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L’imperfezione dei modelli finanziari

Opinione (A. Goryaev, il Professor NES): il Fuoco sui mercati finanziari è spento con il denaro pubblico. Tuttavia, può divampare di nuovo. La seconda ondata della crisi sarà legata all’enorme debito pubblico dei paesi sviluppati – Stati Uniti, Giappone, Spagna, Italia e Francia.

Due emozioni gestiscono i mercati – la paura e l’avidità. A volte l’avidità prende il sopravvento, che ti fa dimenticare i rischi nel perseguimento del profitto. Tuttavia, i rischi, che vengono dalla crisi si realizzano prima o poi, la paura prende la sua vendetta.

L’ultima crisi è avvenuta perché la gente ha dimenticato i rischi, le persone hanno preso un mutuo, anche se non potevano permetterselo. Hanno dimenticato che le banche davano mutui ai mutuatari cosi.

Hanno dimenticato gli investitori che acquistavano obbligazioni ipotecarie con un enorme rischio nascosto, sottovalutando i rischi regolatori, e ora stanno cercando di riformare il sistema di regolamentazione delle istituzioni finanziarie in direzione di una stretta. La crisi recente ha evidenziato l’imperfezione di questi modelli e la necessità del loro miglioramento.

Il mio commento: Il modello non è solo imperfetto, ma è inutilizzabile perché è “lineare” e il mondo e la nostra dipendenza reciproca sono stati integralmente interconnessi.

Noi abbiamo l’obbligo di costruire lo stesso sistema di interconnessione in economia e finanze. Ma per farlo noi stessi abbiamo bisogno di imparare a pensare integralmente.

E per questo dobbiamo cambiare noi stessi da quelli che pensano egoisticamente a quelli che pensano in modo integrato, quelli che capiscono e desiderano sinceramente il mondo integrale. Il nostro sviluppo, la legge della natura ci obbliga a farlo, essere opposti è “più costoso a se stessi.” Basta già essere testardi e inventare scappatoie dalla necessità di cambiare se stessi. Abbiamo solo bisogno di una educazione integrale! Avete solo bisogno dell’educazione integrale!
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La Germania è sotto la minaccia dell’onda dei fallimenti

Messaggio: Le previsioni sono confermate dall’Ufficio federale di statistica. Nel luglio del 2012 sono stati registrati 2.580 fallimenti – 2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le conseguenze del calo delle esportazioni nei paesi della zona euro avranno un effetto nel prossimo futuro. In primo luogo soffrirà l’industria.

La riduzione dei profitti delle imprese più importanti porterà al fatto che ben presto esauriranno le loro riserve finanziarie.

Il mio commento: Gli stati più potenti cadono per ultimi perché esistono grazie ai deboli, ma cadono sempre più forte e dolorosamente, il che può portare, come in passato, alla guerra.
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Crisi: I ricchi hanno più fiducia nel denaro che nei vicini

Studio (University of California, Berkeley): Durante la crisi, i ricchi tendono a trovare conforto nella moltiplicazione di acquisiti, e meno per aiutare gli altri.

Nel periodo di incertezza economica, il divario tra le classi sociali, cresce ancora di più. La crisi – una perdita di qualcosa di ordinario, quotidiano. Le persone bisognose hanno poche cose da perdere, quindi si rivolgono per l`aiuto e sostegno ai famigliari e agli amici. La persona con alto reddito diventerà più indipendente e non ha bisogno di amici.

Il mio commento: La crisi continuerà  finchè non equilibra tutti. La gente capirà, come in tempo dei disastri, solo la gentilezza degli altri può salvarli. E, aggiungendo, sempre sarà monitorato più chiaramente  il legame tra l’unione e la buona fortuna.

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Le prospettive oscure dell’UE

Opinione (А. Glusman, filosofo francese): Il senso di crisi caratterizza la storia attuale dell’Europa. L’UE non è un paese, non è una comunità nazionale, dentro di lei non c’è uno spazio culturale. I paesi europei non si somigliano l’uno con l’altro, per questo l’unione tra di loro non è possibile. Non li fa unire un’ appartenenza alla stessa comunità, bensì un modello sociale.

L’UE è una reazione di difesa dei paesi. Ma oggi i paesi dell’UE non vogliono più sullo stesso fronte scontrarsi con le minacce esterne. Ognuno vuole vivere per sé, anche se tutti vogliono sopravvivere con l’aiuto dell’UE.

Non c’è una prospettiva globale. L’UE ha perso il senso dell’esistenza. Se i paesi dell’UE non si uniscono e non iniziano a partecipare sullo stesso fronte, allora moriranno. La globalizzazione porta un caos globale e non c’è una politica globale come negli USA.

Esistono due possibilità per sfuggire ai problemi: allontanarsi da loro, come se non ci fossero, oppure abbandonarsi al fatalismo che non risolve niente.

