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Scalare insieme sulla cima della montagna

Non importa se leggo Lo Zohar o se sono occupato in cucina; ciò che è importante è che io desideri ardentemente la Luce che Corregge e di connettermi con gli amici. Non posso desiderare ardentemente la Luce senza l’unità o la connessione. E’ una pre-condizione essenziale, della quale non ne parliamo nemmeno, poiché è ovvia.

Se non c’è alcuna connessione, il mio desiderio per la Luce è un desiderio egoistico e falso ed è solo per un mio vantaggio. Senza di essa non possiamo scalare il Monte Sinai perché da questo punto in avanti iniziamo a pensare solamente insieme.

Questo non succede automaticamente, è ovvio, e ce lo dobbiamo ricordare a vicenda sempre, e questa è la ragione del sostegno reciproco. Ecco perché c’è stato l’accordo di accettare il sostegno reciproco sul Monte Sinai, poiché nessuno può desiderare ardentemente un vero vaso a meno che tutte le altre parti di questo vaso non ne siano d’accordo, le 600.000 anime che formano il vaso completo.

Le 600.000 anime sono il simbolo del nostro desiderio ardente di raggiungere lo scopo programmandolo prima. Lo scopo finale è di raggiungere il livello chiamato 60 Ribo, Arich Anpin, e così dobbiamo raccogliere 600.000 anime, il che significa che dobbiamo desiderare di salire sulla cima della montagna insieme.

Domanda: Mentre leggiamo Lo Zohar, come rafforziamo il sostegno reciproco tra di noi attraverso il desiderio della Luce?

Risposta: Un uomo semplicemente non lavora senza un altro uomo. Questo è una regola. Perciò, “ama il prossimo tuo come te stesso” è la regola generale ed il solo modo con il quale possiamo ricevere la Torà. Senza questa regola la Luce non arriverà, o potrebbe arrivare ma solamente in un forma molto debole.
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(Dalla 3.a parte della Lezione Quotidiana di Kabbalah del 11.03.2014, Gli scritti di Baal HaSulam)

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In Preparazione al Congresso Integrale: gli Educatori Integrali

Scopriamo che siamo destinati non a mantenere il nostro legame con il Creatore e che non abbiamo bisogno di un vasto pubblico per mantenere la “sfera di lamponi“, invece dobbiamo avere questa sfera per servire un più vasto numero di persone. E soprattutto attraverso questa scoperta ci avviciniamo alla fine della correzione.

Il che ci rende possibile di vedere l’integralità, i legami, e l’Arvut (la garanzia mutua) in natura. Iniziamo a stabilire il nostro rapporto con un numero più vasto di persone: quanto ne abbiamo bisogno, perché senza non possiamo dare contentezza al Creatore, e quanto il Creatore vuole l’umanità e non noi.

Questo è il modo in cui conseguiamo il nostro destino e scompariamo. Una “nazione di sacerdoti” si ha quando non esistete. Servite sempre più persone, servite tutta l’umanità, e servite il Creatore. Ed in questo vedrete il vostro ruolo anonimo. Non avete alcuna parte o diritto in niente, in sostanza voi siete il legame di collegamento, un canale, un elemento di trasmissione. E questo è un bene perché in tutto questo possiamo veramente essere più vicini alla natura del Creatore.

Dobbiamo presentare e dare un esempio al mondo, e attraverso questo esempio trasmettere al mondo la condizione spirituale che abbiamo conseguito. Anche se nel frattempo questa è la parte opposta dello stato spirituale, se ce la facciamo a far girare il volto del mondo verso di noi, noi possiamo girare il nostro volto verso il Creatore. Rivolgendoci al mondo con amore, possiamo rivolgerci con amore verso di Lui. A questo riguardo è detto: “Dall’amore delle creature all’amore del Creatore”.

E per far girare il volto del mondo verso di noi, è necessario risvegliare gli uomini alla giusta comprensione della solidarietà con loro. Per questo è necessario trasmettere la tensione interiore nelle parole. Le parole devono essere molto chiare e profonde. Solamente in questo modo possiamo essere integrati nel cerchio più esterno, connettendoci veramente con loro. E allora riceviamo quel qualcosa in più che serve e che ci aiuterà ad elevarci e ad entrare in un livello superiore.

