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La strana sincronia tra nuove epoche e cabalisti rivoluzionari

La prima settimana di agosto commemoriamo l’anniversario della scomparsa del grande cabalista Isaac Luria, noto come il Santo ARI. È un buon momento per riflettere su una strana sincronia tra il suo arrivo e gli eventi globali del suo tempo. Tuttavia, prima di parlare dell’ARI, dobbiamo  parlare del fondatore della saggezza della Cabala, in quanto tale, Rabbi Shimon bar Yochai, noto anche come Rashbi.

Rashbi, autore del Il Libro dello Zohar, il libro fondamentale della Cabala, visse in un momento critico della storia dell’umanità. Visse nel II secolo d.C., non molto tempo dopo la rovina del Secondo Tempio e l’esilio del popolo di Israele da Gerusalemme e la sua dispersione nel mondo.

Quel periodo, i primi secoli d.C., fu un’epoca di radicali trasformazioni globali. Il mondo stava passando dal paganesimo al monoteismo. Roma stava gradualmente declinando, insieme al suo pantheon di dei, e una religione nascente che divenne nota come Cristianesimo stava accelerando la sua espansione. Quel periodo vede anche l’affievolimento della cultura greca e l’inizio di un’epoca più buia nella storia dell’umanità: il Medioevo.

Quando il Medioevo finì e iniziò una fase di rinascita nota come Rinascimento, emerse anche un nuovo cabalista con insegnamenti rivoluzionari. Isaac Luria, L’ARI, visse nella metà del XVI secolo. Fu allora che il Rinascimento iniziò a diffondersi in tutta Europa. Era anche il tempo in cui Martin Lutero viveva e diffondeva le sue idee. Questi due movimenti rivoluzionari, Rinascimento e Protestantesimo, avevano cambiato il mondo per sempre. La Cabala lurianica, che prende il nome da Isaac Luria, L’ARI, era altrettanto rivoluzionaria; ha cambiato il modo in cui i cabalisti studiavano e insegnavano la Cabala, e ha aperto la strada per spiegarla in modo comprensibile al mondo.

Il terzo grande cabalista che visse in un momento cruciale della storia fu Rav Yehuda Ashlag, noto come Baal HaSulam. Visse durante entrambe le guerre mondiali e avvertì dell’imminente genocidio degli Ebrei anni prima che avvenisse. Assistette anche alla creazione dello Stato di Israele e all’emergere dei blocchi sovietico e americano.

Nei suoi scritti, il Baal HaSulam ha redatto ampi e chiari commenti ai testi dei suoi due predecessori, il Libro dello Zohar di Rabbi Shimon bar Yochai e gli scritti dell’ARI. È lui che ha veramente reso la Cabala accessibile a tutti e che ha aperto la strada alla diffusione della saggezza della Cabala nel mondo intero.                                                         

Sebbene io non veda un collegamento diretto tra l’arrivo dei cabalisti rivoluzionari e l’avvento delle trasformazioni ideologiche, religiose e culturali nel mondo, c’è comunque una connessione tra le due cose, nel senso che entrambe esprimono l’apparenza di un cambiamento evolutivo nell’umanità. Il mondo cambia nella sua espressione fisica e la Cabala cambia nella sua espressione spirituale, ma entrambi i processi dimostrano l’avvento di una nuova fase nell’evoluzione dell’umanità. Pertanto, mentre accadono simultaneamente, non derivano l’uno dall’altro.

La strana sincronia tra l’arrivo di nuove ere e l’apparizione dei cabalisti rivoluzionari si crea quindi non perché siano collegate tra loro, ma perché entrambe sono collegate alla stessa fonte, il motore della realtà, la forza creativa del dare che genera ogni cosa , sostiene ogni cosa e sviluppa tutto fino al suo scopo finale: la completa unità di tutte le cose, legate insieme dalle minacce del dare mutuo e dell’amore, in assoluta unità.