L’Europa rimane un campo di gioco di idee. Però il pensiero adesso è frammentato ed appesantito dalle sfumature, sfugge agli esperimenti , è questo che riflette la politica europea.

Il mio commento: Diventa sempre più chiaro che l’unione esteriore senza quella interiore, è necessaria all’educazione integrale, porta alla manifestazione delle contraddizioni ed in conclusione accelera la morte della forma passata della civiltà. Senza dubbi l’UE dimostra oggi al mondo un modello inadeguato di integrazione, che si basa sugli scopi personali egoistici e non su quelli generali, umani. Per questo non c’è un futuro per l’UE, almeno se non inizia urgentemente un avvicinamento culturale.
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Gli investitori temono il collasso della Cina

Messaggio: Sempre più investitori iniziano a dubitare della storia della Cina. Oggi la Cina non è semplicemente un mercato qualunque. La Cina è il motore della crescita economica mondiale. Un collasso dell’economia cinese avrebbe conseguenze catastrofiche su tutto il mondo. La Cina assicura il 15% della produzione economica mondiale (Gli USA – 19%). Più di tutti soffriranno i paesi asiatici vicini. Se la crescita dell’economia cinese fosse del 5% al posto dell’8% allora in Germania inizierebbe la recessione.

Il mio commento: Nel mondo globale è tutto così interconnesso, che si deve capire che bisogna pensare non più a sé stessi e che pensare agli altri è il metodo migliore per assicurare sé stessi.
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Dichiariamoci falliti e iniziamo tutto da capo!

Opinione (D. Rogers, investitore, miliardario): Il mondo si trova in un vicolo cieco e spende somme sbalorditive per mantenersi almeno momentaneamente a galla. Questi soldi non si possono riguadagnare. Negli ultimi tempi l’America ha quadruplicato il suo debito, ma non è più in grado di continuare a farlo. A tempi brevi la situazione intorno a tutti questi problemi può soltanto peggiorare.

Io propongo la soluzione di tutti i problemi: che tutti annuncino il proprio fallimento, quindi tutti i depositi ritornerebbero alla normalità ed il sistema andrebbe ad aggiustarsi. Quando le persone falliscono possono guardare la realtà in faccia. Riorganizzate l’attivo contabile e le persone competenti verranno ed inizieranno a costruire il mondo sulle nuove fondamenta.

Il mio commento: Certamente, questo scuoterebbe il mondo, ma anche la nuova pagina non sarebbe molto migliore di quella vecchia, in quanto gli stessi egoisti velocemente costruirebbero il loro mondo terribile, perché non riescono a farlo diversamente.

Soluzione: Perciò , contemporaneamente all’annuncio del fallimento mondiale (tra l’altro nella Bibbia è una condizione obbligatoria dell’esistenza umana – ogni 50 anni annuncia Yovel – al completo ritorno di tutti i beni al loro stato originario) c’è bisogno di annunciare anche il fallimento dell’uomo e di tutti i rapporti sociali, come motivi di fallimento dei sistemi economici da lui creati. Soltanto basandosi sull’educazione integrale della società si potrà costruire un sistema utile di rapporti sociali, facendo concorrenza nella competizione di fare del bene l’uno all’altro e non del male. La ricompensa per tali sforzi sarà la sensazione del flusso della vita superiore ed eterna.
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Perché l’automazione non ha ridotto la giornata lavorativa?

Opinione (R. Skidelsky, professore di Economia Politica, membro della British Academy, membro della House of Lords.): L’economista americano, Keynes pensa che nel XXI secolo, la maggior parte delle persone dovrà lavorare solo 15 ore alla settimana per ottenere tutto il necessario per una vita comoda, perché l’automazione aumenta la produttività dei diritti dei lavoratori.

Ci sono due tipi di disoccupazione: tecnologica (ottimizzazione del lavoro), economica (crisi).

Oggi, i paesi sviluppati sono ricchi, automazione avanzata, ma stiamo lavorando 40 ore alla settimana, perché una larga fetta dei profitti derivanti dalla crescita della produttività è distribuita in una parte ricca della società, i ricchi diventano più ricchi e i redditi di tutti gli altri non crescono.

Il desiderio di consumare è diventato un farmaco rilassante nella società moderna, e l’idea principale della pubblicità – l’acquisto porta felicità.

L’avidità collettiva si chiama: crescita economica. La Società dei consumi è una follia morale e politica. Vi è un dilemma: come coniugare la crescita dei consumi con la stagnazione del reddito? Fino ad ora, la risposta a questo è stata un prossimo prestito bancario, però la vita in debito ha portato al problema del debito nei paesi sviluppati e porta a collassi periodici.

Non siamo in grado di sviluppare successivamente senza ripensare l’atteggiamento al consumo, lavoro, svago e distribuzione del reddito. Senza questo il nostro modo per uscire dalla crisi sarà un preludio a disastri più potenti in futuro.