Il corretto educatore integrale per lo sviluppo spirituale deve risvegliare questo sviluppo in uno studente. Se ce la facciamo a raggiungere i cuori degli uomini, allora, soprattutto queste esperienze ed impressioni che risvegliamo in un numero maggiore di persone farà sì che riusciremo a far crescere la palla dal color del lampone, migliorando e rafforzando il punto di contatto con il Creatore e così percependoLo.

E’ detto: “Ho imparato da tutti i miei studenti”. Comprenderemo allora perché attraverso la connessione con gli studenti una persona può imparare di più che dagli insegnanti.
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Preparazione al Congresso Generale – Congresso Integrale: I Due Opposti (La legge dell’Equivalenza della Forma)

La legge basilare e fondamentale della realtà è la legge dell’equivalenza della forma. Secondo la legge di equivalenza della forma, l’essere creato è stato creato come qualcosa dal nulla, dalla realtà di qualcosa da qualcosa.

Questi due poli – qualcosa dal nulla e qualcosa da qualcosa – sono totalmente opposti uno dall’altro nella nostra realtà. Tuttavia, nel progetto del Creatore, che è al di sopra della nostra realtà, questi poli si connettono in una cosa sola. Di conseguenza, la legge di equivalenza della forma obbliga la creazione a perseguire questa unione fino a quando non riuscirà a rivelare in modo autonomo il pensiero della creazione nel quale tutto è unito.

Conseguendo la consistenza della sfera di lamponi e la grandissima importanza dello scopo, vediamo che comunque non raggiungiamo ancora il concetto di unione. Ci mancano le forze interiori per concentrare continuamente i nostri pensieri ed i nostri sforzi sulla dazione, sul Creatore.

E’ bene che facciamo una verifica incrociata di questi concetti e del Creatore, il che significa immaginare il Creatore come l’attributo della dazione. Ma l’attributo della dazione può essere rivelato solamente quando è rivestito nel desiderio di ricevere. In altre parole, scopriamo il Creatore solamente nella materia che Egli ha creato e in nessun altro modo.

Quando è rivelato in un uomo, l’attributo della dazione si conforma nelle sue azioni e nei suoi pensieri. Ciò significa che il Creatore è “rivestito” nel’uomo, nelle qualità dell’uomo, e allora agisce come colui che dona. Questa forma è chiamata il Creatore. Solamente quando vediamo noi stessi ed il Creatore che è rivestito in noi, possiamo rivelare il Creatore.

Di fatto noi ci vediamo sempre. Quando guardiamo il mondo, vediamo anche noi stessi, sebbene nella forma opposta, ma si tratta sempre di noi. In questo modo, secondo la rivelazione dell’attributo della dazione, vediamo come è rivestita nel mondo intero. Scopriamo che l’attributo della dazione domina il mondo e questa forma è chiamata Shechinà (Divinità).

Così comprendiamo perché dobbiamo forzarci a preoccuparci dell’ambiente esterno. Possiamo ascendere alla rivelazione del Creatore e raggiungere l’unione con il Creatore nella forma della palla color del lampone solamente nella misura in cui scopriamo questo attributo nel mondo intero.

Il mondo diventa il nostro vaso; tutta la realtà è il mio vaso, la mia anima; tutto ciò che è esterno a me è me. Ma io lo vedo dal di fuori per scoprire la qualità della dazione più chiaramente, 620 volte più grande, per intensificare ed amplificare la percezione di Nefesh di Nefesh nel mondo di Ein Sof (Infinito) al di sopra del potere delle forze impure. E’ così che incomincio a capire che il mondo intero è inteso per me, per il mio lavoro.

