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Vivere come un’ anima

Per prima cosa, dobbiamo sviluppare una relazione descritta come “Quello che tu odi non farlo agli altri”, seguita da “Ama l’altro come ami te stesso”. Dobbiamo solo determinare chi è “l’altro” (l’ amico), chi sono io e cosa significa “fare”. Riguarda le azioni della persona in relazione all’ amico, il che deve acquisire una forma tangibile in questo mondo in tutta la specie umana.

Alla fine, queste relazioni si manifesteranno tra gli esseri umani, il che può essere chiamato il Mondo dell’ Infinito e significherà la correzione finale (Gmar Tikkun). Qui, in questa sfera chiamata Terra, tra questi corpi animati, stabiliremo relazioni che saranno chiamate la nostra anima infinita.

Quando arriveremo a questo punto, ci troveremo in un altro mondo. Non ci sarà più la necessità di sperimentare tutta questa materialità e questa si dissolverà dalla nostra percezione. Anche adesso, esiste solamente nella nostra percezione; tutta questa realtà non è nient’ altro che qualcosa di immaginario.

Questo è l’ unico scopo della nostra esistenza sulla terra. Questo è il luogo nel quale tutto avviene.

Prima della caduta del Tempio, quando le persone vivevano nella spiritualità, non vivevano davvero in un’ altra galassia o dimensione, oppure si? È vero che internamente vivevano in un’ altra dimensione con un’ attitudine differente. Tuttavia, insieme a questo, esistevano anche questo mondo, la natura inanimata, vegetale ed animata e tutti vivevano una vita normale. Allevavano il bestiame, amministravano le proprietà, avevano figli, lavoro e pagavano le tasse.

Tuttavia, le relazioni tra di loro erano spirituali, poiché tutti loro vivevano nella dazione reciproca e la conservavano nei limiti delle loro capacità. Ogni persona era importante in base alla sua capacità di dare. Il giudizio era basato sullo stesso principio: dal punto di vista di quanto danno abbia portato una persona alla società e di quanto rapidamente si sia esteso il suo desiderio egoista.

Questa è la maniera nella quale il popolo di Israele, che Abramo portò fuori da Babilonia, visse fino alla caduta del secondo Tempio. Adesso, nel gruppo, dobbiamo realizzare nella pratica quello che la saggezza della Kabbalah insegna, cioè che le nostre relazioni interiori devono essere basate sull’ amore e l’unità, in maniera da poter vivere “come un’anima”.

Non ha niente a che vedere con la vicinanza esterna. Non abbiamo bisogno nei fatti di mangiare dallo stesso piatto, di vivere nella stessa casa e mantenere un’ abitazione collettiva. Tutto è incentrato sulle relazioni interiori.
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(Dalla 4° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 12.01.2011, “La qualità della saggezza nascosta, in generale”)

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Se sei un principiante non preoccuparti, la Kabbalah è semplice!

Una persona che comincia a studiare la scienza della Kabbalah scopre che le sue idee precedenti sono lontane dalla realtà. “Corpo”, “anima” ed altre nozioni familiari acquisiscono un significato completamente differente.

La scienza della Kabbalah ordina tutto in maniera molto semplice, praticamente non ti lascia alcuna possibilità di confonderti. C’ è un desiderio verso il piacere, all’ interno del quale possono essere percepite le differenti forme della dazione, e questa è l’ unica cosa che succede nella nostra realtà.

In funzione del livello di dazione nel quale ti trovi, quella è la realtà che senti. Puoi sentire la realtà al livello zero, in altre parole, puoi vivere nel nostro mondo, nel quale il grado della dazione è uguale a zero. Siamo nella parte inferiore, ma anche in questo caso ci sono quattro livelli di sviluppo: inanimato, vegetale, animale ed umano.

Poi, nella misura in cui ascendi i 125 livelli della scala spirituale, raggiungerai il grado della dazione, o in altre parole, il Creatore. Alla fine, nel 125° livello raggiungerai il 100% della dazione.