Il mio commento: Anche se gli scienziati descrivono correttamente la nostra condizione, nessuno di loro ha alcuna comprensione di come sbarazzarsi dei vizi della società egoistica.

La corretta distribuzione del reddito, il giusto atteggiamento verso il lavoro, consumo, tempo libero – può avvenire solo come risultato di un’educazione integrale.
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Le nuove regole per uscire dalla crisi

Opinione (“La Stampa“, Italia): naturalmente l’Europa,, non è un paziente immaginario.

Ma essa mostra una strana soddisfazione, sempre parlando delle sue malattie, raccogliendo le convocazioni per cambiare tutto, e dopo due settimane scopre che nulla è cambiato.

La BCE ha dichiarato che la volatilità nel mercato dei valori mobiliari è vicino a quello osservato prima del fallimento della banca d’investimento statunitense Lehman Brothers.

In queste condizioni, si sentono più le apocalittiche dichiarazioni del direttore del Fondo Monetario Internazionale C. Lagarde, che la fine della crisi non è visibile, e l’euro – a rischio.

I governi europei hanno detto ai loro cittadini che in autunno il quadro diventerà ancora più fosco.
Gli Stati Uniti sono impegnati nella lotta elettorale sullo sfondo della calura estiva, e accusano L’Europa del cattivo stato dell’economia mondiale. E l’Europa non dà un rifiuto degno.

In questi casi, arriva il turno dei politici, ma non di quelli che promettono delle montagne d’oro, o chiamano a tirare le cinghie, ma quelli che offrono di cambiare le regole e portare l’economia mondiale su una strada diversa.

Il mio commento: Quindi, aspetiamo fino all’autunno – e poi … Come se, da un incomprensione del problema (la mancanza di una connessione integrale dell’umanità) e la mancanza di decisioni economiche, non ci sarebbe la tentazione di risolvere tutto in una volta dalla guerra, condonato tutto il passato e ricominciare da capo …

A proposito, e questa non è la soluzione, se tutto ciò che accade sta spingendo il mondo verso una maggiore integrazione, la guerra per la prima volta nella storia non sarà un mezzo di redistribuzione!
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Il crollo è inevitabile

Opinione (G. Schpanbauer, economista): Il budget della Germania sta diminuendo di 1 trilione di Euro l’anno. Questo significa che sono rimasti due anni. Più avanti questo gioco con l’euro non potra’ progredire. L’unica cosa che adesso possono fare i politici è quella di allungare i tempi, fare nuove promesse, nuovi piani di salvezza, nuovi debiti. Ma il crollo è inevitabile , non rimane che aspettarlo.

Le persone moderne non possono nemmeno immaginarsi lo scenario che si potrebbe manifestare. Loro non sono assolutamente preparate a questo, né fisicamente né spiritualmente. Loro non si immaginano che le banche e i negozi possano chiudere, che i bancomat possano smettere di dare i soldi, e che le carte di credito possano diventare semplice plastica.

Se prima c’erano grandi famiglie, c’erano comunità del villaggio e le persone si aiutavano le une con le altre, oggi invece la società è automatizzata, ognuno vive solo per sé – allora tutto questo, quando scoppierà la crisi, diventerà determinante.

Il mio commento: Quali sono le sue idee, per portare il mondo alla possibilità di risolvere la situazione attuale, attraverso l’educazione sociale?
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Cosa ci dà l’immigrazione?

Messaggio: Dopo l’inizio della crisi in Europa e USA si è verificato una rapida diminuzione del flusso di immigrati, la minore attrazione economica ha impedito lo spostamento demografico. Ma è avvenuta “la primavera araba”, sia in Europa che negli USA c’era la tendenza di flussi di rifugiati dai paesi del Medio Oriente.

La disoccupazione nei paesi sviluppati si mantiene ai livelli alti, cosa che non rende simpatici gli immigranti agli occhi della popolazione locale. L’olio sul fuoco dell’antipatia verso gli “invasori” lo versa anche la non conoscenza della lingua, della cultura del paese d’arrivo, ed anche la partecipazione degli immigrati giovani nei disordini di massa.

Nel mondo il lavoro è diminuito, ma le persone cercano un guadagno. Per via della crisi, agli immigrati diventa sempre più difficile sistemarsi con il lavoro. Una buona parte degli immigrati si possa trovare senza lavoro. Il vero problema diventano gli immigrati giovani, che non possono trovarsi un lavoro e che non studiano. Questo porta alla tensione sociale, perché anche tra la popolazione locale la disoccupazione è alta.

Il mio commento: Il lavoro non ci sarà. Le frontiere non si potranno chiudere. La tensione sociale crescerà, finché la “primavera araba” non arriverà sulle strade delle città di tutto il mondo. Per non far accadere questo bisogna valutare la situazione con chiarezza ed obbligatoriamente includere tutti gli immigrati nell’educazione integrale. La stessa cosa si propone di fare anche con la popolazione locale. Soltanto questo ricostruirà tutti i problemi di natura sociale.
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