Il clima è una questione di attitudine

Le due settimane di discussioni sul clima durante il COP 27 in Egitto, a Sharm El-Sheikh, , si sono concluse con delusione. La CNN ha scritto : ” Il mondo non è riuscito a trovare un accordo per eliminare gradualmente i carburanti fossili… il tentativo di eliminare la maggiore fonte di emissioni, responsabili del surriscaldamento globale, causa della crisi climatica, si è concluso in un fiasco, dopo che diverse nazioni, incluse Cina e Arabia Saudita, hanno bloccato una proposta chiave di abbandonare tutti i carburanti fossili, tranne il carbone”. Nonostante i membri abbiano raggiunto un accordo “per  stanziare un fondo ‘danni e perdite’ destinato ad aiutare i paesi vulnerabili ad affrontare i disastri climatici”, questo non invertirà i cambiamenti climatici o risolverà i nostri problemi più gravi.

Potremmo essere in grado di affrontare crisi climatiche locali, ma con l’atteggiamento attuale non possiamo cambiare il clima globale. Se vogliamo farlo, dobbiamo cambiare attitudine a tutti livelli e prima di tutto il clima sociale che abbiamo creato. Fino a quando sarà negativo, aggressivo, surriscaldato, il clima farà lo stesso di riflesso.

La ragione per cui teniamo conferenze globali sul clima è perché questo è un problema mondiale. Tutto quello che facciamo, in ogni paese, si ripercuote sul clima globale. Quindi senza rispetto reciproco a livello globale, l’umanità non sarà in grado di risolvere il problema della crisi climatica.

Purtroppo, per lavorare con rispetto reciproco globale, dobbiamo sviluppare empatia verso tutta l’umanità ed elevarci al di sopra degli interessi ristretti di ogni paese. Non siamo neanche lontanamente vicini a questa attitudine. Al contrario, ogni paese cerca di imporre decisioni utili ai propri interessi rispetto a quelli del resto del mondo e il risultato è una guerra mondiale climatica dove perdiamo tutti.

Come in ogni guerra, i paesi ricchi e potenti danno il la.  Continuano a bruciare carburanti che inquinano l’aria, accelerando il cambiamento climatico e niente li fermerà, tranne il verificarsi di disastri naturali così estremi che obbligheranno tutta l’umanità a cambiare. Nel frattempo,  come contentino e forse per comprarsi il consenso del mondo, hanno costituito il fondo “danni e perdite” per “rimediare” al danno. Questi fondi non risolvono nulla e tutti lo capiscono.

Oltre a disastri meteorologici e climatici, questa emergenza ha anche un altro impatto negativo: gli iceberg, che erano ghiacciati da migliaia di anni e spesso anche di più, si stanno sciogliendo. E sepolti sotto il ghiaccio ci sono innumerevoli virus che si stanno risvegliando, ai quali il nostro corpo non è immune. Gli scienziati hanno già avvisato che la prossima pandemia potrebbe non arrivare da animali selvatici o errori umani, ma dallo scioglimento degli iceberg. Un articolo pubblicato due anni fa l’ha giustamente chiamata “pandemia permafrost” segnalando “il rischio del ritorno di malattie letali del passato”.

Osservando bene tutte le crisi che affliggono il mondo oggi, troveremo che nessuna è locale. Il Covid è un problema globale, il cambiamento climatico colpisce l’intero pianeta, l’aumento dei costi energetici e  l’interruzione delle filiere toccano tutta l’umanità, ma anche  un’emergenza locale come la guerra in Ucraina causa serie conseguenze in tutto il mondo. L’interdipendenza già colpisce tutta l’umanità e potrà solo intensificarsi  fino a quando saremo incapaci di fare un solo passo, o fare un respiro, senza colpire il mondo intero.

Di positivo c’è che nessuno dei nostri problemi è insormontabile. Se solo lavorassimo insieme anziché uno contro l’altro, ogni crisi svanirebbe come se non fosse mai esistita.

Tutto quello di cui abbiamo bisogno per risolvere qualsiasi situazione è cambiare la nostra attitudine e mettere l’umanità al primo posto. Dato che la realtà è globale, così deve essere il nostro ordine di priorità. Dare la priorità all’umanità aiuterà, non solo il mondo intero, ma ogni singolo individuo, proprio perché siamo irrevocabilmente interdipendenti. Continuando a imporre la nostra visione ristretta su una realtà estesa, continueremo a scontrarci con gli altri e con tutta la natura. Cambiando attitudine cambieremo il clima e cambieremo il mondo.  