Stiamo parlando dell’ equivalenza della forma o di come la creazione acquisisce una forma di dazione al di sopra del desiderio di ricevere piacere. Tu devi sempre ascendere nel tuo desiderio di ricevere con il fine di acquisire la forma del desiderio di dare al di sopra di esso. La forma della dazione si veste sul desiderio di ricevere portandoti al grado della dazione, perché hai attualizzato questo in una misura specifica. È così che diventi simile ed uguale al Creatore, diventando umano (Adam).

In essenza, questo è molto semplice: devi solo combinare le due qualità correttamente, salendo lungo una scala inclinata che è costruita da due forze o due linee, la destra e la sinistra. Pertanto, i principianti ricevono spiegazioni chiare. Di fatto, i kabbalisti non fanno nessuna distinzione tra i mondi. Tutto dipende dalla persona: sviluppa la tua capacità verso la forma della dazione e potrai vedere di più di quanto tu faccia adesso.
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(Dalla 4° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 6.01.2011, “La saggezza della Kabbalah e la Filosofia”)

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Uno, nel quale si uniscono mente e cuore

Esiste un alto principio, che è il Creatore – Uno, Unico e Unitario

Una unica forza superiore ha edificato tutta la creazione – essa esisteva già da prima, esiste insieme alla creazione ed esisterà dopo di essa, ossia esiste in tutte le condizioni.

Noi possiamo definirla secondo diversi punti di vista, a secondo l’ approccio, il che denuncia la nostra imperfezione, e perciò la definiamo come Una, Unica, Unitaria.

Ma tutte queste diverse definizioni della forza superiore, del Creatore, esistono solamente in relazione a noi stessi.

Uno – significa che non c’ è stata nessun’ altra forza che abbia partecipato alla creazione. Com’è detto: “Nessuno oltre a Lui”.

Unico – significa che Egli si unisce a tutte queste sue azioni e non ha alcun’ altro proposito.

Unitario – significa che, anche se queste azioni ci sembrano non collegate, e talvolta addirittura contraddittorie, questo è solamente perché noi stessi ci veniamo a trovare in posizioni diverse e contraddittorie rispetto alla Sua situazione. Per questo motivo ci sembra così. “Ognuno giudica secondo la propria corruzione”. Tuttavia, a seconda di quanto ci stiamo correggendo, tutte queste differenti condizioni e caratteristiche, che si differenziano in tutti i sensi, poco alla volta si riuniranno in una sola nozione.

Uno” – significa perfezione. Infatti se sono due, risulta che in qualche cosa si differenziano, che a uno mancano delle qualità che l’ altro possiede. In due si completano l’ un l’ altro.

Se non fossero due, ma un milione, allora ognuno sarebbe molto più lacunoso. In ognuno ci sarebbe solamente una milionesima parte di perfezione, e ne mancherebbero le altre 999.999

Se noi diciamo che non ce n’ è più di uno, allora significa che in Lui c’ è tutto!

Ma a me non pare che in Lui ci sia tutto, perché ci sono io opposto a Lui. Allora significa che il problema è in me, non in Lui.

Se Lui è uno e tutto è in Lui, allora non è importante come io Lo percepisco: come buono e cattivo, luce e tenebra, freddo e caldo, io devo capire che in Lui non ci sono tutte queste differenti caratteristiche. In Lui non c’ è né bontà né odio. Queste differenze esistono solo nelle mie sensazioni.

Se io dico che il Creatore è buono, – anche questo non fa parte della definizione: “Uno“. Uno significa che in esso non c’ è niente! Né di male, né di bene.

In questo modo io lo giudico per via delle Sue diverse manifestazioni che riguardano me. Ma Lui stesso, l’ Uno, è qualcosa di assolutamente astratto, che prescinde anche dal bene. E anche questa è solo una mia personale sensazione.