Dobbiamo renderci conto e capire che le forze della separazione sono necessarie e noi dobbiamo comprenderle correttamente. Dobbiamo entrare in questa modalità di comportamento in cui accetteremo le sensazioni di rifiuto come la linea di sinistra contro la quale la linea di destra è evocata, cioè la forza del gruppo. Non la vediamo come un ostacolo, ma come un’opportunità per connettere la linea di destra e di sinistra e per creare la linea di mezzo in modo di avanzare ancora di più verso la definizione del Creatore.
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(Preparazione al Congresso Generale – Congresso Integrale, Nove Fasi Verso L’Unità, Punto 5)

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Innalzare il cuore attraverso i Sentieri del Creatore

Per raggiunere una vera unione, dobbiamo attrarre la Luce che Corregge. E’ possibile attirarla solamente dando rispetto alla grandezza dello scopo, del gruppo, e degli amici, e della forza superiore che si prende cura di noi e verso la quale siamo diretti. In questo modo, arriviamo al rapporto con il Divino.

Raggiunto questo, agiamo insieme come una squadra (come tutti coloro nel nostro mondo che si uniscono in gruppo), e da questo punto iniziamo ad aspirare di più al Creatore. Per arrivare al Creatore, abbiamo bisogno di elevare la nostra stessa importanza. Non c’è altra scelta, non perché vogliamo camminare con arroganza storcendo il naso con chiunque, ma perché è necessario. Abbiamo bisogno delle forze per connetterci ancora più profondamente, abbiamo bisogno di uno stimolo che ci dia dell’energia ed un bisogno urgente ai compromessi e all’unione.

Dove prendiamo questo stimolo? La risposta è “elevare il cuore attraverso le vie del Creatore“. Ciò significa che ci dobbiamo elevare sopra ogni uomo, certamente non al di sopra del gruppo, ma al di sopra del mondo intero, di tutti i tempi e di tutte le generazioni. Dobbiamo essere fieri di essere i pionieri, l’ultima generazione che prepara la strada per tutta l’umanità. Dobbiamo coltivare l’orgoglio di gruppo, un orgoglio positivo e che abbia un senso.

Questo orgoglio dovrebbe nascere attraverso la forza: io non ne sono felice e non ne sono sinceramente fiero, è che non ho altra scelta che aumentare l’orgoglio. E si tratta di un gran lavoro.

Dovremmo cercare delle opportunità per rafforzare e massimizzare il sostegno reciproco. Dove possiamo farcene venire “l’appetito”? Di regola l’appetito per il sostegno reciproco arriva dall’ ambiente circostante nel suo complesso. Per questo dobbiamo lavorare appositamente sulla presa di coscienza dell’importanza del nostro ambiente circostante rispetto all’ambiente nel suo complesso.

In altre parole, noi lavoriamo con il nostro gruppo ed eleviamo la sua importanza al di sopra di ognuno di noi. Dopo di questo, dobbiamo elevare l’importanza del gruppo al di sopra ancora di più dell’ ambiente circostante esterno. Solo allora ci possiamo connettere ai desideri dell’umanità e rafforzare il sostegno reciproco.

Non possiamo rafforzare il sostegno reciproco se ci chiudiamo dentro al gruppo. E’ possibile farlo solamente connettendoci ai vasi esterni ed aprendo quelli interni. “Lo sciocco unisce le sue mani insieme e si mangia la sua stessa carne”; ciò non riguarda l’uomo che non fa nulla, ma l’uomo che non si preoccupa di allargare i vasi (Kelim). Questa è la ragione per cui è uno sciocco.
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(Preparazione al Congresso Generale – Congresso Integrale, Le Nove Fasi del cammino verso l’unità, Punto 4)

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La sfera di lamponi

La “sfera di lamponi” significa avere la totale ed assoluta perdita di tutto l’atteggiamento personale verso gli amici. Ci sbarazziamo di tutti i rivestimenti del nostro corpo fisico e delle qualità interiori di tutto ciò che abbiamo ricevuto dalla natura; solamente la scintilla rimane, le Reshimo, innate in tutti, il nucleo spirituale di ognuno, la propria aspirazione all’unità.

Se io mantengono comunque un diverso atteggiamento, delle differenze tra di noi, allora non è un gruppo. Il gruppo si ha quando tutti gli amici sono uguali, quando non vedo alcuna differenza tra di loro. Essi sono tutti Reshimot; ognuno è impegnato a raggiungere l’unione.