Foto: I ministri rilasciano dichiarazioni durante la seduta plenaria di chiusura del vertice sul clima COP 27 nella località di Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, in Egitto, il 20 novembre 2022. REUTERS/Mohamed Abd El Ghany

Perché siamo attratti dalle arti marziali?

Domanda: Perché l’uomo lungo la storia è stato attratto dalle arti marziali? Cosa gli danno?

Risposta: Il nostro egoismo si sviluppa attraverso la competizione, perché la cosa più importante per noi è l’invidia, la gelosia, il desiderio di potere, ecc. Dopotutto, vedere qualcuno che è più grande, più alto, più forte e di maggior successo di te è sentito dall’egoismo come una sconfitta.

Perciò, le arti marziali, o qualsiasi tipo di combattimento, attraggono un individuo. C’è un piacere speciale in questo.

È così che siamo stati creati fin dall’inizio; se non puntiamo a correggerci, allora valutiamo sempre l’altro rispetto a noi stessi.

Non possiamo guardare le cose con indifferenza perché valutiamo sempre: migliore o peggiore, mi piace o non mi piace, piacevole o sgradevole, e così via; altrimenti, non distinguiamo le cose. Tutto passa attraverso un filtro egoistico: è buono per me o cattivo e in che modo?

Non la vedo diversamente perché il mio principale organo di percezione è il desiderio di godere.  Sento sempre ogni cosa in funzione del fatto che mi piaccia o meno. Questo è l’unico modo.

Possono essere colori, suoni, o qualsiasi altra cosa, e persino oggetti o fenomeni che non mi interessano assolutamente. Li distinguo sempre e solo per il mio desiderio di godere, per quanto sia migliore o peggiore per me, anche se non lo ammetto nemmeno.

 

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Da KabTV’s “ Ho ricevuto una chiamata per la forza d’animo” 9/11/13

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Il modo ideale di imparare le lingue

Domanda: Quando un bambino sta imparando a parlare come si costruiscono le connessioni della percezione del linguaggio? E perché la lingua madre è così profondamente radicata che anche se sta imparando una lingua straniera  egli conserva ancora un certo accento?

Risposta: Il linguaggio è un programma nel quale la sensazione interna di comprensione viene associata alla sua espressione verbale. I contatti tra la sensazione interiore e l’espressione verbale sono un immenso programma di associazioni e di immagini. Si forma dentro di noi, protetta tra le immagini e i loro concetti semantici, la loro espressione attraverso la mimica facciale e l’intera sensazione, poiché quando un individuo parla, egli riproduce questa immagine dentro di sé.  Tutto questo si costruisce in noi nei primi due anni di vita circa.

Penso che se iniziassimo a insegnare ai nostri bambini alcune lingue fino all’età di due anni, queste lingue diventerebbero la loro lingua madre. Un uomo passerebbe da un programma all’altro nello stesso modo in cui un computer ha Word, Excel, e altri programmi.

Quando un individuo diventa più adulto, questo avviene in un modo più artificiale, cioè esiste un linguaggio interno e anche una traduzione esterna. Sebbene possa essere molto facile e molto trasferibile, non è  già una lingua madre. Perciò non si può fare nulla qui.

Ci sono uomini che hanno un legame così forte con la loro lingua madre  che non sono in grado di padroneggiare liberamente un’altra lingua. Se vivessi, per esempio, in un ambiente inglese, sicuramente cambierei,  altrimenti è molto difficile.

Comunque, ci sono individui per i quali è molto facile. In genere si tratta di donne di 16-17 anni o anche più giovani. Catturano le lingue in modo assoluto e chiaro perché sono sintonizzate per capire i bambini, per parlare con loro. La loro risposta all’adattamento è più elevata di quella degli uomini.

 

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Da KabTV’s “ I got a call. The perfect way to learn languages”9/11/13

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Carne coltivata: un passo ragionevole per la civiltà

Un articolo di giornale che mi è stato  inviato la scorsa settimana asseriva che “La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha dichiarato sicuro per il consumo umano il suo primo prodotto a base di carne coltivato in laboratorio. Il prodotto é un pollo non macellato,  cresciuto da cellule  in coltura, che può essere distribuito al pubblico nel giro di pochi mesi.” Se questo sviluppo viene commercializzato con successo,  e se vengono mantenute le condizioni adeguate per produrre carne sana  e sicura, e c’è un grande “se”  attorno a quest’ultima condizione, allora sono assolutamente favorevole.