Questo concetto di “Uno“, con la sua perfezione di percezione e di comprensione ispira l’uomo. In questo Uno – e il cuore, e la mente si uniscono.
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(Dalla lezione sull’ articolo “Il carattere della scienza della Kabbalah” 13.01.2011)

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Il primordiale punto dell’ amore

E’ per noi assolutamente necessario conoscere la propria natura, tutti i nostri reati, i nostri errori involontari, altrimenti non riusciremo a sollevarci e riconoscere il Faraone in noi, e a sapere quanto egli ci disturbi. Proprio suo tramite vogliamo arrivare al servizio del Creatore.

Cosa significa: “Lascia andare il mio popolo”? Dicono che il Faraone addirittura accompagni il popolo d’ Israele all’uscita dall’ Egitto. Bisogna proprio che ci si chiarisca tutto, per renderci pronti all’ uscita, e poi uscire! Il Faraone ci trattiene fino a quando non saremo forti abbastanza e non saremo pronti.

Quando noi attraversiamo il confine col mondo spirituale ed entriamo nel Machsom, significa che abbiamo il desiderio e la forza sufficienti, altrimenti non ne saremo capaci. Perciò il Faraone, con la sua resistenza, ci sta solamente aiutando!

In tal modo noi superiamo tutti gli ostacoli, e grazie a ciò, conseguiamo la virtù del donare, della resistenza all’ egoismo, la robustezza dello schermo, e il desiderio. Aumentiamo la forza del desiderio e dell’ aspirazione verso lo spirito. Tutte le “anti-forze”, tutte le interferenze e le sofferenze ci vengono date solamente per rinforzarci ed istruirci.

Così dobbiamo guardare ad ogni nostra situazione, ad ogni nostro pensiero o sensazione che ci venga naturalmente, e sapere che proprio è lì dove dobbiamo lavorare. Non c’è assolutamente niente che possiamo lasciare così com’è, non corretto.

Per prima cosa scopriamo il livello del “hafetz-hesed” (solamente desiderio di dazione), al di sopra di ogni nostro pensiero o desiderio egoistico, e riconoscendo ogni loro crimine ed errore. Ci rendiamo coscienti che tutto ci viene da una superiore forza di donazione. Troviamo inoltre i vincoli dell’ amore, realizzando l’ azione di ricevere allo scopo di dare, e tramite essi, incominciando a comprendere cosa significhi l’ amore. Come risultato, ci innalziamo ad un tale stato che si chiama Keter.

Keter non ha niente a che fare con la fisicità e con qualsiasi cosa si svolga al di sotto di lei. In lei c’ è solamente la causa di tutto ciò che avviene di sotto.

E tutto ciò che avviene al di sotto di Keter, fino alla stessa Malchut, è solamente per dare alla stessa Malchut la possibilità di risollevarsi e assimilarsi a Keter.

Perciò, alla fine, noi instauriamo lo stesso rapporto col Creatore, come Egli con noi, al di sopra di tutto il nostro mondo materiale e di tutto ciò che ci succede. E allora non rimane alcun legame con tutto ciò che è passato, vissuto, deciso, fatto, rivelato, né da parte Sua, né da parte nostra.

Tutto questo risulta evidentemente e assolutamente essere il primo e il fondamentale rapporto di Lui con noi e di noi con Lui.

Questo significa che noi scopriamo tutto solamente in Keter, nella luce dell’ Amore, quando non sarà più importante per noi alcuna azione o regalo accettato per poter dare o dare per dare. Tutte le differenze vengono a cadere e tutto si fonde nella comprensione dell’ unità.

Il materiale e la forma di ciò che si ottiene è come se non esistessero più, perché sono stati fatti dal Creatore, fin dall’ inizio, solamente per aiutarci a raggiungere quel primordiale punto dal quale il Creatore ha incominciato la creazione.
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(Da una lezione sullo scritto “Kabbalah e Filosofia” 03.01.2011)

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La saga dei desideri

Domanda: Mi sembra che nei suoi scritti, il Rabash cerchi di descriverci il lavoro spirituale in una forma sensuale…..