Durante la prima fase della presentazione del sostegno reciproco, il Creatore ci porta alla connessione e si tratta più che altro di uno stato teorico. Però, per formare una palla rossa come il colore del lampone, ci dovremmo già connettere attivamente con tutti. Il lavoro con questa sfera di lamponi inizia con gli sforzi di non vedere delle differenze tra gli amici e finisce quando tutti gli amici si uniscono in una persona sola.

Se siamo uniti come un gruppo omogeneo che fa le stesse cose, uguali alle altre connessioni che le persone realizzano in questo mondo, non si tratta ancora di “un solo insieme”. A dire il vero, in una unione fisica di questo genere, tutti vogliono raggiungere uno scopo; ognuno ha il proprio obbiettivo, ed ognuno è pronto ad unirsi per il bene del proprio obbiettivo personale.

Noi non ci comportiamo in questo modo. Qui, ognuno deve cancellare se stesso per il bene dell’unione con gli altri, abbandonando gli obbiettivi personali.

In questo auto-annullamento, non perdiamo il nostro pensiero o le nostre sensazioni ma otteniamo il pensiero dell’intero gruppo che è chiamato “come un uomo solo con un cuore solo”. Il desiderio collettivo viene rivelato e dentro questo desiderio ognuno percepisce le proprie qualità individuali. Come in un sistema di ingranaggi, l’uomo inizia a girare con tutti, senza pressione, e da qui capisce come ruotano e perché. Questo significa “sapere ciò che l’amico ha nel cuore”. Ognuno lo sa in modo differente, in base alle proprie qualità.

In questo modo diventiamo una sfera di lamponi.
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Sconfiggere l’ Ego con l’Aiuto dell’Ambiente che ci circonda

Avendo raggiunto un certo punto nel sostegno reciproco, mi ci attacco, lo considero, ne godo, e voglio svilupparmi in esso. Ma in conseguenza alla Luce che Riforma che richiamo, questo punto incomincia a crescere in un modo che non è desiderabile.

La Luce non funziona mai in modo da condurmi semplicemente in Ein Sof (l’Infinito), verso la correzione. Al contrario, in base al suo piano, nelle sue relazioni con il vaso, mi deve mostrare quanto io sia opposto ad essa. Quindi, nella misura in cui io faccio degli sforzi per unirmi, il mio desiderio fortissimo, il mio lavoro, ed i miei sforzi si trasformano in oscurità.

Nel momento in cui accetto il sostegno reciproco come la reciproca unione che deve risiedere tra di noi nella spiritualità, il posto dove sentiamo che siamo insieme e non siamo separati, gli ostacoli che si chiamano egoismo sono rivelati. Questo egoismo non è più parte di questo mondo, ma è proprio il vero egoismo che viene rivelato in contrasto alla nostra unione, alla nostra connessione, e al nostro sostegno reciproco.

Tutti i discernimenti durante la discesa sono semplicemente un’indicazione di quanto siamo deboli quando si tratta di sostegno reciproco, e niente altro che di questo. Qui viene rivelato il sostegno reciproco del livello successivo: qual è la connessione tra il sostegno reciproco ed il Creatore? Qual è il Suo atteggiamento verso questo? Come Egli si riveste in esso? Come può il nostro sostegno reciproco descrivermeLo? E così via.

Ci sono due generi di sostegno reciproco che funzionano durante le fasi della discesa e dell’ascesa, ed è il divario tra loro che determina l’altezza del livello che si raggiunge.

In questo modo avanziamo. Da una parte dovrei sentire l’influenza della Luce su di me il più possibile, e dall’altra dovrei chiarirmi questa sensazione: “Da dove arriva e perché? Come posso capovolgerlo nella sua forma opposta ed avanzare verso il livello desiderato?”. In seguito questi due discernimenti diventano la testa ed il corpo del Partzuf: la testa determina cosa succede al corpo e come dovrebbe funzionare. Ma questo succede solamente se si controlla il desiderio.

Nel frattempo provate sempre a guardarvi anche da fuori: Cosa vi sta succedendo? Cosa vi sta facendo la Luce? Come siete cambiati e come dovreste cambiare? Come dovreste rispondere ad ogni singolo stato?