Oggi la maggior parte delle persone vive in città. Raramente vedono il collegamento tra il cibo che comprano al supermercato e la sua provenienza. Se le verdure che mangiano sono coltivate senza terra, o se la carne che comprano proviene da una fabbrica piuttosto che da un animale macellato per produrla, non credo che a loro importi. In effetti, molte persone sarebbero felici di sapere che la carne di pollo che hanno comprato non proviene da un vero pollo e che nessun animale è stato macellato per preparare la loro cena.

Inoltre, considerando il costo dell’allevamento di bestiame e pollame, la carne e il pollo coltivati in laboratorio saranno probabilmente più economici da produrre e più economici da acquistare. Per molti, il cibo sano è un lusso, quindi forse questo lo renderà leggermente più conveniente. 

Inoltre, c’è un chiaro vantaggio ambientale nel produrre carne coltivata in laboratorio rispetto alla carne che proviene da animali. Gli animali hanno bisogno di pascoli, che non solo impoveriscono la vegetazione, ma distruggono anche l’habitat naturale della fauna selvatica.

In un futuro più remoto, credo che il cibo coltivato naturalmente scomparirà del tutto. Forse le persone acquisteranno scatole contenenti alimenti non riconoscibili come quelli che conosciamo oggi, che non saranno né verdure né carne, ma qualcosa di completamente diverso. Non ho alcun problema con questo, soprattutto perché io stesso non sono un grande fan della carne. Non sono vegetariano, ma non sono nemmeno affascinato dalla carne. Finché l’umanità produrrà cibo adeguato, non ho problemi a produrlo in un laboratorio o in una fabbrica, e non credo che dovremo pensarci due volte.

Quello a cui dobbiamo pensare è la nostra attitudine verso le cose che ci circondano. Dobbiamo imparare a trattare tutto con dignità e gentilezza e capire che dipendiamo gli uni dagli altri a tutti i livelli, dal minerale al vegetale, all’animale e al livello umano. 

Se comprenderemo quanto tutti noi siamo vitali per la perfezione del nostro pianeta, come ci completiamo a vicenda e come il nostro benessere dipenda dal benessere di tutti gli abitanti della Terra, ci comporteremo correttamente e ci sarà cibo in abbondanza per tutti.

La permacrisi è solo il promo

Il dizionario britannico Collins Dictionary  ha  scelto “permacrisi” come parola dell’anno 2022. La parola “permacrisi” descrive un “ esteso periodo di instabilità e insicurezza. “ Si tratta di una delle numerose parole messe in risalto dal Collins, si riferisce ad una crisi in corso che include una instabilità politica, la guerra in Ucraina, il cambiamento climatico  e il costo della vita. Eppure io credo che questa non sia una crisi ; è più un promo della cosa reale. La crisi reale infatti è ancora lontana alcuni anni ma il declino verso di essa è già iniziato.

Le crisi non sono inevitabili. Le potremmo prevenire se fossimo decisi a farlo. Ma dato che ci preoccupiamo solo dei nostri interessi, non possiamo metterci d’accordo su soluzioni globali. Tuttavia, quando la vera crisi  si manifesterà, non farà distinzione tra di noi e colpirà tutti.

Per il momento, l’umanità o almeno la parte benestante di essa, quella che può impedire che l’umanità scivoli in un baratro, non sta realmente soffrendo. E’ in grado di vedere delle nuvole all’orizzonte ma, vista la mancanza di un pericolo immediato, fluisce con la corrente. Dove stiamo andando? Nessuno lo sa, ma non è nulla di buono.

Non abbiamo bisogno di una particolare conoscenza  o di abilità speciali per poter risolvere la crisi. Né tantomeno abbiamo bisogno di molto denaro. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la volontà di unirci  e di lavorare insieme per portare avanti le nostre risoluzioni. Lo spirito di accordo stesso farà la differenza. Dal momento che la divisione è il problema, la coesione è la soluzione. Purtroppo, non possiamo o non vogliamo essere d’accordo e dunque andremo con il flusso. Tuttavia, dobbiamo ricordare che la corrente conduce alla cascata.