Risposta: Tutto avviene nel desiderio, ossia nelle nostre sensazioni. I kabbalisti non parlano d’ altro.

Anche la matematica e tutti i fenomeni che ci sembrano razionali, sono in ogni caso sensazioni, solo che non ce ne rendiamo conto, valutando intellettualmente i rapporti tra le percezioni.

Noi le misuriamo, le pesiamo, attribuiamo loro qualche valore numerico, ma tutto ciò è un lavoro dei sentimenti. Anche se io confronto le sfumature tra i colori: “questo è più giallo, questo è più bianco”, metto in evidenza delle sensazioni ch’ essi mi provocano. E così con qualsiasi cosa, anche nei casi più razionali, anche se privi di ogni possibilità di comprensione, tuttavia noi lavoriamo solo colle sensazioni.

Quando io mi sono avvicinato la prima volta alla scienza della kabbalah, sono rimasto di stucco: “Ma quali sentimenti?! Cos’è mai questo? Un romanzo per ragazze?…, fino a quando non ho incominciato a capire che l’ uomo consiste interamente di desiderio, e così tutto ciò che lo circonda. Minerali, vegetali, animali, sono tutti desideri che in questo modo si presentano al nostro comune desiderio di godimento.

Vedo animali, oggetti inanimati, persone, il cielo, e sotto questo aspetto io sento (accolgo) questi fenomeni nel mio proprio desiderio di godimento.

Analizzo del materiale inanimato: con quale energia agire su di esso, in modo che possa scaldarsi, fondersi, aggregarsi. Analizzo animali, vegetali, me stesso, i rapporti tra di noi nell’ umana società. In ogni caso io analizzo, peso, valuto, studio solamente i rapporti fra i desideri.

Per questo motivo in tutti i libri di kabbalah si scrive solamente di come poter aggiustare i desideri, in modo che tu possa sollevare il tuo desiderio a tale altezza da farlo diventare universale, come il Creatore, forza comune della natura, la più esterna, la più vasta sfera, onnicomprensiva.

Tu devi raggiungere questo nei tuoi desideri.
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(Da una lezione sul Libro dello Zohar. Introduzione. 03.01.2011)

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La realtà sotto l’ anestesia dell’ anima

Domanda: Mi sento minacciato quando leggiamo questi testi. Io non li capisco. Come posso lavorare appropriatamente con questo sentimento?

Risposta: Forse è una buona sensazione. Noi esistiamo in una realtà che si sta sviluppando solo dentro di noi. In questo momento, sto parlando “con te”, una parte della mia anima e con altre persone in tutto il mondo, ma tutti loro vivono dentro di me; ed a fianco a me c’ è solo la forza Superiore frammentata in diverse parti.

Devo ordinare tutti i miei desideri col fine di connetterli gli uni con gli altri, di incorporare dentro di me tutti quelli che sembrano estranei ed amarli come me stesso. Devo combinarli con tutta la realtà e trasformarli in un tutt’ uno con essa. Allora, vedrò che tutto questo è mio e c’ è solo una Luce che riempie un desiderio.

Fino ad allora, naturalmente, mi confondo e attraverso diversi stati molto oscuri; ma non mi minacciano. Devo percepire la realtà correttamente, il che significa che devo cominciare a sentire che tutto questo sta succedendo dentro di me. È il mio “io”, ed è solo a causa della mia divisione interna che percepisco erroneamente le mie stesse parti come se fossero al di fuori di me.

Per esempio, ebbi un intervento in anestesia locale. Non sentii niente, ma allo specchio, vidi ciò che i chirurghi stavano facendo, ovvero inserendo un ago e tagliando una parte della carne che sembrava non appartenermi. Io non la sentivo come mia a causa dell’ anestesia. Tuttavia, quando ero ancora cosciente che era una parte mia, a prescindere dal fatto che non la sentivo sotto anestesia locale, fu interessante per me vedere ciò che le stavano facendo.

