Fissare lo sguardo verso la meta

Domanda: Qual è il significato della frase: “Tutto ciò che c’è da raccogliere è come se fosse già raccolto?”

Risposta: Questo dice che tutto si trova di fronte a te fin dall’inizio. Tutte le cose che stai per scoprire esistono già. Quando una persona nasce, scopre a poco a poco nuove cose per se stesso, e gli sembra che non fossero esistite prima. Questo è come ci si sente. Ma in realtà, tutto ciò esiste già; abbiamo solo bisogno di preparare i nostri Kelim (desideri), e i corrispondenti limiti dell’universo verranno immediatamente rivelati in loro.

In generale, per l’intera realtà che si trova di fronte a noi è necessario solo aggiungere l’intenzione di dare, la Luce di Hassadim, e in quel grado scopriamo la realtà perfetta. Ci manca solo questo.

E quindi non ho intenzione di correggere l’attuale realtà corrotta. Ho intenzione di aggiungere l’attributo della fede, l’attributo della dazione, per il mio rapporto verso il tutto. Questa è la correzione – la fede al di sopra della ragione.

Di conseguenza, non ho bisogno di correggere me stesso dal di dentro, ho semplicemente bisogno di uscire da me stesso verso l’esterno e mettermi in contatto con quello che c’è già lì. Tutto è già di fronte a te, il problema è che non sei là, al di fuori di te stesso. E’ necessario eseguire questa azione, andando al di fuori di te stesso, e poi questa realtà diventerà tua. Oggi, non sei ancora pronto per rivelarlo, ma questo esiste. Hai solo bisogno di “mettere gli occhiali” per vederlo.

Costruiamo il Kli spirituale al di sopra della volontà di ricevere, al di sopra dell’impurità. “Il Faraone” non scompare da nessuna parte, il desiderio di ricevere rimane, e per di più, rimane nella sua forma brutale, e alla fine il “cuore di pietra” si aggiunge ad esso. Ma abbiamo bisogno di elevarci al di sopra di esso.

Io proteggo l’impurità (Klipa) che copre la mia volontà di ricevere, allo stesso modo, la buccia protegge il frutto maturo fino in fondo. In caso contrario, il frutto marcisce, e non raggiungerò la mia correzione completa. Costruisco l’intero mio rapporto con la realtà mentre la buccia protegge il mio desiderio di ricevere: “Non sparire per me. Il mio odio, la gelosia, la crudeltà, la pigrizia, tutte queste cose rimangono, ho bisogno di voi. “E’ come se avvolgessi le mie caratteristiche egoistiche in qualche pacchetto, e uscissi da loro verso l’esterno. E al contrario, se sono scomparse, sarei rimasto senza niente, e non avrei nulla su cui costruire me stesso.

Domanda: Quindi, come fa una persona ad andare al di fuori di se stessa?

Risposta: Per questo è necessario raggiungere la totale impotenza. Poi una specie di buco nel cuore si aprirà per te, in cui senti che si può andare fuori – e chiederai per questo. Ma nel frattempo non avete raggiunto la vera preghiera, non sei stato “spinto” abbastanza per trovare il Creatore.

Domanda: Come fa una persona a raggiungere la vera preghiera al fine di ottenere aiuto?

Risposta: Questo accade solo dopo che ha perso la speranza del tutto, ma lui si trova ancora sul sentiero. E’ necessario per raggiungere uno stato di riconoscimento del male da un lato, la grandezza dello scopo dall’altro, e per mantenere tale divario.

In primo luogo, mi sento male perché sono nello stato egoista. Questo stato è un male insopportabile per me. Ma il problema non è che sia un male per me. Devo cancellare il mio “io” e voglio che questo sia un male per me perché io non sono pronto a dare al Creatore. Così, il male si manifesta opposto all’amore del Creatore. E in secondo luogo, riconosco la grandezza della meta, che per me è la bontà.

Quando ottengo questi due estremi, raggiungo la vera preghiera, una richiesta di correzione.

L’obiettivo è così grande ai miei occhi che non posso abbandonarlo. E per tutto il tempo la mia preoccupazione è che la grandezza potrà solo crescere di più. In definitiva, mi aggrappo ai due estremi: la grandezza dello scopo e il male del mio stato attuale.

Ci deve essere la pressione del gruppo che mi dà la consapevolezza che la grandezza dell’obiettivo è letteralmente quella di portare soddisfazione al Creatore. E poi comincio a pensare a come fuggire dal mio attuale stato cattivo, che è un male proprio perché sono lontano dalla meta.

Queste sono le condizioni che si devono formare dentro di me. Per questo io ho tutto: il gruppo, il Creatore, le fonti … Ma la consapevolezza dell’importanza dello scopo è la chiave di tutto (1), è prioritaria rispetto a tutte le altre condizioni. Ho bisogno di mettere a fuoco l’obiettivo, e all’interno di tutti gli stati guardare solo ad esso, aderire solo ad esso. E poi, di conseguenza, ho veramente bisogno di un gruppo, un insegnante, gli studi e la divulgazione.

Dopo tutto, “la fine di una azione è nel suo pensiero iniziale.” L’obiettivo mi obbliga a tutto. Per aspirare alla meta, ho capito che non posso fare a meno dell’ambiente, perché io raggiungerò l’obiettivo specificamente tra gli amici. So che non posso fare a meno dell’insegnante perché mi tiene insieme con il gruppo sul sentiero e porta la Luce che ci riempie. Capisco che non posso fare a meno dei libri perché con il loro aiuto ho imparato il sistema spirituale e a risvegliare me stesso. Quando studio, è come se fossi in quel sistema, e invoco da lì la Luce che Riforma. E, infine, mi rendo conto che non posso fare a meno della divulgazione in quanto il gruppo è una piccola parte del desiderio collettivo dell’umanità, della quale ho necessità di preoccuparmi.

Tutto deriva dal rendersi conto dell’importanza dello scopo. Io interpreto a me stesso lo stato finale in cui io, il gruppo, e l’insegnante sono riuniti con tutta l’umanità in modo tale che l’intero sistema spirituale prenda vita in mezzo a noi. Le sue Luci riempiranno e ci legheranno l’uno con l’altro in un’unica Malchut del mondo dell’Infinito. E in essa, riveleremo Colui che l’ha formato, la Radice che ha prodotto le quattro fasi della Luce Diretta. E questo è il Creatore.
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(Dalla 4° parte della Lezione quotidiana 13.03.2013 Kabbalah, “Introduzione al Libro dello Zohar”)

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