sia corretto dato che la velocità di impulso del sistema nervoso è molto piccola. Ogni cosa succede istantaneamente.

Si trovano davanti a un problema che, in linea di principio, non riescono a spiegare, e tendono a considerarlo una trasmissione a onda di informazioni.

La mia risposta. Ci sono molte teorie su questo tema. Ma nessuna di queste può spiegarlo, neanche con l’aiuto delle onde, dato che le onde sono tempo, lunghezza e frequenza. Non riusciremo a trovare una soluzione a questo problema.

Ma, come gli scienziati intuiscono, sembrerebbe un’immagine olografica del mondo in un unico volume. Il sistema è assolutamente chiuso, integrale e analogico in cui ogni cosa è totalmente connessa all’altra, al di fuori del tempo, ovvero il tempo è zero.

Praticamente non esiste lo spazio tra gli oggetti. E noi li percepiamo come esistenti a una certa distanza l’uno dall’altro, come se interagissero in una sorta di onda, di processo temporale. In realtà, non avviene nulla di tutto ciò. La distanza, il tempo, il movimento, l’interazione, tutto questo è sovrapposto in una singola immagine integrale della natura dalla nostra percezione egoistica.

Quando osservo un oggetto, comincio a dividerlo in parti con il mio egoismo, a vedere la distanza tra queste parti, a dipingere la connessione tra gli oggetti. È così che lo percepisco perché sono costruito in questo modo.

E se fossi organizzato allo stesso modo di questo oggetto, integrale, globale e situato al di fuori del mio egoismo che divide ogni cosa e tratta tutto dalla posizione di quanto sia vicino o lontano da me l’oggetto, e quanto sia utile o dannoso questo fenomeno per me, allora non condividerei nulla.

Percepirei questi oggetti come un tutt’uno e non avrei alcuna distanza tra di loro, nessun tempo, né movimento, nessuna trasmissione di informazioni e tutto sarebbe istantaneo, in un unico posto.

Dipende tutto dalla persona. E fino a quando non si correggerà verso un sistema integrale, non sarà in grado di percepire correttamente il sistema della natura, dato che essa è integrale.
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Da KabTV “Close-Up. Human Genome” 17/7/11

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Cosa resta dopo che ce ne siamo andati

Qualche giorno fa, alcuni amici stavano dando una festa in casa, quando improvvisamente si è aperta una voragine sotto la piscina mentre alcuni dei partecipanti erano in acqua. Due uomini sono stati risucchiati nel buco. Uno è riuscito a uscire da solo, ma l’altro era stato risucchiato nel buco di 13 metri, ed è annegato.

Come si è scoperto, la vittima, Klil Kimhi, 32 anni, era un ragazzo popolare tra i suoi amici e spesso postava riflessioni sui social media. Si poneva domande come: “Chi sono io senza il mio titolo? Chi sono io senza i miei successi? Chi sono senza il mio lavoro? Cosa saresti se una mattina ti svegliassi e tutti quei titoli che ti definiscono ti venissero tolti? ” Domande molto toccanti. Un mio studente me le ha riferite e ha chiesto la mia opinione a riguardo. 

In effetti, senza il proprio titolo, l’unica cosa che rimane è la persona.  I titoli sono i titoli, ma non sono la persona. Qualsiasi cosa tu abbia dentro è ciò che sei. Qualsiasi cosa tu faccia di te stesso è ciò che rimane quando i titoli non ci sono più, quando tu non ci sei più.

Secondo me, una persona si misura solo da quanto è riuscita a riconoscere il proprio egoismo, o forse anche a passare al fare del bene. Per “fare del bene” intendo la misura in cui ha lavorato per avvicinare le persone, per unire i loro cuori, per farle sentire connesse. In questo, ognuno è unico e il suo contributo rimane nel patrimonio collettivo dell’umanità anche quando non ci siamo più.

Di tutti i nostri impegni, questo è l’unico che lascia un impatto positivo sul mondo. Tutto il resto svanisce insieme alla persona. Quando riunisci le persone, quando le fai sentire più vicine e unite, più responsabili le une per le altre, rendi il mondo un posto migliore e questa sarà la tua eredità.

Ecco perché la mia organizzazione fa proprio questo: riunire e unire persone di ogni provenienza, cultura, etnia e fede.

 

Didascalia foto:
I soccorritori lavorano sulla voragine (Israel Fire and Rescue Service)

Non mentirò

NGL è una applicazione nuova che ha riscosso molta popolarità. Il nome dell’applicazione è l’acronimo di  ” Not Gonna Lie”, ” Non Mentirò”,  con essa gli ideatori ritengono di offrire “una nuova interpretazione dell’anonimato”.  Secondo i creatori dell’app, “l’anonimato dovrebbe garantire un luogo divertente ma anche sicuro dove poter esprimere le proprie emozioni ed opinioni senza provare vergogna”. In realtà l’app è diventata terreno fertile per insulti, calunnie e minacce. È vero che nell’applicazione le persone esprimono le proprie opinioni, ma è tutt’altro che un luogo sicuro. D’altronde, se la natura umana è quella che è, cosa ci dobbiamo aspettare? 

Pensiamo che le manifestazioni di odio e violenza si vedano principalmente nei film e che nella vita reale le persone siano più contenute. Forse sono un po’ più contenute,  ma un’applicazione come NGL dimostra che si tratta solo di una facciata e che se ci viene data l’opportunità siamo capaci di scannarci. Se c’è qualcosa di buono in applicazioni come la NGL è che attraverso di esse ci possiamo rendere conto di quanto sappiamo essere cattivi. 

Non si tratta solo di applicazioni, in ultima analisi, tutto ciò che creiamo si trasforma in cattivo per via della nostra natura malvagia. Anche se volessimo non potremmo creare altro. Il fatto che ci siano delle invenzioni che sembrano innocue o addirittura buone, non vuol dire che sono come appaiono, ma solo che la cattiveria che è in loro non è stata rivelata. Questa rivelazione, ad ogni modo, per quanto difficile possa essere, è il primo passo verso l’eliminazione della piaga.

Per acconsentire ad essere gentili gli uni con gli altri, dobbiamo accorgerci della nostra natura corrotta. Al di là di poche eccezioni le persone non hanno una briciola di bontà. Usano gli altri per le proprie necessità e la differenza tra un comportamento e l’altro, sta nel tornaconto personale; le necessità altrui non vengono prese in considerazione.

Anche le persone buone sono buone solo perché si sentono meglio con se stesse,  non non si tratta di altruismo. Se fossero nate con meno compassione nel cuore, si comporterebbero con meno gentilezza verso gli altri.   In altre parole la loro bontà non è generata dal buon cuore ma da un comportamento egoistico. Certo, questo è preferibile alle persone che amano la prepotenza, ma il motivo dietro a tale condotta è pur sempre dettato dall’egoismo e, qualora dovesse presentarsi la circostanza, l’ egoismo si rivelerebbe.

In conclusione, Not Gonna Lie, Non Mentirò, non mente davvero. La domanda è cosa vogliamo fare della verità che rivela. Vogliamo che la natura umana ci diriga verso maggiori soprusi, dolore, sfiducia, emarginazione e le loro relative propaggini quali depressione, violenza, abuso di droghe e guerre? Oppure vogliamo dire: “Basta!” al nostro ego e decidere insieme di cambiare il nostro atteggiamento verso l’altro e di elevarci al di sopra della nostra natura violenta? Ora che lo sappiamo, possiamo scegliere.