In essenza, siamo proprio in una realtà; ma non appena questa “anestesia”, la nebbia, si dissipa, cominci a sperimentare e sentire la realtà come la tua e tutto è differente! Allora, vedi che stai trattando soltanto con il Creatore, il “Buono e Benefattore”.

Risulta che la tua abilità di sentire il “Buono e Benefattore” invece di una minaccia, di sentire l’ eternità, la perfezione e l’ armonia, invece del tuo stato attuale, dipende da come connetti tutti questi desideri, apparentemente estranei a te.
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(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 13 Dicembre 2010, Beit Shaar HaKavanot)

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Raggi X del mio Ego

Ci sembra di essere in un mondo che esiste davvero ed è relativamente stabile. Non ci permettiamo neppure di pensare che tutto quello che vediamo è instabile e relativo.

L’ umanità ha sempre creduto che il mondo esiste davvero e che stiamo vivendo in esso. Questa credenza si è vista rinforzata dal fatto che la gente ha visto il nostro pianeta, le stelle e le galassie. Anche se una persona nasce, vive e muore, tutte queste cose restano al posto loro a prescindere dai tempi mutevoli. Cioè, tutto quello che ci circonda esiste al di fuori di noi. La gente lo ha creduto per migliaia di anni.

Poi, arriva la scienza della Kabbalah e distrugge completamente i fondamenti sui quali si basa la nostra percezione. La prima cosa e più importante è che questa scienza spiega che tutto quello che vediamo davanti a noi, in verità esiste dentro di noi, nel nostro desiderio e non al di fuori di noi.

Questo significa che se la gente che vedo davanti a me esiste nella mia testa, allora anche io esisto lì. Secondo la Kabbalah, questo è vero e la nostra percezione della realtà è falsa.

La Kabbalah ci dice che abbiamo un “proiettore” nella parte posteriore del cervello e che questo proietta ciò che sento, nelle immagini che vedo davanti a me. Così sono capace di vedere il mio corpo, oltre a tutto quello che è al di fuori di esso.

I kabbalisti spiegano questo con profonda serietà, enfatizzando che è proprio a causa del fatto che ho la sensazione delle cose dentro di me e le vedo all’ esterno, che ottengo una speciale realizzazione, la rivelazione del Creatore. Vedo come, in ogni momento, tutto intorno a me cambia ed acquisisce uno slancio. Questo avviene in accordo ai cambiamenti nelle mie qualità e significa che sto disegnando la mia realtà.

La saggezza della Kabbalah ci dice che al di là del punto chiamato “io”, tutto il resto è la Luce Superiore, la Luce dell’ Infinito, nella quale io esisto. L’ unica qualità di questa Luce è l’ amore e la dazione. Sul fondale di questo amore e dazione, vedo le mie qualità che sono opposte alla Luce.

Mi sembra che ci sia un gran mondo che esiste al di fuori di me, nel quale tutto si muove. Tuttavia, tutto questo viene proiettato dal mio desiderio, dal mio ego e dalle sue diverse qualità, mostrandomi la mia immagine interiore, come in una radiografia.

Posso cambiare la realtà? Si, ma a condizione di cambiare me stesso. Questo è molto difficile. Ho la mia famiglia, il mio lavoro ed un grande mondo intorno a me. Anche se sento tutte queste cose come solide, è ancora in mio potere cambiarle tutte.

Se comincio a cambiare me stesso, allora cambierò il mondo perché una persona è un mondo in miniatura che contiene tutto dentro di sé. All’ esterno, c’ è solo la Luce circostante del Mondo dell’ Infinito.

Pertanto, tutto dipende dalla persona. La mia percezione della realtà dipende solo da me e da nessun altro.
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(Dalla serie di letture introduttive, “Percezione della Realtà” del 23 Novembre 2010)

Metti in moto il tuo “Collaider” interno

“Qual’è lo scopo della creazione? Perché viviamo? Perché la vita sulla Terra?” Questi interrogativi hanno interessato l’ umanità da sempre, ma in particolar modo interessano la nostra generazione. Anche se sentiamo parlare spesso di altre forme di vita nell’ Universo, in sostanza ci accorgiamo di essere soli.