E non è nemmeno che siamo particolarmente sfiniti di fronte alle molteplici crisi che affliggono l’umanità. È proprio della natura umana aspettare fino all’ultimo minuto, aggrapparsi a ciò che è familiare e sperare per un cambiamento per il meglio. Ma non c’è nessun cambiamento per il meglio, dal  momento che interpretiamo “ il meglio” come “il meglio per me” mentre la vita promuove ciò che è meglio per tutti. 

Se noi ci curassimo degli altri  e desiderassimo migliorare la vita di ognuno, ci allineeremmo alla realtà e così facendo potremmo eliminare tutte le crisi. Le nostre crisi personali e locali  scomparirebbero dal momento che tutte le crisi intorno a noi svanirebbero visto che tutte sorgono, come appena descritto, dall’ intransigenza e dall’ostinazione.

Dunque, la permacrisi non è dovuta al cambiamento climatico, ad una guerra locale o all’inflazione. È il risultato del narcisismo. Quando smetteremo di cercare di migliorare le cose solo per noi stessi e inizieremo a  cercare  dei modi per aiutare tutti,  allora  aiuteremo anche noi stessi e la crisi permanente si trasformerà in pace permanente e soddisfazione duratura.

Didascalia della foto: Scontri a Bruxelles dopo la partita di Coppa del Mondo di calcio tra Belgio e Marocco. Bruxelles, Belgio, 27 novembre 2022. Un uomo con il volto coperto e un estintore è ripreso durante gli scontri dopo la partita di Coppa del Mondo tra Belgio e Marocco REUTERS/Yves Herman TPX IMMAGINI DEL GIORNO

Rabbia per le strade? Fateli Vergognare

Negli ultimi due anni si è registrato un aumento del venti per cento degli incidenti violenti sulle strade israeliane. Qualche giorno fa, una coppia che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali è stata quasi investita da uno scooter. Quando hanno affrontato il conducente, questi ha accoltellato l’uomo che lo aveva affrontato e se ne è andato con disinvoltura, lasciando morire l’uomo accoltellato.

Pochi giorni prima, un motociclista non ha gradito il commento di un automobilista e lo ha colpito con il casco facendogli perdere i sensi. In un altro recente incidente, un automobilista ne ha minacciato un altro con un coltello, ma si è risolto a tagliare “solo” le gomme dell’altra auto.

Questa ondata di incidenti violenti non è una cosa che un paese piccolo come Israele è abituato a vedere. A mio avviso, la soluzione migliore a questo problema è l’esposizione pubblica e la vergogna.

Niente è più efficace che ferire l’orgoglio di qualcuno. Il conducente dello scooter che ha ucciso l’uomo non ha mostrato alcun segno di rimorso quando è stato arrestato. Ma se avesse saputo che la società lo avrebbe scomunicato se avesse fatto questo, che non sarebbe stato in grado di trovare un lavoro, di crescere una famiglia o di avere amici perché la gente non lo avrebbe voluto intorno a sé, ci avrebbe pensato dieci volte prima di reagire in modo così brutale.

La luce del sole è il miglior disinfettante per le contaminazioni. Allo stesso modo, l’esposizione è il miglior detergente per le malefatte delle persone. L’identità di questi criminali dovrebbe essere nota a tutti, compresi i dettagli del loro reato, e dovrebbero essere severamente puniti e umiliati.

Oltre all’umiliazione, il governo e tutte le autorità dovrebbero avere tolleranza zero per i bulli assassini. È necessario uno sforzo consolidato e intransigente per arginare questi comportamenti e l’opinione pubblica dovrebbe sostenere questa politica.

La rabbia per le strade può colpire chiunque. Soprattutto al giorno d’oggi, quando le persone sono sempre più narcisiste e si sentono sempre più autorizzate, è più probabile che diventino violente senza un motivo apparente. Per questo, credo che solo una motivazione forte, che tocchi gli interessi più egoistici delle persone, possa impedire loro di mettere in pericolo gli altri utenti della strada.

Nessuno vuole la guerra, ma combattiamo sempre

 

Giorni fa Norma Livne, conduttrice del programma El Mundo,”Il Mondo”, ha dedicato una puntata alle risposte a domande poste dai miei studenti e una di queste era sulla guerra in Europa. Più precisamente la domanda era sul perché, se nessuno vuole la guerra, stiamo sempre a combattere l’uno contro l’altro?