Da una parte queste domande occupano tutta la vostra mente e tutte le vostre sensazioni, e vivete questi stati dai quali non sapete proprio come uscire. Ma dall’altra parte, dovreste sapere che il Creatore vi manda questi stati in modo che risolviate i problemi che sono creati solamente in riferimento a Lui e allo scopo. La soluzione dei problemi inizia con il fatto che lo scopo è arrivare ad assomigliare a e ad avere l’equivalenza della forma con il Creatore e questo è più importante del problema. Nel complesso, tutto è meno importante del sostegno reciproco.

La chiave del sostegno reciproco è il riconoscimento dell’importanza dello scopo. Lo è perché il sostegno reciproco è una specie di sentimento interiore che dobbiamo conseguire: io stabilisco lo stato interiore e come tratteggia la nuova realtà. Non si tratta solamente del punto della nostra unione; si espande e diventa il punto della nuova realtà. E’ questo riconoscimento dell’importanza dello scopo che lo sostiene e lo sviluppa.

Dobbiamo sempre chiarire ciò di cui abbiamo e non abbiamo bisogno per elevare l’importanza del concetto del sostegno reciproco.

Da qui, ritorniamo alla grandezza del gruppo e del suo effetto su di noi. Questo effetto dovrebbe essere versatile; dovremmo usare l’invidia, la lussuria, l’onore, l’ambizione, tutto ciò che mi preme addosso, mi spinge, e mi scuote. Questo dovrebbe essere il modo in cui ognuno si comporta con tutti gli altri.
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La zona neutrale

Domanda: La connessione viene raggiunta dall’annullamento totale di ogni individuo fino allo zero. Però qual è la differenza fra questo e la psicologia ordinaria?

Risposta: La differenza è molto semplice: davanti a chi annulliamo noi stessi? Annullo me stesso davanti agli altri e loro annullano loro stessi davanti a me, qual è il prossimo? Il prossimo è solo la condizione di rivelare la forza della Luce.

L’auto-annullamento di ognuno davanti tutti gli altri crea un punto neutrale al centro del cerchio nel quale non opera nessuna forza egoistica. E il punto del nostro desiderio reciproco generale, poiché ci connettiamo e neutralizziamo il nostro ego. In questo punto stabiliamo la nuova realtà, uno spazio nuovo nel quale scopriamo la forza superiore.

Tutti i nostri desideri sono focalizzati al centro del cerchio in cui c’è la forza del desiderio, la connessione, l’auto-annullamento, l’unità, e la garanzia reciproca. Da una parte, è detto che non c’è spazio vuoto e che c’è sempre una qualità determinata, una forza precisa. Però qui al centro non c’è nulla.

Il posto si chiama desiderio. Qui c’è concentrato il nostro desiderio collettivo, ma è come se fosse annullato, dato che nessuno di noi vuole usare il suo desiderio, e vuole solo dare agli altri. In questo modo creiamo un posto speciale nuovo in una dimensione diversa, su un’altezza diversa.

Cominciamo da Malchut, e poi Zeir Anpin, Bina, Hochma, fino a quando raggiungiamo Keter, il punto della Yod. Significa che fra dieci sforzi che abbiamo fatto (Yod significa il numero 10 in ebreo) raggiungiamo il punto della Yod, nel quale è rivelato il Creatore. Questa è l’essenza del centro del gruppo, nella quale costruiremo uno spazio nuovo, una dimensione nuova con attributi speciali e il nostro annullamento. E’ qui, dove la forza superiore può essere rivelata.

Così, soltanto dopo la frantumazione e la correzione riceviamo un mezzo, un vaso, nel quale il Creatore viene rivelato. Altrimenti sarà impossibile rivelarLo perché non abbiamo un sensore per questo, nessun senso naturale può sentirlo. Appare soltanto quanto Lo abbiamo stabilizzato in questo modo: siamo tutti egoisti, ma vogliamo salire sopra il nostro ego e annullare noi stessi davanti a tutti gli altri. Vogliamo tutto questo in modo da somigliare al Creatore; vogliamo acquisire La sua forma e i Suoi attributi in modo da assomigliare a Lui.