Siamo veramente soli in questo enorme sistema, e in nessun modo riusciamo a capire che viviamo su questa sfera terrestre in condizioni assai speciali, che hanno anche contribuito al nascere della vita su di essa, e trattasi qui di cosa assai complicata.

Anche per il nascere fella forma fisica della vita era necessaria una gran quantità di energie e un insieme di condizioni tali da permettere il suo formarsi, senza poi parlare dello stato dal quale doveva svilupparsi la vita nel mondo spirituale.

Tutte queste cose hanno sempre stupito delle grandi menti fra gli uomini di tutte le generazioni: Com’ è successo tutto ciò e perché? Quale necessità c’ era nella “Natura” o nelle forze superiori di creare tutto, e proprio in questa forma?

E se non ci fossero stati i kaballisti che hanno veramente scoperto il mondo spirituale e raggiunto quello stesso punto dove ha avuto origine la vita, noi ora non sapremmo niente.

Sappiamo che in Svizzera ci sono dei fisici che, facendo degli esperimenti con il “Collaider“, vogliono raggiungere quel punto dal quale è incominciato il “Big-Bang“.

Ossia, vogliono riprodurre quella scintilla della luce che è sprofondata in questo mondo, portando con sè tutta la materia che poi in esso ha preso forma.

Ma i kabbalisti hanno già superato i limiti del nostro mondo ed hanno percorso tutto il cammino, dall’ inizio della creazione del mondo spirituale fino all’ultima riparazione, e ci hanno messo al corrente di tutto quello che è avvenuto. Tutto questo si trova nel libro dell’ Ari “L’ Albero della Vita”.

I kabbalisti che hanno raggiunto il mondo spirituale, ci raccontano come la forza superiore che ha creato il tutto, ha agito secondo i programmi e decisioni che si chiamano “Il Progetto della Creazione“.

Essi ci spiegano che esiste Azmuto (Essenza del Creatore), del quale non parliamo perché non si può concepire.

Solamente riusciamo ad afferrare le azioni che da Lui derivano e che vengono chiamate Progetto della Creazione, concetto o programma. Questo programma passa tramite noi e si manifesta in noi, siccome siamo noi il risultato delle sue azioni.

Da un lato, dicono i kabbalisti, questo programma viene solamente eseguito da noi, ma dall’altro ne siamo non solamente gerenti di alcune parti, ma possiamo capirlo, sentirlo, collegarci ad esso ed anche prenderne parte, in quanto questa Forza inconcepibile vuole che noi diventiamo Suoi partners.

Per ottenere tutto ciò, metti in moto il tuo “Collaider” interno, che ti porta direttamente all’ inizio dell’ universo. E tramite l’ inizio dell’ universo, ritornerai nel mondo spirituale.

E dal mondo spirituale inferiore di Asia, ti solleverai ai mondi di Iezirà, Brià, Azilut, Adam Kadmon e Mondo dell’ Infinito. E quando ti riunirai al Mondo dell’ Infinito, troverai la comprensione totale, il sentire e il comprendere che vanno oltre lo spazio e il tempo.

Solamente unendoci tutti assieme, come un solo uomo, con un solo desiderio, potremo ottenere tutto questo.
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(Dalla lezione “Kabbalàh per il Popolo” del 16.11.2010)

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Tutti i mondi in uno spiedo

Tutti i mondi: Azilut, Brià, Iezirà, Asià, e anche il nostro mondo possiedono una stessa struttura, come impronte l’uno dell’altro. Solo che nel nostro mondo questo noi non lo percepiamo.

Incominciando colla scissione dei mondi e la fusione di Binà e Malkhut, parzuf SAG serve da impronta, da matrice, stampando secondo la propria forma Binà, unita a Malkhut, in tutto il materiale, a tutti i livelli: Azilut, Brià, Iezirà, Asià e il nostro mondo.