In effetti la gente non può vivere senza guerra. In ogni secondo, c’è un conflitto attivo da qualche parte del pianeta. 

A pensarci, non ha senso. Quando chiedi alla gente se crede che la violenza possa risolvere le avversità, tutti rispondono di no. Quando è così, allora anch’io mi chiedo perché combattiamo? È per mostrare chi ha ragione? Se questo è il motivo allora significa che il più forte è anche colui che ha ragione perché è lui a vincere la guerra. Questa è chiaramente una risposta sbagliata.

Anzi non è solo sbagliata, ma deplorevole e immorale. Come si può credere che se sei aggressivo e schiacci i tuoi oppositori, allora hai ragione? Questa non è giustizia, ma bullismo. Noi non siamo neanche animali, siamo peggio!

Eppure questa è la natura umana. Così è come ci comportiamo dalla notte dei tempi e non cambierà fino a quando non cambieremo la natura umana. Quando decideremo di non poterne più del nostro egoismo e vorremo provare un modo diverso di vivere su questo pianeta,  allora saremo in grado di pensare a modi di vivere più piacevoli. Quando decideremo di abbandonare il nostro egocentrismo, scopriremo che gli opposti non cancellano l’un l’altro, ma si completano. Gli opposti non minacciano l’esistenza dell’altro, ma la assicurano e la supportano.

Gli opposti che si complementano non esistono solo in natura, ma anche tra gli uomini. Così come non ci sarebbe primavera senza autunno, non esisterebbe capitalismo senza socialismo. Lo stesso vale per il liberismo e il campanilismo o tra globalismo e isolazionismo. Ogni concetto sarebbe insignificante senza il suo opposto che lo aiuta a definirsi e a chiarirsi.

Tuttavia la verità non sta da nessuna delle due parti, ma nell’unione e nella cooperazione. La verità è in ciò che genera vita. Il cuore e i polmoni ad esempio funzionano in modo molto differente, quasi con funzioni opposte. I polmoni saturano il sangue di ossigeno e il cuore fa scorrere il sangue nel corpo che distribuisce agli organi. Sul piano della saturazione dell’ossigeno, queste funzioni sono opposte. Ciò nonostante solo quando entrambi, cuore e polmoni, funzionano bene abbiamo un corpo sano. La “verità”, se vogliamo, non è né che il sangue deve essere pieno d’ossigeno, ma neanche che deve esserne privo. La verità è che quando cuore e polmoni operano come devono, allora c’è equilibrio, salute e vitalità.

La verità sta quindi nell’equilibrio non nella sopraffazione. Se manteniamo un equilibrio in cui tutte le parti della società contribuiscono reciprocamente con la loro unicità, allora avremo  una società equilibrata e sana i cui membri saranno soddisfatti e al sicuro. Quando proviamo a eliminare un qualunque organo della società, condanniamo tutta la società a instabilità, insoddisfazione e alla fine distruzione.

È preferibile il silenzio

Commento: Ci sono molte citazioni sui benefici del silenzio. Per esempio “il silenzio è il recinto della saggezza”

La mia risposta: Sì, quando una persona è silenziosa, trattiene la saggezza, non la fa uscire. E se parla, allora tutta la saggezza gradualmente fuoriesce nell’aria, verso tutti gli altri.
Bisogna capire che il silenzio è sempre preferibile. Non c’è nulla nel mondo di cui valga la pena parlare. Al contrario, è sempre meglio rimanere in silenzio.

Domanda: Allora perché è stata data la parola all’uomo?

Risposta: Per tenere la bocca chiusa e dire solo ciò che sia necessario.

Domanda: Ovvero, una persona esiste, con il libero arbitrio: può dire ciò che è necessario o può dire altre cose?
Risposta: È meglio rimanere in silenzio su varie cose.

Domanda: Esiste una citazione di Menachem Mendel di Kotzk: “Non c’è urlo più forte del silenzio”. Che cosa significa?
Risposta: Quando ci sembra che una persona dovrebbe parlare, ma rimane in silenzio, allora percepiamo il suo silenzio come un’affermazione molto seria.
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Da “Stati spirituali” di KabTV 23/10/22

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Famiglia: la prossima generazione

Un nuovo documentario in Israele parla di una tendenza in crescita in Israele: il matrimonio aperto. Il film presenta coppie che esprimono una sensazione di stagnazione nel loro matrimonio e desiderano “dare vitalità” alla loro relazione. Il matrimonio aperto è solo una sfaccettatura di un fenomeno molto più ampio di deturpazione e dissoluzione accelerata dell’unità familiare nel tentativo di “rinfrescare” le relazioni delle persone e “rivitalizzare” le loro vite.