Così creiamo uno stato nuovo al centro del gruppo che si chiama utero, Shechina. Soltanto con il nostro annullamento reciproco possiamo creare uno spazio nuovo con degli attributi nuovi in una dimensione nuova che non esisteva prima in Malchut di Ein Sof (Infinito). Questo posto per la rivelazione del Creatore appare soltanto grazie ai nostri sforzi.
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(Dalla Prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 02.01.2014, Lezione sul tema: “9 Passi”)

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Di fronte a un muro di Ego

Domanda: Non capisco qual’è il punto in cui posso essere colpito se io sono totalmente assorbito nel mio ego.

Risposta: Non posso spiegare ancora, ma si può già sentire che sta accadendo: una sorta di passaggio si apre, il quale non riusciamo ad identificare nei nostri sensi corporei. C’è una sorta di nascondiglio qui in cui possiamo entrare.

C’è un muro prima che improvvisamente si apre e si può attraversare. Si chiama apertura ed una porta nella spiritualità. Quando succede? Quando non si vuole identificare un muro prima di voi, si decide che non è un muro e che si sta per entrare attraverso di essa! Poi si entra effettivamente se si vuole annullare il vostro ego, che si frappone tra voi e il Creatore. Questo significa che si accettano le condizioni della garanzia reciproca.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 31.12.2013, Preparazione al Congresso)

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Stiamo solo cercando di capire tutte le componenti del concetto di garanzia reciproca. Il garante di questa garanzia è il Creatore, la Forza Superiore. E questa forza deve manifestarsi in ogni azione: all’inizio, nel mezzo, e alla fine. Il Creatore è molto “geloso”, e se ci dimentichiamo di Lui, Egli ci abbandona subito, e cadiamo immediatamente dato che tutti i nostri progressi si verificano solo grazie a Lui.

Qual è la differenza? Dopo tutto, il Creatore supporta tutta la natura: i livelli di inanimato, vegetale, e animato. Ma lì non abbiamo bisogno di partecipare al nostro rapporto con Lui consapevolmente. Ma il nostro grado di sviluppo umano, dobbiamo rivolgerci al Creatore per tutto il tempo. In caso contrario, che tipo di uomo sarebbe Adamo se non sognasse di diventare come (Domeh) il Creatore?

Quindi, abbiamo bisogno di preoccuparci della componente mancante nel nostro avanzamento: il Creatore! Potremmo non riuscire immediatamente e in un primo momento avremo la sensazione che ci manca qualcosa per mantenere la nostra unione. Anzi, partiamo sempre con la rivelazione della nostra rottura. Ma il Creatore deve essere all’inizio e alla fine di ogni azione, in ogni suo momento.

Egli dovrebbe connetterci come la forza della garanzia, la forza che corregge, l’esempio che vogliamo vedere davanti a noi, il sistema di riferimento. Lo vedo in tutti gli amici e dentro la sfera di lamponi: il punto della nostra unione. Capisco che è Lui che realizza la nostra connessione e unione. Vedo solo Lui – Lui – Lui!

In sostanza, per che cosa lavoriamo con gli amici? Lavoriamo insieme alla rivelazione del Creatore tra noi! Egli è l’ospite d’onore più importante, noi aspettiamo Lui, siamo sempre pronti al suo arrivo! Prepariamo una tale connessione tra noi, una tale aspettativa e speranze così Egli verrà!
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 02.01.2014, Lezione sul tema: “9 Passi”)

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Una forza positiva

Creiamo energia con le nostre azioni comuni di unità. Ma dobbiamo anche usarla correttamente per tutti, per unire il gruppo.

L’energia che ricevo dal gruppo è la mia ricompensa per essere fedele al gruppo. Divento una parte integrante di un tutto nella misura della mia fedeltà; Io sono pronto per loro a fare qualsiasi cosa che considero necessaria per me.

Questo significa che uso il gruppo in modo corretto e posso continuare a richiedergli energia allo scopo di diventare ancora più vicino ad esso.

Do me stesso senza un pensiero che loro mi riempiranno con i loro valori e quindi senza dubbio questa parte diventa incorporata nella garanzia reciproca.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 15.10.2010, Scritti di Baal HaSulam)

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