Al di sopra della testa del mondo Azilut si trova la radice di tutti i mondi, perché lo stesso SAG è in rapporto colla Prima Contrazione (Tzimztum Alef) e la sua influenza non arriva fino ai mondi della Seconda Contrazione (Tzimztum Bet) direttamente, ma solamente tramite “Searot” (strettissimi canali capillari).

E dalla testa del mondo di Azilut questi fili fanno scendere la sostanza, come una proiezione, fino al nostro mondo, ripetendo la stessa struttura, infilzando tutto nello stesso perno, come in uno spiedo. Perciò tutti i mondi diffondono i raggi parallelamente dall’alto in basso.

(Azilut, Brià, Iezirà, Asià)

Ma tutto ciò si riferisce solamente alla loro struttura, non al loro comportamento! La regola del comportamento corrisponde in ogni mondo al proprio gradino, e perciò si differenziano. Il mondo Azilut è tutto donazione, e i mondi più bassi Brià, Iezirà, Asià e il nostro mondo, agiscono in base al loro livello.
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(Dalla llezione su “Beit Shaar a-Kavanot”, 01.12.2010)

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Due finestre della nostra realtà

Domanda: Come raggiungiamo la connessione appropriata affinché la Luce sia rivelata tra di noi?

Risposta: Immagina di avere due finestre davanti a noi, come lo schermo del computer. In una di esse, noi vediamo un sistema nel quale siamo perfettamente connessi gli uni con gli altri. Questo viene chiamato “Il Mondo dell’Infinito”. Nell’altra finestra, vediamo il sistema che è adesso davanti a noi, nel quale l’odio governa invece dell’amore; questo sistema è chiamato “questo mondo”.

Sono due sistemi differenti. Il Mondo dell’Infinito vive ed esiste, è chiamato il primo (Alef) ed il terzo (Gimel) stato della realtà. È l’unico stato creato dal Creatore, nel quale Egli vive.

Tutti gli altri stati, dal Mondo dell’Infinito fino a questo mondo, i 125 gradi della connessione tra di noi (125 stati), esistono affinché noi ascendiamo gradualmente. Tutti gli stati, eccetto quello dell’Infinito, sono chiamati “mondi”, cioè occulti, nascosti. Lo stesso Mondo dell’Infinito, ma più nascosto, vago e non completamente riconoscibile è chiamato Mondo di Atzilut. Uno, più indefinito è il Mondo di Berià e così via.

Ogni mondo è simile al mondo superiore e a quello inferiore, in ogni dettaglio e componente. L’unica differenza è nel grado della rivelazione della Luce in esso. Quanta meno Luce c’è, tanto più oscuro è. È come quando noi vediamo durante il giorno e tutto è chiaro e di notte, tutto è oscuro, comunque, c’è poca differenza tra la Luce e l’oscurità.

In altre parole, esistiamo nello stesso stato conosciuto come “Mondo dell’Infinito”; solo 125 gradi di occultamento lo bloccano da noi; e posto che l’occultamento è così grande fino all’ultimo grado, nel quale noi esistiamo nel nostro mondo, siamo considerati come separati completamente dalla spiritualità. Noi non abbiamo neanche la più piccola sensazione degli stati e dei gradi tra di noi e del Mondo dell’Infinito, come se esistessimo qui e non esistesse nient’altro.

Esistiamo in questo mondo, nella nostra “finestra” del nostro “schermo”, ma c’è un’altra “finestra” nello stesso “schermo”, il Mondo dell’Infinito, come se già fossimo lì (a prescindere dal fatto che non siamo ancora capaci), provandoci diventiamo simili al Mondo dell’Infinito, come se volessimo raggiungerlo.

Lo stesso principio funziona in tutte le parti: quando io desidero ottenere la fonte dell’energia evoco una grande influenza attraverso l’ispirazione di avvicinarmi ad essa. Queste sono leggi precise della fisica che operano qui, non c’è niente che sia immaginario o mistico.
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(Dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 29 Ottobre 2010, “Lo Zohar”)