Capisco la fonte di questo bisogno. Gli umani sono esseri dinamici.  Come tali, hanno bisogno di cambiamenti e innovazioni costanti. Questo non ha nulla a che vedere con il fatto che siamo, o non siamo, intrinsecamente monogami.

La percezione attuale è che le persone abbiano una famiglia, crescano dei figli, li portino all’indipendenza e passino a miglior vita. Ci aspettiamo che questo continui per l’eternità, ma questa non è la nostra vocazione; è la vocazione degli animali e noi abbiamo dentro di noi qualcosa che non appartiene al regno animale: non solo viviamo, ma ci chiediamo quale sia lo scopo della vita. Che lo sappiamo o no, la nostra vita non è dedicata a vivere, ma a capire perché viviamo.

Nella maggior parte delle persone la domanda sullo scopo della vita è ancora sopita, ma in molte altre, e in un numero sempre maggiore ogni giorno, si è risvegliata e chiede risposte. Per queste persone nulla è scontato, mettono in discussione tutto e hanno bisogno di capire perché fanno quello che fanno. Non è un desiderio di distruggere, ma l’urgenza di capire, di comprendere tutto ciò che accade al livello più profondo.

Questa pulsione è la causa della frantumazione delle nostre istituzioni sociali tradizionali. La troviamo non solo nelle nostre case, ma in ogni aspetto della nostra vita. Mettiamo in discussione l’istruzione, i sistemi economici, le forme di governo, la religione e la famiglia.

Anche se non riusciamo a trovare risposte, la messa in discussione dei sistemi esistenti ha un valore cruciale. Diffidare e rifuggire da essi ci libera dalle catene della tradizione e dei vincoli morali, e il senso di libertà ci permette di sviluppare qualcosa di completamente nuovo, che non è l’anarchia, ma relazioni più sane e soddisfacenti. Una società di questo tipo sarà quella in cui tutti si impegnano spontaneamente e consapevolmente.

In una società di questo tipo, le persone si impegnano non solo per la propria famiglia, ma per l’intera comunità e, infine, per tutta l’umanità. Inoltre, si impegnano nella stessa misura, e anche di più, di quanto si impegnino attualmente nei confronti delle loro famiglie. Tuttavia, devono scegliere questo impegno liberamente e non possono essere costretti a rimanere impegnati se decidono di andarsene. Forse al momento è difficile immaginare un tale impegno, ma l’umanità è comunque diretta verso di esso.

In una società di questo tipo, in cui tutti si dedicano a tutti gli altri, tutti si preoccupano di tutti gli altri e i naturali sentimenti di estraneità e sospetto non determinano più il quadro sociale.

In una società di questo tipo i legami familiari saranno molto forti e solidi, ma non perché le persone saranno costrette a rimanere monogame. L’intero scopo della relazione cambierà, rendendo irrilevanti le questioni della monogamia e della fedeltà.

In questa società futura, le persone si concentreranno più sulla loro vita spirituale che su quella fisica. Coltiveranno i loro legami spirituali piuttosto che concentrarsi sulle loro azioni fisiche. Queste persone non si giudicheranno in base alla loro capacità di soddisfare i propri capricci, ma in base al loro contributo alla comunità.

Vivere in una comunità di questo tipo significa che tutti coloro che vi circondano si preoccupano per voi e vi aiutano a crescere. Il risultato naturale sarà che vorrete fare lo stesso per loro.

Quando le persone agiscono a questo livello, si sentono libere perché sono libere di dare e ricevono da tutti. Non hanno bisogno di “rinfrescare” le loro relazioni perché esse non diventano mai stantie. Più le persone danno e ricevono, più crescono e cambiano, e il dinamismo delle relazioni le mantiene nuove e vitali.

Certo, non siamo ancora arrivati a questo punto, ma l’umanità sta andando in questa direzione. La velocità con cui ci arriveremo dipende da noi e, a mio parere, prima lo faremo meglio sarà.